Colors 74

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Questa rivista trova la sua vera forma solo quando i fogli sono staccati e appesi al vento. Secondo l’usanza tibetana, questo aiuterà a esaudire le suppliche e le preghiere per le vittime del terremoto in Cina che il magazine contiene. — Colors 74 vuole essere un piccolo contributo per il dialogo e la distensione tra la popolazione cinese e quella tibetana. — Non è un magazine tradizionale, ma una raccolta di preghiere ispirata al significato e alle forme delle tradizionali bandiere tibetane. La redazione di Colors ha incontrato 30 monaci tibetani in varie parti del mondo, portando con sé 30 foto del terremoto in Sichuan. Ciascun monaco ha composto una preghiera basandosi su una di queste foto. Allo stesso tempo abbiamo chiesto a due importanti scrittori cinesi – Acheng e Yu Hua – di raccontare la reazione e i cambiamenti della società cinese dopo il terribile sisma dello scorso maggio. — Attenzione: su queste pagine sono stampate parole e simboli sacri, abbiate rispetto di essi: non gettate il magazine per terra o nei rifiuti. Non dimenticate la rivista in un cassetto. Se proprio non la sopportate più, piuttosto andate in giardino e bruciatela. Il fumo trasporterà le benedizioni in cielo...


COLORS 74 | VitTIME

≥ PREFAZIONE | 69181

di Acheng

Controllo questo numero tutti i giorni. Non compro azioni, e dunque non si tratta dell’indice del mercato azionario del giorno. Non è neppure un numero telefonico, in Cina non ci sono numeri di cinque cifre. Da alcuni giorni questo numero non ha subito variazioni, si è fermato a 69.181. — 69.181, è il numero dei morti rilevati fino ad oggi e reso noto dal governo dopo che il forte terremoto di magnitudo 8 ha colpito Wenchuan, nella provincia del Sichuan, il 12 maggio 2008 alle ore 14 e 28 minuti. Lo controllo tutti i giorni questo numero. Da alcuni giorni non è più aumentato. — I numeri non mi interessano, non sono portato, diciamo pure che sono negato. In Italia, quando c’era ancora la lira, dovevo calcolare le unità, le decine, le centinaia e le migliaia per rendermi conto del prezzo di un oggetto. Era così anche in Giappone. 69.181, al contrario, è un numero che memorizzo bene. Corrisponde a 69.181 vite perdute, e questo lo capiscono tutti. Ma il mio interesse verso questo numero ha anche altri risvolti. — Negli ultimi 50 anni del secolo scorso in Cina ci sono stati numerosi terremoti, il governo però non ha mai reso pubblico il numero delle vittime. Alle 3, 42 minuti, 54 secondi e 2 centesimi del 28 luglio 1976, nella città di Tangshan, nello Hebei, si registrò un terremoto di magnitudo 7.8. Il giorno dopo il Quotidiano del popolo, l’organo del Partito Comunista, pubblicò solo una frase riguardo alla calamità: “Le zone all’epicentro del terremoto hanno subito perdite di diverso grado”. Negli anni seguenti, il numero delle vittime è rimasto frutto di congetture della gente, ho sentito parlare di 300.000, 500.000, un milione, fino a 2 milioni e 500.000 morti. 2 milioni e 500.000 morti equivaleva a dire che tutti gli abitanti di Tangshan erano morti. Alla fine della rivoluzione culturale, nel novembre del 1979, durante un convegno di studio sui terremoti, venne rivelato che i morti erano stati 2.420.000. — Il 5 gennaio 1970, all’una di notte, ci fu un terribile terremoto a Tonghai, nello Yunnan. Il governo non ne diede alcuna notizia e tenne sotto stretto controllo l’informazione. Io sapevo del terremoto perché all’epoca mi trovavo nello Yunnan, le scosse sono arrivate fin sotto il mio letto e mi hanno sbalzato per terra. Nel 2006 lo scrittore Liu Xinwu ha pubblicato un libro dal titolo Io sono Liu Xinwu, benché non fosse stato a Tonghai, però nel libro racconta un particolare di quel terremoto. Nel 1976 era andato a mangiare a casa di amici e su uno scaffale aveva visto un libro che gli interessava e l’aveva chiesto in prestito. Al tempo della rivoluzione culturale, ci si prestava i libri solo fra persone di cui ci si poteva fidare. Tornato a casa, aprì il libro e dalle sue pagine cadde a terra un foglio, lui lo raccolse e si mise a leggerlo. Si trattava di una lettera indirizzata ai suoi amici risalente alla primavera del 1970. Però, “quando ebbi finito di leggerla, saltai giù dal letto, l’avvicinai alla luce della lampada e la lessi una seconda volta, e ne rimasi sconvolto”. — Perché “era una lettera con la quale venivano annunciati dei lutti. Informava i familiari che, la notte del 5 gennaio, il loro paese natale era stato colpito da un fortissimo terremoto, le abitazioni erano state quasi tutte rase al suolo e le vittime erano numerose. La lettera, inoltre, faceva al destinatario l’elenco dei morti che lo riguardavano”. La lista era molto lunga, c’erano parenti stretti: fratelli, cognate, nipoti, zii, ma anche vicini di casa e compagni di scuola, inoltre affermava che i feriti erano numerosi, “inutile entrare nei dettagli”. — “Quella sera, alla fioca luce della lampada, tenendo in mano la lettera rimasi a lungo come stordito, ero assolutamente stupefatto. Veramente il 5 gennaio del 1970 nello Yunnan c’era stato un terremoto di quella portata? La notizia non era stata pubblicata sui giornali né trasmessa alla radio”. Se davvero c’era stato un terremoto, “e solo fra i parenti e conoscenti dei miei due amici era morta così tanta gente, quanta gente era morta in tutto?”. E poi, “se sui giornali non se ne era parlato e la radio non aveva trasmesso la notizia, il fatto non doveva essere successo. Le notizie che non venivano diffuse dai giornali e dalla radio, dovevano essere per forza false, e diffondere false notizie non solo era vergognoso, ma era anche un crimine”. — Non sapendo come risolvere la questione della lettera, Liu Xinwu passò la notte in bianco. Fra lui e i suoi amici c’era un rapporto di fiducia, loro però non gli avevano mai parlato né del terremoto né dei parenti morti, perché sapevano che se lo avessero fatto, loro e la persona che aveva scritto la lettera sarebbero stati sottoposti alla ‘dittatura del proletariato’. Se avesse restituito la lettera, gli amici si sarebbero enormemente allarmati poiché il contenuto era stato letto da un terzo. Doveva trasmetterla alla ‘organizzazione’? A lui probabilmente non sarebbe successo niente, ma ci sarebbe andato di mezzo il parente che l’aveva scritta. Si ricordavano di aver messo la lettera nel libro? Liu Xinwu non poteva saperlo. Nei giorni che seguirono indagò con molta circospezione, arrivando persino a dire sottovoce all’amico che aveva trovato il libro molto interessante, senza ricevere alcuna

