Il bicarbonato

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Collana “Tuttobenessere� Il bicarbonato


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Titolo originale francese: Bicarbonate © 2011 Groupe Eyrolles, Paris, France

Traduzione dal francese: Maria Serafina Russo Fotocomposizione: Romano Bottini – Roma

Stampa: Grafiche del Liri (Isola del Liri – Fr)

Copyright edizione italiana: L’Airone 2012 © New Books s.r.l. – Roma www.gremese.com

Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta registrata o trasmessa, in qualsiasi modo o con qualsiasi mezzo, senza il preventivo consenso formale dell’Editore.

ISBN 978-88-6442-132-2


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Nicolas PalangiĂŠ

Il bicarbonato Un concentrato di benefici per la salute, la bellezza e la casa


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Ringraziamenti

Un grazie a Sophie Quéré, la mia compagna e la madre dei miei figli, che ha accumulato, nella gioia e nel buonumore, una grande esperienza pratica del bicarbonato (ha selezionato, testato e adattato le ricette di cucina al bicarbonato che si trovano alla fine di questo libro). Un grazie a Jean-Philippe Pascal, ricercatore (“Il Signor Ricercatore”!) sulle nuove applicazioni del bicarbonato, con il quale ho trascorso giorni, anni della mia vita professionale precedente a riflettere e a sperimentare. Un grazie a Claude Breton, che ci ha orientati e incoraggiati quando era direttore del Centro di ricerche della Solvay Dombasle. Un grazie ai miei amici e ai miei ex colleghi italiani per la loro accoglienza nella patria europea del bicarbonato. Un grazie ai revisori di questo libro: Sandrine Mailly-Leroux, vicina, amica e docente di chimica;


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RINGRAZIAMENTI

Gérard Dupont, ingegnere chimico, ex collega, all’epoca responsabile di fabbricazione del bicarbonato (il quale, oltre che nei paragrafi “Gli usi del futuro” e “Gli amici del bicarbonato”, mi ha aiutato nella parte “Fabbricazione” e “Applicazioni industriali” del bicarbonato). Un grazie, in generale, a tutti coloro che si sforzano di offrire al maggior numero di persone possibile soluzioni più sicure, più semplici e più sensate, preoccupandosi del rispetto dell’uomo e del suo ambiente. Per fortuna, sono numerosi, perseveranti e motivati. Lo so, ne conosco tanti!

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Premessa

Tutte le informazioni messe a disposizione in quest’opera sono in buona fede e allo stato attuale delle nostre conoscenze. Sono il risultato di un’esperienza professionale del bicarbonato di sodio di durata più che decennale, nonché della partecipazione a numerosi lavori di ricerca, alla compilazione e alla lettura d’innumerevoli articoli scientifici e pratici e di numerosissime sperimentazioni personali nella sfera domestica e privata. Tal informazioni non dispensano il lettore dalle precauzioni d’uso nel mettere in pratica questi suggerimenti per l’utilizzo. Nell’ambito delle cure corporali in particolare, è importante ribadire che il bicarbonato non è un medicinale e che la lettura di questo libro non dispensa in nessun caso dal consultare un medico. È necessario attirare l’attenzione delle persone sottoposte a cure mediche anche sul fatto che il bicarbonato può interferire con certi medicinali. In caso di dubbio, il parere di un professionista della salute dovrà senz’altro essere richiesto.


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Introduzione

Il bicarbonato non è un prodotto della nonna. Anche se questo appellativo è gradito ad alcuni, anche se esso veicola un’immagine di sicurezza, di tenerezza e di bonomia, àncora il bicarbonato nel passato e lo sottrae al progresso. Eppure, questa molecola semplice e universale vede aumentare costantemente il numero dei suoi utilizzatori in tutti gli ambiti: biotecnologie, farmacia, lotta contro gli animali nocivi (bio-pesticidi), coltura delle alghe, tecnologie ambientali (limitazione dell’effetto serra mediante cattura di CO 2)... Le università più prestigiose e i ricercatori maggiormente degni di rispetto riscoprono i suoi vantaggi e pubblicano i risultati dei loro lavori. All’atto pratico, il bicarbonato fa fatica a mobilitare notevoli risorse finanziarie perché gli industriali, talvolta, hanno la sensazione che una molecola “basica” offra poche opportunità di brevetti, il che non è completamente falso. Tuttavia, se prendessero in esame con maggiore attenzione gli sbocchi possibili, probabilmente si ricrederebbero: l’as-


