Radio Turismo Magazine nov-dic 2024

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Sporting Vacanze, azienda leader nel settore dei viaggi esclusivi e su misura, presenta il nuovo catalogo “L’essenza del Viaggio” con 3 importanti temi: qualità, esclusività e successi internazionali. Questo strumento raccoglie i valori chiave dell’azienda, con proposte uniche che rappresentano la continua ricerca dell’eccellenza e dell’autenticità in ogni destinazione. Attraverso un design elegante e contenuti originali in chiave “magazine” sviluppati internamente, Sporting Vacanze racconta le sue destinazioni in modo autentico, grazie all’esperienza diretta di tutto il suo team.

Tra le novità di quest’anno, emerge l’introduzione di nuove esclusive per le Maldive, destinazione che da sempre rappresenta uno dei fiori all’occhiello della programmazione Sporting Vacanze. L’accordo esclusivo con prestigiosi resort maldiviani, tra cui Heritance Aarah, Adaaran Select Meedhupparu e Hideaway Beach Resort & Spa, offre una gamma di esperienze personalizzate che spaziano dal relax totale a immersioni, perfette per un pubblico che desidera un servizio di altissima qualità e un’attenzione ai dettagli senza eguali. Il nuovo catalogo si rivolge, quindi, ad una clientela esigente, che cerca esperienze di viaggio uniche, valorizzando il contatto con le tradizioni locali ed il rispetto dell’ambiente.

Negli ultimi quattro anni, Sporting Vacanze ha consolidato la propria posizione come uno dei Tour Operator più apprezzati a livello internazionale per la destinazione Maldive grazie al riconoscimento Best Performer ottenuto durante i TTM (Travel Trade Maldives) Awards dal 2021 al 2024. Tra i riconoscimenti ricevuti, spiccano premi per la qualità del servizio, la capacità di innovazione e l’impegno nel garantire esperienze indimenticabili, dal settore del lusso ai viaggi eco-sostenibili. Questi premi rappresentano non solo il valore del lavoro di squadra e della passione che Sporting Vacanze mette in ogni itinerario, ma anche la fiducia e la soddisfazione dimostrate dai viaggiatori e dai partner in tutto il mondo.

Andrea Vannucci, General Manager di Sporting Vacanze, sottolinea: “Il 2023 è stato un anno eccezionale, ma il 2024 si prospetta come l’anno record per Sporting Vacanze in termini di fatturato. Questo successo è frutto di un processo di crescita pianificato con la proprietà e dell’introduzione di una squadra commerciale di grande livello: Daniela Narici, Direttore Commerciale; Cinzia Giannotto, Area Manager Lombardia e Piemonte; Massimo Novarin, Area Manager Nord Est ed Emilia Romagna; Roberto Pagnotta e Marco Rottino, Area Manager Sud Italia. Nei prossimi mesi Sporting Vacanze amplierà le sue destinazioni per continuare a crescere in modo sostenibile ed a soddisfare le esigenze di una clientela sempre più esigente e fornendo il massimo supporto alla rete agenziale”.

Sporting Vacanze conferma così il proprio impegno nel costruire ponti culturali, regalando momenti indimenticabili che rimangono nel cuore dei viaggiatori. Con il nuovo catalogo, premi prestigiosi e collaborazioni di valore, Sporting Vacanze è pronta a scrivere un altro capitolo di successi nel settore turistico, continuando a innovare e ad offrire esperienze su misura per una clientela che apprezza la qualità, l’originalità e il rispetto delle destinazioni.

Ufficio Stampa Sporting Vacanze

Maavi è l’acronimo più noto passato alla ribalta negli ultimi anni nel Turismo Organizzato. La sua esplicazione è “Movimento Autonomo Agenzie di Viaggio Italiane”

Come ormai tutti sanno, Maavi è la più rappresentativa Associazione di Categoria degli Agenti di Viaggio. È nata spontaneamente con l’avvento del covid per scelta degli stessi operatori del settore, che hanno colto l’opportunità nella difficoltà estrema che si stava verificando. L’occasione era quella di unire finalmente gli Agenti di Viaggio facendoli divenire una categoria forte e rispettata, dentro e fuori al Turismo Organizzato.

Colei che ha “chiamato a raccolta” i colleghi è stata l’agente di viaggio Enrica Montanucci, nominata fin da subito Presidente Nazionale dell’Associazione

Ne è alla guida da più di 4 anni e con la sua risolutezza ha dato il via ad una stagione nuova per le Agenzie di Viaggio Italiane, permettendo la realizzazione di quello che fino a prima poteva essere solo un sogno: l’unità e la forza della categoria.

È accompagnata in questo ambizioso cammino da un Direttivo Nazionale eterogeneo come professionalità e competenze, ma estremamente unito in quanto ad obiettivi e modus operandi. Nello specifico è composto da altri 5 membri: Antonio Recchi (Vicepresidente Nazionale), Marco Federici (Coordinatore Nazionale di Rete), Federica Bellinazzi (Consigliere Nazionale), Maurizio Donadeo (Responsabile Nazionale Rapporti Istituzionali e Addetto Stampa) e Roberto Novelli (Consulente Generale)

L’organigramma si amplia con la presenza dei Coordinatori Regionali, figure indispensabili per garantire la capillarità su tutto il territorio nazionale.

Maavi ha lavorato fin da subito con costanza e in profondità per supportare la categoria su due fronti: quello interno al settore e quello istituzionale.

Dal punto di vista interno, l’obiettivo è stato e sarà sempre quello di ridare lustro e dignità agli Agenti di Viaggio che, fino a prima della nascita di Maavi, erano ormai considerati come “optional” da molti fornitori, decisi a tagliarli sempre più fuori dalle scelte importanti. Oggi invece la situazione è completamente diversa. Gli Agenti di Viaggio sono tornati prioritari nella catena del valore del Turismo Organizzato. Ancora tante sono le battaglie indispensabili per una piena dignità della categoria ma Maavi ne ha già iniziate molte e in programma altrettante.

Per quanto riguarda l’aspetto istituzionale, Maavi è stato fin da subito il motore per portare alla ribalta dell’opinione pubblica le Agenzie di Viaggio e le loro esigenze specifiche. Una battaglia fin da subito iniziata ma che ora è divenuta prioritaria per il Movimento è la lotta serrata contro l’abusivismo. Per Maavi, infatti, non è più in alcun modo accettabile che illegali o associazioni legittimate in qualche modo ad operare in deroga, possano togliere quote di mercato agli operatori onesti, privando anche i viaggiatori delle dovute garanzie, oltre che lo stato delle dovute entrate.

Pertanto si aprirà a breve una nuova fase di questa battaglia secondo un progetto ambizioso che andrà a toccare sia la legislazione nazionale, sia quelle regionali

In conclusione, in occasione della campagna per il tesseramento 2025, Maavi punta a coinvolgere ogni operatore della categoria, con il motto “più siamo uniti e più contiamo in qualsiasi tavolo”. E ogni associato potrà contare con certezza su Maavi, l’Associazione di Categoria degli Agenti di Viaggio Italiani, per portare avanti sia le battaglie della categoria, sia le singole esigenze della propria Agenzia.