reazione. Ne concluse che l'amico non ricordava di aver messo la lettera nel libro, e allora pensò di rinfilarvela dentro e di rimettere il volume direttamente nello scaffale. Stava per farlo quando fu nuovamente assalito dal dubbio, e se cercando di fare il furbo avesse peggiorato le cose? La situazione si sarebbe ulteriormente complicata. — Dopo averci riflettuto a lungo, alla fine restituì il libro all’amico ma bruciò di nascosto la lettera. “In questo modo non avrebbero avuto alcuna conseguenza psicologica per il fatto che io avevo letto la lettera. Avrei tenuto per sempre la bocca chiusa: sì, avevo letto il libro, ma non avevo letto, e ignoravo, che il 5 gennaio del 1970 nello Yunnan si era verificato un terribile terremoto”. — Nel 1982, 12 anni dopo, il ministero degli Affari Civili diede ordine al suo ufficio dello Yunnan di svolgere un’indagine sui morti di quel terremoto: il numero delle vittime risultò essere 15.621. — Quel numero lo controllo ogni giorno, adesso l’aggiornamento si è fermato a 69.181, il processo di definizione di quel numero corrisponde per me al grado di trasparenza del governo. — C’è un altro aspetto della questione. Da quando la società civile ha cominciato a raccogliere fondi per le zone terremotate, svariati personaggi pubblici hanno fatto appello affinché si procedesse a un controllo del loro utilizzo. In rete sono comparse opinioni molto decise sulla necessità di sottoporre a verifica gli organismi governativi preposti ai soccorsi; nello stesso tempo, ci sono state anche moltissime voci che sostenevano fosse prioritario portare i soccorsi e poi occuparsi del controllo, arrivando anche a criticare i sostenitori del controllo di non essere patriottici. Io penso che non sia impossibile controllare e allo stesso tempo garantire i soccorsi, non c’è un problema del prima e del dopo; quanto al fatto di non essere patriottici, mi pare un problema posto da un extraterrestre. — Il 6 giugno il Giornale del mattino di Pechino ha pubblicato un’intervista con Wang Zhongxin, capo del Dipartimento di verifica della protezione civile dell’Ufficio nazionale di verifica (UNV). Wang Zhongxin ha dichiarato: “Dopo il terremoto, abbiamo subito creato un gruppo dirigenziale per il monitoraggio degli aiuti alle zone terremotate di cui è responsabile il direttore dell’UNV, suoi vice sono i vice dell’UNV e ne fanno parte funzionari di altri dipartimenti competenti. Funzionari dell’UNV sono stati rapidamente inviati in 6 organismi governativi: la Commissione Nazionale per lo Sviluppo e le Riforme, il ministero delle Finanze, il ministero del Commercio, il ministero degli Affari Civili, la Croce Rossa cinese, l’Associazione cinese per la carità”. Wang Zhongxin ha spiegato che oltre 6.000 dipendenti dell’UNV stanno svolgendo verifiche in 18 organismi centrali, 240 provinciali, 370 municipali e 2.500 distrettuali. Le verifiche coprono le zone e gli ambiti più importanti, “È la prima volta nella storia che si svolge un monitoraggio su così vasta scala sugli aiuti alle zone terremotate”. Secondo quanto dice Wang Zhongxin, l’UNV renderà noti i primi risultati del monitoraggio il 20 giugno per poi pubblicarli mensilmente. Questo è ciò che un governo deve fare. Questa è la prima volta che lo fa in 60 anni. — Il governo ha fatto anche un’altra cosa. Il Consiglio di Stato ha proclamato tre giorni di lutto nazionale, dal 19 al 21 maggio. Il 19 maggio sono stati osservati tre minuti di silenzio in tutto il paese, a partire dalle 14 e 28. Poi, al momento stabilito, i clacson delle macchine, i fischi dei treni, le sirene delle navi e gli allarmi antiaereo hanno suonato all’unisono. È la prima volta in 60 anni che il governo rende omaggio alla gente comune. — Se ci saranno ancora numerose prime volte del governo, se diventerà più aperto e trasparente, se il controllo sulla sua attività si dimostrerà efficace, la Cina dopo il terremoto cambierà in meglio. — Benché la Costituzione garantisca la libertà di religione, il Partito Comunista è ovviamente ateo e, in occasione di questa catastrofe (in realtà, di tutte quelle che si sono succedute nella storia), il governo non è ricorso all’aiuto della religione. La fede religiosa è un bisogno dell’animo umano, soprattutto per la gente comune; nelle catastrofi costituisce una forza enorme, aiuta a mantenere l’equilibrio psicologico e la successiva ricostruzione interiore. L’influenza del Buddismo non è del tutto scomparsa dalla cultura cinese profonda, bisognerebbe almeno ripristinare la cerimonia della purificazione delle anime, per far sì che quelle delle 69.181 vittime e l’animo dei loro parenti, e di tutti coloro che hanno a cuore il destino di quelle vittime, possano ricevere un conforto.

Om mani padme hum.



∆ NGAWANG TENPHEL

— Di fronte alle immagini e alle notizie dei telegiornali sugli effetti devastanti del forte terremoto che ha colpito di recente una zona della Cina, ho provato un’immensa tristezza. A causa di questa spaventosa calamità naturale molte decine di migliaia di persone hanno perso tragicamente la vita, molti sono rimasti feriti e molti altri hanno perso la loro casa. — Prego per le vittime del terremoto affinché possano rinascere come esseri umani nella prossima vita e rivolgo tutte le mie più sentite condoglianze e il mio amore a tutti i feriti e a coloro che stanno ancora patendo avversità e numerose sofferenze. Penso a tutti loro nelle

mie preghiere all’oceano dei Buddha e ai Tre Gioielli, augurando loro di liberarsi quanto prima da queste difficoltà e di guarire dalle ferite e dal dolore. Possano essi presto recuperare il benessere, provare felicità e gioia e trovare le giuste risorse. — Chiedo ferventemente alle persone di tutto il mondo, come parte della stessa famiglia umana, di esprimere amore e solidarietà con il popolo cinese che ha conosciuto una tale tragedia e di fare tutto il possibile per inviare assistenza e aiuti. — Io, come monaco buddista, lancio questa invocazione a tutte le persone del mondo.

Poss’anche la sola rievocazione del mio nome Fornire riparo a tutti gli esseri viventi Per proteggerli dalle loro paure e fugare Ogni causa di infelicità dai Tre Reami.

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— Il 12 maggio del 2008 un terremoto di magnitudo 8.0 scuote la provincia cinese del Sichuan. L’epicentro viene localizzato a 80 chilometri a ovest-nordovest di Chengdu, a una profondità di 19 chilometri.

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TRAGEDIA

L’Ufficio Sismologico Statale cinese, al momento di andare alle stampe, aveva registrato in totale 11.380 scosse di assestamento. Il terremoto ha devastato otto provincie: Sichuan, Gansu, Shaanxi, Chongqing, Yunnan,

Shanxi, Guizhou e Hubei. Stando alle stime, il cataclisma avrebbe causato complessivamente danni per oltre 20 miliardi di dollari statunitensi.


∆ RINGU TULKU

— Due regioni della Cina sono state recentemente colpite da una serie di terremoti che hanno causato sofferenze fisiche e insostenibili ansie a molti esseri viventi. Formulo continue richieste e preghiere per il loro bene e, con spirito di sincero rispetto, esprimo il mio amore e il mio affetto per i cinesi come parte della mia famiglia.


