GP Magazine settembre 2021

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quotidiano Metro e autrice de “Il Demone del Grasso”, e Sara Carnevale, dietista che ha scritto “Tutto il peso di una caloria”. Le loro esperienze hanno fatto da volano ad uno show cooking “light” che ha visto protagonisti i due conduttori, Rosa Gargiulo e Roberto Ruggiero, di siparietti divertenti accompagnati dalle specialità locali del Pastificio Masciarelli, delle Cantine Margiotta e del Carrefour Market. Un momento di riflessione sul corpo femminile è stato fornito anche dall’esibizione di danze orientali di Maria Luisa Casasanta, rappresentante di una cultura che nasce nei luoghi al centro dei terribili scontri di questi giorni. "E’ doveroso un ringraziamento a tutti gli sponsor che, in un momento particolare come quello che stiamo vivendo, hanno scelto di investire nel progetto Pratolalegge e sostenere la cultura", ha sottolineato la Gargiulo in chiusura. “Salvatore e Di Meo, Hotel SantaCroce, Luigi Liberatore, Pastificio Masciarelli, Store Ufficiale Lube Creo Pratola, Trasporti Di Nino, Carrefour Market Pratola Peligna, Villa Letizia, Margiotta e BCC Pratola Peligna. Senza di loro e senza l’aiuto dell’Amministrazione Comunale e della Proloco niente di tutto questo sarebbe stato possibile”. Appuntamento con Pratolalegge per il prossimo Natale. “Eventi come questi vanno curati e tutelati”, ha annunciato il Sindaco Di Nino. “Leggere è importantissimo. Soprattutto quando si è piccoli. Per questo voglio che l’edizione natalizia sia dedicata interamente ai bambini. Bisogna fare di tutto perché si appassionino ai libri. Solo in questo modo saranno degli adulti migliori”.

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cover story Per quelli come noi, che sono cresciuti con la buonanotte o con i programmi per bambini della celebre fatina della tv, rappresenta un pezzo di storia della televisione. Dunque, poter scambiare ricordi e aneddoti con Azzurrina è stata davvero una magia. Non dite che ha lasciato il suo settore, Maria Giovanna è sempre molto attiva e piena di progetti per la Rai. Oggi la sua seconda vita, se così la possiamo definire, si svolge a aria Giovanna Tarvisio dove vive con suo ma- M co n s uo marito Gabriel e rito. Quando ha la possibilità, si precipita a Roma dove è peraltro rimasta la sua vecchia casa e dove ha tanti amici storici e parenti. Non è affatto cambiata, conserva sempre quello sprint e quella giovinezza dentro che l'hanno fatta amare dal pubblico. La sua filosofia? “Ogni giorno è un conto alla rovescia e dobbiamo godercelo”. Toccante il ricordo con l'indimenticabile amica e collega Roberta Giusti. Nulla di pianificato nella sua vita, il successo e l'amore sono arrivati a sorpresa. Maria Giovanna, come sei finita fin lassù tra le montagne di Tarvisio? “Per amore, diciamo. Lui lavora qui”. Come lo hai conosciuto? “In maniera strana del tutto casuale. All'epoca lavoravo per 'Sereno Variabile' e mi trovavo in questi posti appunto per lavoro e per mostrare le bellezze di quelle terre. Una volta finito il servizio, il pulmino della Rai era pronto per riportarci indietro e andare quindi all'aeroporto. Ma c'è stato un guasto e l'autista ha comunicato a me e a tutta la troupe che dovevamo inventarci qualcosa perché non saremmo andati da nessuna parte. Capirai, io ero preoccupatissima in quanto il giorno dopo avrei avuto la trasmissione. Quindi abbiamo chiesto aiuto al sindaco del posto in cui eravamo e con cui avevamo un appuntamento per un brindisi e un saluto. Prontamente sono partite dieci macchine per portarci all'aeroporto. Io sono capitata sulla macchina di Gabriele. Ero seduta dietro e davanti Osvaldo Bevilacqua. Nel frattempo Gabriele in quel 13 dicembre, parlava e ha raccontato delle cose che mi hanno colpita molto che riguardavano un bamby. Avevo la pelle d'oca per il modo che aveva. Lì per lì non avevo fatto caso a come fosse fisicamente. Allora ho guardato lo specchietto retrovisore e quando veniva illuminato ho notato occhi verdi e sopracciglia scure”.

