Artigiani di Vita

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m e t o d o l o g i a

p e d a g o g i a

d e i

g e n i t o r i

Il segreto del divenire persona

nelle narrazioni raccolte secondo

la “Metodologia Pedagogia dei genitori” le trasforma in formazione per tutti

coloro che si occupano di rapporti umani. Il libro si rivolge a tutti i cittadini, perché dà cittadinanza all’educazione, a ognuno

di noi che è figlio o anche padre o madre, perché parla di genitorialità,

ma è anche dedicato a tutti gli esperti: medici,

insegnanti, educatori, giudici, assistenti sociali, ecc.

ISBN 978-88-8102-204-5

9 788881 022045 >

€ 10,00 impaginazione copertina_CS5.indd 1

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Nelle narrazioni le competenze e le conoscenze dei genitori A cura di:

Silvana Coniglio, Vilma Fraire, Augusta Moletto, Graziano Pellegrino, Riziero Zucchi



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A tutti i figli e ai loro genitori


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Le narrazioni sono state raccolte all’interno dei Gruppi di narrazione attivati dal Consorzio “Monviso Solidale” e condotti secondo la Metodologia Pedagogia dei Genitori nelle scuole della città di Fossano (Cuneo). Si ringraziano le Dirigenti Scolastiche Patrizia Dalmasso e Maria Rosita Isoardi per aver sostenuto il progetto “Pedagogia dei Genitori”, tutte le insegnanti e i genitori coinvolti. In particolare per l’entusiasmo con il quale hanno accompagnato i Gruppi di narrazione si ringraziano le insegnanti Simonetta Bogliotti, Eleonora Coda e Stefania Chiapello.

I curatori vogliono sottolineare che hanno volutamente lasciate inalterate le narrazioni dei genitori nella ricerca della maggiore autenticità.

Artigiani di vita Metodologia Pedagogia dei Genitori A cura di: Silvana Coniglio, Vilma Fraire, Augusta Moletto, Graziano Pellegrino, Riziero Zucchi Illustrazioni: Sabrina Somale, Morena Camilla, Serena Bosca, Maria Ascoli. Realizzazione: – Fossano (CN) Editrice Esperienze Via San Michele n° 81 - 12045 Fossano (CN) Tel.: +39 0172646321 - Fax.: +39 0172698956 editriceesperienze@tiscalinet.it Stampa: AGAM Srl Via R. Gandolfo, 8 - Madonna dell’Olmo - 1210 Cuneo © Editrice Esperienze Prima edizione: 2011 - ISBN: 978-88-8102-204-5 Tutti i diritti sono riservati, in Italia e all’estero, per tutti i Paesi. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta, memorizzata o trasmessa con qualsiasi mezzo e in qualsiasi forma (fotomeccanica, fotocopia, elettronica, chimica, su disco o altro, compresi cinema, radio, televisione) senza autorizzazione scritta da parte dell’Editore. In ogni caso di riproduzione abusiva si procederà d’ufficio a norma di legge.


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Sommario

Dare risposte a domande profonde

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Mi hanno parlato di un’esperienza interessante

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Genitori e artigiani: la metafora che dà forma al libro

17

Capitolo I - Il telaio La Metodologia Pedagogia dei Genitori

23

La genitorialità racconta

28

Sei piccolina, ma il tuo carattere si fa già sentire

29

L’istrionico Paolo, artista coccolone

31

Quando un gesto vale più di tante parole

33

A contatto coi propri vissuti per aprire nuove strade

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Il tempo va troppo veloce

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Io e papà abbiamo vissuto in apnea quei giorni

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Ho rivestito i panni della mamma

41

I cambiamenti di mia figlia

43

Qualcuno aveva in custodia il mio ‘star bene’

46

Sono fiera dei miei genitori

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Così vi abbiamo cresciuti, stando affettuosamente vicini

50

Siamo tutti a mani nude ad affrontare la vita

55

Mirella, piccola grande donna

57

Io non cambierei nulla di te

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Artigiani di vita

Capitolo II - Il filo La Narrazione

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La genitorialità racconta

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Da figlia a mamma

71

Ogni giorno che passa è un’avventura in vostra compagnia

73

Il primo pensiero che ho avuto alla nascita dei miei figli

74

Io e papà eravamo al settimo cielo

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Due guanciotte morbidose, due occhi scuri e luminosi

79

Mi rincuoro quando vedo la tua felicità

81

È venuto proprio bene

86

Tu mi hai insegnato a diventare mamma

87

Ho capito che la mia vita sarebbe cambiata

88

Vive la vita con continuo interesse e entusiasmo

91

Il ‘bene’ come eredità

93

Genitori nel secondo millennio, non proprio una passeggiata

94

Un modello di bambina

97

Una vita difficile

100

Capitolo III - L’ordito La Coscientizzazione

107

La genitorialità racconta

114

Mettere in fila i pensieri, i valori

115

La sera è il momento migliore per le coccole

118

Uno stratagemma diabolico

119

Il ruolo della mamma e del papà

121

Curioso, forte e istintivo

123

Non abbiamo mai chiesto la luna

126

Sono stata la figlia ‘giusta’ per loro

132

Tanto amore e... una situazione difficile

134

Un rapporto cresciuto con fiducia

138

L’ansia dei genitori e la sicurezza del figlio

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Lo stretto legame madre-figlia

141

Il mestiere di genitore / insegnante

143

Il ruolo della mamma

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Indice

Capitolo IV - La trama Il Gruppo di narrazione

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La genitorialità racconta

158

Vi racconto di una pietra preziosa

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In questo siamo stati in gamba

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Le regole, le faccine e tanta generosità

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Siamo cresciuti con te

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Il grande, il medio e il cucciolo, tanta fatica, ma anche tanta gioia

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Come la sofferenza rafforza un rapporto

173

I figli cadono dal cuore

175

I ricordi che hai dentro non farli morire

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La cosa migliore che mi è capitata nella vita

178

Vuole riuscire nelle cose che fa

181

La fretta di diventare grande

184

La figlia più piccola, che peperino

185

Quando sarai grande

187

“Ho sconfitto il mostro”

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Immaginare il tuo domani

191

La voglia di averti con noi è stata grande

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Capitolo V - Il tessuto La Cittadinanza attiva

197

La genitorialità racconta

202

Vorrei insegnarti...

203

Le regole e il loro rispetto: da dovere a abitudine

206

La bellezza sta nelle piccole cose

209

I miei genitori mi hanno insegnato

211

“Tutta suo papà”

213

Sarete adulti migliori di noi

215

Il lutto, la crescita precoce e la rinascita

217

Vi immagino spesso giovani adulti

218

Bellissimo ripensare alla mia vita!

