C14 Journal 03

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N째3

WE WORK ON lighting for

KITON DEERHUNTING during

Milano Design Week


WE “LOVE CLIENTS”

Kelesoglou / Giulia Celsi /

Alexander Bellman / Matteo Nobili / Simone Russo / Alessandra Lemarangi / Andrea Mutti / Elena Barberini / Elisa Arini / Federico Montagna / Floriana Cescon / Oscar Vitale / Mattia Oddone / Giulia Gabellini / Margarita

Accademia del Profumo AEM - Milano Aprilia Asti Spumante Ballantyne Cashmere Barabas Beaute Prestige International Benelli-Beretta Canali Capgemini Ernst-Young Caterpillar Caudalie Cielo Venezia Citroën Comune di Milano Comunità Europea Consorzio Valtellina Corepla Deloitte Deutsche Bank DPR DUPONT ENEL ENIT Federmobili Ferrero Finanza & Futuro Frau Frescobaldi Gazzetta dello Sport Generali Properties Geospirit Gilera Gruppo OBI GQ – Condé Nast Guzzi Haier Peuterey Hines Phard H3G - (Tre) Piaggio Hotel Chiaravalle Pirelli Hotelplan Pisa Orologeria Ina Assitalia Plantronics Inda Playteam Infostrada - IOL Poliedro Intel Pomellato Itaca Postcard It’s Cool Publicontrol IULM Radio e Video Italia SMI Jean Paul Gaultier Ragno Job Pilot Regione Lombardia Kiton Repi Kodak Safilo Lancaster Samsung Lega Calcio Sara assicurazioni Levi’s Saras petroli LG electronics Shell Logan Siemens Loropiana Sky TV L’Oreal ST Microelectronics Luxottica Swarovski Maliparmi Swatch Group Martini 6 Swiss & Global Ministero dei trasporti Telecom Mondadori Testori Motorola Timberland MT Lights Tiscali Nestlè Tod’s Nielsen Toshiba Nikon Trenord Nokia UNESCO OM-Fiat UniCredit Orlandinotti Unilever Partesa Uvet American Express Vacheron Constantin Valtur Velasco Vitali Virgilio Virgin Vodafone Whirlpool Zaf

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CLIENTS “LOVE US ”


LANDSCAPE

di Alexander M. Bellman

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N

15 Maggio 2014

Deerhunting Concept è un’esortazione ad inseguire sempre e comunque i propri sogni, a discapito delle convenzioni. La caccia al cervo viene usata come metafora primitiva e nomade della ricerca di significati e di emozioni, e quindi, secondo la mia personale ed opinabilissima opinione, attività essenziale alla sopravvivenza. Ho chiesto a tutti in studio di approfittare di questo salone del mobile per individuare i progetti che più raccontavano passione, esprimevano coerenza e testimoniavano volontà. Lo scopo è una piccola rubrica, incondizionata ed incondizionabile, delle 9 eccellenze della famosissima settimana milanese scelte dal nostro studio. Un approccio in un certo senso pretenzioso, ma estremamente divertente e utile per noi, che abbiamo la necessità quasi fisica di esprimere opinioni in libertà. Il concetto è: guardate al salone con la fame degli uomini primitivi e non come dei supponenti critici cinematografici che vanno ad una prima. Cacciate e portate a casa qualcosa da mangiare per le vostre anime e per quelle degli altri componenti della tribù. Enjoy,

The Deerhunting Concept is the encouragement to chase one’s own dreams at the expense of convention. Deer hunting is used as a primitive metaphor and nomadic research of meanings and emotions, therefore in my utterly debatable personal opinion, an essential activity for survival. I asked everyone in the studio to take advantage of the furniture fair in order to identify projects which reflect passion, express consistency and display willingness. The aim is to create a small unconditional, impartial column, on 9 excellences from the famous Milanese furniture week chosen by our studio. A pretentious approach in a way, though extremely amusing and helpful for us, as we have an almost physical need to freely express our personal opinions. The concept: observe the exhibitions with the hunger of primitive men and not like opinionated film critics going to a premiere. Go hunting and bring home some food for your souls and for the other members of the tribe. Enjoy,


4 DESIGN / TOWER HALL

“projection of reality formed by a single sheet of paper”