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Cos'è successo per avere un seguito? “Mentre gli altri che ci hanno accompagnato sono andati via, lui è rimasto mentre facevamo il check in. Nel frattempo gli ho chiesto di andare in edicola a prendere il settimanale 'Gente', dove mi avevano dedicato una copertina. Fin qui tutto normale, ma la cosa sorprendente è che il caso volesse che fossi vestita da sposa in quel servizio importante. Una sorta di messaggio, di segnale. In seguito è accaduto che ci siamo incontrati in un grande evento di capodanno, ma solo perché Rosanna Vaudetti aveva bisogno di un cambio turno. Vedi com'era tutto intrecciato? Da quel momento è nata la storia”. Fino a quel momento non pensavi all'amore? “Devo essere sincera, non tanto, in quanto ero molto assorbita dal mio lavoro in tv, guadagnavo e non avevo problemi. Dopo una precedente esperienza, stavo bene da sola. Ripenso a quando mia mamma e la mia cara amica Roberta Giusti, volevano vedermi sposata. Forse sono state loro che dal cielo mi hanno mandato Gabriele”. Ricordiamo Roberta, mi sembra doveroso. “Una solida amicizia. Una persona straordinaria. Ricordo che lei aveva una vita più dura della mia. Era solita darmi consigli riguardo all'abbigliamento e oggi spesso, M aria Giovan na quando sono davanti e l ’indime nticata Rober ta Gius ti allo specchio le faccio domande su come mi sta un capo. All'epoca non c'era la prevenzione di adesso e qualche cura, lei aveva una gran voglia di vivere e ha lottato fino in fondo. Cercava di tenere nascosta la sua malattia. Durante questo periodo Roberta conobbe una suora, la quale mi chiamò su disposizione della stessa Roberta, una volta andata via per sempre. Quando era ancora in vita disse 'Se non ce la faccio, chiamala'. Questo è il vero bene che si vuole ad una persona”.