221

Tante cose vorrei insegnarvi, ma alcune devo ancora capirle io

228

Un’alleanza che ha dato frutti

229

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Dare risposte a domande profonde

Ivana Borsotto Presidente Consorzio “Monviso Solidale”

I valori fondamentali della società - l’attenzione, la fiducia, il rispetto, la responsabilità, i diritti e i doveri - si trasmettono con un sorriso, con un abbraccio, con ansie e timori, con esempi e speranze. Questa pedagogia, che intreccia storie personali in uno scambio prezioso di aiuto e generosità, è rappresentata al meglio nelle pagine bellissime e toccanti di questa pubblicazione: le lettere, le riflessioni, i racconti, gli aneddoti e i pensieri ne tracciano un vivace e quotidiano ritratto che ci emoziona e ci insegna a misurarci con le gioie e i dolori di questi giorni incerti. Per questo, è un piacere e un dovere ringraziare chi ha scritto e chi ha curato questi testi ed esprimere l’orgoglio di aver potuto contribuire, seppur in minima parte al progetto. Nella speranza che “si abbia sempre uno sguardo che comprende”, che “ci si trovi sempre a dare risposte a domande profonde” e che “si possa lasciare ai figli un’Italia migliore di quella che abbiamo trovato”.

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Mi hanno parlato di un’esperienza interessante Silvana Coniglio, Simonetta Bogliotti, Stefania Chiapello, Eleonora Coda

“Mi hanno parlato di un’esperienza interessante...” “Anche a me...” “Che dici andiamo a sentire?” È così che è iniziata la nostra avventura. Tre anni fa dall’intraprendenza di una mamma che ha incuriosito alcune maestre sono nati nelle diverse scuole di Fossano quattro gruppi di narrazione. All’inizio l’idea di dover mettere per scritto le nostre esperienze di vita famigliare ci spaventava, ma una volta che abbiamo provato a farlo abbiamo capito quanto questo lavoro fosse significativo e coinvolgente perchè ci regalava un momento dedicato a noi per riflettere e renderci consapevoli e sentirsi valorizzati per il compito di educatori dei propri figli. Ci siamo subito rese conto di quanto il tema delle relazioni familiari, attorno al quale ruotavano le narrazioni nei vari gruppi, fosse pregnante e fulcro delle vite dei partecipanti: la partecipazione emotiva era alta e man mano che i racconti venivano letti aumentava la voglia di condividere qualcosa di molto importante per ognuno. Il rispetto richiesto nell’ascoltare senza esprimere giudizi e commenti ha permesso una conoscenza reciproca profonda tra 13


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Artigiani di vita

i partecipanti (insegnanti e genitori) e le creazioni di legami non superficiali ma basati sullo scambio di esperienze concrete e rilevanti. Il percorso di ogni gruppo è poi stato accompagnato da percorsi personali vissuti da molti come positivi. I genitori hanno apprezzato l’opportunità di lasciare ai figli degli scritti che li vedono protagonisti e sono curiosi di avere in futuro il loro riscontro nel leggerli. Molti hanno sentito, raccontando le cose belle e i problemi della propria relazione con i figli, di aver costruito comunque qualcosa di grande e di aver incontrato delle difficoltà simili ad altre famiglie. È nata una bella realtà che speriamo continui ad essere alimentata da altre storie di vita che si aggiungeranno a quelle pubblicate in questo libro arricchendo il nostro sapere di genitori, insegnanti o anche cittadini di una comunità. Vogliamo ringraziare tutte le persone che hanno creduto in questo progetto in particolare coloro che hanno accolto l’invito a raccontarsi ed a far riemergere emozioni alle volte anche dolorose, e anche tutte quelle che non sono ancora riuscite a raccontare quelle emozioni che ancora tengono nel cuore.

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Genitori e artigiani: la metafora che dà forma al libro Riziero Zucchi, Augusta Moletto

UN LIBRO PER TUTTI

Il libro è composto di racconti e riflessioni, di realtà e teoria. Le narrazioni dei genitori sono avvincenti, il loro valore viene rafforzato dalle considerazioni di carattere generale che le commentano, le inseriscono in un quadro scientifico. Teoria e pratica non possono esser isolate: sono complementari. Il racconto arricchisce il cuore, ma anche la ragione deve essere coinvolta, per riflettere su quello che avviene nella realtà, valorizzarla e soprattutto replicare esperienze validate scientificamente. Le narrazioni sono immagini, cartoline, rappresentazioni di un paesaggio che appartiene all’uomo, allo strumento della sua crescita, la genitorialità; per viaggiare e conoscere occorre una guida teorica che insegni a vedere, una mappa che permetta di percorrere con sicurezza il viaggio. Il libro si rivolge a tutti i cittadini, perchè dà cittadinanza all’educazione, a ognuno di noi che è figlio o anche padre o madre, perchè parla di genitorialità, ma è anche dedicato a tutti gli esperti che si occupano di rapporti umani: medici, insegnanti, educatori, giudici, assistenti sociali, ecc. Ogni narrazione ha una sua unità, propone la formazione di una persona, esprime la sua storia, una conoscenza che solo il genitore possiede. Questi racconti vengono letti d’un fia17


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Genitori e artigiani: la metafora che dà forma al libro

saria per strutturare la persona. La metafora del cantiere formativo, del laboratorio, annuncia la complessità, la possibilità di scegliere l’arcobaleno di forme che siamo tutti noi, di evidenziare come il tempo forse stinge i colori ma raddensa la trama che infeltrendo diventa più robusta e impermeabile. Il percorso si snoda impostandosi sulle fasi di elaborazione di un tessuto: dalla ideazione e costruzione del telaio, alla torcitura del filo, all’impostazione dell’ordito, all’intreccio della trama per arrivare al tessuto che si realizza in un abito. Il telaio è la Metodologia Pedagogia dei Genitori, il filo la narrazione degli itinerari educativi, l’ordito la presa di coscienza della dignità dei genitori, la trama i gruppi di narrazione, il tessuto la genitorialità collettiva che crea una società più coesa, e l’abito il patto tra agenzie educative e la famiglia che viene adattato alla comunità e le dà forma.

