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SIMON GRUBER ITW NIKE 6.0 TRIP HOT MONTH CONTEST P H O T O F O L I O MAR-APR 09 | NR.20 4,90 € W W W. S E Q U E N C E M A G . T V COVER: DANIEL PLAZY Sped.inAbb. Post.DIV. DRT/DCB Pescara Cod.Sap.30280359

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Mi piange sempre il cuore scrivere l’editoriale dell’ultimo numero, indica la fine di una stagione, la neve inizia a sciogliersi, le magherite saltano fuori dove fino a qualche settimana prima tiravamo giù curvazze in fresca, ma è così, altrimenti non esisterebbe la pizza alle quattro stagioni. Questi mesi sono stati un alternarsi di run in contest e spazzolate in neve fresca, si passava da una run in park per poi immergersi nella neve fino al collo, proprio come quando snowbordavano i nostri nonni (?). Un inverno veramente sopra le righe, sia per gli amanti del park, sia per chi proprio non può fare a meno di sentire l’odore ed i rumori della montagna lontano dagli impianti. Grazie a questa stagione siamo riusciti a capire il vero valore dello snowboarding in Italia. I park, anche se con grandi difficoltà per la troppa neve che sommergeva le strutture, sono riusciti ad ottenere grandissimi risultati, dimostrando che non hanno nulla da invidiare al resto d’Europa. Anche i constest, che se sono sempre molti, forse troppi, stanno iniziando ad aggiudicarsi stelle e rispetto; il livello è alto ed i montepremi sono molto golosi, attirando così anche l’attenzione dei riders stranieri. I riders sono riusciti solo in rare occasioni a dimostrare la loro tecnica ed il loro valore, ma finalmente si sono confrontati in massa con i rider stranieri.

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Che dire, dal mio piccolo punto di vista di fotografo sono soddisfatto, anche se si deve e si può fare di più. Penso che attraverso le nostre pagine siamo riusciti a trasmettere l’inverno di molti snowboarder italiani e grazie a forti collaborazioni che si stanno trasformando in amicizia, iniziamo finalmente insieme a documentare lo snowboard tricolore, con professionalità e qualità. Grazie quindi alla crew di Random che rappresenta e produce il video italiano probabilmente più completo, grazie ai ragazzi di Prosport che filmano la parte Est dell’Italia, raccontando una scena sempre più presente, e grazie al gruppo di Rock in the Middle che documenta il centro Italia e la filosofia dello Snowboarding. Queste crew, oltre a filmare e produrre ottimi video, ci consentono di avere una presenza attiva nel territorio, dove ogni fiocco di neve si posa. Non siamo solo una rivista, ma un gruppo che cresce, ed insieme vogliamo aiutare a far crescere lo snowboard in Italia, regalandovi emozioni sempre più forti, imprimendole sulla carta, sui dvd e sul web. Ringrazio tutte le persone che quest’anno hanno creduto nel progetto “Sequence”. Ci vediamo il prossimo anno raga.

Parole & Fotografie Denis Piccolo & Giorgio De Vecchi

Roby Bragotto e Marco “Rezza” Resenterra eseguono una particolare danza della neve, nella loro stanza d’albergo, sembra aver funzionato però. Photo Giorgio De Vecchi.

Castelrotto Italia

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COLOPHON LA CREW AL GRAN COMPLETO EDITOR Paolo Salvatore, Denis Piccolo, Cristian Murianni DIRETTORE Paolo Salvatore paolo@sequencemagazine.net DIRETTORE RESPONSABILE Andrea Sisofo COORDINAMENTO EDITORIALE Denis Piccolo & Murio PHOTO EDITOR & ART DIRECTOR Denis Piccolo - denispiccolo.com denis@denispiccolo.com PHOTO SENIOR Andrea Rigano SEGRETERIA ABBONAMENTI Michaela Stefania FRESH’NGOOD.COM Andrea Caviggia FOTOGRAFI & FILMER Denis Piccolo, Murio, Andrea Rigano Alessandro Killer Miniotti, Marco “Boiler” Boella, Arturo Bernardi, Luca Benedet, Cristian Scalco, Damiano Levati Luca Carta, Vasco Coutinho, Cyril, Eric Bergeri Creager, Roby Bragotto, Giorgio De Vecchi, Matt Georges TESTI Marco MILO Milardi Davide Calafà - Marco Contardi THANX Martina Minetti, Litz, Giani Ramon, Fabrizio Bertone,Elbo&Matteo Storelli, la Fede, Jena, Dedde, Riccardo Miracoli, Antonio Sallustio, Diego. EDITORE

JPG edizioni di Salvatore Paolo Piccolo Denis Cristian Murianni Via Lazio 50 - 65127 Pescara Tel. +39.085.290398 Fax. +39.085.4293096 www.sequencemag.tv info@sequencemagazine.net info@dangermedia.it STAMPA Arti Grafiche Picene DISTRIBUZIONE M-DIS Via Rizzoli, 9 Milano SEQUENCE MAGAZINE rivista mensile registrata al tribunale di Pescara il 14/05/2003 al numero 173/5 COVER Plazy- Laax - Pics. Murio TESTATA E COMPLIMENTI GRAFICI STEUSO Rivoli - Torino www.steuso.com myspace.com/steuso

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SEQUENCE 20 SOMMARIO

THE BIG Olivero Mondino con la sua instaccabile motoretta della neve, riporta a casa il suo amico Aaron, dopo aver costruito un kicker epico.