nismo d’azione è quella della fitotera- (*) Il dottor Antonio Gorini è esperto pia con la particolarità che in omeo- di Nefrologia, Oncologia Integrata, patia si possono usare molti più rimedi Medicina Funzionale di Regolagrazie al fatto che le concentrazioni zione, Low Dose Medicine, Medicina farmacologiche variano dal milli- Integrata, Fitoterapia, Omeopatia e grammo al fentogrammo e oltre. Omotossicologia, Questa variabilità nella concentra- Microimmunoterapia, Ossigeno zione permette di ottenere effetti di- Ozono Terapia, Statistica versi. Questo principio è noto come della Ricerca e Pratica Clinica, ormesi, cioè la variabilità di risposta Agopuntura. E’ docente presso biologica a seconda della dose. Con- l’International Academy cetto molto studiato e ripreso negli of Physiological Regulating Medicine anni 2000 da diversi autori”. Una delle tante critiche rivolte all'omeopatia è che è considerata al pari di acqua zuccherata. Invece cosa c'è all'interno di un prodotto omeopa- gredire velocemente. Per finire di rispondere alla tico? In un certo senso il principio attivo è di- domanda diciamo che nel prodotto omeopatico sono presenti rimedi di origine vegetale, animale luito e dinamizzato, giusto? Che vuol dire? “Un professore universitario toscano, che tanto e minerale. Il rimedio per essere somministrato tempo ha dedicato alla ricerca in omeopatia in può essere messo in gocce idroalcoliche, in granuli un’intervista disse: 'il peggior nemico dell’omeo- o globuli di zucchero, compresse, supposte, spray, patia sono gli omeopati!'. Mi trovo in accordo con creme, ecc. Diluizione sta per concentrazione del lui. Purtroppo, ancora oggi, vi sono molti medici prodotto e dinamizzazione è un concetto innovache parlano di omeopatia rimanendo legati in tivo per l’800, ma oggi compreso meglio grazie maniera talebana al linguaggio ottocentesco del alla biofisica come quel meccanismo che potenzia fondatore della medicina omeopatica. Questo lin- l’azione del rimedio grazie all’energia cinetica. guaggio 'antico' e la mancanza di volontà di pro- Chiaramente la mia spiegazione scandalizzerà i tavare a spiegare in chiave moderna i concetti di lebani dell’omeopatia, ma credo che sia indispenquesto approccio medico rendono facile la critica sabile rinnovare il linguaggio, rendendolo fruibile da parte del mondo scientifico moderno occiden- all’uomo del terzo millennio, senza mancare di ritale. Nonostante tutto, l’unico appiglio di critica si spetto alle origini”. fa proprio sul fatto che secondo alcuni nel rimedio Perché nella stragrande maggioranza delle omeopatico (spesso sotto forma di granulo di zuc- confezioni è riportata la dicitura "senza inchero) non vi sia molecola alcuna. Questo nella dicazioni terapeutiche approvate"? maggior parte dei casi non è vero, poiché nella “La normativa italiana prevede ciò perché il propratica medica la maggior parte dei prodotti uti- cesso di registrazione per indicazioni specifiche è lizzati hanno dosi misurabili di molecole terapeu- proprio dei farmaci chimici, le cui aziende produttiche naturali. L’osservatore e lo strumento che trici investono milioni di euro per gli studi di regiesso usa per “vedere” modifica la realtà. Se sono strazione. Le industrie di rimedi omeopatici mai miope vedrò bene e descriverò con attenzione avrebbero i fondi per questi studi. Inoltre, la metutto ciò che è piccolo e vicino a me, ma se metto dicina omeopatica è fortemente personalizzata e degli occhiali scoprirò che esiste un mondo a di- quindi sfugge alla logica degli studi con grandi stanza e con grandezze diverse. La tecnologia di gruppi omogenei di pazienti. In ogni caso sono oggi permette sempre più di 'vedere' anche gran- considerati 'medicinali' e la diagnosi e terapia dezze subatomiche e nuove unità di misura deve essere fatta esclusivamente da medici”. stanno emergendo. In questo il ruolo della biofi- In quali ambiti può essere applicata? sica è sempre più rilevante. Grazie ad essa riu- “L’omeopatia può essere applicata in ogni ambito sciamo a misurare la presenza di molecole (o la di cura. Nel momento in cui una persona lamenta loro traccia biofisica) anche quando gli strumenti un disturbo, l’individuo con le 'sue' peculiarità biodi rilevamento 'chimici' non ne hanno la sensibi- logiche e il 'suo' specifico malessere verranno presi lità. Chiaramente per fare ciò è necessario inve- in considerazione per la diagnosi e terapia. Può stire in ricerca complessa e costosa, pertanto, essere un malessere emozionale, psicologico, funsenza contributi pubblici non è molto facile pro- zionale, traumatico, ecc. In ogni caso la medicina

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voglio vedere in maniera assolutamente positiva, la pandemia mi ha permesso di riflettere e di arricchirmi perché mi ha concesso di studiare per superare dei limiti, per me è 'una sfida' perché a mio avviso la 'moda è Arte' e l'Arte come si dice salverà il mondo!”. La tua passione e il tuo talento continueranno ad ardere sempre di più, sei un vulcano di idee. Hai nel cassetto un sogno da realizzare, ad esempio una sfilata, che per te insomma possa essere il culmine della tua carriera o soddisfazione personale? “Ho tantissimi sogni nel cassetto, sono un'artista che non molla perché per me la vita è regalare sogni e riceverne i frutti. E parlando prima appunto di 'sfida', il mio più grande sogno sarebbe quello di vestire un concorso che abbracci tutte le culture e religioni del mondo soprattutto dopo un momento come questo”.