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Artigiani di vita

to, perchè hanno il ritmo della crescita e tutti ci possiamo riconoscere, ma sono dedicati anche a una lettura fatta nell’ambito delle scienze umane, attenta alla dignità del sapere genitoriale, pronta a coglierne le competenze per un patto educativo tra esperti e famiglia. In ambito educativo primario, le risorse genitoriali diventano più intense e profonde. La famiglia attuale, per chi la osserva con attenzione e senza pregiudizi, è situazione educativa privilegiata in cui ogni genitore riscopre la gioia di esser ‘artigiano’, di scegliere di diventarlo, prepararsi con cura, pensare a una progettazione in collegamento col proprio partner. L’ambito familiare diventa atelier di formazione in cui l’educazione del figlio assume il valore di un’opera unica. ARTIGIANATO E GENITORIALITÀ

Genitorialità come attività artigianale è il titolo del libro e questa metafora ne accompagna la struttura, proponendo l’impegno più alto dell’uomo, quello della sua riproduzione materiale e culturale. Dare alla luce, ma soprattutto formare una persona. Nessuno di noi nasce con un carattere definito, è frutto di un’elaborazione graduale, giorno dopo giorno, e la struttura del libro si sviluppa sulla metafora antica e riconoscibile della tessitura che progredisce filo dopo filo. Questa attività è legata alla relazionalità e l’uomo nella sua essenza è intreccio di rapporti umani. Aggiungere fibra dopo fibra; tessere, intrecciare rapporti, nodi di affetti, reti, relazioni, tessuto sociale, sono metafore che danno senso e evidenza al nostro essere e diventare persona. Il linguaggio introduce la metafora della tessitura nella consistenza formativa dell’uomo. La tessitura, come simbolo dell’educazione, ha il vantaggio di farci uscire dalle secche del carattere, che etimologicamente significa sigillo: viene impresso e non cambia nel tempo. Tessere introduce la prospettiva di una costruzione continua, con la possibilità di cambiare, di intervenire in corso d’opera su ciò che viene elaborato. L’uomo è plastico, è essere in divenire, appartiene alla manifattura e tutti siamo consapevoli di quanta umanità sia neces18



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Capitolo 1

Il telaio gli strumenti usati dall’artigiano facilitano il lavoro, lo esaltano,

valorizzano le capacità per elaborare i manufatti migliori. Non sono

tecnologie complesse per prodotti di serie, rispettano la creatività per realizzare materiali unici.

Il telaio dà senso all’abilità manuale che trasforma il filo in tessuto,

è la metafora della Metodologia.



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La metodologia pedagogia dei genitori

VALORIZZARE COMPETENZE E CONOSCENZE GENITORIALI

Negli Anni Novanta a Torino è stata elaborata la teoria e la pratica di un metodo in grado di valorizzare e diffondere le competenze educative della famiglia: la Metodologia Pedagogia dei Genitori. Ogni genitore conosce il proprio figlio, ne è l’esperto, possiede una conoscenza genetico evolutiva. Lo segue dalla nascita, ha fatto sogni e progetti per lui, lo affianca nella sua crescita, risponde alle sue esigenze. Disegna un progetto di vita con lui e per lui, è il primo anello di un ambito ecologico all’interno del quale il figlio si forma, cresce e sviluppa la propria personalità. La Metodologia è nata nell’ambito della critica all’impostazione positivista delle scienze umane, basata sulla misurabilità e la classificabilità dell’uomo. Il nuovo paradigma sottolinea il valore della persona e della sua individualità. La psicologia culturale proposta da Bruner e il metodo storico culturale di Vygotskij sottolineano che la formazione della persona avviene in termini evolutivi all’interno di una storia e, nel corso della crescita, la storia di questa evoluzione è patrimonio conoscitivo dei genitori. Occorre affiancare ai saperi generali, astratti e teorici quelli situati, concreti e quotidiani. 23


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Artigiani di vita

LE AZIONI DELLA METODOLOGIA

Pedagogia dei Genitori è un percorso funzionale alla valorizzazione delle conoscenze e delle competenze educative dei genitori. Propone tre azioni, la cui realizzazione permette di far emergere, utilizzare e socializzare l’enorme giacimento educativo costituito dagli itinerari di crescita promossi dalle famiglie. La prima consiste nella raccolta, pubblicazione, diffusione delle narrazioni degli itinerari educativi dei genitori, la seconda nella formazione degli esperti che si occupano di rapporti umani (insegnanti, educatori, medici, infermieri, giudici, assistenti sociali, ecc.) tramite il racconto dei percorsi formativi delle famiglie, inseriti in un quadro epistemologicamente corretto e la terza nell’analisi e nello studio delle narrazioni genitoriali e nella diffusione della Metodologia. VALORI FORMATIVI IN ATTO

La narrazione degli itinerari educativi permette ai genitori di acquisire consapevolezza della loro funzione. Dalle narrazioni emergono valori legati alla loro genitorialità, alla loro funzione di mediatori di crescita. Non propongono indicazioni generali, raccomandazioni astratte, espongono la loro azione. Questi itinerari hanno valenza conoscitiva e formativa. Sono vite vissute, situazioni concrete, non suggeriscono soluzioni, espongono come hanno educato e le relative conseguenze. Sono testimonianze che inducono cambiamenti in chi ascolta. Una delle azioni più significative della Metodologia è la formazione dei professionisti che si occupano di rapporti umani, all’interno di un quadro epistemologico che presenta l’oggettività scientifica delle competenze educative della famiglia. La professionalità genitoriale si collega a quella degli esperti che identificano in loro interlocutori validi che trasmettono valori pedagogici: responsabilità, identità, speranza, fiducia, crescita, che gli esperti possono applicare all’interno della pratica professionale. PEDAGOGIA DELLA RESPONSABILITÀ

È alla base dell’educazione della famiglia, il bimbo le appartiene e non vi è nessuno che se ne può occupare con la stessa 24


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Il telaio

intensità. Si sviluppa un legame strettissimo e una forma di educazione che si modella su questa impostazione. La famiglia ha l’impegno dell’educazione e ne risponde al mondo. Il successo e la felicità del figlio è il suo successo e la sua felicità. Non si può sottrarre, non può dare dimissioni. Non può colpevolizzare altre istituzioni. Questa responsabilità, assunta positivamente, le attribuisce una forza che nessuna altra agenzia educativa ha. Deve riuscire. Deve trovare le soluzioni. Di qui le capacità di organizzazione e ricerca che possiede. La comunità di villaggio che permetteva a tutti di intervenire sul bambino e la famiglia allargata, in cui le funzioni parentali venivano assunte in modo collettivo, sono scomparse. Attualmente l’educazione dei figli spetta unicamente alla coppia o, come capita spesso, a un singolo genitore. PEDAGOGIA DELL’IDENTITÀ