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INTRODUZIONE

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senza di tossicità e d’impatto sull’ambiente, coniugata a un “indice di gradimento” elevato espresso dal grande pubblico e un prezzo di costo che rimane ragionevole, ne fanno un’alternativa economicamente valida in numerose applicazioni, siano esse “tradizionali” o innovative. Purtroppo, certi grandi gruppi si limitano a recuperare il bicarbonato per inserirlo in prodotti per la pulizia della casa (si noti, per esempio, il gel wc “freschezza e candore al bicarbonato” di una celebre marca che non citeremo), che ne danneggia l’immagine e scoraggia il pubblico a sperimentarlo in utilizzi più nobili (per esempio, le cure corporali e la cucina, in cui dà prova di un’efficacia sorprendente). Del resto, spesso questi stessi grandi gruppi hanno costruito la propria prosperità sulla complessità aberrante dei loro prodotti, sull’aggressione pubblicitaria e sull’incoraggiamento al sovraconsumo. Quest’opera non ha la pretesa di essere esaustiva. È però, probabilmente, una delle più complesse che sia stata redatta sul bicarbonato. L’appassionato di scienza e di tecnica vi troverà le chiavi di comprensione che gli permetteranno di andare oltre nella propria scoperta e il semplice curioso potrà scegliere di leggere, o di saltare, i paragrafi un pochino più tecnici (ma che restano molto accessibili). E tutti potranno comprendere perché la complessità non è una necessità, dato che essa rappresenta spesso anche una fonte di rischi inutili per la nostra salute e per quella del nostro


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pianeta, oltre a essere anche controproducente sul piano economico. Il bicarbonato è l’esempio ideale di un prodotto semplice, multiuso, alla portata di tutti. C’è da scommettere che se adottiamo questo principio di semplicità, se estendiamo questo interesse ad altri prodotti (per esempio l’aceto, “semplicemente” appassionante 1), e se privilegiamo il loro utilizzo piuttosto che quello dei prodotti cari, complessi e tossici che ci circondano, potremmo forse sperare di veder rallentare, poi cessare la progressione di certi flagelli della salute pubblica del nuovo millennio. Per questo motivo però bisogna rivedere in profondità le nostre abitudini e i nostri modi di consumo. Questo libro vi convincerà che non è difficile, e tutti quelli che hanno testato il bicarbonato lo adottano definitivamente. Bisogna riservare la complessità agli ambiti in cui essa apporta un reale progresso: se parliamo di computer sempre più perfezionati e potenti, perché no? Tuttavia riguardo un gel doccia, derrate alimentari, un prodotto per la pulizia o un farmaco, ciascuno dei quali contiene a volte diverse decine di componenti, conservanti, agenti strutturali e di sapore, coloranti, profumi... È proprio utile? Cosa diventano queste molecole nell’ambiente quando reagiscono tra loro, e una volta assorbite dalla pelle, durante la digestione, la 1

Samuel Chapin, L’aceto, L’Airone, 2012.

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INTRODUZIONE

respirazione... Nessuno, nemmeno il più brillante dei nostri scienziati, è in grado di dirlo. Soprattutto in questo caso, ed è chiaramente sempre più urgente: «Non evitiamo le cose semplici 2».

Chiavi di lettura Questo libro consente vari “livelli di lettura”: – quelli che vorranno semplicemente scoprire subito le applicazioni domestiche, potranno andare direttamente al capitolo 3, “Il bicarbonato in casa” (p. 61): brevi richiami permetteranno di comprendere perché il bicarbonato è efficace in ciascuno degli utilizzi descritti; – quelli che vogliono comprendere più in profondità cos’è il bicarbonato, saranno interessati a immergersi nei primi due capitoli. Spesso, sono precisati dei riferimenti scientifici. E, alla fine dell’opera, un indice che riprende le principali “parole chiave” permette di localizzare rapidamente i passaggi che trattano gli argomenti di primaria importanza.