e in eventi importantissimi. Ce n'è stato qualcuno che ti è rimasto nel cuore? “Dopo tanti sacrifici, il mio sogno si è avverato, sono stata chiamata per partecipare ad Alta Roma. Mi sentivo alle stelle, per uno stilista è il massimo. Stavo sognando perché lì veramente ho capito di avere talento e l'emozione di vedere la tua collezione e ogni singolo abito fatto con sacrificio accolti con applausi scroscianti non ha prezzo!”. Quando vedi una persona capisci da sola quello che vorresti illuminassero il suo corpo e il suo volto tramite un tuo abito o essere un po' guidata? “Quando vedo una persona la mia mente e la mia fantasia, già sanno come rappresentare quell'anima con un abito. Ne comprendo i colori, lo stile e trovo riscontro quando poi la persona dal mio schizzo iniziale rimane commossa insieme a me per il risultato ottenuto, non ci sono parole per descrivere questa splendida sensazione, un vero percorso emozionale”. Il tuo talento ti porterà sempre più lontana e proprio in Italia hai trovato il tuo terreno. Hai vestito tante celebrità e tante ne vestirai. come vedi il futuro della moda, ma soprattutto, cos'è per te la moda? “Il futuro della moda, con tutta la grinta che ho, lo

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La poetessa e scrittrice Rita Pacilio esordisce nella narrativa con il romanzo “Cosa rimane”, pubblicato con Augh Edizioni per la collana Frecce.Tradotta nel corso della sua carriera letteraria in greco, romeno, francese, arabo, inglese, spagnolo, catalano, georgiano e napoletano, con questa storia ambientata tra il Nord e il Sud dell’Italia negli ultimi anni Duemila, ma con rimandi storici che vanno dagli anni Cinquanta ai Novanta, l’autrice attraverso la protagonista Lorena e i personaggi collaterali affronta tematiche fondamentali quali l’inclusione, la diversità e l’incontro virtuale, toccando sentimenti forti in cui riconosciamo nitidamente l’amore, la rinuncia, la paura, l’umiliazione, la vergogna e la privazione. Rita, sapevi già da tempo che un giorno saresti approdata alla narrativa? “In effetti, avendo sempre cercato un linguaggio critico capace di riflettere sulla realtà per svelare l’invisibile e l’indicibile, posso affermare che da molto sapevo di camminare verso molteplici espressioni linguistiche arrivando anche alla prosa. Infatti, lavorare con la parola poetica significa fare esperienze di incontri con luoghi interiori e personaggi, mettendosi continuamente in discussione. Dunque, con la pubblicazione del mio romanzo, ho fatto scelte, sin da subito, che appartengono a scenari più ampi come sguardo rivolto verso confini da esplorare e reinventare”. Il romanzo come possibilità di narrazione, di esperienza e di sentimenti. Cosa rappresenta per te “Cosa rimane”? “'Cosa rimane' è una miscela di sentimenti umani pregni di autenticità del quotidiano, quasi una presa diretta, da cui nascono continue sovrapposizioni di idee e riflessioni, emozioni e testimonianze dell’esistenza intera. In breve, è una confessione d’amore”. Trovi che il lavoro di limatura di un romanzo sia più o meno articolato rispetto alla cesellatura che richiedono i versi poetici? “Costruire un romanzo richiede tanto lavoro, anche di squadra: editor, grafici, Editore, agenzie, uffici stampa. Ma durante la stesura si è soli con i propri impeti emotivi, i dubbi e il turbinio interiore: sulle pagine ritorno continuamente per ragionare e intrecciare accadimenti, luoghi, tempi e, soprattutto, interrogo la carica sentimentale dei personaggi. Insomma, lavoro sulla struttura e sulla trama contemporaneamente utilizzando gli strumenti a disposizione, proprio come faccio quando scrivo una poesia. Un com-

