GP Magazine settembre 2020

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evento del mese

“Una finestra sul cielo” Federico Pini ha presentato a Sulmona il suo libro di Roberto Ruggiero

Si è svolta il 17 luglio scorso a Sulmona la presentazione ufficiale del libro di Federico Pini, giornalista Mediaset, "Una finestra sul cielo" (Intrecci Edizioni). L' evento è stato organizzato dalla testata giornalistica Zac7, con il patrocinio del Comune di Sulmona, in collaborazione con l’agenzia letteraria Contrappunto House Of Books. Ha moderato l'incontro Chiara Buccini, direttore di Zac7. Sono intervenuti, tra gli altri, l’assessore alla cultura del Comune di Sulmona Manuela C o z z i , e i l v e s c o v o d i S u l m o n a Va l v a monsignor Michele Fusco. Il libro di Federico Pini racconta in maniera fluida e coinvolgente il suo percorso di fede e il rapporto con gli angeli, senza la presunzione di voler convincere i lettori a credere, ma testimoniando con autenticità la sua conversione e il cambiamento di prospettiva, sia nella vita personale che in quella professionale. Giornalista televisivo per Mediaset, sposato, due figli, Federico coniuga fede e giornalismo, portando luminosità e positività nei servizi di attualità, cultura e moda di cui si occupa. “Gli angeli esistono e si manifestano quotidianamente”: è questa la certezza da cui parte il racconto di esperienze e incontri autentici. Gli angeli non sono soltanto gli esseri di luce, che si rivelano attraverso sogni o momenti di preghiera e silenzio, ma anche tutte quelle persone che incontriamo ogni giorno e che arrivano nella nostra vita per un motivo ben preciso. Federico pensa ai volontari impegnati durante i terremoti de L'Aquila e di Amatrice, di cui si è occupato, e al personale medico e paramedico messo a dura prova durante il Covid.

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Gli angeli sono i nonni, così importanti nella crescita e educazione dei bambini, elementi di supporto fondamentale delle famiglie. Gli angeli sono i bambini e la loro innocenza, la capacità di accogliere messaggi d'amore e trasformarli in vita pura e ricca di emozioni. Per Federico la fede è una “pratica quotidiana”, che serve a dare senso alla vita e al lavoro. Anche nel mondo del giornalismo e dello showbiz, in cui l’autore è immerso, si sente il bisogno di fermarsi e riflettere, scoprendo o in molti casi riscoprendo I valori più autentici. La preghiera e la fede possono sicuramente aiutare e sostenere ciascuno di noi, soprattutto nei momenti difficili. Ed è con sollievo e gratitudine che poi ci si può rivolgere al nostro angelo custode, per ringraziare del sostegno e dei segni, che non mancano mai! La presentazione è stata arricchita dalle performance di Ada Di Ianni, ballerina, e dagli attori Pietro Becattini e Francesca Galasso. Ufficio stampa: Mirella Dosi, Roberto Ruggiero Graphic Designer: Claudia Loi @Klumia Contrappunto House Of Books, agenzia letteraria













moda

Andrea Sedici

La bellezza dei sogni “made in Abruzzo” di Rosa Gargiulo

Andrea Sedici è un brand diventato in pochissimi anni una delle realtà più significative della moda sposa “made in Italy” esportata in tutto il mondo. Dall’Abruzzo Andrea è partito giovanissimo, per realizzare un grande sogno che, come ci rivela lui stesso, portava dentro sin da bambino. “Sono cresciuto nell’atelier di mia mamma, dove si realizzavano bellissimi abiti da sposa. Avrò avuto sette o otto anni, e quel mondo fantastico di sete e merletti è entrato a far parte del mio DNA”. Una laurea in Economia, una seconda in Design Industriale, poi lavora per sei anni con Giorgio Armani, acquisendo nuove competenze e alimentando il suo talento. Perché quello è innato, e Andrea ce l’ha! L’esperienza maturata grazie al suo lavoro con Armani è il trampolino di lancio per una “scommessa” che Andrea lancia a se stesso, con coraggio, positività e determinazione. Torna in Abruzzo per creare una Start Up e dare forma al suo

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fashion & glamour © Fot o di Anto nio Raucci

Denise Sene Il fascino incontenibile della semplicità di Luca Marini

Corpo da sballo, cervello da vendere e umiltà alle stelle. Denise Sene è la classica ragazza bellissima che viaggia sempre con i piedi ben piantati per terra. Eppure, per lei che è alta 185 centimetri, puntare in alto è quasi naturale. D’altronde, le carte in regola le ha tutte. Lineamenti difficili da dimenticare, una folta chioma, outfit che viaggiano sempre fra il femminile e l’eleganza. Normale che, a 27 anni, sia entrata nel mondo della fotografia ed ora sia protagonista di shooting che la ritraggono in tutta la sua sensualità, immersa in luoghi da favola o semplicemente sdraiata su un letto matrimoniale. “La mia avventura nell’ambiente fotografico mi ha portata inevitabilmente ad essere al centro dell’attenzione. Mi piace vestirmi in modo tale da far risaltare il mio fisico, nulla di volgare, ma tutto molto… femminile! Non ho bisogno di smaniare per farmi notare, bastano le mie forme e la mia altezza a farlo”. Parole sante. Com’è naturale che sia, anche sui social il suo nome ha iniziato a fare “rumore”. In tanti la cercano, la seguono e provano pure a copiarla. Ma Denise Sene rimane l’originale, una splendida ragazza di origini italo-senegalesi che nella vita ha saputo superare sfide complesse, ha saputo trasformare brutti momenti in episodi di crescita e che ha con i suoi nonni un rapporto dolce ed empatico, tanto da condividere con loro alcuni dei momenti più belli della sua giornata. Riavvolgiamo il nastro: chi è Denise Sene? “Ho 27 anni, sono una fotomodella per passione di origini italo-senegalesi ma romagnola DOC. Vivo a Savio, un paesino in provincia di Ravenna con i miei nonni materni che sono le due persone più importanti della mia vita. Lavoro in palestra come personal trainer. Quando avevo 21 anni mia madre all’improvviso ha deciso d’andarsene lasciandoci soli. Orfana di padre e da figlia abbandonata, oggi cerco di prendermi cura di me stessa e dei miei nonni al meglio delle mie possibilità”. Tu hai scelto di metterti in gioco davanti all’obiettivo: che effetto fa?