Diventare persona significa acquisire un’identità, riconoscerla e accettarla. Non è attività singola, quanto mediata da un’azione sociale. Mi riconosco tramite gli altri e gli altri, nel momento cruciale e delicato della crescita, sono i genitori. Sono loro che impostano il rapporto dell’uomo con se stesso. Per la mamma e il papà il figlio è il più bello ed intelligente del mondo, è unico, ed è giusto che sia così, altrimenti non si opererebbe quell’investimento di affetti e energie umane che determina l’unicità della persona. L’uomo ha la necessità di sentirsi unico al mondo: una condizione fondamentale per accettarsi. Da questo riconoscimento si sviluppano qualità che formano la persona, più saranno fondate sull’accettazione dei genitori, maggiore sarà la sicurezza dell’individuo. PEDAGOGIA DELLA SPERANZA

Profondamente insita nell’azione dei genitori è la spinta verso il futuro, verso uno sviluppo positivo. Speranza significa crescita e superamento delle difficoltà, investimento e tensione verso un’evoluzione che non può non avvenire con esiti felici. “Fortis imaginatio generat casum” (Una forte immaginazione produce un risultato), sottolinea Montaigne. La speranza dei ge25


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Artigiani di vita

nitori è l’anima del progetto di vita, del pensami adulto. La speranza dei genitori si misura sul figlio, sulle sue capacità, sulla necessità di andare oltre, di superare le difficoltà. In questa dimensione possono esserci stati eccessi, dovuti all’isolamento dei genitori, lasciati soli di fronte alla sfida educativa. La speranza è alimento per una continua ricerca di soluzioni in ogni campo delle scienze umane e diventa qualità necessaria per lo sviluppo della persona. PEDAGOGIA DELLA FIDUCIA

Mentre la pedagogia della speranza è caratterizzata da una dimensione ‘lunga’: si sviluppa, nel corso dell’esistenza, in un progetto che ambisce a diventare progetto di vita, la pedagogia della fiducia ha una dimensione quotidiana, più vestita sulle capacità del singolo. È legata alle scelte ed alle forze che il bambino mette in campo. Egli percepisce che le sue energie non vengono avvertite come ostili o estranee, ma accettate e inserite in un progetto di cui i genitori sono consapevoli e responsabili. Le capacità vengono nutrite e rafforzate da un rapporto diretto, la fiducia del genitore non solo sostiene le potenzialità del figlio, ma le fa nascere. È necessaria anche quando egli diventa consapevole delle proprie capacità e inizia a fare delle scelte. I genitori lo conoscono meglio di qualsiasi altra persona e il loro sostegno e la loro approvazione hanno un peso incomparabile. Sono strumenti di crescita attraverso i quali la famiglia attribuisce autonomia al figlio e lo distacca da sè, pur mantenendo uno strettissimo legame che si rafforza nell’esercizio della fiducia. PEDAGOGIA DELLA CRESCITA

L’intervento dei genitori possiede una continuità che altre situazioni educative non hanno. La loro azione ha la caratteristica di un esperimento scientifico di cui pongono le premesse che possono seguire nello spazio e nel tempo. Assistono all’evoluzione di una personalità che determinano e dalla quale sono determinati. Sono costretti e sollecitati dall’evoluzione fisica e spirituale del figlio che produce in loro una flessibilità da conquista26


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Il telaio

re quotidianamente. L’educazione si pone come contrattazione continua che non permette chiusure a priori, ma l’adattarsi a cambiamenti successivi. I genitori propongono incessantemente soluzioni creative a situazioni determinate dalle richieste di una individualità in continuo sviluppo. Nell’attuale modernità liquida, priva di punti di riferimento, il loro intervento acquista importanza, perchè, accanto alla necessaria flessibilità, devono contemporaneamente proporre argini per uno sviluppo sicuro, indirizzato verso valori condivisi.

Bibliografia Bena C., Borracino A., Faloppa M., Garrino L., Gregorino S., Grigolo S., Martin B., A. Moletto, R. Zucchi, 2010, Strumenti per una medicina del nostro tempo. Narrative Based Medicine - Metodologia Pedagogia dei Genitori – International Classification of Functioning, Torino. Moletto A., Zucchi R., 2005. Il Progetto La Pedagogia dei Genitori, Elena Morea editore, Torino. Moletto A., Zucchi R., 2009 Con i nostri occhi. Un Itinerario di Pedagogia dei Genitori. Torino. (Supplemento Rivista Handicap & Scuola).

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La genitorialitĂ

racconta

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Il telaio

Sei piccolina, ma il tuo carattere si fa già sentire In quest’ultimo periodo passa alla televisione una pubblicità di una nota merendina che commenta: “Laura da grande farà l’esploratrice”. Ogni volta che la vedo penso a te, mia piccola Isabella. Sei piccolina ma il tuo carattere si fa già sentire. Tu sei la mia piccola esploratrice che ha imparato a gattonare per tutta la casa senza mai fermarsi: a volte ti osservo e noto che ogni giorno impari e provi a fare cose nuove, sei curiosa e non ti fermi mai davanti a nulla. Mi stupisco della tua caparbietà e della tua perseveranza: quando hai in mente di prendere un gioco o andare da qualche parte niente ti ferma, se c’è un ostacolo tenti e ritenti fino a quando riesci a superarlo senza mai lamentarti o fare capricci. Mi diverti quando parti decisa a gattonare dal salotto verso la cucina, fai un pezzo di strada e poi ti giri indietro, mi fai ciao-ciao con la manina e poi riparti come per dirmi “Mamma io vado, ma tu rimani lì a guardarmi”. Sei una bambina solare, sempre allegra, soprattutto se siamo in mezzo ad altre persone e se ci sono altri bambini inizi a fare i tuoi urletti fino a quando non ti danno retta. Come ti vedo da grande? Nonno dice che farai la scalatrice o l’atleta vista la tua voglia di salire e scendere dappertutto e non fermarti mai, papà invece pensa che farai la cuoca data la tua passione per il cibo e soprattutto per l’interesse con cui osservi mentre prepariamo insieme da mangiare. Io non lo so cosa farai da grande, ma ti auguro di mantenere questo sguardo solare e curioso verso il mondo che ti aspetta, mia dolce Isabella, di affrontare la vita che hai appena iniziato a percorrere con la caparbietà che ti caratterizza già dai pochi mesi che hai. Ti auguro che tu possa incanalare le tue mille energie creando relazioni e attività positive intorno a te; spero che tu possa realizzare i tuoi sogni, grandi o piccoli che siano non importa e spero di poterli condividere e sostenere insieme a te passo dopo passo. Spero di aiutarti a crescere con forza e coraggio 29