STORIES

Photo Giorgio De Vecchi.

HOT MONTH CONTEST # ABOUT SIMON GRUBER # NIKE 6.0 TRIP # RACCOLTA DI IMMAGGINI # THE SOUND # 022 SNOWFALL ITW # 024 ROBY BRAGOTTO ITW # 026 CHECK MARCO SILVESTRE # 030 CHECK NICOLO’ CIMINI # 032 CHECK MARTA NEGRI # 034 MY BOARD # 036 SUPER SHOTS # 038 PRODOTTI 2010 # 086 LAST PAGE # 096

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GYM CLASS HEROEES ‘The Quilt’-CD men)) (Decaydance/Fueleed By Ram Ultima tornata di consigli musicali anche per la tempestosa stagione 2008/9 di questa rubrica che sta riscuotendo consensi anche tra i meno avvezzi all’ascolto di musica decisamente poco commerciale; ultime 6 proposte che si aprono con il nuovo disco dei Gym Class Heroes ‘The Quilt’. Combo non tra i più conosciuti nel nostro paese, ma decisamente hype oltreoceano dove, dopo aver conquistato il pubblico con il singolo ‘Cupid’s Chokehold’ (tratto da un sampler dei Supertramp), si ritrovano a dover far fronte al crescente successo che sta maturando nei loro confronti; sweet reggae, hiphop’90 poppunk, funk rock e soul fanno da contraltare alle performances di Travis McCoy (fidanzato di Kate Perry) e Disashi Lumumba-Kasongo chitarrista indomito e braccio destro del tatuato cantante. 14 tracce costruite a puntino per soddisfare le sempre maggiori richieste di musica commerciale nell’ anima ma totalmente votate ai nuovi trend estetico modaioli nel look; ahimè la qualità risiede altrove! THURSDAY ‘Common Existencce’--CD (Epitaph) E’ inutile star qui a sindacare o peggio ad entrare in polemica,chi nasce tondo non può morire quadro e l’emblematico caso dei Thursday sta qui a dimostrarcelo: se sei un indipendente dentro a voglia che firmi per una major label, prima o poi quando questa ti scaricherà per altri interessi commerciali, tu ritornerai all’ovile (dove sottolineo ci sarà sempre qualcuno che ti amerà per quello che sei e non per il valore commerciale che proponi-ringraziate la Epitaph) più incazzato e convincente che mai. Prova #5 per il quintetto del New Jersey che in ‘Common Existence’ sfodera una classe compositiva innata un gusto squisito per il songwriting;il post rock proposto è quello di sempre ma variegato in termini di ricerca continua e intelligenza musicale senza limite alcuno. Emozionali, malinconici, romantici, ma anche rabbiosi, caotici, disperati e sofferenti in una diabolica alchimia che trasporta l’ascoltatore in un universo parallelo ma alternativo a quello conosciuto. Era da ‘Full Collapse’ che aspettavamo qui

NASHVILLE PUSSYY ‘From Hell To Texass’--CD (SPV/Steamhammeer)) 5° prova su lunga distanza per i Nashville Pussy, ‘From Hell To Texas’ riprende il percorso lasciato in sospeso dalla band 3 anni or sono; sudicio, deviato e vizioso rock’n’roll influenzato da Ac/Dc, ZZ Top, Kiss, Motorhead e Lynyrd Skynyrd. Quartetto di sbandati formato dalla coppia sul set e nella vita reale Blaine Cartwright/Ruyter Suys, e dai degni compari Jeremy Thompson/Karen Cuda hanno intrapreso la strada polverosa e dissestata dell’hard rock puzzolente di birra rancida e Jack D senza ghiaccio, di una casa viaggiante su ruote, di stivali da cowboy disintegrati e jeans lisi e sporchi di olio (e chissà cos’altro visto le sconsiderate performances live di marito e moglie). L’America vera dei red necks sudisti da sempre sconvolti dal suono grezzo dell’accoppiata Gibson SG + Marshall JCM 800, dal casereccio ma super genuino mood di chi sa che nella vita non vincerà mai niente.Produzione digitale di Daniel Rey (Entombed, Misfits, Ramones); i nostri eroi da sempre…disco del mese sicuro W TROUBLE ANDREW ‘Remixed And Rem masstereed’--CD (Virgin) Trevor Andrew, rockstar acclamata dell’universo degli snowboarders, dopo il suo grave infortunio al ginocchio ha deciso di approfittare di questo tempo morto per metter in piedi una band; insieme al batterista Ian Longwell, il chitarrista Joao Salamao e il bassista Massa ha tirato su i Trouble Andrew Nel 2007 registrano il loro debutto che oggi la major Virgin ristampa in forma ufficiale; ‘Remixed And Remastered’ racchiude tutto l’estro di cui questo personaggio è dotato:hiphop, new wave, indie rock. Una decina di tracce che al primo ascolto appaiono come uno sfortunato incrocio tra Blink 182 e Cars, ma che poi rivelano un estroso percorso tra campionamenti, synth anni’80 e pop punk made in MTV. Beh se il Travis Barker della tavola da neve può sembrare un emerito idiota per gli onnivori di musica di qualità, diventerà invece un’icona nu thrash per chi vive e mangia in questo sistema tipo Burton e Oakley che han deciso di investire proprio in tipologie mediatiche come la sua. Good Luck!