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“A dir la verità mi sento protagonista in ogni set fotografico. E’ stimolante essere consapevoli di divenire parte attiva di pura arte. Sono ancora alle prime armi, ma mi sento sempre a mio agio di fronte all’obiettivo. Amo molto il genere glamour e il ritratto. Mi piace rappresentare la donna con eleganza anche negli shooting di nudo artistico. La fotografia regala la meravigliosa opportunità di poter prestare il proprio corpo per catturare attimi o emozioni”. Eppure, abbiamo detto, c’è un lato di te che ti mantiene umile, semplice, genuina. “Sono una ragazza dalla vita semplice, ma dalle mille sfumature. Ogni mattina mi alzo e vado al lavoro fino a sera e il weekend altrettanto, ma cerco sempre di ritagliarmi almeno una mezza giornata per me stessa. Vivo la vita come un viaggio in cui amo soffermarmi ad osservare le cose nel profondo. Sono una persona estremamente leale. Amo passare il tempo libero con i miei nonni: portali a mangiare sushi e fare insieme tutte quelle cose che faccio con i miei amici”. Sei genuina non solo nel modo di fare, ma anche nei comportamenti che attui. “Mi piacciono le persone che dicono quello che pensano, e soprattutto mi piacciono le persone che fanno quello che dicono. Ho il sorriso sempre stampato sulle labbra. Mi piace passare il tempo con le persone che amo, non mi interessa molto cosa faccio se sono con chi sto bene. Dentro questi 185 cm si nasconde una donna romantica che ama i thriller, le storie d'amore di una volta e che affronta le sue giornate mai con le mani in mano e a testa alta, con ottimismo ma anche con realismo. In fondo, in questo mondo senza pietà, cosa ci rimane se non la capacità di andare controcorrente?”. Spazio ai sogni: dove ti piacerebbe arrivare? “Vorrei che un giorno questa mia passione diventasse un lavoro. Spero di andare avanti con la mia carriera fotografica posando un giorno per qualche grande fotografo. Ammiro molto le fotografie di Annie Leibovitz, ma prima di arrivare anche solo a pensare di poter lavorare con fotografi del suo calibro, devo fare ancora molta ma molta strada”. CONTATTI SOCIAL https://www.instagram.com/denisesene_93

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gusto

Andrea Lopopolo

La frutta come non l’avete mai vista di Lisa Bernardini

“La vita è come la ricetta per una torta, se segui i soliti ingredienti farai la torta , ma saprai già che gusto avrà. I vostri ospiti l’assaggeranno, l’apprezzeranno, ma dimenticheranno presto. Ci vuole sempre un pizzico di genialità e fantasia per far sì che essa non muoia con l’ ultimo boccone” : ecco cosa sostiene Andrea Lopopolo, noto come Maestro Chef della Frutta. Andrea Lopopolo nasce a Milano, e sin da giovane ha lavorato nel mondo della ristorazione come cameriere, maìtre, ed in seguito direttore di sala, fin quando si è appassionato al fantastico mondo dell’intaglio con i vegetali e la frutta, “Carving Fruit”, facendolo diventare la sua carriera professionale. Maestro perché ha esperienza nel suo lavoro, e “Chef della frutta”, perché la sua è una nuova figura professionale al servizio di chiunque deve festeggiare un evento e vuole arte. Delicatezza e armonia nel suo lavoro, e tanta creatività che riesce a trasformare i Buffet in Arte, ricchi di colori e opere ricavate con la tecnica di intaglio con i vegetali e la frutta, per lo stupore di tutti i presenti. L’emergenza COVID19 ha sicuramente creato un grosso problema di fermo alla tua attività. “Sì. Nel 2020 purtroppo la pandemia del Covid-19 ci ha bloccati ed ha trasferito tutti i nostri impegni nel 2021, visto che al momento i buffet non si possono realizzare per via dell’assembramento vietato dalle norme sanitarie vigenti. La paura del Covid-19 ha reso le persone più sensibili ed attente al tema alimentazione. Abbiamo capito che l’unica paura che resta del futuro è quella di non esserci e che nessun tesoro è più prezioso della vita. La prevenzione è l’arma più forte che abbiamo per attaccare i vari virus e batteri che ci possono colpire, quindi avere un corpo sano e le difese immunitarie alte sono adesso delle priorità. Personalmente, ho utilizzato il tempo della quarantena per studiare, impostare nuove progettualità professionali, stabilire rinnovate connessioni lavorative”. I tuoi servizi dove maggiormente sono richiesti? “Per lo più il mio servizio si è sviluppato nei grandi eventi dove, con la migliore e la più sana frutta del mondo, io e il mio staff veniamo chiamati per allestire maestosi buffet di frutta, per il piacere e l’emozione degli ospiti che vengono portati a seguire un percorso sensoriale ed emozionale unico”. Per descrivere il tuo lavoro in poche parole? “'La frutta come non l’avete mai vista e gustata': eccolo il mio motto, perché non solo con il mio staff ci preoccupiamo della salute dei nostri ospiti scegliendo il miglior prodotto sano possibile, ma ci preoccupiamo di creare in loro forti emozioni sensoriali attraverso le nostre spettacolari scenografie ed allestimenti”. Andrea Lopopolo è nel settore riconosciuto come il guru della frutta per conferimenti acquisiti e dichiarati dai mezzi di comunicazione come stampa e tv, e dalle recensioni che in questi anni ha raccolto. Nei suoi buffet ha utilizzato sempre la migliore frutta, dopo aver fatto selezioni accurate tra le migliori aziende agricole in Italia e nel mondo. Ulteriori info a www.andrealopopolo.com

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attraverso l’informazione si possono aiutare le donne a conoscere maggiormente il fenomeno e rendersi conto della gravità dei comportamenti di uomini violenti”. Ci vuole parlare del suo libro? “Un libro che non ho scritto da solo perché sono stato aiutato dalle storie, dai confronti, dalle chiacchierate che quotidianamente faccio nel mio studio con decine di donne, donne che attraverso i loro silenzi, i loro sguardi, i loro pianti, con grande coraggio e dignità mettono in parola la loro sofferenza. Donne straordinarie che hanno deciso di voltare pagina, nonostante la paura, la fatica e la solitudine, che hanno deciso di alzare la testa e ritrovare il sorriso. Un libro per le donne che insieme a me hanno deciso di dire no alla violenza femminile e che vogliono approfondire il tema della violenza di genere e scoprire quali siano i segnali, i comportamenti, gli atteggiamenti da non sottovalutare all‘interno di una relazione di coppia. Un libro, insomma, per le donne che vogliono aiutare le altre donne a contrastare la violenza di genere”. All’interno di una relazione di coppia quali sono, appunto, i segnali da non dover sottovalutare? “Bisogna partire dai piccoli segnali, quelli insignificanti del tipo se il partner vieta di indossare un determinato capo di abbigliamento o se vuole controllare continuamente il telefono, se vieta di uscire con amici. Un comportamento violento non si manifesta mai improvvisamente, vi sono sempre dei campanelli di allarme”.