ponimento musicale, per esempio, mette in connessione creativa l’armonia, la melodia e il ritmo dei vari fraseggi. Anche per scrivere poesie accade tutto questo, grazie allo scavo della parola che va scelta con autenticità di pensiero e tanto cuore. A volte una poesia riesce a dire molto più di un intero romanzo”. Inoltre, ritieni che la prosa possa offrire maggiori opportunità di affrontare tematiche a te care e di interesse generale rivolgendoti a un pubblico più vasto? “È vero, la prosa permette di approfondire e sviscerare da più angolazioni ogni tipologia di tematica arrivando sicuramente a un pubblico più numeroso. Ma la vera questione è nel linguaggio, nel come si riescono a esternare messaggi umani legati all’universalità, sia in poesia che in prosa”. Infine, quali progetti letterari hai nel cassetto? “Ho terminato da poco il secondo romanzo che vorrei trovasse ben presto la sua migliore collocazione editoriale. Inoltre, sono alle prese con un lavoro antologico che racchiude inediti e poesie scelte dalla mia intera produzione il cui titolo inneggia un verso di Sbarbaro. Per la musica vorrei realizzare un nuovo disco sulla scia del precedente, ma non so se resterà solo un sogno”.

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lavoro nella Tim, ma la mia più grande passione è scrivere romanzi. Infatti ho già iniziato la stesura del secondo volume della saga con il prezioso supporto della mia fidanzata Karen”. Hai avuto un percorso travagliato ma che ti ha trasformato in un giovane adulto con una forte corazza e che in tutto ciò che fai cerchi di vederne il lato positivo, vero? “Quando hai un trascorso di vita molto turbolento sei obbligato a crescere prima rispetto alla tua età, infatti, il mio percorso travagliato mi ha portato a vedere sempre il lato positivo anche nei momenti difficili e ad apprezzare anche le piccole cose. Ho sempre cercato di trovare la forza per affrontare le sfide di tutti i giorni senza mai perdermi d'animo e, dove possibile, aiutare il prossimo”. Hai da sempre uno spiccato amore per il cinema, che già da bambino ti faceva compagnia nei tuoi momenti bui e che addirittura molti attori per te sono stati veri esempi, parlacene... “Quando ero piccolo mi piaceva trascorrere la maggior parte del tempo da solo in camera a guardare film. Cercavo di apprendere il più possibile, tramite quelle immagini che scorrevano sullo schermo , ciò che normalmente gli altri bambini apprendevano dai propri genitori. Per questo motivo attori e film mi hanno reso l'uomo che sono oggi. Grazie alla passione per il cinema, a 16 anni, girai il mio primo cortometraggio, e da quel giorno in avanti, capii che era la strada che volevo intraprendere”. Nella vita ci sono stati molti accadimenti particolari diversi anni fa attraverso un vero e proprio viaggio astrale hai visto un mondo che ti ha avvicinato ancora di più alla Fede, ce ne parli? “Nel 2010 feci un sogno molto particolare, che mi ispirò a scrivere il mio primo romanzo. Fino a quel giorno, vivevo la mia vita tra alti e bassi, come se mi mancasse qualcosa. Per la prima volta ho sperimentato, ciò che comunemente viene chiamato, viaggio astrale o paralisi del sonno. Non è semplice da spiegare, ma mi sono catapultato in un mondo che non avevo mai visto