Ufficio Stampa MAAVI

Il sole del Mar Rosso

PICKALBATROS PORTOFINO

Marsa Alam è dove è sempre estate, una terra magica dove godere dei raggi del sole tutto l’anno.

Insegui il tuo desiderio di sole e meraviglia, vivi il Mar Rosso nei Valtur Resort. VALTUR MARSA ALAM

Adesso è il momento perfetto per vivere l’essenza più autentica dell’Egitto. Le temperature miti rendono piacevole lo scorrere del tempo dall’alba al tramonto,

i venti del deserto solitamente intensi, si calmano e i fondali arcobaleno appaiano ancora più cristallini.

Marsa Alam, Egitto
Marsa Alam, Egitto

Lago Trasimeno Un Paradiso naturale nel Cuore dell’Umbria

Sveglia all’alba e valigia sempre pronta!

Il mio lavoro di Inviata per Rai2 mi fa viaggiare per la nostra Bella Italia, alla scoperta di luoghi, sapori e tradizioni “Made in Italy”.

Oggi vi porto nel cuore verde dell’Umbria, avvolto tra canneti, boschi e ninfee bianche andiamo a conoscere la bellezza del quarto lago d’Italia, il “Lago Trasimeno”. Arriviamo in macchina da Roma con la troupe e il regista, ad accoglierci la guida turistica e i responsabili dell’ufficio del turismo. Scarichiamo l’attrezzatura e ci dirigiamo verso il pontile principale, davanti a noi si apre uno spettacolo suggestivo. Lo specchio d’acqua è infinito (126kmq) e con la particolarità di un lago laminare, ossia con fondali molto bassi, circa 6mt al centro del bacino. Nel nostro brief pre-riprese la guida mi racconta che le origini di questo lago, a forma di cuore, siano riconducibili alla storia d’amore di Agilla e Trasimeno

La leggenda narra che Agilla, la ninfa del lago, si innamorata del bel principe Trasimeno, e lo attira con il suo canto suadente al centro del bacino. Qui sbocciò l’amore e i due si sposarono. Ma la loro felicità durò soltanto un giorno, Trasimeno decise di fare un bagno e sotto gli occhi di Agilla che lo guardava dalla riva, finì sott’acqua senza riemergere.

La ninfa continuò a cercarlo ogni giorno, fin quando esausta, si spense su una barca in mezzo al lago. Nelle serate d’estate, quando la brezza accarezza le acque sembra di sentire un lamento: è il canto di Agilla che cerca il suo principe! Rapita dalla storia ed emozionata dalla leggenda salgo sull’imbarcazione che ci porta ad esplorare il lago, tutti pronti con telecamere e droni per documentare la natura e la storia di questo luogo. In navigazione il panorama è mozzafiato, le punte di diamante sono le tre isole: isola Polvese, isola Maggiore e isola Minore non è visitabile perché privata. Attracchiamo al porticciolo dell’isola Maggiore, villaggio dei pescatori del ‘400, e abitata...da 18 abitanti!

Con le telecamere riprendiamo la maestosità del Castello Guglielmi, il singolare Museo del Merletto, poi le Chiese, i vialetti suggestivi ma l’emozione è visitare i luoghi che ricordano il passaggio di San Francesco D’Assisi. Riprendiamo la navigazione, ad attenderci un gruppo di Sportivi! Sul Trasimeno si pratica windsurf, kitesurf, sci nautico e wakeboard. Una delle attività molto popolari è il paddle boarding, si potrà pagaiare sulla tavola da SUP, ammirando i paesaggi della costa e i borghi millenari. Ma il vero paradiso terrestre è l’Oasi Naturalistica La Valle una superficie di 1000 ettari di grande interesse ornitologico con acque basse e canneti, sosta di nidificazione lungo le rotte migratorie dal nord Europa all’Africa sub-sahariana, negli anni sono state censite oltre 200 diverse specie di uccelli.

Qui il bird watching è un must!

Il Madagascar

e la filosofia del Mora Mora

Nell’Oceano Indiano, al largo delle coste orientali dell’Africa, c’è una destinazione perfetta per chi ama la natura e la lentezza . Tra paradisiache immersioni, trekking, spiagge, lemuri, baobab, foreste pluviali, villaggi tradizionali, deserti, ce n’è davvero per tutti i gusti in Madagascar

Non c’è solo natura a scandire il tempo di chi visita questo ennesimo incanto che il Pianeta ci ha donato, ma si respira anche la storia

Le 12 colline sacre di Antananarivo, il Cimitero dei Pirati di Ile

Sainte Marie e poi qualche cenno della rivoluzione industriale in Mantasoa, anche questo è il Madagascar .

Il melting pot cultuarle rende questa destinazione molto affascinante, che sia il Nord o il Sud della grande isola, tutto è una piacevole scoperta.

Non mancano le esperienze da vivere come assistere alla Famadihan, (la esumazione tradizionale e sepoltura) oppure alla cerimonia tradizionale di circoncisione

La flora e la fauna sono spettacolari con 19 parchi, 5 riserve naturali e 21 riserve speciali.

Le spiagge coprono ben 5.000 chilometri di costa, 450 chilometri sono destinati alla barriera corallina e poi le 250 isole che abbracciano il Madagascar lo arricchiscono in ogni angolo.

Gli sport acquatici permettono di esplorare le “cattedrali” immerse sott’acqua, ma anche ammirare gli squali balena e altre tipologie di questo animale affascinante nel suo genere, seppur spaventoso.

Non mancano le tenere tartarughe marine e la visita a quell’isola che prende il loro nome (Isola delle Tartarughe). Il luogo affascina chiunque voglia ammirare la schiusa e la corsa verso il mare dei piccoli animali. Non mancano nemmeno quei pesci coloratissimi tanto da sembrare finti.

C’è chi preferisce entrare nell’animo del Madagascar attraverso i viaggi sulle piroghe, le canoe tradizionali usate per la pesca. Ma c’è anche chi ama il relax in spiaggia, adagiandosi sulle amache sparse qua e là, le quali invitano chiunque al riposo, lasciandosi cullare dalla “melodia” delle onde del mare. Il clima è tropicale lunga la costa, mentre l’entroterra è temperato e arido nella parte sud. Da novembre ad aprile, la stagione è calda, ideale, seppur con qualche pioggia. Da maggio ad ottobre più fresca. Chi decide di visitare il Madagascar si perde piacevolmente tra le sue variegate bellezze come la Baia di Diego Suarez, Ankify, il Parco Nazionale de La Montagne Ambre, la Baia dei Piccioni e la Baia delle Dune. Il Parco dell’Ankarana offre una esperienza unica: una notte in tenda, per ammirare il cielo stellato del Madagascar. Non si può lasciare il Madagascar senza aver visitato l’isola di Nosy be con la sua stupenda vegetazione pluviale. L’escursione alla riserva di Lokobe, la visi-

ta alla tipica distilleria di Ylang Ylang, in cui viene estratto l’olio della pianta, e poi incantarsi alla vista di quell’Albero “Sacro” i cui rami e radici aeree creano una meravigliosa e grande cupola: tutto è pura magia in questo grande arcipelago africano cullato dall’incontaminato oceano in cui natura, spiagge, mare e animali sono perfetti per i viaggiatori a caccia di emozioni.