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Tower Hall / Foyer - Controsoffitto con struttura in carpenteria metallica e pannellatura in legno di rovere False ceiling with metal structure and oak wood paneling

g

li strumenti di un architetto si sa, sono carta e grafite utilizzati insieme per creare un disegno, anteprima di ciò che si vuole realizzare. A volte però l’immaginazione può portare a vedere uno di questi strumenti come una entità singola, come accade per l’origami*, proiezione della realtà formato da sola carta. Come onde sonore che si propagano nell’ambiente, il controsoffitto della sala multipurpose si muove al pari di un foglio di carta piegato ed in continuo movimento, mimando un maxi origami*. Un’onda continua in grado di accogliere il visitatore partendo dal foyer e arrivando fino alla sala principale, movimento che offre una forte caratterizzazione agli ambienti interni ed una particolare vista prospettica, guidando l’osservatore fino al limite del palco. In

contrapposizione allo skyline curvo ed armonioso degli esterni, gli spazi interni sono ricchi di linee tese e geometrie spezzate, dove l’attento studio dell’illuminazione interna consente di creare particolari effetti e scenari luminosi, che disegnano tagli continui nel controsoffitto e nel rivestimento in boiserie di rovere delle pareti perimetrali. I centosessanta spettatori che animeranno la sala, saranno immersi in un ambiente pensato come una cassa armonica, dove suoni sono calibrati alla perfezione per “rimbalzare” sulle superfici inclinate del soffitto. *con il termine orìgami si intende l’arte di piegare la carta (o-ri-gami, termine derivato dal giapponese: ori piegare & kami carta).

Federico Montagna


6 DESIGN / TOWER HALL

Tower Hall / Downlight ad incasso Artemide Parabola 80 led, 13 W 40° 3000 K Recessed downlight, Artemide Parabola 80 led, 13W, 40°, 3000 K

The tools of an architect are universally recognised, they are graphite and paper used together to create a design, a preview of what you want to accomplish. Sometimes though, one’s imagination may lead one to perceive one of those tools as a single entity, as in the case of the origami*, projection of reality formed by a single sheet of paper. Just like sound waves spreading through the environment, the ceiling of the multipurpose hall moves like a folded sheet of paper in continuous motion, mimicking a giant example of origami*. A continuous wave, able to accommodate the visitor starting from the foyer and as far as the main hall, a movement that strongly characterises the

interior and creates an unusual perspective, leading the visitor to the edge of the stage. In contrast to the curved skyline and harmonious exterior, the interior is filled with taut lines and broken geometric shapes, the carefully-studied lighting creates special effects and lighting scenarios, which make running cuts in the ceiling and in the oak panelling on the perimeter walls. The one hundred and sixty spectators who will animate the space, will be immersed in an environment designed as a sounding board, where sounds are calibrated to perfection to “bounce” off the sloping surfaces of the ceiling.


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Tower Hall / Controsoffitto con struttura in carpenteria metallica e pannellatura acustica microforata 2 x 5 in legno di rovere False ceiling with metal structure and oak wood microperforated acoustic paneling 2x5mm

* THE TERM REFERS TO THE ART OF ORIGAMI PAPER FOLDING (折り紙 o- re- gami , a term derived from the japanese, ‘ori’ folding and ‘kami’ paper).


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PIACE

DEERHUNTING Come contemporanei Robin Hood, in calzamaglia urban fitted e arco digitale (leggi Smartphone), ci siamo mimetizzati tra il pubblico del caotico Fuorisalone milanese, per scovare e sottoporvi le proposte pi첫 intriganti ed innovative. Ecco i nostri trofei di caccia.

Like modern-day Robin Hoods, in urban tights and carrying a digital bow and arrow (read smartphone), we are camouflaged amongst the visitors of the chaotic Milan Fuorisalone so we can hunt down and present you with the most intriguing and innovative new products. Here are our hunting trophies.


design week 2014

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“DynamiCube 2” di Alexander Bellman

