Manuale campo

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Deafal

Manuale di campo Agricoltura organica e rigenerativa

Quaderni d’Ontignano

libreria editrice fiorentina


ISBN: 978-88-6500-099-1 © 2015 Libreria Editrice Fiorentina s.a.s. Via de’ Pucci, 4 - 50122 Firenze Tel. 055 579921 Fax: 055 2399342 www.lef.firenze.it editrice@lef.firenze.it Prima edizione italiana realizzata da Deafal e La Mierdadevaca.com nel 2010 Edizione originale: Las mazorcas del maìs eran tan grandes © Deafal Primo lavoro di redazione e raccolta informazioni: Janis Corda e Eric Vides Borrel Adattamento e revisione: Cecilia Erna Gutierrez González e Susanna Debenedetti Disegno grafico: Jesús Cruz Caba Illustrazioni: Ana Laura Toledo Vásquez Revisione editoriale: Hector Veyna Rodríguez e Silvia Degiovanni Traduzione e revisione del testo in italiano: Susanna Debenedetti, Nuria Poveda, Paola Galdi, Matteo Mancini, Enrica Lia Seconda edizione Deafal: Matteo Mancini Supervisione: Jairo Restrepo Rivera Impaginazione di Elisa Grimaldi Immagine di copertina: Trifoglio © Milosluz - Dreamstime.com


Nota dell’Editore

Dopo la biodinamica, l’agricoltura naturale di Fukuoka, la coltivazione col cippato, la permacoltura, il metodo Manenti, i Quaderni d’Ontignano presentano adesso questo manuale di “Agricoltura Organica e Rigenerativa”, con cui comincia una nuova fase nello sviluppo delle coltivazioni disinquinanti. Nella fase precedente si è costituito per scelte personali, nelle sue varie forme (biodinamica, biologica, naturale, permacolturale ecc.), il cuore strategico di quella che è stata, prima spregiativamente poi più rispettosamente, chiamata un’agricoltura di nicchia. Una piccola nota; nessuna delle forme di agricoltura non inquinante o disinquinante è stata conseguenza di volontà politica: in tutto il mondo non c’è stato, con eccezione forse del solo Buthan, un governo che abbia finanziato la ricerca in modi di coltivazione senza impatto ambientale, tutti gli esecutivi si sono schierati per l’agricoltura industriale. Eppure quella che è stata chiamata “agricoltura di nicchia” ha nutrito per almeno 4000 anni non solo il corpo ma anche l’anima dell’umanità intera. Oggi, con l’Agricoltura Organica e Rigenerativa, si forma un nuovo fronte di invasione delle terre occupate dall’agroindustria e la nicchia è finalmente in grado di rompere le sbarre della sua prigione per mirare a conquistare tutta l’agricoltura, liberandola dalle subordinazioni all’industria e ai suoi inquinamenti. L’Agricoltura Organica e Rigenerativa infatti non solo è capace di disinquinare e ricostruire i terreni resi sterili dall’agroindustria, ma è in grado di liberare anche l’agricoltura industriale dagli inquinamenti e relativi costi rendendola addirittura funzionale e complementare alla rinascita delle coltivazioni artigianali e poderali. Questo manuale è solo un primo e semplice strumento operativo soprattutto per le piccole attività agricole familiari e poderali, ma già fa intuire la portata delle sue più ampie applicazioni. L’Editore 7


Introduzione di Jairo Restrepo

Brasile, 4 gennaio 2015 Conobbi Deafal a Cuba nel 2007, e da subito stringemmo una forte relazione lavorando in Messico a fianco delle comunità indigene e rurali più povere. Questo lavoro ci ha dato la possibilità di concepire e vivere un’altra forma possibile di cooperazione allo sviluppo, in cui popoli e facce del Sud e del Nord sono accomunate dall’impegno di sognare e costruire un mondo differente. Un mondo vissuto da famiglie contadine in diversi luoghi della geografia del pianeta. Questo manuale tecnico proposto da Deafal vuole fornire un modello di trasformazione delle campagne partendo dalla constatazione che le diverse realtà locali hanno bisogni simili. Ad ogni modo, è molto importante sottolineare che il manuale può essere ricreato, riadattato, modificato e, addirittura, scartato; infatti per l’Agricoltura Organica e Rigenerativa non esiste una ricetta unica e definita, visto che lo spazio rurale è composto da una multidiversità di espressioni culturali e naturali. L’impegno che i membri di Deafal assumono ogni giorno con i contadini del mondo, specialmente con quelli dell’Italia, dell’Africa e dell’America Latina, è ciò che mi lega solidaristicamente con il lavoro di questa organizzazione italiana. “L’Agricoltura Organica e Rigenerativa è un’alleanza con la vita, con la giustizia, con la fraternità, con le persone che come noi sognano che si può fare tutto in modo naturale e sano come prima.” Jairo Restrepo