N ONE DAY AS A LION ‘S/T’-MCD (Anti/Epitaph) La curiosità che ha da ben 8 anni (data in cui il signor Zach De La Rocha lasciò i Rage Against The Machine) ha frustrato le fantasie di ogni fan degli autori di ‘The Battle Of Los Angeles’, viene con questo deludente esperimento, svelata. One Day As A Lion è il nuovo progetto di mister RATM che insieme a John Theodore (ex batterista dei Mars Volta) ha messo in atto ricostruendo un nuovo percorso simile al precedente ma molto più minimale; sì perché qui al posto dell’illusionismo urbano chitarristico di Tom Morello,troviamo un misero campionatore,a seguire no basso ma un rifacimento di bassa lega delle imprese asettiche e monocordi di Brad Wilk (drummer dei Rage). Un ep di debutto che forse segna una fase di transizione (lo speriamo per loro), ma che come ‘The Fabled City’ (disco solista dell’audace chitarrista degli Audioslave), denuncia un’impressionante povertà di songwriting; l’unica nota positiva davvero rimane la vitalità delle liriche sempre più politicizzate,taglienti,eversive RISE AGAINST CD ‘Appeal To Reason’-C (Geffen) Da quando i Rise Against sono passati sotto le grinfie della Geffen il loro spessore musicale ha riscontrato un maggiore interesse mediatico, sebbene questo sia rimasto invariato sotto il profilo del messaggio esportato, sempre all’altezza del debutto;‘Appeal To Reason’ è il 3° episodio che la band di Chicago ha registrato in concomitanza con l’entrata in scena del nuovo chitarrista Zach Blair-Only Crime-che ha preso il posto del dimissionario Chriss Chasse. Punk rock melodico in stile No Use For A Name, Anti-Flag, Strike Anywhere, Ignite convenzionato con i voleri dell’etichetta che li gela su clichès già adottati da Offspring e Sum 41,d’altronde anche gli introiti di chi investe necessitano di certezze sicure. Sinceramente li preferivo con Tim solo cantante, concentrato più sulla potenza della sua ugola piuttosto che sulle doti tecniche di accompagnamento acustico (‘Hero Of War’, un’inutile quanto stucchevole ballatona antimilitarista) che abbassano un po’troppo i toni. L’album comunque offre un ottimo compromesso anche per chi non vuole sporcarsi troppo con i colori di certa politica!

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By Rigablood

Musica dal sottofondo e nuove espressioni musicali

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La band al completo

Dopo tutti questi anni coosa vi haa spiintoo a ritornare insieme per scrivere della musicca nuuova? Tutto è nato quasi per scherzo ascoltando le cassettine con le registrazioni fatte in sala prove 10 anni fa, ci siamo detti: però che bei pezzi perchè non proviamo a registrarli bene? Non era assolutamente nostra intenzione scrivere canzoni nuove ma con il tempo ci siamo resi conto che tante cose fatte allora non ci appartenevano più. Abbiamo cosi iniziato a lavorare per migliorarle quanto fosse possibile ma siamo arrivati alla conclusione che forse era piu logico scrivere dei pezzi ex novo, nel disco infatti si puo dire che solo un paio di canzoni siano sopravvissute a tutti questi anni di oblio Un 7” lasciato ai poosteri e un fulll lennghht imminente cui quasi sicuramente non faaràà seeguitto unn touur proomozionale di grossa mente da questo lavoro? rilevanza, cosa vi asppettaate sinncerram Come ti dicevo la cosa è nata per scherzo senza nessuna aspettativa e senza nessuna pretesa, l’obbiettivo era quello di registrare le canzoni di un tempo per far contenti noi e qualche vecchio fan; tutto quello che accadrà in futuro sarà un qualcosa in più, noi siamo già contenti cosi Rispetto al vostro esoordioo, lee innflflueenze musicali sono indub-