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Non è dunque necessario “digerire” tutto il libro per approfittare, in tempi molto rapidi, dei benefici del bicarbonato. Si può scommettere che, scoprendo un primo utilizzo, avre2

Celebre slogan pubblicitario francese dei prodotti “Herta” [N.d.T.].


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te presto voglia di testarne un secondo... e così di seguito, fino ad avere voi stessi la voglia di condividere con altri la vostra perizia con il bicarbonato! Gli adolescenti e i giovani adulti sono spesso incuriositi dal bicarbonato, tuttavia esitano nel testarlo per varie ragioni. Necessitano anche di un’informazione condensata e digeribile. Il “Teenagers’ express” (p. 127) offrirà loro, in tempi molto rapidi, informazioni e consigli più attendibili di quelli che potranno trovare, a volte, su internet. Esso menziona, prioritariamente, gli argomenti che li preoccupano di più (in particolare, le cure del corpo). Un altro paragrafo è dedicato specificamente al bebè (e alla sua mamma!) e un terzo agli anziani.

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CAPITOLO 1

I fondamenti del bicarbonato

Non è necessario essere un esperto per approfittare dei benefici del bicarbonato. Sono numerosi gli utilizzatori che ignorano perfino il suo vero nome e, soprattutto, le sue interazioni più volte millenarie con la storia dell’umanità, la sua presenza anche in seno al nostro metabolismo e ai grandi equilibri naturali, i suoi principali usi attuali e quelli che potranno esserne fatti in futuro... Questo primo capitolo non è, dunque, totalmente imprescindibile. È però vivamente raccomandato, se volete davvero essere in grado di rispondere a quasi tutte le domande che potrete porvi, prima o poi, scoprendo questa favolosa molecola.

C’era una volta il bicarbonato... La formula del bicarbonato è NaHCO 3. Esso combina, dunque, i seguenti elementi: il sodio (Na), l’idrogeno (H), il


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carbonio (C) e l’ossigeno (O). Si tratta di un sale tra lo ione idrogenocarbonato o bicarbonato (HCO 3) e lo ione sodio (Na+).

Numerose denominazioni Le numerose denominazioni del bicarbonato testimoniano la diversità dei suoi utilizzi e la varietà dei Paesi nei quali è stato – ed è ancora – utilizzato da milioni di persone.

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Soda: il termine, che ricorre soprattutto in alcune denominazioni straniere della nostra molecola (ad es. baking soda o bicarbonate de soude) è fuorviante, perché “soda” evoca un carattere corrosivo e aggressivo che il bicarbonato, fortunatamente, non possiede. È dovuto, probabilmente, al fatto che la produzione del bicarbonato comprende il carbonato di sodio (la cui formula è Na 2CO 3), designato talvolta come “fratello maggiore del bicarbonato” e chiamato spesso “carbonato di soda”, o anche “soda Solvay”, dal nome di Ernest Solvay, l’inventore del procedimento di fabbricazione più diffuso nel mondo e, in particolare, in Europa (vedi p. 24). Comunque sia, il bicarbonato non può in nessun caso essere assimilato all’idrossido di sodio, comunemente chiamato anche “soda caustica” (la cui formula è NaOH), che è un prodotto eccessiva-


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C’ERA UNA VOLTA IL BICARBONATO...

mente basico (il contrario di acido), corrosivo e aggressivo, che bisogna maneggiare con moltissima prudenza. La soda caustica liquida (in soluzione nell’acqua) è chiamata spesso pure “liscivia di soda”, e resta molto pericolosa anche fortemente diluita. Eppure non c’è soda nel bicarbonato... che questo sia chiaro fin d’ora e non vi preoccupi più!

Bicarbonato di sodio: è la denominazione più pratica ed esatta, ed è quella che generalmente figura sulle confezioni (sodium bicarbonate in inglese).

Bicarbonato a uso alimentare: si tratta di un abuso linguistico, dato che non tutti i tipi di bicarbonato sono necessariamente di qualità alimentare. È un punto al quale bisogna prestare attenzione (vedi p. 53).

Polvere lievitante: si tratta, di un’eccessiva semplificazione, poiché il lievito detto “chimico” (di tipo Alsa 3) contiene effettivamente bicarbonato, combinato però con un acido con il quale reagisce e con un amido che serve a impedire la reazione prematura nel sacchetto.

