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20-07-2011
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PREFAZIONE Ultima conversazione con Romy di Curt Riess La telefonata arrivò a notte fonda, tra il 9 e il 10 maggio. Presumo fosse passata la mezzanotte. A ogni modo ero già andato a letto. «Pronto… sono Romy, Curt!». Sembrava lontana e la sua voce suonava in qualche modo insicura, tesa, nervosa. Io stesso, che avevo parlato così spesso con lei, non riuscii a riconoscerla immediatamente. «Romy, chiami da Parigi?». «No. Sono a Zurigo. Possiamo vederci domani pomeriggio? Per quella faccenda che sai…». «Certo. Sei nel tuo appartamento?». Soltanto in pochi sapevano che da molti anni Romy Schneider aveva un appartamentino nella Segantinistraße, nel sobborgo Höngg di Zurigo. «No, siamo al Baur au Lac…». “Quella faccenda che sapevo”: si trattava delle lettere e annotazioni che Harry Meyen, il suo primo compagno e mio amico di vecchissima data, mi aveva spedito poco prima di morire, per farne – come egli stesso aveva tenuto a precisarmi – ciò che volevo. Non avevo saputo affatto cosa farne, soprattutto dopo che, di lì a poco, Harry si era tolto la vita. Mi era venuto in mente soltanto che queste cose avreb7