biamente cambiatee, un fattoore di matuurittà intellettuale, onestà mpliccemennte dii creesccitta artistica? compositiva o sem Il nostro esordio ormai risale a piu di 10 anni fa’ il passare del tempo ci ha cambiato per fortuna, non solo nell’aspetto ma ha cambiato anche il nostro modo di sentire, ci ha resi più esigenti e piu liberi di fare cio che ci pare. Tanta musica che si ascoltava una volta non ci trasmette piu niente, e ci siamo fatti influenzare dalle cose piu’ diverse e quindi ovvio che anche il nostro modo di scrivere pezzi sia completamente cambiato, personalmente credo che la musica sia una di specie scienza che per potersi esprimere deve alimentarsi sempre di nuovi stimoli e di nuove idee, e poi non ho mai fatto della coerenza una bandiera in nessun ambito, per poter andare avanti è necessario cambiare e stare al passo con i tempi, odio i gruppi che suonano la stessa canzone da 20 anni o che ripropongono la solita formuletta ad oltranza Quanto determinanntee è statoo l’avver avuutoo a disposizione uno studio di registrazioone profeessioonaalee add oltranza, se non fosse stato così credi chee avreste otteenuutoo gli stessi risultati? L’idea di ritrovarci dopo tanto tempo è nata proprio dal fatto di avere a disposizione gratuitamente lo studio di registrazio-

ne senza il quale non avremmo neppure cominciato. I vantaggi di comporre in studio sono enormi: innanzi tutto si evita di spaccarsi le orecchie (e non solo quelle) in sala prove, ma soprattutto si puo trasformare quello che si ha in testa in suono in tempo (quasi) reale, si puo quindi avere già ben chiaro da subito quello che può essere il risultato finale, senza rischiare di prendere degli abbagli o peggio ancora di litigare solo sulle impressioni Quanto tempo e quuali diffficoolttà avete inncontrato nel mettervi d’accordo su orari e metodoologiia di lavvoro visto che ad oggi mpegnnato in altri progetti? ogni membro dellaa bandd è im Questo in effetti è stato un bel problema, aver a disposizione la band una settimana sì e 3 mesi no ha dilatato enormemente i tempi di produzione, non ti nascondo che mi sono chiesto piu’ volte se sarei arrivato a fine lavoro. Ritornare sugli stessi pezzi a distanza di molto tempo è stato spesso noioso e pesante ma è servito a non farsi prendere dal troppo entusiasmo e a vedere il tutto sotto prospettive sempre nuove e differenti tra loro Fulvio, il drummer vieenee connsideeraatoo un turnista o farà parte in futuro delle lineuup efffettivva? Fulvio è un vecchio amico di Ale (il bassista) non è mai stato un turnista vero

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Intervista & Fotografie Rigablood

Music ITW Italia

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BAMBI CAB 9 nel park di ALLEGHE | a dx ROBY

Dove e quando seii naato? Il 6 settembre del 1980 in un piccolo ospedale di Asolo in provincia di Treviso, anche se vivo a Bassano del Grappa sin dalla nascita... e a dire il vero sono pure felice di non essere un puro cittadino bassanese... la città sarebbe anche bella se si eliminassero gli abitanti... Come è iniziata la tuaa stooriaa di fotograffo?? Ho iniziato a skateare sin da piccolo e a 15anni mi sono completamente distrutto i legamenti e il menisco di un ginocchio flippando da otto gradini... ero troppo piccolo per essere operato e così nell’attesa ho passato due anni a dilaniarmi pure la cartilagine... e nello stesso periodo le confezioni del Dixan ti regalavano la macchina fotografica orizzontale da detective... così. E dallo skateboard allo snowboard il passo non è poi così lungo... Dove hai guadagnaatoo i primi solddi coon la fotografia? Soldi?! Beh..., se si parla di “guadagni” allora fotografando due persone che si dicono di sì a vicenda di fronte ad un’assurda promessa che in quel momento considerano eterna... ma cameraa fotoografica? Quale è stata la tuaa prim Dopo quella del Dixan? Una Olympus 300 che mi è stata

rubata dopo qualche mese... quando i carabinieri mi hanno telefonato per farmi sapere che avevano trovato del materiale rubato in casa di alcuni marocchini, davanti al tavolo della refurtiva ho fatto finta che mi avessero preso una Pentax P30t... ha funzionato... Perchè hai iniziato a fotograafare loo snowboard? Perchè con le ginocchia che mi ritrovo non posso più permettermi di skateare e la tranquillità e il silenzio della montagna ancora oggi riescono a donarmi una pace interiore difficilmente descrivibile... in montagna, non so come dire..., respiro. E poi perchè mi permette di starmene più tempo possibile sopra una tavoletta... Quale è stato il tuoo primo sccattoo pubbbliicato? Sai che non me lo ricordo?! Forse su uno dei primi Baco... o forse su Freestyler... o forse un piccolo check-out di Francesco Pia su Snowboarder.... Cosa rispondi quanndoo tii chieedono peercchè non fai il fotografo di moda? Rispondo che preferisco continuare a vivere come sto facendo, con pochissimi soldi in tasca e con le poche entrate che mi permettono di sopravvivere, ma con la sicurezza di