Idrogenocarbonato di sodio: utilizzata soprattutto in

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Levure Alsa: lievito chimico alsaziano [N.d.T.].

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chimica, questa denominazione ha il vantaggio di chiarire il fatto che il bicarbonato (NaHCO 3) è, in un certo qual modo, carbonato (Na 2CO 3) che è stato “idrogenato”.

Carbonato acido di sodio: è il termine più usato nell’alimentazione (per esempio, lo si trova spesso nella composizione dei biscotti). Il codice ufficiale del bicarbonato di sodio come additivo alimentare è E500.

Natrium bicarbonicum: è la denominazione usata in medicina, tra l’altro, in omeopatia.

Sale di Vichy: questa denominazione, abbastanza rara, è ancora usata, a volte, nei Paesi francofoni. Si riferisce al fatto che il bicarbonato è il minerale principale dell’acqua di Vichy. D’altronde, un tempo era estratto principalmente per fabbricare pastiglie digestive, le celebri “pastiglie Vichy”.

“Piccola vacca”: questa buffa denominazione canadese fa riferimento al bovino che appariva, una volta, sulle scatole di bicarbonato Cow Brand della società americana Church & Dwight. Questo marchio è stato ritirato nel 1960.

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C’ERA UNA VOLTA IL BICARBONATO...

Una storia più che millenaria Il bicarbonato ha una storia millenaria e ha accompagnato i più grandi popoli nel loro sviluppo. Per esempio, gli Egiziani. Lo sfruttamento del “natron”, miscuglio di carbonato di sodio e di bicarbonato di sodio naturale idratato proveniente da laghi salati, ha permesso la realizzazione dei primi preparati “cosmetici” o anche “dermatologici”. Miscele di natron, di polvere d’alabastro, di sale e di miele, avevano la reputazione di “rendere la pelle perfetta”. Gli Egiziani utilizzavano il natron – scopo forse meno divertente – anche per la preparazione delle mummie, il che testimonia la sua grande efficacia come sale conservante. Pure i Romani avevano scoperto numerosi usi del bicarbonato, forse, tramite gli stessi Egiziani (Cleopatra ne avrà parlato a Giulio Cesare come di uno dei suoi segreti di bellezza?). Essi lo utilizzavano per la manutenzione della biancheria e per le cure corporali, in particolare attraverso unguenti. I Cinesi lo utilizzano anch’essi da molto tempo, in particolare in cucina. Tradizionalmente, il bicarbonato minerale era sfruttato da piccole imprese locali. Più di recente, il bicarbonato ha accompagnato i pionieri americani nella loro epopea verso il Grande West nel XIX e nel XX secolo, permettendo loro di trattare numerose piccole ferite (in particolare, nell’uso odontoiatrico) e al tempo

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stesso di mantenere un livello d’igiene accettabile della persona (igiene corporale e manutenzione della biancheria) e della casa (sia che si trattasse di roulotte o di alloggi fissi).

Il bicarbonato attraverso il mondo

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Bicarbonato, baking soda, bicarbonate... Negli Stati Uniti e in Canada, la baking soda (letteralmente, la “soda da cucina”, talvolta chiamata “polvere da pasta” nel Canada francofono) è estremamente popolare grazie alla marca Arm & Hammer (letteralmente, “Braccio e Martello”), dal logo un po’ desueto e dalle scatole di cartone arancione ben riconoscibili. Il procedimento di fabbricazione del bicarbonato americano, partendo dal trona 4, non è lo stesso che in Europa. Gli americani consumano tutti gli anni, in casa, diverse decine di migliaia di tonnellate di bicarbonato. In Europa, solo l’Italia ha incrementato l’uso del bicarbonato domestico in vaste proporzioni, essenzialmente attraverso la marca “Solvay, bicarbonato purissimo”, che è distribuita in tutti i negozi, dal droghiere di quartiere ai più grandi ipermercati. Per l’aneddotica, il bicarbonato stava andando a roto4

Trona: minerale che combina il carbonato di sodio e il bicarbonato di

sodio idratati.