∆ PEMA TSERING

— Tutti gli esseri senzienti sono fondamentalmente simili nel loro desiderio primario di felicità e nel rifiuto della sofferenza. Di recente ho visto alcune foto che mostravano le devastazioni causate dal terremoto del Sichuan, che ha fatto un gran numero di morti e provocato enormi danni agli esseri umani e ai loro beni. Essendo un monaco buddista non ho ricchezze da offrire, ma sentendomi compartecipe delle loro sofferenze, ho provato

il profondo bisogno di dedicare loro il massimo numero di preghiere nell’ambito della mia pratica religiosa. — Ritengo inoltre lodevole il fatto che alcuni militari si siano assunti la responsabilità di aiutare i civili e sono profondamente grato per quello che hanno fatto. E, per finire, esorto le famiglie delle vittime del terremoto ad avere coraggio, energia e speranza per il futuro.


∆ TROMTHOK TRULKU

— Vorrei trasmettere la mia solidarietà a tutte le vittime del recente terremoto nella regione del Sichuan, in Cina, che ha provocato immense distruzioni, seminando numerosi morti e feriti e lasciando tante persone senza un tetto.

L’essenza della pratica del Buddismo si esprime nei seguenti versi: Finché durerà lo spazio, Finché vi saranno esseri da ritrovare Possa io parimenti continuare A scacciare le sofferenze del mondo. E con queste parole pregare.


∆ GYU DRA WAGCHUK DORJE

— La sola vista della scena della catastrofe mi fa sentire profondamente triste e inquieto, ma non c’è nulla che possa fare oltre a rivolgere le mie preghiere ai Tre Gioielli. Durante la meditazione mantra, richiamando alla mente l’immagine del cielo che si abbatte sulla terra, ho visto in contemplazione che qualunque cosa succeda dipende della maturazione del precedente karma degli esseri senzienti e, con questa consapevolezza, ho recitato la seguente preghiera: Possano tutti gli esseri viventi, che sono come mio padre e mia madre, Ricevere sempre il dono della felicità, Possano tutte le migrazioni infauste essere sempre vuote E che le preghiere dei Bodhisattva, ovunque essi risiedano, Si possano realizzare. — Seduto a occhi chiusi, ho provato un’immensa tristezza e piangendo ho pregato che tali disastri non si riproducano più in nessun luogo di questa Terra.



∆ YESHE LOSAL RINPOCHE

— Le mie più sentite condoglianze vanno al popolo cinese, in particolare agli abitanti della provincia del Sichuan nell’epicentro della zona colpita dal terremoto. — Prego affinché tutte le persone di questo pianeta si uniscano per fornire ogni aiuto necessario e che siano presto alleviate le sofferenze di tutti coloro che sono rimasti colpiti. A Kagyu Samye Ling, nel mio monastero, in Scozia, stiamo dedicando anche le nostre preghiere Tara alle vittime del terremoto e alle loro famiglie.

— La sofferenza è insita nella condizione umana e, prima o poi, colpirà noi tutti, senza discriminazioni di razza, credo o nazionalità. Ma anche la saggezza e la compassione non hanno frontiere. Per questo, come Lama, rivolgo le mie preghiere più sincere e la mia misericordia amorevole a tutti coloro che ne hanno bisogno e prego affinché mai più si riproduca un terremoto così catastrofico.


∆ DORJE TASHI

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— Il terremoto, secondo i dati ufficiali, avrebbe causato 69.181 decessi confermati, di cui 68.620 solo nella provincia del Sichuan; mentre si registra un bilancio di 17.686 dispersi e 374.061 feriti. Cifre che

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CADUTI

potrebbero però essere destinate ad aumentare. Sono rimaste senza casa circa 4,8 milioni di persone, sebbene anche questa stima possa essere corretta al rialzo, raggiungendo addirittura gli

11 milioni. Senza parlare della distruzione di vaste aree agricole e di milioni di capi di bestiame, con la moria di 12,5 milioni di animali, principalmente volatili.

— Quando ho visto la foto di questa ragazza con un’amica, catapultate al centro delle spaventose e terribili disgrazie che hanno colpito la Cina durante il tragico terremoto del 12 maggio, ho provato immediatamente per loro profonda tristezza e compassione. — Guardandola in viso, s’intuisce che prima della catastrofe doveva essere una giovane donna piena di energie e speranze per il futuro. La maggior parte dei palazzi è crollata intorno a loro, eppure lei e la sua amica hanno avuto la fortuna di trarsi in salvo. Pur essendo sopravvissute al disastro, il dolore fisico dei loro corpi straziati e il trauma psichico le fanno urlare e piangere in cerca d’aiuto. Di fronte a quest’immagine mi è stato impossibile trattenere le lacrime. — Non avendo la possibilità di scacciare via all’istante tutte queste sofferenze, come semplice monaco, rivolgo loro tutto il mio amore, la mia compassione e le mie preghiere.


∆ NGAWANG TSERING

— Quel che vedo è molto simile a quello che è successo a noi. Mi ricorda tutte le famiglie tibetane che vivevano in povertà e avevano bisogno di aiuto. Per questo, per favore, dovremmo cercare tutti di darci una mano su questo pianeta. Non importa da cosa si stia fuggendo. In questi momenti l’unica cosa che conta è che la gente sia pronta a dare una mano. — In questo momento terribilmente triste penso a tutte le persone che hanno sofferto in vario modo per il recente terremoto. Sono con tutti voi nelle mie più profonde preghiere.


∆ YESHE GYATSO

Possa Amitabha il protettore continuare a sostenere Le anziani madri che hanno perso il buon sentiero della felicità Dall’angusto passaggio delle cinque degenerazioni, in un baratro terribile e spaventoso, E dalla pericolosa associazione dei quattro elementi del mondo. Avendo pacificato attaccamento, odio e parzialità verso tutti gli esseri viventi Grazie alla bontà e all’amore godiate della beata dimora del vittorioso reame Grazie alla mente dell’illuminazione e della perfetta visione Conduciate voi e gli altri lungo il sentiero della gioia eterna. Che la felicità regni ovunque senza paura del terremoto Che la felicità regni in ogni direzione senza parzialità né malevolenza Che i Buddha e i bodhisattva diffondano la vittoriosa dottrina dell’illuminazione della mente E che ogni preghiera recitata possa presto avverarsi come sperato. — Questo è quel che offro con questa fervente preghiera alla divinità eccellentissima, il protettore Amitabha, frutto dell’intensa compassione provata verso tutte quelle decine di migliaia di esseri viventi che soffrono a causa dello spaventoso terremoto che si è abbattuto sulla zona al confine fra la Cina e il Tibet.


∆ LOBSANG DHONDUP

— Vorrei essere calcolato fra le migliaia di persone di tante nazionalità diverse che ricordano e pregano per le vittime del recente terremoto.

— Aiutare gli altri è uno degli assi fondatori della tradizione tibetana. Se ne avessi la possibilità, partirei per andare ad aiutare queste persone. Ma dato che non posso, prego per voi e per il mondo intero, per sostenere le vittime e recare loro sollievo.