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Artigiani di vita

per vivere ogni giorno in questo mondo pieno di sorprese e nel quale a volte dovrai sgomitare per far sentire la tua voce. Spero di trasmetterti la fiducia in te stessa, il rispetto verso di te come persona e come donna, per il tuo corpo e per la tua mente, spero che tu imparerai a lottare a testa alta per le idee in cui credi e che tu abbia l’umiltà di chiedere scusa quando sbaglierai. Spero di trasmetterti la fiducia, il rispetto e l’amore per gli altri; a volte potranno ferirti, deluderti e tradirti, ma ricordati che “da soli si cammina veloci, ma insieme si va lontano”, che la lealtà e la sincerità verso te stessa e verso gli altri alla fine pagano sempre. Spero di poter diventare tua alleata nelle sfide che ti attenderanno, un orecchio a cui confidare, se ne avrai bisogno, le tue gioie e le tue paure, una mano per poterti accompagnare dove tu vorrai e una spalla su cui riposare serena. E se un giorno vorrai partire a esplorare il mondo sulle tue gambe, e attraversato il salotto e la cucina deciderai che è arrivato il momento di andare oltre, in qualunque momento ti girerai indietro per dirmi “ciao-ciao” io sarò sempre lì a guardarti.

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Capitolo 2

Il f ilo

Il filo è la sostanza del tessuto,

è materia che dà senso e concretezza

all’azione del tessitore. È continuità che dà unità al percorso artigianale che si estende nell'evoluzione dall'inizio alla fine

al quale si affida l’artigiano per dar

forma a una progettualità che senza

questa sostanza rimarrebbe inespressa. È metafora della narrazione.



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La narrazione

PER NON PERDERSI

Quando Peter Pan chiede a Wendy di tornare con lui al paese che non c’è, per convincerla le spiega che potrebbe insegnare ai Bambini Smarriti a raccontare storie. Se le sapessero raccontare potrebbero crescere J. S. Bruner

Il racconto è il filo al quale aggrapparsi, traccia sicura da seguire, dice Peter Pan a Wendy, per prendere coscienza, orientarsi e avanzare nel cammino della vita. La Metodologia Pedagogia dei Genitori propone lo strumento del Gruppo di narrazione in cui emergono gli itinerari educativi dei genitori, parte della formazione dei professionisti che si occupano di rapporti umani, medici, insegnanti educatori, assistenti sociali, ecc., per rendere visibile il capitale invisibile costituito dall’educazione familiare. Le scienze umane (medicina, sociologia, antropologia, pedagogia) con sempre maggior convinzione e sistematicità adottano la narrazione per accostarsi in modo corretto ai soggetti della loro ricerca e rendere accessibili le loro scoperte. Si 63


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Artigiani di vita

passa da una vecchia impostazione, in cui l’uomo veniva considerato oggetto di studio, ad una in cui è attore di conoscenza. Si attenua il dislivello tra chi studia e chi viene studiato, si imposta un processo di crescita fondato sulla reciprocità. Alcune scienze, condizionate dal modello positivista, come la medicina, in cui la paritarietà appare difficile, iniziano ad assumere la narrazione come strumento per colmare la distanza tra chi agisce e chi viene agito, tra la posizione del paziente e quella del curante. Le scienze della cura, attraverso la Medicina basata sulla narrazione, si stanno dotando di uno strumento di umanizzazione per attivare un patto terapeutico sempre più urgente tra soggetti con competenze diverse, ma pari dignità (Groopman 2007).

NARRAZIONE E COMPLESSITÀ DELLA VITA

Il narratore prende ciò che narra dall’esperienza - dalla propria o da quella che gli è stata riferita – e lo trasforma in esperienza di quelli che ascoltano la sua storia W. Benjamin L’importanza che la scienza attualmente attribuisce alla narrazione, in particolare a quella dei genitori, deriva dal fatto che la spiegazione di qualsiasi condizione umana è così legata al contesto e di così complessa interpretazione su diversi livelli che non può esser raggiunta considerando segmenti isolati di vita in vitro... l’essere umano in realtà non è un’isola a se stante, vive in un intreccio di rapporti e la sua capacità come le sue tragedie passano attraverso la vita sociale (Bruner 1991). Bruner si collega al neurologo russo Alexander Lurija che propone una scienza romantica in grado di conservare la ricchezza della realtà vivente, la realizza scrivendo narrazioni di pazienti in cui essi cessano di esser casi e diventano esseri umani. Dimostra come la narrazione permetta una descrizione rigorosa e analitica delle problematiche combinandosi a una comprensione e immedesimazione profondamente soggettive. 64


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Il f ilo

Oliver Sacks nei suoi libri si è ispirato alla scienza romantica di Lurija e sancisce il valore conoscitivo ed esistenziale della narrazione: Una vita, una vita umana non è una vita fino a quando non è esaminata; non è una vita fino a quando non è veramente ricordata e assimilata; questo ricordo non è qualcosa di passivo, ma attivo, la costruzione attiva e creativa della vita di un individuo, la scoperta e la narrazione della vera vita di un individuo (Sacks 1991). GENITORE COME AUTORE

Narrare l’itinerario educativo attribuisce non solo consapevolezza ma dignità. Ogni genitore, che è autore di un’esistenza, diventa autore di una storia, acquista autorevolezza, aumenta il valore della propria vita perchè l’arricchisce con l’evidenza della sua azione formativa. Riconosce narrando la responsabilità che ha dovuto metter in campo, le difficoltà affrontate e vinte, le peripezie di una vita. Ogni persona ha una cultura, una personalità, un modo di agire e di pensare che lo differenzia da tutti gli altri, frutto della sua storia personale, dei rapporti umani che intreccia, dell’ambito storico che sta vivendo. La narrazione ne esprime l’unicità e la specificità e arricchisce l’esperienza degli altri. Nella narrazione il genitore non espone direttamente la realtà, la cerca. Le dà forma in un’elaborazione e un approfondimento che egli fa per sè e per gli altri. Con le parole determina il viaggio che ha fatto, prende conforto dall’attenzione di chi ascolta, propone un itinerario che fissa un’educazione e può esser arricchito, ampliato, rivisto. Nessuna educazione è conclusa, vale per questo processo come per la narrazione la metafora del viaggio. NARRARE PER TRASMETTERE UN’ESPERIENZA

Chi ascolta una storia è in compagnia del narratore W. Benjamin

Il narratore è dominato dall’interesse di conservare e consegnare ciò che è narrato. Il genitore, ricordando l’educazione impartita al figlio, racconta agli altri una memoria, quella del65