svegliarmi alla mattina con un sorriso. Da quando sei proffesssioonistta? Alla voce professione sulla carta d’identità c’è scritto “fotografo” da qualche anno... ma l’ho fatto scrivere solo perchè “alla ricerca” non me lo lasciavano mettere... Hai studiato fotogrrafia o sei un faii da te? Non so se l’ho mai “studiata” a fondo, ma ho fatto l’istituto d’arte di grafica pubblicitaria e fotografia e stavo attento alle lezioni... mi piaceva e mi sono appassionato, anche se non so ancora se sono portato o meno... ma non smetterò mai di studiarla, considero importantissimo l’apprendimento, la conoscenza... credo che la conoscenza e la tecnica rendano liberi. Il casino è unirle al talento che non so se possiedo... Perchè il mestiere del footograafo è diiverrsoo da quello del filmer? Non credo sia così differente... forse il lavoro maggiore del filmer è pensare alla parte successiva, a quello che viene dopo, alla totalità del concetto che vuole esprimere... il fotografo, credo, deve invece saper raccontare una storia attraverso una singola immagine, un singolo attimo che vive in quel momento... deve fermarlo e dare ad esso un senso, un qualcosa, un motivo, una ragione, una storia... credo che uno scatto senza storia non risulti altro che una foto da turisti. La storia è ciò che differenzia i filmer e i veri fotografi dai turisti.

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Intervista Denis Piccolo

People ITW Photographer

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Intervista & Fotografie Giovanni Marchesi

Nome: Marco e Cognome: Silvestr . a Pin e: om nn ia, Skullcandy, Elm Sopra e, Switchshop, Sp lic Sa re, nfi Bo , on Sponsor: Salom . ard, Snowboard Hobbies: Skatebo a mm ma lla Pizza de Piatto Preferito: y. lad k : il Pin Vomito Se Bevo : La mia Donna Preferita Rock to Fakie brother Enry My : Miglior Amico n ma red n ma d : metho Gruppo Preferito igno Liv : rito efe Pr ot Sp : 13 ard Anni Di Snowbo e on Cim rt: Home Reso ofy Go fy: oo -G Regular Stance: 62 Angles: +18; -9 1 Trick Preferito: Bs Cab 9 e: rar pa Im l 8, pipe 5. Da Trick pllinaa: Jump 7, rai ipl ogni disccip a 1 100 in og da to mbù perchè è un vo ba un in tti a Da im e: Tavola con an be b e r a s me co l 5 e grafica fluo. Il tuo promode tail, lunghezza 15 rbida su nose e mo o, sim ris ge . legno leg trao, Scotty Lago nieroo Preferritto: Ma o in park ? gir Rider Italiano/Stra un fa Si : o to rito ri refee a al tuoo ridder pre Fai una domand mo! daa: Certo ! Andia n a m o do a ss ste Rispondi alla Kr o atter uto in Itaalia: Filipp uto assoluut Rider più forte in zo ren Buzzoni. owboard e lutato inn Ittaliia: Lo crescita dello sn Rider più sottova a ana: Right per la i li l a ta ita a n e c sc dis lla ne esta ciplina. Right Or Wrong to generale in qu arso investimen sc lo r pe g on . con amici del livello, Wr ato: Relax in casa dat wboarda er snow cio alla mia. fac Cosa fai dopo av e ch o ell ale: Qu doonnaa iddeaal ale: Nulla. tua a all ti es far laa tuua donna ide Cosa amiico see foossse o u t l e d a nn do cibo, sport, Cosa faresti alla , amici, famiglia, ertimento, snow Div : r: pe ere viv to !! Vale la pena di vivere per tut allegato te…vale la pena Magari un lavoro ! viaggi, sesso, fes ard bo ow sn nte me ura Sic ni: an Cosa farai tra 10 alla tavola. ordinata. sere una persona Miglior Pregio: Es troppo ordinata! na rso pe a un Essere scirei nemmeno Peggior Difetto: ti Eh??!! Non riu saa sareestti? os c r e d r rde a oa b ow sn Se non fossi uno le ! nulla è impossibi a immaginarlo !! PRO?? Nella vita uperr PR su n un ai ter en div Pensi che 16-03-2009 10:08:43


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Intervista & Fotografie Rock in the Middle & Gigi Amore

ttia Nome: Nicolò Ma ini Cim e: Cognom ng (SB) Soprannome: Ba hbury e Flux ElmCompany, As c, Sponsor: Omati ingere dip re, ata ’amore, sk Bs360 disaster 5-0 to Bs180 Out Hobbies: Fare all a di Stefy iol za piz a all scarpocarne La : ito fer pre pipì….. dentro gli Piatto imo faccio tanta ss ma al e cil fi dif È Vomito se bevo: ni di Daniele La Stefy Donna preferita: e rvaggi di quartier se I : ico am Miglior nte de borgata Ge e ys bo ce : Tru Gruppo preferito a ce tutta la music comunque mi pia o e da scoprire ov nu è e tto ciò ch Spot preferito: Tu :7 oli Anni di snowboard e e Alien ad Ovind up a Campo Felic Sw : ort res me Ho ofy Regular-Goofy: Go . tutto lì il trucco… Sta s: gle An Stance e bene sul momento e sc rie mi e ch ello parare Trick prefrito: Qu smette mai di im dicare e: Infiniti. Non si sono bravo a giu n No Trick da imparar naa: i inn oggni disciiplii c e ie d o al a ttiv o un rea e da l tai Datti un voto rbido sul nose e sarebbe: 154 mo me co l de ta mo let lla so Il tuo pro tto disegnato su Wall skate visto da so straniero Eddie er, centro con uno ub Gr no lia Ita itto: r er f e ef r p o ier ino ran o un grapp ? Rider italiano/st ri o: Ci prendiam refeerito er pre d id rid o tuo al a nd d’una Fai una doma dai, ma pure più ssa doomandaa: E er Rispondi alla ste att Kr o ipp li : Fil uto in Itaalia uto assoluut Rider più forte in ico Albertino am o mi Il muo: ato lut ena italiana si sta Rider più sottova a: Right che la sc na a ia l a ita e ci naa e ch c sc g lla on ne wr , g on lità Right or wr po’ di professiona zz…. ncia a vedere un zz mi az co un si e no ne co be pis vendo olte che non ci ca e oppure ppe persone coinv board per le strad sono ancore tro An : o to cora snow ato rdat o b w ow sn er av ant’altro.. Cosa fai dopo playstation e qu use con birrino, rché ce l’ho pe chill out in da ho cio fac ale: Già lo doonnaa iddeaal : Farei finta tua a all ti es far ua donna ideale Cosa ico see foossse laa tu mi a o u t l e d a nn do Cosa faresti alla a rno di non conoscerl la giorno dopo gio ere per:: Goderse viv di na Vale la pe