Di sicuro lei e il suo lavoro sono di grande aiuto per gli altri, noi cosa potremmo fare per dare una mano a chi vive una situazione di disagio? “La prima cosa da fare ė quella di non colpevolizzare chi sta attraversando un disagio o vive una situazione particolare: per aiutare si deve aprire uno spazio di ascolto e di accoglienza, invitare la persona che sta soffrendo a chiedere aiuto a uno specialista o alle istituzioni preposte”. La società e la scuola che cosa possono fare per le donne? “Da un lato la società potrebbe impegnarsi di più nell’aiutare le donne creando delle reti sociali di integrazione e di sostegno più efficienti ed efficaci. Ai giorni nostri sono ancora pochi gli interventi e le iniziative per sostenerle. Per quanto riguarda le persone dovrebbero aiutare più concretamente le donne senza mettere in atto comportamenti di 'evitamento' o di paura quali girarsi dall’altro lato, far finta di niente o dire non ė un problema che mi interessa. Le donne che stanno attraversando un momento di difficoltà o una situazione di violenza vanno aiutate senza pensarci neanche una volta. La scuola dovrebbe promuovere più iniziative e fare progetti per sensibilizzare e informare sul tema della violenza di genere. Sono ancora poche le scuole che lo trattano. Il primo modo per contrastare è informare, formare e sensibilizzare perché ogni ragazzo deve promuovere la Cultura della non violenza. Sono convinto che nelle scuole ci dovrebbe essere un corso di educazione all’amore”.

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Tanti volti per una Rosa “Dedicandomi alla scrittura ho realizzato il mio sogno” di Roberto Ruggiero

Non è facile dare una definizione di Rosa Gargiulo: “a volte non lo è neanche per me stessa” – ammette. Scrittrice, agente letteraria, opinionista televisiva e radiofonica, direttrice artistica di eventi culturali, animatrice di corsi linguistico/comunicativi. “In un’altra vita sono stata un’insegnante. Poi ho deciso che dovevo provare a realizzare il mio sogno, e dedicarmi completamente alla scrittura”, spiega all’inizio della nostra chiacchierata. Sogno che ha realizzato, con determinazione e ostinato ottimismo. Sei libri pubblicati, due progetti editoriali patrocinati dalla Regione Campania e l’Associazione Giovani Menti, un’agenzia letteraria di cui è diventata Direttrice Editoriale, collaborazioni con librerie – associazioni – enti pubblici, direzione artistica di eventi culturali e spettacoli teatrali, opinionista televisiva su Rai 1 – da Gigi Marzullo per il programma “Milleeunlibro”, collaborazioni radiofoniche e sul web. “Tutto il mio mondo ruota attorno ai libri, alle parole, alla fantasia e alla potenza dei sentimenti”. Quando hai deciso che saresti diventata una scrittrice? In realtà ero abbastanza piccola, avevo sei anni. A Natale mi fu regalato 'Pinocchio', a Capodanno lo avevo già letto tutto. E avevo deciso che 'da grande' avrei scritto anche io delle storie”. Non sei soltanto una scrittrice, ma anche un’agente letteraria. Credi che sia un valore aggiunto, rispetto alla professione? “Credo proprio di sì: conosco i meccanismi della filiera editoriale, prima per averli imparati 'sulla mia pelle', poi perché ho cominciato a studiare per specializzarmi e dare sostegno ai miei colleghi autori”. In questi anni, l’agenzia letteraria Contrappunto House Of Books ha dato supporto a moltissimi autori, esordienti ma non solo: anche autori con un curriculum già avviato si sono avvalsi dei suoi servizi, che vanno dall’editing all’ufficio stampa, dai tour alle fiere. “Nel nostro paese, la vita degli autori esordienti è molto difficile: non soltanto gli editori, ma anche molti agenti letterari e uffici stampa non vogliono occuparsi di loro. Io ritengo che sia un diritto, invece, poter contare su uno staff di professionisti che valorizzi la tua firma, i libri che scrivi, avviandoti a un percorso professionale di scrittura e di promozione. È anche così che un autore cresce e struttura un percorso credibile e di qualità”. Ma Rosa non dice sì a tutti, selezionando gli autori che decide di seguire con molta attenzione. “Perché non bisogna mai speculare sui sogni degli altri”. La sua “mission”, infatti, è prendersi cura dei “sogni di carta” degli autori, con rispetto e attenzione per le persone che si nascondono - o si rivelano - tra le pagine. “Le nostre parole sono come figli. Noi autori abbiamo bisogno di qualcuno che creda in noi e nelle nostre storie, prendendosene cura”.