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Artigiani di vita

l’educazione, fonda una catena di tradizione, tramanda la costruzione dell’uomo che si estende di generazione in generazione. Crea la rete che tutte le narrazioni finiscono per tessere tra loro. Chi ascolta si assicura la possibilità di fondare su quanto viene esposto, tramite la vasta memoria dell’educazione e si appropria dell’esperienza formativa degli altri. Si crea il tessuto connettivo dell’educazione preparando una genitorialità diffusa. Gli eventi sparsi raccontati formano una trama che avvolge più vite che hanno lo stesso scopo. In fondo raccontare è trasmettere, passare l’esperienza, raccogliere il tempo e lo spazio dell’educazione nei suoi nuclei essenziali. Ricordare, narrare, significa dare speranza alle persone: ciò che è stato possibile per uno può esserlo per i molti che ascoltano. La narrazione di un itinerario educativo contiene in sè il significato della vita di chi educa e di chi ha educato. La narrazione del genitore non è mai isolata, è nel cerchio del gruppo, si integra con quella degli altri, forma una trama spessa che diventa cultura. Si cerca di ricostruire la totalità dell’educazione a partire dalla parzialità dell’esperienza di ognuno. Narrando ogni genitore dà un senso alla propria educazione, contribuisce a dare senso a quella degli altri. La narrazione è il disegno che tiene insieme il caos multiforme di una vita, è dare ordine ai fatti e implicitamente alla propria. NARRAZIONE, ATTO MORALE

L’esperienza reale deve esser trasformata in narrativa perchè la storia abbia una reale autenticità C. Dunne

“Il narratore è la figura in cui il giusto incontra se stesso”, sostiene Walter Benjamin. Seguendo queste indicazioni, la narrazione del genitore riguardante l’itinerario condotto col figlio, si configura come adempimento etico. È forma di testimonianza che viene fatta a se stesso e agli altri. Una persona si misura in relazione alla comunità, offre la propria esperienza, il suo per66


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Il f ilo

corso educativo perchè gli altri genitori, nel loro agire col figlio, non si sentano soli, acquistino la misura delle loro azioni. Un itinerario educativo diventa termine di paragone, occasione di confronto. Seguendo la metafora dell’artigianato l’arte è connessa all’abilità, ma anche alla virtù. Il termine latino ars è collegato con la parola greca aretè che significa virtù, indica anche abilità pratica, quella ad esempio dell’operaio specializzato. Anticamente le arti erano le attività concrete dell’uomo, fare bene il proprio mestiere è una delle forme più alte di virtù e nella narrazione l’arte del genitore prende forma, acquista visibilità, viene messa all’onor del mondo, diventando significativa. NARRAZIONE ESPERIENZA ARTIGIANALE

Il racconto reca il segno del narratore come una tazza quella del vasaio W. Benjamin

La narrazione è forma artigianale di comunicazione. Non mira a trasmettere il puro in sè dell’accaduto, come un’informazione o un rapporto, ma cala il fatto nella vita e ritorna ad attingerlo da essa. Benjamin identifica la specificità dell’artigianato con una certa percezione del tempo: nel gesto artigiano c’è una disponibilità alla pazienza, alla lunghezza, al perfezionismo, alla cura per il tempo identificato come importante e usato in tutta la sua disponibilità, qualità che l’industria sembra aver polverizzato e la società tutta aver abbandonato. La narrazione come artigianato si collega all’attività del genitore come artigiano di vita. La sua azione responsabile, l’idea di tempo, di continuità non può esser espressa che dallo strumento artigianale per eccellenza, la narrazione che è il genere letterario più originale, più legato all’individualità di chi lo produce. Il racconto possiede una sua oggettualità, è un prodotto finito che può andare in giro, comunicato. L’arte di esporre storie è quella di saperle rinarrare agli altri, si perde se le storie non sono più ricordate. Le narrazioni acquistano valore se presentate a un pubblico che le accoglie, quanto 67


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Artigiani di vita

più dimentico di sè l’ascoltatore, tanto più a fondo si imprime in lui ciò che ascolta. La narrazione si accosta all’artigianato nella sua manualità e nella sua fisicità, non è affidata a macchine che riproducono il suono e l’immagine. Chi racconta è in mezzo a noi, con la sua gestualità, la sua fisicità, la sua espressione, la sua commozione. La narrazione non è già opera della voce sola, nell’autentico narrare interviene anche la mano che, coi suoi gesti sperimentati nel lavoro, sostiene in cento modi la parola. Questa antica connessione di anima, occhio e mano ... è quella artigianale che ritroviamo dove è di casa l’arte del narrare (Benjamin 2011). NARRAZIONE COME FORMAZIONE

Le storie sono il luogo in cui impariamo meglio a capire noi stessi C. Dunne

La narrazione dei genitori si trasforma in formazione. L’evidenza della persona che racconta e mima la sua esperienza si imprime nelle persone più di qualsiasi lettura, più di qualsiasi esposizione teorica, astratta e formale. Avviene quello che si svolgeva in Grecia nel corso della tragedia: l’evidenza della scena e della recitazione coinvolgeva gli spettatori, faceva rivivere in loro le varie situazioni. Ne uscivano come purificati perchè avevano partecipato alla vicenda esposta come se fosse avvenuta in prima persona. Rimaneva in loro memoria delle varie soluzioni ai problemi della vita suggerite dal drammaturgo e messe in scena dagli attori. La stessa efficacia riguarda la narrazione dell’educazione fatta direttamente da chi ne è autore e chi ascolta viene interpellato nella sua condizione di genitore o di figlio. Chi narra lavora la materia in modo solido, utile, irripetibile. Chi narra narra per se stesso, ma anche per dare agli altri strumenti da utilizzare per la vita, per l’educazione, per esser più felici. La storia di una vita raccontata in un Gruppo di narrazione, diventa un prodotto congiunto del narratore e dell’ascoltatore e contribuisce alla formazione della vita di entrambi. 68


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Il f ilo

Bibliografia AA VV, 1996, Scrivere l’esperienza in educazione, CLUEB, Bologna. Benjamin W., 2011, Il narratore, Einaudi, Torino. Bruner J. S., 1991, Prefazione a A. R. Lurija, Un piccolo libro, una grande memoria, Editori Riuniti, Roma. Bruner J. S., 1992, La ricerca del significato, Boringhieri, Torino. Bruner J. S., 1996, La cultura dell’educazione, Feltrinelli, Milano. Canevaro A., Chiantera A., 2000, Scrivere di educazione, Carocci, Roma. Groopman J., 2007, How Doctors Think, Houghton & Mifflin, Boston (trad.it.: Come pensano i dottori, Mondadori, Milano). Ferrarotti F., 1981, Storia e storie di vita, Laterza, Bari. Ferrarotti F., 1989, La sociologia alla ricerca della qualità, Laterza, Bari. Revelli N., 1989, L’anello forte, Einaudi, Torino. Sacks O., 1991, Prefazione a. Lurija A. R, Un mondo perduto e ritrovato, Editori Riuniti, Roma. 69


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Capitolo 5

Il tessuto Il tessuto è il prodotto dell’arte tessile, del lavoro del tessitore. È la seconda pelle dell’uomo,

gli dà forma, permette una miglior

qualità della vita, di sopravvivere

nelle situazioni più sfavorevoli, avvolge i più deboli, permette loro di vivere, è la metafora della cittadinanza attiva.