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ECOLOGICO O NON ECOLOGICO?

li in Italia negli anni Ottanta, quando l’incidente di Chernobyl, nel 1986, ha indotto il Ministero della Salute a mettere in guardia i consumatori dalle particelle radioattive che, a quel tempo, si erano depositate sulla frutta e sulle verdure. Tramite comunicati diffusi attraverso i media, l’Ente ha allora consigliato di “rinforzare” il lavaggio di frutta e verdura aggiungendo bicarbonato all’acqua... misura precauzionale intelligente ed efficace, che ha reintrodotto il bicarbonato nella maggior parte delle famiglie italiane, in cui occupa sempre un posto d’onore per i tanti benefici che apporta alla salute. La Francia e la Svizzera, e in misura minore il Belgio, sono purtroppo ancora in ritardo nell’utilizzo del bicarbonato. Anche internet concorre alla sua popolarità, attraverso blog che ne spiegano l’utilizzo e siti e-commerce che lo propongono a prezzi spesso molto economici.

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Ecologico o non ecologico? Perché il bicarbonato non è un prodotto della nonna, bensì un prodotto del futuro per i nostri nipoti? “Prodotto della nonna”... ecco un appellativo che, benché forse simpatico, associa un’immagine passatista e fuori moda al bicarbonato. È un peccato, tanto più che quest’ultimo, sebbene sia una molecola semplice, è un mezzo incredibilmente efficace nel contribuire a preservare il futuro – il


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nostro e quello dei nostri figli e nipoti – e, più in generale, l’avvenire di tutte le forme di vita sul nostro pianeta. Ecco un piccolo giro d’orizzonte sul bicarbonato, dalla sua fabbricazione alla sua reintegrazione nell’ambiente naturale.

La sua produzione

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Il bicarbonato ha veramente spiccato il volo nel XIX secolo, da un lato all’altro dell’Atlantico, con due procedimenti di fabbricazione diversi, che da allora si sono perfezionati. Ancora oggi, essi restano i più diffusi per la produzione dei tre/quattro milioni di tonnellate di bicarbonato consumati ogni anno nel mondo. Negli Stati Uniti, la storia del bicarbonato è indissociabile dalla società Church & Dwight, secondo produttore mondiale di questo prodotto. Il dottor Austin Church (con suo cognato John Dwight) ha creato nel 1846, vicino a New York, la prima società, sulla base di un procedimento di fabbricazione che aveva messo a punto personalmente. Il prodotto era spesso chiamato, a quell’epoca, “Saleratus” ed era stato in precedenza massicciamente importato dall’Europa. Nel 1867, i due figli del dottor Church si sono uniti alla società, apportando il famoso logo e il nome “Arm and Hammer®”, che fa riferimento al braccio di Vulcano, dio del


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ECOLOGICO O NON ECOLOGICO?

Fuoco. Da allora, la società non ha smesso di svilupparsi, abbandonando nel 1960 l’altro celebre marchio “The Cow Brand®”. Ciò spiega, del resto, il fatto che il baking soda americano sia ancora chiamato in Canada, a volte, la “piccola vacca”. Church & Dwight vende ancora oggi il bicarbonato alimentare in scatole di cartone arancione, però ha sviluppato anche una moltitudine di prodotti complessi e simili a quelli delle altre grandi multinazionali della detergenza. Il processo di fabbricazione americano si basa sull’estrazione del trona. Dopo l’estrazione mineraria, il trona è calcinato, disciolto, poi ricristallizzato. Queste tappe di purificazione permettono di ottenere un carbonato di sodio puro, che sarà combinato, a sua volta, con CO 2 per ottenere bicarbonato. I più grossi depositi di trona degli Stati Uniti si trovano in prossimità del Green River, nel Wyoming. Negli Stati Uniti esiste anche un processo di fabbricazione un po’ diverso, a partire dalla nahcolite, minerale di bicarbonato naturale che può essere direttamente purificato senza passare per lo stadio “carbonato”. È indiscutibilmente il processo più ecologico, perché non implica nessuna tappa di sintesi. Purtroppo, la nahcolite è molto più rara e la produzione dell’unico fabbricante di bicarbonato che utilizza questa materia prima (la società “Natural Soda”, dislocata nel Colorado) resta limitata. Il suo prodotto non è neppure disponibile in Europa.

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