Rosa Gar giul o ins ie me a S an dra M il o e Cl au dio Gue r rini condutt ore di Rds

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libri

Angela Iantosca “In Trincea per Amore”: Voglio dare voce a chi non ce l’ha di Mara Fux

Giornalista e autrice di saggi a tematica sociale, Angela Iantosca, classe 1978, si sofferma stavolta sull’analisi di chi la tossicodipendenza la vive in quanto parente. Una lettura interessante per chi è genitore e che merita seria attenzione indipendentemente dal rapporto individuale con la problematica di partenza. Quale spunto ha dato origine alla stesura di “In Trincea per Amore”? “Nel 2015 sono entrata per la prima volta nella comunità di San Patrignano per realizzare un servizio per La Vita in Diretta trasmissione della quale ero inviata. Entrando lì, ho sentito l’urgenza di raccontare le storie di quei ragazzi, i drammi, le vicende, le ragioni che li hanno spinti verso la droga, ma soprattutto la scelta di tornare a vivere. Dalla raccolta delle loro testimonianze è nato 'Una sottile linea bianca – Dalle piazze di spaccio alla comunità di San Patrignano' (Perrone, 2018). Un saggio inchiesta che poi da settembre 2018 ho trasformato in monologhi teatrali che porto in scena con i ragazzi della comunità, all’interno del We Free, progetto di prevenzione alle tossicodipendenze della comunità che si trova a Rimini. Ebbene ad ogni rappresentazione e ad ogni presentazione del libro in questi anni sono stata raggiunta da qualche familiare di ragazzo tossicodipendente che mi ha detto: 'Parla di noi'. Una richiesta forte che ho deciso di assecondare quando un papà tra le lacrime mi ha detto: 'Ho fatto cose che un padre non dovrebbe mai fare'. È così che è nato questo nuovo viaggio attraverso l’Italia e attraverso le associazioni di genitori che lottano contro la droga, per raccontare la tossicodi-

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pendenza dal punto di vista di un padre, di una madre, di un nonno, di un fratello o di uno zio… Non solo: anche, anzi soprattutto, per dare punti di riferimento a chi si trova a fare i conti con questo dramma, per far comprendere che dall’inferno delle droghe si può uscire, ma è necessario chiedere aiuto e sapere che esiste una rete di persone pronta a tendere una mano”. Guardare il dolore negli occhi di chi racconta lascia inevitabilmente un segno: qualcosa in te è cambiato? “Ogni incontro ti cambia, ti attraversa, ti pone di fronte a uno specchio, ti spinge a guardare te stesso in profondità, ti fa riflettere sulle scelte fatte. Non esistono frasi fatte o di circostanza quando parli con chi ha sofferto o soffre, con chi ha un figlio sempre in bilico. E non esistono neanche quando poi racconti le loro storie, le ripercorri e le restituisci con delicatezza. Tutto ciò ti porta inevitabilmente a vivere fino in fondo questo che non riesco a definire mestiere. E ti porta a cambiare o a potenziare ancora di più alcune caratteristiche, a dare il giusto peso alle cose, a comprendere che la felicità è nella semplicità, nelle cose più piccole, che sono quelle a dover essere protette. Ma soprattutto ti spinge sempre più verso la verità. Quando parli con un ragazzo che ha fatto di tutto per la droga - ha mentito, ha fatto del male a sé e alla famiglia, ha spacciato,


si è prostituito - e che poi ha deciso di riprendersi la vita, ti trovi di fronte una persona che ha avuto il coraggio di dirsi la verità - per quanto dura essa sia - di affrontarla e cambiare la sua esistenza e che per questo anche da chi è di fronte pretende la verità”. La tossicodipendenza è un male sociale più vicino a ciascuno di noi di quanto si pensi. Hai avuto esperienza diretta con persone precipitate in questo incubo? “Dal 2015 frequento la comunità di San Patrignano, ma anche altre comunità sparse sul territorio nazionale. Non solo, per scrivere, sono stata nelle piazze di spaccio e ho avuto modo di parlare con consumatori e spacciatori. Oltre a frequentare moltissime scuole d’Italia dove, secondo i dati ufficiali, circa il 34% fa uso di sostanze stupefacenti. Ciò che emerge è che la droga è democratica e trasversale, riguarda tutti. Non si ferma di fronte ai titoli di studio o al portafogli, interessa le periferie e il centro delle città. Ed è molto più capillare di quanto si pensi o di quanto si faccia finta di pensare. Anche se, purtroppo, se ne parla poco o si preferisce affrontare la questione solo nei termini di legalizzazione sì o no. Credo che il tema sia molto più complesso, perché ci si dimentica una cosa in ogni dibattito pseudo-politico o partitico: stiamo parlando della vita delle persone. Non del Pil. Stiamo parlando di sostanze sintetiche sempre più diffuse, di Nuove sostanze psicoattive i cui effetti sono ignoti, di fiumi di cocaina che rendono l’Italia la prima in Europa per consumi, di ragazzini precoci che già ad 11-12 anni usano droghe pesanti...”. Nel tuo libro si amalgamano sapientemente la cronaca delle vicende dei “tossici”, l’incubo dei loro parenti, il conforto di chi opera nelle associazioni di riferimento. Su quali basi hai effettuato la selezione dei contenuti raccolti? “Ho contattato le diverse associazioni sparse sul territorio nazionale, molte delle quali già conosciute nel corso degli anni precedenti. Ho parlato con i responsabili, ho assistito alle riunioni settimanali per mesi, ho parlato con i genitori e con chi era disponibile ho fatto lunghe chiacchierate, selezionando le storie in base al territorio, al tipo di racconto. Così come ho fatto per 'Una sottile linea bianca', anche per 'In Trincea per Amore' ho voluto far emergere la trasversalità del problema: la droga può nascondersi in famiglie modello, in famiglie con disagi economici o in fase di separazione. Perché come dicevo riguarda tutti”. “Bambini a metà”, Onora la madre”, “Voce del verbo corrompere”, “Una sottile linea bianca” sono alcuni ti-

