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MARCIA INGRANATA

IL TESSILE SI RIMETTE IN MOTO, CON IL LOCKDOWN ALLE SPALLE E LE FIERE COME PUNTO DI RIPARTENZA

DI MATTEO GRAZZINI

A scuola guida la chiamano ‘partenza in salita’. E quindi richiede una buona dose di esperienza, tempismo e attenzione, ma una volta riuscita dà grande soddisfazione. Il tessile pratese si trova nella stessa situazione: bloccato ad un semaforo rosso da troppo tempo ha bisogno di ripartire, adesso che finalmente è scattato il verde ma la strada davanti è in salita, una delle più ripide della sua storia e la macchina, per quanto prestigiosa, rodata e affidabile, deve essere mossa con cura. Dopo il primo e terribile lockdown di acqua sotto i ponti ne è passata tanta, compresa una improvvida e mal digerita trasmissione televisiva che ha evidenziato la crudeltà e l’illegalità del distretto parallelo che si muove fuori dalle regole senza soffermarsi sulla maggioranza virtuosa e rispettosa della legge. Un colpo duro all’immagine di Prato perché arri-

vato da un’emittente nazionale e quindi con una vasta platea, al quale il distretto ha risposto con fermezza. Ma adesso, con il ritorno delle fiere di settore, il peggio sembra passato anche se la cautela regna sovrana. “La ripartenza c’è ma è lenta - spiega

Maurizio Sarti, presidente di PratotraFIRENZE E MILANO de e rappresentante LE PRIME TAPPE del sistema moda in Confindustria Tosca-

DEL PERCORSO na Nord - perché il tessuto italiano fatto

VERSO LA da italiani necessita ancora di eventi, ce-

TANTO ATTESA NORMALITÀ rimonie e momenti in cui è necessario vestirsi bene e non in tuta come abbiamo fatto nei mesi in cui siamo stati chiusi in casa dalla pandemia. Come distretto abbiamo perso circa il 25% e alla fine non è neanche troppo drammatico se pensiamo a quello che è capitato. Qualcuno non si è mai fermato, altri come il filato fantasia o l’aguglieria, hanno avuto una crescita. Ma il nostro è un settore fatto

LE FIERE DEL SETTORE TESSILE STANNO DANDO SEGNALI SIGNIFICATIVI DI UNA RIPRESA NON SEMPLICE, MA CONCRETA

SOPRA DA SINISTRA: MAURIZIO SARTI E FRANCESCO MARINI. SOTTO: SANDRO CIARDI

SI ASPETTA LA FINE DI SETTEMBRE PER VEDERE UN CAMBIO DI MARCIA

di sensi, di emozioni ed adesso che abbiamo la possibilità di toccare il tessuto in fiera c’è ancora qualcuno che ha paura del virus, che preferisce attendere ancora un po’ prima di tornare a incontrare le persone dal vivo”. La ripartenza passa anche da scelte, obbligate o meno, valutate nei mesi del Covid: “C’è necessità di un ricambio generazionale - conclude Sarti - ma il mercato del lavoro resta difficile ed i giovani si trovano di fronte ad un sistema di assunzioni meno flessibile di quello, per esempio, anglosassone. Tanti di coloro che a fine secolo scorso erano entrati in azienda giovani e entusiasti stanno per andare in pensione ed è difficile trovare professionalità dello stesso livello”. “Abbiamo scelto di ripartire con una collezione più spinta e creativa del solito - dice Sandro Ciardi di Dinamo, anche lui con un passato al vertice di Pratotrade - anche per dare un segnale forte ai clienti, che si aspettano creatività, qualità e servizi e quelli che abbiamo visto nelle fiere degli agenti ed a Milano Unica lo confermano; ovviamente in gran-

UNA DELLE de maggioranza italiani ma anche di alta

PRIORITÀ DEL qualità. La pandemia ci ha colpiti ma il di-

DISTRETTO È stretto non ha perso per strada nessuno,

RECUPERARE TERRENO SUI grazie anche agli aiuti che sono arrivati dalle istituzioni per l’accesMERCATI ESTERI so al credito, il blocco dei licenziamenti e la cassa integrazione. Una indicazione della strada da percorrere ce l’hanno data i colleghi filatori, che hanno dato sfogo alla fantasia e si sono presentati a Pitti Filati con delle gran belle collezioni, dimostrandosi pronti a ripartire. Diciamo che il Covid ci ha creato anche una co-

ALTA QUALITÀ E CREATIVITÀ RESTANO LE MIGLIORI RISPOSTE

razza più dura per ripartire, e se riparte il tessile riparte Prato”. Una tesi condivisa anche da Francesco

Marini, presidente del Museo del Tes-

suto, che a Milano Unica, nello stand di Marini Industrie, ha visto anche qualche cliente straniero, altro buon segnale per Prato: “Io dico sempre che il lavoro è alla base del benessere - spiega - e se le aziende sono in grado di dare uno stipendio equo ai propri dipendenti questi poi muovono i consumi e l’economia quindi sicuramente l’industria è il punto di partenza per la ripresa di Prato. E non solo, perché la ripresa dei consumi deve essere mondiale, visto che i nostri sono mercati globali e per ora solo la Cina con grande forza e gli Stati Uniti sembrano aver ripreso il passo giusto. L’Europa sta invece faticando”. Prato vista come città, distretto, entità unica: “Dobbiamo considerare che i problemi sono gli stessi e condivisi - continua Marini - ed infatti insieme agli artigiani abbiamo presentato un documento in Regione Toscana per sottolineare esigenze e progetti del distretto. Un lavoro comune che fa capire come si debba ripartire tutti insieme, pur da posizioni diverse. Per i filati la ripartenza è stata più secca, immediata, perché hanno sofferto meno, così come il tessile per l’arredamento o i tessuti tecnici, che nella pandemia e per la pandemia hanno avuto addirittura nuove opportunità di lavoro; come tessile-abbigliamento invece è innegabile che abbiamo avuto più problemi ma già da due mesi si è risvegliato l’interesse e gli ordini stanno arrivando e sicuramente ci sarà un’accelerazione dopo il ritorno delle fiere in presenza. Il rapporto tra fornitori e clienti ne uscirà rafforzato, grazie alla credibilità che riusciamo a dare come distretto”. La macchina pratese, fuoriserie, SUV o utilitaria che sia ha quindi staccato la frizione e si è mossa su una salita che ha già portato a Firenze per Pitti Filati e Milano per il salone unico e che adesso passerà per Monaco di Baviera prima e Parigi con Première Vision poi. A fine settembre il pieno dovrebbe essere garantito e potrebbe finalmente iniziare la discesa.

L’ARRIVO DEGLI ORDINI GIÀ AD APRILE È STATO IL PRIMO DATO CONFORTANTE

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