∆ KELKHANG RINPOCHE

— Per tutti coloro che se ne sono andati, pregherò affinché possiate reincarnarvi di nuovo come essere umani. Rivolgo le mie più accorate preghiere e sentimenti compassionevoli a tutti coloro che hanno perso la propria famiglia e i parenti nel recente terremoto. I miei pensieri e le mie preghiere profonde accompagneranno voi tutti.


∆ GESHE LOBSANG TENKYON

Siano felici tutti gli esseri viventi, miei progenitori, e trovino le cause della felicitĂ Possano essi abbandonare per sempre i regni inferiori E possano i bodhisattva, ovunque essi si siano manifestati, Avere esaudite le loro preghiere.



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— Mentre continuano ad arrivare i soccorsi nell’area colpita, al momento di andare alle stampe, il governo poteva già contare all’attivo la distribuzione di oltre un milione di tende; 4,76 milioni di coperte imbottite; 13,97 milioni di capi di abbigliamento; 885.700

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tonnellate di gasolio e 1,89 milioni di tonnellate di carbone. Le squadre di soccorso hanno costruito 68.100 alloggi provvisori, mentre sono attualmente in costruzione altre 23.400 unità abitative di questo tipo ed è stato consegnato in loco ulteriore materiale edile per

realizzare 91.200 case di fortuna. In totale, circa 135.000 militari e medici cinesi stanno partecipando alle operazioni di soccorso in 58 contee e città devastate dal terremoto.

∆ LODSANG SAMTEN

Nella terra cinta dai monti innevati Voi fonte di ogni bene e felicità; Potente Avalokitesvara, Tenzin Gyatso, Restate Ve ne prego fino al termine dei cicli dell’esistenza. Possa il prezioso spirito supremo dell’illuminazione Che non è sorto, sorgere e crescere; E possa quel che è sorto non scemare Ma rafforzarsi sempre più. Possano tutti i sofferenti e gli infermi Liberarsi rapidamente del loro malessere. E qualunque siano le malattie di questo mondo, Che non si ripresentino mai più. Dedico questi fondamenti di virtù Con le parole lodate come eccelse Dai vittoriosi quivi andati ai tre tempi, Affinché io possa eseguire nobili azioni.

SOPRAVVISSUTI


∆ TENZIN GYALTSO

— Nell’istante del terremoto, quando crollano i piani dei palazzi, nessun essere vivente può trovare un luogo per nascondersi. Guardando questa foto ho provato un dolore insopportabile e ho cominciato a piangere disperatamente. Tutte le creature viventi in generale condividono il naturale desiderio di provare felicità ed emergere dalla sofferenza, per questo la morte di oltre 20.000 persone dovuta a un terremoto improvviso che ha colpito le regioni interne della Cina mi riempie di profonda tristezza. Per questo, per esprimere la mia compassione, rivolgo nella misura delle mie possibilità tutte le mie preghiere e la mia devozione ai defunti. Non appena sorgeranno le apparizioni dello stato intermedio Possiate essere guidati lungo l’inconfondibile cammino dagli otto figli dei vittoriosi Rinascendo nella Terra Pura e Beata, e attraverso le emanazioni Possiate guidare gli esseri viventi della terra impura. Per il potere dei Beati Dipartiti e il loro seguito Buddha Sakyamuni e Amitabha Maitreya, Manjushri, Vajrapani e Avalokitesvara E la verità inoppugnabile che necessariamente ne deriva Possano queste preghiere esaudirsi quanto prima.


∆ JOLPA LOBSANG YESHE

— La forza degli esseri viventi di questo mondo non è in grado di lottare contro l’avversità degli elementi. Alla gente del Wenchun Sichuan e alla gente della Birmania vorrei dire che sono prostrato dai tragici eventi che hanno causato tanti morti e feriti. — Cara bambina mia, non sono passati più di dieci anni da quando la tua bellezza era come un fiore fresco appena sbocciato sul pianeta Terra. Ahimè! Che situazione patetica! Che mi riempie di una profonda e incontenibile tristezza. Prima ancora che crescessi, all’improvviso, il nemico amorfo era in agguato e con forza indomita ti ha portato via una gamba. Benché quell’attacco improvviso non sia stato perpetrato da qualcuno

dotato di forma, cosa ne penseranno gli altri? Oh piccola mia! Prego per te Tre Gioielli per chiedere aiuto. Per questo non devi aver paura né scoraggiarti perché in varie sfere della vita, in questo mondo, chi crede nella pace sarà sempre dietro di te, per aiutarti. — Noi possiamo costruire la pace per le nuove generazioni tenendoci per mano e lavorando insieme. E sviluppare la felicità degli esseri, e i gloriosi meriti della democrazia. Innalza l’insegna che ci protegge dalla paura d’infinite traversie. Insieme manterremo la promessa fino all’ultimo respiro. Finché durerà lo spazio, Finché vi saranno esseri da ritrovare, Possa io parimenti continuare Per scacciare via i dolori del mondo.


∆ LOBSANG THUPTEN

— L’inquinamento sta sovvertendo l’ordine dei cinque elementi. L’ambiente è ogni giorno sempre più in pericolo, e questo è un problema non solo per la Cina. È un problema per l’intera umanità. Te ne stai tranquillamente a casa tua e, un giorno, improvvisamente, devi fuggire da qualcosa che non potrai mai dimenticare. — Tutto il mio amore e le mie preghiere profonde sono rivolte ai fratelli e sorelle cinesi che hanno patito atroci perdite a causa del recente terremoto.


∆ GESHE CHAMPA NORBU

— Di recente, a causa della furia degli elementi, migliaia di persone hanno perso la vita, in Cina, e molte altre migliaia hanno patito sofferenze tremende. Preghiamo per il loro bene con accorata compassione. Preghiamo affinché tali eventi non si riproducano più in futuro e chiediamo al governo cinese di impegnarsi per prevenire tali disastri.


∆ SHERAB GYATSO

Molti esseri umani che soffrono contemporaneamente Emettono un lungo e protratto lamento. Anch’io reagisco con accorato dolore Alla vista dei corpi di così tante persone ferite Con il volto contorto in un’espressione di tormento.



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≥ DAILY LIFE


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≥ DAILY LIFE


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Le cinque pagine che seguono sono a vostra disposizione. — Cinque, come i colori delle bandiere tibetane e gli elementi a cui tradizionalmente corrispondono: terra, acqua, fuoco, aria e spazio. — Riempitele con le vostre preghiere, i vostri disegni, i vostri pensieri, e dedicateli a qualcuno. A chi volete. Poi speditele a Colors, via Ferrarezza, 31020, Catena di Villorba, TV, Italia. — Le più belle bandiere diventeranno parte di una installazione sulla preghiera allestita da Fabrica per mostre e esposizioni.