prima. Le anime che si trovavano in quel luogo percepivano la mia presenza e sapevano che non appartenevo a quel posto. Quel sogno era così reale che a fatica ero riuscito a svegliarmi e da quel giorno la mia vita è cambiata”. Ami la trilogia di Tolkien del "Il Signore degli Anelli" che è un libro pieno di simbologie ed ora ne hai scritto uno tutto tuo dove racconti la tua esperienza extracorporea, accennaci di che cosa parla la tua opera. “Il romanzo è un urban fantasy, una sottocategoria del fantasy creato dal maestro Tolkien. Il mio libro parla di opportunità, amicizia, amore, fede e viaggi nel tempo. Cerco di trasportare il lettore nel mio mondo immaginario attraverso gli occhi del protagonista, Carter, che dopo un incidente d'auto va in coma e si ritrova a intraprendere un viaggio nell'aldilà dove dovrà scegliere tra il bene e il male. Durante il suo viaggio affronterà diverse sfide, ma grazie all'aiuto di un Angelo riuscirà a trovare le risposte alle domande che si poneva da tutta la vita”. Sei una persona introspettiva e molto sensibile, con questo libro cerchi di restituire la speranza al mondo in un momento in cui veramente tutti ne abbiamo bisogno e noi ti ringraziamo per questo, per la persona che sei e aspettiamo di leggere con molto entusiasmo questo bellissimo libro. “Per me la scrittura non è solo la possibilità di creare storie, e far appassionare i lettori, ma è un'opportunità che mi avvicina alle persone per mostrargli la vita da un altro punto di vista. Mi ha sempre affascinato raccontare esperienze di vita vera e inserirle nei miei romanzi. Un po' di tempo fa una persona mi disse: 'Non puoi cambiare il mondo. Non puoi salvare chi non vuol essere salvato'. Rimasi in silenzio per qualche secondo ma poi risposi: 'Se ci arrendiamo adesso lo faremo per sempre. Proverò con tutte le mie forze ad aiutare il prossimo con l'unica cosa che amo fare: la scrittura. Ci dev'essere qualcosa che spinga a credere nel miglioramento'. Penso solo che l'unica cosa che l'essere umano non debba mai perdere, oltre a tutte le cose che la vita gli offre, è la speranza”.

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libri

Monica Setta Il successo del suo nuovo libro su Mario Draghi È uscito a luglio, ma è già in vetta tra le preferenze delle letture di saggistica, “Il Presidente – La nuova Italia di Draghi” il nuovo libro di Monica Setta (edito da Piemme). La giornalista, dopo il successo di “Quadrare i conti – Manuale di economia per le famiglie” (Rai Libri), torna a occuparsi di saggistica e politica, raccontando quello che è sicuramente il personaggio politico più in vista del momento Competenza, sobrietà, pragmatismo. Eleganza. Dal Tesoro alla BCE passando per Bankitalia, la lunga carriera di Mario Draghi è costellata di successi e grandi prese di posizione. Accettare la carica di presidente del Consiglio ha significato per lui una responsabilità nuova, una sfida su cui misurarsi per rimettere in moto un Paese sfiancato dalla pandemia. Il libro di Monica Setta racconta l’uomo, il politico, il fine economista attraverso la sua biografia personale, i suoi discorsi e le testimonianze di chi lo conosce bene o ha avuto modo di incontrarlo in questi mesi. E poi racconta gli uomini di fiducia, la sintonia con le parti sociali, i rapporti con i segretari dei partiti, da Matteo Salvini a Enrico Letta, e alcuni retroscena inediti. Non solo: la scommessa del Recovery Fund e il piano vaccinale, le strategie per rendere sostenibile il debito attraverso le riforme saranno i temi cruciali della sua presidenza. Il Presidente non è soltanto un’analisi a tutto tondo su Mario Draghi e la sua mission di governo, ma è soprattutto il ritratto in presa diretta di un’Italia finalmente in grado di affrontare i suoi problemi endemici e di guardare al futuro con maggiore ottimismo. Monica Setta, laureata in filosofia, è giornalista professionista dal 1989. Ha lavorato ai quotidiani Avvenire, Il Giorno, La Voce di Indro Montanelli, Corriere della Sera, e ai periodici Sette, Io Donna, Capital,

Milano Finanza, © Foto di Fe derico Gu be rti Amica, Il Mondo, Gente, Gente viaggi, Gioia, Psychologies ed Elle, ma anche sul web all’Agi e a Tiscali.it. Attualmente scrive di finanza su Economy e Investire. Ha ideato e condotto programmi radiofonici (Radio 2, Radio 24, Radionorba) e Tv tra La7, Rai e Mediaset (“Donne allo specchio”, “Doppio misto”, “Bye bye baby”, “Contatto diretto”, 4 edizioni di “Domenica In”, “Il fatto del giorno”, “Solo per amore”, “Peccati – I sette vizi capitali”, “Seconda Serata Estate”). Nel 2015 ad Agon Channel ha condotto il quotidiano “Mattino chic” e un salotto settimanale (“Quello che le donne non dicono”). Ha lavorato a lungo come autore e conduttore nelle reti Rai per ragazzi. Il suo programma “Storie di ragazzi”, in onda su Rai Gulp, ha ricevuto il prestigioso Premio del Moige come “migliore trasmissione Rai” nella fascia 8-16 anni. Dal 2017, è nella squadra di Michele Guardì, dal 2019 è conduttrice, con Tiberio Timperi di “UnoMattina In Famiglia”, in onda tutti i weekend su Rai 1. Da aprile 2021 conduce tutti i sabati e le domeniche la trasmissione “Parla con lei” su Isoradio, che si è succeduta a “Lido Monica”, attualmente in onda dal lunedì al giovedì. Questo è il suo tredicesimo libro.