Innovazione tecnologica, riproducibilità in serie, relazione strutturale tra forma, funzione e controllo dei costi. Ecco, il progetto di Giorgio è esemplare. Unisce le caratteristiche fondamentali del design industriale con l’ambizione più alta di qualsiasi progettista di apparecchi di illuminazione, invertire la luce con l’ombra. Dynamic Cube 2 è una lampada fatta di 4 superfici triangolari e 4 quadrate unite tra loro, quelle scure contrapposte alle luminose (raffinate piastre O-LED di ultima generazione) che come un origami cambia da bidimensionale a

tridimensionale. Da piano diventa cubo passando per tutti gli stadi geometrici intermedi. Attraverso una semplice rivoluzione della forma le facce interne diventano quelle esterne con conseguenza che la luce potrà essere diffusa o schermata, contenuta o contenitore, secondo il desiderio dell’utente. L’imprevedibilità della configurazione è tale che un riferimento involontario al gatto nella scatola di Schrödinger ed alla meccanica quantistica in generale è inevitabile.

Technological innovation, reproducibility in series, structural relationship between form, function and cost control. Here, George’s project is exemplary. It combines the basic features of industrial design with the highest ambition of every lighting designer, reverse light with shadow. Dynamic Cube 2 is a lamp made of 4 triangular surfaces and 4 square surfaces joined together, the dark ones opposed to the light ones (stateof-the-art OLED plates) like a piece of origami changes from two-dimensional to threedimensional. From plane be-

comes cubic passing through all the intermediate geometrical stages. Through a simple revolution of its shape the internal faces become external with the consequence that the light will be diffused or screened, contained or container, according to the desire of the user. The unpredictability of the configuration is such as a reference to the involuntary Schrödinger cat in the box as well as to the quantum mechanics that in general is inevitable. //SaloneSatellite


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PIACE

“Light is Time” Citizen di Matteo Nobili Una pioggia dorata avvolge il visitatore. Protagonisti indiscussi i meccanismi degli orologi che disegnano giochi di luce creando uno spazio sospeso, senza tempo, in cui perdersi e immergersi. A golden shower envelops the visitor. The undisputed stars of the show - the watches’ mechanisms create playful light effects, a suspended space, where time no longer exists, where one can become absorbed and lose oneself completely. //Triennale

“Atmos”

di Margarita Kelesoglou Una lampada atmosferica che porta tre elementi vitali insieme. Progressivamente, il vetro sembra cristallizzare, micro goccioline formano gocce che corrono lungo le pareti, esaltando il ciclo naturale dell’acqua. 2° premio in SaloneSatellite/ da Arturo Erbsman An atmospheric lamp that brings three vital elements together. Progressively, the glass seems to crystallize, micro droplets form drops that run along the walls, exalting the natural cycle of water. 2° prize in SaloneSatellite/ by A. Erbsman //Salone Satellite


design week 2014

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“Ton sur ton”

“U_Cloud”

Il collettivo danese Vij5 presenta una serie di pezzi realizzati con NewspaperWood materiale ottenuto attraverso un processo produttivo non convenzionale, dalla carta da giornale al legno da cui è derivata. Smart upcycling in Lambrate Ventura.

Una nuvola di schermi LED rappresenta la forza vitale della città in versione 2.0. Le città sono luoghi di scambio di informazioni in cui cresce esponenzialmente il numero di connessioni invisibili che le proiettano oltre ai loro confini. Video e immagini fanno fluttuare la nuvola su una città infinita.

di Andrea Mutti

Vij5, the Danish group presents a collection of pieces made of NewspaperWood, a material obtained by means of an unconventional production process - newspaper to wood from which it is originally derived. Smart upcycling in Ventura Lambrate. //Ventura Lambrate

di Elisa Arini

A cloud of LED screens is the life force of the city in version 2.0. Cities are places for the exchange of information where the number of invisible connections which projects beyond their borders grows exponentially. Videos and images make the cloud float above an infinite city. //Statale


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PIACE

“Jean Nouvel @Artemide” di Alessandra Lemarangi Un incontro con un archistar tra la folla del Fuorisalone, lui e il suo ultimo pezzo di design “Objective” per Artemide. Ispirazione: l’obiettivo fotografico. Caratteristica: oggetto riconfigurabile con tre diverse sorgenti luminose. A meeting with one of the superstars during the Fuorisalone, him and his latest design, entitled “Objective” for Artemide. Inspiration: the photographic lens. Feature: reconfigurable object to three different light sources. //Brera