toli dei tuoi testi più recenti cui denominatore comune è la chiave giornalistica. Mai pensato ad un romanzo? “Il romanzo è sempre lì nel cassetto. L’idea c’è. Devo solo decidere di immergermi in una avventura diversa da quella del saggio. Scrivere un romanzo o un racconto di fantasia significa lasciarsi andare, attraversare una breccia e vedere cosa c’è oltre. Significa abbandonare i punti di riferimento dell’attualità, della cronaca, delle storie degli altri per dar vita a mondi solo miei … Lo farò”. Qual è il tuo personale intento nello scrivere? “Dar voce a chi non ce l’ha. Far emergere ciò che non è visibile. Dare dignità a qualsiasi vicenda umana. Abbattere stereotipi. Provare a far conoscere delle realtà a cui eventualmente anche poter chiedere aiuto. E poi far riflettere e far mettere in discussione chi legge, senza dare risposte, ma prendendo per mano attraverso le vite narrate. Mi piace portare allo scoperto ciò che al buio rischia di incancrenirsi: le ferite, invece, possono essere grandi occasioni”. L’opera di scrittura che ben conosciamo marcia pari passo con il ruolo di direttrice del magazine di Acqua&Sapone: come riesci a dividere il tempo concedendoti anche spazi per te stessa? “Mi riconosco una certa capacità organizzativa. La mia vita è piena di impegni, progetti, incontri, ma non rinuncio ai viaggi (a capodanno sono stata in Nepal, per esempio!), agli amici, alla mia famiglia, a spazio e tempo per me ed anche ad un filmetto visto stesa in relax sul divano, mentre fuori le cicale con il loro frinire mi ricordano che è estate”. Stai lavorando a un nuovo tema? “Sto lavorando a qualcosa di nuovo che uscirà nel 2021, ma ti anticipo che a fine ottobre uscirà un nuovo lavoro che ho ultimato durante il lockdown: qualcosa di inaspettato, ma che mi rende estremamente felice! Un sogno che coltivavo da anni e che finalmente prende corpo! I mesi di chiusura forzata a casa sono stati fondamentali per questo nuovo lavoro perché avevo bisogno di staccarmi dal mondo e vivere in una bolla sospesa… sei curiosa, eh?”. Appuntamenti in programma cui i nostri lettori possono partecipare? “Sono appena rientrata dalla prima edizione del Festival Lucca Città di Carta a fine agosto. A Caltanissetta lunedì 28 settembre. In via di definizione date per Caserta, Roma, Catania, Cosenza, Treviso, Rimini, Pescara, Teramo, Napoli. Tutti appuntamenti che sono stati rimandati causa Covid. Insomma, un po’ di pazienza e recupero tutto!”.

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libri

Francesca Di Martino Leggere è un’avventura a colori

di Francesca Ghezzani

Intervistare Francesca Di Martino, a capo della casa editrice indipendente Edizioni Piuma, vuol dire immergersi in un mondo rilassante, più pacato rispetto alle dinamiche degli adulti, ma intriso di significati, come lo è del resto il “momento lettura” che possiamo condividere con bambini e ragazzi. Prima di parlare dell’ultima uscita di Edizioni Piuma, ci sveli perché la tua casa editrice vuole essere una realtà imprenditoriale 4.0? “Edizioni Piuma è una piccola casa editrice indipendente che ha voglia di crescere nel mercato editoriale sia cartaceo che digitale, ma ovviamente non è una cosa semplice. Prima di tutto stiamo affrontando un periodo di cambiamenti epocali che, se da una parte mettono in crisi, dall’altra offrono interessanti riflessioni su come porsi con i lettori. Edizioni Piuma si rivolge a un pubblico di bambini e ragazzi, ma non per questo meno esigenti. Infatti, nel nostro catalogo si possono trovare libri stampati, ebook e un particolare formato in Book App, cioè sono storie interattive per dare spunti creativi su come apprendere lo storytelling”. Quale percorso ha fatto fin qui e quale piano editoriale è in cantiere? “È passato più di un anno da quando ho preso in mano il timone di Edizioni Piuma, un anno difficile con la battuta di arresto del Covid19 che ha rallentato la nostra crescita, ma cerco di resistere. Guardo e imparo ogni giorno cose nuove da fare per essere un bravo e serio editore. Tempo, ci vuole tempo! Me lo ripeto ogni giorno ed è così che lavoro a quello che vorrei fosse pubblicato nel prossimo piano editoriale. Non pubblico molti titoli all’anno, ma li scelgo con cura, con una dannata cura, e spero si percepisca. Semplicemente sto puntando a fare cose belle, perché le buone storie sono quelle che non si dimenticano tanto facilmente. In autunno avrò il piacere di pubblicare: 'Alice nel paese delle meraviglie', illustrato da Enzo Venezia, l’artista palermitano che seguiamo già da qualche anno. Sarà un’espulsione di colori e la storia è stata riscritta interamente in rima per continuare il percorso della collana 'Favole all’avanguardia'. Poi ci sarà 'Il disegnatore di nuvole' di Giorgia Simoncelli che apre la nuova collana 'I Codici' dedicata ai mondi alternativi, per avvicinare il genere Distopico ai lettori dai dieci anni in su”. Arriviamo, appunto, all’ultima uscita: “Il pesce e l’uccel-

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lino”, un albo illustrato della scrittrice vietnamita Kim Thùy che trasuda grazia e poesia. Come ti sei avvicinata all’autrice? “L’albo 'Il pesce e l’uccellino' è stato amore a prima vista. Quando sono stata alla fiera di Francoforte, lo scorso anno, ho avuto la fortuna di prendere per le mani questo bellissimo libro e non ci ho pensato due volte a portarlo in Italia. Kim Thùy è una scrittrice nata in Vietnam, con la sua famiglia ha dovuto abbandonare la sua terra per via dei disagi dovuti alla terribile guerra conclusasi negli anni Settanta. Kim Thùy si è trasferita in Canada dove ha ricostruito la sua vita facendo tanti mestieri. Ha pubblicato due romanzi per adulti già arrivati in Italia, ma 'Il pesce e l’uccellino' è il suo primo libro per bambini. Purtroppo non ho mai avuto il piacere d’incontrarla fisicamente, ma spero un giorno di poterle stringere la mano”. Prendere tra le mani questo libro che significato ha? “'Il pesce e l’uccellino' trasuda poesia non solo per la delicatezza del testo ma anche per i raffinati acquerelli di Rogé, bravissimo illustratore. La storia racconta di un uccellino color del sole chiuso in gabbia che fa amicizia con un pesciolino rosso che, invece, nuota nella sua piccola boccia. Il desiderio di conoscersi spinge i protagonisti a superare le proprie diversità per far sbocciare un nuovo sentimento di amore e libertà”. Quali sono i suoi punti di forza? “È un libro che può essere letto sia a bambini piccoli che a fasce più grandi, perché possiede un linguaggio universale in cui ognuno può trovare dei significati propri”. Non possiamo poi certo dimenticare le illustrazioni di Rogé di cui hai accennato, un ulteriore valore aggiunto. “Come dicevo prima, le illustrazioni di Rogé sono degli acquerelli che portano con sé tutta la forza del colore che si perde nell’acqua. Le forme semplici incantano per la loro leggerezza che non può non essere evocativa e mai didascalica”.




