Colors 73[1]

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guita

plata

dindin

fyrkka

du pèze

schei

mangir

plata

stålar

φράγκα

bucks


kolektando

gysser

pisto

kohle

bufunfa

cuara

palanche

guanikiki

dosh


2\3

Contaminated banknote: Unidentified bacteria on the surface of a paper banknote. Magnification: x660 /

Sugli euro, così come su altre banconote i numeri sono tagliati per prevenire la contraffazione. Abbiamo scelto questi segni come stile grafico per la rivista

/ Banconota contaminata. Batteri non identificati sulla superficie di una banconota di carta. Ingrandimento: x660

COLORS 73 \ MONEY \ INTRO

On euros and some other currencies numbers are cut to avoid counterfeiting. We use this style as a graphic thread throughout the magazine

Come funziona questa rivista

ABBIAMO FATTO ANALIZZARE IN LABORATORIO DELLE BANCONOTE CIRCOLANTI E TROVATO NUMEROSE SOSTANZE. OGNUNO DEI CAPITOLI DI QUESTA RIVISTA CORRISPONDE AD UNA DI ESSE

WE HAD CIRCULATING CASH ANALYZED IN A LAB AND FOUND VARIOUS SUBSTANCES. EACH CHAPTER OF THIS MAGAZINE CORRESPONDS TO ONE OF THEM

Money is an illusion, a psychological relationship between an object and a value that has been given to it – and the relationship is a damn serious one. The illusion that many see and touch every day takes the form of the dollar, the euro, and lately the yuan. But these are only the most familiar of the infinite illusions created by the idea of money. Time is proverbially money. Blood and drugs are money when need be. A mobile phone can be a bank. The world is full of illusions of different shapes and sizes.

How this magazine works

Which shapes and sizes? What is on and under the surface of the money we handle every day? Everything. A wide diversity of substances penetrate money every time it changes hands. Touched once, a hundred, a million times, money bears the traces of those who have touched it along with evidence of their activities, even the less savoury among them. We had money analyzed in a laboratory and found certain substances. Each section of this issue corresponds to one of them and represents our idea of it. The substances make up not only the chemistry of money but also its very essence – metaphors for non-conventional payments, inheritances, savings, transactions, bankruptcies and loans. Colors 73 reinterprets finance in the rest of the world, and includes the Golden Pages, a short guide to the big numbers as seen by us and esteemed economists.

Il denaro è un’illusione, un rapporto psicologico tra un oggetto e il valore che ne è stato deciso, anche se è un rapporto dannatamente serio. L’illusione che vediamo e tocchiamo ogni giorno ha la forma del dollaro, dell’euro, ultimamente anche dello yuan. Ma queste sono solo le più conosciute tra le infinite che si possono creare. Il tempo è proverbialmente denaro, il sangue e la droga sono denaro all’occorrenza, un telefonino può essere una banca... Il mondo è costellato di illusioni di diversa forma e diversa sostanza. Quali forme e quali sostanze? Cosa c’è sui soldi, su quelli che maneggiamo ogni giorno? Di tutto. Tante sostanze che penetrano nel denaro ad ogni passaggio. Una, cento, un milione di volte toccato, il denaro si macchia delle mani dei suoi possessori e delle loro attività, incluse le peggiori. Abbiamo commissionato analisi di laboratorio e rintracciato queste sostanze sulle banconote. Così che ognuno dei capitoli di questa rivista corrisponde e prende il titolo da una di esse. La storia che leggete nasce solo grazie ad essa. Perché oltre la chimica queste sostanze sono la materia stessa del denaro. Metafora di pagamenti non convenzionali, eredità, risparmi, transazioni, bancarotte, prestiti: Colors 73 è un’interpretazione della finanza del resto del mondo. Con una piccola guida ai grandi numeri, scritta da noi e da alcuni professionisti dell’economia: le pagine d’oro.


cocaine / a currency

una moneta

/ cocaina

In Southern Colombia you can go to the supermarket and pay with cocaine. Or bet on your favorite cock... Cocaine is the principal resource of the Colombian economy. The illicit substance is known to be one of the most trafficked commodities on earth, but in Colombia it is not simply exported, and many villages under the control of guerrillas use the drug as a medium of exchange / / Nel sud della Colombia si può fare la spesa al supermercato con la cocaina. O scommettere sul proprio gallo preferito... La cocaina è la principale risorsa dell’economia colombiana. Questa sostanza illecita è famosa come una delle derrate più contrabbandate del pianeta. Ma in Colombia non è destinata solo all’esportazione: in molti villaggi sotto il controllo dei guerriglieri viene usata come moneta di scambio


6\7 COLORS 73 \ MONEY \ CoCAINE

It is everywhere, appearing day and night, its presence dominating the river basin

È ovunque, visibile giorno e notte, e la sua presenza domina l’intero bacino fluviale

In the X province of the southern territories of country X runs a river, flowing majestically across the jungle and connecting its population with the rest of the world. An energetic substance of almost mythical quality grows naturally in the area. It is everywhere, appearing day and night, its presence dominating the river basin. For as long as people can remember, the highland towns have engaged solely in production of the powdery substance, which is locally harvested, processed and dispersed in bags of specific weight. The towns depend on a seemingly endless taste for the white dust in the northern kingdoms. If here one gram is worth 1, the same gram in the northern kingdoms is worth 100 to 120, and flamboyant buyers who venture here to obtain the substance are the engines of the local economy. The area is controlled by generals and commanders dressed in green fatigues so they blend into the jungle with their high-tech weapons. These ‘uniforms’ tax the showy buyers 30 per cent, using the profits to buy equipment, arms and more uniforms.

The charmed substance has become a powdery form of cash, transforming the river basin into a unique place in which a milk-white dust, exchanged in transparent plastic bags, permeates all economic activity. Prostitutes accept the substance as payment. Doctors perform medical checks on prostitutes for a fee that is paid in the substance. Doctors pay vendors for food and supplies with the substance. Storeowners use the substance to bet on cockfights. Cockfight organizers go to prostitutes and pay them with the substance. A full and flowing cycle of goods, services, health and entertainment, backed by powdered money.

Nella provincia di X, nella parte meridionale del paese X, si snoda un fiume che scorre impetuoso attraverso la giungla collegando le sue popolazioni al resto del mondo. In questa zona cresce naturalmente una sostanza energetica dalle doti quasi leggendarie. È ovunque, visibile giorno e notte, e la sua presenza domina l’intero bacino fluviale. A memoria d’uomo, le città degli altipiani si sono sempre dedicate esclusivamente alla produzione di questa sostanza in polvere, raccolta e lavorata localmente prima di essere spedita in giro per il mondo in sacchi di peso standard. Le città dipendono dalla voglia apparentemente insaziabile di questa polvere bianca nei territori del nord. Se qui un grammo costa 1, quello stesso grammo nei territori del nord varrà fra i 100 e i 120. Gli acquirenti più sfacciati che si arrischiano a venire fin qui per procurarsi la fantomatica sostanza sono il motore trainante dell’economia locale. La zona è controllata da generali e comandanti bardati in tuta mimetica, per fondersi nella giungla con le loro armi hi-tech. Questi personaggi in uniforme impongono agli appariscenti compratori una commissione del 30 per cento, utilizzando i proventi per comprare nuove attrezzature, armi e uniformi. La magica sostanza è diventata una sorta di moneta in polvere, che ha trasformato il bacino fluviale in un luogo dalle attrattive uniche, dove una polvere candida come la neve, venduta in sacchetti di plastica trasparente, permea ogni forma di attività economica. Le prostitute la accettano come pagamento. I medici visitano le prostitute ricevendo in cambio la stessa sostanza, che usano a loro volta per comprare cibo e forniture. I commercianti, dal canto loro, la usano per scommettere sui combattimenti di galli. Gli organizzatori dei combattimenti richiedono i servizi delle prostitute ripagandole con la stessa moneta. Un ciclo completo con un flusso ininterrotto di beni e servizi, cure mediche e divertimenti. Tutto grazie al «denaro in polvere».

When legal currency is scarce, Colombian cockfight enthusiasts bet with cocaine /

/ Quando scarseggia il denaro legale, i fan dei combattimenti di galli, in Colombia, scommettono in cocaina


8\9 COLORS 73 \ MONEY \ CoCAINE

Cockfights are the most popular spectator sport in southern Colombia /

/ Lo sport dal vivo piĂš seguito nel sud della Colombia Ăˆ il combattimento di galli


10 \ 11 COLORS 73 \ MONEY \ CoCAINE

Cocaine can fully substitute traditional cash in almost any commercial activity, from daily shopping to medical exams /

A full and fluid cycle of goods, services, health and entertainment backed by powdered money

Un flusso ininterrotto di beni e servizi, cure mediche e divertimenti, grazie al «denaro in polvere»

/ La cocaina può sostituire completamente i soldi in qualunque tipo di transazione commerciale, dalla spesa agli esami medici


12 \ 13 COLORS 73 \ MONEY \ CoCAINE

the School of Public Policy Peter Reuter / professor at ology at the University of Crimin of rtment and the Depa rsity’s Program on the unive Maryland and director of the . He is the author of Policy Justice and Crime Economics of the Visible Hand”. of s omic “Disorganized Crime: The Econ

s are used as money. At the bottom of the system, drug s rather than money. drug Prostitutes in some places take cal purposes in other politi for used been has The drug trade in the drug trade been have s ways, too. In Sri Lanka, group IRA in Northern the s 1990 the In ities. activ to finance their . But political trade drug the in Ireland had some involvement national level, inter the At inal. marg ally basic activities are y. The drug trade basiI don’t think drugs function as mone y. People do what they mone than r othe ose purp cally has no y than they can by mone of do to make much larger sums ecstasy because uce prod le peop e Som else. ing doing anyth ier, but cocaine happ world the their mission in life is to make do drug dealers Why y. mone for ly pure made are and heroin ng is sort of like a tournalive with their mothers? Drug deali use they make lots of beca ng deali not are ers ment. Deal lots of money. Lots make money but because they could can make large they lucky are le peop If it. in of people are rise up and some but lose, le sums of money. Lots of peop dealers in Washdrug vel low-le of study a did I do well. When we estimated that on avington DC at the end of the 1980s, 0 an hour. You can’t US$3 made r deale l t-leve erage a stree hours each week are few a only spend a lot of hours doing it; quite poorly. do le peop of Lots s. drug g good for sellin Scuola di Pubblica AmminiPeter Reuter / docente della ologia dellA UniversiCrimin di o strazione e del Dipartiment ramma di Politica EconoProg del ore dirett e land ty of Mary re so la stessa università. Auto mica Penale e Giudiziaria pres s of the Visible Hand» omic Econ The : Crime di «Disorganized nomia della mano visibile). (Crimine disorganizzato: l’eco

alla radice del sistema. La droga diventa moneta di scambio pagare con la droga al o fann si In alcuni paesi le prostitute narcotraffico è stato il , zioni situa altre In . soldi posto dei Lanka alcuni gruppi Sri Nello ci. utilizzato anche a fini politi ndo di stupefacenti abba contr al dati sono si ri di guer riglie 90 l’IRA, in Irlanda anni i Negl per finanziare le loro attività. nel narcotraffico. modo he qualc in cata impli era del Nord, inali. A livelmarg più lo per Ma le attività politiche sono efacenti possano stup gli che credo non nale, lo internazio a, fondamentalmente, sostituire il denaro. Il traffico di drog e di denaro. La gente azion umul l’acc o scop unico ha come a quello che guadatto rispe ro lo fa per intascare più dena uce l’ecstasy perché prod chi C’è . altro do facen gnerebbe più felice la gente, ma il suo scopo nella vita è di rendere esclusivamente per otte prod ono veng ina l’ero e la cocaina con mammà? Lo casa a o vivon ri soldi. Perché gli spacciato er non spacciano push I a. mess scom una po’ un è spaccio , ma semplicemente perperché fanno un mucchio di soldi di soldi. C’è tanta gente hio mucc un fare o bber ché potre possono guadagnare nati fortu che si lascia tentare. I più pochi che ci riescono quei ma ono, perd ci i Molt o. tantissim partecipato a una ho do Quan . se la cavano egregiamente a Washington DC, risma a bass di ri ciato spac sugli ricerca che un pusher di lato calco amo alla fine degli anni 80, avev l’ora. E non è un’at0 US$3 a medi in va agna guad strada fila: soltanto qualche ora tività che si fa per tante ore di no gli acquisti. C’è tanta entra conc si cui in , a settimana gente che crepa di fame.

1. High costs meaning An online Drug War Clock gives new digital The y”. mone is e “Tim rb prove to the t in spen y mone of clock updates the amount . drugs on war the in nd seco every the USA ,607 US$1 was it , When we went to press , $973 per second ($634 in federal funds billion in state money). More than $49 . 2007 in ts effor rug anti-d US on t was spen k.htm dcloc g/wo http://www.drugsense.or

1. Costi astronomici , in chiaIl Drug War Clock ripor ta in auge tempo è «Il detto so famo il rna, ve mode è una e onlin gio denaro». Questo orolo rnato in aggio le digita o metr tassa di sorta secondo tempo reale sui soldi spesi ogni droga. alla ra guer la per Uniti Stati dagli era conto il pa, stam Quando andavamo in casdalle 4 ($63 ndo seco al .607 di US$1 statali). se federali e $973 in stanziamenti roga anti-d tive inizia delle e total cio Il bilan per il 2007 è stato di $49 miliardi. k.htm http://www.drugsense.org/wodcloc una moneta

/ cocaina

3. Dazzlingly profitable The global market in illegal drugs is booming. According to the United Nations, there are approximately 200 million drug users (of cannabis, amphetamines, ecstasy, cocaine and opiates) worldwide. The drug trade is estimated to be worth over US$500 billion a year.

3. Guadagni sconvolgenti Il mercato mondiale della droga è in piena espansione. Secondo le Nazioni Unite, sono circa 200 milioni i consumatori di sostanze stupefacenti in tutto il mondo (fra cannabis, anfetamine, ecstasy, cocaina e oppiacei). Il giro d’affari del narcotraffico è stato stimato a US$500 miliardi l’anno.

5. Ass backwards . The heroin market is There is no high in the war on opium tion in Afghanistan, situa the on t almost entirely dependen is concentrated. ation cultiv y popp ’s world the of 92% where uction in 2001, prod d halte st almo Although the US invasion n soared to a new uctio prod opium l globa later five years out more at https://www. record high of 6,610 tons. Find lysis/WDR-2007.html d-ana ta-an n/da dc/e /uno unodc.org 5. A passo di gambero a. Il mercato dell’eroina La guerra all’oppio non conosce tregu situazione in Afghanistan, dalla e ment intera i quas de dipen re di papavero da oppio. dove si concentra il 92% delle coltu i interrotta con l’invasioBenché la produzione si fosse quas anni dopo la produzione e cinqu , 2001 ne degli Stati Uniti, nel nuovo record storico di mondiale d’oppio ha registrato un consulta https://www. più, di rne 6.610 tonnellate. Per sape lysis/WDR-2007.html d-ana ta-an n/da dc/e /uno c.org unod

2. Pricing cocaine market. The EuGlobalization has yet to affect the Europol and the United cy agen e polic nal natio ropean trans ine in Portugal costs coca of Nations calculated that a gram gal is the cheaPortu . Spain g borin neigh in than 30% less ine, at an avecoca buy to world pest place in the developed expensive place in most The . gram per 9 US$4 of rage price costs $156 per gram, and Europe is Iceland, where cocaine is New Zealand, where world the in place nsive expe the most users pay $857 a gram.

2. Tarif fario unto il mercato della coLa globalizzazione non ha ancora raggi delle forze di polizia nale nazio trans nzia l’age ol, caina. Europ che in Portogallo lato calco o hann europee, e le Nazioni Unite che nella vicina meno in 30% il costa ina coca di un grammo US$49 al gramdi o medi o prezz Spagna. Il Portogallo, con un trializzato. Il poindus o mond del o omic econ più e mo, è il paes al grammo, $156 costa dove nda, sto più caro in Europa è l’Isla a Zelanda, dove i Nuov la è o mond del caro più e paes mentre il per un grammo di cocaina. consumatori sborsano fino a $857

4. Killing coca The war on cocaine is slowly being won. Globally the area under coca cultivation shrank by 29% between 2000 and 2006 to 156,900 hectares, largely as a result of reduced coca cultivation in Colombia. 42% of cocaine produced in 2005 was intercepted, according to the UN, but the market was still worth US$70.9 billion. www.havocscope.com

cocaine / a currency

4. Obiettivo coca La guerra alla cocaina sta lentamente portando i suoi frutti. Fra il 2000 e il 2006 le superfici coltivate a coca in tutto il mondo sono calate del 29% raggiungendo i 156.900 ettari, grazie in particolare alla distruzione delle colture in Colombia. Non solo, nel 2005 è stato intercettato il 42% della produzione, secondo le statistiche ONU. E pensare che in quello stesso anno il mercato della cocaina ha comunque incassato US$70,9 miliardi. www.havocscope.com

6. High up in Guinea iest joint smokers on Let’s discredit the legend: the heav of 12 to 55 year10% e wher earth are not in Jamaica, y, where only 1.9% Turke in they are Nor . them e olds smok pe or North Africa. The smoke joints. Nor are they in Euro in Papua New Guinea, are world the in ers heaviest smok up. lights where 29.5% of the population

6. Papuani da sballo tori di cannabis al monSfatiamo un mito: i più accaniti fuma il 10% della popolafuma dove aica, Giam in o do non vivon meno in Turchia, tanto Né età. di zione fra i 12 e i 55 anni che in Europa o in nean E lli. spine fuma % l’1,9 dove solo voltura spetta di diritto a Nord Africa. Il primato della scon % della popolazione non 29,5 il dove ea, Guin a Papua Nuov a. disdegna di rollarsi una cann


/ petrolio un pagamento

oil / a payment

LIVING MONEY Cuba lacks oil. Venezuela lacks doctors. You see where this is going… The international exchange that has brought doctors to the favelas of Caracas and energy to the streets of La Havana is dubbed Misión Milagro, Mission Miracle. While many think it’s propaganda, the controversial swap has 15,000 Cuban doctors working as payment for 53,000 barrels of black gold arriving on Fidel Castro’s shores each day. Official data reports 17 million people treated by Cuban doctors since the program began in March 2003, with the long-term goal of 6 million surgeries in 10 years.

DENARO VIVENTE A Cuba scarseggia il petrolio. E in Venezuela scarseggiano i medici. Avrai già capito dove si va a parare… La transazione internazionale che ha portato i medici nelle baraccopoli di Caracas e combustibile nelle strade di L’avana è stata ribattezzata Misión Milagro, la missione miracolo. Benché giudicata da molti una semplice operazione di propaganda, grazie a questo controverso scambio, 15.000 medici cubani stanno ripagando con il loro lavoro i 53.000 barili d’oro nero che sbarcano ogni giorno sull’isola di Fidel. Stando ai dati ufficiali, dall’avvio del programma nel marzo del 2003, sono stati curati 17 milioni di pazienti dai medici cubani, con l’obiettivo a lungo termine di sei milioni di interventi chirgurgici nell’arco di dieci anni.


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A dark Havana. Blackouts are the norm in Cuba’s capital /

COLORS 73 \ MONEY \ oil

/ L’Avana al buio. Nella capitale cubana i blackout sono la norma

Maria packed her bags and said goodbye to her baby. Maria will cure in exchange for petrodollars. She will perform cataract surgeries and buy a television set. She will see the Orinoco and carry out emergency removals of bullets and fetuses

Patients waiting to be visited in a Caracas hospital. Cataract removal is among the most requested surgical procedures in Venezuela /

Maria ha fatto le valigie e detto addio al suo piccolo. Maria curerà in cambio di petrodollari, Opererà cataratte e comprerà un televisore, vedrà l’Orinoco ed estrarrà d’urgenza pallottole e feti

And God said, “Let there be light!” And there was light... This is the story of Noel and Maria of Havana. In Havana in the early 1990s, as all the walls were tumbling down in Europe, the sounds of the Russian oil tankers at the mouth of the bay ceased. The city on the sea continued to scan the empty horizon, and the people began to gasp for air, as if they had been shipwrecked. Maria, a gentle and earthy woman, finished her medical studies by the light of an oil lamp. Noel is a painter, and he is hope. When Cuba remained alone like people who are too stubborn, their lives changed drastically. The shadows extended into the streets and kitchens, sliding along with the silence. The eyes of the world watched the island with the sort of admiration and pity bestowed upon orphans. Soon afterward the European pirates arrived, and pathetic old Havana welcomed them, casting a spell of discounts and rhythms. Like everyone else’s, Maria’s name appeared on many lists. Some were waiting lists, others were not. Then she agreed to take part in the ‘Miracle’ and go to Venezuela, to a place with a bright, shiny name – La Esmeralda. Even if Maria dreams of a better world for her son, she doesn’t believe in miracles. All she wants is a more human alternative to the darkness of her room. Maria packs her bags and says goodbye to her little son, touching his gums to feel his baby teeth under her fingers. Maria will treat people in exchange for the petrodollars not to be found in Cuba.

She will perform cataract surgeries and buy a TV set. She will see the Orinoco and extract bullets and fetuses. She hopes to pay off her debts when she returns to Havana, and perhaps live near the hospital. She is part of an army dressed in white that places Havana in a positive light and costs little. It is a new strategy coming from above. Like all promises of justice, it is seductive and powerful, a new proposition, like that of a new Messiah. Thanks to the Miracle in La Esmeralda, a woman will see the river and the mist again, will again look at her breasts, wash out the coffee stains and climb into the hills. Maria will say goodbye to her patients, and she will not miss the rain forest at all, because more than anything else she does not want her little son to forget what she smells like. In Havana, Noel pedals along, riding down El Prado with the child behind him. He can’t smell the sea yet. The heaviness of summer weighs on him like hunger or mourning. The bay is an obsession for him. It is a kind of filthy vagina, an unscrupulous receptacle that has welcomed with kisses the ships of every nation. As he looks for a place to stop, a woman makes an offering to Yemayá in the harbor’s dirty water. He thinks to himself nothing good exists here. This is only a liquid gallows.

E Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu... Storia di Noel e Maria dell’Avana. Mentre in Europa cadevano tutti i muri, nell’Avana dei primi 90 il rumore delle petroliere russe all’entrata della baia smise di arrivare. La città marina continuò a scrutare l’orizzonte spopolato e la sua gente iniziò a respirare col respiro dei naufraghi. Maria finì di studiare medicina sotto la luce di una lampada ad olio, donna soave e terrena. Noel è pittore ed è speranza. Quando Cuba restò sola, come le persone troppo cocciute, le loro vite cambiarono brutalmente: la penombra raggiunse le strade e le cucine, scivolando insieme al silenzio. Gli occhi del mondo guardarono l’isola con l’ammirazione e la pena con cui si guardano gli orfani. Poco dopo arrivarono i pirati europei e L’Avana Vecchia e Patetica li accolse in sortilegi di sconti e ritmo. Come ogni altro nome, quello di Maria appariva in molte liste, alcune di attesa, altre no. Poi accettò di partecipare al «Miracolo» ed andare in Venezuela, in un posto dal nome luminoso: La Esmeralda. Anche se Maria sogna un mondo migliore per suo figlio, lei non crede ai miracoli, desidera solo un rimedio umano al buio della sua stanza. Maria ha fatto le valigie e ha detto addio al suo piccolo accarezzando le gengive con troppi pochi denti ancora. Maria curerà in cambio di petrodollari, introvabili a Cuba. Opererà cataratte e comprerà un televisore, vedrà l’Orinoco, estrarrà pallottole e feti d’urgenza. Vorrebbe saldare i debiti al rientro e forse andare a vivere vicino all’ospedale. Il suo è un esercito bianco, che illumina L’Avana e costa poco. È una logica nuova che viene dall’alto. Come tutte le promesse di giustizia seduce ed è potente: una risposta nuova che ricorda il disegno di un nuovo Messia. Grazie al Miracolo nella Esmeralda una donna rivedrà il fiume e la foschia, tornerà a guardarsi i seni, a lavare le macchie del caffè e a salire «los cerros». Maria dirà addio ai suoi pazienti e non sentirà la mancanza della selva perché più di tutto ha bisogno che il piccolo non dimentichi il suo odore.

/ PaZIENTI IN ATTESA DI ESSERE VISITATI IN UN OSPEDALE DI CARACAS. IN VENEZUELA GLI INTERVENTI DI CATARATTA SONO TRA LE PROCEDURE PIù RICHIESTE


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The Christ of Havana. This installation represents Cuba’s lack of energy resources, a cross that Cubans bear every day /

COLORS 73 \ MONEY \ oil

/ Il Cristo dell’Avana. L’installazione rappresenta la scarsità di energia a Cuba: una croce che i cubani portano ogni giorno

Noel has already painted everything that he can with the mud from the harbor’s bottom: tablecloths, sheets, curtains (his own and others that their owners don’t keep an eye on). His paint is crude oil and the invisible sailors on his canvases are slaves. He uses tar from the sea to draw shabby, rickety, distant figures that evoke victims and losers you can find anywhere. The afternoons will go by and the air of the new millennium will bring back the black fumes of dinosaur Chevrolet taxis, extinct in the ‘special’ period and reborn in this new era of gasoline and neon. The thick, dark and urgent sweep of his arm is a kind of ancestral memory of our wretchedness, a testimony to the irremediable. Or at least to that of which we cannot yet speak.

Nell’Avana Noel pedala, scende per El Prado con il bimbo dietro e ancora non sente il mare. Il torpore estivo incombe come la fame o come un lutto. La baia lo ossessiona, quella specie di vagina sporca, discarica senza scrupoli che ha accolto e baciato galeoni di tutte le bandiere. Mentre sceglie dove fermarsi, una donna fa un’offerta a Yemayà nell’acqua impura del porto. Lui pensa che lì non ci sia nessuna connessione con il buono ma soltanto un patibolo liquido. Noel ha già dipinto tutto ciò che è abbordabile con il fango del fondo: tovaglie, lenzuola, tende (le sue e quelle mal custodite). È petrolio il suo olio e sono schiavi i marinai invisibili delle sue tele. Viene dal mare il catrame per disegnare malmessi, rachitici, lontani profili che ricordano le vittime, i perdenti di qualunque posto. E poi passeranno i pomeriggi e l’aria del nuovo millennio riporterà il fumo nero dei taxi-Chevrolet-dinosauri, estinti nel periodo speciale e risorti nella nuova era di benzina e neon. Il tratto spesso, buio e prepotente del suo braccio è una sorta di memoria ancestrale delle nostre miserie, testimonianza dell’irreparabile. O almeno di quello di cui ancora non possiamo parlare.

Cuban doctors in a hospital in Caracas, Venezuela. Cuba is paid in oil for their work /

/ DOTTORI CUBANI IN UN OSPEDALE DI CARACAS. CUBA è RIPAGATA IN PETROLIO PER IL LORO LAVORO


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oil / a payment

COLORS 73 \ MONEY \ oil

1. Big oil The most profitable business on earth? Oil, oil, and oil again. According to the Forbes Top 2000 list, the three companies with the highest annual profits are Exxon Mobil (USA, US$39.50 billion), Royal Dutch Shell (the Netherlands, $25.44 billion) and BP (UK, $22.29 billion). The core business of the most profitable companies in Europe and South America – France’s Total, Italy’s Eni and Brazil’s Petrobras – is, again, oil and gas operations.

1. Petrodollari Qual è l’attività più lucrativa del pianeta? Che domande. L’oro nero! Secondo la lista Top 2000 della rivista Forbes, le tre aziende che si aggiudicano il primato degli utili annui sono la Exxon Mobil (USA, US$39,50 miliardi), la Royal Dutch Shell (Paesi Bassi, $25,44 miliardi) e la BP (Regno Unito, $22,29 miliardi). E anche le principali attività delle imprese più redditizie in Europa e Sud America – la francese Total, l’italiana Eni e la brasiliana Petrobras – ruotano intorno a gas e petrolio.