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Intervista & Fotografie Denis Piccolo

Nome: Marta Cognome: Negri sono la Zia. ta, ma per tanti Soprannome: Ta Sponsor: VANS e tavolette Hobbies: tavole pesce : rito Piatto Prefe troppo : vo Be Se Tania Detomas Vomito lcini, nello snow : Rita Levi Monta rita efe Pr a nn Do che uretta la Becks e la La canzoni dei video Migliori amiche: playlist ci sono le lla ne . ard più bo di ow :Per fare sn eo che mi gasano Gruppo Preferito le canzoni dei vid no so ci st yli pla .Nella mi gasano di più gna per il freeride ax per il park e Ala La : rito efe Pr ot Sp ard: 10 Switch BoardSlide on the Fiat Qubo Anni Di Snowbo rdonecchia Ba rt: Home Reso ooooofy Regular-Goofy: go Stance: 60 Angles: + 15 - 12 180 pipe Trick Preferito: bs a girare bene in sui rail, 8 in vorrei imparare e: rar pa Im p, 5 in pipe, 6 1/2 da jum i Trick su 4 : a na i pli ipl c s isc d i n g og n in 10 a 1 Datti un voto da de e 156 per il freeri freeride ttivo per il park sarebbe: 150 rea me co l e de Ric mo vis Il tuo pro ippo Kratter e Tra niero Prefferittoo:: Fil prossimo video? chiamerà il tuo si Rider Italiano/Stra me Co : to: rito e f prre r e de i r tuo al a pigeon?!?!!? Fai una domand ghts?! …like a spero contissa domanda: Fli Filippo Kratter ma io Rispondi alla ste bb du a nz se : a a: i li a t I n in o perché penso assolutto Buzzoni e Grigis Rider più forte in , Cianca, Munni, on Sim o gn pe n im nuino a girare co no to. rider che non fan abbiano del talen diversi, penso ai no so ne Ce : a i li l lutato inn Itaa Rider più sottova do. ltura. e stanno crescen ch kie roo ai e ci sia poca cu gare o . a: mi sembra ch n na a i ali t i a n e sc in generale relax nella io, g gg on sa Wr as Or rom ht l’id Rig ato: il top resta da d r a oa b w ow sn er Cosa fai dopo av etching… a fare sempre str ne Dovrei imparare rrei farlo stare be vo : e le a e d i o n starebbe uomo o uoomo ideale: no tuo l i Cosa faresti al tuo e s s o os fo e s a ic m a a u t a la l de mo Cosa faresti all’uo ! con la mia amica per far per: tante cose. mini in giardino Vale la pena vivere rf e metterò una su al rò da mi anni: Cosa farai tra 10 mbini ba ei mi i are ate sk buona no so Miglior Pregio: credo o buona… pp tro ?! Ahahah…bhe o: ett Peggior Dif ti Perché lo sono restti? sare a s o co e r e d am rd a Te o e bo tyl snow e per FIAT Frees Se non fossi una la comunicazion ort marketing e sp lo i ire gu se e ch ? ;) Quiksilver rché non lo sono a super PRO?? Pe un ai ter en div e Pensi ch 16-03-2009 11:57:43


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MATTEO ZAPPATERRA gasa la sua Drake nel park di Prato Nevoso

Che Tavola Usi? Drake DF1 Per quale motivo hai scelto propprioo queella? Perchè si adatta da dio a tutte le situazioni e in qualsiasi tipo di terreno. Dimmi qualcosa suul flflexx e suullle caaraatteeristiche della tua tavola? E’ una tavola abbastanza mordida ma rimane lo stesso molto reattiva, ed è molto efficace negli atteraggi, si pianta giù e non va via, figo. Su che tipo di terreenoo preferissci ussarlaa? Personalmente preferisco usarla nei park impegnativi, come ad esempio sulla linea XL del Snowpark Mottolino a Livigno, un bel test girare su quei salti. A che tipo di rider la connsigli?? La consiglio ad un rider esperto che vuole andare grosso, ma anche un rider alle prime armi perchè è una tavola completa da tutti i punti di vista. Cambi misura per i varii terrreni?? Certo!!!! E’ fondamentale per il tipo di style che vuoi ottenere.