“Hey-Hay” di Giulia Celsi

Design Mini Market, nel cuore di Brera, per scoprire la nuova e divertente collezione del brand danese HAY , oggetti e accessori funzionali ma raffinati, realizzati in collaborazione con il designer inglese Sebastian Wrong. A Design Mini Market, in the heart of the Brera district, where one can discover the new, fun collection by the Danish brand HAY, functional yet stylish items and accessories, made in collaboration with British designer Sebastian Wrong. //Brera


design week 2014

“Portraits”

di Elena Barberini Una serie di ritratti dedicati a personaggi dello starsystem. Un’accurata ricerca sul character design e sulla digital art dà vita ad una collezione di brillanti reinterpretazioni dallo stile assolutamente ironico. A series of portraits of personalities within the star system. In-depth research into character design and digital arts results in a collection of brilliant reinterpretations with a definite sense of humour. /valeriacalfa.blogspot.it //Zona Tortona

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“must see” Ventura Lambrate Università Statale Triennale

“must have” iSaloni APP (guide) elegant outfit waterproof boots


PIACE

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“Vesta veste Baccarat” di Mattia Oddone La consueta disordinata moltitudine ingombra i vicoli di Brera, mentre la mia mente rievoca il racconto compiaciuto di Michael Douglas, snocciolato ai suoi invitati a cena ne “la guerra dei Roses”, sul come sia venuto in possesso di un servizio “mutilato” di calici Baccarat. Ancora qualche passo, giro l’angolo e ci sono. S.Carpoforo, un rudere nei secoli maltrattato, ormai sconsacrato e spogliato dei suoi ornamenti sacri, oggi è vestito di preziosissima luce. Luce perfettamente e nitidamente rifratta dai

capolavori in purissimo cristallo della casa francese dell’ Art de Vivre, che qui ha deciso di celebrare i suoi 250 anni. Il contrasto deciso tra la magnificenza del cristallo e la povertà della pietra spoglia, sospende lo spazio in un perfetto equilibrio. Riaffiora, scintillante il genius loci di S. Carpoforo, anticamente dedicata a Vesta, la dea del Fuoco. Meglio di qualche calice orfano di un servizio completo…. mi porto a casa l’aura “divina” che uscendo dal “tempio” mi pervade!

The usual rabble crowds the streets of Brera, while my mind recalls Michael Douglas’ smug story to his dinner guests in “The War of the Roses“, on how he acquired a set of “mutilated“ Baccarat wine glasses. A few more steps, I turn the corner and here I am. San Carpoforo , a ruin, mistreated for centuries, today it is deconsecrated and stripped of its sacred ornaments but tonight it is all dressed up in precious light. The light is perfectly and clearly refracted by masterpieces made of the purest

crystal by the French house of Art de Vivre, which has decided to celebrate its 250th anniversary here. The stark contrast between the magnificence of the crystal and the poverty of the bare stone, suspends the space in a perfect balance. The genius loci of S. Carpoforo, formerly dedicated to Vesta, the goddess of fire, resurfaces to sparkle once more. Better than any remnant goblet from a complete service.... I will take home the “divine” aura which fills me on leaving the “temple”! //Brera


15 LIGHTING / KITON

The Art of Light

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n un edificio che è parte integrante di Milano e che è stato di Gianfranco Ferrè... “Per me, che nonostante il nome straniero ho radici e tradizioni profondamente milanesi, il nuovo showroom Kiton aprirà nell’edificio più evocativo di tutta la Milano capitale della moda degli anni 90. Ogni centimetro di muro ti parla di storie recenti, ti racconta di Gianfranco Ferrè, del progetto di Franco Raggi, che con grande intuito e coerenza è stato incaricato dalla maison napoletana di questo secondo intervento di

ristrutturazione e rivitalizzazione. A livello personale, anche delle serate passate a bere, fumare e ad ascoltare musica nei locali di Brera e C.so Garibaldi, senza neanche immaginare, ogni qualvolta mi soffermavo a guardare le gloriose vetrate della facciata, che in futuro “c’avrei messo mano” facendo una delle cose che più mi piace, progettare la luce. L’incarico di GrupppoC14 è molto specifico e molto tecnico. Riguarda la grandiosa sala principale, le sale ad essa adiacenti e le facciate esterne di via Fiori Chiari e di via Pontaccio.