Dieter Helm / professor at the University of Oxford and associate editor of the “Oxford Review of Economic Policy”. In 1982

Human Capital, a painting by Noel Morera. Named from a catchphrase Cuban president Fidel Castro coined to extol the virtues of Cuban doctors in Venezuela, this painting’s title is not random. Painting with oil from the polluted Havana Bay, Noel depicts the bay with the bay itself, providing an artistic mirror that better reflects the murky urban cityscape than the oily water surrounding it. What began as an exploration into an original technique, Noel says, evolved into a serious critique of the trying daily life of average Cubans. Painting is a disease in Noel’s mind, a human condition, an intimate inheritance, cherished but one which he never chose. Few present-day Cuban artists offer the tied consistency between form and content found in the spirit of Noel’s work, the piece a small tribute to the son of a generation worn by their struggles, whose principal wealth has been to use creativity to break boundaries.

Capitale umano, un quadro di Noel Morera. Rifacendosi allo slogan lanciato dal presidente Fidel Castro per tessere le lodi dei medici cubani in Venezuela, il titolo di questo quadro non è stato scelto a caso. In questa tela realizzata con il petrolio raccolto nell’inquinatissimo golfo dell’Avana, Noel ha dipinto la baia utilizzando la baia stessa, in un gioco di specchi in cui la rappresentazione artistica incarna questo cupo paesaggio urbano più dell’acqua nerastra e vischiosa che lo circonda. Quel che era nato come l’esplorazione di una tecnica originale, spiega Noel, si è trasformato in una strenua critica delle pesanti condizioni di vita del popolo cubano. La pittura è come una malattia per Noel, un retaggio profondo della condizione umana, amatissima, ma mai per libera scelta. Pochi artisti cubani contemporanei offrono questa perfetta concordanza tra forma e contenuti, così presente nello spirito dell’opera di Noel. Con questo vogliamo rendere omaggio, nel nostro piccolo, al figlio di una generazione esausta per i patimenti, la cui vera ricchezza è la creatività come mezzo per rompere gli schemi.

he founded the UK-based economic consulting firm OXERA.

Oil is a commodity in which the price has never been related to the cost. The world’s oil is concentrated in a small number of countries, and those countries are highly politically sensitive: Iran, Iraq, Saudi Arabia and Russia. The cost of oil in many of these countries is US$2 to $3 a barrel, while [elsewhere] today oil costs US$90 a barrel, not because of the price but because of the supply-demand balance. One reason is because of heightened tensions in the Middle East. Secondly, costs have increased because of the rise of China and, to a lesser extent, India. Third, the price increased because of the great economic boom in developed countries like the United States and the expansion of capitalism in the 1980s and 90s. Demand from the developed world and newly emerging economies has also tightened supply conditions. So the price of oil going forward has nothing to do with costs and everything to do with the control of market and cartels. Apart from the North Sea, Europe as a whole is very resource-poor, and over the next one, two and three decades Europe will become increasingly dependent on energy imports: gas from Russia and oil from the Middle East. As for poor countries, some countries in Africa have done remarkably well economically because of the scarcity of resources. But other countries have been completely left behind, relying substantially on aid to diversify their economies. There’s been very little transfer of aid money between rich and poor countries. Dieter Helm / professore all’University of Oxford e vice caporedattore dell’«Oxford Review of Economic Policy». Nel 1982 ha fondato OXERA, azienda di consulenza economica con sede nel Regno Unito.

Il petrolio è un bene di consumo per cui il prezzo non è mai stato legato ai costi. Il petrolio del pianeta si concentra in un piccolo numero di paesi, per lo più con una situazione politica esplosiva. Iran, Iraq, Arabia Saudita e Russia. Il costo del petrolio in molti di questi paesi è di US$2-3 dollari

2. Can you count to one trillion? No? Petrochina did it, in just a few years. Only eight years ago this statecontrolled Chinese oil group didn’t rank among the world’s top 100 companies. Now it has become the largest company in the world, worth US$1 trillion in market capitalization. The former number one, Exxon Mobil Corporation, lags far behind, worth a meager $488 billion. www.businessweek.com

un pagamento

2. Sai contare fino a un trilione? No? Petrochina c’è riuscita nel giro di appena qualche anno. Solo otto anni fa questa compagnia petrolifera statale cinese non era neanche annoverata fra le 100 principali aziende del pianeta. Oggi è diventata la più importante in assoluto, quotata mille miliardi di dollari sulle borse internazionali. L’ex numero uno, la Exxon Mobil Corporation, ne esce letteralmente stracciata, con i suoi miseri $488 miliardi. www.businessweek.com

3. A huge black river The world’s top 15 oil producers are Saudi Arabia, Russia, the US, Iran, China, Mexico, Canada, the United Arab Emirates, Venezuela, Norway, Kuwait, Nigeria, Algeria, Brazil and Iraq. Together they produce at least 63 million barrels of oil each day, worth over US$5.7 billion. That sum is more or less equivalent to the annual GDP of Mali, which has a population of 12 million. http://tonto.eia.doe.gov/ country/index.cfm

3. Marea nera I 15 maggiori produttori di petrolio al mondo sono Arabia Saudita, Russia, USA, Iran, Cina, Messico, Canada, Emirati Arabi Uniti, Venezuela, Nor vegia, Kuwait, Nigeria, Algeria, Brasile e Iraq. Questi paesi, complessivamente, sfornano un minimo di 63 milioni di barili di petrolio al giorno, per un valore di US$5,7 miliardi. Una somma più o meno equivalente al PIL del Mali, che ha una popolazione di 12 milioni di abitanti. http://tonto.eia.doe.gov/ country/index.cfm

/ petrolio

4. Oil lovers The US and China are the world’s top two oil consumers, using about 20 million and 8 million barrels a day, respectively. Both countries produce less than they consume, importing the rest from abroad. At an average cost of US$90 per barrel, they spend about $1.8 billion and $310 million per day, respectively, to meet domestic oil needs. http://www.eia.doe.gov/emeu/cabs/topworldtables1_2.htm – http://www.wtrg. com/oil_graphs/oilprice1869.gif

4. Drogati di petrolio Stati Uniti e Cina sono i maggiori consumatori mondiali di petrolio, con un bilancio – rispettivamente – di 20 milioni e 8 milioni di barili al giorno. Producendo meno del fabbisogno interno, entrambi fanno ricorso alle importazioni. Con un costo medio di US$90 a barile, il conto è salato: $1,8 miliardi e $310 milioni al giorno. http://www.eia.doe.gov/emeu/cabs/topworldtables1_2.htm http://www.wtrg.com/oil_graphs/oilprice1869.gif

al barile, mentre [altrove] il prezzo ha raggiunto attualmente i US$90, non a causa dei costi di produzione, ma a causa del gioco della domanda e dell’offerta. Uno dei motivi è l’escalation in Medio Oriente. Un secondo motivo di questo aumento è l’ascesa della Cina e, in minor misura, dell’India. Terzo, il grande boom economico di paesi industrializzati come gli Stati Uniti e l’espansione del capitalismo negli anni 80 e 90. La domanda del mondo industrializzato e dei paesi emergenti ha contribuito anch’essa a inasprire

5. The end of the party How much oil is left in the world’s four largest oil fields? A few billion barrels and not a drop more: 83 billion in Gawar, Saudi Arabia; 72 in Burgan, Kuwait; 35 in Cantarell, Mexico; and 32 in Bolivar Coastal, Venezuela. Find out when the party will be over at http://www.gravmag.com/oil. html#worldfields

5. Agli sgoccioli Quanto petrolio resta nei quattro principali giacimenti del pianeta? Qualche miliardo di barili e non una goccia in più: 83 miliardi a Gawar, in Arabia Saudita; 72 a Burgan, nel Kuwait; 35 a Cantarell, in Messico, e 32 a Bolivar Coastal, in Venezuela. Scopri quando saranno davvero finiti i giochi su http://www.gravmag.com/oil.html#worldfields

le condizioni dell’offerta. Quindi, l’impennata del prezzo del petrolio non ha niente a che vedere con i costi, ma è legata a doppia mandata al controllo dei mercati e alle situazioni di monopolio. A parte il Mare del Nord, complessivamente l’Europa dispone di scarsissime risorse e nell’arco di uno, due o tre decenni diventerà sempre più dipendente dalle importazioni di energia: gas dalla Russia e petrolio dal Medio Oriente. Per quel che riguarda i paesi poveri, alcune nazioni africane se la sono cavata molto bene economicamente proprio a causa della penuria di risorse. Ma altri paesi, abbandonati al loro destino, fanno affidamento essenzialmente sugli aiuti per diversificare le loro economie. E il trasferimento di aiuti monetari dai paesi ricchi ai più poveri del pianeta si fa al contagocce.


una banca

/ sangue

“This city is bleeding – always, everywhere, everyone,” says Sayef Waleed. “I used to use my car as a taxi, bringing in extra cash to feed my family, but now I work for the Ministry of Transportation and I’m always out on the street.” That car is now gone – sold to save his 11-year-old son’s left leg and life. In Baghdad, blood is money, and both can slip away quickly. A violent blast, one of many, came last October in the Hay al-Amel neighborhood. “That is where I live,” Sayef continues. “The explosion missed the Iraqi tank patrolling the streets, but hit my son Mahmoud.”

blood / a bank

«In questa città il sangue scorre a fiumi, sempre e ovunque, nessuno escluso» spiega Sayef Waleed. «Prima usavo la mia auto come taxi, per arrotondare il bilancio e sfamare la famiglia, adesso lavoro per il ministero dei Trasporti e sono sempre in giro per strada». Ora la macchina non c’è più… È stata venduta per salvare la gamba – e la vita – al figlio undicenne.

Baghdad is bleeding around the clock. With each lost drop of blood, a black market of donors grows. Welcome to the economy of blooD money

A Baghdad il sangue è denaro, ed entrambi scorrono via a una velocità incredibile. Un’esplosione violenta, una delle tante, ha colpito lo scorso ottobre il quartiere di Hay al-Amel. «Proprio dove vivo io» prosegue Sayef. «La bomba ha mancato il carro armato iracheno che pattugliava le strade, ma ha colpito mio figlio Mahmoud». Sayef guadagna IQD 350.000 (US$ 289) al mese, sfrecciando a una velocità folle fra le arterie della capitale. Più della metà dello stipendio va via per pagare l’affitto dell’appartamento di due stanze, dove la la moglie e i tre figli trovano rifugio dalle brutalità di Baghdad. «Mi sembra di camminare costantemente sull’orlo di un precipizio emotivo e finanziario» dice Sayef. «Sono finite le corse notturne in taxi, ma Mahmoud è ancora vivo e la sua gamba è salva, grazie a Dio».


Baghdad sanguina ventiquattr’ore su ventiquattro. E, a ogni goccia versata, cresce il mercato nero dei donatori. Benvenuti nell’economia del salasso, in cui il sangue è denaro

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“With each donation, my name is written on a special list at the martyr Al-Sadr’s office. I am a good Muslim.” Abdul

«A ogni donazione, il mio nome viene scritto su una lista speciale nell’ufficio di al-Sadr. Sono un buon musulmano». Abdul

Moving at a crazy pace along the arteries of the city, Sayef earns IQD 350,000 (US$ 289) a month. He spends more than half of his wages on the rent for his two-room flat, a refuge for his wife and three sons from the savage pressures of Baghdad. “I feel like I am constantly walking on the edge of an emotional and financial chasm,” Sayef says. “But then, no more taxi driving at night and Mahmoud is alive and his left leg was saved, thank God.” Baghdad is bleeding around the clock, and that is precisely how some grow rich and others like laborer Muhammad Abbas become impoverished. Abbas had to sell his fridge and other goods to buy the blood needed for his wife when she was giving birth to a son. The heart of the illicit trade is al-Sadr City, the neighborhood under control of the Shia leader Muqtada al-Sadr and his Islamic militia, the Army of Mahdi. “I donate blood to support our cause, may God bless it, twice a week,” says Abdul Zara, a smiling 26-year-old military driver. “With each donation, my name is written on a special list at the martyr al-Sadr’s office. I am a good Muslim.” The blood of hundreds of Shias like Abdul feeds the black market. People rarely go to formal collection centers to donate blood because they are afraid of both the bombs and the dreadful hygienic conditions. If they or their family need blood, they are forced to purchase it on the black market.

A representative of each of the three al-Sadr City sheiks, the religious authorities who head the illicit blood trade, can be found in most city hospitals, negotiating the price of blood with the relatives and friends of wounded people as if it were an internationally exchanged commodity. Many simply can’t afford it. Sayef spent IQD 4 million (about US$3,500) on the blood and three surgical procedures required for Mahmoud. In the veins of Baghdad, sick blood is the norm. Kadòm al-Sedani has set up a clandestine blood trade in a hospital in the al-Andalus neighborhood. “In emergencies, I ask the ambulance driver to find junkies and drunks and drive them in to donate their blood,” he admits. He pays the addicts with loose change and, without any health checks, sells blood to wounded people. The wounded go home with the bad blood, the addicts go home with bruises, and Kadòm, the drivers and lab technicians go home with the blood money.

Baghdad perde sangue ventiquattr’ore su ventiquattro, ed è proprio questo che permette ad alcuni di arricchirsi, mentre altri si ritrovano in mezzo a una strada. Come Muhammad Abbas, un manovale che ha dovuto vendere il frigorifero e altri beni, perché la moglie aveva bisogno di una trasfusione durante il parto.

“This city is bleeding - always, everywhere, everyone… I feel like I am constantly walking on the edge of an emotional and financial chasm.” Sayef Waleed /

Il crocevia di ogni traffico illecito è al-Sadr City, il quartiere controllato dal capo sciita Muqtada al-Sadr e dalla sua milizia islamica, l’esercito del Mahdi. «Dono sangue per sostenere la causa – che Dio la benedica – due volte alla settimana» racconta sorridente Abdul Zara, che ha 26 anni e fa l’autista per l’esercito. «A ogni donazione, il mio nome viene scritto su una lista speciale nell’ufficio di al-Sadr. Sono un buon musulmano».

/ «In questa città il sangue scorre a fiumi, sempre e ovunque, nessuno escluso… Mi sembra di camminare costantemente sull’orlo di un precipizio emotivo e finanziario». Sayef Waleed

Il sangue di migliaia di sciiti come Abdul va ad alimentare il mercato nero. È molto raro che la gente frequenti i normali centri di raccolta per donare il sangue, per paura delle bombe e delle spaventose condizioni igieniche. Così, chi ha bisogno di una trasfusione è costretto a comprare il sangue sul mercato nero. Un rappresentante di ognuno dei tre sceicchi di al-Sadr City – le autorità religiose che gestiscono il traffico illecito – piantona la maggior parte degli ospedali cittadini, contrattando il prezzo con i familiari e gli amici dei feriti come se fosse una merce quotata in Borsa. Per molti i costi sono proibitivi. Sayef ha dovuto sborsare IQD 4 milioni (circa US$3.500) per la trasfusione e i tre interventi chirurgici subiti dal figlio. Ma nelle vene di Baghdad scorre soprattutto sangue malato. Kadòm al-Sedani ha messo su uno smercio clandestino in un ospedale del quartiere di alAlandalus. «Per i casi più urgenti, chiedo al conducente dell’ambulanza di andare a caccia di tossici e drogati e di farli venire qui a donare il sangue» confessa. Li paga due soldi e poi, senza nessun controllo sanitario, vende il sangue ai feriti. I pazienti se ne tornano a casa con una nuova infezione, i drogati pieni di ematomi. Mentre Kadòm, gli autisti e i tecnici di laboratorio se ne vanno via con le tasche piene e lorde di sangue.

representatives of the Sheiks can be found in most city hospitals negotiating the price of blood for the wounded as if it were an internationally exchanged commodity / / rappresentanti degli sceicchi piantonano la maggior parte degli ospedali cittadini, contrattando il prezzo del sangue per i feriti come se fosse una merce quotata in Borsa


26 \ 27 COLORS 73 \ MONEY \ BLOOD

2. Banked bombs Cluster munitions don’t discriminate. They cannot distinguish between civilian and military targets and they breach International Humanitarian Law. Although 98% of the victims of cluster munitions are civilians, producers don’t seem to have any trouble attracting capital in financial markets. Banktrack compiled a list of banks that are or have been involved in financing cluster munitions producers. If you use a bank, you may not like what you see at www.banktrack.org

2. Conti esplosivi Le bombe a grappolo non guardano in faccia nessuno, colpendo indiscriminatamente obiettivi civili e militari, in barba alle regole più elementari del diritto umanitario. Benché il 98% delle vittime siano civili, i fabbricanti di questi ordigni non hanno problemi a reperire capitali sui mercati finanziari. Banktrack ha compilato una lista di banche che contribuiscono a finanziare i produttori di bombe a grappolo. Se hai un conto in banca, potresti non gradire quello che leggerai su www.banktrack.org

Robert Topel / professor of urban and labor economics at the University of Chicago Graduate School of Business and co-author of a 2003 working paper, “War in Iraq versus Containment”, for the National Bureau of Economic Research.

Whenever you’re considering some policy and what it’s going to cost, you have to consider the alternative. That’s what economics can bring to the party. We estimated the cost of the alternative of going to war [in Iraq]. You can’t just think about what it’s going to cost to do A. You have to think about what it will cost to not do A. We tried to put a number on the cost of continuing the Baathist regime – in essence, how many aircraft and personnel would it take to keep this guy in the box, how much that would cost, and how long the regime could survive within a containment strategy. Based on our estimates before the US had invaded Iraq, the cost of containment was likely to be just as high or higher. una banca

1. Investing in war What do banks do with the money entrusted to them by billions of people around the world? They mainly make investments few of us know anything about. Multinational banks are the largest institutional shareholders in eight of the top ten companies that profit from military contracts. Find the list of the most profitable military contracts at www.sourcewatch.org or www.corpwatch.org and check www.transnationale.org to see if your bank is involved.

/ sangue

1. Investimenti bellici Che fine fa il denaro affidato da miliardi di persone alle banche di tutto il mondo? In molti casi sarà utilizzato per investimenti di cui i diretti interessati non sono neanche al corrente. Le grandi banche multinazionali sono il principale investitore istituzionale in otto delle dieci maggiori aziende che riforniscono il settore militare. Fai un salto su www.sourcewatch.org o www.corpwatch.org per sapere quali sono gli appalti bellici più lucrativi. Poi, controlla su www.transnationale.org per scoprire se la tua banca contribuisce a finanziarli.

3. War expenses Some 4,300,000 houses, 8,300,000 teacher’s salaries, US$17,000 in cash to each of Iraq’s 27 million citizens – these are some of the other uses the US could have found for the $470 billion spent to date on the war in Iraq. Keep up with the latest figures at www.nationalpriorities.org/ costofwar

3. Spese di guerra Circa 4.300.000 case, 8.300.000 stipendi per gli insegnanti e US$17.000 in contanti per ognuno dei 27 milioni di cittadini iracheni: ecco alcuni degli impieghi alternativi che avrebbero potuto avere i $470 miliardi spesi finora dagli Stati Uniti per la guerra in Iraq. Aggiornati sulle ultime cifre consultando www.nationalpriorities.org/costofwar

4. Blood money The slogan “¡Gane dinero hoy!” – “Earn money today!” – appears on the buses of Biomat USA, a company that shuttles Mexicans to US blood collection centers in Texas, along the Mexican border. Hundreds of men and women go twice a week to McAllen, Lardo, El Paso, Brownsville and Eagle Pass, Texas, to sell their blood to the gringos. They earn US$70 to donate twice a week, more, for example, than the average weekly pay for a job in the textile factories in Piedras Negras, Coahuila. http://news.newamericamedia.org/news

5. Wanna invest? Try genocide-free investments with Investors Against Genocide (IAG). While the mass slaughter in Darfur has now been acknowledged internationally, millions of people may be unknowingly investing in companies that fund the genocide. IAG lobbies mutual funds to commit to socially responsible investments. Submit your shareholder proposal to a mutual fund on http://investorsagainstgenocide.googlepages. com/shareholderresolutions

5. Vuoi investire? Rivolgiti a Investors Against Genocide (IAG): per lo meno ti garantiranno un investimento a prova di genocidio. Benché le stragi del Darfur siano ormai di pubblico dominio, milioni di persone investono a loro insaputa in aziende che finanziano il genocidio. L’IAG chiede ai fondi comuni d’investimento di adottare una politica etica e responsabile. Presenta la tua proposta di azionariato a un fondo comune d’investimento su http://investorsagainstgenocide.googlepages.com/shareholderresolutions

Robert Topel / docente di economia urbana e del lavoro presso la Scuola di Specializzazione in Economia e Commer-

Fabrice Valognes / professor of economics, University of Caen,

cio della University of Chicago e coautore di uno studio del

Basse Normandie.

2003 «War in Iraq versus Containment» (Iraq: guerra o con-

If we consider a group of rebels, those rebels begin a civil war only if the benefits are higher than the costs. The typical peasant can dedicate themselves to four types of activity: productive work, military service, informal home subsistence work or the insurgency. This last possibility places the peasant outside of the law. Among the benefits is a wage that the insurgent leader offers. Among the costs is capture by the government. Economic growth increases the income available for the government, but also increases the tax the insurgent leader gets, making the business of insurgency more attractive. That is why the prospect of economic growth often cannot persuade an insurgent leader to make peace.

Al momento di valutare una politica e i suoi costi, bisogna considerare anche l’alternativa. Ecco un esempio di come l’economia può incidere sulle scelte d’interventismo. Abbiamo calcolato i costi dell’alternativa alla guerra [in Iraq], perché non si può riflettere solo su quanto costerà fare una data cosa, bisogna riflettere anche su quanto costerà non fare una data cosa. Abbiamo cercato di quantificare i costi del regime Baathista valutando, grosso modo, quanto sarebbe costato tenere a bada la situazione, in termini di personale e forze aeree, e fino a quando sarebbe soprav-

tenimento) per l’Ufficio Nazionale di Ricerca Economica.

4. Introiti liquidi Lo slogan «¡Gane dinero hoy!» è in bella vista su tutti i pullman della Biomat USA, un’azienda che trasporta i messicani nei centri di donazione del sangue in Texas, lungo la frontiera fra Stati Uniti e Messico. Centinaia di messicani, uomini e donne, si recano due volte alla settimana a McAllen, Lardo, El Paso, Brownsville e Eagle Pass, in Texas, per vendere il loro sangue ai gringos. Con un guadagno di US$70 a settimana, è sempre più della paga media settimanale di uno operaio nelle fabbriche tessili di Piedras Negras, a Coahuila, ad esempio. http://news.newamericamedia.org/news

vissuto il regime con una strategia di contenimento. In base ai nostri calcoli, realizzati prima che gli USA invadessero l’Iraq, una politica di contenimento avrebbe avuto costi identici se non superiori. Fabrice Valognes / professore di economia all’Université de Caen Basse-Normandie

Prendiamo un gruppo di ribelli, questi ribelli cominceranno una guerra civile soltanto se i benefici sono superiori ai costi. Il contadino tipo può dedicarsi a quattro forme di attività: il lavoro produttivo, il servizio militare, il lavoro domestico informale di sussistenza o la rivolta. Con quest’ultima possibilità, il contadino si ritrova a violare la legge. Fra i benefici, c’è la paga offerta dal capo dei ribelli. Fra i costi, la cattura da parte del governo. La crescita economica fa aumentare le entrate nelle casse dello stato, ma aumenta anche i dazi estorti dal capo dei ribelli, moltiplicando così l’attrattiva economica delle attività insurrezionali. Ecco perché le prospettive di crescita dell’economia spesso non bastano per convincere i ribelli a un accordo di pace.

blood /

a bank


soil / inheritance

eredità

/ terra

Mmbul, Gaw, Fe’, Rai, Yar, Reng!*

“Mine was brought around 45 years ago, carried by six men,” says the fisherman. “Two of them were injured in the process, one broke his knee and the other his wrist.” He has a golden-brown complexion, weathered by the long relationship between Nauru and the sun. “Mine was cut using shell tools and it was carried by canoes,” retorts the other man, a young sailor. Deep into a four-day-long conversation, the two men seek agreement over the value of their biggest and oldest treasures: stones. Massive wheels of shimmering limestone, the stones were quarried and shipped 400 km and are used locally as money. But determining the intrinsic value of a colossal stone is not as simple as it may seem.

«La mia è stata portata qui circa 45 anni fa. Per trasportarla ci sono voluti sei uomini» spiega il pescatore. «Due sono rimasti feriti nell’operazione, uno si è rotto il ginocchio e l’altro un polso». Ha un bel colorito marrone-dorato, frutto della lunga storia d’amore fra Nauru e il sole. «La mia è stata tagliata con arnesi di conchiglia e trasportata su canoe» gli fa eco l’altro, un giovane marinaio. Nel vivo di una discussione che va avanti da quattro giorni, i due uomini cercano di accordarsi sul valore del tesoro più grande e antico che possiedano: le pietre. Queste mastodontiche ruote di luccicante calcare sono dei monoliti estratti a circa 400 km di distanza e trasportati fin qui per essere usati come moneta locale. Ma determinare il valore intrinseco di una pietra colossale non è così semplice come potrebbe sembrare a prima vista.

* These are the names of stone money in Yap Island, Micronesia. The value of each “coin” varies according to its size and history. The largest stones are normally worth a house

* Sono i nomi dei soldi di pietra sull’isola di Yap, in Micronesia. Il valore di ogni «moneta» varia in funzione della grandezza e delle sue origini storiche. Le pietre più grandi di solito valgono una casa


30 \ 31 COLORS 73 \ MONEY \ soil

a bank! /

“Yours is bigger, but mine took many years to be made,” says one. “But yours caused two injuries and mine none,” adds the other.

theft? / una rapina?

Indeed, size is at best only a rough approximation of value. Craftsmanship can make a smaller stone worth more than those that have to be carried by ships. Stones transported at great peril, perhaps even with loss of life, are the most coveted and valuable. “One is bigger, it was carried by many men and caused injuries. The other is older and cut with shells, but was carried by canoes,” says a third man, one of the oldest and most respected of those who make such evaluations. “But all this is just the introduction, you must sell them together,” he continues, his eyes glazed by the sunset. “Tell their story together, as if these stones have been married since their formation, scraped off some stunning, far-off summit where they have sat for centuries being kissed by rich, over-eager Australian climbers proud enough to make it to the summit. “Money is just a story, an imagined relationship between an idea of where something came from and its value to me, and those around me, right now. Tell a good story, and you are changing the value of your money.”

«La tua è più grande, ma per la mia ci sono voluti molti più anni» spiega uno. «Sì, ma la tua ha causato feriti, la mia no» ribatte l’altro. In realtà, la grandezza, nel migliore dei casi, può dare soltanto un’indicazione approssimativa del valore di una di queste pietre. Grazie alla qualità della lavorazione, una pietra di dimensioni inferiori può diventare più preziosa di quelle traghettate via mare. Quelle trasportate a gran rischio e pericolo, a volte con perdite di vite umane, sono le più ambite e pregiate. «Una è più grande, ci sono voluti molti uomini per trasportarla e ha causato dei feriti. L’altra è più antica ed è stata tagliata con le conchiglie, ma è stata trasportata sulle canoe» sentenzia un terzo uomo, uno dei più anziani e rispettati fra gli esperti di questo tipo di valutazioni. «Ma questo è solo un assaggio, dovrete venderle insieme» prosegue, con gli occhi velati dalla luce tramonto. «Raccontate insieme la loro storia, come se queste pietre fossero state sposate sin dalla loro formazione, raschiate via da una vetta magnifica e irraggiungibile, dove erano rimaste per secoli, accarezzate solo da ricchi e smaniosi scalatori australiani abbastanza superbi da arrivare fino in cima». «Il denaro è soltanto un racconto, una relazione immaginaria fra un’idea sulle origini di una certa cosa e il valore che ha per me e per quelli che mi stanno intorno, in questo preciso momento. Racconta una bella storia e cambierai il valore dei tuoi soldi».

una banca!


