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lu s s u ri a ricette afrodisiache di Nicole reNaud
fotogrAfie d i p h i L i p p e VA u r è s s A n tA m A r i A (ALLestimento di john benthAm) trAduzione
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Nota dell’editore Quale cucina è la più adatta per risvegliare i sensi e abbandonarsi ai peccati del palato, se non quella francese? proprio per tale motivo, sono state raccolte in questi volumi ricette che grandi chef ed esperti di gastronomia d’oltralpe hanno creato, unendo alla loro raffinata e seducente tradizione culinaria i migliori ingredienti della cucina internazionale. per stimolare la curiosità e arricchire la cultura gastronomica dei lettori, è stata conservata la gamma di ingredienti originali utilizzati, sostituendo – con prodotti che si trovano più facilmente in italia – solo quelli che non hanno una particolare rilevanza. è stato scelto, inoltre, di mantenere quei prodotti che sono espressione di eccellenze gastronomiche francesi, nonché quelli basilari nelle cucine di altri paesi del mondo. Al tempo stesso, per agevolare la preparazione delle ricette, alla fine di ogni volume è stato aggiunto un glossario degli ingredienti meno familiari; alcuni potrebbero risultare difficilmente reperibili in italia, ma in questa nostra epoca globalizzata niente è impossibile! è stato così compiuto il massimo sforzo per soddisfare al meglio le aspettative dei lettori. L’editore sarà comunque lieto di ricevere eventuali commenti e osservazioni al seguente indirizzo: gremese@gremese.com www.gremese.com
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sommario
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aNtipasti
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piatti priNcipali
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dolci
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glossario
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iNdice alfabetico
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on è forse vero che la lussuria è il primo dei sette peccati capitali? Quello che porta alle pulsioni più sfrenate, alla ricerca del piacere spinto all’estremo... o, in ogni caso, a un gioco dei sensi per i libertini?
N
La seduzione è un’arte! in cucina, si avvale spesso dell’apporto di manicaretti in grado di risvegliare il desiderio e le passioni, motivo per cui sono universalmente definiti “afrodisiaci”, cioè capaci di esaltare il piacere, solleticando il palato. Gli afrodisiaci costellano la mitologia e attraversano tutte le culture: afrodite, la dea greca della Bellezza e dell’amore – a cui essi devono il loro nome – nacque dalla schiuma del mare. sorgendo dai flutti, ella fece crescere, al suo passaggio sulla terraferma, rose e piante di menta. si racconta, inoltre, che Cleopatra si avvolgesse in nuvole di cardamomo per sedurre Cesare e marc’antonio. Che Tristano e isotta fossero rimasti succubi di un filtro d’amore aromatizzato alla cannella. Che madame de Pompadour eccitasse i sensi di Luigi XV, il suo regale amante, con minestre di tartufi e sedano gratinato. Che sherazade profumasse di anice le sue notti voluttuose... alcuni cibi – pere, banane, avocados, fichi, ostriche e, con quest’ultime, altri molluschi – devono quella certa reputazione sensuale alla loro forma, femminile oppure evocatrice degli attributi di entrambi i sessi. Le erbe dell’amore, tra cui la menta, il timo, la verbena o pianta di Venere che rianima le fiamme della passione, la salvia e la santoreggia, chiamate anche “erbe dei satiri”, sobbollivano già nei calderoni delle streghe, pronte a risvegliare l’ardore assopito degli amanti. Le
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soavi fragranze della vaniglia e dello zafferano d’oro, che colora il velo delle spose, si dice possano rendere sublime il piacere carnale. sin dalla notte dei tempi, le spezie sono parte integrante dell’armamentario stimolante. Venute dal paradiso, si suppone siano anche in grado di condurvi chi le assapora. L’oriente, che possiede una cultura erotica raffinata, ne fa ampio uso. Forti e ardenti, pepi, peperoncini, zenzero e altre bacche hanno il potere di stregare gli innamorati. il pepe di Guinea, un falso pepe chiamato anche col grazioso nome di “grani del paradiso”, diffonde tonalità calde e inebrianti capaci di far perdere la testa e attanagliare il cuore. Possiamo indovinare il seguito... L’eccitante alchimia abbandonata ai poteri dell’immaginario collettivo genera una grande quantità di ricette. alle più affascinanti tavole dell’amore si fa risalire un menù composto di piatti e cibi con le conclamate qualità per sedurre, le decorazioni raffinate per il piacere degli occhi, un’atmosfera ovattata fra realtà e fantasia. ma cosa sarebbe tutto ciò senza un pizzico di tenerezza, una manciata di amore, il profumo della pelle, il fruscio della stoffa… e il sapore di un istante supremo?
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aN t ipa st i afrodisiaci
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Boudins diaBoLiCi, Per soCComBere Per 4 persone
20 min
1 casseruola di acciaio inossidabile 1 matterello 1 teglia da forno 1 barattolo di vetro 1 coltello 1 pennello 4 piatti 350 g di pasta sfoglia 12 piccoli boudins delle Antille 2 tuorli d’uovo Per il chutney: 100 g di acini di moscato
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1h
3 mele (a dadini bagnati con succo di limone) 25 g di uvetta sultanina morbida 1 cucchiaio di scorza di limone grattugiata 25 g di zenzero fresco grattugiato 25 g di gherigli di noci 25 g di nocciole spellate 10 cl di aceto di vino bianco 80 g di zucchero cristallizzato 1 bastoncino di cannella 10 grani di pepe della Giamaica Sale e pepe macinati al momento
spellate gli acini d’uva ed eliminate tutti i semini. in una casseruola di acciaio inossidabile, fate sobbollire l’aceto insieme allo zucchero. Aggiungete l’uva, l’uvetta sultanina, le mele, i gherigli di noci sbriciolati, le nocciole tritate grossolanamente, lo zenzero, la scorza di limone, la cannella, i grani di pepe della giamaica, un pizzico di sale e pepe. fate cuocere a fuoco basso per circa 30 minuti, mescolando spesso per ottenere una sorta di marmellata densa. Lasciate raffreddare e riponete in frigorifero in un barattolo di vetro chiuso. Accendete il forno a 210°c (termostato 7). stendete la pasta sfoglia e tagliatela in dodici rettangoli grandi abbastanza per avvolgere completamente i boudins. spennellateli con il tuorlo d’uovo allungato con un po’ d’acqua. disponete un boudin su un lato di ogni rettangolo e arrotolate la pasta per chiuderla. spennellate di nuovo con il tuorlo e ripiegate bene le estremità. disponete i fagottini su una teglia da forno leggermente unta e infornate per 15-20 minuti, finché la pasta avrà assunto un bel colore dorato. servite i fagottini ancora bollenti, tre per ogni piatto, insieme alla salsa chutney.
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