I Malgasci, questo il nome per indicare gli abitanti del Madagascar. L’ospitalità del popolo è un qualcosa che attira molto chi si reca in questo Paese. Ottimismo, cortesia e sorrisi accolgono i viaggiatori da tutto il mondo, i quali restano rapiti e ritornano, nel rispetto di un popolo legato all’ecologia e all’ambiente

Gli affascinanti usi e costumi locali sono una calamita per chi arriva, oltre a quei meravigliosi ed indimenticabili colori

“Mora Mora”, letteralmente piano piano, è la filosofia di vita di questo Paese e chi sceglie di visitarlo ne comprende il motivo.

Sarà dura ripartire!

Un’Insegnante d’Italiano Regno Unito

Durante il nostro week end a Londra abbiamo avuto il piacere di conoscere Eleonora Crepaldi, guida turistica e insegnante di italiano nella capitale inglese

Per l’occasione ci ha mostrato la città più viva d’Europa, portandoci in un luogo fuori dalle rotte turistiche: la zona industriale di Battersea Power Station, che vi consigliamo di visitare! Oggi ti raccontiamo Londra attraverso gli occhi di Eleonora che la vive e la ama ormai da anni.

Ciao Eleonora, presentati ai nostri lettori! Chi sei e cosa fai nella vita?

“Ciao a tutti, sono Eleonora e dopo una laurea in storia e un master in turismo conseguiti in Italia, numerose esperienze lavorative in agenzie viaggi e un contratto in una multinazionale nell’ufficio acquisisti che mi andava stretto, ho deciso di prendere un biglietto sola andata e traferirmi nella mia amata Londra. Attualmente insegno italiano agli stranieri, sono una guida turistica e ho un piccolo tour operator che si occupa di vacanze studio e guide turistiche”.

Perché hai scelto di vivere a Londra?

“Il mio amore per Londra risale ai tempi delle scuole medie, quando trascorrevo le giornate estive leggendo libri di famosi scrittori inglesi e passavo alcune settimane nei college della capitale per migliorare il mio inglese! Londra è una capitale che non dorme mai, sempre al passo con i tempi e piena di mostre e musei gratuiti, concerti e attività... riesce sempre a stupirti! E come diceva Samuel Johnson: “Quando un uomo è stanco di Londra è stanco della vita perché a Londra si trova tutto ciò che la vita può offrire”.

Consigliaci 3 posti fuori dalle rotte turistiche nella capitale inglese?

“Alexandra Palace, edificio vittoriano situato nell’Alexandra Park, la vista su Londra da lì è qualcosa che ti lascia a bocca aperta. Battersea Power Station, la famosa centrale elettrica famosa per essere stata sulla copertina dell’album Animals dei Pink Floyd, ora sede di un bellissimo centro commerciale situato sulle rive del Tamigi, da qui si può ammirare tutta Londra grazie all’osservatorio Lift 109. La collina di Primose Hill situata a dieci minuti di cammino dalla celebre Camden Town, al tramonto potrai ammirare il sole che scomparire dietro i maestosi uffici della city”.

Ci suggerisci anche 3 posti ideali per mangiare la cucina italiana a Londra?

“50 Kalò, la famosa pizzeria napoletana a due passi dalla celebre Trafalgar Square, ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali dal Gambero Rosso alla Foodcommunity Awards. Il Macellaio RC, premiato da Alessandro Borghese, una tappa imperdibile per chi ama la carne, con le sue tre location: Soho, South Kensington e Clerkenwell ovvero la Little Italy londinese. Locanda Locatelli, nella centralissima zona di Marylebone, aperto dal 2002 è uno dei migliori ristoranti stellati Michelin di Londra, noto tanto per la sua convivialità quanto per la qualità del suo cibo, troverete una particolare attenzione alla pasta fresca, al pane regionale italiano e ad una buona varietà di secondi piatti a base di carne e pesce, i desserts sono sublimi!”

Intervista di Federica Girardi e Graziano Mancuso

ll Giubileo ha origine dalla tradizione ebraica che fissava, ogni 50 anni, un anno di riposo della terra. Un anno speciale di perdono e di pentimento, in cui venivano rimessi i peccati, liberati gli schiavi e cancellati i debiti.

Il termine giubileo deriva dall’ebraico yobel, “montone”, perché nell’antichità Israele con il suono di un corno di montone si dava inizio all’Anno Santo.

Il primo Giubileo della Chiesa con la “Bolla” fu introdotto da Papa Bonifacio VIII nel 1300. La Bolla pontificia, Antiquorum habet fida relatio, con la quale si concedeva l’indulgenza plenaria a tutti coloro che nell’anno solare avessero fatto visita alle Basiliche di San Pietro e San Paolo fuori le mura per trenta volte se erano romani e quindici se erano stranieri.

In oltre 700 anni di storia, il Giubileo è stato celebrato in ritardo soltanto una volta. La ricorrenza era quello del 1600, quando Papa Clemente VIII risultò assente per l’apertura dell’Anno Santo. L’inizio del Giubileo subì quindi un rinvio di una settimana, passando dal 24 al 31 dicembre. L’assenza del Pontefice non fu però legata a motivi “misteriosi. Molto più banalmente Clemente VII era rimasto vittima di un improvviso attacco di gotta. Il pontificato del marchigiano Ippolito Aldobrandini proseguì poi nei 13 anni successivi, fino alla sua morte. Il Giubileo del 1600 è invece ricordato per un fatto storico molto noto. Nella città stracolma di pellegrini venne dato alle fiamme, in Campo de Fiori, l’ex frate dominicano da Nola, Giordano Bruno. I capi d’accusa contestatigli dall’Inquisizione della Chiesa romana erano di aver calpestato i dogmi sacri e incontestabili del cattolicesimo con l’aggravante di voler morire volontariamente martire, infischiandosene del dolore corporale e sostenendo impunemente che la sua anima sarebbe ascesa per ricongiungersi all’anima dell’Universo. L’esecuzione di Giordano Bruno si inquadrava perfettamente nel clima instaurato con La Santa Inquisizione, la quale aveva il preciso scopo di tutelare il potere ecclesiastico, arginando gli scomodi fantasmi del cambiamento e tenendo sotto controllo l’indagine scientifica che avrebbe potuto destabilizzarlo.

Il Giubileo, non ha mai cancellato vizi particolari, appartenenti allo stesso clero. Tra questi si ricorda il fiuto del tabacco all’interno della chiesa, pratica a cui si erano avvicinati centinaia di preti in Vaticano.