32 \ 33 COLORS 73 \ MONEY \ soil

There are some 6,800 stones scattered around the island, varying between 30cm and 4m in diameter /

/ Ci sono circa 6.800 pietre sparse per tutta l’isola, che variano dai 30 cm ai 4 m di diametro

There is a penetrating silence, a bleak emptiness of sound, and far off the artificial hum of the nearest, invisible boats orbiting the islands. “That’s just not right,” says the young fisherman. “Young men – eager, blameless and industrious young men – died for these stones.” “There is nothing moral about money nor glorious about its acquisition,” the elder shoots back. “If we are so dreamy that we accept a stone for a house, or die for the value of that stone, all because of some story someone told us that gives value to the things, who are you to deny us that value? Tell a beautiful story and you are producing money not just for yourself, but for all of us, you are creating value we can keep in the community forever.” “But... it’s a lie?” the fisherman says, disappointed. “All money is some kind of tall tale?” “Its getting dark and I can smell grilled fish,” the elder responds while walking away. “Tomorrow we will sit around a campfire with my stones, and you will watch me make money.”

Si è creato un silenzio penetrante, un desolante vuoto di suoni, e in lontananza il ronzio artificiale dei battelli invisibili più vicini che gravitano intorno all’isola. «Ma è una grande ingiustizia» dichiara il giovane pescatore. «Uomini giovani – ragazzi entusiasti, laboriosi e senza colpa – sono morti per queste pietre». «Non c’è nulla di morale nel denaro, né di glorioso nel modo in cui viene acquisito» sbotta l’anziano. «Se siamo così irrealistici da accettare una pietra in cambio di una casa, o di morire per il valore di quella pietra, tutto grazie a una storia che ci ha raccontato qualcuno e che dà valore alle cose, chi sei tu per negare quel valore? Racconta una bella storia e, in questo modo, produrrai denaro non solo per te, ma anche per noi tutti. Avrai creato qualcosa di valore che la nostra comunità potrà conservare per sempre». «Ma allora… è tutto una bugia?» chiede il pescatore, deluso. «Tutti i soldi, in un certo senso, sono solo un mucchio di balle?». «Si sta facendo buio e sento un profumino di pesce arrosto» risponde il vecchio mentre se ne va via per la sua strada. «Domani ci siederemo intorno a un falò, con le mie pietre, e vedrai come faccio i soldi».

1. Owning a home At an average of over US$378,000 per person, Luxembourg is the most expensive place in the world to buy a home, followed at a distance by Switzerland ($227,000) and Ireland ($221,000). The cheapest place on earth to be a homeowner is Libya, where is the average cost of a house is $485. Houses in Iraq are the most crowded, with an average of 7.2 persons living in one home. www.worldmapper.org

1. A casa propria Con una media di oltre US$378.000 a persona, il Lussemburgo è il posto più caro al mondo in cui acquistare casa, seguito a distanza dalla Svizzera ($227.000) e dall’Irlanda ($221.000). Il posto più economico, invece, è la Libia, dove una casa costa in media intorno ai $485. L’Iraq, invece, si aggiudica il record delle capacità di accoglienza, con in media 7,2 persone che dividono lo stesso alloggio. www.worldmapper.org

2. Hearst homes A couple of mortgages and a big gemstone couldn’t buy even one of the many bathrooms. To buy the most expensive home on earth – a 75,000-squarefoot villa in Beverly Hills, USA, once owned by the media tycoon William Randolph Hearst – you will need about US$165 million. If you prefer to live in Europe you can content yourself with a $140 million castle in Romania. Or for the same amount you could buy the eight most expensive houses in South Africa. Find a list of the most expensive homes on earth at forbes.com

2. Casa Hearst Un paio di mutui e un’enorme pietra preziosa forse non basterebbero neanche per comprare uno dei suoi tanti bagni. Per acquistare la casa più cara del mondo – una villa di quasi 7.000 metri quadri a Beverly Hills appartenuta al magnate dei media William Randolph Hearst – ci vogliono circa US$165 milioni. Se preferisci l’Europa, ti potresti accontentare di un castello in Romania per la modica somma di $140 milioni. Altrimenti, con la stessa cifra puoi comprare le otto case più care del Sudafrica. Consulta la lista delle ville più lussuose del pianeta su forbes.com

Gary Smith / professor of economics, Pomona College, California. co-author of the forthcoming book “Houseconomics”.

There is no housing bubble. A bubble means that prices have lost touch with the fundamental earning value of an asset. There was a dot-com bubble. Dot-com stocks had no earnings – the only reason people wanted to buy the stocks was to sell them to someone else for a higher price. There was also once a Beanie Baby bubble – people bought those dolls because they planned to sell them to someone else. When prices collapsed they were stuck with them. Houses are fundamentally different. There’s a reason to buy a house and live in it forever, and when house prices start falling, there’s a better reason to buy. If you like a house at US$200,000, you’ll love it at $150,000. If you’re investing in a house, your rate of return is related to rent: Mortgage payments don’t go up, but rents rise a couple of percentage points each year. To judge whether a housing price is reasonable or not, compare it to the rent savings: If I can buy the house and count on saving when comparing my mortgage to what I would be paying in rent year after year, then there is no housing bubble. The house will be the best investment of my life. The subprime lending crisis is certainly a negative thing for the housing market, but short-term price fluctuations don’t matter and have nothing to do with whether people are better off buying vs renting. There are still plenty of cities in which houses are cheap compared to rent. Gary Smith / docente di economia, Pomona College, California. Coautore del libro «Houseconomics» (l’economia del mattone) di prossima pubblicazione.

3. Northern Rock The subprime crisis crossed the ocean and hit the UK on September 14, 2007, as long queues formed in front of Northern Rock bank’s branches. Frightened account holders withdrew over £1 billion in one day – 5% of the bank’s total deposits. In the end the bank lost almost 44% of its deposits and its shares plunged to 10% of their value. Northern Rock is now for sale. If no one buys it, the British government might nationalize it. http://finance. yahoo.com/q/bc?s=NRK.L&t=2y&l=on&z=m&q=l&c=news.bbc. co.uk, http://www.telegraph.co.uk/money/index.jhtml

Non esiste nessuna bolla dell’edilizia abitativa. La bolla c’è quando i prezzi sono ormai sganciati dal valore fondamentale della rendita di un bene. Prendiamo la bolla dot-com, ad esempio. Le azioni non erano legate a guadagni effettivi, l’unico motivo per cui la gente comprava quelle azioni era per rivenderle a un prezzo superiore. A un certo punto ci fu persino la bolla dei Beanie Baby, perché la gente acquistava i peluche pensando di rivenderli. E, quando è crollato il prezzo, si sono ritrovati sul gozzo un mucchio di orsacchiotti. Le case sono diverse. C’è una ragione dietro la scelta di acquistare una casa e viverci per sempre e, quando i prezzi delle case cominciano a calare, è una ragione in più per comprare. Se ti piace una casa da US$200.000, ti piacerà ancora di più se ne costa 150.000. Se investi nel mattone, il tasso di remunerazione è legato all’affitto: le rate del mutuo ipotecario restano invariate, ma gli affitti possono salire di un paio di punti percentuale ogni anno. Per giudicare se il prezzo di una casa è più o meno ragionevole, basta paragonarlo al risparmio in termini di affitto: se posso comprare quel bene immobile e calcolare il risparmio ottenuto paragonando i costi del mutuo a quelli di un affitto su un periodo di vari anni, allora non si può parlare di bolla. Anzi, una casa sarà il miglior investimento della mia vita. La crisi dei mutui subprime è ovviamente un evento negativo per il mercato dell’edilizia abitativa, ma le oscillazioni di prezzo a breve termine non sono importanti e non incidono assolutamente sulla scelta di comprare invece di affittare. Ci sono ancora moltissime città in cui le case costano poco rispetto agli affitti.

3. Northern Rock La crisi dei mutui subprime ha attraversato l’oceano approdando nel Regno Unito il 14 settembre del 2007, quando file chilometriche hanno cominciato ad accalcarsi di fronte alle filiali della Northern Rock. I risparmiatori impauriti hanno prelevato oltre £1 miliardo nel giro di un giorno, pari al 5% di tutti i depositi della banca. Alla fine, la Northern Rock ha perso qua-

si il 44% dei suoi depositi, mentre le azioni sono crollate al 10% del loro valore. Oggi la Northern Rock è in vendita. Se non si farà avanti nessun acquirente, il governo britannico potrebbe decidere di nazionalizzarla. http://finance.yahoo. com/q/bc?s=NRK.L&t=2y&l=on&z=m&q=l&c=news.bbc. co.uk, http://www.telegraph.co.uk/money/index.jhtml

4. Suburban sprawl Call it a bubble, a boom or a mania, but the average cost of a house in the USA more than doubled between 1995 and 2005. By the time the bubble burst, the country had undergone a permanent change. Low mortgage rates encouraged people to risk, and 1,283,000 new single-family houses were sold at the peak of the boom in 2005. From 1990 to 1995 an average of 609,000 new homes were built annually. The effect: People spurned homes in expensive urban centers and doubled or tripled the size of the suburbs. www.census.gov

4. Lottizzazione a schiera Chiamatela pure bolla speculativa, boom o mania, intanto però il costo medio di una casa negli Stati Uniti è più che raddoppiato fra il 1995 e il 2005. E, prima che scoppiasse la bolla, il paese ha conosciuto una vera e propria rivoluzione. Con la riduzione dei tassi d’interesse, la gente era più disponibile a correre rischi e, all’apice del boom, nel 2005, erano state vendute 1.283.000 nuove villette unifamiliari. Fra il 1990 e il 1995 la media annua era di 609.000. Il risultato più evidente? L’esodo dai centri urbani ormai proibitivi, con uno sviluppo tentacolare delle periferie, del doppio se non del triplo. www.census.gov

5. Subprime Not that lenders are starving, but the banquet seems to be over. Banks divide borrowers into prime and subprime, according to their risk rate. After the subprime mortgage market collapsed at least five subprime lenders went bankrupt between April and September 2007. Investment banks were also shaken by a US$38.9 billion loss. Some analysts expect losses to reach $450 billion, and that’s why they’re calling the subprime crisis the “carnage on Wall Street.” http://news.bbc.co.uk/1/hi/business/7086909.stm

5. Inaffidabili Il settore creditizio non è ancora arrivato alla frutta, ma una cosa è certa, è finita la grande abbuffata. Per concedere un prestito, le banche classificano i clienti in prime (affidabili) e subprime (inaffidabili), secondo il tasso di esposizione al rischio. Dopo il crollo del mercato dei subprime, fra l’aprile e il settembre del 2007, sono falliti almeno cinque istituti specializzati in questo tipo di mutui. Anche le banche d’investimenti hanno sofferto la crisi, perdendo US$38,9 miliardi. Secondo alcuni osservatori, le perdite ammonteranno in futuro a $450 miliardi. Ecco perché la crisi dei subprime è stata ribattezzata la «mattanza di Wall Street». http://news.bbc.co.uk/1/hi/business/7086909.stm

soil / inheritance

eredità

/ terra


metal / savings

risparmi

/ metalli


I follow him inside the office. It’s gray and barren except for a wooden desk and a chair. The guy behind the desk has tons of gel in his hair and a pair of glasses resting on the bottom part of his nose. For a few seconds, he doesn’t even raise his eyes from the stack of papers in front of him. When he finally looks up at us, his face hardens. “I don’t think I can do anything for you,” he says.

The guy, Esayev, turns to me and utters six words: “Let me take care of this.” He speaks from behind a rough white woolen scarf that hides his mouth. I’ve known him for ten minutes, yet as if we had been friends for decades I nod in agreement without asking for further explanation. He wears a sticky busby and a frayed brown pullover and he has an uncanny aura of self-confidence about him that implies he’s the only person who can help me get what I want.

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/ I denti d’oro sono una tradizione nelle culture di molti paesi del mondo. Possono indicare un fidanzamento, simboleggiare ricchezza o, ancor meglio, conservare in luogo sicuro i propri risparmi al riparo dalla svalutazione che colpisce il denaro convenzionale

Lo seguo dentro l’ufficio. Un ambiente grigio e spoglio, a parte una scrivania di legno e una sedia. Dietro la scrivania, un tizio, con tonnellate di gel nei capelli e un paio d’occhiali posati sulla punta del naso. Per qualche secondo non leva neanche gli occhi dal mucchio di scartoffie che ha di fronte. Poi, alla fine, alza lo sguardo e assume un’espressione indurita sul viso, sentenziando: «Non penso di poter far nulla per voi».

Il tipo, Esayev, si gira verso di me pronunciando sei parole: «Non ti preoccupare, ci penso io». Parla dietro una sciarpa bianca di lana raggrinzita, che gli nasconde la bocca. Lo conosco da dieci minuti, eppure è come se fossimo amici da decenni. Faccio cenno di sì col capo senza chiedere ulteriori spiegazioni. Ha un colbacco impiastricciato e un pullover marrone liso, ed è circondato da un’aura misteriosa di onniscienza, come a sottintendere che sia lui l’unica persona al mondo che possa aiutarmi ad avere ciò che voglio.

Golden teeth feature as a cultural tradition in several places around the world. They can indicate an engagement, highlight wealth, or, most importantly, provide a safe way of storing one’s savings should traditional money lose its value /

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“Money is life. Sometimes it can create problems, sometimes it solves them.” Mir Esamel Yousof /

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/ «Il denaro è la vita. A volte può creare problemi, a volte risolverli». Mir Esamel Yousof

“Money is the dirt of the hands, money is an enemy, money is the future.” Younes Norros / / «Il denaro è la sozzura delle mani, il denaro è un nemico, il denaro è il futuro». Younes Norros


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Golden teeth are popular in Azerbaijan and China’s Sichuan Province /

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/ I denti d’oro sono diffusi sia in Azerbaigian che nella provincia cinese di Sichuan

“On the contrary,” Esayev replies from behind his scarf, “I think you can do a lot for us. This girl here wants a license to drive a taxi.” The guy rotates his disgusted look toward me. “I’m afraid this is not possible,” he says. “She’ll pay you back,” Esayev adds. The guy behind the desk bursts out laughing. “She will pay me back!” he snickers. “We’ll see – and why should I trust you?” Esayev doesn’t answer. He just takes off his white scarf and smiles. One hour later we’re inside my new taxi. It’s an old Russian car and it’s white. I can’t believe it. I’ve got a job. My license to run a taxi business shines on the dashboard and I’m almost ready to collect my first customer. “How did you do it?” I ask my newfound ally with the white scarf. “Well, I just smiled really,” Esayev replies, opening his mouth again and revealing the widest and most dazzling smile I’ve ever seen. All his teeth are made of pure gold! He’s been filling his mouth for 30 years as if it were a bank account. Judge the guy by his pockets, and he’s just a scrounger like me. Judge him by his mouth, though, and he’s a tycoon. If he opens his jaws even slightly, people will lend him anything he wants – the golden smile is a better warranty than a Platinum American Express card. I stop the taxi beside a potato stand. Esayev opens the door and is about to roll his white scarf around his face when I ask, “How can I pay you back, Esayev?” He turns back to me and says, “Start going to the dentist.” He laughs, uncovering his dazzling strongbox one last time, and walks off.

«Non è vero, anzi» rimbrotta Esayev da dietro la sciarpa. «Puoi fare molto per noi, ne sono certo. Questa ragazza cerca una licenza per guidare un taxi». Il tizio si gira verso di me con un’aria disgustata. «Temo che non sia possibile» risponde. «Ma ti ripagherà» aggiunge Esayev. Il tizio dietro la scrivania scoppia a ridere. «Mi ripagherà!» ripete con un ghigno. «Davvero? E perché mi dovrei fidare?». Esayev non si prende neanche la briga di rispondere. Si limita a togliersi la sciarpa e a fare un bel sorriso. Un’ora dopo, siamo dentro al mio nuovo taxi. È una vecchia auto russa. Bianca. Non riesco a crederci. Ho un lavoro. Sul cruscotto, brilla la licenza che mi dà il diritto di esercitare la mia attività di tassista, e sono quasi pronta per tirare su il mio primo cliente. «Ma come hai fatto?». Chiedo al mio nuovo amico dalla sciarpa bianca. «Sai, mi è bastato sorridere» chiosa Esayev, e spalancando di nuovo la bocca sfodera il sorriso più grandioso e splendente che abbia mai visto in vita mia. Tutti i denti sono d’oro puro a 18 carati! Sono 30 anni che si riempie la bocca come se fosse un conto in banca. A giudicare da quello che ha in tasca, è un morto di fame, come me. Ma a guardargli la bocca, è un vero nababbo. Gli basta un lieve movimento delle mascelle e la gente è disposta a prestargli tutto quello che vuole. Da queste parti, la garanzia di un sorriso d’oro vale di più di un’American Express Platinum. Mi accosto vicino a una bancarella di patate. Esayev apre la portiera del taxi e, mentre sta per riavvolgersi il viso dietro la sua sciarpa bianca, gli chiedo, «Come potrò mai ripagarti, Esayev?». Lui si gira e sbotta «Pensa ad andare dal dentista». E ride, scoprendo un’ultima volta il suo abbagliante forziere, prima di andarsene per la sua strada.

I should have known it was a rotten investment

avrei dovuto sapere che era un investimento balordO


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that big, actually.

3. Mad for gold buy an richest nations on earth, Indians Though India is not among the investand lry jewe ever y year for both average of about 600 tons of gold , the USA, India ther, Toge . wide world rter ments – making it the biggest impo l n and China account for 55% of globa some Middle Eastern countries, Japa 13,000 or 7%, ated estim an s esse poss c gold consumption. The Indian publi savh is equivalent in value to the total tons, of the global stock of gold, whic s. bank ’s ings in individual accounts in India

3. Febbre dell’oro istano in media circa 600 tonpiù ricchi del mondo, gli indiani acqu Pur non vivendo in uno dei paesi imo importatore mondiale. mass il ndia dell’I do investimento, facen nellate d’oro l’anno per gioielli o e Cina rappresentano pone Giap , alcuni paesi del Medio Oriente, Complessivamente, India, Stati Uniti o il 7% delle riser ve iedan poss ni india ini cittad i . Si calcola che il 55% del consumo mondiale d’oro rmi depositati dai rispa dei ità tonnellate, ossia il valore della total auree del pianeta, pari a 13.000 privati nelle banche indiane.

4. Gold rings s and Oxfam launched a glows.” With this mantra, Earthwork “The more you know, the less gold the ‘No Dirty Gold’ camto rding m in the gold mining industry. Acco consumer campaign to push refor

/ metalli

2. Una finestra d’oro i occiFino a non molto tempo fa i paes nere soste per l’oro no zava dentali utiliz ma le proprie monete nazionali. Il siste crollo il dopo 1971 nel ato fu abbandon taria di Bretton Woods, la politica mone ra. guer dopo nel tata adot a tasso fisso do gli In realtà il sistema crollò quan di soStati Uniti non furono più in grado dard stenere economicamente lo stan Nixon icano amer e ident pres aureo e il ma «chiuse la finestra». Se questo siste monotto prod il e, vigor in ra fosse anco una diale lordo sarebbe grande quanto di peso un con e m 45 alta a casa cubic così 1,8 milioni di tonnellate. Neanche grande, dopotutto.

risparmi

2. A golden window Not so long ago most Western countries backed their national currency with gold. They abandoned that practice after the collapse of the Bretton Woods system in 1971, the fixed-rate monetary policy adopted after World War II. As the US could no longer afford to maintain the standard, the system collapsed and US president Nixon “closed the gold window.” If the gold standard were still in use today, the gross world product would have the dimensions of a 45m-tall cubic house weighing over 1.8 million tons. Not

1. Ultimi bagliori fine del 2001 si calcolavano tto dal pianeta? Difficile dirlo. Alla Quanto oro noi umani abbiamo estra ta sonante al corso attuaa di US$3.770.000.000.000 in mone 145.000 tonnellate, pari a una somm Uniti a detenere le magStati gli o eran , 2005 Council, nel settembre le dell’oro. Secondo il World Gold price.org, www.gold.org .gold www 0 tonnellate (pari a $207 miliardi). giori riser ve auree, con ben 8.00

metal / savings

1. That finite shine er. By taken out of the earth? Hard to answ How much gold have we humans tary terms mone In . tons 000 145, t abou at the end of 2001 it was estimated ,000 approximately US$3,770,000,000 and at today’s rates that means that ng with over holdi st large the has USA The worth of gold has been mined. World September 2005, according to the 8,000 tons ($207 billion) as of .org .gold www Gold Council. www.goldprice.org,

rof economics, Simon Fraser Unive Herbert G. Grubel / professor of Canada’s Parliament r membe a was He . Canada sity in Vancouver, to 1997. the Finance Critic from 1995 from ‘93 to ‘97 and served as

the gold standard. It really takes I am not a supporter of a return to It’s economically irrational to an ideological mind to wish for that. over the world. The associall gold ng stori and up promote digging e would be much worse creat d woul ated costs and the instabilities it central banks. by erly prop ged mana ncies than having curre lems and mistakes prob be ys Fiat money* works. There will alwa economic growth. and ility stab of des deca two had made, but we’ve this. nger enda d A return to the gold standard woul – those simply enamored with the We call some people gold bugs and that the only way to do this idea that money must retain its value ot be manipulated by governcann which odity comm is to base it on a wish to mitigate the abilwho le ments. It’s an attractive idea to peop whose time has passed. idea an it’s but le, medd to ity of politicians economic and political processes We now have the technology and maintain price stability. There has will bank al centr to ensure that the independence to central banks. to be the political will to grant this t believe in free markets and don’ who cians politi You will always get to political influences. Fortucted want the central bank to be subje anywhere. going be to seem not nately, this does the good credit of its issuing au*Fiat money is money backed by . thority, usually a government or bank

dirtiest businesses in the world. paign, “gold mining is one of the minate drinking water, hurt workconta s, It can displace communitie nts.” Want to give someone a ers, and destroy pristine environme “the production of one gold use beca ully, ring? Think about it caref e.” www.nodirtygold.or g ring generates 20 tons of mine wast

la Simon Frae emerito di economia presso Herbert G. Grubel / professor o canadese parlament del o in Canada. Deputat ser University di Vancouver, 1995 al 1997. dal Finanze e dell mbra dal 1993 al 1997 e ministro-o

bisogna sistema aureo. Per augurarselo, Non sono un fautore del ritorno al in termini eco, onale irrazi bbe Sare . ogico avere un approccio di tipo ideol ro trazione e all’accaparramento dell’o nomici, promuovere una corsa all’es erebbero saderiv ne che bilità insta le e ciati in tutto il mondo. I costi asso dalle ma di monete gestite correttamente rebbero molto peggiori di un siste banche centrali. ed errori, ona. Ci saranno sempre problemi La moneta a corso forzoso* funzi a. Un ritorno omic econ ita cresc e ilità stab di ma abbiamo avuto un ventennio a repentaglio. allo standard aureo metterebbe tutto uate «formichine dell’oro» – sono infat le te Alcune persone – soprannomina modo o l’unic che e e valor ervare il suo dell’idea che il denaro debba cons economico non manipolabile da parte per riuscirci sia di ancorarlo a un bene inter feallettante per chi vuole limitare le delle autorità pubbliche. È un’idea o. temp suo il fatto ha che renze politiche, ma è un’idea per gae dei processi economici e politici Oggi disponiamo della tecnologia i. Ci vuole la prezz dei ilità stab la no enga mant rantire che le banche centrali Ma ci t’indipendenza alle banche centrali. volontà politica di concedere ques e preferiscono ato merc libero nel no credo non saranno sempre politici che sembra influenze politiche. Per fortuna, una banca centrale soggetta alle . parte una ness che tutto questo non porti da tazione valuta sostenuta dalla buona repu *La moneta a corso forzoso è una banca. una o stato uno solito di , sione finanziaria dell’autorità di emis

4. Fede hanno to mantra, Earthworks e Oxfam «Più ne sai, meno brilla». Con ques a delriform una ere chied per e azion lanciato una campagna di sensibilizz Dirty Gold denuncia che No agna camp La ro. dell’o le attività di estrazione

5. Heavy rivers the cost There is more than meets the eye in dam (a of gold. In January 2000, a tailings anian Rom the at g) minin for ed dam creat more Baia Mare mine split open, releasing laden er ewat wast of tons 000 than 100, into the with cyanide and heavy metals Danube, the into tually even and Tisza River minating killing 1,240 tons of fish and conta le. the drinking water of 2.5 million peop

5. Fiumi tossici un’oncia Quanti scheletri nell’armadio dietro in Romad’oro! Nella miniera di Baia Mare, una diga nia, nel gennaio del 2000, è crollata dell’oro, per la raccolta degli scarti minerari acque di llate tonne 000 100. oltre riversando lli pesanti di risulta cariche di cianuro e meta veleni hannel fiume Tisza e poi nel Danubio. I e inquinano ucciso 1.240 tonnellate di pesci ne. perso di ni milio 2,5 di ile potab to l’acqua tà più «l’estrazione dell’oro è una delle attivi oall’es inge costr che ta piane inquinanti del potabido intere comunità, inquina l’acqua la natura le, nuoce ai lavoratori e distr ugge Pensaci incontaminata». Volevi sposarti? un icare fabbr «per che i Sapp . su due volte tonnellaanello d’oro vengono prodotte 20 te di scorie». www.nodir tygold.org


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cellulose / a market

un mercato

/ cellulosa

Time is money Il tempo è denaro


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The town’s local-only currency, one Ithaca hour is worth ten American dollars, the average hourly wage when the hour was created in 1991 /

Ithaca, New York, USA: a humble, cold, progressive town, full of tempting cafés and small, family-operated businesses. Overlooking the town are a big gray factory atop one hill and a bustling college atop another, dividing the town’s inhabitants into related types: college students, ultraprogressive dream-chasers, and people content with or unable to escape the numbing, daily grind. But there is something curious about the order of things: the Ithaca Hour, the town’s local currency. One Hour is worth US$10, the average hourly wage when the system was created in 1991. To be spent only within Ithaca, the Hour supports local talent, knowledge, interaction and a sense of community, while boosting the town’s economy. Only 1 in 50 Ithacans use the Hour, perhaps because of a lack of information about the inventive system, perhaps because of utter indolence, or perhaps because some prefer to have nothing to do with that hippie money. If becoming a greater part of this northerly, petite and progressive community interests you, here are some suggestions for how to make and spend your Hours: You moved to a small, cold town after hearing you can make a living doing as you please. You’ve done nothing of the sort and put no energy into changing anything for yourself. “But today,” you say, “is the day.” Curled up in bed, your love lying a meter away from you, you are sure that when she opens her eyes you will confront her. Why is it that she doesn’t touch you anymore? Or, more likely, you will say, “May your day be filled with wonder, loved one.” If you were not so spineless you’d be earning some Hours with your Personalized Greeting Card talents and saving for psychodrama sessions and personal healing with Becca Harber. “Get the shower fixed,” your true love says amorously on her way out the door. Soon she will be a big success as a furniture designer.