Klumia Graphics è il progetto creato da Claudia Loi per seguire aziende, studi professionali, artisti, agenzie di stampa, per valorizzare e identificare in maniera immediata ed efficace la “mission” di ciascuno. Un concetto che nel corso degli anni si è trasformato, evolvendo. Il brand Klumia coniuga il talento artistico di Claudia all’idea di “luce, illuminazione, idea”. Qual è la vision del tuo progetto? “Amo migliorare l’aspetto grafico di un’azienda, o la 'veste' di un artista o di un ufficio di comunicazione. Mi piacerebbe, un giorno, poter lavorare con persone che condividano la mia stessa passione e l’intensità nel lavoro. Ci sono giorni in cui resto seduta al pc anche 14 -15 ore. Vorrei arrivare a coordinare un team e organizzare corsi in cui insegnare l’importanza di un prodotto grafico”. Quanto è importante la progettazione grafica di un brand? “Che sia un piccolo negozio, un webshop o una grande azienda, avere un logo fatto bene è una cosa importantissima. Bisogna capire che rappresenta noi stessi e la nostra attività. È un po’ come vedere uno chef trasandato e sporco: difficilmente andremo a mangiare nel suo ristorante”. Come ti approcci al cliente? “Lavorando da remoto, difficilmente conosco di persona i miei clienti. Bisogna essere empatici, molto pazienti, e mettersi anche nei panni di chi non si è mai imbattuto in un professionista a distanza. Cerco di capire chi sono i miei clienti, cosa immaginano, li faccio parlare provando a tirare fuori l’anima della loro attività. Provo sempre a coinvolgerli nel progetto. Io sono la creativa che svilupperà quello che hanno in mente. Bisogna essere anche un po’ psicologi per raggiungere l’obiettivo”. Quali sono le caratteristiche fondamentali per la creazione e promozione di un brand? “Io dico sempre: pulito, minimale, efficace e coerente. La mia grafica è molto 'pulita', non amo troppi colori, a meno che non ci sia un motivo specifico. Avere un’immagine coordinata è fondamentale: rende riconoscibili e crea l’identità. Dai biglietti da visita al sito web, dalla pagina social ai manifesti, il brand deve essere promosso in maniera coerente, immediata, univoca. E dev’essere curato da un professionista che sappia quali sono i passi più giusti da fare”. Cosa consiglieresti a chi non ha ancora un progetto grafico per il proprio brand? “Come si può aprire un’attività e non avere un logo? Sei senza identità. Consiglio di partire sempre da un logo, creato da un professionista, e usarlo per tutto il materiale promozionale e di comunicazione”. Cosa volevi fare "da grande"? Questo è il lavoro che desideravi? “Come tutti i bimbi, avrò cambiato mille volte idea: volevo fare la cantante, la ballerina hiphop, l’artista, poi avrei voluto lavorare con i delfini, fare la pilota di macchine o moto, l’insegnante di fitness e nuoto. Ho portato avanti tre percorsi: l’arte, lo spot, la tecnologia. L’arte e la tecnologia più o meno sono state riunite nella grafica. Per quanto riguarda lo sport, sono istruttrice di nuoto, anche se purtroppo esercito poco. Continuo a voler fare cose nuove, diverse, e migliorare sempre di più”. I tuoi prossimi obiettivi? “Non lo so! Mi succedono talmente tante cose. Non ho mai amato programmare perché, purtroppo o per fortuna, la vita si diverte a scombinarti tutto. A grandi linee so che non voglio fermarmi qui”.

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spettacolo

Re.Te. Festival

Il progetto che ha placato la voglia di teatro di Mara Fux

Sono state oltre 4000 le mani degli spettatori che coi loro applausi, si sono fermamente opposte all’avanzata del Covid assistendo quotidianamente per tutta l’estate agli spettacoli proposti dalla neonata rassegna “REsistenza TEatro” ideata da Marco Fiorini e Gabriele Mazzucco nel cuore dell’Eur a Roma. Un’impresa coraggiosa, considerati i grandi interrogativi del periodo storico, premiata da repliche di piéces costrette a bissare sull’onda dell’ “a grande richiesta”. Posti distanziati e obbligo di mascherine non hanno per nulla intimorito il pubblico che ordinatamente e nel rispetto assoluto delle regole anti covid si è disposto in una platea assetata di cultura, novità e, perché no, voglia di divertimento. “Al debutto del primo spettacolo - dice con certo entusiasmo Marco Fiorini -ci siamo guardati in faccia chiedendoci quasi se tutte quelle persone che volevano acquistare il biglietto d’ingresso avessero sbagliato location e invece no: venivano proprio ad assistere al RE.TE. Festival e non ci hanno mai mollato. Sommando il pubblico delle rappresentazioni, considerato che il giardino della Villa privata che abbiamo affittato permetteva una platea di soli 100 posti, abbiamo registrato oltre duemila presenze di spettatori, un risultato assolutamente soddisfacente che ha permesso a tante compagnie di lavorare in un momento davvero critico per tutti i lavoratori dello spettacolo. Li abbiamo accolti disponendoli a dovuta distanza, facendo attenzione che avessero mascherine e che mantenessero il proprio posto evitando assembramenti ingiustificati. Tutti gli spettacoli sono andati benissimo, per accontentare la richiesta abbiamo dovuto chiedere ad alcune compagnie di aggiungere una data come nel caso de “La storia di mezzo”, del mio 'Ciancicagnocchi' o di 'Come il cane di Syd Barret' e proprio questo successo ci ha fatto decidere di proseguire, tempo permettendo, fino alla prima settimana di ottobre. Che cosa andrà in scena? Certamente molte delle compagnie che hanno già partecipato ma anche tante novità: potrete seguire il nuovo cartellone sulla nostra pagina Facebook o chiamando il numero 349 6766446. Una cosa è certa: il Teatro è vivo!