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who we are / where we’re from

Creative Direction Erik Ravelo (Kiré), Havana

Editorial Director Enrico Bossan, Venice

Executive Editor Fabio Amato, Parma

Editor Benjamin Joffe-Walt, Philadelphia

Art Directors Erik Ravelo (Kiré), Havana Ramon Pezzarini, Udine

Photo Editors Enrico Bossan, Venice Mauro Bedoni, Padua

Managing Editor Erica Fusaro, Venice Associate Editor Valentina Colosimo, Milan

Contributors Barbara Soalheiro, Belo Horizonte Annalisa Merelli, Bergamo Vidhi Shah, Bombay

Safeeyah Kharsany, Johannesburg Phoebe Mutetsi, Mbarara Cosimo Bizzarri, Reggio Emilia

Intern Serena Cortella, Vittorio Veneto

Chinese Calligraphy Lisa Lin, Taichung, Taiwan

Production Coordinator Alberto Pasqua, Venice

Color Separation Eurocrom4, Treviso

Paper Fedrigoni, Arcoset

Western Calligraphy Marco Campedelli, Verona

Photographers Piero Martinello, Schio J. Adam Huggins, Toronto Jennifer Osborne, Vancouver

Printing SVET Srl, Treviso

Advertising Francesca Cuneo, Milan francesca.cuneo@colors.it Tel.+39 339 6980893

External Relations Erica Fusaro, Venice erica.fusaro@colors.it Tel.+39 0422 516315

Press Office Angela Quintavalle, Padua angie@fabrica.it Tel. +39 0422 516209 www.colorsmagazine.com

Tibetan Translation & Edit Andrea Capellari, Bologna

Italian Translation & Edit Giovanna Gatteschi, Rome

English Translation Andrea Capellari, Bologna

Except for: E’ un pezzo che la Cina è cambiata, originally written in Chinese, translated by Silvia Pozzi, Milan

Spanish Translation & Edit Clara Cabarrocas Piquer, Barcelona Copy Edit Fernando Linares Díaz, Madrid

French Translation & Edit Joseph Denize, Paris

Chinese Translation Ian Falland, Beijing Gu Chenxi, Shanghai

and 69181, originally written in Chinese, translated by Maria Rita Masci, L’Aquila

Editorial Offices COLORS Magazine, Fabrica, Via Ferrarezza, 31020 Catena di Villorba (TV) Italy. Tel.+39 0422 516315 fax +39 0422 516297 email: colors@colors.it Luogo di pubblicazione: Catena di Villorba (TV), Italy

Editore: Fabrica S.p.A., Villa Minelli, 31050 Ponzano V.to (TV)

Reg. presso il Tribunale di Treviso (n. 980 del 20/12/1995 del Registro della Stampa) N° iscrizione R.O.C.: 387 Issn numbers: 1121-8398 (French) 1121-824 (Italian) 1121-8371 (Spanish) 1974-9872 (English) 1121-838 (German)

Colors 74: Victims Pubblicazione di Luglio, Agosto, Settembre 2008 Stampatore: SVET Srl, Via Enrico Mattei, 7 31030 Dosson di Casier, Treviso

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Thanks to Ananura Julius, Luuk Arens, Associazione Calligrafica Italiana, Sam Baron, Filippo Betto, Lauren Beukes, Irwin Cruz, Geshe Tenzin Dagden, Tenzin Damdul Tenboom, Tommaso Gesuato e tutti

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Buddhism (Seattle), Harry Phuntsok, Lucia Piani, Elisabetta Prando, Gemma Randelli - Ghe Pel Ling Center (Milano), Ristorante etnico La Pagoda, Filippo Scianna Centro buddhista Tara Cittamani (Padova), Sera

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Except for: “China changed long ago” and “69181”, translated by Giovanna Dunmall, London

German Translation & Edit Karen Gerhards, Hannover


∆ GESHE TENZIN DRAGDEN

— Esprimo la mia solidarietà per le decine di migliaia di persone che hanno perso la vita, per chi è rimasto ferito e per tutti quelli che hanno perso le loro case durante il terribile terremoto che si è prodotto di recente in Cina. — Sono un monaco buddista e la principale pratica del Buddismo è volta proprio a sprigionare amore e affetto incondizionato per tutti gli esseri viventi che condividono il desiderio fondamentale di felicità e il rifiuto della sofferenza. Possa io considerare supremi tutti gli esseri viventi E più preziosi di un gioiello che avvera un desiderio E da questa condotta raggiungere il sublime scopo.

COLORS 74 | VitTIME

— L’intera nazione ha dato prova di gran fibra morale e solidarietà. Oltre 200.000 volontari sono accorsi da tutto il paese nelle zone terremotate per partecipare alle operazioni di soccorso e agli aiuti. Circa 35.000 volontari e operatori della Croce Rossa cinese hanno

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UNITÀ

lavorato 24 ore su 24 insieme alle squadre di soccorso e alle équipe mediche per distribuire tende, cibo, acqua, abiti e medicinali. In solidarietà con la Cina, sono arrivati anche aiuti dall’estero. Hanno partecipato ai soccorsi con i propri uomini la Corea del Sud,

il Giappone, Singapore e la Russia. Gli Stati Uniti hanno messo a disposizione delle autorità cinesi alcune immagini satellitari delle zone colpite. Non solo, gli USA hanno anche inviato in Cina due C17 dell’Air Force carichi di aiuti, fra cui tende e generatori.


∆ GESHE PASANG DRUDAK

— Quando ho visto e sentito la recente notizia della morte di decine di migliaia di persone e degli innumerevoli feriti a causa del terribile terremoto che si è verificato in Cina, ho provato una gran tristezza e mi sono sentito molto vicino a tutte le vittime, come se la tragedia avesse colpito il mio stesso popolo, i tibetani. — Sono un monaco buddista e quel che posso fare dal mio canto è pregare con tutto il cuore affinché le vittime di questo tragico evento possano trovare la pace e concretizzare le loro aspirazioni, così come lo desiderano. — Chiedo a tutte le persone provviste di qualche risorsa, che vivono all’interno e all’esterno della Cina, di fornire il massimo appoggio ai fratelli e sorelle cinesi.

Siano felici tutti gli esseri senzienti che mi sono stati madre e padre, E tutte le infauste migrazioni si svuotino per sempre, E ovunque vivano i bodhisattva Si realizzino tutte le loro preghiere. Con le potenti benedizioni del magnifico vittorioso e dei suoi figli, Con la verità incontrovertibile che necessariamente ne deriva, E con la mente pura e straordinaria dell’illuminazione, Possano presto realizzarsi gli scopi di queste pure preghiere.


∆ CHIME TENZIN

Possa io nato di vita in vita, Con il mio onesto agire fare il bene di tutti E mai fallire a gran virtĂš Anche un istante solo nella vita E, da fido servitore, eseguire Tutti i compiti di ogni vivente E, accettando il peso di lavorare per tutti, Sia fatta la felicitĂ dei viventi.