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“Non ci può essere preferenza che tenga. La danza è sempre stata una passione, la recitazione è il mio mestiere, la mia vita, ciò che sono. Sicuramente saper ballare è una skill in più per il mio lavoro di attrice è utile in più occasioni, mi rende, insieme al canto, più completa. E di questo ne sono grata”. Giovanissima ma con molte esperienze all'estero. Che differenze trovi tra l'Italia e gli altri Paesi nel mondo dello spettacolo? “Mi sento di poter parlare solo della Francia, dove lavoro ed ho lavorato più volte, sono stata anche negli Stati Uniti, ma solo per studio. Sicuramente in Francia, a differenza dell’Italia, la professione dell’attore, ma anche dell’artista in generale, è più riconosciuta. C’è un sistema di tutela e di sostegno per i professionisti dello spettacolo, non che un gran rispetto del mestiere. In Italia, oggi, qualcosa forse si sta muovendo in quella direzione”. Hai una forte somiglianza a Mariangela Melato... A chi ti ispiri?

“Me lo dicono spessissimo, la prima volta è stata il primo giorno all’accademia Silvio D’Amico. Per me è un gran complimento, è stata un’attrice straordinaria, vorrei avere il talento di Mariangela Melato! Per quanto riguarda l’ispirazione sarebbe riduttivo citare solo un attore o un’attrice. Sono molti gli artisti che mi hanno affascinata e che continuano a farlo. Da Robin Williams a Bette Davis, da Monica Vitti a Gian Maria Volonté, da Anthony Hopkins a Helena Bonham Carter e molti altri grandi con cui spero di lavorare per continuare ad imparare”. Hai avuto esperienze cinematografiche. Progetti futuri? “Bolle molta acqua in pentola. Il momento è sicuramente difficile, io mi ritengo comunque fortunata perché nonostante questo periodo in cui il nostro settore è stato uno dei più colpiti ho lavorato, sia a teatro che nel cinema appunto. Nell’immediato futuro c’è sicuramente la tournée di 'Le notti bianche', un altro spettacolo in primavera con lo stabile dell’Emilia Romagna per la regia di Fausto Russo Alesi e girerò in una nuova serie Netflix che uscirà prossimamente”.

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tissimo Luporini in uno spettacolo interpretato da Riondino che mi sembra si chiamasse Lo Stallo. La figura di Gaber ha permeato tutta la mia vita artistica”. E quindi eccoci arrivati a “Nichilismi e fashion week”, titolo che probabilmente avrebbe divertito tantissimo Gaber… “Sì, lo credo anche io; ne avrebbe apprezzato l’ironia con cui sento di osservare le cose e l’autoironia con cui osservo me e le scelte nichilistiche della mia generazione che mostra spesso, anche a torto, atteggiamenti di grossa insoddisfazione. E qui ho spiegato il Nichilismi del titolo… Fashion Week non credo serva spiegarlo: oggi tutto è ricerca del fashion no? In realtà però il titolo è stato estratto dal brano 'Indi e De Gregori', è un frammento della canzone che all’orecchio mi suonava bene”. Toglimi una curiosità: te ne esci bel bello nel 2019 con un cammeo di teatro canzone che riscuote un’immediata attenzione al di là dell’incappare dopo un fulmineo successo, nella pandemia. Ma prima che facevi? “Prima sono stato attore, scrittore, ho fatto tante cose; il teatro è stato sempre il mio habitat naturale, ho iniziato a praticarlo al liceo come attore sempre però in direzione di formule che unissero l’azione alla musica. Poi, come accennavo, ho anche scritto un libro 'Scie ad andamento lento'”. Considerando che “Nichilismi e Fashion Week” è uscito praticamente un paio di mesi prima del primo lockdown, immagino che tu ti stia ancora impegnando sulla sua promozione. “Certo perché in pratica abbiamo potuto fare solo un paio di spettacoli di lancio e poi, come tutti, siamo stati costretti a fermarci. Ne conservo però un chiaro ricordo positivo, l’impatto che le canzoni hanno avuto sul pubblico è stato forte, in scena ho trovato energia ed elettricità”.