Quanto importantee è la grafifica nellaa sccellta di una tavola? Bhe...un pò si, anche perchè se devi vederla tutti i giorni un pò ti deve piacere, ma in questo Drake mi ha sempre soddisfatto. Cosa pensi dei proomodeel?? Per i rider è una figata. Vorresti averne unoo tuo? Ovviamente, a chi non piacerebbe. Come sarebbe, lunnghezza, laarghezzza, flflex, caratteristiche e grafica. Sarebbe esattamente come quella che uso ora, mi trova da Dio, invece sulla grafica la personalizzerei, ma ci dovrei pensare un pò. Negli ultimi anni chhe difffereenza haai trovvato nell’evoluzione delle tavole? Si sono evoluti molto i materiali per un minor peso e le sciancrature per migliorarne l’assetto si determinati terrain, ad esempio la struttura a banana per la fresca, l’evoluzione sarà continua. Quante tavole romppi durantee una stagiione? Generalmente 2 o 3, usandole tutti i giorni ad un buon livello

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Intervista & Fotografie Denis Piccolo

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le metti a dura prova. Rompi più tavole o tii rompi più te?? Figurati! Ci tengo troppo alla mia persona. Ti hanno mai incullato una taavolaa fuoori dal bar? No, fortunatamente non mi hanno mai inculato la tavola, sto sempre molto attento, cerco sempre dei posti sicuri e da dove posso vederla. E tu ne hai mai incculataa unaa? Sinceramente non mi è mai passato nemmeno per la testa, e non lo farò mai.

Board Check Prato Nevoso

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PHOTO : DENIS PICCOLO SPOT : GAVERLAND SNOW BASE NOME & NICK NAME

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PHOTO : MURIO SPOT : VAL DI LUCE

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IMMAGINI MURIO

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danny davis_sw bs 720 Come ogni anno ecco che si ripresenta l’evento europeo di snowboard più cool con l’aggiunta che i Beo quest’anno hanno spento dieci candeline e per me è un vero piacere potervi raccontare i momenti salienti di queste fantastiche giornate. Non vedevo un’organizzazione così perfetta...E’ stato fantastico vedere Jake Burton che abbracciava il suo pupillo Shaun White anche se è arrivato terzo nella finale di slopestyle con tanto di “vaffanculo” a un filmer che lo riprendeva e che lo seguiva in follow! Ma veniamo alla competizione vera e propria che nello slopestyle ha visto giocarsi tutto nell’utima run. Spine logjib, wallride, downrail e downbox, halfpipe e kickers creavano un percorso perfetto per delle run da paura. Shaun White (USA), campione del 2008, avrebbe vinto anche quest’anno se non fosse caduto nell’ultima run e se Danny Davis (USA) non si fosse aggiudicato il primo posto con backside corked 360 handplant sul logjib, alleyoop rock’n’roll slide sul wallride, switch backside lipside sui rail, un fantastico switch backside invertito 720 nosegrab, un backside 720 mute grab in pipe switch backside 900 mute, frontside 1080, 180 sul roller e infine cab 900 crail nei kicker. Nelle donne Lisa Wiik (NOR) si è imposta con un frontside 180 nose tap e un frontside 360 sul wallride e un 50/50 nosepress sul down box, frontside air e backside invertito 540 in halfpipe, e ancora backside 540 mute, frontside 360 e backside 360 indy, facile capire che questo le è bastato per imporsi sulle altre due pretendenti allo stesso titolo, Sina Candrian (SUI) che è arrivata seconda e Kjersty Oestgaard Buaas (NOR), terza.

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Slope 1°danny davis 2°peetu piroinen 3°shaun white Halfpipe 1°kevin pearce 2°shaun white 3°iouri podladtchikov

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PHOTO DENIS PICCOLO

shaun white_bs rodeo alleyhoop La prima giornata si è chiusa con la serata al Rider Palace e con diverse birre al seguito, grazie all’imposizione di Denis contro me e Murio che non avremmo disdegnato buttarci sul letto.

dato veramente il massimo. E allora ecco cosa ha fatto per vincere un’altra volta: enormi Crail e McTwist, frontside 1080 tailgrab, cab 1080 seguito da un perfetto frontside 900 per concludere la sua prova con un superstiloso frontside grab.