Il Giubileo ha spesso fatto i conti anche con terribili epidemie. Una delle pagine più drammatiche venne scritta durante il Giubileo del 1350, funestato dalla peste nera. Proveniente dal nord della Cina e diffusasi in Europa tramite Siria, Turchia e Grecia, la peste scomparirà misteriosamente qualche anno dopo, intorno al 1353, dopo però aver causato la morte di almeno un terzo della popolazione del Vecchio Continente. Da quell’anno, poterono partecipare soltanto coloro che si presentavano all’Urbe con una regolare bolletta di sanità, tramite la quale si accertava l’effettiva assenza di peste dal territorio in cui si abitava.

Fu Papa Alessandro VI Borgia, nel 1500, a stabilire il rigido cerimoniale del Giubileo, rimasto da allora sostanzialmente inalterato. All’Anno Santo del 1500 risale inoltre la costruzione della cosiddetta via Alessandrina, quella che da San Pietro porta a Castel Sant’Angelo, che venne costruita radendo al suolo l’intero quartiere medievale del Borgo. Il Papa passa per primo tenendo nella destra una croce e nella sinistra una candela accesa. La stessa cerimonia viene compiuta da cardinali nelle altre tre basiliche. L’Anno Santo si conclude con la muratura delle porte sante fino al successivo Giubileo.

La vita di uno dei massimi esponenti dell’arte rinascimentale italiana, Michelangelo Buonarroti, è carica di coincidenze con le date dell’Anno Santo. Michelangelo nel 1499 completa la famosissima Pietà, che in occasione delle sante celebrazioni del 1500 viene posta all’ingresso della Basilica di San Pietro. Nel 1525, anno del nono Giubileo, vengono ultimati gli affreschi della Cappella Sistina, e nel 1550 viene esposto al mondo intero lo spettacolo straordinario del Giudizio Universale.

La scultura di Arnolfo di Cambio

Secondo varie ricostruzioni letterarie: il viaggio immaginario di sette giorni di Dante fra Inferno, Purgatorio e Paradiso ha luogo proprio nel periodo pasquale dell’anno del primo Giubileo del 1300, per la precisione il Venerdì Santo 8 aprile. In effetti lo smarrimento letterario nella “selva oscura” avviene a metà della vita di Alighieri, all’incirca intorno ai suoi 35 anni. Dante è nato nel 1265, ecco il motivo perché viene confermata la data del 1300.

E proprio nella Commedia, nel XVIII canto infernale, Dante testimonia l’evento: Nel fondo erano ignudi i peccatori; dal mezzo in qua ci venien verso ‘l volto, di là con noi, ma con passi maggiori, come i Roman per l’essercito molto, l’anno del giubileo, su per lo ponte hanno a passar la gente modo colto, che da l’un lato tutti hanno la fronte verso ‘l castello e vanno a Santo Pietro, da l’altra sponda vanno verso ‘l monte.

Nel 1800 il destino del Giubileo fu legato a doppio filo ai mutamenti politici in corso in Italia e in Europa. All’inizio del diciannovesimo secolo il Giubileo non venne indetto, dato che Pio VI era stato prigioniero in Francia dove era morto esule nel 1799, e il Pontefice successivo, ovvero Pio VII, non si era ancora insediato.

Anche nel 1850 le celebrazioni giubilari non ebbero luogo. L’allora Pontefice Pio IX non era nella Capitale e venne riportato a Roma il 12 aprile 1850 dai francesi dopo il periodo della Repubblica Romana.

Nel 1875 il Giubileo fu annunciato ma non aperto, dato che nel 1870 Roma era entrata a far parte del Regno d’Italia, divenendone capitale nel 1871, e Pio IX si era volontariamente recluso in Vaticano.

Il Giubileo del 2000 ha assunto un’importanza speciale perché ha celebrato i due millenni dalla venuta di Cristo sulla Terra ed è stato il primo Giubileo a cavallo tra due millenni.

Altro elemento che ha contraddistinto l’evento giubilare nei secoli è stato il suo impatto sul turismo. Con la frase ‘i romani tutti eran fatti albergatori’, si è alluso al business legato al Giubileo fin dai primi anni. Migliaia di persone si presentavano alle porte della città, chiedendo agli abitanti locali un posto dove poter dormire e mangiare. Da qui il celebre detto per cui i romani si trasformavano tutti in albergatori, in modo da sfruttare il naturale business generato dalla straordinaria affluenza di pellegrini.

Una ulteriore nota è la duplice natura che l’evento può rivestire in base alla situazione: ordinario e straordinario. Si parla di Giubileo ordinario quando si verifica a cadenza programmata (uno ogni 25 anni). Al contrario, il Giubileo straordinario è legato a una scelta personale del Pontefice.

Per l’Anno Santo 2025 l’apertura della Porta Santa a San Pietro sarà il 24 dicembre 2024 e le altre tre Porte Sante di Roma saranno aperte il 29 dicembre 2024 a San Giovanni in Laterano, cattedrale del Papa; il 1° gennaio 2025 a Santa Maria Maggiore e infine domenica 5 gennaio a San Paolo fuori le Mura.

Con l’apertura della Porta Santa della Basilica di San Pietro, il 24 dicembre prossimo, prenderà via ufficialmente l’anno giubilare.

Saranno dodici mesi intensi e ricchi di eventi, che abbracceranno il mondo intero e tutte le categorie: dai malati ai volontari, dai giornalisti agli artisti, dai militari ai missionari, dagli adolescenti alle famiglie, dai giovani ai nonni, dai sacerdoti alle confraternite, dai lavoratori agli imprenditori...Un Giubileo inclusivo e partecipativo, all’insegna dell’unione tra i popoli e le persone.

In tutto questo, Roma si prepara ad accogliere milioni di pellegrini e visitatori. Attraverso il link: https://www.iubilaeum2025.va/it/pellegrinaggio/calendario-giubileo.html tanti si stanno già registrando per partecipare agli eventi.

Gennaio

Si inizierà dal 24 al 26 gennaio 2025 con il Giubileo del Mondo della Comunicazione, a cui sono particolarmente invitati tutte le figure professionali del mondo della comunicazione (giornalisti, operatori dei media, dirigenti e direttori di testata, membri dei CdA, videomaker, grafici, copywriter, PR, social media manager, tecnici audio e video, tipografi, informatici...). Ci saremo anche noi di Radio Turismo Magazine.

Febbraio

Dall’8 al 9 febbraio sarà la volta del Giubileo delle Forze Armate, di Polizia e di Sicurezza. Due giorni per ribadire l’importanza della nostra sicurezza in un periodo storico pieno di tensioni e di episodi di criminalità dilagante. Un altro momento significante sarà quello dal 15 al 18 febbraio con il Giubileo degli Artisti. Febbraio e marzo prossimi saranno poi dedicati ai Diaconi, al Volontariato, ai Missionari e alla riflessione spirituale.