∆ CHEME DORJEE

Mi inchino di fronte al Buddha, A colui che, con la sua mente compassionevole, ci tiene accanto a sé E ci indica la dottrina sacra Portandoci ad abbandonare le false opinioni. — Con queste parole, rendo ossequiosamente omaggio agli Oggetti Supremi. Credo che finché vivremo senza scelta sotto il giogo di azioni ed emozioni dolorose, tutto ciò che giunge all’apice sia destinato a scendere, quel che è stato accumulato si esaurirà, la separazione porrà fine all’unione e come esseri nati finiremo col morire. — Allo stesso modo noi, come tutti, proviamo varie forme di sofferenza secondo i diversi stadi di consapevolezza e di emozioni dolorose che abbiamo vissuto. A parte il fatto che parliamo lingue diverse e che abbiamo diversi modi di pensare a causa dell’influenza di precedenti azioni, siamo tutti esseri umani, consimili, che desiderano la felicità e rifuggono la sofferenza. Se non vogliamo provare sofferenza, è necessario abbandonare le cause del soffrire. — Come fu detto dal Gran Je Tsong Khapa: Se la mente è positiva, allora anche i livelli e i sentieri sono positivi. Se la mente è negativa, allora anche i livelli e i sentieri sono negativi. Tutto dipende dall’atteggiamento mentale. — E anche dal Sutra: Le tre esistenze sono transitorie, simili a nubi d’autunno. La nascita e la morte degli esseri viventi ricordano uno spettacolo di danza. — E nello stile di vita del bodhisattva: Ogni sofferenza degli esseri viventi Deriva dall’aver cura solo di sé. Ogni felicità degli esseri viventi Deriva dall’aver cura degli altri. — Come Tathagata disse: Tutti i fenomeni prodotti sono creati da precise cause.


∆ SAKYA JIGDAL DAGCHEN RINPOCHE

Con la luce della saggezza che dissipa le tenebre dell’ignoranza Con l'amore che veglia su tutti gli esseri viventi, come una madre con il proprio figlio Con il potere che libera dalla paura dell'esistenza e la pace, Tre Rari e Supremi, fonti di rifugio, proteggete tutti gli esseri viventi! Quando terra, acqua, fuoco e vento emergono impetuosamente La felicità delle tre porte degli esseri viventi viene sottratta Tre Supremi oggetti di rifugio concedete infallibilmente Felicità continua alle madri esseri senzienti! Possano tutti gli esseri senzienti essere felici, Tutti i reami inferiori costantemente vuoti E i bodhisattva, ovunque si trovino, Abbiano esaudite tutte le loro preghiere. — Con queste parole del Buddha quale ornamento ultimo, questa è una preghiera per la felicità temporanea e definitiva degli esseri senzienti dei sei reami, in particolare per coloro che vivono nella zona di frontiera tra Cina e Tibet, terrorizzati e martoriati dal terremoto.


∆ VEN. LOBSANG THOKMED

— Da quando c’è stato il terremoto, siete costantemente al centro dei miei pensieri. Prego per tutti coloro che hanno perso la famiglia e le loro case. — Proviamo per voi quella stessa solidarietà che mostrate in questa foto. Non solo come simbolo della vostra unità, ma anche perché rappresenta i sentimenti di tutti i monaci tibetani e dell’umanità intera.



COLORS 74 | VitTIME

— Nonostante tutto, è tornata la speranza in mezzo all’orrore causato dalla peggiore catastrofe nazionale che si sia abbattuta in anni recenti sulla Cina. Oltre il 64 per cento dei negozi nelle regioni

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SPERANZA

terremotate ha riaperto. E, al momento di andare alle stampe, erano stati raccolti 6,7 miliardi di dollari statunitensi in doni nazionali e internazionali, mentre gli USA avevano stanziato 7,8 miliardi

di fondi federali per le operazioni di soccorso. Nel frattempo, in tutto il mondo si sono moltiplicati i raduni di preghiera per le vittime cinesi del terremoto.

∆ MIGMAR TSERING

Dallo spirito compassionevole di Avalokitesvara Possano tutti gli esseri viventi liberarsi dall’oceano dei cicli dell’esistenza. Possano le madri esseri senzienti sortire vittoriose sugli Ostacoli della veemenza dei quattro elementi. Possa l’attenzione delle menti migratorie dirigersi verso la dottrina, Siate amici gli uni con gli altri, Ed emancipati da attaccamento e inganni Raggiungiate lo stato di liberazione completa. — Questa preghiera è dedicata a tutti gli esseri viventi traumatizzati dalla paura del terremoto che ha colpito la regione alla frontiera fra Cina e Tibet, ed è stata composta da Migmar Tsering, della regione di Kham, nel Tibet, a giovamento di tutti gli esseri umani.


∆ GYURME CHOGYAL

— Prego in continuazione, a cominciare dalla somma preghiera sovrana fino all’ultimo verso che conosco, con l’augurio che un tale scempio non si riproduca mai più in futuro, in nessuna parte del mondo.


∆ THUBTEN SONAM

Om mani padme hum Possa io, come una gemma che esaudisce i desideri, Fornire tutto quello che gli esseri desiderano. Possa io, come l’albero che esaudisce i desideri, Realizzare in pieno ogni loro speranza. Possa la preziosa mente suprema dell’illuminazione Che non è sorta, sorgere e crescere; E possa quel che è sorto non scemare Ma rafforzarsi sempre più.


∆ YESHI SHERAB

Come un padre che stravede per il suo unico figlio Così continuerò io a restare in meditazione Sull’amore puro per tutti gli esseri viventi Allontanando ogni macchia di avversione. Come le madri che per amore di un figlio malato Si fanno carico di tutto il suo dolore, soffrendo altrettanto Così io lavorerò per accrescere la mia compassione Nei confronti di tutti gli esseri viventi.


∆ LOBSANG GENDÜN

Avendo considerato come tutti questi esseri miserevoli mi hanno fatto per madre Allevandomi di volta in volta nella misericordia, Chiedo la tua benedizione per acquisire compassione autentica Come una madre amorevole per la sua creatura. Non c’è differenza fra me e gli altri; Nessuno di noi desidera la seppur minima sofferenza Né tanto meno è pago della felicità che abbiamo. Forte di ciò, Chiedo la tua benedizione per accrescere negli altri beatitudine e gioia.


∆ NGAWANG LOBSANG

— Ho potuto guardare e ascoltare le notizie su un recente terremoto che ha gravemente colpito la provincia cinese del Sichuan, il 12 maggio di quest’anno. A causa di questo devastante cataclisma, molte persone sono ora prostrate dal dolore e dalla sofferenza immensa di una separazione. Genitori e figli. Parenti, amici e affetti. Gente vicina e lontana. — Sono profondamente attristato per questa tragedia, ma essendo un monaco non posso far altro che pregare i Tre Gioielli per il loro bene affinché i defunti possano rinascere in uno stato superiore nella prossima vita, come umani ed esseri celestiali. Esprimo la mia più profonda solidarietà a chi ha perso i propri cari. — Spero e confido che il governo cinese, i gruppi internazionali, e tutti i benefattori e i volenterosi pronti a dare una mano, diano corpo ai loro sentimenti d’amore e compassione per i terremotati cinesi, fornendo loro aiuti e assistenza concreti. Possano gli esseri sofferenti di ogni dove Tormentati nel corpo e nella mente Trovare, per virtù del merito mio, Incommensurabile felicità e gioia.