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spettacolo Marco Morandi e Claudia Campag nol a - © Fot o di Val erio Faccin i

E...state al Wood

Novità e cultura al Parco Avventura di Fregene di Mara Fux

Con il beneplacito di un pubblico prudente ma sempre numeroso, si è chiusa la seconda ediz i o n e d i “ E … S TAT E A L W O O D ” , r a s s e g n a d i spettacoli organizzata dalla Associazione Culturale Rondini capitanata dall’attrice Claudia C a m p a g n o l a e d a l P a r c o Av v e n t u r a d i F r e g e n e che, nella splendida pineta della ben nota località marina tanto amata dai romani, in un periodo cosi complesso e delicato, hanno donato a turisti occasionali e villeggianti la possibilità di trascorrere qualche ora di spensieratezza nel pieno rispetto delle regole anti-covid. I cinque appuntamenti di musica e teatro del cartellone 2020 hanno tutti appagato le aspettative del pubblico, a cominciare dall’anteprima nazionale di “Chiamatemi Mimì”, speciale omaggio a Mia Martini scritto da Paolo Logli, raccontato e interpretato da Claudia Campagnola e per la prima volta coraggiosamente can-

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Robe rta Albanes i


tato dalla voce maschile di Marco Morandi, spettacolo che “se tutto andrà bene come ci si augura”, godrà certamente dello stesso riscontro nel corso della stagione invernale nei teatri delle maggiori piazze italiane. Stesso plauso e interesse hanno riscontrato l’emozionante viaggio tra gli astri della musica italiana proposto da Andrea Perozzi e Laura D’Angelo nel “Cantastelle” e il recital “Così è la vita” proposto da Roberta Albanesi, coautrice assieme a Bruno Stanzione e Angelo di Palma di un testo che consacra il suo decennale sodalizio con Il Puff di Lando Fiorini. “Domani si recital”, il brillante testo in cui un cantante, Marco Morandi, e un’attrice, Claudia Campagnola, raccontano in chiave ironica la preparazione di un imminente debutto, ha svelato riti e fisime dei protagonisti del palcoscenico riscuotendo giuste risate senza trascurare qualche minuto di piccola riflessione mentre l’acclamatissimo ritorno dei Favete Linguis nei migliori sketch del loro repertorio fa sperare in molti un prossimo ritorno su palco di Stefano Fresi, Antonio Fornari ed Emanuela Fresi. “Considerando le difficoltà logistiche imposte dalle normative - ci ha detto la capitana Claudia Campagnola - è andata sopra ogni aspettativa: pur di garantire al Parco Avventura la nuova edizione di E...State al Wood eravamo anche disposti a rimetterci di tasca nostra qualche solderello ma per fortuna le presenze ci

hanno permesso di pagare tutto e tutti, dal service agli artisti. Lo dico perché ovviamente per garantire il distanziamento, abbiamo dovuto ridurre i posti da 180 a 130 e non abbiamo potuto usufruire del sostegno di sponsor che nelle rassegne estive sono importante linfa per la copertura delle spese. Non nascondo che, in un territorio difficile come quello di Fregene composto unicamente da stabilimenti balneari e scarno di luoghi di raduno perché costituito per lo più da unità abitative private, qualche timore lo abbiamo avuto perché la paura del contagio si avverte ovunque; tuttavia anche questa edizione è stata un successo e non posso che augurare a tutti noi di superare presto questo terribile momento per tornare, la prossima estate, a far rivivere la pineta di Fregene con le luci dei nostri spettacoli”.

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eventi

Lady 50 La festa dei cinquant’anni di Lisa Bernardini

Organizzati dalla N&M Management, lo scorso 20 luglio nell'Urbe presso l'Oppio Caffè con vista Colosseo si sono svolti i festeggiamenti ad invito del cinquantesimo compleanno della PR evorganizzatrice di eventi Lisa Bernardini, toscana di nascita ma romana d'adozione, Presidente dell'Occhio dell'Arte APS ed attiva giornalista culturale. "Mi sono emozionata; questa festa meravigliosa mi è stata regalata dalla mia famiglia. Il mezzo secolo di vita è un traguardo importante, ed è forse il tempo giusto per fare bilanci", ha dichiarato a fine serata la protagonista, radiosa in un lungo e luccicante abito azzurro cangiante, tra glitter e brillantini color argento. "Il mio secondo tempo si inaugura con entusiasmo, voglia di serenità, fiducia nelle sorprese della vita. Grazie a tutti coloro che hanno avuto un pensiero per me" - ha concluso con un sorriso davvero luminoso. Tr a le note del compianto Ennio Morricone che sono riecheggiate nell'aria - in onore al grande genio della musica del ‘900 recentemente scomparso - ha avuto luogo un evento elegante e raffinato, per pochi selezionatissimi invitati, e celebrato appunto all'insegna della Cultura, tra affetti privati ed ospiti di Cinema e di Musica d'Autore, rispettando le norme anticovid. In prima fila all' happening si sono riconosciuti importanti esponenti dell'Associazione Compositori Musica per Film (ACMF), per la quale Morricone è stato Presidente onorario fino alla fine; trattasi di una prestigiosa realtà culturale, seppur giovane, con sede a Roma e che annovera come soci, tra Premi David di Donatello, Nastri d'Argento, Globi d'Oro o Premi Oscar, le più prestigiose eccellenze nostrane nel mondo delle colonne sonore. Accompagnati dal capofila Pivio, Presidente ACMF in carica (insieme ad Aldo De Scalzi, Pivio ha dato vita ad un lungo sodalizio artistico nel campo della musica per film a partire dalla colonna sonora del 1997 di Hamam – Il bagno turco, film diretto da Ferzan

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Özpetek) hanno presenziato, facenti parte del direttivo di questa Associazione, alcuni nomi dal prestigio internazionale come Stefano Mainetti (pluripremiato compositore e direttore d'orchestra, attualmente anche Docente di Composizione per la Musica Applicata alle Immagini presso il Conservatorio di Santa Cecilia di Roma; suo il progetto di Rendering Revolution, menzione d’onore dal medesimo Conservatorio per la valenza scientifica e artistica), Alessandro Molinari (tra i suoi tanti successi, ricordiamo la colonna sonora della serie tv "Il commissario Rex"), Fabrizio Fornaci (compositore eclettico e di riconosciuta esperienza per oltre un centinaio tra film, cortometraggi e documentari sia per il cinema che per la tv), Stefano Reali (che ricordiamo essere stato anche assistente alla regia di Sergio Leone in “C'era una Volta in America”, firmatario di grandi successi di pubblico sia al cinema che in tv; uno per tutti, record di ascolti televisivi, il film tv Ultimo, da lui scritto e diretto ed interpretato tra gli altri da Raoul Bova, Ricky Memphis e Giorgio Tirabassi, con musiche di Andrea ed Ennio Morricone). Lino Patruno, tra gli indiscussi nomi del jazz mondiale,