Marzo

L’8 e il 9 marzo si svolgerà una due-giorni molto importante dedicata al Giubileo del Mondo del Volontariato, l’occasione per fare il punto della situazione riguardo ad un settore che sta diventando fondamentale per affrontare le emergenze in un periodo storico che fa i conti con le crisi internazionali, la povertà, le guerre e le calamità naturali.

Aprile

Dal 5-6 aprile 2025 con il Giubileo degli Ammalati e del Mondo della Sanità, per essere vicini a chi sta soffrendo per una malattia e a chi lavora nelle strutture sanitarie tra mille difficoltà.

Dal 25 al 27 aprile toccherà al Giubileo degli Adolescenti, coloro che in quel periodo si staranno avvicinando verso la fine dell’anno scolastico. E successivamente ci sarà il Giubileo delle Persone con Disabilità, per far comprendere ancora più forte quanto sia importante lavorare per la loro inclusione.

Maggio

Dall’1 al 4 maggio ci sarà il Giubileo dei Lavoratori e dal 4 al 5 maggio il Giubileo degli Imprenditori, un passaggio di testimone che servirà per ribadire quanto il lavoro sia fondamentale per la dignità umana e quanto gli imprenditori debbano dare risposte concrete in termini di sicurezza e di retribuzione.

Un momento importante sarà dal 12 al 14 maggio con il Giubileo delle Chiese Orientali. Mentre dal 30 maggio al 1 giugno sarà la volta del Giubileo delle Famiglie, dei Bambini, dei Nonni e degli Anziani

Giugno

Dopo la conclusione della stagione sportiva, il 14 e 15 giugno sarà la volta del Giubileo dello Sport

Dal 20 al 22 giugno Roma si mobiliterà con il Giubileo dei Governanti, che saranno richiamati alla grande responsabilità di saper indirizzare il Mondo verso la giusta via della pace.

Secondo Semestre

Il clou dell’anno giubilare 2025 sarà dal 28 luglio al 3 agosto con il Giubileo dei Giovani, coloro che avranno le chiavi del mondo di domani. Si andrà verso la chiusura della Porta Santa con il Giubileo dei Migranti il 4 e il 5 ottobre e successivamente con il Giubileo dedicato ai Poveri, ai Detenuti e agli Educatori. Perché gli ultimi meritano un’attenzione sempre maggiore. La Redazione Radio Turismo

L’Avvocato Risponde

a cura del Legal Counsel Vincenzo Irritato

Domanda di Roberto

Gentile Avvocato, sono Roberto, un agente di viaggi con diversi anni di esperienza e il mio desiderio sarebbe quello di poter avviare una mia agenzia di viaggi. Ho acquisito una buona conoscenza del settore lavorando per varie agenzie, ma vorrei avere informazioni dettagliate su tutti i requisiti necessari per aprire legalmente la mia personale attività. Quali sono le normative vigenti che devo seguire? È necessaria una qualifica professionale specifica per gestire un’agenzia di viaggi? Inoltre, mi chiedo quali competenze e certificazioni siano richieste per diventare Direttore Tecnico, poiché sono interessato a ricoprire personalmente questa posizione. Potrebbe fornirmi una guida completa?

Gent. Roberto, la Sua richiesta affronta un tema molto importante per chi desidera intraprendere l’attività di agenzia di viaggi. Come da normativa vigente, l’apertura di un’agenzia di viaggi in Italia è disciplinata dal Codice del Turismo (D.Lgs. 79/2011), che regola aspetti chiave come l’autorizzazione all’esercizio e le responsabilità dell’agenzia. Bisogna tener conto che ogni Regione ha la facoltà di integrare questa normativa con regolamenti propri, e quindi, per alcuni dettagli, sarà necessario consultare le disposizioni regionali applicabili Per quanto riguarda i requisiti generali, il primo passo consiste nell’ottenere un’autorizzazione regionale che prevede l’uso di una sede fisica adeguata. Tale sede deve essere conforme alle normative urbanistiche e commerciali e adibita esclusivamente all’esercizio dell’attività di agenzia di viaggi. A ciò si aggiunge la necessità di fornire garanzie finanziarie a protezione dei consumatori in caso di inadempimento contrattuale o fallimento dell’agenzia. Una volta definiti questi aspetti, sarà necessario iscrivere l’agenzia presso il Registro delle Imprese della Camera di Commercio e richiedere l’apertura della relativa partita IVA. Uno degli obblighi più rilevanti è la nomina di un Direttore Tecnico, figura prevista dall’art. 20 del Codice del Turismo. Questa figura ha un ruolo centrale nella gestione tecnica e organizzativa dell’agenzia e deve garantire che tutte le operazioni si svolgano in conformità alle normative. È importante sapere che il Direttore Tecnico deve essere una persona in possesso dell’abilitazione professionale ottenuta mediante un esame organizzato dalla Regione competente. Tale esame verifica il possesso di competenze specifiche in ambiti che spaziano dalla legislazione turistica, alla geografia turistica, alla gestione dei trasporti e contabilità aziendale. La conoscenza di almeno due lingue straniere è altresì un requisito essenziale, vista la natura internazionale del settore turistico. Una volta conseguita l’abilitazione, il Direttore Tecnico diventa responsabile, sia civilmente che penalmente, della corretta gestione dell’agenzia. Tra i compiti principali vi è la supervisione delle operazioni legate all’organizzazione e vendita di pacchetti turistici, nonché la stipula dei contratti con vari fornitori di servizi turistici (compagnie aeree, strutture ricettive, tour operator).

La sua nomina è obbligatoria e non può essere elusa. Questa figura diventa quindi il punto di riferimento per tutte le questioni tecniche e operative legate all’attività dell’agenzia.

Dal punto di vista pratico, Le consiglio di procedere con la massima attenzione nella preparazione all’esame abilitante, qualora intendesse ricoprire personalmente tale ruolo.

Sarà inoltre utile verificare, presso l’ente regionale competente, eventuali requisiti aggiuntivi o modalità particolari richieste per l’ottenimento delle autorizzazioni

Un altro aspetto da considerare è quello della promozione e della gestione dell’agenzia nel contesto attuale. Investire in un sito web ben strutturato e in attività di promozione sui social media può essere di grande aiuto per emergere in un mercato sempre più competitivo.

Concludo augurandoLe un in bocca al lupo per questo progetto e rimango a Sua disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento o assistenza legale di cui possa avere bisogno.

Inviate una mail a ufficiostampa@radioturismo.it e sceglieremo due domande, una per il Trade e l’altra per il Consumer, da sottoporre all’Avvocato esperto di turismo

Il suono di Cuba

lo Storytelling di Stefano Faina

L’ Avana 14 Maggio 2016, il teatro Karl Marx è pieno di gente. Quella sera infatti si tiene il primo di due eventi che in quel sabato cubano e nella successiva domenica, hanno una portata storica. Si tratta di un saluto . Un saluto, non solo ad un gruppo che in quei due giorni celebra il proprio commiato dal pubblico, ma ad un vero e proprio pezzo della cultura cubana del ventesimo secolo . Quella sera su quel palco, ad esibirsi nel primo dei due concerti d’addio alla scena, un gruppo di musicisti cubani fra i 75 e gli 85 anni Venti anni prima il mondo li ha conosciuti grazie ad un disco e ad un film, entrambi intitolati con il nome del gruppo, che hanno portato per la prima volta la musica cubana al grande pubblico internazionale.