COLORS 74 | VitTIME

≥ PREFAZIONE | È da un pezzo che la Cina è cambiata

di Yu Hua

Il Sichuan è stato devastato da un terremoto lo scorso 12 maggio. La rivista Colors, con il desiderio di offrire un gesto di umanità e unità, ha selezionato 30 toccanti immagini della sciagura – immagini che raccontano il dramma ma anche la speranza – e ha poi invitato 30 monaci tibetani sparsi nel mondo a dedicare una preghiera alle vittime, a regalare loro il proprio pensiero. — Sotto la spinta di questa nobile intenzione, Colors ha, quindi, messo in relazione gli incidenti di Lhasa di metà marzo con il sisma del Sichuan del 12 maggio, un’operazione che, a mio avviso, corrisponde in pieno a un’ottica occidentale. In realtà, non c’è alcuna connessione tra le due cose, eppure i media stranieri rimbalzano tutta un’altra visione dei fatti. Tra i disordini di Lhasa, che hanno provocato un coro unanime di critiche contro la Cina, e il terremoto del Sichuan, che si è invece portato dietro uno stuolo di plausi, è passato poco più di un mese e molti cinesi si sono chiesti come mai l’atteggiamento degli organi di informazione occidentali sia cambiato così all’improvviso. — I media occidentali, per l’appunto, hanno lodato lo spirito di solidarietà e l’efficienza con cui in Cina è stata affrontata l’emergenza sismica. Ed è come se, al contempo, avessero scoperto che la Cina è cambiata. Una visione analoga trapela anche dalle parole che i redattori di Colors mi hanno scritto: “L’impressione che abbiamo avuto in Occidente, infatti, è che nella tragedia i cinesi abbiano trovato una forza mai vista, la coesione del popolo cinese ha commosso il mondo. Perché? Che cosa è cambiato, se è cambiato qualcosa?”. — Negli ultimi tempi, accade spesso che i giornalisti occidentali mi pongano questa domanda: “La Cina è cambiata, ci potrebbe spiegare perché?”. — A me scappa da ridere, poi rispondo: “È da un pezzo che la Cina è cambiata”. Dopodiché, spiego loro che dall’avvio della politica dell’apertura e delle riforme sono trascorsi trenta anni e possiamo ben dire che il Paese, da allora, ha vissuto dei cambiamenti stratosferici. E continua a viverli, sempre più velocemente, con il piede schiacciato sull’acceleratore. Le trasformazioni hanno investito ogni sfera. Non riguardano solo il sistema economico e la struttura sociale, ma anche i valori di riferimento e la vita di tutti i giorni, persino il modo di esprimere i sentimenti. Pertanto, ogni volta che cerco di spiegare i vari mutamenti che hanno avuto luogo in Cina, mi accorgo che è un lavoro immane e che il mio racconto durerebbe forse anche più a lungo de Le mille e una notte arabe. — Posso raccontarvi, però, della tradizione cinese di fare corpo, cioè esattamente quello che è successo per il recente disastro: tutti i funzionari pubblici, di qualsiasi livello, si sono attivati immediatamente dopo il sisma e nelle aree colpite sono arrivati centomila uomini tra forze di polizia ed esercito, oltre a un numero imprecisato di volontari che sono accorsi a schiere; nelle ditte di tende da campo, di prefabbricati e di tutti i vari generi di primo soccorso si sono fatti gli straordinari, la produzione è andata avanti a nastro continuo, ventiquattro ore al giorno… L’Occidente ne è rimasto impressionato, ma per i cinesi è una cosa assolutamente normale che, da un lato, dipende dal sistema organizzativo che il Paese si è dato e, dall’altro, affonda le radici nell’antica e consolidata predisposizione cinese ad agire in gruppo. — La Cina ha alle spalle una lunga storia – sono tremila anni che è Stato – e, per secoli, il sistema dinastico ha perpetuato il dispotismo e l’autocrazia, privando gli individui di uno spazio nella vita sociale fin dalla remota antichità. L’unica modalità a disposizione del singolo di avanzare le proprie richieste era quella di tuffarsi nell’azione collettiva. Lungo le epoche, tutte le rivolte contadine, così come i tanti avvicendamenti al potere, sono stati provocati dal confluire delle spinte individuali in un unico grande movimento sociale. È così che lo spirito di gruppo ha messo le radici nella nostra storia e nella nostra realtà, diventando la nostra tradizione e ripresentandosi in epoche diverse sotto diverse spoglie. Durante la rivoluzione culturale, si è manifestato nel fanatismo rivoluzionario che ha coinvolto l’intero popolo e, poi, nell’Era dell’apertura e delle riforme, la rivoluzione di massa, tutto d’un tratto, si è tramutata in una corsa di massa agli affari, a una ricerca del denaro spasmodica, che è un’altra faccia del medesimo fenomeno. — Insomma, possiamo dire che la tendenza ad associarsi influenzi lo sviluppo cinese da un lungo periodo storico. Durante la rivoluzione culturale, ad esempio, ogni agricoltore, con la sua pala in spalla, si buttò a capofitto nella realizzazione entusiastica del sistema di irrigazione delle campagne. Da lì in poi, l’ottica contadina tradizionale ha vissuto un cambiamento, cioè si è smesso di badare soltanto agli interessi propri o del villaggio di appartenenza, perché si era compreso che la costruzione di un sistema di irrigazione efficiente era importante per il bene del popolo e dell’intera nazione. Quando la rivoluzione culturale è giunta al termine, ha avuto inizio l’Era dell’apertura e delle riforme e le terre sono state ridistribuite, i contadini hanno goduto dei benefici del grande sistema che avevano realizzato. E lo sviluppo dell’agricoltura, ormai libera dal giogo dell’annoso problema del controllo delle acque, ha garantito loro una crescente prosperità. Un altro esempio è la riforma del sistema scolastico avvenuta qualche anno fa, quando le università hanno progressivamente ampliato il numero degli iscritti. Anche questa è espressione dello spirito di gruppo che, però, ci aveva portato a un alto tasso di disoccupazione tra i laureati. Ma ora che l’economia cinese è in piena fase di crescita industriale, il Paese si trova ad avere un mercato di manodopera specializzata ricchissimo e, quindi, anche la possibilità di portare a termine il proprio processo di industrializzazione. — C’è un fatto a cui ho prestato attenzione e cioè che i media occidentali hanno elogiato lo spirito di gruppo con cui i cinesi hanno fronteggiato il dramma del terremoto, ma sono anche rimasti molto colpiti dal grado di apertura dei nostri organi d’informazione e di Internet, in particolare, dalla libertà di espressione nei blog, dove la gente si permette tranquillamente di criticare i governanti. Mi sa che in Occidente hanno cominciato ad accorgersi della nascita dell’individualismo in Cina. Il nostro tradizionale spirito di gruppo, in verità, ha subito l’attacco dell’individualismo già negli anni novanta dello scorso secolo, quando i mutamenti