16 LIGHTING / KITON

“ogni qualvolta mi soffermavo a guardare le gloriose vetrate della facciata, che in futuro “c’avrei messo mano” facendo una delle cose che più mi piace, progettare la luce”

Kiton / ERCO Façade luminaire: “Focalflood” LED projector, asymmetrical light distribution - 20W, 3000K

Per il resto si è scelto di riutilizzare l’impianto esistente riconfigurando, ripristinando e coinvolgendo i progettisti originali. GruppoC14 si è occupato delle zone più tecniche e delicate, dove un intervento di illuminazione richiede competenza specifica nel lighting delle opere d’arte, ce ne sono già e ce ne saranno molte altre e del retail di lusso. Va doverosamente precisato, che dal punto di vista della luce l’approccio progettuale in questo caso non è molto dissimile da quello necessario per una galleria d’arte o per un museo, con un’attenzione smisurata alla resa cromatica dei raffinatissimi tessuti e la possibilità di una grande flessibilità di configurazioni e puntamenti. A ciò si aggiungono tematiche tipiche degli showroom di moda, per esempio la possibilità dell’illuminazione dei tavoli dedicati alla vendita durante i periodi di campagna e il controllo accurato dell’illuminazione di ambiente e di atmosfera. In un primo momento l’approccio è stato particolarmente difficile perché a prima vista tutto non sembra contaminabile con altro rispetto a quello che già c’era: l’immenso lucernario, i fluorescenti dietro i vetri, le lampade alogene Nobi di Fontana Arte a soffitto...

L’architettura interna è dominante, le maschere di Franco Raggi disposte sulle colonne lungo il perimetro della sala ti osservano e ti giudicano di continuo. L’unica strada, e questo è il punto fondamentale, è di fare in modo che il nuovo sistema di illuminazione non debba avere la pretesa di far parte del disegno progettuale originale. Certo, proiettori e binari seguono le linee architettoniche, sono ordinati, precisi e assolutamente rispettosi nella loro posizione adiacente al soffitto ed al lucernario a 8 metri d’altezza, ma in un certo senso la loro presenza e tecnicità è e deve essere autoreferenziale. La scelta progettuale è di un’ottima qualità della luce LED, configurabilità ed intercambiabilità delle lenti, l’eccezionale rendimento luminoso e quindi risparmio energetico, la precisione assoluta nei fasci e nelle ombre, un design essenziale e fortemente teutonico, molto poco invasivo e assolutamente sobrio. Sarà la sartorialità di Kiton ad essere protagonista in questo fantastico palcoscenico.

Alexander M. Bellman


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In a building that was once Gianfranco Ferrè’s headquarters and an integral part of Milan… “In my opinion, despite my foreign name I have deeply Milanese roots and traditions, the new Kiton showroom will open in the most evocative buildings in Milan, the fashion capital of the 90’s. Every inch of wall tells a story, about Gianfranco Ferrè and Franco Raggi’s design, who with immense intuition and consistency has been entrusted by the Neapolitan maison to undertake this second major restructuring and revitalization. On a personal level, even evenings spent drinking, smoking and listening to music around the bars of Brera and C.so Garibaldi, without even imagining it that every time I stopped to gaze at the glorious windows of this façade, In the future I would have “got my hands on it “ doing one of the things I like most: designing light”. GrupppoC14’s assignment is as specific as it is technical. It concerns the magnificent main hall, the rooms adjacent to it and the external façades on via Fiori Chiari and via Pontaccio. For the rest it was decided to reuse the existing system by reconfiguring, restoring and involving the original designers. GruppoC14 was responsible for the most technical and delicate areas where a lighting project requires specific expertise in lighting works of art, there are already numerous examples and there will be many more within luxury retail. It should be noted, that in terms of light design, the approach in this particular instance is not very different from what an art gallery or a museum needs, meticulous attention to the colour rendition of fine textiles and extensive flexibility regarding configurations and pointings. To this are added typical issues related to fashion showrooms, such as iluminating tables for sales during campaign periods and careful control of ambient and atmosphere lighting. Initially, the approach was particularly difficult because at first glance a crossover with pre-existing features does not appear feasible: the huge skylight, the fluorescent lamps behind glass, the halogen lamps by Fontana Arte Nobi on the ceiling... The internal architecture is very dominant, Franco Raggi’s masks placed on the columns along the perimeter of the room seem to be watching and judging you all the time. The only way forward, and this is the key point, is to make sure that the new lighting system does not make any claims of being part of the original design. Of course, projectors and tracks follow the architectural lines, they are orderly, accurate and absolutely respectful in their adjacent position to the ceiling and the 8-metre-high skylight, though in a sense their presence and technicality is and must be, self-referential. The design called for excellent quality LED lights, configurable and interchangeable lenses, exceptional light output and therefore energy-saving, absolute precision in the beams and shadows, clean but strong teutonic design, hardly intrusive at all and completely pared-down. It will be Kiton’s tailoring which has the starring role on this fantastic stage.