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“Ho sempre avuto pieno sostegno. Sono stata educata nel rispetto del lavoro e dello spirito di sacrificio, atteggiamento mentale che ho cercato di applicare anche alla mia passione per la musica e credo che proprio questa mia determinazione abbia creato ‘alleati’ in famiglia”. Quando hai capito che la musica avrebbe avuto un posto importante nella tua vita? “Probabilmente l’ho sempre saputo. È stata l’unica vera costante nella mia vita, nonostante le circostanze e le variabili. Io ‘penso in musica’, perché è l’unico modo in cui riesco davvero ad essere me stessa e a trasmettere ciò che sento”. Dal punto di vista stilistico sei molto vicina al Rhythm and Blues, anche se con i tuoi ultimi singoli hai deciso di percorrere nuove sonorità. Come è avvenuta questa tua svolta stilistica? “Il periodo che stiamo vivendo, scardinando le certezze, ha acceso in me il desiderio di approcciare nuove sonorità. Percepivo la necessità di lasciare uno stile più ‘intimo’ per esprimermi in un modo che fosse nel contempo più diretto e comunicativo”. Come nasce il singolo “Tranne te”? Il video che lo accompagna sembra un inno alla libertà. È un tuo invito alla vita e all’essere liberi? “Sicuramente nasce con questo proposito. Uno degli aspetti a cui tengo maggiormente è la libertà di espressione e di scelta, la possibilità di costruire il proprio percorso e di viverlo senza condizionamenti. Nel video, fatto di spazi aperti e con il vento tra i capelli, abbiamo cercato di tradurre in immagini proprio questo concetto”. Parlaci invece del suo recente singolo “A passo lento”. Come nasce questo brano? “L’atmosfera estiva ha influenzato e direzionato la scelta verso un genere più immediato e di impatto. Scritto come sempre, al pianoforte, ho affidato il brano alle sapienti mani di Aldo Martino e Gianfranco Bonavolontà, che hanno realizzato l’arrangiamento lavorando principalmente sulla ricerca di suoni interessanti ed originali. Inoltre, in sinergia con Alessandro Bastianelli, abbiamo cercato di creare un movimento ritmico dinamico e coinvolgente”. Sono previsti nuovi progetti? “A breve si concretizzeranno molti progetti interessanti, tra cui un duetto con una delle voci più riconoscibili del panorama musicale italiano. Sono davvero felice di ogni piccolo traguardo e spero di poter continuare a vivere ‘in musica’ per molto tempo ancora”.

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territorio accorse per vedere Tommaso Stanzani e fargli domande su Amici e Maria De Filippi. Mentre le ragazze della scuola Music & dance di Ada Di Ianni hanno avuto l'onore di esibirsi davanti al ragazzo in due coreografie. Per tutti alla fine la possibilità di fare selfie e autografi con uno Stanzani piacevolmente colpito dal grande calore del pubblico di Prezza e Campo di Fano. “Tommaso rappresenta un esempio positivo per i nostri giovani, da cui dobbiamo ripartire dopo questi mesi di Pandemia”, ha concluso il Sindaco Scoccia omaggiando il ballerino di alcune specialità locali assieme ai Presidenti delle pro loco di Prezza – Gianni De Santis, e Campo di Fano, Angelo Trotta. Per Stanzani e Phino, nonostante ormai fosse passata la mezzanotte, le coccole dello staff di Villa Letizia.

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