sociali hanno spinto al cambiamento delle finalità dell’esistenza, con una conseguente dilatazione a dismisura dei desideri del singolo. Gli occidentali faticano a immaginarsi di quanto spazio e di quale libertà godano oggigiorno gli individui nella vita sociale cinese. Ne sono un esempio i blog, che i media occidentali hanno notato e dove chiunque può ingiuriare chicchessia a proprio piacimento, senza dover temere conseguenze legali. Durante il recente terremoto, un maestro che stava facendo lezione se l’è data a gambe, abbandonando i suoi alunni; dopodiché, ha utilizzato il suo blog per pubblicizzare la filosofia che aveva ispirato la sua fuga, cioè una visione dell’esistenza che pone l’accento sull’io. Questo tizio è diventato famoso nottetempo, scatenando un dibattito accesissimo nella rete e nei media; si è beccato una valanga di attacchi e, ovviamente, ha anche raccolto testimonianze di comprensione e sostegno. — In effetti, questa libertà esiste già da tempo. Come scrittore, ho raccolto un’esperienza piuttosto comica. Infatti, fino a venti anni fa, se ricevevo un’intervista, potevo dire qualunque dabbenaggine, tanto le testate del mio Paese subivano una censura molto severa per la pubblicazione delle interviste e una mia sciocchezza non sarebbe mai finita sulla carta stampata. Da dieci anni a questa parte, però, non oso più parlare a vanvera, anzi, devo prestare molta attenzione alle parole, perché i giornali pubblicano qualsiasi cosa mi esca di bocca. Oggi mi attribuiscono persino dichiarazioni che io non ho mai rilasciato. E la stampa occidentale pare accorgersi che i media e Internet da noi godono della libertà, proprio nel momento in cui a me pare che ne abbiano troppa. Per di più, se ne accorgono all’indomani della tragedia del Sichuan. Io mi chiedo: se non ci fosse stato il terremoto, questa scoperta dei media occidentali sarebbe stata rimandata? — Come può succedere ciò? — Vi racconterò una storia, una storia vera. Trent'anni fa, trovai il mio primo impiego, facevo il dentista in una cittadina del sud della Cina. Alla clinica, oltre a cavare denti, avevo un’altra mansione, ossia dovevo andare d’estate – valigetta dei medicinali in spalla – nelle fabbriche e nelle scuole materne a fare la profilassi agli operai e ai bambini. Bisogna precisare che nell’epoca maoista la Cina, per quanto fosse un paese povero, aveva messo in piedi un sistema pubblico di igiene e prevenzione formidabile e la gente veniva vaccinata gratuitamente. Questo era, appunto, il mio lavoro. Allora, non esistevano gli aghi e le siringhe usa e getta, la povertà sostanziale, del resto, imponeva di usare e riusare aghi e siringhe, e la loro sterilizzazione era effettuata in maniera piuttosto rudimentale. Si prendevano, si lavavano per benino, poi si sistemavano nelle gavette d’alluminio avvolti uno a uno con la garza. Quindi, si mettevano le gavette dentro un pentolone riempito d’acqua, che poi sobbolliva sul fornello alimentato a carbone per due ore, come quando si cucinano i mantou al vapore. — Per via dei ripetuti utilizzi, quasi tutti gli aghi si piegavano formando un piccolo uncino e, quando li si infilava in un braccio per la vaccinazione, si portavano via un pezzettino di pelle. La mia prima volta fu in fabbrica. Gli operai aspettavano il loro turno in fila e, poi, mi allungavano il braccio per farsi fare l’iniezione. A tutti, uno dopo l’altro, strappai un pezzettino di pelle insanguinata. Loro sapevano sopportare il dolore, stringevano forte i denti e, al massimo, si lasciavano scappare un paio di gemiti. Io non ci facevo caso. Del resto, gli aghi erano tutti storti e non dovevano essere una novità per loro, esistevano anche prima, tutti gli anni gli operai venivano vaccinati con aghi storti, ci avevano fatto il callo. Ma, il giorno successivo, andai all’asilo e, mentre facevo le punture ai bambini – che avevano tra i due e i sei anni – mi trovai di fronte a una scena completamente diversa, tutti che scoppiavano in lacrime. Siccome avevano le braccine tenerissime, a loro l’ago strappava via pezzetti di pelle più grandi che agli operai e, poi, perdevano ancora più sangue. Ero sconvolto, non sapevo più dove mettere le mani. Quel giorno, quando rientrai alla clinica, non mi misi immediatamente a lavare e disinfettare, ma, dopo essermi procurato una mola, lisciai e raddrizzai tutti quanti gli aghi, quindi li lavai per bene e li sterilizzai. Bastava usarli due o tre volte perché si ripiegassero di nuovo, così, raddrizzare aghi divenne una mia occupazione frequente. Quell’estate tornavo sempre a casa dal lavoro che si era già fatto buio, con le dita piene di bolle e le mani bianche a furia di tenerle immerse nell’acqua per limare. — E oggi, a distanza di trent'anni, mentre scrivo l’introduzione per questo numero di Colors, mi volto indietro e mi sento in colpa, perché mi ero accorto della sofferenza degli operai solo quando i bambini erano scoppiati in lacrime dal dolore. Perché non ero stato capace di percepirla prima di quel pianto? Era stata la sofferenza dei piccoli a risvegliare in me la compassione che, a sua volta, mi aveva fatto riconoscere il dolore degli operai? In maniera analoga, perché la Cina è cambiata da un pezzo e l’Occidente se ne accorge davvero solo dopo una calamità? Non è che questa sventura ha risvegliato la compassione che, a sua volta, ha acceso il desiderio di capire la Cina? — Sono sicuro che i media occidentali abbiano registrato i cambiamenti della Cina ben prima del terremoto, soltanto che li hanno analizzati sempre da un punto di vista occidentale. Se trenta anni fa, prima di fare le vaccinazioni agli operai e ai bambini, avessi infilato un ago storto nel mio braccio, strappandomi un pezzo di pelle insanguinata, avrei capito che cosa fosse la sofferenza prima dei singhiozzi dei bambini e dei lamenti degli operai. Allo stesso modo, se, un giorno, i media occidentali si metteranno a guardare la Cina da un punto di vista cinese, riusciranno a dare una risposta alla seguente domanda: perché la Cina, pur essendo cambiata, è ancora altro dall’Occidente? Tutto sommato la ragione è estremamente semplice. Il passato della Cina è differente dal passato dell’Occidente, perciò lo è anche il suo oggi.


Questa rivista trova la sua vera forma solo quando i fogli sono staccati e appesi al vento. Secondo l’usanza tibetana, questo aiuterà a esaudire le suppliche e le preghiere per le vittime del terremoto in Cina che il magazine contiene. — Colors 74 vuole essere un piccolo contributo per il dialogo e la distensione tra la popolazione cinese e quella tibetana. — Non è un magazine tradizionale, ma una raccolta di preghiere ispirata al significato e alle forme delle tradizionali bandiere tibetane. La redazione di Colors ha incontrato 30 monaci tibetani in varie parti del mondo, portando con sé 30 foto del terremoto in Sichuan. Ciascun monaco ha composto una preghiera basandosi su una di queste foto. Allo stesso tempo abbiamo chiesto a due importanti scrittori cinesi – Acheng e Yu Hua – di raccontare la reazione e i cambiamenti della società cinese dopo il terribile sisma dello scorso maggio. — Attenzione: su queste pagine sono stampate parole e simboli sacri, abbiate rispetto di essi: non gettate il magazine per terra o nei rifiuti. Non dimenticate la rivista in un cassetto. Se proprio non la sopportate più, piuttosto andate in giardino e bruciatela. Il fumo trasporterà le benedizioni in cielo...



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