Stiamo parlando dei Buena Vista Social Club

Una storia la loro che, come nelle migliori tradizioni, nasce per caso e piuttosto fortuitamente. E, per aggiungere ancora più fascino alla vicenda, vede la luce per mano di un americano Per raccontarla dobbiamo tornare indietro, al 1996.

C’è un chitarrista, o meglio, un grande chitarrista. Ry Cooder . Cooder ha deciso di recarsi a Cuba per registrare un disco. Un progetto ambizioso,

fondere il blues, genere del quale Cooder è maestro, con la musica cubana ed africana, in un grande esperimento. Per farlo Ry decide di collaborare con artisti del posto e con due musicisti provenienti dal Mali ma una volta giunto a Cuba, scopre che i visti per i due colleghi Maliani non sono arrivati e che quindi i suoi collaboratori sono rimasti a casa. Un bel problema, potrebbe saltare tutto ma il caso, che in questa storia ha le sembianze di Nick Gold , discografico inglese, decide che forse si potrebbe fare altro, che l’idea iniziale di Cooder può ancora essere sviluppata. Gold chiama un suo conoscente, il maestro d’orchestra Juan de Marcos Gonzalez e gli chiede di radunare un gruppo di musicisti abili nello sviluppare le sonorità tradizionali dell’” Isla Grande ” - il son, il bolero, il danzon - schiacciati all’epoca dall’” Imperio ” della salsa.

Gonzalez si presenta in studio qualche giorno dopo e Cooder e Gold rimangono sbigottiti. Davanti a loro un gruppo di arzilli vecchietti . Si chiamano Compay Segundo, 89 anni, Ibrahim Ferrer, 70, Ruben Gonzalez, 77. Sono stati tutti abbastanza popolari negli anni 40 e 50 ma con il passare del tempo e delle mode sono stati tutti per lo più dimenticati.

Ed infatti Compay Segundo è finito a fare il vendi -

tore di sigari, Ferrer fa il lustrascarpe e sono tutti piuttosto male in arnese. Cooder, vinto l’iniziale scetticismo li invita a suonare e dopo pochi istanti capisce che ha per le mani qualcosa di unico. Al gruppo si aggiungono anche altri musicisti, come Eliades Ocho e Pio Levya , tutti appartenenti alla stessa scuola musicale.

E si danno un nome. Buena Vista Social Club , dal nome di un locale, il Buena Vista appunto, che durante la dittatura di Fulgencio Batista era riservato unicamente ai neri e che, nel 62, era stato fatto chiudere da Fidel Castro per tagliare ogni legame con il vecchio regime.

Registrano un disco e quanto accade dopo è la cronaca di una storia straordinaria di seconde possibilità. L’album ottiene un successo a livello planetario, vende due milioni di copie e vince un Grammy , i Buena Vista diventano improvvisamente famosi a tutte le latitudini e Cooder allora decide di chiamare Wim Wenders , il grande regista tedesco, col quale aveva collaborato per la colonna sonora di “Paris Texas”, e gli chiede di girare un documentario al seguito del gruppo per raccontarne la storia, con Cuba a fare da sfondo

Il film bissa il successo del disco, viene nominato agli Oscar ed i Buena Vista escono così dall’ “Isla” per esibirsi sui più prestigiosi palcoscenici del mondo, fra i quali addirittura la celebre Carnegie Hall di New Yor k. Nel 2015 divengono il primo gruppo cubano ad esibirsi davanti ad un Presidente degli Stati Uniti , invitati da Barack Obama in persona.

Ecco perché quel 14 maggio del 2016 , al loro concerto d’addio, c’è tutto quel pubblico. Per celebrare la storia di un manipolo di uomini messi da parte dalla vita che invece avevano capovolto il disegno della sorte, divenendo delle star internazionali.

Alcuni di loro quella sera non ci sono, se ne sono andati prima. Ibrahim Ferrer, l’ex lustrascarpe rinato musicista a 70 anni, Ruben Gonzales, il pianista che portava con sé gli spartiti nelle buste di plastica del supermercato, o Compay Segundo, scomparso a quasi cento anni mentre sognava di avere un altro figlio con la compagna, che di anni ne aveva 28. Quella sera le loro immagini scorrono sul palco mentre i loro compagni suonano , per ricordare a tutti quanto grande sia stato il loro contributo per la diffusione della musica popolare e della cultura cubana nel mondo, e soprattutto per ringraziarli di quanto ci hanno regalato.

Benvenuti a...Italia

Benvenuti a...Italia è il programma on the road che non varca mai i confini del paese più bello del mondo: l’ Italia .

Il programma nasce da un’idea dopo un incontro alla caffeina di due collaudati conduattori Gabriele Marconi e Demo Mura , che dopo 40 anni di tour e di spettacoli in giro per l’Italia tutta, hanno pensato di proporre e raccontare in onda, da credibili testimoni oculari, i 1000 luoghi e 1000 laghi visti e vissuti nelle loro scorribande artistiche.

Un programma dal taglio assolutamente brillante e frizzante ma con una mission assoluta: dimostrare senza ombra di dubbio da mega hertz che il nostro paese è in assoluto il più godibile per qualsiasi gita, giornata di svago, viaggio o vacanza . Nessun luogo verrà dimenticato, sentiremo storie e vita di angoli conosciuti e non, resi da Gabriele e Demo cartoline dai colori accesi del nostro territorio, raccontati con taglio brillante e incuriosente dai due perfetti cani da reporter.

Tutte le curiosità , le primizie , le bellezze , le eccellenze , ma soprattutto ciò che nessuno ha mai osato chiedere e svelare dei 300 mila Km quadrati del nostro stivale, sarà oggetto di soste tra merende geografiche e riflessioni “anedottistiche”.

Ogni puntata toccherà una o più tappe, tra soste e sieste , ragioni da spiegare e regioni da raccontare, contrapposte, ma senza divisioni, ne paragoni, anzi unendole da una gara senza vincitori attraverso note che sapranno di qualità e caratteristiche uniche. Per la prima volta l’Italia viene spaccata solo da una favola che non la divide nel racconto, insomma tra abitudini, usi e costumi di scena, un’ora di divertente e accattivante libro di bordo da sfogliare e il paese del tricolore diventa musica per le orecchie di chi ci ascolta. Ciascuna puntata, un personaggio famoso ci racconterà con simpatia un viaggio lontano da casa e dalle sue abitudini, così diverse tra cibo e maniere.

Nella prima puntata il presidente campano De Luca ci parlerà della sua prima volta in Trentino, nella successiva la lombarda Ornella Vanoni risponderà con il suo primo soggiorno in Sardegna, se volete sapere chi arriverà nella terza non vi resta che ascoltare il programma perché per ora ci fermiamo qui’, non vogliamo spoiler arvi gli altri graditi compagni di viaggio.

