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ANCIENT EGYPT AND FLY FISHING

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FABRIZIO GAJARDONI

FABRIZIO GAJARDONI

“Fallo cuocere, poi prendilo e dallo come carne”. La frase è rivolta ad un servitore che sta armeggiando intorno ad una pentola dalla quale spuntano alcuni pezzi di carne e un pesce. Chi la pronuncia è un uomo in piedi, che stringe tra le mani un secondo pesce. I due personaggi compaiono su un frammento di un rilievo ritrovato a Eracleopoli databile intorno al 2100 a.C. e oggi conservato al Museo Egizio del Cairo. La scena rispecchia il tipico gusto egizio per il quotidiano che descrive una piccola truffa raccontata con il gusto della battuta. Quelli che sono probabilmente due cucinieri stanno infatti cercando di rendere più sostanzioso il bollito con due pesci, il cui prezzo di mercato era di gran lunga inferiore a quello della carne. Alla fine dell’Antico Regno (2500-2300 a.C.) un pesce equivaleva a una o due forme di pane. In Egitto il pesce mantenne sempre un valore di mercato molto basso a causa della notevole pescosità delle acque del Nilo. Il suo ruolo primario per l’alimentazione risulta già attestato alla fine del Paleolitico (20.000 a.C. circa), periodo in cui si sviluppò un nomadismo a corto raggio legato proprio alla pesca. Uno studio condotto recentemente nell’area dello Wadi Kubbaneya (circa 30 km da Assuan) ha dimostrato che la scelta di determinati

“Cook it, then take it and give it as meat.” The sentence was addressed to a servant who was tinkering around a pot from which some pieces of meat and a fish were sprouting. The person pronouncing it was a man standing with a second fish in his hands. The two characters appear on a fragment of a relief found in Heracleopolis, dating back to around 2100 BC and now preserved in the Egyptian Museum in Cairo. The scene reflects the typical Egyptian taste for the daily routine and describes a small anecdote narrated as a joke. The two cooks were probably trying to make the boiled meat more substantial with two fish, the market price of which was much lower than that of the meat. At the end of the Old Kingdom (around 2500-2300 BC), one fish was equivalent to one or two loaves of bread. In Egypt, fish always maintained a very low market value due to the considerable abundance of fish in the waters of the Nile. Its primary role as food was already attested at the end of the Paleolithic Period (around 20,000 BC), during which a short-range nomadism developed, linked precisely to fishing. A study recently conducted in the Wadi Kubbaneya area (about 30 km from Aswan) has shown that the choice of certain sites for the seasonal settlement was linked to the easy availability of fish in the immediate siti per l’insediamento stagionale era legata alla facile reperibilità di pesce nelle immediate vicinanze. Sono infatti state scoperte tracce di abitanti Paleolitici sulle dune del deserto in prossimità di conche raggiunte dalla piena estiva. In autunno, quando le acque si ritiravano, era facile catturare pesci che vi rimanevano intrappolati e gli abitanti della regione tornavano allora ad occupare gli insediamenti sulle sommità delle dune. Qui rimanevano fino a quando le acque non si erano completamente prosciugate e si esauriva così la possibilità di catturare con facilità il pesce. Il ritrovamento di un notevole numero di ossa mandibolari e del cranio nelle vicinanze farebbe pensare che una parte del pescato venisse decapitato, pulito ed essiccato sul posto per essere consumato successivamente. L’importanza della pesca per la società egiziana è ulteriormente ribadita dalla frequenza con la quale tale attività è riprodotta nelle scene che decorano alcune tombe di privati cittadini dell’Antico Regno (26702200 a.C.). Proprio queste figurazioni sono la maggiore fonte di informazione sui sistemi che venivano utilizzati per la cattura dei pesci. La padronanza raggiunta in quest’epoca nell’utilizzo delle varie attrezzature consentiva al pescatore egiziano di selezionare la sua preda. Le fonti iconografiche e le testimonianze archeologiche sono concordi nell’indicare che i lates ( Nile Perch) erano sicuramente il pesce più vicinity. In fact, traces of Paleolithic inhabitants have been discovered on the desert dunes near basins reached by the summer flood. In autumn, when the waters receded, it was easy to catch trapped fish and the inhabitants of the region then returned to occupy the settlements on top of the dunes. Here they remained until the waters had completely dried up and thus the possibility of easily catching fish was exhausted. The discovery of a large number of mandibular and skull bones nearby would suggest that a part of the catch was decapitated, cleaned and dried on site to be consumed later. The importance of fishing for the Egyptian society is further confirmed by the frequency with which this activity is reproduced in the scenes that decorate some tombs of private citizens of the Old Kingdom (26702200 BC). Precisely these figures are the greatest source of information on the systems that were used for catching fish. In this era, the mastery achieved in the use of various equipment allowed the Egyptian fisherman to select his prey. The iconographic sources and archaeological evidence agree in designating the Giant lates (Nile perch) to certainly be the most appreciated fish, not only for the taste of their meat, but also for the eggs. The Egyptians considered them a apprezzato. Non solo per il sapore della sua carne, ma anche per le uova. Gli egiziani le consideravano una vera specialità e le mangiavano fresche o essiccate. Le scene di pesca più attestate nell’Antico Regno ritraggono il defunto sullo sfondo di un paesaggio lacustre, tra le mani tiene un arpione con cui è in procinto di infilzare alcuni pesci. Si tratta di un tipo di pesca che potremmo considerare un puro e semplice svago. Lo dimostra l’atmosfera di sereno rilassamento che regna intorno al pescatore, sulla cui fragile imbarcazione di papiro trovano posto la moglie e i figli. Proprio come in una scampagnata. Che la pesca fosse considerata un piacevole distensivo passatempo è dimostrato anche dalla famosa scena dipinta nella tomba di Nebwenef (vissuto intorno al 1250 a.C.). L’alto prelato tebano è comodamente seduto su un trono ai bordi di un canale. Ha in mano una canna da pesca da cui pendono 3 fili che si immergono nell’acqua. L’aria di serenità è sottolineata da una farfalla che si libra davanti all’estremità della canna. Su questo bassorilievo sono state fatte numerose supposizioni, e non sono mancati esperti storici della pesca a mosca che hanno attribuito questa scena di pesca alla prima raffigurazione esistente della pesca a mosca, interpretando i tre fili che escono dalla canna come un simbolo di movimento, specialmente abbinando la farfalla usata come esca. real specialty and ate them fresh or dried. The most attested fishing scenes in the Old Kingdom portray the deceased against the background of a lake landscape, holding in his hands a harpoon with which to skewer some fish. It was a type of fishing that we could consider as pure and simple leisure. This is demonstrated by the atmosphere of serene relaxation that reigned around the fisherman, whose fragile papyrus boat had room for his wife and children, just like on a picnic. That fishing was considered a pleasant, relaxing pastime is also demonstrated by the famous scene painted on the tomb of Nebwenef (who lived around 1250 BC). The high Theban prelate is comfortably seated on a throne at the edge of a canal. He is holding a fishing rod from which 3 hanging threads immerse themselves in the water. The air of serenity is underlined by a butterfly hovering in front of the rod’s end. Numerous assumptions have been made on this bas-relief, and there has been no shortage of historical fly fishing experts who have attributed this fishing scene to the first existing depiction of fly fishing, having interpreted the three lines coming out of the rod as a symbol of movement, especially matching the butterfly used as bait.