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Presentazione

DEAFAL (Delegazione Europea per l’Agricoltura Familiare di Asia, Africa e America Latina) è una ONG con quasi venti anni di attività che opera in Brasile, Italia, Libano, Messico, Mozambico, Rwanda, Togo e Kenya nella promozione di sistemi agricoli capaci di produrre cibo sano a costi sostenibili nel rispetto dei cicli naturali e degli ecosistemi. Deafal è accreditata presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ed è socia dell’Associazione ONG italiane. Dopo anni di lavoro insieme ai contadini studiando i contesti sociali, culturali e tecnici di ogni realtà, Deafal ha trovato, nell’Agricoltura Organica e Rigenerativa, una risposta completa e integrata alla crisi produttiva, ecologica ed economica che affligge il settore agricolo a livello mondiale. L’Agricoltura Organica e Rigenerativa (AOR) è una disciplina teorico-pratica che attinge da differenti esperienze dell’agricoltura sostenibile e che combina le pratiche agricole tradizionali con le moderne conoscenze. Il suo obiettivo è individuare, assieme agli agricoltori, soluzioni pratiche per la produzione di alimenti sani e di qualità a costi contenuti, attraverso la massimizzazione delle risorse presenti in azienda e nel territorio, mantenendo un occhio di riguardo sulla salvaguardia dell’ambiente. Questo metodo agricolo nasce dal lavoro svolto da alcuni agronomi latinoamericani operanti da diversi anni, non solo in America Latina, ma anche in molti paesi dell’Unione Europea, dell’Africa e dell’Australia; tra questi uno dei principali interpreti è Jairo Restrepo Rivera. Nel 2008 in Messico, è avvenuto il primo incontro tra Deafal e Jairo Restrepo ed è iniziata una proficua collaborazione in diversi progetti di sviluppo portati avanti dalla ONG Italiana. Nel 2010 Deafal ha invitato per la prima volta gli agronomi latinoamericani in 9


Italia per iniziare un percorso formativo e sperimentale per applicare le diverse tecniche dell’AOR nelle aziende degli agricoltori Italiani. Oggi, dopo anni di collaborazione è possibile osservare buoni risultati anche in Italia, dove diverse decine di aziende hanno adottato questo modo di fare agricoltura. L’AOR implica un cambiamento socio-culturale che mira al miglioramento economico delle aziende, ottenuto insegnando un diverso approccio con l’ambiente. Attraverso le attività di formazione e di assistenza tecnica si recupera il sapere contadino e lo si combina con le moderne conoscenze scientifiche. Mettendo al centro del lavoro in campagna il sistema suolo, si recupera gradualmente la fertilità con l’apporto di sostanza organica, con la rimineralizzazione e la riattivazione dell’attività microbiologica, facendo un uso appropriato della meccanizzazione. Questa pubblicazione raccoglie alcuni dei principali preparati organici e minerali studiati da Jairo Restrepo per la rigenerazione dei terreni, la nutrizione e la difesa delle colture. Tali preparati sono stati perfezionati e adattati dai tecnici italiani di Deafal alle condizioni climatiche e alle colture del nostro paese. Le ricette qui presentate devono essere viste come uno spunto da cui partire per adattare le formule proposte alle esigenze delle singole realtà locali. Quanto riportato nel manuale è il riassunto di uno dei libri di Restrepo: ABC dell’agricoltura organica. In questo libro egli focalizza l’attenzione su tre aspetti principali: i concimi e gli ammendanti organici, i bio fertilizzanti e le soluzioni minerali. La grande industria provoca, purtroppo, un appiattimento culturale mirato ad avere il predominio sulla conoscenza, sul mercato agroalimentare e sul controllo della terra coltivabile. Non essendoci quindi più bisogno dei piccoli produttori, per l’eccesso di meccanizzazione e delle condizioni economiche sfavorevoli create ad arte, la situazione è chiara e la scelta obbligata: abbandonare la campagna. La cosiddetta “rivoluzione verde”, è stata la causa della perdita dell’amore per il territorio ed il sapere contadino. I promotori di 10