Una cosa la possiamo aggiungere, in ognuna puntata un personaggio comune , ispettore di polizia, medico, insegnante, ci parlerà della sua esperienza in una porzione dell’ombelico del mondo tricolore, vista con gli occhi della sua professione.

Qualsiasi luogo italiano avrà sempre un motivo per trovarne i pro, mentre l’unico contro sarà di chi ascolta, mentre pensa magari, lì non ci sono ancora stato.

La musica che ci accompagna sarà sempre la colonna sonora ideale , a dimostrare che tra on the road e on air non esiste con Benvenuto a...Italia il tasto off acceso , perché tutto il web si illumina quando si parla del nostro paese.

Ci ha colpito molto una cosa, quando abbiamo chiesto a Demo e Gabriele che cose volete aggiungere, la risposta all’unisono è stata: “ Lasciateci parlare col tricolore in mano, lasciatevi raccontare il panorama italiano ”.

La Redazione di Radio Turismo

di e con Gabriele Marconi e Demo Mura

Vercelli

La Capitale Italiana del Riso

di Lamberto Funghi

Vercelli , una delle città più affascinanti del Piemonte, ricca di tesori e capolavori artistici immersa in un panorama unico grazie alle numerosissime risaie che la circondano. Vercelli ed il riso, sono infatti un binomio ormai inscindibile, visto che questa preziosa pianta, arrivata nel medioevo, come dono salvavita da parte degli Sforza, signori di Milano, oggi rappresenta la vera ricchezza gastronomica e turistica della città.

Il tour cittadino non può che partire dal simbolo della città di Vercelli, l ’Abbazia di S. Andrea , di epoca medievale. Al suo interno, è ospitata una delle più belle sale capitolari d’Italia e un incantevole chiostro rettangolare con cornici in cotto e pitture dell’inizio del ‘500. Da qui si raggiunge Piazza Cavour cuore del centro storico di Vercelli. La piazza, dominata dalla poderosa Torre dell’Angelo, è caratterizzata dai portici di epoca medievale. Al centro della piazza sorge il monumento dedicato a Camillo Benso conte di Cavour, a cui si deve la costruzione del Canale Cavour , la via d’acqua che ha permesso la coltivazione del prezioso riso in tutto il territorio vercellese.

La Cattedrale di Sant’Eusebio , cuore religioso della città, è dedicata a Sant’Eusebio di Vercelli, primo vescovo della città. La Cattedrale fu eretta al di fuori delle mura probabilmente dallo stesso Eusebio e ricostruita una prima volta a partire dal V secolo: di questa prima fase resta solo il campanile medievale. Da ammirare la facciata barocca settecentesca sormontata dalla grande cupola realizzata nell’ottocento e il campanile medievale.

Ma Vercelli è anche il punto di partenza ideale per esplorare la natura circostante passeggiando tra le risaie, vero simbolo del paesaggio vercellese, che offrono uno spettacolo naturale particolarmente suggestivo, di cui potrete godere percorrendo la bellissima Strada del Riso vercellese.

Per tutti i nostri lettori gourmet raccomandiamo un assaggio dei piatti tipici di Vercelli: la “ panissa ”, piatto completo a base di riso con cipolla, salame, lardo e fagioli, la “ brudera ” riso bollito in brodo di costatine di maiale, il “ machet ” polenta con aggiunta di latte e castagne; tutto annaffiato con il principe dei vini locali, il rosso Gattinara

La particolarità della Panissa , di cui ogni borgo ed ogni famiglia custodisce la sua particolare ricetta, sta proprio nel soffritto di cipolla, lardo e salame sotto grasso, nel quale viene tostato il riso, sfumato poi con del vino rosso. Il riso, di solito di varietà S. Andrea, viene poi fatto cuocere insieme al salame sotto grasso nel brodo di fagioli e infine mantecato con il formaggio grattugiato.

Per la “ Brudera di fas ö ’ ”, il tipico riso bollito in brodo di fagioli vercellesi, il segreto sta invece nascosto proprio nella cottura dei fagioli, che deve durare 60 minuti, ed essere realizzata la mattina stessa, per non perdere la nota aromatica leggermente erbacea e il particolare sentore di nocciola.

Per chi lo desideri, durante il vostro soggiorno a Vercelli, potrete seguire uno dei corsi base per diventare un “ Sommelier del Riso ”, imparando a riconoscere il riso di qualità anche attraverso specifiche analisi sensoriali, simili, per certi aspetti, a quelle dei Sommelier del vino e dell’olio.

Un proverbio locale afferma che “ il riso nasce nell’acqua e muore nel vino” ed il principe dei vini di questo territorio è proprio il Gattinara DOCG . Se lo desiderate potrete concludere questa esperienza alla scoperta del territorio vercellese, raggiungendo il Borgo medievale di Gattinara, ad una ventina di km da Vercelli, per vivere affascinanti degustazioni ed esperienze in vigna e nelle numerose cantine del Borgo.

TRATTURO - “TRACTORIA” (PATRIMONIO UNESCO) E’ il sentiero dell’antica transumanza, veniva utilizzato dai pastori per spostare stagionalmente le greggi; erboso, lungo centinaia di chilometri, a tratti molto largo (fino a 111 mt.), i sentieri secondari sono denominati tratturielli.

“Evannopeltratturoanticoalpiano,quasiperunerbalfiume silente, su le vestigia degli antichi padri” (G. D’Annunzio).

di Matteo Sica

LA PAMPANELLA - “PÀMPINO”

Carne di maiale speziata con aglio e peperoncino, dopo cotta è morbida e piccante: “è tutte carne de porche, aglie e pepedineje fuorte,dend‘ufornecacce‘ugrasse”.

Il nome deriva da “pàmpino” perché anticamente veniva cotta nelle foglie. Originariamente era preparata in famiglia e poi si è diffusa presso sagre e feste molisane.

Destinazioni Italia selezionate da Radio Turismo

Capodanno estero 2025 selezionati da Radio Turismo

permette felici Il legame che vi di vivere

Weekend romano, cena in casa di amici, ho conosciuto Emanuela Angelo Vive a Marsala, la garibaldina città del vino nella ridente costa occidentale della Sicilia; parla sei lingue, sette con la “lingua dei cani” che ha perfezionato con il suo Zar, un molosso di cinque anni. Emanuela, 36 anni, è un’arguta cinofila, specializzata nel rapporto cane-proprietario, da sempre opera per migliorare la qualità della loro vita quotidiana. Passare dalla tavola e una goliardica compagnia a parlare di lavoro è un attimo!...

Emanuela, parlaci di te?

“Mi occupo di Cinofilia e aiuto cani e proprietari a comprendersi l’un l’altro ed entrare in comunicazione in modo etico e funzionale per trovare la serenità nel loro rapporto. Molte persone hanno difficoltà a gestire i propri amici a 4 zampe e io sono quel ponte comunicativo che permette di dare alle persone tutti gli strumenti pratici per sapere sempre come comportarsi in ogni situazione si presenti nella vita con i loro amati pelosi. Guidandoli al meglio e con la massima semplicità trovano immediatezza nella vita quotidiana. I risultati sono visibili in tempi rapidi, così come già successo a molti miei contatti”.