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TRIMMER TRIMMER

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Home rivers recycled-a fly fishing documentary from the Swedish rivers up north Growing up, fishing was second nature to Emilie Björkman, being raised in a family where both her mom and dad cherished the outdoors. At the age of 15, Emilie fell in love with fly fishing and almost a decade later she caught the first wild Baltic salmon (salmo salar).

She remembers that as a life changing event and when becoming a mum of her own, she reflected onher own childhood and her role as a mum-while pursuing her life long passion: fly fishing for salmon un the unspoiled rivers in northern Sweden.

Home rivers recycled is a fly fishing documentary is shoot in the wild rivers in northern Sweden during the summer of 2022, above the Arctic circle and below the midnight sum.

The story revolves around the love for the outdoors and the act of passing on a passion through generations. But also, it’s a portrait of the incomparable life style that comes with salmon fly fishing and the people devoting their lives to understand and support this spectacular species. The Baltic salmon is a true survivor who went from the verge of extinction in the early 1990 to living a prosperous life in many rivers of northern Sweden.

Home River Recycled also features Lars Munk, Gustav Hellström, Anna-Lena Björkman and Thomas Johansson, among others.

La pesca è stata una seconda natura per Emilie Björkman, cresciuta in una famiglia in cui sia la madre che il padre amavano la vita all'aria aperta. All'età di 15 anni, Emilie si è innamorata della pesca a mosca e quasi dieci anni dopo ha catturato il primo salmone selvatico del Baltico.

Emilie lo ricorda come l’evento che le ha cambiato la vita e, quando è diventata mamma, ha riflettuto sulla sua infanzia e sul suo ruolo di madre, perseguendo al contempo la sua passione di sempre: la pesca a mosca del salmone nei fiumi incontaminati della Svezia settentrionale.

"Home Rivers Recycled" è un documentario sulla pesca a mosca girato nei fiumi selvaggi della Svezia settentrionale durante l'estate del 2022, al di sopra del circolo polare artico e al di sotto della mezzanotte.

La storia ruota attorno all'amore per la vita outdoor e all'atto di trasmettere una passione attraverso le generazioni. Ma è anche un ritratto dell'incomparabile stile di vita che deriva dalla pesca a mosca del salmone e delle persone che dedicano la loro vita a comprendere e sostenere questa specie spettacolare. Il salmone del Baltico è un vero e proprio sopravvissuto, passato sull'orlo dell'estinzione all'inizio del 1990 a vivere una vita prospera in molti fiumi della Svezia settentrionale.

In "Home River Recycled" appaiono tra gli altri, anche Lars Munk, Gustav Hellström, Anna-Lena Björkman e Thomas Johansson. È disponibile in versione integrale sulla pagina YouTube di Patagonia.

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