Your plan is just to wait for her to gain that fame and success, then ride on her coattails. In the meantime, turn on the conked-out, frozen shower, have a long hard look in the mirror before going to work, and tell yourself, “Be the best you can be.” Consider earning Hours as a motivational speaker, and then you can use the Hours to call in Stephen, that plumber with 20 years’ experience. Sit in the cubicle you’ve been stationed at for the past three years. Block out the Motown music blaring from your obnoxious coworker’s quarters. And pay no attention to the secretary’s incessant clicking of her pen. Have your boss point at your blank word processing document and let him scream in your ear. Nod and take in all the abuse. He’s right, you have been lagging, and it’s high time to stop daydreaming about making it as a solo artist. If you were more practical you’d be earning Hours with your proficiency in printing business cards for the neighbors, and in turn you would be able to invest them in some lessons with Sue Cosley: career counseling, resumé and job search assistance. The day is done. You are tired and beaten. Drive to that Taco Bell and fill your gullet with preservatives and mechanically separated chicken parts. Long for your love’s voice in your ear, for some meaningful conversation, for living vicariously through her account of her day. But she has nothing to say aside from a few complaints about her classmates. She heads upstairs to work at her desk and you doze alone on the couch. Don’t expect to hear, “Come to bed.” If you were more involved with making your initial dreams come true you would have contacted Mike Sylvia, exchanging American dollars for Ithaca Hours.

/ Moneta locale ad uso esclusivo degli abitanti di questa cittadina, un’ora di Ithaca vale dieci dollari americani, la paga media oraria all’epoca della sua creazione, nel 1991

Ithaca, New York, USA: una piccola cittadina di provincia, fredda, modesta e progressista, piena di caffé allettanti e piccole aziende a gestione familiare. Dominano la città, una grande fabbrica grigia in cima a una collina e un brulicante college su un’altra, come a dividere gli abitanti per categorie in funzione delle attività che rappresentano: studenti universitari, ultra-progressisti e inguaribili sognatori, da una parte e, dall’altra, una massa di persone che tirano avanti, incapaci di sfuggire al rimbecillimento del duro tran tran quotidiano. Ma l’ordine delle cose non smette mai di stupirci. Prendiamo la moneta locale di questa città: chiamata «hour», l’ora di Ithaca. Un’ora vale US$10, pari alla paga oraria media all’epoca in cui fu creato il sistema, nel 1991. Spendibile soltanto a Ithaca, l’ora è un modo per sostenere i talenti locali, la conoscenza, l’interazione e il senso della comunità, e rilanciare al contempo l’economia cittadina. Solo un abitante su 50 utilizza questo inventivo sistema di pagamento, forse per disinformazione, oppure per semplice indolenza, o magari perché c’è chi non vuole avere niente a che fare con questi «soldi da hippy». Se t’interessa entrare a far parte di questa piccola e ridente comunità progressista del nord degli Stati Uniti, ecco qualche spunto su come guadagnare e spendere le tue ore. Ti sei trasferito in una fredda cittadina di provincia dopo aver sentito dire che lì ti saresti potuto guadagnare da vivere come ti pare e piace. Ma in realtà non hai combinato niente. Non hai fatto neanche il minimo sforzo per cambiare qualcosa nella tua vita. «Oggi, però» te lo sei detto «è il giorno giusto». Raggomitolato dentro il letto, con la tua amata a un metro di distanza, sei sicuro che riuscirai ad affrontarla non appena avrà aperto gli occhi. Come mai non ti tocca più con un dito? Ma tanto, con ogni probabilità, finirai per dirle «Ti auguro una giornata meravigliosa, amore mio». Se non fossi così pusillanime, ti potresti guadagnare qualche ora con le tue doti artistiche, creando bigliettini d’auguri personalizzati, per pagarti qualche seduta di psicodramma e auto-guarigione con Becca Harber. «Fai riparare la doccia» ti ricorda teneramente il tuo vero amore quando è già sulla porta di casa. Presto diventerà una disegnatrice di mobili di successo. Del resto sono questi i tuoi piani: aspettare che raggiunga la fama e approfittare dei suoi successi vivendo di luce riflessa. Nel frattempo, apri la doccia gelida e sgangherata e, prima di andare al lavoro, ti lanci una lunga occhiata implacabile allo specchio, ripetendo a te stesso «Dai il meglio di te, oggi». E ti viene in mente che potresti guadagnarti qualche ora come oratore nei seminari di tecniche motivazionali e usare quei soldi per chiamare Stephen, l’idraulico con venti anni di esperienza. Ti siedi nel bugigattolo dove ti hanno parcheggiato da tre anni a questa parte. Cerchi di proteggerti dall’assordante musica Motown sparata a tutto volume dalla postazione del tuo esecrabile collega. E ti astrai dall’incessante ticchettio della penna della segretaria. Ti sorbisci il capo che ti urla nelle orecchie indicando la pagina bianca sullo schermo del tuo computer. E annuisci, mentre ti becchi la sfuriata. Ha ragione lui, sei rimasto indietro col lavoro, è il momento di smetterla di sognare ad occhi aperti di sfondare come solista. Se soltanto avessi un po’ più di senso pratico, ti saresti potuto guadagnare qualche ora stampando bigliettini da visita per i vicini, da investire in qualche lezione con Sue Cosley: avanzamento di carriera, redazione del CV e consulenza per la ricerca di un lavoro. La giornata ormai è andata. Sei stanco e abbattuto. Guidi fino al Taco Bell e t’ingozzi di conservanti e scarti di pollo ricomposti. Brami di sentire nelle orecchie la voce della tua dolce amata, di avere una conversazione profonda, e vibrare con lei al racconto della sua giornata. Ma lei non ha niente da dire, a parte qualche recriminazione sulle compagne di classe. Fila di sopra per lavorare alla scrivania, mentre tu sprofondi in catalessi sul divano. E non aspettare di sentirti dire «Vieni a letto». Se ti fossi concentrato di più per realizzare i tuoi sogni iniziali, avresti contattato Mike Sylvia, per cambiare dollari americani in ore di Ithaca.


48 \ 49 COLORS 73 \ MONEY \ cellulose

Bernard Lietaer / economist specializing in monetary system the ECU, the conve s. He is well known rgence system to for having implemented the euro. He is a pro rencies, that circul ponent of creating local, ate alongside nationa complementary cur l currencies. He is the Human Wealth”, amo author of “The Futu ng other works. re of Money” and “Of I think

a community will be hea lthier, have better con trol of its destiny and a local cur rency create a better standard of livin d for an agreed purpos g with e. It could be small and include an entire region include only a few villa ... Money is simply an ges or big and agreement within a com of exchange. It’s anothe munity to use something r way of looking at rea as a medium lity. Let’s say I want to 300 families and I wan create an eco-neighbor t to make this par t of Bru hood. I have ssels [site of this intervie rency that would suppor w] ecological. We can t that aim… Another aim create a curwas pur sued with the Ithaca Hou New York. With that mo r: to keep money in Itha ney, I mentor the neighb ca, or’s kid for math, the kid is exchanged... In oth cuts my grass and a loca er words, tell me wha l cur rency t the purpose is and the encourage that purpos n we can talk e. Everything has been about what cur rency can used for money – you can we are completely biased not imagine the variety about seeing a world with of things. But one type of money for com stuff is not money. Thi mercial purposes - the s is historically ver y abn other ormal. The answer is We need a competitive not to get rid of conven cur rency, we need a cur tion al mo ney. ren cy for global trade. I want to global market. But I don buy computers and car ’t want to buy apples from s in a New Zealand. I can buy an apple locally.

Bernard Lietaer / economista ed espe rto di sistemi moneta zione dell’ECU, il sis ri. Famoso per aver tema di convergenza partecipato all’introdu che ha condotto all cali alternative che ’euro. Fautore della abbiano corso accant creazione di valute o all loe monete nazionali di «The Future of Mo e autore, fra le varie ney» (il futuro dei sol opere pubblicate, di) e «of Human Wea Penso che una comuni lth» (della ricchezza tà sarebbe più umana).

florida e avrebbe un ma re qualità della vita con ggiore controllo sul pro una moneta locale cre prio destino e una mig ata per uno scopo com lioridotta che interessa sol une. Può essere un’iniz tanto qualche villaggio iativa su scala o una di più vasta por Il denaro è semplicem tata che coinvolge un’ ente una convenzione intera regione… all’interno di una comuni cosa come mezzo di sca tà che decide di usare mbio. È una maniera dive una determinata rsa di considerare le cos una comunità. Ci sono e. Supponiamo che io 300 famiglie e l’obiett vog lia creare ivo è fare di que quartiere a vocazione sta zona di Bruxelles [il «ambientalista». Si può luogo dell’intervista] un creare una moneta per esempio è l’ora di Itha contribuire a questo sco ca, che ha permesso di po… Un altro realizzare un altro obietti Ithaca, nello stato di New vo: conser vare il denaro York. Con quei soldi, pos nella città di so aiutare il figlio dei vici mentre il ragazzino mi ni dando ripetizioni di ma falcia il prato e c’è uno tematica, sca mb io di valu scopo e a quel punto pos ta locale… In altre par siamo parlare del tipo ole, dimmi qual è il tuo di moneta che potrebbe Si è usato un po’ di tutt aiutarti a raggiungere que o come soldi. Non puo ll’obiettivo. i neanche immaginare tamente condizionati da l’enorme varietà di cos una visione univoca di e. Siamo compleun mondo con un solo ciali. Come se tutto il res tipo di denaro usato a to non fosse denaro. E scopi commerquesta è un’eresia da non è sbarazzarsi dei un punto di vista storico soldi convenzionali. Abb . La soluzione iam o bisogno di una valuta scambi mondiali. Voglio concor renziale, una valu comprare computer e ta per gli automobili sul mercato mele che arrivano dalla globalizzato. Ma non vog Nuova Zelanda. Posso lio comprare comprare una mela di produzione locale.

1. Saber Think of a compleme ntary cur rency as a cur rency create d for a specific social purpose. Such is the case with the Brazilian saber. Wh en it becomes effective, the cur rency will be distributed free to young stu dents on the condition that they use it by giving it to older students to mento r them in exchange for some of the cur rency. The mentoring system will be constantly in effect in schools, and sabers will flow upwards from lower to higher grades. At the end of the lea rning chain the older students will use sabers to pay for par t of their univer sity fees. The more you teach, the more you learn, the less you pay. http ://en.wikipedia. org/wiki/Saber_(sectora l_currency) 2. Mutual care An elderly man lives clos e by. I do the shopping for him and help prepare his food. I get credits for this help, which I will use when I’m sick . Or I may electronically send them to my mother, who lives on the oth er side of the country and needs som eone to help her there just like I hel p my neighbor here. This is the ess ence of Fureai Kippu, a cur rency create d in Japan to help the country cope with its booming elderly population. http ://www.sawayakazaidan.or.jp/english /index.html

cellulose /

a market

1. Saber Immagina una moneta alternativa da utilizzare per attività socialmente utili. Ci han no già pensato i brasilia ni e si chiama saber. Quando ent reranno in circolazion e, le monete saranno distribuite gra tis agli studenti a condizi one che vengano usate per pagare gli studenti più grandi che svolgono un ruolo di mentori, per l’aiuto ricevuto. Questo sistema di «mentorato» entrerà in vigore in tutte le scuole e i saber passeranno di mano in ma no, dai primini ai diplom andi. Alla fine di questa catena del sap ere, gli studenti più gra ndi potranno utilizzare la special e moneta per pagare una par te delle tasse universitarie: ins egnando s’impara… con lo sconto. http://en.wikipedia.org /wiki/Saber_(sectoral_cu rrency) un mercato 2. Mutua assistenza C’è un anziano che vive vicino a casa mia. Io gli facc io la spesa e lo aiuto a pre pararsi da mangiare. In questo modo ottengo dei crediti che potrò usare qua ndo mi ammalo. In alterna tiva, posso spedirli a mia ma dre, che vive dall’altra par te del paese e che ha bisogno dell’aiuto di qualcuno pro prio come io aiuto il mio vici no di casa. Ecco come fun ziona grosso modo il Fur eai Kippu, una moneta alte rnativa creata in Giappo ne per far fronte al fenom eno dell’invecchiamento dell a popolazione. http://w ww. sa-wa-yakazaidan.or.jp/e nglish/index.html

/ cellulosa

3. Yes, LETS Call them Love, Peanut s, Locks, Readies, Sco tia, Rheidol or any other all different versions of funny name – they are Local Exchange Trading Systems (LETS). LETS networks for exchanging are non-profit exchange goods and ser vices. No currency is involved but transactions is kept. The a central record of all re is no competition and no interest is charged. network members for the Credits are issued by benefit of the members , themselves. http://ww w.gmlets.u-net.com/ 3. Banca del Tempo Chiamateli Love, Peanut s, Locks, Readies, Sco tia, Rheidol o con altri tratta soltanto di una ver nomi bizzarri. Tanto si sione diversa dei Local Exchange Trading System non-profit per il baratto s (LETS), delle reti di beni e ser vizi. In Ital ia sono state ribattezzat po”. Il denaro è vietato e le “Banche del Tem, ma viene tenuto un registro di tutte le tran non esiste e sono stati sazioni. La concor renza eliminati anche gli inte ressi. I crediti vengono rete a favore di altri iscr rilasciati dai soci della itti. http://www.gmlets.u -net.com/

4. Euroslaves In nor thern Italy, a group of people have created an educational game, somewhat akin to Mo nopoly, in which the ban k is an ‘impor tant’ play er and average people alw ays lose. Sound like fun ? The group has also create d a currency to suppor t their local economy, and published books on the value and advantages that such complementary currencies bring to loca l communities. Check out their projects at www.eu roschiavi.it 5. Shells In the islands of Pap ua New Guinea, shells are traditionally used as money, allowing local communities to be ind ependent of the nation al cur rency. The money ’s value depends on the size and number of shells that can fit on a necklace. Women con trol the cur rency and when somebody dies, their money is simply returned to the commu nity. http://www.complementarycurrency.org /galler y.php

4. Euroschiavi Un gruppo di persone, nell’Italia del nord, ha creato un gioco di società educat ivo, simile al Monopoli, in cui la banca è un protagonista «di primo piano» e la gen te comune perde sempre. Che idea spassosa, vero? Il gruppo ha anche creato una speciale valuta per sos tenere la propria economia loca le e distribuisce una ser ie di pubblicazioni sul valore e i vantaggi che hanno tali forme di moneta parallela per le comunità locali. Dai un’ occhiata alle loro iniziative su ww w.euroschiavi.it 5. Conchiglie Nelle isole di Papua Nuo va Guinea le conchiglie sono usate tradizionalmente come moneta di scamb io, permettendo alle comuni tà locali di essere ind ipendenti dalla moneta nazionale . Il valore dei soldi dip ende dalla grandezza e dal numero di conchiglie presenti su una collana. Sono le donne a controllare i cordoni della borsa e, quando muore qua lcuno, le monete vengon o semplicemente restituite alla comunità. http://www.compleme ntarycurrency.org/galler y.php


feces / bankruptcy

“This island used to have a heart,” Mama says, abusing the coral necklace between her thumb and her ring finger. “Then someone started to dig it and went on and on until there was nothing left.” “Do you know where we’re living. Jeff?” she continues. “On a hole, love. We’re living on the edge of a hollow heart.” We’re always about to fall, me and Mama. She’s always been telling me: She’s my aunt and my only love. I’m 31, I don’t have a job, I’ve been living with her all my life, and my name’s Jeff. Today the monsoon will come. Before, it was different. If someone was exploiting us, at least he was giving everybody a shovel to dig with and a salary at the end of the month. We even had a hospital, a new school and solid homes.

The island-nation of Nauru depends almost entirely on dug-out phosphate deposits from the excrement of bats. In the early 1980s Nauru had the world’s highest Gdp per capita, but it has since fallen to US$5,000 per year, and the country lacks the resources to perform the basic functions of government

«Quest’isola un tempo aveva un cuore» racconta Mama, tormentando la sua collana di corallo fra il pollice e l’anulare. «Poi, hanno cominciato a scavare e hanno continuato finché non c’è rimasto più niente».

«Sai dove vivi, Jeff?» prosegue. «Su un buco, tesoro. Viviamo sull’orlo di un cuore svuotato».

bancarotta

/ feci

Stiamo sempre in bilico, sul punto di cadere, io e Mama. Me lo dice da sempre: è mia zia ed è il mio unico affetto. Ho 31 anni e sono senza lavoro. Ho sempre vissuto con lei e mi chiamo Jeff. Oggi arriveranno i monsoni. Prima era diverso. Anche se eravamo sfruttati, per lo meno davano a tutti noi una pala per scavare e un salario alla fine del mese. C’era persino un ospedale, una nuova scuola e delle case solide. Mama mi ripeteva sempre «Jeff, sei il bambino più ricco del mondo». «Più di un bambino bianco?» le chiedevo io. «Molto di più». «Più di un bambino biondo?» insistevo. «Ma certo, ovviamente». «Anche più di un bambino australiano?» le sussurravo alla fine. «Anche più di un bambino australiano» diceva lei.

Lo stato iNSULARE di Nauru dipende quasi interamente dai giacimenti ormai esauriti di fosfato, formati dai sedimenti di guano di pipistrello. Nei primi anni 80 Nauru vantava il più elevato PIL pro capite al mondo. Da allora, è crollato a un livello di US$5.000 l’anno e nel paese mancano i fondi per garantire anche le più elementari funzioni di governo


52 \ 53 COLORS 73 \ MONEY \ feces Nauru’s unemployment rate is estimated at 90%, and the government employs 95% of working Nauruans /

/ Si calcola un tasso di disoccupazione del 90% sull’isola, mentre il governo dà lavoro al 95% della popolazione attiva

Mama used to say, “Jeff, you’re the richest child on earth.” “More than a white child?” I would ask. “Definitely more.” “More than a blond child?” I would insist. “Yes, for sure.” “Even more than an Australian child?” I would finally whisper. “Even more than an Australian child,” she would say. It was true. We the people of Nauru were the richest on earth. The island isn’t really much more than a small raft in the ocean. “Not a common raft, though,” Mama used to say. “A raft made of bat shit.” For centuries bats had been flying and shitting around Nauru. People didn’t like them. But then the shit mixed with coral and solidified, transforming the center of our island into something visually akin to the moon’s surface. When they found this out, foreigners thought to themselves, “Phosphate!” They asked us to dig it in exchange for money, and it was at that moment that something broke forever. “You can’t dig out your heart for money,” Mama said. She was right, but we did it, and the bats began flying away from Nauru.

Today virtually no one on the island has a job. The foreign phosphate men left the caves empty and others came, people who deal with accounts and investments. They don’t even open an office. They don’t offer us a single job. Bankers, I’ve heard. “Wankers,” Mama says. When you don’t have a job, all you can do is walk, and each night after dinner Mama and I take a walk down to the phosphate mines. “Can you see the hole?” Mama says. “Yes, I can.” It’s like an inverted mountain. I can feel it inside, as well. Perhaps it’s the hunger. We stay there for another bit, Mama and me, contemplating our bankruptcy, secretly hoping that this time the monsoon won’t bring rain but rather some brown sticky substance that will fall from the sky straight onto our heads and make us rich once again.

Ed era vero. La gente di Nauru era il popolo più ricco della terra. In realtà l’isola è poco più di una zattera in mezzo all’oceano. «Mica una zattera qualunque, però» ripeteva sempre Mama. «Questa è fatta di cacca di pipistrello». Per secoli i pipistrelli avevano continuato a volare e a cagare sopra Nauru. Odiatissimi dagli isolani. Gli escrementi si erano mischiati al corallo e il guano, solidificandosi, aveva trasformato il centro dell’isola in un paesaggio lunare. Quando gli stranieri se ne resero conto, ebbero un solo pensiero «Fosfato!». Ci incaricarono di scavare in cambio di denaro e fu allora che si spezzò qualcosa, per sempre. «Non si può scavare il proprio cuore, per soldi» diceva Mama. E aveva ragione, fu allora che i pipistrelli cominciarono ad abbandonare l’isola. Oggi praticamente nessuno ha un lavoro a Nauru. Gli uomini del fosfato, dopo aver sventrato e svuotato la terra, sono stati sostituiti da altra gente, che si occupa di banche e investimenti. Non hanno neanche aperto un ufficio. E non ci hanno offerto uno straccio di lavoro. Esperti finanziari, ho sentito dire. Mama li chiama «mezze seghe». Quando non hai un lavoro, l’unica cosa che puoi fare è camminare, così ogni sera dopo cena insieme a Mama ci andiamo a fare una passeggiata fino alle cave di fosfato. «Lo vedi il buco» dice Mama. «Certo che lo vedo». È come una montagna al rovescio. Posso anche sentirla dentro. Ma forse è la fame. Restiamo lì ancora per un po’ – io e Mama – a contemplare il fallimento della nostra isola, sperando in segreto che questa volta i monsoni non porteranno pioggia ma una sostanza marrone e vischiosa che ci cadrà in testa dal cielo facendoci tornare di nuovo ricchi.


54 \ 55 COLORS 73 \ MONEY \ feces

1. Parking your money Learn this lesson, Big Bank: if you’re not nice to people you’ll end up bankrupt. At the end of the 1980s millionaire John Barrier walked into Washington State Bank. Seeing the grubby clothes he was wearing, the teller refused to validate his 50-cent parking ticket for him. Barrier promptly withdrew all the money from his US$1 million account at the bank and 20 minutes later deposited it in a new account at the Seafirst Bank down the street. www.snopes.com/business/bank/barrier.asp

2. A planet in debt If you sum up the external debt, both public and private, of all the countries on earth the result is US$43.42 trillion, almost the equivalent of the gross annual world product, $46.77 trillion at the official exchange rate. We owe almost as much as we produce. www.cia.gov/library/publications/ the-world-factbook/geos/xx.html

1. Parcheggio a tempo Un consiglio alle banche: state in campana! Se non trattate bene i clienti, potreste finire sul lastrico. Alla fine degli anni 80 il milionario John Barrier entrò nella Washington State Bank e il cassiere, vedendolo così trasandato e miseramente vestito, non gli accettò lo scontrino del parcheggio da 50 centesimi. Barrier decise su due piedi di ritirare tutti i soldi dal suo conto da US$1 milione trasferendoli, nel giro di 20 minuti, presso la filiale della Seafirst Bank, a pochi metri di distanza. www.snopes.com/business/bank/barrier.asp

2. Un pianeta di debiti Sommando il debito estero, sia pubblico che privato, di tutti i paesi del mondo si ottiene come risultato una cifra di US$43.420 miliardi, quasi l’equivalente del prodotto mondiale lordo annuo, pari a $46.770 miliardi al tasso ufficiale di cambio. Tutto quello che produciamo in un anno basta soltanto per ripagare i debiti. www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/geos/xx.html

Herbert G. Grubel / professor of economics at Simon Fra-

Herbert G. Grubel / professore emerito di economia presso

ser University in Vancouver, Canada, He was a member of Can-

la Simon Fraser University di Vancouver, in Canada. Deputato

ada’s Parliament from 1993 to 1997, serving as the Finance

del parlamento canadese dal 1993 al 1997 e ministro-ombra

Critic from 1995 to 1997.

delle Finanze dal 1995 al 1997.

Economic instability cannot be solved by changing the value of money. That’s understood in a way in which it was not 20 or 30 years ago. Inflation is always caused by printing too much money. When the central bank’s ability to print money is an integral part of the government and the ruling party, these governments spend lavishly on defense and their own benefits and may pay for social problems, but they cannot afford not to do these types of things. The government will then tell the central bank to print more money. All the countries where this has happened are maverick countries. We haven’t had any global or national crises, except in countries like Venezuela and Zimbabwe. Major countries that count, from Japan to the United States and the European Community, are all reasonable and have responsible central banks that talk to the politicians but do not take orders from them. Many countries go into debt because they spend too much. Advisors to Latin American countries, like the International Monetary Fund (IMF), say you have to maintain stable prices and economic growth will follow. The political left in Latin America says, we did this and we don’t have economic growth. This is happening now in Venezuela. Politicians elected under the democratic system say, ‘we followed their advice and it hasn’t worked, now we want to redistribute income and have the central bank print more money.’ The country is being kept alive by the high prices of petroleum, so it’s hard to tell how this will pan out.

L’instabilità economica non si può risolvere cambiando il valore del denaro. Finalmente lo abbiamo capito oggi, meglio di 20 o 30 anni fa. L’inflazione viene sempre innescata dall’emissione di un’eccessiva massa monetaria. Quando la capacità della banca centrale di stampare soldi entra a far parte integrante delle politiche di governo e del partito al potere, quei governi spendono e spandono per la difesa militare e per il proprio tornaconto, magari soffrendo per i movimenti di protesta, ma non riescono a fare altrimenti. Dopo di che, il governo ordina alle banche centrali di stampare altri soldi. Tutti i paesi in cui questo succede sono un po’ dei cani sciolti. Non ci sono state crisi nazionali o mondiali, a parte situazioni come lo Zimbabwe e il Venezuela. La maggior parte dei paesi che contano, dal Giappone agli Stati Uniti e alla Comunità europea, portano avanti una politica sensata e hanno tutti una banca centrale responsabile che dialoga con i politici, ma senza prendere ordini. Molti paesi s’indebitano perché spendono troppo. Gli enti che prodigano consigli ai paesi latinoamericani, come il Fondo Monetario Internazionale (FMI), sostengono che basta mantenere stabili i prezzi per rilanciare automaticamente la crescita economica. La sinistra, in America Latina, dice di averlo fatto ma di non aver ottenuto la crescita. È quello che sta succedendo adesso in Venezuela. I politici democraticamente eletti sostengono di aver seguito il consiglio, ma che non ha funzionato e dichiarano, ora, di voler ridistribuire il reddito obbligando la banca centrale a stampare altro denaro. Il paese resta a galla solo grazie al prezzo esorbitante del petrolio. Per questo è difficile prevedere l’evoluzione delle cose.

4. Prosaic bankruptcy Is the modern age marked by spiritual and ethical bankruptcy? Could be. One thing is for sure: Some Catholic dioceses in the USA are going bankrupt in the more prosaic sense. The Diocese of San Diego declared bankruptcy in September 2007 to avoid paying US$200 million to 150 victims of sexual abuse over the last decades. With 100 churches and 1 million members, it is the largest diocese in California, and the fifth in the USA to declare bankruptcy for the same reason. www.periodistadigital.com

4. Terra terra È vero che viviamo in un’epoca caratterizzata dal fallimento della spiritualità e dell’etica? Probabilmente sì. Ma una cosa è certa: alcune diocesi cattoliche, negli Stati Uniti, hanno dichiarato fallimento nel vero senso della parola. Come la diocesi di San Diego, nel 2007, per evitare di pagare US$200 milioni alle 150 vittime di abusi sessuali dell’ultimo decennio. Con 100 chiese e 1 milione di fedeli, è la principale diocesi della California e la quinta negli USA a dichiarare fallimento per lo stesso identico motivo. www.periodistadigital.com

5. www.bankrupt.tv The South Pacific island of Tuvalu, the second smallest nation on earth (population 10,500), is destined to be one of the first country wiped out by climate change during the next 50 years. Located approximately 1,000 km north of Fiji, the country is isolated and has little to sell to the rest of the world other than the Internet domain name ‘.tv’.