questo sistema agricolo, infatti, hanno promesso sin dal secondo dopoguerra e per alcuni decenni, produzioni abbondanti capaci di risolvere i problemi di carestia, senza considerarne le disastrose conseguenze che ciò avrebbe comportato, dovute ad un eccesso di lavorazione della terra ed agli usi sconsiderati di sostanze chimiche. Questo è il punto cruciale della storia in cui non è avvenuto il passaggio di testimone tra generazioni: il momento in cui la rivoluzione verde diventa nera. Con la scomparsa dei vecchi agricoltori, i giovani si trovano inermi e senza l’istruzione adeguata per affrontare un tipo di lavoro che richiede pazienza e conoscenza. È in questa falla, provocata ad arte, che si è insinuato e sviluppato il sistema industriale. Si tratta di un lavoro costante, quello realizzato, negli ultimi decenni, da molti stati governati da un’industria noncurante delle controindicazioni dei loro sistemi. Quello loro, infatti, è un sistema fallace che desertifica i terreni coltivabili, basandosi su tre punti fondamentali: la meccanizzazione, l’uso della chimica ed il controllo delle sementi. Per meccanizzazione si intende quel sistema di macchinari necessari per la lavorazione del suolo che dipendono dall’industria petrolifera. Ovviamente l’eccesso di meccanizzazione proposta nell’agricoltura convenzionale, mira alla vendita sia di macchinari sempre più sofisticati che del carburante necessario a farli funzionare. Con la chimica, si instaura la cultura del suffisso “CIDA”, che vuol dire morte. Infatti i problemi che sorgono nelle piante coltivate vengono risolti con insetticidi, funghicidi, pesticidi e con fertilizzanti di laboratorio. Questo sistema propone, come soluzione ai problemi esistenti, l’acquisto di prodotti studiati e confezionati dall’industria, senza far capire ai singoli agricoltori, cosa stanno usando nelle loro terre. Alla preparazione del terreno, dobbiamo aggiungere l’argomento che riguarda i semi usati dai contadini e quelli geneticamente modificati in laboratorio. Questo è un tema molto delicato che divide 11


le persone in due fazioni. Ci sono coloro che vedono negli OGM la soluzione ai problemi della fame nel mondo e ci sono quelli che ritengono che questi semi possano portare ad un eco-disastro planetario. La verità è che le multinazionali vogliono imporre da anni le monocolture di semi transgenici, da loro prodotti, per ricavarne un enorme guadagno. Per ottenere ciò, tentano di eliminare dalla memoria e dal mercato, l’enorme varietà di semi che i contadini hanno posseduto e distribuito in maniera generosa per intere generazioni. Il gioco del sistema industriale è semplice: vengono venduti i semi transgenici che resistono ai pesticidi, capaci di crescere nei campi resi sterili da un eccesso di lavorazione meccanica, e mantenuti produttivi solo con l’aiuto di concimi chimici. Si tratta di un circuito chiuso creato da stati, banche e multinazionali, che hanno portato al fallimento di moltissime imprese agricole e al suicidio di molti contadini, traditi e sopraffatti dai poteri forti. Questo modo irresponsabile di promuovere la lavorazione della terra, accompagnato dalla sistematica distruzione della biodiversità, conduce ad una sudditanza del genere umano nei confronti di una oligarchia ben strutturata in molti paesi del mondo. DEAFAL, al pari di molte altre organizzazioni, volge lo sguardo verso la conoscenza e l’amore per la terra. Con i suoi corsi di formazione, di assistenza tecnica e di cooperazione allo sviluppo, cerca nuove e locali soluzioni seguendo i principi dell’Agricoltura Organica Rigenerativa. Sostiene i produttori dell’agricoltura familiare, come i piccoli, i medi ed i grandi agricoltori, chiedendo a tutti di considerare le seguenti riflessioni: • Avviare una ricerca per scoprire le radici della nostra storia e capire cosa ci abbia condotto al punto dove siamo e cosa vogliamo fare per salvaguardare la bellezza della biodiversità nella vita futura. • Studiare profondamente se stessi e capire che è necessario vivere in armonia con tutte le cose: piante, animali e persone, 12


oltre a comprendere che siamo solo di passaggio su questa Terra e che abbiamo la grossa responsabilità di consegnare, alle generazioni future, un mondo pulito sul quale abitare. Capire che la Terra non ha bisogno di noi poiché già esisteva prima del nostro arrivo e ci sarà ancora per milioni di anni dopo la nostra scomparsa. Accettare l’idea che non siamo noi i registi dei cicli della vita ma che dobbiamo essere curiosi, osservarli ed imparare a favorirne lo sviluppo naturale. Convincerci che tutto ciò che vediamo ed abbiamo a disposizione è solo in prestito e che gli esseri viventi sono figli di una Madre Terra che non possono permettersi di sfruttare e distruggere, invece di rispettare e amare. Marco Perli

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