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I stopped to gaze at the glorious windows of this façade, in the future I would have “got my hands on it “doing one of the things I like most: designing light”


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Kiton / ERCO Hanged Track system: “Opton” narrow spot LED projector - 28W, 3000K


20 DESIGN / EXHIBITION

THE

SIXTH


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IL SESTO SENSO (IL RICORDO)

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itando Oscar Wilde, “c’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di sé.” Quando ci viene richiesto di pensare ad un progetto per un allestimento fieristico, che si tratti di fashion, design, travel o food, pensiamo innanzitutto a come generare nel pubblico ”il ricordo” di ciò che è stato e il conseguente desiderio di parlarne, di condividerlo. Seth Godin, guru dell’ advertising, lo definisce l’idea virus, quell’idea capace di generare tanto interesse da far si che sia chi l’ha vissuta e vista a diffonderne le qualità

SENSE

e le caratteristiche. Noi, con la nostra buona dose di modestia, lo definiamo sesto senso. È quello che in realtà attinge dagli altri cinque per ri-generare esperienze ed emozioni vissute in precedenza. Si perché negli ultimi anni, il mondo dell’esposizione si è evoluto da una semplice ed ordinata disposizione di oggetti e strumenti per raccontarne le qualità distintive, ad un momento di totale immersione, complice anche l’evoluzione tecnologica ed i nuovi sistemi di comunicazione. Sintesi e complessità miscelano i loro ingredienti per definire

uno spazio fruibile ed al tempo stesso di forte interiorizzazione. Non è solo osservare, ma ascoltare, gustare, toccare. L’allestimento scatena così emozioni tridimensionali, pulsioni sottocutanee dove ogni senso ha a che fare con l’altro, completandolo o amplificandolo, e dove il ricordo sarà il portabandiera di quella storia che permetterà di far parlare di sé, piuttosto che il contrario.

Simone Russo


22 DESIGN / EXHIBITION

THE SIXTH SENSE (MEMORY). To quote Oscar Wilde “There is only one thing in life worse than being talked about, and that is not being talked about.” When we are asked to think of a project for an exhibition stand, whether it’s fashion, design, travel or food, first we think about how to generate people’s “memory” of what has already been and the consequent desire to talk about it, to share it. Seth Godin, the advertising guru, defines it as the ‘idea virus’, capable of generating so much interest that the person who experienced

it is the one who will spread its qualities and characteristics. We, along with our healthy dose of modesty, call it the sixth sense. It actually draws from the other five in order to re-generate previously-experienced events and emotions. Yes, because in recent years, the world of exhibitions has evolved from a simple, orderly arrangement of objects and tools to illustrate their distinctive qualities, to being a moment of total immersion, this is also due to technological progress and new communication systems. Synthesis and complexity combine

their ingredients to define a usable space and simultaneously strongly internalized. It is not only about observing, but also listening, tasting, touching. So, the set up triggers threedimensional emotions, subcutaneous impulses where all the senses are connected to each other, supplementing or amplifying, and where memories will be the standard bearer of that story that will be talked about, rather than the reverse.