3. On bended knee That is, on bended wheels. The Delphi Corporation, a former subsidiary of General Motors (GM) and the world’s biggest components producer, filed for bankruptcy in 2005. It was the largest bankruptcy in US automotive history. According to GM’s chief executive Rick Wagoner the company expects its total exposure to Delphi’s bankruptcy to be between US$6 billion and $7.5 billion in 2008. www.msnbc.msn.com

3. In ginocchio O meglio, completamente a terra, la Delphi Corporation – ex filiale della General Motors (GM) e maggiore fabbricante di impiantistica al mondo – ha fatto bancarotta nel 2005. Si tratta del peggiore disastro economico nella storia dell’industria automobilistica statunitense. Secondo il direttore generale della GM, Rick Wagoner, l’esposizione globale dell’azienda al fallimento della Delphi dovrebbe oscillare fra i US$6 e i $7,5 miliardi nel 2008. www.msnbc.msn.com

feces / bankruptcy

5. www.bankrupt.tv Tuvalu, un piccolo arcipelago del sud del Pacifico e il secondo stato più piccolo della terra (con una popolazione di 10.500 abitanti), sarà il primo paese a essere spazzato via dai cambiamenti climatici nei prossimi 50 anni. Situato a un migliaio di km a nord delle isole Figi, il paese è isolato e ha poco o niente da vendere al resto del mondo, a parte il suo nome di dominio Internet «.tv». bancarotta

/ feci


money /

/ soldi


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microbes / liquidity Kastom currencies are alive, passing from hand to hand as though a concerto were being played between them

For centuries, Pacific islanders have used shells and other items as currency for trading. But on the remote Pentecost Island in Vanuatu, fourteen branches of the Tari Bunia Bank accept an unusual deposit: pigs’ tusks /

/ Gli abitanti delle isole del Pacifico utilizzano da secoli conchiglie e altri oggetti come moneta di scambio. Ma sulla sperduta isola di Pentecoste, nell’arcipelago di Vanuatu, quattORDICI filiali della Tari Bunia Bank accettano una forma di deposito decisamente sui generis: ZANNE di maiale

I soldi kastom sono vivi e, quando passano di mano in mano, sembra che suonino insieme un concerto

The animal squeals savagely, its plastic pink skin soft, slick and squirming, a sharp horror lining its elastic esophagus as it heaves air into its lungs. The jerking screams do not startle the villagers. But when the silence comes they pause. For a moment, you hear the sound of a contorting neck quivering beside a splintering skull, the scratches of a hoof digging a final clod of earth from the ground, as if to bury its own body. On the Pacific island of Pentecost in Vanuatu, screams cannot penetrate the thick armor of tropical forest that keeps one group of huts tucked silently away from the next. Yet the pig’s death does not go unnoticed. Words drip from village to village, a flurry of exchange begins, there are some songs, some mourning. The living pig with curled tusks is one of the most valued currencies in Vanuatu’s kastom economy, a deeply ingrained indigenous bartering system. But pigs are not the only currency... A woman holds her fistful of yams as if they were veins extending from her body. In the next village a man has just had his white mats dyed crimson red during a kastom ceremony, a process that increases the value of the traditionally woven mats. The woman leaves her bundle of yams at the foot of his hut, and soon finds red mats left at hers. Kastom currencies are alive, passing from hand to hand as though a concerto were being played between them. The kastom economy expresses itself both in meaningful rituals and everyday transactions, from birth, death and marriage to the promotion of a chief, school fees and library dues. But the Vanuatu of kastom tradition and subsistence living is vanishing swiftly. Poverty looms, waiting to wrap the islands in a cocoon of imported goods, homelessness, crime, and gaps between the haves and have-nots. “Kastom is thousands of years old, capitalism was brought to Vanuatu only yesterday,” says Chief Viraleo, a philosopher from the village of Lavatmagemu. “It is the capitalist system that is flawed, not ours.”

L’animale si agita in preda alle urla stridule e forsennate corrugando la morbida pelle liscia e rosata come plastica, e spinge l’aria a fatica nei polmoni, mentre i morsi del terrore gli stringono le pareti elastiche dell’esofago. Le strilla spasmodiche lasciano indifferenti gli abitanti del villaggio. Ma quando giunge il silenzio, si fermano tutti. Per un istante, si sente il rumore di un collo spezzato che vibra vicino a un teschio scheggiato, e lo scalpitio di uno zoccolo che stacca un’ultima zolla di terra dal suolo, come a volersi dare sepoltura da solo. Sull’isola di Pentecoste, nell’arcipelago di Vanuatu, nel Pacifico, le urla non riescono a superare la spessa corazza di foresta tropicale che serba silenziosamente al riparo un gruppo di capanne dall’altro. Il messaggio filtra di villaggio in villaggio, e comincia un frenetico scambio, in una sinfonia di canti e lamenti. Il maiale vivo con le zanne ritorte è una delle monete più preziose nell’economia kastom di Vanuatu, un sistema di baratto profondamente radicato nella cultura indigena in cui i maiali non sono l’unica forma di denaro. Una donna porta la sua manciata di yam come se fossero un’estensione delle vene del suo corpo. Nel villaggio seguente un uomo ha appena fatto tingere le sue stuoie bianche di rosso carminio durante una cerimonia kastom, un rito che accresce il valore di queste tradizionali stuoie intessute. La donna lascia il mucchietto di yam ai piedi della sua capanna e trova subito le stuoie rosse che le sono state lasciate. I soldi kastom sono vivi e, quando passano di mano in mano, sembra che suonino insieme un concerto. L’economia kastom si esprime sia nei più importanti rituali che nelle piccole transazioni quotidiane, dalla nascita alla morte, dal matrimonio alla nomina di un capo, dalle tasse scolastiche all’abbonamento per la biblioteca. Ma la Vanuatu ancestrale dell’economia consuetudinaria e di sussistenza sta scomparendo a vista d’occhio. La povertà incombe, in attesa d’impacchettare l’isola in una bolla di beni d’importazione, senzatetto, criminalità e fossati per separare i ricchi dagli indigenti.

liquidità

/ microbi


60 \ 61 COLORS 73 \ MONEY \ MICROBES The ‘piggy bank’ is a normal bank: cashiers weigh the tusks and credit customers’ accounts. The deposits are kept in reserve like any conventional money, and the bank offers checkbooks, interest bearing accounts and credit and mortgage services /

/ È una banca come tutte le altre (pur accettando valuta suina): i cassieri pesano le zanne e le accreditano sul conto. Questi versamenti sono messi in riserva come il denaro convenzionale e la banca rilascia un libretto degli assegni, versa interessi attivi, e concede mutui ed ipoteche

Chief Viraleo is the founder of Kastom Bank and the Peaceful Economics Model, which places the kastom economy on equal footing with Vanuatu’s cash economy in an attempt to privilege indigenous needs above those of foreign developers and businesses in the island nation’s distribution of wealth. Veiled by the shadow of a mountain, with only a narrow, roped walking trail connecting it to a main road an hour’s hike away, the bank uses pig tusks, rather than gold, as its reserve. The value of each tusk is determined by the amount of work it took to raise the pig. The sky hangs like velvet, draped above the palmtree skyline. “We have all that we need here,” says the chief, his fingers coiling around a pig tusk. “Some of the biggest developed nations cannot say the same. Their people are on the streets and are poor and hungry. Ours are not. People will place their trust in the system that works.”

«Il kastom è antico di migliaia di anni, il capitalismo è stato portato a Vanuatu soltanto ieri» spiega il capo Viraleo, un filosofo del villaggio di Lavatmagemu. «È il sistema capitalistico che è marcio, mica il nostro». Il capo Viraleo è il fondatore di Kastom Bank e del Modello di Economia Pacifica, che pone l’economia kastom sullo stesso piano dell’economia monetaria di Vanuatu nel tentativo di privilegiare i bisogni degli autoctoni rispetto a quelli dei promotori immobiliari e delle aziende straniere, nel sistema di distribuzione della ricchezza di questo stato insulare. Nascosta all’ombra di una montagna, a un’ora di cammino dalla strada principale, collegata da un unico sentiero angusto in cordata, la banca usa come riserva le zanne di maiale al posto dell’oro. Il valore di ogni zanna viene determinato in base alla quantità di lavoro che è stata necessaria per allevare l’animale. Il cielo è sospeso, come un drappeggio di velluto sul profilo delle palme che si stagliano all’orizzonte. «Qui abbiamo tutto quello che ci serve» spiega il capo, mentre gioca con una zanna attorcigliandoci le dita. «Alcuni dei principali paesi industrializzati non possono dire altrettanto. La loro gente è povera e affamata, e vive in mezzo a una strada. Non qui da noi. La gente farà affidamento su un sistema che funziona».


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«È il sistema capitalistico che è marcio, mica il nostro»

1. The seedy banknote It’s not an urban lege nd: US$2 bills exist and are still in circulation. But since they were first issued in 1862 the not es have never been pop ular and are considered unlucky. Call it superstitio n, but ‘deuce’ is one of ma ny slang terms for the dev il. There are historical reasons as well. In the pas t, $2 bills were the ave rage cost of consor ting with the ladies of the night, or wer e used to pay off bets at horse races or for votes in the days when rigging ele ctions was the norm. ww w.s nop es. com /bu sines s/m one y/t wo dol lar. asp

“It is the capitalist system that is flawed, not ours”

1. Vile denaro Non è una leggenda metropolitana: le bancon ote da US$2 esistono e son o ancora in circolazione. Ma non hanno mai avuto gra n successo fin dal 186 2, data della loro emission e. Anzi, pare addirittura che por tino iella. Chiamate la pure superstizione, ma intanto «deuce» (il num ero due su car te e dadi) è anche uno dei tanti term ini in slang per il diavolo . La cattiva nomea ha anc he radici storiche. In passat o le banconote da $2 corrispondevano alla tari ffa media per un’avvent ura a pagamento, per pag are le scommesse ippiche o comprare voti quando i brogli erano la regola. ww w.s nop es. com /bu sines s/m one y/t wo dol lar. asp

2. Ben Franklin in Cai ro The total value of the US banknotes and coin s in circulation is US$820 billion. The am ount of cash in the pub lic’s hands has risen rapidly in recent decade s from$127 billion in 198 0 to $571 billion in 2000, largely because of increased demand from abroad. According to the US Federal Res erve Bank, most Americ an currency in circulation today is circulating outside the country. ww w.federalreser ve.gov 2. Franklin al Cairo Il valore totale delle ban conote e delle monet e statunitensi in circolazione è di US$820 miliardi. La quantità di liquidi che passano di mano in mano è aum entata rapidamente neg li ultimi decenni, da $127 miliardi nel 1980 a $571 miliardi nel 200 0, soprattutto grazie alla domanda estera. Secondo la Federal Res erve Bank, la maggior par te dei dollari statun itensi in circolazione si trova al di fuori del territorio degli Stati Uni ti. www.federalreser ve. gov

microbes / liquidity

3. Old paper What is the life expect ancy of a banknote? That depend s on its value and on how inte nsively it is used. The life span of a US$1 bill is about 18 month s, while $5 and $10 bills can make it up to 16 months. The $20 bill has an average lifespan of two yea rs, the $50 bill four and a half yea rs, and the $100 bill seven and a half years. At the end of their live s, old, torn or soiled notes are sen t by local banks to one of 12 US Federal Reser ve Banks. www.coinresource.com

3. Car ta straccia Qual è la durata di vita di una banconota? Dipende dal suo valore e dall’uso più o meno ass iduo che se ne fa. La vita media di un biglietto da US$1 è di circa 18 me si, mentre le banconote da $5 e $10 restano in circolazione fino a 16 mesi. Un biglietto da $20 ha una durata di vita di circa due anni, uno da $50 di quattro anni e me zzo, mentre una banconota da $10 0 può passare di mano in mano anche per sette anni e mezzo. Alla fine della loro vita, le bancon ote vecchie, sporche e strappate ven gono spedite dalle banche loca li a una delle 12 banche della Federa l Reserve. www.coinresource.com

4. Loose change The most popular euro banknote is the €50 bill, and there are more than 4 billion of the m in use across the Eur opean Union. The rarest is the €200 bill – only 154 million are circulating. The public handles more than 30 billion one and two eurocent coins, for a total value of €454 million. And the re are €5.6 billion in €1 coins. Not bad for loose change. ww w.ecb.int/bc 4. Spiccioli La banconota in euro più diffusa è quella da €50: ce ne sono oltre 4 miliardi in giro per l’Unione eur opea. La più rara è quella da €200 , con soli 154 milioni di biglietti in circolazione. Passano in mano in mano oltre 30 miliardi di monetine da uno e due cent di euro, per un imp orto totale di €454 milioni. Mentre ci sono in giro €5,6 mil iardi di monete da €1. Mica male come argent de poche. www.ecb.int/bc

5. German notes In ‘Euroland’ about 17 billion banknotes are in circulation with a com value of €642 billion. The bined re are also 52 billion coin s in the hands of Europe citizens – imagine a pile an as high as two and hal f times the ear th’s circ ence – with a combined umfervalue of almost €16 billi on. Germany is the cou with the most cash on ntry hand (5 billion bankno tes and 17 billion coin Luxembourg has the lea s) while st (only 46 million bankno tes and 120 million coin s). 5. Banconote tedesche A «Eurolandia» sono in circolazione circa 17 miliardi di banconote valore complessivo di per un €642 miliardi. Senza contare i 52 miliardi di che messe l’una sopra monete, l’altra formerebbero una pila alta due volte e me la circonferenza della terr zzo a, per un valore di qua si €16 miliardi. La Ger è il paese dove circola mania la maggiore quantità di liquidi (5 miliardi di ban e 17 miliardi di monet conote e) mentre il Lussembur go è quello che ne ha (appena 46 milioni di di meno banconote e 120 milion i di monete). liquidità

/ microbi

6. Magic coins In April 2006 Scott A. Travers, author of the Coin Collector’s Sur viva spent three rare and valu l Manual, deliberately able old pennies when purchasing a pretzel at Square, New York. Worth a food stand in Times up to US$1,000 each, Travers put them into circ more people to “the ma ulation to introduce gic of coin collecting”. 6. Monete magiche Nell’aprile del 2006 Sco tt A. Travers, autore di Coin Collector’s Sur viva sopravvivenza del num l Manual (manuale di ismatico), ha speso del iberatamente tre penny stare un bretzel in un antichi e rari per acquichiosco di Times Square , a New York. Le monet l’una e Travers ha volu e valgono US$1.000 to metterle in circolazion e per far conoscere alla numismatica». gente «la magia della

ENRICO FINZI / mar keting researcher, business consultant and journalist . He is the chairman of Astra Ricerche, Center for Social Res earch, Consulting and Marketing, the President of AISM (Ita lian Association of Marketing Studies) and a member of Eso mar, the European Society for Opinion and Market Research. He is the author of “Gli italiani e la felicità” (The Italians and Happiness), to be published in 2008. The monetary sys

tem itself is nar rowing for three central reasons. First, the gro wth of swap ser vices – time banks, for example. Second , the increase of sel f-consumption – ‘I use what I produc e’. But above all there is an ongoing escape from the econom y, especially in the upp er middle class. More and more people, despite a com mon sense of belief, are increasing ly aware that happiness is not produced by what you buy , and the ‘using, not buying’ style appeals to many. Take Italy: 35 to 40 percen t of the population aims to substit ute shopping with alm ost-free activities – playing with chil dren, playing cards with a bunch of friends, even a simple walk. The upper class economy is shrinking back toward de-consumption while, paradoxically, the push toward consum ption is tied more to the needs of the working class.

ENRICO FINZI / Esp erto di marketing , consulente aziendale e giornalista. È il presidente di Astra Ricerche, un centro di ricerche sociali, consulenz a e marketing, pre sidente dell’AISM (As sociazione Italiana Marketing) e membro di Esomar, l’as sociazione europea per le ricerche di mercato e i sondag gi di opinione. È aut ore di «Gli italiani e la felicità», di prossi ma pubblicazione, nel 2008. Il sis

tema monetario stesso sta perdendo terreno, per tre principali motivi. Primo, la diffusione delle reti del baratto, come le Banche del Tem po ad esempio. Second o, la crescita dell’auto-consumo: «uso ciò che produco». Ma, soprattutto, siamo di fronte a una tendenza alla fuga dal l’economia, soprattutto nell’alta e media bor ghesia. Sem pre più gente – nonostante le idee rad icate – si sta rendendo conto che la felicità non dipende dall’atto di acquistare. Lo stile di vita «uso, ma non compro » sta facendo leva su molti. Prendiamo l’Italia: il 35-40 per cento della popolazion e ha come obiettivo di sostituire lo shopping con attività qua si gratuite, come giocare con i figli , fare una par tita a car te con gli amici o anche una sem plice passeggiata. L’e conomia delle classi più ricche si sta contraendo verso un calo dei consumi, mentre – parado ssalmente – la spinta al consumo in questo momento dip ende soprattutto dai bisogni degli strati sociali meno abb ienti.


Work in the virtual world, make real money, find true love

Silicon, which is obtained from silicate sands, is the main component of microchips

una fortuna

Il silicio, ottenuto dai silicati, è il pricipale componente dei microchip

/ silicato

silicate / a fortune

I spent 16 years working in a supermarket in New York City. Basically I was a clerk and worked my way up to assistant manager. If Second Life [an Internet-based virtual world] hadn’t been created I’d still be at the supermarket stocking shelves. I was happy there – I’d still go back to the supermarket – but do what you love to do “because if you don’t you’re not really going to be successful.” Any great designer, even a real-life designer, will tell you that.

I make clothes from pixels, from light. That’s how I make my living. I pay my rent and electricity and my son’s mother 500 dollars a month out of this. I could create regular art, but it’s not going to sell. I can get 150 men to buy this mesh chain top, but not a painting of mine. People upload Picassos and Rembrandts and you can’t get anyone to buy those. The cost of producing an outfit is a few dollars – nothing. It’s my time that’s the real cost. I spend three, four, five days making an outfit, because I’m very fastidious.

Lavora nel mondo virtuale, guadagna soldi reali e trova il vero amore

Ho passato sedici anni a lavorare in un supermercato di New York. Alla base ero un commesso, ma sono riuscito a salire di grado fino al posto di vice direttore. Se non avessero creato Second Life, starei ancora al supermercato a controllare scaffali. Stavo bene lì e ci tornerei anche a lavorare. Ma nella vita devi fare ciò che ami, «altrimenti non avrai mai successo». Te lo dirà qualunque grande stilista, anche uno del mondo reale. Io creo abiti dai pixel, cioè dalla luce. Ecco come mi guadagno da vivere. Potrei creare arte più convenzionale, ma non si venderebbe. Con quello che faccio riesco a pagare l’affitto, l’elettricità e 500 dollari al mese alla madre di mio figlio. Posso convincere 150 tizi a comprare una canottiera a rete come questa, ma non un mio quadro. La gente carica sul computer copie di Picasso e Rembrandt, ma per questi non si trovano acquirenti.


/ «Per creare vestiti da donna devi avere un avatar femminile». Peter Lokke alias Crucial Armitage

COLORS 73 \ MONEY \ SILICATE

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“To make female clothing you have to be a female avatar.” Peter Lokke aka Crucial Armitage /

This is my only source of income. I get by, but I wouldn’t say I make a good living from it. When I first quit my day job I was doing a lot better. I can take days off and the money keeps rolling in, but I wish it’d roll in faster.

I came to Washington a year ago. We met, had dinner, started dating, and in October I packed up and moved here. We see each other online, working from our own places, but we don’t interact that much in Second Life.

I’ve been on Second Life for three and a half years. I was a guy for the first three or four months. Then I started making female clothing – to make female clothing you have to be a female avatar – and it just didn’t pay to switch back.

The real-life relationship is 1,000 percent better because you can’t replace flesh and love. It was fun when we first... With Second Life you can flirt and carry on and even have your avatars have sex, but it’s all role playing, all fantasy. Real life is real. I can hold her in my arms and hug her and kiss her. There’s only so much pixels can do.

In my free time I’ll go play a game in Second Life. Sometimes I’ll play another game like World of Warcraft to kill some time. Or I’ll go out in real life. Normal stuff. I have a very rich real life. I have my son, my brother and mother, and I have Kimberly, who I actually met in Second Life. Lily Lister, as she’s known online, came to rent land from me online. At the time she was working for a club in Second Life. She wrote me a proposal to promote my business. I immediately asked her if she’d like to work for me. Then I said, “You know what? I want to meet you.”

Un abito ha un costo di produzione di qualche dollaro. Cioè niente. Il vero costo è rappresentato dal mio tempo. Mi ci vogliono tre, quattro, cinque giorni per creare un completo, perché sono molto pignolo. Questa è la mia unica fonte di reddito. Tiro avanti, ma non direi che guadagno bene. All’inizio, appena lasciato il lavoro fisso, le cose andavano molto meglio. Ora posso anche non lavorare per qualche giorno e il denaro continua ad affluire, ma vorrei che affluisse più velocemente. Sono tre anni e mezzo che sto su Second Life. Per i primi tre o quattro mesi ero un uomo. Poi ho cominciato a creare abbigliamento femminile e per fare vestiti da donna devi avere un avatar femmina. Alla fine non valeva la pena cambiare di nuovo sesso. Nel tempo libero faccio un gioco su Second Life. A volte cambio gioco, come World of Warcraft, tanto per ammazzare il tempo. Oppure esco, vado fuori nel mondo reale. Le solite cose. Ho una vita reale molto gratificante. Ci sono mio figlio, mio fratello e mia madre, e c’è Kimberly, che ho conosciuto su Second Life. Lily Lister, il suo alter ego online, era venuta ad affittare un lotto di terreno da me in rete. All’epoca lavorava per un club su Second Life. Mi presentò una proposta per promuovere la mia attività. Le risposi immediatamente, chiedendole di venire a lavorare per me. Poi le dissi «Sai una cosa? Ho proprio voglia di conoscerti». Sono venuto a Washington un anno fa. Ci siamo conosciuti, siamo andati a cena insieme, abbiamo cominciato a frequentarci e a ottobre ho preso baracca e burattini e mi sono trasferito qui. Ci incontriamo spesso online, ognuno dalla sua postazione, ma non interagiamo un granché su Second Life.

«Creo abiti dai pixel, cioè dalla luce… ed è la mia unica fonte di reddito»

Una relazione nel mondo reale è meglio al 1000 per cento perché la carnalità e l’amore sono insostituibili. Era divertente quando abbiamo cominciato... Con Second Life si può flirtare e spingersi oltre e persino far fare sesso agli avatar, ma è solo un gioco di ruoli, pura fantasia. Solo la vita reale è veramente reale. Posso prenderla fra le braccia, accarezzarla, baciarla. Non tutto è possibile con i pixel.

“I make clothes from pixels, from light... This is my only source of income”


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virtual worlds and other emerging technologies. He is a columnist for Agora Financial, one of the world’s largest independent publishers of investment research, and has written for the Wall Street Journal, USA Today and Reason Magazine. He recently served as an

If you look at the growth of the economy over the last 25 years it’s an astonishing, escalating upward curve, much of it driven by the Internet. And it’s going to continue to accelerate because virtual worlds are becoming more practical, as if we are sitting in a bar in Berlin. In a globalized virtual workplace, you don’t need to worry about visas and green cards and such. Google, Microsoft and IBM all do teleconferencing through virtual worlds. We are almost at the point at which you can create an avatar that looks and moves exactly like the real you – allowing you to enter a virtual world and try on a sweater. It is so overwhelming that I don’t think most people have come to grips with the change that is upon us, leading us to seeing money more as a representation of value rather than the physical item itself. Modern economics emerged around thinking over what money really is, and the free market economy has expanded the nature of money in ways we never thought of. But perhaps it has freed us in ways we are unprepared to be free.

Patrick Cox / economista ed analista finanziario, specializzato nell’impatto economico delle trasformazioni su larga scala indotte

1. eBay? eGain The world’s most famous auction sale website is an exceptional moneymaker. In 2007, eBay’s annual payoff was US$7.21 billion, $164 million of it profit. Amazon.com, the largest online retailer, has annual revenues of $13.15 billion with a profit of $366 million. But to find the real money on the web, use Google to check out Google’s earnings: $15 billion in annual income, and over $4 billion in profit.

1. eBay? eGain Il sito più famoso di aste online fa soldi a palate. Nel 2007 eBay ha realizzato un fatturato di US$7,21 miliardi, di cui $164 milioni di utili. Amazon.com, il maggiore rivenditore su Internet, ha incassato $13,15 miliardi in un anno, di cui $366 milioni di utili. Ma per scoprire la vera gallina dalle uova d’oro della rete, fai un salto su Google e dai un’occhiata ai suoi introiti: con un reddito annuo di $15 miliardi, Google intasca più di $4 miliardi di utili.

3. Save Toby The idea of two American university students was as smart as it was naughty: opening a website showing lovely pictures and videos of a tender bunny named Toby, and then one day shocking the world by threatening to cook and eat the poor pet unless they were given US$50,000 in donations. The blackmail was perfectly legal and Toby was saved, at the cut-rate amount of $25,000. www.savetoby.com

dai mondi virtuali e da altre tecnologie emergenti. Editorialista per Agora Financial, uno dei principali editori indipendenti di ricerche

3. Salvate Toby L’idea lanciata da due studenti universitari americani è tanto geniale quanto abietta. Aprire un sito web dedicato a un coniglietto di nome Toby con una rassegna di tenere foto e video, e un bel giorno fare l’annuncio scioccante di voler cucinare e mangiare il simpatico animaletto a meno di non ricevere un malloppo di US$50.000 in donazioni. Il ricatto si è rivelato perfettamente legale e alla fine Toby è stato salvato, ma con lo sconto. I suoi fan hanno dovuto sborsare soltanto $25.000. www.savetoby.com

silicate / a fortune

adviser to the presidential campaign of Senator Fred Thompson.

4. Sesso virtuale? Soldi veri Il «magnate del porno» di Second Life, Stroker Serpentine (al secolo Kevin Alderman), grazie a una serie di foto ad alta risoluzione della città reale, ha ricreato nel mondo virtuale il fantomatico quartiere a luci rosse di Amsterdam rivendendolo su eBay per US$50.000. Oggi continua a guadagnare un mucchio di soldi: con il suo spregiudicato senso degli affari si è dato alla vendita di oggettistica hard e software piccanti per i personaggi più disinibiti di Second Life.

sugli investimenti a livello mondiale, ha collaborato per il Wall recente campagna presidenziale del senatore Fred Thompson.

Il dato sorprendente, analizzando la crescita dell’economia negli ultimi 25 anni, è la brusca curva ascendente alimentata in gran parte da Internet. E la tendenza è destinata ad accelerarsi in futuro perché i mondi virtuali stanno diventando sempre più pratici, come se adesso stessimo seduti in un bar di Berlino. In una realtà lavorativa virtuale e globalizzata, non bisogna più preoccuparsi di visti, green card e storie varie. Google, Microsoft e IBM lavorano tutti in teleconferenza attraverso i mondi virtuali. Siamo arrivati quasi al punto in cui si può creare un avatar [un personaggio tridimensionale online] che ci assomiglia in tutto e per tutto e che si muove esattamente come noi nella realtà, permettendoci di entrare in un mondo virtuale per provarci un maglione. È qualcosa di epocale e non penso che la maggior parte della gente abbia afferrato davvero la portata del cambiamento che ci attende e che ci porterà a vedere il denaro più come una rappresentazione del valore piuttosto che per l’oggetto fisico in sé. La moderna economia è emersa proprio intorno a una riflessione sulla vera essenza del denaro e l’economia del libero mercato ha amplificato la natura stessa dei soldi, in modi fino ad allora impensabili. Ma forse ci ha anche liberato in un modo in cui siamo impreparati ad esserlo.

2. Virtual wallets The annual gross domestic product of Second Life, an Internet-based virtual world, is US$64 million. The community has at least 3,000 entrepreneurs earning $20,000 or more per year. The richest is Philip Rosedale: His company, Linden Lab, invented Second Life, and in two years his online profile, Philip Linden, has made $19 million. www.secondlife.com www.lindenlab.com

2. Portafoglio virtuale Second Life è un mondo virtuale su Internet con un PIL di US$64 milioni l’anno. Questa realtà parallela vanta una comunità di almeno 3.000 imprenditori che guadagnano dai $20.000 l’anno in su. Il più ricco di tutti è Philip Rosedale: la sua azienda, la Linden Lab, ha inventato Second Life e dopo due anni il suo alter ego online, Philip Linden, ha intascato ben $19 milioni. www.secondlife.com www.lindenlab.com

4. Virtual sex? Real money Using high resolution photographs of the actual city, Second Life’s ‘Porn Mogul’ Stroker Serpentine (Kevin Alderman in real life) recreated Amsterdam’s red light district in the virtual world and sold it on eBay for US$50,000. He continues to earn a lot of money from his peculiar trade: virtual sex tools and sinful scripts for uninhibited Second Life characters.