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La cittadinanza attiva

Il Prodotto Interno Lordo non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago... Non comprende la solidità dei valori familiari o l’intelligenza del nostro dibattere, il PIL misura tutto eccetto ciò che rende la vita degna di esser vissuta Robert Kennedy, 18 marzo 1968, Kansas University

• DIVENTARE PERSONA

Nei racconti dei genitori vi è la loro cittadinanza attiva, la costruzione quotidiana della personalità del figlio. Ad avvalorare questo percorso ci aiutano filosofi attenti alla realtà contemporanea come Vito Mancuso con Vita autentica, Michela Marzano con Etica oggi , Pieraldo Rovatti con Etica Minima e Roberta de Monticelli con La questione morale. Le loro riflessioni non si fondano solo sui percorsi dei grandi maestri del passato, si nutrono del sapere dell’esperienza, di come si formano i sentimenti, le spinte all’agire di ciascuno, come si diventa adulti consapevoli. Sottolineano che non è l’astrazione a definire chi è ciascuno di noi, a determinare le nostre scelte morali, sono anche gli itinerari educativi impostati dai genitori. Prima della modernità si arrivava all’età adulta attraverso le norme dettate dalla tradizione o dal ceto sociale di appartenenza. Non era necessario elaborare una scala di valori personali, si aderiva a quelli già esistenti. Attualmente la famiglia adatta gli itinerari educativi a situazioni sempre diverse, progetta un percorso ‘artigianale’, attenta, nell’impostare la storia del figlio, alla costruzione della propria storia, a un cammino di coerenza. 197


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Artigiani di vita

L’azione dei genitori deve esser sempre più responsabile, per far raggiungere quello che il filosofo politico Bobbio definisce ‘individualismo etico’, la capacità di ciascuno di essere se stesso, decidere e diventare autore delle proprie scelte. L’azione dei genitori rende concreta la pratica delle virtù morali, le dà corpo e consistenza. L’etica rimanda ad abitudini, costumi e consuetudini il cui primo approccio avviene in famiglia dove si realizza la ‘vita autentica’. Roberta de Monticelli focalizza il percorso educativo che nel racconto dei genitori assume i volti diversi e molteplici della realtà in cui si forma ciascuno di noi: Il genitore porta ordine nel mondo rafforzando tutte e solo le posizioni adeguate. La mamma conferma anzi esegue insieme col bambino le risposte adeguate, boccia quelle inadeguate, gli segnala i pericoli, scioglie ansie e paure con le coccole. Senza una disciplina dei divieti e dei consensi con cui ogni comunità umana accoglie un nuovo venuto non avviene neppure l’individuazione primaria, non si forma neppure la coerenza di una mente – il possibile, l’impossibile, la memoria, il linguaggio. Una persona si edifica soltanto sulla base delle risposte ‘giuste’ che la nostra infanzia impara a dare nel lungo apprendistato di realtà e di valore che ci contraddistingue, come la specie neotenica, la specie dall’infanzia più lunga. (De Monticelli 2010, 182-3). DARE CITTADINANZA ALLA FAMIGLIA

Cittadinanza attiva non consiste solo nel mobilitare risorse tecniche o finanziarie, agire nelle politiche pubbliche, ma produrre risorse umane tramite la formazione e l’educazione della personalità. Se la funzione di servizio svolta dai cittadini attivi riguarda la produzione, cura e riproduzione di beni comuni, secondo Giovanni Moro possono venir identificati oggetti non solo materiali, ma immateriali, quali il linguaggio, le virtù, i sistemi di regole, il senso del limite, la salute, la cultura, la legalità e una categoria specifica di beni comuni, quelli relazionali (Moro 2005, 42). Educare un figlio non è un fatto privato, deriva da una somma di atti pubblici e si dispiega verso attività e iniziative comuni che il futuro cittadino esprimerà una volta divenuto adulto. 198



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Capitolo 6

L’abito L’artigiano tessitore prepara

la materia che protegge l’uomo; lavorata e foggiata, aderisce

alla forma della persona. Abito

è adattare un tessuto a una realtà

che diventa specifica, dar forma

all’umanità degli individui. L’abito,

portato con una continuità che diventa

abitudine, è metafora della genitorialità e della convivenza civile nel territorio, forme che tutti devono abitare.



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La genitorialità nel territorio

VALORE CIVILE E SOCIALE DELL’EDUCAZIONE FAMILIARE

Raccogliere e pubblicare le narrazioni degli itinerari educativi che i genitori fanno con i figli si pone nella direzione di una Emancipazione della famiglia. Si parte da familia, ambito chiuso, privato, che nell’etimologia richiama la divisione, la separatezza e il potere che si genera e mantiene all’interno di una situazione isolata. In origine familia era il gruppo degli schiavi che dipendeva dal patronus. Dare cittadinanza alla famiglia, emanciparla, è doppia operazione: fare emergere, diventare pubblico il processo dell’educazione genitoriale e collegarlo a quello della comunità e alle strutture sociali, politiche e amministrative. La Metodologia Pedagogia dei Genitori offre strumenti a chi teoricamente ne propone la dignità: La famiglia emerge come soggetto cruciale della storia... spazio primario della formazione delle identità sociali di genere e di generazione, con un ruolo nella creazione della sfera pubblica, al punto che si sottolinea come I mutamenti nei rapporti e nella cultura intrafamiliare sono un necessario precursore della trasformazione sociale e politica (Ginsborg 2010). 245