Come nasce il tuo amore per questo lavoro?

“Da ciò che per me rappresenta la capacità di estendere i rapporti in modo funzionale. Da piccola, ho imparato a conoscere a fondo questi animali così speciali e dai miei numerosi studi ed esperienze con Zar e tanti cani e proprietari ho deciso di far diventare ciò che mi è sempre venuto naturale un vero e proprio lavoro. Ciò ha già migliorato visibilmente la vita di molte persone insieme ai loro cucciolotti.

Il legame appagante e felice che ottengono le persone insieme a queste creature, dopo aver collaborato insieme, migliora la loro vita sotto tutti i punti di vista. La corretta comunicazione, con questi animali tanto speciali, è fondamentale per un buon rapporto a tal punto da sapere come comportarsi e trovare la tranquillità che meritano nella vita”.

Quanto ha contribuito la presenza di Zar nella tua vita?

“Luièsemprestatolamiaspalla.Èlarealedimostrazionecheconuncanesipuòdavveroraggiungereunrapportoserenoeappagante.Senzasaperlo,mihainsegnatochenellavitasipuòarrivareacostruirequalcosadiunicoconqueste creature.Èsemprealmiofianco:presente,protettivo,silenzioso,dolceeattento.Nonpotreiimmaginaretuttoquelloche ho realizzato, se non avessi avuto lui con me. Ci fidiamo l’uno dell’altra e viviamo in simbiosi le nostre giornate”.

Cosa consigli alle persone che hanno un cane o che vogliono averne uno?

“Sicuramentediaveretutteleconsapevolezzeutilieleconoscenzepiùfunzionaliallesituazioni,oltrecheunaconoscenzaapprofonditadelpropriopelosetto,poichésiamotuttidiversienessunovivelestessedifficoltàoleaffrontaallostesso modo. Si tratta della nostra vita insieme a quella di creature senzienti che hanno bisogni ed esigenze proprio come noi. Quindi attenzione a chi si chiede consigli o di chi ci si fida. Una decisione sbagliata può compromettere sia la nostra vita che quella del nostro cane. Ricordate che il nostro amico a 4 zampe ha soltanto noi e vive per condividere la vita insieme. Comprendere bene vuol dire vivere bene e prima di rendervene conto, sarete già diventati la migliore versione di voi stessi”.

Valigia Libri in

Per la prima volta, Alessandra De Michele, pittrice, poetessa e scrittrice condivide la sua storia sin dall’infanzia. Il suo romanzo Pagine Nude, Collana The New Romantics Partnership Simple Edizioni, Prefazione Grazia Distefano, è un reportage di vita che offre al lettore un’opportunità unica di esplorare i sentimenti e le emozioni della scrittrice. Nata a Canistro, un piccolo e suggestivo paese in provincia de L’Aquila, Alessandra trascorre la sua giovinezza immersa in quell’incantevole territorio circondato da montagne imponenti. La neve diventa la sua compagna di giochi, permettendole di creare pupazzi che lei definisce sculture; questa è la sua prima espressione artistica. Tuttavia, la scrittrice si espone con sincerità, mettendosi da parte per dare risalto agli altri amori della sua vita: suo marito Costantino, i suoi due figli Jari e Angelo, e i suoi amati nipotini, Costantino e Clarissa.

mente, rimanendo sempre al passo con i tempi e affrontando le difficoltà senza mai arrendersi. La sua versatilità le consente di esplorare nuovi orizzonti creativi, trasformando ogni sfida in un’opportunità di crescita. Grazie a questa resilienza, riesce a mantenere viva la sua arte, adattandosi alle evoluzioni del mondo contemporaneo senza perdere mai la propria essenza. La sua determinazione diventa una fonte d’ispirazione, non solo per chi la segue, ma anche per coloro che si trovano a dover affrontare le proprie battaglie quotidiane. In questo modo, Alessandra non è solo un’artista, ma anche un esempio luminoso di come la creatività possa fiorire anche nei momenti di difficoltà

Tre domande all’Autrice

Alessandra De Michele dipinge i paesaggi della sua infanzia come simboli di umanità e, perché no, anche di civiltà. Dietro la descrizione della madre, donna autorevole e di straordinaria bellezza, si nasconde una persona di grande valore, dotata di un cuore immenso e di un coraggio ineguagliabile. È lei a spaccare la legna per riscaldare la casa d’inverno, a vangare la terra, a spalare la neve e a raccontare favole, cercando di rendere la vita dei suoi figli meno dolorosa di quanto non sia realmente. La storia di Alessandra incarna, in qualche modo, quella dell’Italia desiderosa di ripartire, riscoprendo l’importanza del territorio e delle qualità individuali.

Il romanzo si apre con una citazione della scrittrice: “La Notte mi rende bella, il risveglio mi rende triste”. Questa frase racchiude il profondo dolore che affligge l’anima dell’autrice, apparendo quasi come un grido di disperazione. Il suo percorso, che si snoda “a carponi” verso un’introspezione intima e a tratti metaforica, illumina il viaggio interiore dell’autrice, la quale desidera condividere la luce del suo cammino con i due figli, ai quali è legata da un amore sconfinato.

Il pregio di questa artista a tutto tondo risiede nella sua straordinaria capacità di reinventarsi continua-

Tenacia, costanza e audacia sono qualità innate o frutto di una grande volontà tipica di molti artisti?”

Alessandra: “Sicuramente queste qualità possono essere considerate sia innate che frutto di una grande volontà. Mentre alcune persone possono nascere con una predisposizione naturale a mostrare queste qualità, è altrettanto vero che io, come molti altri artisti, ho sviluppato queste virtù attraverso esperienze di vita, sfide e una forte determinazione”.

Alessandra sei un’artista completa ma quale è la forma di arte che più ti rappresenta?

Alessandra: “La pittura mi rappresenta al meglio, in particolare le mie donne guerriere con quella lacrima che le contraddistingue. Anche la poesia mi rappresenta in quanto è entrata nel mio mondo quando ero giovanissima, durante giornate fredde e nevose colme di pathos e malinconia”.

Perché hai deciso di scrivere un libro autobiografico?

Alessandra: “Ho deciso di scrivere un romanzo autobiografico per condividere la mia storia, la mia terra e le esperienze che hanno plasmato la mia vita. Sentivo il bisogno di esplorare e riflettere su eventi significativi, emozioni e relazioni che mi hanno accompagnato nel mio percorso di vita, rendendo omaggio a chi mi ha insegnato il valore della resilienza e dell’amore”.

Allora un saluto a tutte quelle guerriere d’altri tempi!

Periodico telematico della testata giornalistica radioturismo.it iscrizione il 21 luglio 2022 al n.105/2022 del Registro Stampa del Tribunale di Roma.

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