Quando ho proposto C14 Magazine allo studio l'ho fatto sottotono, l'ho presentata come una cosa di poca importanza, un argomento secondario durante una riunione generale. Non ho neanche parlato degli obbiettivi, di formato o di periodicità. Sorprendentemente l'approvazione è stata immediata, l'idea stranamente condivisa da tutti, quasi si trattasse di un'esigenza, una necessità comune e chiaramente individuata. Non mi capita mai, neanche per i progetti di cui vado più orgoglioso o che mi sembrano assolutamente incontestabili. A quel punto ho capito. Ho capito che non si trattava soltanto di uno strumento di comunicazione, come può essere un sito o una brochure, ma era già molto di più. Un modo per attuare un'introspezione dello studio? Un sistema di sintesi vivo, pulsante e veloce (e finalmente su carta stampata, aggiungerei) sul quale tutti potessimo esprimere opinioni libere, senza l'incubo della comunicazione istituzionale che altri strumenti contemplano? Staremo a vedere.