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Artigiani di vita

Gli itinerari educativi dei genitori testimoniano il valore di capitale sociale primario della famiglia (Donati 2003). Eppure i rapporti tra famiglia, società civile e Stato sono scarsamente indagati e teorizzati... pochi si occupano dei rapporti tra famiglia e società civile e un numero ancor minore pone in primo piano nell’impianto esplicativo i legami tra individui, famiglie, società civile e Stato (Ginsborg 2010). Una delle cause è il mancato riconoscimento dell’azione educativa che avviene all’interno dell’ambito familiare. La scienza dell’educazione, la pedagogia, è stata trascurata a favore di altre scienze dell’uomo legate al consumismo. La formazione del figli non è vista in funzione di quella del futuro cittadino. L’azione della famiglia deve emergere ed essere connessa con quella della società civile e dello Stato, con pari dignità. Occorre validare lo spazio familiare come spazio formativo: il romanzo di formazione di una persona non comincia con la maggior età, inizia con la nascita ed è proposto dalle narrazioni degli itinerari educativi compiuti coi genitori. LA FUNZIONE DELLA METODOLOGIA PEDAGOGIA DEI GENITORI

Gli Strumenti della Metodologia collegano società civile e stato alla famiglia, ne fanno emergere le competenze attraverso gli itinerari educativi, che non rimangono solo nella memoria delle persone, ma diventano testimonianze pubbliche di una formazione. I passaggi comunicativi delle narrazioni delle famiglie costituiscono un itinerario che collega pubblico e privato, attribuiscono cittadinanza all’azione della famiglia, la rendono visibile, la pongono al centro dell’azione sociale, colmando quella distanza tra famiglia, società civile e stato che molti sociologi denunciano. Oralità La Metodologia nei Gruppi di narrazione chiede a figli e genitori di vestire con parole le loro azioni, in una situazione di rispetto e assenza di giudizio che permette a tutti di interveni246


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Artigiani si nasce, artigiani si diventa Graziano Pellegrino

Chiedimi il positivo. “Un giorno, quando sarai un educatore, andrai a cercare le risorse nascoste nelle persone e farai leva su queste per produrre cambiamenti positivi”; questa semplice ricetta ricordo di averla sentita quando ancora ero all’Università. In questo sarebbe consistito il mio futuro lavoro di educatore. Valorizzare le persone, solo questo avrei dovuto fare da mattino a sera. Ma cosa voleva dire cercare le risorse delle persone? E come si poteva fare tutto questo? Ci era stato insegnato che la ricerca delle risorse personali e della strategia per innescarne le potenzialità era racchiusa in una parola inglese, la cui traduzione non aveva la stessa resa nella lingua italiana: l’empowerment! Che parolone! Da dieci anni sono un educatore, e anche se devo ammettere che non è stata una domanda ricorrente quella di chiedermi se stessi facendo o no empowerment, credo di aver avuto la fortuna di toccare con mano quanto sia infinita la profondità dell’essere umano e quanto fantasiosa sia la declinazione di ogni singola esistenza. Essere educatore è qualcosa di affascinante, perchè ti permette di conoscere te stesso attraverso le vite delle persone che 271


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Artigiani di vita

incontri, ogni incontro può interpellare una parte di te se sai porti in ascolto. Privilegiare come educatore una posizione di reciprocità, nella quale si è pronti a dare e ricevere, favorisce una crescita umana comune. Aver intrapreso sei anni fa l’esperienza di lavoro con genitori e insegnanti secondo la Metodologia “Pedagogia dei Genitori” ha significato per me scoprire tutto questo, anche se prima di tutto ho dovuto rivoluzionare il mio punto di osservazione sulle cose. Ho dovuto scrollarmi di dosso l’eredità positivistica di misurare l’altro e di classificarlo secondo logiche di servizio in cui da una parte vi sono i detentori dell’aiuto e dall’altra i bisognosi che chiedono. Credo che molte delle richieste di intervento che sono fatte, ancora oggi, a chi si occupa di rapporti umani sono malate nella domanda iniziale, non si può partire solo dalle negatività e dalle mancanza chiedendo ad altri di sopperire e colmare ciò che manca. Credo piuttosto alla logica dello scambio, alla ricerca del talento, delle risorse che ogni persona ha, sia pur questa la più deprivata di questo mondo. Certo all’educatore da sempre è chiesto qualcosa di più che il limitarsi al “saper fare bene il suo mestiere”, ciò che lo rende credibile è il “saper essere”, il “saper stare”. A volte ascoltare significa già offrire una risposta, per molti dei genitori e dei figli che hanno scritto su questo libro il sentirsi ascoltati in modo profondo ha significato rendersi conto del proprio valore e trovare in sé le forze per affrontare la quotidianità. Aver messo più di cento genitori in cerchio, suddivisi nei diversi gruppi di narrazione, in un percorso che dura da tre anni ha permesso a molti di sconfiggere un senso di inadeguatezza che talvolta opprime il genitore di oggi, in questo la condivisione degli itinerari educativi dei figli ha rafforzato in tutti la convinzione che non esistono genitori perfetti e ricette preconfezionate. Ogni figlio è unico, così come il suo genitore, solo dalla combinazione di queste due realtà può nascere la ri272


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Artigiani si nasce, artigiani si diventa

sposta ai dubbi, alle perplessità, alle difficoltà che la vita pone. Come diceva una mamma: “S’impara ad amare solo sbattendoci il cuore”. L’augurio che faccio a chi legge questo libro, ai genitori, ma soprattutto ai professionisti è proprio quello di chiedere il positivo, non per essere ottimisti ad ogni costo o per dimenticare le difficoltà e il dolore che la vita comporta, ma per concederci la bellezza di stupirci, di essere spiazzati nelle nostre sicurezze e nei nostri preconcetti, abbattere i recinti in cui abbiamo chiuso la Vita per lasciarla esprimere in tutta la sua imprevedibilità.

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Per informazioni e contatti

www.pedagogiadeigenitori.info artigianidivita@gmail.com

Finito di stampare nel mese di dicembre 2011



m e t o d o l o g i a

p e d a g o g i a

d e i

g e n i t o r i

Il segreto del divenire persona

nelle narrazioni raccolte secondo

la “Metodologia Pedagogia dei genitori” le trasforma in formazione per tutti

coloro che si occupano di rapporti umani. Il libro si rivolge a tutti i cittadini, perché dà cittadinanza all’educazione, a ognuno

di noi che è figlio o anche padre o madre, perché parla di genitorialità,

ma è anche dedicato a tutti gli esperti: medici,

insegnanti, educatori, giudici, assistenti sociali, ecc.

ISBN 978-88-8102-204-5

9 788881 022045 >

€ 10,00 impaginazione copertina_CS5.indd 1

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