5. Vanuatu Wanna start your own e-merchant business? You’d better choose Vanuatu in the Southwest Pacific. When the market for phone porn boomed a decade ago, many businesses set up shop in Vanuatu. The local authorities chased them off the islands, but the sophisticated telecommunications infrastructure remains. If ever a high-volume Internet business wanted to establish itself in a tax haven with lower-than-usual start-up costs, Vanuatu would be the ideal place to do it.

5. Vanuatu Vuoi lanciarti nell’e-business? Prova con l’arcipelago di Vanuatu, nel sudovest del Pacifico. Durante il boom del telefono erotico, una decina di anni fa, molte aziende decisero di installarsi proprio a Vanuatu. Le società furono cacciate via successivamente dalle autorità locali, ma le loro sofisticate infrastrutture di telecomunicazioni sono rimaste. Volendo avviare un’attività online in un paradiso fiscale a costi concorrenziali, Vanuatu è davvero il posto ideale.

/ silicato

Street Journal, USA Today e Reason Magazine. Consulente per la

una fortuna

COLORS 73 \ MONEY \ SILICATE

Patrick Cox / economist and financial analyst specializing in the economic impact of large-scale social transformations created by


plastic / an atm

Sema mzee. Sasa ile 70k utanitumia kwa mpesa ununue ngombe, reads the encrypted message on a cheap, secondhand Nokia phone. “It means,” says Paul, “‘How are you, old man? How about the 70,000 shillings? Send it to me using M-PESA. I buy a cow.’” un bancomat

/ plastica

Paul Nchape-Sankau, an elder Kenyan tribesman, is standing amid goat droppings half-a-day’s walk from the nearest electricity, paved road or gasoline pump, buying a cow with his mobile phone. It is hard to see the village of Iseuri in the almost sadistic light that captures the Rift Valley each morning – expansive beams of brightness, vibrating, shooting and abruptly flashing about in amorphous lagoons of daylight. The village has no electric poles, irrigation systems, buttons, ironing boards or things with phosphorescent displays – Just a hut made of, well, bull’s shit, and a family with a mobile phone.

Sema mzee. Sasa ile 70k utanitumia kwa mpesa ununue ngombe, recita il messaggio cifrato su un economico telefonino Nokia di seconda mano. Paul ce lo traduce, spiegando «Significa: Come va, vecchio mio? Per quei 70.000 scellini. Spediscimeli con M-PESA. Compro una mucca». Paul Nchape-Sankau, un anziano membro di una tribù keniota, se ne sta in piedi in mezzo alle cacche di capra – a mezza giornata di cammino dalla più vicina linea elettrica, strada asfaltata o pompa di benzina – e sta comprando una mucca con il suo telefonino. È difficile intravedere il villaggio di Iseuri nel bagliore violento quasi sadico che inonda ogni mattina la valle del Rift – fasci invadenti che vibrano e guizzano in un balenio accecante, lampeggiando improvvisi sprazzi amorfi di luce sulle lagune. Nel villaggio non ci sono pali della luce, né sistemi d’irrigazione, niente bottoni né tavole da stiro o altre diavolerie con un display fosforescente. C’è solo una capanna fatta di... merda di vacca, e una famiglia con un telefono cellulare. «Non ho un conto in banca. Troppe rotture: gente, scartoffie, francobolli» spiega Paul. «Con M-PESA possiamo spedire i soldi per via aerea».


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M-PESA, l’acronimo in swahili per «denaro portatile», è un nuovo servizio offerto dalla rete di telefonia mobile keniota Safaricom. Grazie a questo sistema, la gente può inviare, ricevere e depositare denaro elettronico, servendosi di un semplice sistema d’invio di sms in swahili o in inglese tramite telefono cellulare. È la prima iniziativa di questo tipo in Africa, che non prevede nessun obbligo di fondo di cassa, né spese di attivazione o costi mensili. «È un prodotto mirato per chi non possiede un conto in banca», spiega Pauline Vaughan, responsabile del servizio. Scavalcando l’intero sistema bancario per andare incontro a decine di milioni di kenioti indigenti che non hanno accesso ai tradizionali servizi finanziari, quest’iniziativa ha toccato un punto nevralgico in Kenya. Dal suo lancio, meno di un anno fa, il numero di agenti M-PESA sguinzagliati nel paese si è più che quadruplicato, trasformando il telefonino in una sorta di banca virtuale, mentre le numerose botteghe informali di quartiere e le bancarelle sparse per il paese sono diventate una sorta di bancomat umani. «Non lo vogliono ammettere» commenta un analista del mercato della telefonia mobile a proposito di M-PESA, «ma hanno creato una nuova moneta». Gli utenti utilizzano il servizio per una serie di piccole transazioni finanziarie, come pagare l’affitto o comprare zucchero, sale o medicinali. Sono poliziotti, politici, agricoltori e persino direttori di banca che inviano, ricevono e depositano M-PESA. Il denaro elettronico è stato inviato a un tribunale per pagare una cauzione, ad amici bloccati per strada con una gomma a terra, ai parenti per un matrimonio o per pagare gli studi. C’è un tipo che sta costruendo una casa di due piani per la famiglia grazie agli M-PESA, che vengono usati per pagare tutto, dai muratori ai materiali edili.

“I don’t have a bank account. It’s just too much of a hassle – people, papers, stamps,” Paul explains. “With M-PESA we can send money through the air.” M-PESA, a Swahili acronym for ‘mobile money’, is a new service offered by the Kenyan mobile network Safaricom. It allows people to send, receive and store electronic money, using a simple messaging system in Swahili or English on mobile phones. The first program of its kind in Africa, there is no minimum balance, no fee for joining and no monthly charge. “It’s aimed at the unbanked,” says Pauline Vaughan, director of the initiative. Leapfrogging the entire banking system to provide the tens of millions of poor Kenyans with financial services traditionally unavailable to them, it has indeed hit a nerve in Kenya.

Since the program’s launch less than a year ago, the number of M-PESA agents across the country has more than quadrupled as mobile phones become banks, and the country’s abundant, informal corner stores and kiosks become human bank machines. “They don’t want to admit it,” said one mobile phone industry analyst about M-PESA, “but they’ve created a currency.” Subscribers use the service for a range of smallscale financial transactions from paying rent to buying sugar, salt and medicine. One can find police, politicians, farmers and even bank managers sending, receiving and storing M-PESA. The electronic money has been sent to a courtroom to bail someone out of jail, to friends stranded with a punctured tire, to relatives for weddings and school fees. One man is building a two-story house for his family with M-PESA, using it to pay for everything from workers to construction materials.

“Money is anything that you can trade for something,” says Ezekiel, a Masai tribesman, arguing that money has long been a fluid notion in African societies. “Cash has little meaning for the average Masai. What do we need cash for? Cows, goats, a beaded necklace my mother makes – all of this is just as much money as a piece of paper that says 100 shillings. “M-PESA is a very different way of thinking about money,” he continues. “How can I explain it?” A pair of restless, nimble goats skitter around him. He checks his available balance – 500 shillings (US$7.50) – scratches his sweaty scalp, and continues across the brick-colored landscape. “I suppose it’s imaginary, it’s money in my head. You only really know it’s money when in the end you have a cow or a goat on your land.”

«Il denaro è qualunque cosa si possa barattare con qualcos’altro» sostiene Ezekiel, membro di una tribù Masai, mentre ribadisce che il denaro è stato sempre un concetto mutevole nelle società africane. «I soldi non significano molto per un Masai. A cosa ci servono? Una mucca, una capra o una collana di perline fatta da mia madre, per noi valgono tanto quanto un pezzo di carta con la scritta 100 scellini». «M-PESA è un modo completamente nuovo di vedere il denaro» prosegue. «Come faccio a spiegartelo?». Poi controlla la sua disponibilità di liquidi, mentre un paio di agili e irrequiete caprette gli zompettano intorno: 500 scellini (US$7,50). E si gratta il capo grondante di sudore, proseguendo lungo il paesaggio rosso mattone. «So che è tutto immaginario, il denaro esiste nella tua mente. Ti rendi conto che sono soldi veri soltanto quando alla fine ti ritrovi di fronte una capra o una mucca».


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“How are you old man? How about the 70,000 shillings - send it to me using M-PESA. I buy a cow”

«Come va, vecchio mio? Per quei 70.000 scellini. Spediscimeli con M-PESA. Compro una mucca»

1. Members’ money York. This is the date 1951, Franklin National Bank, New as we know it. A year card t credi the and place of birth of a founded the Diners amar McN Frank an essm busin r earlie Building with his State ire Emp the of Club on the 24th floor began arranging club The friends and fellow businessmen. ts and shops, uran resta 40 in bers mem to pay the bills of its end of the the By purpose. printing 200 credit cards for that . cards Club rs Dine ing carry were year 20,000 people history.htm fifty_ /dc_ e.com ersm w.din //ww http:

1. I soldi dei soci York. Ecco la data e il 1951, Franklin National Bank, New di credito. Un anno pricarta rna mode luogo di nascita della a aveva fondato insieme ma l’imprenditore Frank McNamar Club, al 24° piano delrs Dine il ghi ad alcuni amici e colle nato proprio per offrire l’Empire State Building. Il club era o virtuale in 40 diversi ment paga di ma ai suoi soci un siste e di 200 carte di credito. ristoranti e negozi, con l’emission persone erano diventa00 20.0 ben Entro la fine dell’anno, te titolari di una carta del Diners. history.htm http://www.dinersme.com/dc_fifty_ 4. A true plastic love affair ns inThe value of UK plastic transactio 656 (US$ n billio £321 creased to a record UK paythe to rding Acco . 2006 in n) billio of debit ment association APACS, the use fivefold than more ased incre has cards ding spen while , years over the past ten tripled. It ly near has cards t credi gh throu will acis estimated that plastic spending ent volpaym UK in th grow of 90% for t coun umes by 2016. www.apacs.or g.uk

4. Amatissima plastica ronici Nel Regno Unito i pagamenti elett di £321 hanno raggiunto il livello record . Semiliardi (US$656 miliardi) nel 2006 nnica condo l’APACS (l’associazione brita servizi di per le transazioni finanziarie e i bancocompensazione) l’uso di tessere ltimo nell’u ato uplic quint mat si è più che carte di decennio, mentre la spesa con de che la credito è quasi triplicata. Si preve della cre«plastica» rappresenterà il 90% i entro il scita del volume delle transazion g.uk 2016 nel Regno Unito. www.apacs.or

5. Debit card is the enemy food restaurant, Joseph When he purchased a meal in a fast US$5 more than what only t spen r, holde Rizk, a debit card hit him with $350 in bank was in his bank account. But the group Center for umer cons the to rding overdraft fees. Acco people in the cost ges Responsible Lending, overdraft char st $8 billion almo h whic of year, per n billio 5 USA about $17. withdrawals cash or use in char ges come after debit card m rt.co tsma .deb from an ATM. www

2. Take that call If a Platinum American Express card isn’t enough to let you fulfill your insatiable desire for a Bentley or a private jet, then consider this strategy: Char ge more than US$150,000 dollars a year on your American Express cards and wait for a call from the company. You may be offered the legendary Centurion Black Card. It’s issued only to ‘privileged’ users of American Express, and the spending limit, if there is one, is a mystery. www.americanexpress.com

2. Rispondi! Se un’American Express Platinum non ti basta per soddisfare il tuo insaziabile desiderio di possedere una Bentley o un jet privato, prova questa tattica: spendi più di US$150.000 dollari l’anno con la tua car ta American Express e aspetta una telefonata. Probabimente ti offriranno la mitica Centurion Black Card. Prerogativa di un gruppo ristretto di «privilegiati» titolari dell’American Express, il massimale di spesa (sempre che esista) resta un mistero. www.americanexpress.com

plastic / an atm professor of economics at Victor Stango / associate erly a senior economist form was He ege. Coll Dartmouth go and New York. Chica in at the Federal Reserve Bank

we were always trying When I was at the Fed[eral Reserve], so behind ever yone was s to figure out why the United State technology leader, a as USA the of think ally else. We typic s has lagged beState d Unite but for the last 20 years, the adoption of electhe in try coun loped deve r othe hind ever y difference. ning stun a is e tronic payment systems. Ther involvement in the banking There has been little government coordinate the adoption to ult diffic been has it system, so EU countries, there’s a the ng of electronic payments. Amo ing system and much bank the in role nt rnme heavier gove among them, and inate coord fewer banks, so it’s easier to ges. chan ate mand can government banking more than alInfor mation technology has benefited and the overall comomy, econ most any other sector of the benefits for banks. huge had has ing bank of puterization online banking is ble valua how But it’s difficult to measure major changes been inly certa have e Ther . umer to the cons changes in and omy econ the in how money flows through s. thing for pay can s how consumer

5. Abbasso il bancomat in un fast food, Joseph Quel giorno, dopo aver mangiato omat, spendendo solbanc ra tesse la Rizk aveva pagato con nibilità del suo conto. tanto US$5 in più rispetto alle dispo di spese di scoper$350 ben bitò La banca però gli adde difesa dei consumatori to. Secondo l’associazione per la interessi di scoperto gli ing, Lend le Center for Responsib no ai consumatori statucostano circa $17,5 miliardi all’an i all’uso del bancomat legat rdi milia $8 nitensi, di cui circa vo. www.debtsmart.com prelie un o o ment paga un fare per

3. Cashless societies operation, along with many The chief of the Visa credit card a cash-free society within icted other businessmen, has pred the UK daily Guardian, for rter repo a n, Griffi Jim the decade. see how it affected his to week a tried to avoid using cash for the planner out in me, out ght brou have may tic daily life. “Plas wrote, complaining of he ivity,” but it has done little for my creat shun small and beloved to g havin and ases purch um £10-minim control of my money.” Read independent stores. “I felt less in society” at www.guardian. less cash -man “one the t more abou .debt cards redit co.uk/money/2007/apr/02/c

3. A secco insieme a molti altri imprenIl direttore generale della Visa, pariranno dalla circolazione scom i liquid i che de ditori, preve n, giornalista del quotidiano Griffi entro la fine del decennio. Jim non usare contanti per una di to cerca ha dian, Guar britannico le ripercussioni sulla vita di ro fosse settimana per vedere quali il mio spirito di pianifilato stimo ha ica plast «La i. tutti i giorn creatività» scrive Jim, mia la to cazione, ma non ha certo aiuta un minimo di £10 che lo dere spen di o bblig dell’o dosi lamentan zi preferiti, nel circuito dei ha costretto a rinunciare ai suoi nego sembrava di aver perso «Mi nti. ende indip nti ercia piccoli comm i a una società senza arart prep Per il controllo sui miei soldi.» ty» su www.guardian. socie less cash -man «one leggi contanti, t .deb cards redit co.uk/money/2007/apr/02/c associato di economia al Dart Victor Stango / professore presso la Federal ito emer ta omis econ ex ed mouth College York. Reserve Bank di Chicago e New

ci arrovellavamo per capire Quando ero alla Fed[eral Reserve] indietro rispetto agli alcosì ro come mai gli Stati Uniti fosse e tecnologicamente alpaes di ne comu luogo il tri. Nonostante sono stati il fanalino USA gli l’avanguardia, negli ultimi 20 anni oduzione dei sistel’intr per zato trializ indus o di coda del mond agli occhi. salta renza diffe mi di pagamento elettronico. La mento elettronico è stato Il coordinamento dei sistemi di paga dello stato nel sistema enza pres a scars della a difficile a caus pea lo stato svolge un euro bancario. In tutti i paesi dell’Unione di istituti di credito, il ro nume r mino un c’è e ato ruolo più marc governo può imporre il e , ento che rende più facile il coordinam delle riforme. settore bancario più di ogni L’informatica ha avvantaggiato il rmatizzazione generalizl’info e altro comparto dell’economia un enor me progresso ato segn ha tizie credi tà zata delle attivi le ricadute positive lare calco ile per le banche. Tuttavia, è diffic è certa, c’è stata cosa Una ore. umat cons il per dell’e-banking ne dei flussi molazio circo nella una vera e propria rivoluzione umatori effettuano cons i cui in modo nel e omia netari in econ i pagamenti.

un bancomat

/ plastica


organic traces / a check un assegno

/ tracce organiche


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Cambio Verde (Green Exchange) provides poor favela dwellers with small vouchers in exchange for separated garbage. Effectively an alternative form of money, the vouchers can be used to purchase bus tickets and food – from beans to bananas – bought in bulk by the city from local farmers /

/ Cambio Verde distribuisce agli abitanti poveri delle favelas dei bigliettini in cambio della spazzatura raccolta in modo differenziato. Questi buoni, una vera e propria moneta alternativa, possono essere usati per acquistare biglietti dell’autobus e cibo – dai fagioli alle banane – che il comune acquista all’ingrosso dagli agricoltori locali

Hard work and a colossal mass of junk: keys to success La chiave del successo? Lavorare sodo e una montagna d’immondizia

A small, feeble dog sits barking beside the wheelbarrow outside Efigenia’s house, the only guard of her fortune. She leaves it all there, unattended and exposed. She complains about a lack of organization but she probably enjoys coming home and seeing all her assets piled in a chaotic, formless, mushrooming heap. Efigenia once had a job, but as soon as the government decided to turn trash into money she realized that the nature of labor was changing, too. Like all Brazilian cities, Curitiba has slums. But the favelas are different. Two decades ago the city was grappling with a protracted and seemingly hopeless crisis. The municipality couldn’t get in to pick up the trash. It was almost impossible to pass over the dirt roads, and waste was strewn about in heaps so large the streets were often completely blocked, even for pedestrians. Rather than bulldozing the favelas, a sad but common ‘solution’ to the same problem in other South American cities, in the late 1980s under the leadership of Jaime Lerner, the Curitiba government created a currency to avert a public health catastrophe. Lerner’s initiative, Cambio Verde (Green Exchange), provides poor favela dwellers with vouchers in exchange for separated garbage that they bring out of the slums in wheelbarrows. An alternative form of money, the vouchers can be used to purchase bus tickets and food – from beans to bananas – that the city buys in bulk from local farmers. The trash is sorted at a plant staffed by recovering alcoholics and drug addicts, and the profit from the sale of recyclables is funneled into programs for children living in poverty.

Today, almost two decades after the initiative’s launch, more than two out of three Curitiba residents separate their garbage. Favelas are relatively clean, and rates of malnutrition, disease and general health problems in the city’s slums are significantly lower than average. Efigenia has been saving since the beginning, watching her stacks of garbage money grow, like a stockbroker checking their gains in real time. Piled on her front porch, the mounds of garbage become so grandiose that you could dive into them, rolling around like a real-life Uncle Scrooge in crumpled paper, crackling aluminum cans, headless dolls and cheap drink residues from various bottles. Efigenia lines up every Saturday to wait for the Cambio Verde trucks to come with their scales. Four kilos of garbage money buys one kilo of food, and Efigenia is right on top of it, arriving by 7:30am each week to be one of the first in line. Hard work – that’s the key to success, and the woman knows her business. She has learned that some depots in the neighborhood will pay cash for certain items, so she puts aside the lighter, more valuable goods. Her daughter is a little ashamed of her mom, never telling anyone at the hospital of her mother’s treasure, nor that her nursing school tuition was paid for with trash money. Perhaps a bit ashamed by her mother’s choice of currency, Efigenia’s daughter once said her mother takes better care of the garbage piled outside the house than of the house itself. For better or worse, that’s probably true.

Un cagnolino gracile abbaia seduto accanto a una carriola fuori dalla casa di Efigenia, unico guardiano della sua fortuna. Lei lascia tutto lì incustodito, a portata di ladro. E si lamenta del casino, ma probabilmente le piace tornare a casa e vedere tutti i suoi averi ammucchiati in una massa informe e caotica che cresce a vista d’occhio. Un tempo Efigenia aveva un mestiere, ma quando il governo decise di trasformare i rifiuti in denaro, capì che era cambiata la natura stessa del mercato del lavoro. Come tutte le città brasiliane, Curitiba ha le sue baraccopoli. Ma qui le favelas sono diverse. Una ventina d’anni fa la città era attanagliata da una crisi annosa, apparentemente senza sbocco: i servizi comunali non riuscivano a entrare nelle bidonville per raccogliere la spazzatura. Sulle strade di terra battuta non si poteva quasi circolare e le montagne di rifiuti invadevano tutto, a volte tanto da bloccare completamente le strade, anche per i pedoni. Piuttosto che radere al suolo le favelas, una «soluzione» infelice ma diffusa in altre città del Sud America, alla fine degli anni 80, il governo di Curitiba presieduto da Jaime Lerner decise di creare una speciale moneta per scongiurare una catastrofe sanitaria. L’iniziativa di Lerner, «Cambio Verde», fornisce agli abitanti indigenti delle favelas dei buoni di pagamento in cambio dei rifiuti raccolti in modo differenziato e trasportati in carriola fuori dalle bidonville. I buoni, che sono una forma di denaro alternativo, possono essere usati per acquistare biglietti dell’autobus e cibo – dai fagioli alle banane – che il comune acquista all’ingrosso dagli agricoltori locali. Successivamente, in un centro di raccolta gestito da una comunità di recupero per tossicomani e alcolizzati, si procede alla cernita della spazzatura e i proventi della vendita del riciclaggio dei rifiuti sono devoluti per iniziative a favore dei bambini che vivono in povertà. Oggi a Cuturiba, a quasi vent’anni dal lancio dell’iniziativa, più di due abitanti su tre fanno la raccolta differenziata. Le favelas sono relativamente pulite e il tasso di malnutrizione, la diffusione delle malattie e i problemi di salute in generale sono notevolmente al di sotto della media.

Efigenia ha risparmiato fin dall’inizio, guardando crescere i suoi mucchi di soldi-immondizia, come un broker in Borsa che controlla i guadagni in tempo reale. Ammucchiati di fronte al porticato, i cumuli di spazzatura sono così giganteschi che ci si potrebbe tuffare dentro come un Paperone in carne ed ossa e sguazzare in un tesoro di carta straccia, lattine d’alluminio ammaccate, bambole decapitate e resti di bibite da due soldi in bottiglie di ogni tipo. Efigenia fa la fila ogni sabato aspettando l’arrivo dei camion di Cambio Verde con le bilance. Con quattro chili di soldi-immondizia si può comprare un chilo di cibo ed Efigenia è in cima alla fila. Arriva sempre puntuale, alle 7.30, ogni settimana, proprio per essere fra i primi. La chiave del successo è «lavorare sodo» e questa donna sa il fatto suo. Ha imparato che in alcuni depositi del quartiere certa roba viene pagata cash, così mette da parte gli articoli più leggeri e preziosi. Sua figlia si vergogna un po’ di lei, e non racconta mai a nessuno in ospedale del tesoro di sua madre, né che i corsi da infermiera sono stati pagati con i soldi della spazzatura. Chissà, forse un po’ rattristata dalle preferenze monetarie della madre, una volta la figlia ha accusato Efigenia di occuparsi più dei rifiuti ammassati fuori casa che della casa stessa. Nel bene e nel male, con ogni probabilità non aveva torto.


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The city government created a currency to avert a hygienic catastrophy. Today more than two out of three Curitiba residents separate their garbage, favelas are relatively clean, and rates of malnutrition, disease and general health problems in the city’s slums are significantly lower than average /

/ L’amministrazione comunale ha creato una moneta per scongiurare una catastrofe igienicosanitaria. Oggi piÚ di due abitanti su tre fanno la raccolta differenziata. Le favelas sono relativamente pulite e il tasso di malnutrizione, la diffusione di malattie e i problemi di salute in generale sono notevolmente al di sotto della media


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1. That valuable stench It smells awful. But it is worth several billion dollars. According to the US Environmental Protection Agency, trash has become a US$238 billion business, employing 1.1 million people. The trash exchange market is global, with 32 countries exporting waste and 24 importing it. Some countries, of course, do both. www.epa.gov

1. Un tanfo miliardario Puzza da morire, ma vale un mucchio di soldi. Secondo l’Agenzia americana per la protezione dell’ambiente, la spazzatura è diventata un business da US$238 miliardi, che dà lavoro a 1,1 milioni di persone. La Borsa dei rifiuti ormai è un mercato globalizzato, con 32 paesi esportatori e 24 importatori. Qualcuno ovviamente si è lanciato nella duplice attività di import-export. www.epa.gov

Dieter Helm / professor at the University of Oxford and associate editor of the “Oxford Review of Economic Policy”. In 1982 he founded the UK-based economic consulting firm OXERA.

In general, waste is basically huge piles of embedded energy. Traditionally, the way modern capitalism has worked has been to throw away substantial amounts of waste. As waste policies have developed, waste has become a major resource. Waste is big business. There’s a huge industry in dealing with waste that households produce. But landfill sites have been used up, and as it becomes less and less feasible to dump waste, seeing waste as a resource is the new way. But there is a big gap between what is possible and what is being done. There will be huge opportunities to make money when people start to figure this out. New businesses are springing up, and people are finding new ways of recycling and extracting energy directly from waste. The value of the waste has in turn gone up. The potential is there on a worldwide scale, but it’s fair to say that the need for this type of energy will be more concentrated in developed countries. In America, there is enormous potential. The United States has arguably as much energy stored in waste as in oil and gas. The more restrictions imposed by the government on the dumping of waste, the more likely [waste] markets will develop... Government will set the frameworks, but the capability of government to deal with waste is pretty limited, so this will largely be done in the private sector. Dieter Helm / professore alla University of Oxford e vice caporedattore dell’«Oxford Review of Economic Policy». Nel 1982 ha fondato OXERA, azienda di consulenza economica con sede nel Regno Unito.

Possiamo considerare essenzialmente i rifiuti come delle enormi pile piene di energia all’interno. Il moderno capitalismo funziona tradizionalmente sul principio di un’eliminazione massiccia degli scarti. Con lo sviluppo delle politiche per le gestione dei rifiuti, però, la spazzatura diventa una risorsa di primaria importanza. C’è un giro d’affari enorme dietro l’immondizia. L’industria che si occupa dello smaltimento dei rifiuti domestici ha proporzioni gigantesche. Ma, con le discariche ormai stracolme, sta diventando sempre più difficile continuare a gettare i rifiuti. L’unica strada che ci resta è considerare la spazzatura come una risorsa. Tuttavia, vi è un gran divario fra le possibilità esistenti e ciò che si fa in concreto. Quando la gente comincerà a capirlo ci saranno enormi possibilità di guadagno. Stanno già spuntando nuove aziende e si stanno elaborando nuove tecniche per riciclare ed estrarre l’energia direttamente dai rifiuti. Tutto ciò contribuisce ad aumentare il valore intrinseco della spazzatura. Il potenziale esiste a livello mondiale, ma bisogna riconoscere che la domanda per questo tipo di energia si concentra soprattutto nei paesi industrializzati. In America il potenziale è enorme. Gli USA dispongono con ogni probabilità di una riserva energetica a base di rifiuti comparabile alle sue scorte di gas e petrolio. Più lo stato s’impegnerà a regolamentare in modo restrittivo lo smaltimento dei rifiuti, più si svilupperà il mercato [della spazzatura]... Lo stato fisserà il quadro normativo, ma poi, viste le scarse capacità della pubblica amministrazione in materia di rifiuti, sarà il settore privato a gestire il grosso delle attività.

2. Garbage trading In Teresa, a municipality in the province of Rizal, the Philippines, garbage is profitable. In 2005 mayor Rodel de la Cruz created an Integrated Solid Waste Management Facility where in exchange for their garbage citizens are given hollow blocks and fertilizers for vegetable farming.