è giunto all'evento accompagnato dall'amico doppiatore e regista documentari Unesco Giovanni Brusatori, al tavolo dei quali si è aggiunto sul tardi l' attore Edoardo Siravo. E poi ancora, tra gli invitati: Claudio Simonetti, fondatore del gruppo progressive rock Goblin, conoscenza di vecchia data della festeggiata, noto per aver composto in primis molte colonne sonore di pellicole italiane e americane, tra cui i film di Dario Argento “Profondo Rosso”, “Suspiria”, “Phenomena”, “Opera”, “Non ho sonno”, “Il cartaio”, “La terza madre”, “Dracula 3D”. All'evento molti altri i figli d'arte presenti, provenienti da grandi Famiglie di Cinema italiano: Eleonora Vallone, Marco Tullio Barboni (sceneggiatore e scrittore, figlio del mitico E.B. Clucher inventore del filone dei fagioli western e di quell'indimenticabile cult movie - per citarne uno - che compie anch'esso 50 anni proprio quest'anno: “Lo chiamavano Trinità”, con protagonista la mitica coppia Bud Spencer/Terence Hill), la produttrice Carlotta Bolognini (figlia di Manolo, nipote di Mauro).

Reduce dal successo televisivo Rai 1 “Vivi e lascia vivere”, tra le selezionate amicizie femminili invitate, ha presenziato al compleanno l'attrice Emma Quartullo, legata alla festeggiata dalla comune passione per la Fotografia. Figlia di due attori (mamma Elena Sofia Ricci, papà Pino Quartullo), Emma Quartullo è anche nipote di una famosissima scenografa (Elena Ricci Poccetto). Dal mondo del giornalismo hanno presenziato alcuni colleghi di Lady50; il più vippissimo, al centro di foto e curiosità, è stato certamente Michele Cucuzza, fresco dell'esperienza nella Casa più spiata d'Italia (quella del Grande Fratello Vip), attualmente in giro con il tour letterario del suo ultimo libro e che è tornato appositamente nella Capitale per festeggiare dal vivo una delle sue più care amiche. Tanti gli applausi e gli auguri cantati a più riprese durante la serata; a guidare i cori, il presentatore Anthony Peth, a cui non poteva non unirsi la cantante Francesca Alotta; sorridente e divertito il truccatore dei Vip Gennaro Marchese, accompagnato da Paola Stramazzi, capo cerimoniere eventi Rai al prossimo festival del Cinema di Venezia. Scambio di battute anche tra l'imprenditrice Damiana Fiorentini e gli altri ospiti, tra cui la produttrice Maria Raffaella Napolitano e l' editorialista Giò Di Giorgio. Da ambienti più specificamente accademici, hanno presenziato il sociologo Fulvio Pellegrini, il fisico nucleare Sergio Bartalucci, Luca Filipponi patron del Menotti Art Festival. Una appetitosa torta alla frutta con sopra l'immagine della

festeggiata ha concluso il party, tra mascherine, bollicine ed aperitivi per ogni gusto. Divertente il momento dello scarto dei regali, e immancabili al taglio del dolce marito, figlio e le amiche del cuore di una vita. A turno, tutti gli ospiti per le foto dir rito. Un cadeau ricordo, infine, per gli invitatl da parte della neo-cinquantenne. E la notte? Si è fatta piccola velocemente: ancora tanti auguri!

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tempo libero S usann a Me ss ag gio

Sorriso:

il vocabolario della felicità di Roberto Ruggiero

Nell’acronimo della parola Sorriso il vocabolario psicologico per la felicità nell’estate 2020

Sus anna M ess ag g io e Paol o M ol in ari

S come sole. Il sole ci rende più felici e sani.Esponendosi al sole facciamo un pieno di vitamina D, utile a rafforzare il sistema immunitario e tenerci lontani dalle malattie ma soprattutto, l’esposizione al sole permette di rilassarsi e aiuta la libido, fattori tutt’altro che trascurabili per stare bene. O come Oasi. Il lockdown ha interrotto ogni trama. Abbiamo necessità di ricrearci un’oasi di benessere per ritemprare mente, pensieri e progetti. R

come rigenerazione e ricchezza interiore. Coltivare la propria anima rende più sereni e rilassati. Durante l’estate si fanno anche “ bilanci personalizzati o soggettivi” su come migliorare ed affrontare l’inverno. I famosi buoni propositi ( andare in palestra, farsi qualche trattamento, frequentare chi ti fa stare bene, studiare per un progetto ecc...). Lavoro, emozioni, affetti in questi mesi tutto è stato sottoposto a revisione. Abbiamo provato emozioni discordanti e alienanti. Ora è il tempo di archiviare la paura, sanare le ferite e rigenerare ogni scintilla di vita e positività.

R come Riposo e relax: componenti essenziali nella vita dell’individuo moderno; fedeli alleati nella strenua lotta contro il nemico giurato del secolo moderno: lo stress. 54


Da sinis tra: Paolo Mo linari, Elisa S te fanati Ps icot erape ut a Gior nalist a, Su sanna M es sag gio, Robert o R ug gier o Pr es s Of f ice

I come Isola ma anche I come Ischia “Più grande è l’isola della conoscenza, piu esteso è il litorale della meraviglia”. Quando si sbarca su un’isola, si vive sempre la sensazione magica della perdita dei confini e di sé. Abbiamo bisogno di stupore e meraviglia, e le isole sono ricche di segreti e poesia.

Sus anna M es sag gio e Anto nio I mpagliazzo, proprie tario So r ris o Res ort Is chia

S come serotonina.L’ormone del buonumore. E assieme alla melatonina, altro ormone che aiuta la serenità permette di regolarizzare il ciclo sonno-veglia a tutto vantaggio di un buon riposo e dunque di una minore irritabilità e stanchezza. O come onda. I benefici delle carezze del mare, il rumore della risacca di notte, e la talassoterapia in generale è il trattamento che si è rivelato spesso molto utile per combattere malattie respiratorie, problemi alle ossa, alla pelle (dermatiti varie) e cellulite. Particolarmente indicato anche a chi soffre di depressione.

Da de stra: Sus anna Mes sag gio, Nel lo Impagl iazz o pr oprie tario "Sor riso Re so rt I schia (Forio), El is a St ef an at i

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