“Way Point 0” Palazzo del Ghiaccio - 2010


24 ARCHIVIO / EVENTS

Partesa / Set-up camera immersiva realizzata con struttura in travi americane e teli in cotone bianco 46x16x8 m Set up of the immersive room structured by trusses and sheets of white cotton 46x16x8 m

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l 22 Ottobre 2010, neanche 10 minuti di preavviso e mi ritrovo a Palazzo del Ghiaccio, icona del liberty milanese in cui virtuosismo architettonico e rigore ingegneristico si sposano in memoria dell’antico prestigio di una città. Riunione del team di progetto e si parla subito di “ frame esperienziali come messaggi subliminali, suggestione di immaginari, di colori, suoni e sapori lontani in un morphing 3D di evocazioni immersive”. Molte le domande in merito, su tutte: perché sono qui? perchè io? e mentre vorrei valutare le mie reali possibilità di sopravvivenza insieme ad un piano per fuggire, la frenesia del set up non me ne lascia il tempo… Il leitmotiv che guida la regia è la tutela dell’esigenza di equilibrio tra i nostri due ospiti illustri, il progetto scenografico è compositore colto ma anche direttore d’orchestra generoso con il pubblico, arduo accostamento e ricco racconto in cui la mano creativa si muove con estrema cura. La celebrazione di una missione è la protagonista dell’opera, interpretata a più livelli, racconto di un sorprendente viaggio virtuale narrato nel lasso di tempo di una serata. È stato attraversato un oceano, sono stati percorsi migliaia di Km sulle rutas dell’America del Sud, fotografate città affascinanti e riprodotti paesaggi ai confini del mondo per introdurre la missione Partesa on the Road. L’hub di partenza è il parterre di Palazzo del Ghiaccio, un incalzante countdown invita il pubblico a prendere posto all’interno di una scatola pulsante, teatro di un’impresa suggestiva. Le imponenti pareti del volume centrale si smaterializzavano e diventavano 600 mq di schermo, la video-animazione abbraccia il pubblico; gli ospiti esplorano dapprima i ghiacci dell’imponente Perito Moreno, nuotano

nell’Oceano Atlantico e attraversano la pampa argentina per portare a termine la “grande consegna” di Ushuaia. La regia Watchout coordina 12 proiettori HD che trasmettono contribuiti da software 3D_hires, ogni singolo frame è di assoluto realismo, la sensazione è di perdita della percezione fisica dello spazio, immersione totale dello spettatore in sorprendenti e spettacolari paesaggi. Il cielo del palazzo attraverso il simbiotico progetto luci si apre ad orizzonti ogni volta differenti in accordo con i luoghi esplorati. Assordante lo scricchiolio del ghiaccio, dolce il rifrangersi delle onde, sibilante il soffio del vento. La progettazione è stata maniacale nel controllo dei dettagli e dei tempi di scena, la tecnologia impiegata imponente, ma il virtuosismo mai inutile protagonista. Abbiamo dato vita ad una mise en scène spettacolare e coinvolgente.

Elena Barberini


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“la regia tutela l’esigenza di equilibrio tra i nostri due ospiti illustri, il progetto scenografico è compositore colto ma anche direttore d’orchestra generoso con il pubblico”

Partesa / Convention: ingresso in sala della jeep, Riccardo Giuliani, Stefano Zambon, Piero Protti introducono il progetto “Partesa on the road”, Presenta l’evento Licia Colò, testimonial dell’eccezione Javier Zanetti. Convention: Jeep entering the room, Riccardo Giuliani, Stefano Zambon, Piero Protti introduce the project “Partesa on the road”, Licia Colò presented the event, while Javier Zanetti was the special celebrity guest for the evening.


26 ARCHIVIO / EVENTS


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“the protection of the need for balance between our two distinguished guests, the design is theatrical but also a generous composer- conductor with the public, an arduous combination and rich story in which the creative hand moves with extreme care�

Partesa / Set-up tecnico proiezioni video. Camera immersiva realizzata con struttura in travi americane e teli in cotone bianco 46x16x8 m Technical set-up for video projection. Immersive room structured by trusses and sheets of white cotton 46x16x8 m


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Partesa / convention: Licia Colò e Riccardo Giuliani A.D. Partesa nella scenografia del Perito Moreno. Convention: Licia Colò and Riccardo Giuliani CEO Partesa in Perito Moreno’s scenography.