3. Vincenz’s methods The first ‘sanitary landfill’ was built in 1937 in Fresno, California, by Jean Vincenz. During World War II the US military adopted Vincenz’s methods, and at the end of the conflict 100 cities built similar landfills. In 1991 new Environmental Protection Agency safety requirements required that many landfills be shut down. Their number decreased from about 8,000 in 1998 to 1,654 in 2005. www.blueegg.com

2. Commercio di rifiuti A Teresa, un comune della provincia di Rizal, nelle Filippine, la spazzatura rende. Nel 2005 il sindaco Rodel de la Cruz ha creato un impianto integrato di smaltimento dei rifiuti solidi in cui i cittadini, in cambio della spazzatura, ricevono pignatte e fertilizzanti per coltivare l’orto.

3. Il sistema Vincenz La prima «discarica controllata» fu costruita nel 1937 a Fresno, in California, da Jean Vincenz. Durante la II guerra mondiale i militari americani adottarono il sistema di Vincenz e, alla fine del conflitto, 100 città si erano dotate di discariche di questo tipo. A partire dal 1991, a causa delle nuove norme di sicurezza promulgate dall’Environmental Protection Agency, sono state chiuse molte discariche, passando dalle circa 8.000 del 1998 a 1.654 nel 2005. www.blueegg.com

4. Trash generators Every year US residents, businesses and institutions generate more than 245 million tons of garbage: 2.05 kg per person per day. On average only 680g of trash are recycled. The national recycling rate of municipal solid waste is just 32%, with 64 million tons of material ending up outside landfills and incinerators. The US city with the highest recycling rate (68%) is San Francisco, where the goal is zero waste. http://money.cnn.com/magazines/for tune/for tune_archive/2007/03/19/8402369/index.htm

4. Sforna-rifiuti Ogni anno i cittadini, le aziende e le istituzioni statunitensi producono oltre 245 milioni di tonnellate di spazzatura: 2,05 kg pro capite al giorno! Di questi ne vengono riciclati in media solo 680 g. Il tasso di riciclaggio nazionale dei rifiuti solidi comunali è di appena il 32%, mentre 64 milioni di tonnellate finiscono fuori dalle discariche e dagli inceneritori. La città americana con il più alto tasso di riciclaggio (il 68%) è San Francisco, che ha come obiettivo «zero rifiuti». http://money.cnn.com/magazines/fortune/fortune_archive/2007/03/19/8402369/index.htm

organic traces / a check 5. E-Waste The war between computer manufacturers HP and Dell is also fought in the arena of electronic waste recycling. HP provides free recycling of old printers and computers for some customers but charges others up to US$34 per item. Dell first offered recycling for $30, then for $15 and in 2006 eliminated the charge altogether. But knowing the ultimate destination of the 2.6 million tons of American ewaste produced each year may be unsettling. www. edition.cnn.com/2007/ TECH/11/18/electronics. trash.ap/index.html

un assegno

5. E-spazzatura La guerra fra i fabbricanti di computer HP e Dell si combatte anche a colpi di riciclaggio nell’arena degli scarti elettronici. La HP offre ad alcuni clienti il riciclaggio gratuito di vecchie stampanti e computer, benché in altri casi chieda US$34 ad articolo. La Dell è stata la prima a offrire servizi di riciclaggio per $30, calando poi a $15 fino a rinunciare del tutto a qualunque forma di pagamento, nel 2006. Attenzione, però. Potresti restare scioccato scoprendo dove vanno a finire i 2,6 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici prodotti ogni anno negli USA. www. edition.cnn.com/2007/ TECH/11/18/electronics. trash.ap/index.html

/ tracce organiche


una transazione

ash / a transaction

/ cenere


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/ I soldi sono fatti secondo tradizione: rettangoli di carta bianca e gialla con I MOTIVI dELLE anticHE monetE di rame. La gente pensa che la carta di questo mondo sia il denaro dell’aldilà

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Paper money is made according to the tradition: rectangular yellow and white paper with an ancient copper coin pattern on it. People believe that the paper of this world is the currency of the next /

The expenses of eternity

Spese per l’eternità

“My son was born one month ago. Grandpa was happy to see a great-grandson, a fortune we Chinese call ‘four generations living under the same roof.’

Peacock village is small, and paper money is made according to the almost 2,000-year-old tradition passed down through the generations from the time when papermaking was invented during the Han Dynasty. It is made of rectangular yellow and white paper with an ancient copper coin pattern on it. People believe that the paper of this world is the currency of the next.

“I hear that in big cities the dead are burned to ashes. That’s horrible for us. How could anyone do that to their relative?”

Zhang’s old friends opened the coffin and threw in as much paper money as possible to pay the expenses of his journey to the land of eternity.

“Today my grandpa will be buried,” says Dongdong, a 24-year-old girl who lives in Peacock Village, Sichuan Province, China. She has a round red face and the stereotypically loud Sichuan voice.

Zhang Yizhong’s funeral took place at 11am, seven days after his death. His descendants, all dressed in white, knelt before his coffin and cried loudly as several friends brought along heaps of paper money to bid him farewell.

The feng shui master then closed the coffin and trumpets were sounded as it was ushered around the village, affording Zhang a final chance to say goodbye to every nook and cranny of the village that he had called home for 81 years. Family members and other villagers followed the coffin, stopping every 100 meters to kneel and bow their heads to the ground, kowtowing three times.

Zhang’s children paid a great sum of money to rent a military salute vehicle of the kind often seen in the somewhat ostentatious funerals of Sichuan urbanites. It fired salutes and paper money toward the sky. After making its way through the village, the procession then went to the burial spot, which had been selected to provide the dead with a view of the entire village. Zhang’s descendants knelt in front of the tomb in three rows and received rice from the feng shui master, representing the process by which Zhang’s fortune is handed over to his descendants.

«Oggi seppelliranno il nonno» racconta Dongdong, una ragazza di 24 anni che vive nel villaggio di Kongque, nella provincia di Sichuan, in Cina. Ha un facciotto tondo e cotto dal sole, e la tendenza a parlare a voce alta, tipica di questa regione. «Mio figlio è nato un mese fa e il nonno era contento di conoscere il bisnipote. Per noi è una fortuna, in Cina c’è il detto: quattro generazioni sotto lo stesso tetto». «Ho sentito dire che nelle grandi città bruciano i morti fino a ridurli in cenere. Per noi è spaventoso. Come si può fare una cosa del genere a un parente?». Il funerale di Zhang Yizhong viene celebrato alle 11, sette giorni dopo la sua morte. I suoi discendenti, tutti vestiti di bianco, sono inginocchiati vicino alla bara e piangono disperatamente, mentre gli amici portano mucchi di soldi di carta per l’ultimo addio. In questo piccolo villaggio i soldi di carta si producono ancora seguendo una tradizione antica di 2.000 anni, tramandata di generazione in generazione, da quando fu inventata la carta, sotto la dinastia Han. I soldi sono fatti di pezzi di carta rettagolare bianca e gialla con i motivi delle antiche monete di rame. La gente pensa che la carta di questo mondo sia il denaro dell’aldilà.

I vecchi amici di Zhang aprono la bara e ci buttano dentro quanti più soldi di carta possibile, perché il defunto possa pagare le spese del suo viaggio per l’eternità. Dopo che il maestro di feng shui ha chiuso la bara, comincia la processione in giro per il villaggio, accompagnata dal suono delle trombe, per dare a Zhang l’ultima possibilità di dire addio a ogni pietra del paese che per 81 anni è stato la sua casa. I familiari insieme ad altri abitanti seguono la bara, fermandosi ogni 100 metri per genuflettersi e inclinare il capo, toccando terra con la fronte tre volte, in segno di omaggio, come vuole la cultura cinese. I figli di Zhang hanno sborsato un mucchio di soldi per affittare un veicolo militare, come quelli che si vedono nei funerali più pretenziosi, nelle grandi città, per sparare in cielo salve di saluto e soldi di carta. Dopo aver attraversato il paese, la processione arriva nel luogo della sepoltura, che è stato scelto proprio per offrire al morto un panorama dell’intero villaggio. I familiari si inginocchiano di fronte alla tomba, in tre file, per ricevere il riso dal maestro di feng shui, un gesto che simboleggia la trasmissione della fortuna di Zhang ai suoi discendenti.


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When the coffin was eventually put into the ground, Zhang’s descendants threw handfuls of coins onto it, ensuring that he would have enough to spend in another world. Then Zhang’s old friends started to pile earth onto the tomb as the family stacked financial papers, credit cards, clothes and jewelry in front of it. The stack of possessions was set alight and the family circled the tomb three times to complete the ritual of money-giving and filial piety.

Perhaps because the ritual is so dramatic, or perhaps because it has such deep significance, at the end of the ceremony everyone could cast off grief, reassured by the thought that their beloved relative had been provided with a good send-off, and would now begin an affluent new life in another world.

Una volta deposta la bara, i parenti ci lanciano sopra manciate di monete, per garantirgli le risorse sufficienti nell’altro mondo. Poi, i vecchi amici di Zhang cominciano a riempire di terra la tomba, mentre i familiari ammucchiano di fronte al tumulo documenti finanziari, carte di credito, vestiti e gioielli. La pila di averi viene data alle fiamme e la famiglia gira tre volte intorno alla tomba per concludere il rito di offerte in denaro e devozione filiale.

Forse perché è un rituale così teatralizzato o forse perché ha un significato talmente profondo, ma è come se alla fine della cerimonia tutti si siano liberati dal dolore, rassicurati dal pensiero che il caro defunto abbia ricevuto un buon commiato e che possa ora cominciare una nuova vita agiata in un altro mondo.


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1. Eco costs How can we raise concern over pollution? Look at it in terms of money and take China, for instance: Pollution is not only about foggy skies, it’s a huge waste of resources. The World Bank estimates that disea se, water scarcity and waste, loss of fisheries, crops and material damage all contribute to a 5.8% reduction in Chin a’s GDP – that’s a waste of US$154 billion. http://go.worl dbank.org/FFCJVBTP40 1. Costi ambientali Come lanciare l’allarme sull’inquin amento? Basterebbe farsi qualche conto in tasca. Prendiam o la Cina, ad esempio: l’inquinamento non è responsabile soltanto della cortina di smog che asfissia il paese, è anch e un enor me spreco di risorse. Secondo la Banca Mondiale, fra malattie, siccità e scorie, oltre alla scomparsa delle risorse ittiche e ai danni materiali e all’agricoltura, il paes e perde ogni anno il 5,8% del PIL, con uno spreco di ben US$1 54 miliardi. http://go.worldbank.org/FFCJVBT P40 una transazione

2. Top ten They call it the Dirty Thirty – a list of the world’s most polluted places compiled by the Blacksmith Institute. Among the top ten, all in the developing world, are places where the environment and the people in it are threatened by savage exploitation, heavy industry and sudden economic collapse. www.black-smithinstitute.org/

Other valuable paper ITEMS you may need in heaven Qualche altro oggetto prezioso (di carta) che potrebbe tornarti utile in paradiso

/ cenere

2. Primi in classifica Le hanno soprannominate The Dirty Thirty, «la sporca trentina». È la lista delle località più inquinate del pianeta compilata dal Blacksmith Institute. Fra i primi dieci in classifica, tutti nei paesi in via di sviluppo, luoghi in cui l’ambiente e la popolazione sono minacciati dallo sfruttamento selvaggio e dall’industria pesante, oltre che dal rischio di un improvviso tracollo economico. www. blacksmithinstitute.org/

John List / professor of econ omics at the University of Chicago and a fellow at Reso urces for the Future, a Wash ington DC environmental econ omics think tank.

When you look at data on economic growth and environmental quality, you have a relationship that looks almost like an inver ted U, called an Environmental Kuznets Curve: If a country is very poor when it becomes a little richer, it consumes more and becomes more polluted. As it becomes richer, the environment starts to get cleaned up and technologies start to be used that produce cleaner good s. China and India are still on the left-hand side of this inver ted U. You’d be surprised if you look at the data – smog in US cities has decreased continually from the 1970 through today. It’s hard to find this curve for global pollutants like carbon dioxide. The curve doesn’t hold up because carbo n emissions are closely correlated with gross domestic product. When GDP goes up, carbon emissions go up as well. No matter where CO 2 is emitted it influences everyone on earth. We need to do something that will sever the link between economic growth and the emission of carbon. So far we haven’t been able

3. Too expensive, too late There is a new technology that could save the world, but it is too expensive . Carbon capture and storage (CCS), in which CO2 gas emitted from coal-fired power plants is captured and pumped underground, has not yet been attempted on a large scale . Each CCS plant could cost over US$1 billio n. www.planetark.com

3. Troppo tardi, troppi soldi C’è una nuova tecnologia che potre bbe salvare il mondo, peccato sia tropp o cara. Il sistema di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS), che permette di immagazzi nare e pompare sottoterra le emissioni di CO2 delle centrali elettriche a carbone, non è ancora stato sperimentato su larga scala . Non solo, ogni impianto di CCS coste rebbe più di un US$1 miliardo. www.planetark. com

4. And the winner is.... Huaneng Power International. Acco rding to Carbon Monitoring for Action (CARMA), this state-controlled Chinese company is the most polluting powe r company on earth. Its emissions amount to 292 millio n tons of CO2 annually, roughly equivalent to the emissions of a country like Poland. Is there a power plant near you? Check out how it compares at www.carma.org 4. Vince su tutti... La Huaneng Power International. Secondo Carbon Monitoring for Action (CARMA), questa impresa statale cinese è l’azienda ener getica più inquinant e del pianeta, responsabile dell’emissione di 292 milioni di tonnellate di CO2 l’anno, più o meno l’equivalente di tutta l’anidride carbonica prodotta da un paese come la Polonia. Vivi vicino a una centrale? Guarda come viene classificat a su www.carma.org

to do that. Corporations near the consumer could voluntarily cut down on emissions and adve rtize that they are green corporations. But most markets are not rewarding of environmental stewardship – and for firms that aren’t close to the consumer, there’s little incentive for them to cut emissions. It’s hard to see a social norm chan ge that would make corporations suddenly become environme ntal stewards. You need some sort of market inter vention for companies to comply. John List / docente di econ omia presso lA University of Chicago ed esperto di Resource s for the Future, gruppo di riflessione sull’economia ambi entale a Washington DC.

Mettendo in relazione i dati della cresc ita economica e quelli sulla qualità dell’ambiente, si ottien e una rappresentazione grafica a forma di U rovesciata , detta curva ambientale di Kuznets: se un paese è molto povero, quando comincia lentamente ad arricchirsi, consumer à di più e aumenterà l’inquinamento. Man mano che cresce la ricchezza, però, l’ambiente diventerà più pulito e verranno introdotte nuove tecnologie per produrre beni meno inquinanti. La Cina e l’In-

5. Double-sided banking Sometimes a bank shows its ethical side. Citigroup will donate US$31 billion over the next ten years to provide incentives for renewable ener gy sources. But what’s on the other side? Rainforest Action Network claims that in 2006 Citigroup took 200 times more than the money newly earmarked for sustainable energy projects and used it to finance coal-mining, deforestation and water exploitation projects. http ://r an.o r g/pr essk it/, http://www.alternet.org/story/64470/

ash / a transaction

5. Doppio gioco Alcune banche cercano di puntare sulla dimensione etica. Citigroup intende donare US$31 miliardi nei prossimi dieci anni per incentivare l’uso di fonti di ener gia alternative. Ma qual è il rovescio della medaglia? Rainforest Action Network sostiene che nel 2006 Citigroup ha destinato una somma 200 volte superiore a quella stanziata per i progetti di ener gia sostenibile, per finanziare attività come le miniere di carbone, la deforestazione e lo sfruttamento delle risorse idriche. http://ran.or g/presskit/, h t t p : / / w w w. a l t e r n e t . o r g / story/64470/

6. Green money Planning the transition to a sustainabl e, cost-efficient and smooth energy system? A great idea, and good business, too. Sweden aims to break its dependence on oil by 2020 with renewable ener gy sources and ethanol or biogas fuel for cars. Environmental technology has become one of Sweden’s top five expo rt industries, and is now among the fastest growing economic secto rs in the country. www.greencarcongress.com 6. Eco-denaro Stai progettando la transizione verso un sistema energetico affidabile, sostenibile ed economicamente valid o? Bella idea! Fra l’altro potrebbe anche rivelarsi un buon business. La Svezia vuole rendersi indipende nte dal petrolio entro il 2020 grazi e all’uso di etanolo o biogas per le automobili e alle fonti di energia rinno vabile. Le tecnologie ambientali rappresentano una delle cinque princ ipali voci dell’export svedese e fra i settori economici che registrano la più rapida crescita nel paese. www.greencarcongress.com

dia si trovano ancora sul lato sinis tro di questa U rovesciata. La cosa sorprendente, osservando i dati, è scoprire che dal 1970 fino ad oggi nelle città americane è continuato a calare lo smog. Questa curva però non si applica ad alcune cause dell’i nquinamento su scala planetaria, come l’anidride carbonica. E ques to perché le emissioni di CO sono 2 strettamente legate al prodotto inter no lordo. Quando cresce il PIL, crescono anche le emissioni di anidr ide carbonica. E, a prescindere dall’area geografica in cui sono prod otte le emissioni, le ripercussioni si faranno sentire per tutti gli abita nti del pianeta. Dovremmo trovare il modo di spezzare questo binomio fra crescita economica ed emissione di CO2. Per ora non siamo ancora stati in grado di farlo. Le aziende più vicine ai consumatori potrebber o tagliare volontariamente le loro emissioni e pubblicizzarsi come impre se «verdi». Ma la maggior parte dei mercati non premia il rispe tto dell’ambiente. E, le aziende che non sono direttamente legate ai cons umatori, hanno pochi incentivi a ridurre le emissioni. È difficile preve dere un cambiamento sociale tale da poter trasformare improvvisament e le aziende in paladini dell’ambiente. Ci vorrebbe una qualche forma d’intervento sul mercato per obbligare le imprese a un comportam ento più responsabile.


ink / posting bail

The halls of the Time Dollar Youth Court, like the halls of a junior high school, have an air of awkwardness. They’re unnerving and unwelcoming. A meek boy, swimming in a vast, fancy sweater, awaits his fate, sitting alongside his mother. He is clearly out of his element, completely ignored by the passing masses of 12 to 18-year-olds in light blue T-shirts. They look mature, seasoned – all of them are from Washington DC’s gang-dominated East Side, the roughest area of the country’s former murder capital. The teens enter Courtroom 119 to take their positions as jurors, petitioners, respondents, bailiffs, defendants, clerks, and students. They are a mix of volunteers and convicted youths who, rather than heading for juvenile jail, have opted to work in the court, deciding the fate of their peers after having gone though the same process themselves.

L’androne del tribunale minorile di Time Dollar ha quell’aria squallida tipica dell’androne di un liceo. Stressante e poco accogliente. Un ragazzino dall’aria mite, che nuota dentro un maglione enorme e coloratissimo, aspetta il suo destino, seduto accanto alla madre. Si vede subito che non è nel suo elemento, e le frotte di ragazzini fra i 12 e i 18 anni in T-shirt azzurra non lo degnano neanche di uno sguardo quando gli passano davanti. Hanno un’aria più matura e navigata. Vengono tutti dall’East Side di Washington DC, dominio delle gang, il quartiere più malfamato dell’ex capitale degli omicidi. Gli adolescenti entrano nell’aula 119 per prendere posto come giurati, ricorrenti, convenuti, uscieri, impiegati e studenti. Sono un misto di volontari e giovani condannati che, invece di finire in un carcere minorile, hanno preferito venire a lavorare in tribunale per decidere la sorte dei loro coetanei, dopo aver conosciuto in prima persona la stessa trafila.

una cauzione

/ inchiostro


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At the Time Dollar Youth Court Washington DC youth are judged by a jury of their peers and sentenced to a time-dollar system in which they earn a computer by themselves joining the jury /

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Il giudice, una ragazza sulla ventina andante, impone il silenzio sulla cacofonia di voci, mentre il tipo perso dentro il suo maglione si fa avanti nell’aula. In piedi, non sarà più alto di 1 metro e 50. Strabuzzando gli occhi con un’aria terrorizzata sul suo dolce faccino, si sforza di non guardare da nessuna parte. La madre gli fa strada verso il centro dell’aula, dove un impiegato quattordicenne li fa accomodare sulle sedie. Il ragazzo comincia a parlare: «Il 21 novembre, alle 16 circa sono andato nel Best Buy di Wisconsin Avenue». È timido ma calmo e si vede che ripete una lezioncina a memoria. Non batte ciglio. «Siamo andati al reparto video-giochi dove ho adocchiato una scatola aperta ai miei piedi. Ho cominciato ad impossessarmi del contenuto della confezione – un manuale, un CD – infilandolo dentro le tasche della giacca. Circa tre minuti dopo, una guardia giurata mi ha afferrato per il braccio conducendomi sul retro…». A quel punto il giudice lo interrompe. «Basta così, grazie. Ora la madre dell’imputato ha la possibilità di difendere suo figlio».

The judge, a young woman in her late 20s, shushes the cacophony of voices, and the boy swimming in his sweater makes his entrance. Standing, he could be no taller than 1.50m. Eyes bugging out and a craven look on his sweet little face, he tries hard not to look in any one direction. His mother leads him to the front of the room, where a 14-year-old clerk seats the two of them. The boy begins: “On November 21, at approximately 4 o’clock I went into the Best Buy on Wisconsin Avenue.” He is timid but calm and over-practiced. He does not blink. “We went into the video gaming section where I spotted an open box at my feet. I proceeded to take the contents of the package – one manual, one disk – stuffing them into my jacket pockets. About three minutes later a security guard grabbed me by the arm and led me to the back...” The judge stops him. “That’s enough, thank you. The mother of the defendant will now be given a chance to defend her son.” “He made a stupid mistake and I’m very disappointed in him,” the boy’s mother says in a particularly unrousing defense of her son. The boy is led out of the courtroom and there is an eruption of laughter and noise. The judge shouts, but they’ve lost interest, kicking their feet, opening mobile phones and melodramatically tossing their heads back. “Who wants to give him jury duty,” the judge demands. No one answers.

“Who thinks he should get an essay?” Nobody is answering. “What is wrong with you all?” “He’s a loafer,” says one. “He’s a what?” “A loafer. He doesn’t fit in.” The face of the judge in Courtroom 119 contorts in rage. “Did he not get caught for and admit to stealing? You’re judging him on his appearance and vocabulary.” Silence. Then a discussion is born, and after a long debate the verdict is that it doesn’t matter what kind of sweater the loafer is swimming in, he’s got to pay for the wrongs he has done. The boy is sentenced to two days of jury training, eight weekends of jury duty, a two-page essay entitled ‘Think Before You Act’, a counseling program for shoplifters, and an on-the-spot public apology to his mother. The courtroom is hushed. The boy looks at his mom, hugs her awkwardly and mumbles something. A couple of the girls in the jury murmur “Aww,” and the boys shake their heads. The cruelest irony might be the reward that his penalty will bring. The Time Dollar Youth Court pays each juror Time Dollars for each hour of service, and the currency is eventually put toward a computer for the kid. Surely by the time that happens, our thieving little loafer will have long laid his computer-game-stealing days to rest.

/ Al tribunale minorile di Time Dollar, a Washington DC, i ragazzi sono giudicati da una giuria di coetanei e condannati secondo un sistema di dollari-tempo in cui possono guadagnare un computer svolgendo a loro volta il ruolo di giurati

«Ha fatto una bravata e mi ha molto deluso» dichiara la madre del ragazzo, in un’arringa decisamente sottotono in difesa del figlio. Il ragazzo viene portato fuori dall’aula in mezzo a uno scroscio di risa e a un gran baccano. Il giudice urla, ma i ragazzi ormai hanno perso ogni interesse, scalpitano e accendono i telefonini, scrollando la testa per lo scontento. «Chi vuole assegnargli mansioni di giurato?» chiede il giudice. Silenzio. «Chi pensa che dovrebbe almeno provarci?». Silenzio. «Ma che avete tutti oggi?». «È uno sfigato» dice uno. «Cosa è?». «Uno sfigato. Qui non c’entra niente». Il viso del giudice dell’aula 119 si contorce di rabbia. «Ma non è stato colto in fragrante e non ha forse confessato il furto? Lo state giudicando dalle apparenze e dal suo modo di parlare».


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ink / 2. El gasto de la justicia Brazil spends US$5.98 billion per year, more than any other South American nation, to run its justice system. But Argentina spends the highest percentage of gross domestic product, 1.09%, for the same purpose. The country with most judges is Uruguay, with 15.5 judges for ever y 100,000 inhabitants, while Chile has the fewest, with only 0.7. The ten continental South American countries spend a combined $10.3 billion a year on their criminal justice systems.

1. Capitale La pena di morte non è solo contr oversa, è anche estremamente costosa. Secondo il Los Ange les Times, la pena di morte nello stato della California costa ai contribuenti ben US$114 milioni l’anno in più rispe tto alle condanne a vita. La California e il fisco federale hann o sborsato $250 milioni per ognuna delle undici esecuzion i avvenute nello stato. Il Palm Beach Post calcola che la Florid a risparmierebbe $51 milioni l’anno condannando gli omic idi all’er gastolo senza condizionale né attenuanti generiche .

posting bail

2. El gasto de la justicia Il Brasile spende US$5,98 miliardi l’anno per gestire il proprio sistema giudiziario, più di qualunque altro paese del Sud America. L’Argentina, invece, spende la più alta percentuale del PIL, l’1,09%. Lo stato che vanta il maggior numero di giudici è l’Uruguay, 15,5 ogni 100.000 abitanti, mentre il Cile si aggiudica il primato del minor numero di toghe, con un misero 0,7. I dieci paesi continentali del Sud America spendono complessivamente $10,3 miliardi l’anno per il sistema penale.

3. So close and yet so far The American justice system costs proportionally almost twice as much as that of neighboring Canada. In 2003 (the latest data available), the US Federal Bureau of Justice reported expenses that work out to an average expense per citizen of US$612. During the same period, The cost of Canada’s justice system averaged $376 per person. http://www40.statcan.ca http ://w ww.o jp.u sdoj . gov/bjs/

3. Così vicini eppure così lontani Il sistema giudiziario americano costa in proporzione quasi il doppio rispetto al vicino Canada. Nel 2003 (ultimi dati aggiornati), il Federal Bureau of Justice calcolava una spesa media pro capite di US$612. Nello stesso periodo, in Canada le spese per la giustizia si limitavano a $376 a persona. http://www40.statcan.ca http ://w ww.o jp.u sdoj . gov/bjs/

Yves Zenou / professor of econ omics, Stockholm University

una cauzione

Silenzio. Si accende la discussione e, dopo un lungo dibattito, il verdetto è che lo sfigato, nonostante il maglione in cui nuotava, deve pagare per le sue malefatte. Il ragazzo viene condannato a due giorni di formazione per diventare giurato, a prestare servizio in una giuria per otto fine-settimana e a redigere un tema di due pagine dal titolo «Pensa prima di agire», oltre a dover seguire un programma di recupero per taccheggiatori e presentare pubblicamente le scuse alla madre, seduta stante. L’aula viene fatta tacere. Il ragazzo lancia uno sguardo alla madre, la abbraccia impacciato e borbotta qualcosa. Un paio di ragazze della giuria mormorano «Ohoh» mentre i ragazzi scrollano il capo. L’ironia più crudele è proprio la ricompensa che otterrà grazie a questa pena. Il tribunale minorile di Time Dollar paga a ogni giurato dei dollari-tempo per ogni ora di servizio prestato e i soldi raccolti, alla fine, permetteranno al ragazzo di comprarsi un computer. Certo che prima di riuscirci, il nostro sfigatissimo ladruncolo avrà già archiviato da tempo i suoi furtarelli di video-giochi.