On 22 September 2010, without even so much as a 10-minute warning, I find myself in the Palazzo del Ghiaccio, a symbol of the Milanese liberty style in which architectural virtuosity and precision engineering come together in memory of the old prestige of a city. The project team meets and already the discussion is about “experiential frames as subliminal messages, suggesting imagery, colours, sounds and flavours in a distant 3Dmorphing of immersive evocations”. I have more than a few questions, but above all: why am I here? Why me? and while I would like to evaluate my real chances of survival along with a plan to escape, the hustle and bustle of the set up does not leave me time to do so... The overriding leit motif is the protection of the need for balance between our two distinguished guests, the design is theatrical but also a generous composer - conductor with the public, an arduous combination and rich story in which the creative hand moves with extreme care. The celebration of a mission is the focus of the project, performed on multiple levels, the story of an amazing virtual tour narrated in the time span of an evening. An ocean was crossed, thousands of kilometers were covered along routes through South America, alluring cities, landscapes at the edge of the world were photographed and reproduced to introduce the mission of Partesa on the Road. The hub of departure is the parterre of the Palazzo del Giaccio, a stirring countdown invites guests to take their seats inside a pulsing box, the theatre of this suggestive enterprise. The imposing walls of the central volume dematerialize to become 600m2 of screen, the video - animation embraces the guests; at first, the guests explore the impressive glacier of Perito Moreno, swim in the Atlantic Ocean and go through the Argentinian pampas to complete the “great delivery” of Ushuaia. The Watchout direction coordinates 12 HD projectors which transmit contributions from 3D_hires software, each frame is absolute realism, the feeling is of the loss of physical perception of space, total immersion into amazing, spectacular landscapes. The sky of the building through the symbiotic lighting design opens different horizons each time in accordance with the places explored. Deafening for the crunch of ice, soft for lapping waves, hissing for the wind. The design pays meticulous attention to the control of every detail and timing of the scene, the technology employed is impressive, though the virtuosity was the real star of the show. We had created a stunning, exciting mise en scène.


INTERVISTIAMO

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ELISA ARINI

architetto C14 - “-L’arina”

A 13 anni cosa voleva fare? L’esploratrice. E’ mai andato da uno psicanalista? No, fidanzato e amiche ne fanno già le veci. Il suo rapporto con droghe, psicofarmaci, alcol? Cito Baudelaire: “ Chi beve solo acqua ha un segreto da nascondere”. Ha il potere assoluto per un giorno, che cosa fa? Sperimento il teletrasporto. Cosa la tiene sveglio/a la notte? Un vicino di casa che russa come un bull dog. Quanto conta il sesso nella vita? E’ la ciliegina sulla torta… Se la sua vita fosse un film chi sarebbe il regista? Michel Gondry… creatività e follia. Si reincarna in un uomo, la prima cosa che sperimenta? Mi faccio spazio in una conversazione calcistica, giusto per essere presa sul serio. Un bambino le chiede: ”perché si muore?”. Cosa gli risponde? Per andare a giocare sulle nuvole. La sua casa brucia, cosa salva? Chiodino, il mio peluche portafortuna. Il senso più importante? Il gusto: sono schiava delle mie papille gustative... Cosa non indosserebbe mai? Il costume di Borat. Il vero lusso è? Poter condividere gioie, viaggi e successi con qualcuno di speciale. Di cosa ha paura? Della morte e di tutto quello che può finire. In un mondo perfetto aboliresti la parola... Dieta.

What did you want to be when you were 13 years old? An explorer. Have you ever gone to a psychoanalyst? No, my boyfriend and my friends already fill that role. What is your relationship with drugs and alcohol? To quote Baudelaire: “Who only drinks water has a secret to hide.” What would you do if you had absolute power for just one day? I’d try out teleportation. What keeps you awake at night? A neighbour who snores like a bulldog. How important is sex in your life? It’s the icing on the cake. If your life was a movie, who would direct it? Michel Gondry... creativity and madness. If you could be reborn as a man, what would you experience first? I’d take part in a football conversation, just to be taken seriously. A child asks you: “Why do we die?”. What would you say? So we can go and play amongst the clouds. Your house is burning. What would you save? Chiodino, my lucky teddy bear. The most important sense? Taste: I am a slave to my taste buds What would you never wear? Borat’s costume. What is true luxury? Being able to share joy, journeys and achievements with someone special. What are you afraid of? Death and anything that comes to an end In a perfect world you would abolish the word.. Diet.


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In copertina / On the cover KITON SHOWROOM - MILANO C14 Journal in collaborazione con Diorama Magazine Stampato a Milano Maggio 2014 da Unigrafica - Arti Grafiche

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