/ inchiostro

5. Cheap justice What is the world’s least expensive justice system? San Marino’s is the winner. As of 2005 the jail in the tiny republic that is surrounded by Italy held just one prisoner (a foreigner), but it has a total capa city of 12. Second on the list is Naur u with three convicts, and third is Tuvalu with five. But Tuvalu’s jail is equipped to host up to 55 prisoners should there be any sudden esca lation in crime. http://www.kcl.ac.uk/depsta/rel/ icps/home.html 5. Giustizia da quattro soldi Qual è il sistema giudiziario meno caro al mondo? San Marino! È dal 2005 che il carcere di questa minuscola repubblica ospita un unico detenuto (uno straniero), in uno spazio che potrebbe accoglierne dodici. Secondo in classifica è Naur u con soli tre carcerati, ment re Tuvalu, con cinque, si piazza al terzo posto. La prigione di Tuvalu però è pronta ad accogliere ben 55 detenuti qualo ra si registrasse un’improvvisa impennata della criminalità . http://www.kcl.ac.uk/depsta/rel/ icps/home.html

The cost of crime is huge and there are of course very different costs. The direct costs are the costs of building prisons or paying for police, costs involved in preventing crime and all the casualties that crime engenders . There are also many indirect costs of crime. People finan ce many of the costs of crime themselves when they set up alarms or gated communities. The state of the economy affec ts the crime rate. When you have a recession, high unemploym ent and slow growth, then you have much more crime, but the causality is not exactly clear. What we as economists believe is that economic opportunity does impact on criminal behavior. People do commit crime based on cost-benefit analy sis. The benefits for a criminal are the proceeds from crime . The cost is that you can be jailed. Good wages or the chan ce to have other opportunities make people less likely to commit crime. When the economy is booming, fewer people have incentives to commit crimes. Unfortunately, economics, money and labor market opportunities do not explain every thing. If cost-benefit was all that mattered, you could just punis h more. You don’t usually decide to commit a crime by yours elf. If you see a lot of criminals around you and they’re not caug ht, then your perception is that the cost of committing a crime is low. There’s interdependence, and social norms are very important. Most crimes are social and involve people intera cting with each other. Because of that, punishing people can be very inefficient.

4. The cost of corruption Corruption hinders economic grow th, increases inflation and distorts business competition. On the corruption index (CPI) worked out by Transparency Inter national, Haiti, Guinea, Iraq and Myanmar have the lowest score, that is, the highest level of corruption. The cost of bribery to Kenya’s citizens is US$1 billion each year, yet more than half of them live on less than $2 per day. www.transparency.org

4. Il costo della corruzione La corruzione è un ostacolo alla crescita economica, alimenta l’inflazione ed è un fattore di distorsione della conc orrenza. Secondo l’indice di corruzione (CPI) elaborato da Transparency International, Haiti, la Guinea, l’Iraq e Myanmar ripor tano il punteggio più basso, che corrisponde ai massimi livelli di corruzione. Le tangenti costano ogni anno ben US$1 miliardo ai cittadini kenioti, anche se più della metà della popolazione vive con meno di $2 al giorno. www.transparency.org Yves Zenou / professore di economia presso l’Università di Stoccolma

I costi della criminalità sono enor mi e, ovviamente, di natura molto diversa. Ci sono i costi diretti, per costr uire le infrastrutture carcerarie e pagare le forze di polizia, i costi della prevenzione e quelli legati ai danni fisici e materiali causati dagli atti criminosi. Ci sono anche una serie di costi indiretti. In gran parte assorbiti dai comuni cittadini per l’acquisto di sistemi d’allarme o la creazione di complessi residenziali blindati. Lo stato dell’e conomia incide sul tasso di criminalità. Nei periodi di reces sione, alta disoccupazione e rallentamento della crescita, c’è un’esplosione della delinquenza. Ma non è perfettam ente chiaro il rapporto di causa ed effetto. Ciò di cui siam o convinti noi economisti è che le opportunità economic he influenzino, di fatto, i comportamenti criminali. La gente in realtà commette un reato basandosi su un’analisi costi -benefici. I benefici di un delinquente sono i guadagni deriv anti dall’atto delittuoso. I costi, il rischio di finire in carcere. Un buon livello dei salari o la possibilità di avere altre oppo rtunità riducono le probabilità di commettere un reato . Quando l’economia tira, meno persone sono portate a comp iere un gesto criminale. Sfortunatamente, l’economia, il dena ro e le opportunità sul mercato del lavoro non spiegano tutto. Se tutto dipendesse da quest’ottica di costi e benefici, basterebbe punire di più. Ma, di solito, non si decide da soli di commettere un reato. Quando si è circondati da un gran numero di delinquenti impuniti, si ha la percezione che un atto criminoso abbia costi ridotti. C’è una grande interdipen denza e le convenzioni sociali svolgono un ruolo important issimo. La maggior parte dei reati ha dimensione sociale e presuppone l’interazione di un gruppo di persone. Proprio per questo il sistema punitivo può rivelarsi molto inefficace .

The characters and places depicte Any similarity to a real-life contex d in these drawings are imagined. / I personaggi e i luoghi raffigurati in questi disegni t or situation is coincidental sono immaginari. / Qualunque somiglianza con situazioni o storie della vita reale è una pura coincidenza

COLORS 73 \ MONEY \ INK

1. The capital in punishment The death penalty is not only contr oversial, it is also extremely expensive. According to the Los Angeles Times, maintaining the state’s death pena lty system costs taxpayers over US$114 million a year more than life sentences. Including trial costs, California and federal taxpayers have paid about $250 million for each of the state's eleven executions. The Palm Beach Post estim ated that Florida would save $51 million a year by sentencin g murderers to life in prison without parole.


un prestito

sweat / a loan

/ sudore

«Nella vita reale le persone non sono mai figure univoche, sono personaggi coloratissimi e pieni di sfaccettature»

“Everyday human beings are not one-dimensional entities, they are excitingly multi-dimensional and indeed very colorful”

sweat /

MUHAMMAD YUNUS* Many of the problems in the world remain unresolved because we continue to interpret capitalism too narrowly. In this narrow interpretation we create a one-dimensional human being to play the role of entrepreneur. We insulate him from other dimensions of life, such as religious, emotional, political dimensions.

Molti dei problemi di questo mondo restano irrisolti perché continuiamo ad avere un’interpretazione troppo limitata del capitalismo, attribuendo al ruolo dell’imprenditore un modello univoco di essere umano, avulso da altre dimensioni, come la sfera religiosa, affettiva o politica. Questo personaggio sembra essere votato a un’unica missione nella sua vita imprenditoriale: massimizzare gli utili.


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Borogaon village, Bangladesh. Women count their cash before they pay their loan instalments at the local BRAC cash collection center. The Bangladesh Rural Action Committee is a nongovernmental organization that makes loans to women /

Mohammad Moina Mia in the streets with his microphone, bought with the money he has borrowed from the Grameen Bank. He provides awareness campaign services to non-governmental organizations / / Villaggio di Borogaon, Bangladesh. Le donne contano i soldi prima di versare le rate del mutuo al centro di riscossione locale del BRAC. Il Bangladesh Rural Action Committee è un’organizzazione non governativa specializzata nel credito alle donne nelle zone rurali

/ Mohammad Moina Mia per strada con il suo microfono, acquistato con il denaro preso in prestito da Grameen Bank. Offre i suoi servizi come animatore di campagne di sensibilizzazione per conto delle ONG

He is dedicated to one mission in his business life – to maximize profit. He is supported by masses of one-dimensional human beings who back him up with their investment money to achieve the same mission. The game of free market works out beautifully with one-dimensional investors and entrepreneurs. We have remained so mesmerized by the success of the free market that we never dared to express any doubt about it. We worked extra hard to transform ourselves, as closely as possible, into the one-dimensional human beings as conceptualized in theory to allow smooth functioning of the free market mechanism. Economic theory postulates that you are contributing to the society and the world in the best possible manner if you just concentrate on squeezing out the maximum for yourself. When you get your maximum, everybody else will get their maximum. As we devotedly follow this policy sometimes doubts appear in our mind whether we are doing the right thing. Things don’t look so good around us. We quickly brush off our doubts by saying all these bad things happen because of ‘market failures’; well-functioning markets cannot produce unpleasant results. I think things are going wrong not because of ‘market failure’. It is much deeper than that. Let us be brave and admit that it is because of ‘conceptualization failure’. More specifically, it is the failure to capture the essence of a human being in our theory. Everyday human beings are not one-dimensional entities, they are excitingly multi-dimensional and indeed very colorful. Their emotions, beliefs, priorities, behavior patterns can be more aptly described by drawing an analogy with the basic colors and the millions of colors and shades they produce. * Winner of the 2006 Nobel peace prize. Excerpts from the paper “Social Business Entrepreneurs are the Solution”, courtesy of Grameen Bank.

Nel far ciò, è sostenuto da masse di altri esseri umani, anch’essi a dimensione univoca, che offrono il loro denaro da investire con l’obiettivo di adempiere a quella stessa missione. Il gioco del libero mercato funziona meravigliosamente con questi investitori e imprenditori «a senso unico». Ipnotizzati dai successi del mercato, non abbiamo mai osato esprimere perplessità al riguardo. Abbiamo sgobbato come dannati per uniformarci a questo modello concettuale di un essere umano «univoco», così come ci era stato presentato a livello teorico, e consentire il regolare funzionamento dei meccanismi del libero mercato. Secondo i postulati di questa teoria economica, il modo migliore per contribuire alla società e al mondo consisterebbe semplicemente nell’impegnarsi a spremere il massimo da se stessi. Una volta ottenuto il massimo, anche gli altri faranno altrettanto. Mentre seguiamo religiosamente questa politica, può farsi strada il dubbio circa la fondatezza del nostro agire. Del resto, intorno a noi le cose non vanno un granché. Ma ci scrolliamo rapidamente i dubbi di dosso, di fronte a tante aberrazioni, dicendo che si tratta soltanto di sporadici episodi di «fallimento del mercato» e che i mercati a pieno regime non possono produrre risultati così negativi. Non penso che le cose vadano male a causa di un «fallimento del mercato». È qualcosa di molto più profondo. Dobbiamo avere il coraggio di ammettere, una volta per tutte, che si tratta di un «fallimento concettuale». O meglio, la nostra teoria è fallita perché è stata incapace di cogliere la vera essenza dell’essere umano. Nella vita reale le persone non sono mai figure univoche, sono personaggi coloratissimi e pieni di sfaccettature. E non c’è modo migliore per descrivere questo universo di emozioni, convinzioni, priorità e modelli comportamentali che tracciare un parallelo fra i colori fondamentali e i milioni di toni e sfumature che possono nascere dalle loro infinite combinazioni. * Vincitore del Premio Nobel per la pace 2006. Estratti dal quaderno «Social Business Entrepreneurs are the Solution» (L’imprenditoria sociale è la soluzione). Per gentile concessione di Grameen Bank.


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Gopalpur village, Bangladesh. Johara Khatun in the tea shop which was established with a loan from the non-governmental organization ASHA and which she runs with her husband / Kusum Khatun spinning thread for the small jamadani sari business she has set up in Tangail with Grameen money. Grameen Bank (‘Bank of the Villages’), is a microfinance and community development bank founded by Nobel Peace Prize winner Muhammad Yunus /

/ Villaggio di Gopalpur, Bangladesh. Johara Khatun nella sala da tè che ha aperto grazie a un prestito dell’organizzazione non governativa ASHA e che gestisce con il marito / Kusum Khatun sta filando per la sua piccola azienda di sari jamadani che ha creato a Tangail, grazie ai soldi della Grameen. La Grameen Bank (la Banca dei Villaggi) è una banca specializzata in microcredito e sviluppo locale fondata dal premio Nobel per la pace Muhammad Yunus

Ajoy Chakraborty studies outside his house as his sister looks on in Gorma village, Bangladesh. Chakraborty’s mother, Pushpa Rani, took out a loan to invest in Ajoy’s studies and in a tailor shop for her other son, Sanjai / Pushpa Rani, with her son Sanjai Chakraborty and an employee, at work in their tailor shop they set up thanks to a loan from BRAC near the village of Gorma, Bangladesh /

/ Ajoy Chakraborty studia fuori casa mentre la sorella lo sta a guardare, nel villaggio di Gorma, in Bangladesh. La madre di Chakraborty, Pushpa Rani, ha contratto un prestito per far studiare Ajoy e aprire una bottega di sartoria per l’altro figlio, Sanjai / Pushpa Rani, con il figlio Sanjai Chakraborty e un altro dipendente, cuciono nella loro sartoria creata grazie al prestito del BRAC, vicino al villaggio di Gorma, in Bangladesh


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“We have remained so mesmerized by the success of the free market that we never dared to express any doubt about it”

1. The world is split in two... those who have access to credit and those who do not. In 2001, the World Bank estimated that 2.7 billion people were living on less than US$2 a day. Geographically, lack of access to credit is almost universal. The Washington DC-based Brookings Institute estimates that 30 to 54 million Americans cannot access mainstream credit. The number could easily increase to 130 million, considering those who lack prime credit ratings. http://web.worldbank.org/poverty, www.brookings.edu

1. Il mondo è spaccato in due… fra chi ha diritto a un prestito e chi non riceverà mai un soldo. Nel 2001 la Banca Mondiale aveva calcolato che 2,7 miliardi di persone vivevano con meno di US$2 al giorno. La difficoltà di ottenere un mutuo è un fenomeno quasi universale, che non conosce frontiere. Secondo il Brookings Institute di Washington DC, fra i 30 e i 54 milioni di cittadini statunitensi non possono usufruire delle tradizionali forme di credito. Una cifra che potrebbe facilmente salire a 130 milioni, se si considera il fenomeno dei subprime. http://web.worldbank.org/poverty, www.brookings.edu

«Ipnotizzati dai successi del mercato, non abbiamo mai osato esprimere perplessità al riguardo»

2. 81% The average interest rate on loans in Mexico is 81%, and Mexican borrowers are prey for lenders. The Aranas were forced to sell their house to pay for their furniture after they took out a perfectly legal 90% interest rate loan. Find out more about the Aranas and how to buy a fridge for your new home and lose both to pay back your multinational bank at www.businessweek.com

3. Micro-EU In November 2007 the European Commission unveiled its plans to encourage microfinance with a €10-15 million (US$ 14.4-21.6 million) fund for "the loan activities of non-bank microcredit financial institutions." The EU estimated “that there was €6.1 billion (US$ 8.8 billion) of pent-up demand in Europe for microcredit, with such loans typically averaging €7,700 (US$ 11,100) in the European Union.” www.eubusiness.com

2. 81% Con un tasso d’interesse medio dell’81%, chiedere un prestito in Messico significa ritrovarsi con l’acqua alla gola. Come la famiglia Arana, costretta a vendere la sua casa per pagare i mobili dopo aver contratto un prestito perfettamente legale con il 90% d’interessi. Su www.businessweek.com potrai leggere la storia degli Arana e scoprire come sia possibile comprare un frigo per la tua nuova casa e perdere entrambi per restituire gli interessi a una banca multinazionale.

3. Micro-UE Nel novembre del 2007 la Commissione europea ha lanciato un progetto a favore della microfinanza creando un fondo di €10-15 milioni di euro per «attività creditizie da parte di istituzioni finanziare non bancarie specializzate nel microcredito». La UE calcola che «la domanda inevasa di microcrediti in Europa si è accumulata raggiungendo i €6,1 miliardi, con una media di €7.700 a prestito in seno all’Unione europea». www.eubusiness.com

4. Call it the bandwagon effect Before Muhammad Yunus was given the Nobel PeacePrize, microcredit was considered a marginal and unprofitable phenomenon. Two years later microcredit’s minimal default rate (average 2%) and high profits are attracting the biggest banks on the planet. ABN Ambro, Citigroup, Morgan Stanley and HSBC have each entered the competition for an estimated US$300 billion market. JPMorgan has even opened a new Social Sector Finance division. http://www.jpmorgan.com/pages/jpmorgan/news

4. Tutti sul carro del vincitore! Prima che Muhammad Yunus ricevesse il Premio Nobel per la pace, il microcredito veniva considerato un fenomeno marginale e poco lucrativo. Due anni dopo, grazie a tassi d’insolvibilità estremamente ridotti (in media il 2%) e all’alta redditività, il microcredito sta facendo proseliti anche fra le maggiori banche del pianeta. ABN Ambro, Citigroup, Morgan Stanley e HSBC si sono lanciate nella mischia per spartirsi un mercato stimato a US$300 miliardi. JPMorgan ha anche aperto una nuova divisione battezzata Finanze nel settore sociale. http://www.jpmorgan.com/pages/jpmorgan/news

Victor Stango / associate professor of economics at Dartmouth College and formerly a senior economist at the Federal Reserve Bank in Chicago and New York.

There are many unbanked people out there without basic financial services. They get high interest loans and pay day lenders. People involved with banking industry startups see this as a big growth area... But you need consumers to buy into the banking system. For that to happen you need the government to commit to a competitive banking system. If it’s not [competitive] then people will get exploited and won’t trust the banks. Andrew Robb / founder of Fund Their Future, a UK charity supporting the work of microfinance organizations, and a member of the Steering Committee of the UK Microfinance Club.

There’s a strong argument that aid has done a lot of damage to Africa by creating dependency and corruption. One of the strengths of microfinance is it has tended to avoid those problems – money goes directly to the person in small amounts and doesn’t create dependency because it’s not aid... But a problem with microfinance is that it is based on debt and not savings. Tradition teaches us to save first and then borrow, but microfinance flips that on its head, and interest rates are really high. Victor Stango / professore associato di economia al Dartmouth College ed ex economista emerito presso la Federal Reserve Bank di Chicago e New York.

Molta gente non possiede neanche un conto in banca e non può usufruire dei più elementari servizi finanziari. Per avere un prestito, devono pagare interessi esorbitanti, alla giornata. I promotori di nuove attività creditizie sono convinti che si tratti di un settore in crescita per il futuro... Ma bisogna pur sempre convincere queste persone a rivolgersi al sistema bancario. E, per riuscirci, lo stato deve garantire una maggiore concorrenza. Altrimenti, la gente si sentirà presa per il collo e non avrà più fiducia nelle banche. Andrew Robb / fondatore di Fund Their Future, associazione di beneficenza britannica che sostiene gli istituti di microcredito, e membro del comitato direttivo del Microfinance Club, nel Regno Unito.

5. Choose your borrower Save the world and make money at it. eBay, the well-known online auction site, has created its own online microcredit branch. Similar to Kiva. org – the first person-to-person microlending website – MicroPlace.com allows people to choose a project to finance directly. What is new about MicroPlace is that lenders not only choose the prospective borrower by looking at his or her face and project, but they can also invest in microcredit by purchasing securities on which they can make a profit. www.microplace.com, www.kiva.org

C’è un acceso dibattito in corso sugli effetti disastrosi della politica di aiuti in Africa, che ha creato dipendenza e corruzione. Uno dei punti forti della microfinanza è proprio la possibilità di evitare questi problemi: piccole somme di denaro che finiscono subito in mano al diretto interessato, senza creare dipendenza, perché non sono aiuti... Il problema con la microfinanza, però, è che si basa sull’indebitamento e non sul risparmio. L’esperienza insegna che è meglio risparmiare prima e chiedere un prestito dopo, ma la microfinanza sembra ignorarlo, e i tassi d’interesse sono altissimi.

5. Fai un prestito personalizzato Salvi il pianeta e in più ci guadagni: eBay, il famosissimo sito di aste online, ha creato la sua filiale di microcredito su Internet. MicroPlace. com somiglia a Kiva.org – il primo sito web a offrire un sistema di mi-

croprestiti su base interpersonale – e ti permette di scegliere direttamente il progetto da finanziare. La novità di MicroPlace è che i finanziatori non solo possono scegliere il beneficiario guardandolo in faccia o in base al progetto, ma possono anche investire in microcrediti con l’acquisto di titoli remunerativi. www.microplace.com, www.kiva.org

sweat / a loan

un prestito

/ sudore


108 108 \\ 109 108 COLORS COLORS 73 73 \ MONEY \ MONEY \ RELIGION \ BLOOD

religion /

Ekeko

Mammon

A small mustached man wearing a poncho and carrying a lot of bags, he’s a Peruvian fortune bearer. Get a little statue of him, offer him some bills and light him a cigarette and you’ll have prosperity guaranteed to last at least through the next few editions of this magazine. Quest’ometto baffuto pieno di buste e bardato in un poncho è un portafortuna in Perù. Basta prendere una sua statuetta, offrirgli qualche banconota e accendergli una sigaretta, per assicurarsi prosperità almeno per qualche altro numero di questa rivista.

Featured mainly in the Christian Bible, this is the personification of immoral wealth and extreme, insatiable greed. Portrayed as either a wolf, fallen angel or demon, he’s surely the best one to contact if you need money immediately and at any cost. Questo personaggio, che limita le sue apparizioni essenzialmente alla Bibbia, incarna la ricchezza immorale e la cupidigia più insaziabile ed estrema. Ritratto alternativamente come lupo, angelo caduto o demone, è il contatto più indicato qualora avessi un bisogno immediato di denaro, a tutti i costi.

Vasudhara

Hades

Bishamonten

The Buddhist goddess of abundance and spouse of Kuvera, god of wealth. She’s got six arms, holding among other things a treasure vase and precious jewels. She’s without question the best option for those of our readers living in Nepal. Ecco la dea buddista dell’abbondanza e la sposa di Kuvera, il dio della ricchezza. Ha sei braccia e, fra le varie cose che tiene in mano, un vaso di tesori e dei gioielli preziosi. Indubbiamente è l’opzione migliore per i nostri lettori che vivono in Nepal.

Living among the dead in the underworld, this Greek god protects the precious metals that lie deep within the earth. If you’re not disgusted by the smell of corpses, hop down there and ask him for a valuable mineral of your choice. Vivendo in mezzo ai morti, negli inferi, questo dio greco protegge i metalli preziosi nascosti nelle viscere della terra. Se non ti disgusta l’odore dei cadaveri, fai un salto giù da lui per chiedergli un minerale prezioso di tua scelta.

The Japanese god of war and warriors has a pagoda packed with treasures shared only with ‘the worthy’. Is that you? Il dio giapponese della guerra e dei guerrieri ha una pagoda piena zeppa di tesori da condividere solo con «i più meritevoli». Ne fai parte anche tu?

/ religione

Lakshmi

Daikoku

Mami Wata

This Indian goddess has four arms and she uses them to dispense wealth, fortune, love, beauty, the lotus flower and fertility to those deemed clean... Might be advisable to tidy up the house and worship her. Questa dea indiana ha quattro braccia che usa per dispensare ricchezza, fortuna, amore, bellezza, il fior di loto e la fertilità a coloro che reputa puri e puliti… Forse ti conviene ripulire bene casa e cominciare a pregare.

A rather portly fellow honored in Japan as the god of wealth. He carries a lucky mallet, a kind of horn that spits out coins whenever he shakes it. Try to be there for the shakedown. Questo tipo paffutello viene onorato in Giappone come il dio della ricchezza. Porta con sé una mazzuola della fortuna, cioè una specie di cornucopia che quando viene agitata sputa monete. Cerca di non mancareil prossimo giro.

This goddess from West Africa may sneak into your bed, have sex with you and then offer you a future of success and material wealth in exchange for absolute sexual faithfulness. Is it worth it? Questa dea originaria dell’Africa occidentale potrebbe infilarsi nel tuo letto, fare l’amore con te e poi offrirti un futuro di successi e ricchezza materiale in cambio di un’assoluta fedeltà fisica. Pensi che ne valga la pena?

Cai-Shen

Easily identified, the Chinese god of prosperity wears a thick mustache and rides a black tiger. He’s an expert in diamonds and pearls. Hang an image of him on the wall and he’ll revitalize your bank account. Facilmente identificabile, il dio cinese della prosperità sfoggia un bel paio di baffoni e cavalca una tigre nera. È un esperto di perle e diamanti. Appendi una sua immagine al muro e rivitalizzerà il tuo conto in banca.

Dzambhala

His skin is golden: enough said. Short and stout, he’s the Tibetan god of prosperity, a Buddha of both material and spiritual wealth. Having everything, he doesn’t get on well with greedy people. Ha la pelle dorata… e questo dice tutto. Piccolo e ben piantato, è il dio tibetano della prosperità, una sorta di Buddha della ricchezza sia materiale che spirituale. Avendo tutto, non sopporta la cupidigia.


110 \ 111

Who we are

Where we’re from

Editorial Director Enrico Bossan, Venice

Creative Director Erik Ravelo (Kiré), Havana

COLORS 73 \ MONEY \ CREDITS

Executive Editor Fabio Amato, Parma

Photographers Chen Jiaojiao, Beijing Elizabeth Hingley, Birmingham Peng Yangjun, Changsha Erik Ravelo, (Kirè), Havana Rafael Salvatore, Lavello Kitra Cahana, Miami Beach Reed Young, Minneapolis CIA DE FOTO, São Paulo Newsha Tavakolian, Teheran Jennifer Osborne, Vancouver

Colors 73 Art Directors Erik Ravelo (Kiré), Havana Marcello Piccinini, Recanati

Associate Art Director Diego Beyró, Buenos Aires

Editor Benjamin Joffe-Walt, Philadelphia

Managing Editor Erica Fusaro, Venice

Intern Associate Editors Cosimo Bizzarri, Reggio Emilia Elena Favaretto, Treviso Giuliano Di Caro, Turin Maureen Farrell, NYC

Writers Chen Jiaojiao, Beijing Barbara Soalheiro, Belo Horizonte Peng Yangjun, Changsha Matt Prins, Edmonton Karol De Rueda, Guadalajara Clara Corrientes, Havana Kitra Cahana, Miami Beach Fabio Amato, Parma

Translation English Translation*: Benjamin Joffe-Walt, Josef Falinski, Tel Aviv Philadelphia French Translation & Edit: Guillermo Rivero, Puebla Cosimo Bizzarri, Reggio Emilia Joseph Denize, Paris Italian Translation & Edit*: Giuliano Di Caro, Turin Giovanna Gatteschi, Rome Chief Copy Editor *All the pieces originally Barbara Walsh, Rome written in English, except

Editorial Offices Colors Magazine, Fabrica, Via Ferrarezza, 31020 Catena di Villorba (Tv) Italy Tel.+39 0422 516315 fax +39 0422 516297 colors@colors.it Luogo di pubblicazione: Catena di Villorba (Tv) Italy

Editore: FABRICA spa, Villa Minelli, 31050 Ponzano (Tv) Proprietario: Benetton Group spa, Villa Minelli, 31050 Ponzano (TV), Italy Direttore Responsabile: Enrico Bossan

Reg. presso il Tribunale di Treviso (n.980 del 20/12/1995 del Registro della Stampa) N° iscrizione R.O.C.: 387 Issn numbers: 1121-8398 (French) 1121-824 (Italian) 1121-8371 (Spanish)

Thanks to: ABC Café, Fernando Acquarone, Alternatives Federal Credit Union – Ithaca, Autumn Leaves Bookstore, Bar Piero & Mauro Venezia, Diego Bazzino, Elvin Bonga, Natasha Bonga,

Chief Viraleo Boborenvanua, Chief John Brown, Ritchie Bule, Silas Buli, Stephen Burke, Natale Cardone, Carol Chernikoff, Stefan Cosma, Isotta Dardilli, Mike Depasquale, Dickinson Tevi, El

Carrito, Paolo Gasparini, Paul Glover, Andrious Gorguees, Adib Haque, Lamiya Morshed @ Grameen Bank, Liselle Yorke @ Grameen Foundation Usa, AKazumi Hirono, David Hogsholt, everyone

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Colors 73: Money Pubblicazione di Febbraio, Marzo, Aprile 2008

Graphic Design Marcello Piccinini, Recanati Silvia Migliaccio, Padua

Spanish Translation & Edit*: Clara Cabarrocas Piquer, Barcelona Copy Edit: Fernando Linares Díaz, Madrid for intro and oil, originally in Italian and Spanish

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Photo Editors Mauro Bedoni, Padua Annalaura Palma, Rome

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