La seconda giornata a Laax la competizione di halfpipe è stata altrettanto spettacolare ed ha visto vincere due americani: Kevin Pearce nei maschietti e Kelly Clark tra le girls, entrambi già vincitori nella scorsa edizione dei BEO. Kelly ha voluto stupire i giudici cambiando il tipo di esibizione ad ogni run e il suo stile così vario l’ha portata di nuovo sul gradino più alto di un podio tanto ambito. Anche nella finale maschile di halfpipe Shaun White era dato per vincitore, ma non ce l’ha fatta contro Kevin Pearce che, nell’ultima run, ha

Che dire? I Burton European Open hanno festeggiato davvero alla grande il loro decimo compleanno in un clima di grande competitività, ma come sempre anche di…grande voglia di fare festa tutti insieme!! Paolo Salvatore

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Air+Style_Innsbr uck

1°colin frei 2°petuu piroinen 3°olivier glitter terje haakonsen_incredible bs air sequence 33-64.indd 15

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Dopo esserci incontrati a Milano io e i miei compagni di merende Denis e Murio ci dirigiamo verso Innsbruck, la città dove si svolge il contest più famoso d’Europa, il Billabong Air & Style. Arrivati a destinazione, mi trovo davanti ad una scena che non rivedevo dall’ultimo concerto rock al quale sono andato. File di ragazzi che sin dalle prime ore del pomeriggio affollano le vie di Innsbruck diretti verso lo Stadio Bergisel. Fatti gli accrediti, e dopo aver camminato 10 minuti a circa zero gradi, arriviamo dove è posizionata la struttura con il quarter pipe più alto del mondo, ben 12,2 metri ed una rampa di 150m. Col passare del tempo l’arena si riempie e inizia il training; la temperatura si abbassa notevolmente, mentre gli animi iniziano a scaldarsi. Vedere 13.000 spettatori con un tifo da stadio (di calcio) tutti lì per assistere ad una competizione dello sport per me più bello ed importante è stata un’emozione unica! Il vincitore del Billabong Air & Style Innsbruck Tirol 09 è Colin Frei (SUI) grazie ad uno silosissimo mctwist indy grab da più di 6 metri di altezza. Il secondo ed il terzo posto della competizione sono andati rispettivamente a Petuu Piiroinen (FIN-backside 540 mute grab) e a Olivier Glitter (FR-mc twist japan). Il secondo classificato Petuu Piiroinen, sfiorando i 9 metri di altezza, si è aggiudicato anche il noto premio Nokia Highest Air Award. L’atmosfera che si respirava, l’altissimo livello dei rider, la perfetta visione del contest da ogni punto dello stadio grazie all’alta definizione dell’enorme videowall, ma anche i concerti di Mando Diao e Deichkind hanno reso la serata una di quelle difficili da dimenticare. Viva Pupi. Paolo Salvatore

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Vincitore assoluto è stato Chris Soerman (SWE) dopo un testa a testa che ha tenuto tutti fino all’ultimo con il fiato sospeso durante una freddissima serata con il termometro ben oltre sotto lo 0. Il tutto presso il fiume Spoel, in centro a Livigno, luogo in cui si è svolta la finale del River Jump edizione 2009. Ma il mattino tutti al Mottolino Snowpark per la spessissima gara di Slope dove i rider, di cui molti italiani, si sono confrontati con parte del meglio della scena europea. Dopo giorni di brutto tempo, come per magia si apre un cielo blu cobalto per la gara su al park del Mottolino, sempre in perfette condizioni, moltissimi i partecipanti e pregevole il livello, direi da guida “Slow Food”. Yale Cousino (USA), vincitore della scorsa edzione del RiverJump, si è aggiudicato quest’anno la finale dello slopestyle con una run spettacolare: è partito con un cab 270 in 270 off sul pic-nic table, per passare a un back lipslide sul street down rail da 13 m, un ampio cab 900 sul primo jump e ha concluso il tutto con un enorme backside 900 sul secondo jump “Sono felice di aver vinto uno Slopestyle in cui il set up era così buono e divertente e il livello di riding davvero alto!”. Niki Korpela (FIN), 17 anni, ha vinto anche il titolo di Best Rookie, impressionando giuria e pubblico con due trick da incorniciare: frontside 1080 e backside 720 sui due grandi jump finali “Sono stracontento di questo premio, soprattutto perché non me l’aspettavo, è stata una stupenda sorpresa!” Mi sa che di lui ne sentiremo parlare.

filippo kratter_tailgrab

All’imbrunire tutti nei pressi del fiume Spoel, dove i migliori 8 dello Slopestyle hanno incontrato i 12 pro invitati per la sfida del vero e proprio River Jump. Dopo essersi confrontati con trick davvero spessi, i 1000 erano all’ordine del giorno, i “superfinalisti” sono stati Mark Sollors (CAN), Chris Soerman (SWE), Yale Cousino (USA), Christian Haller (Sui). Chris Soerman ha sbaragliato la concorrenza con una run bella incazzata: Frontside 1000 indy sul kicker da 18 metri, boardslide sul rail direttamente sul fiume e 360 sul bidone “Sono così gasato, davvero gasato! Il percorso era da paura e le strutture erano ancora meglio dopo il secondo reshaping. Il kicker dava una gran velocità per cui si arrivava al salto del fiume con una gran spinta che ti spingeva al massimo, fun! .. e poi la musica, il pubblico.. tornerò sicuramente l’anno prossimo!” Che dire...ti aspettiamo. Denis Piccolo

River_ 1°soerman chris 2°sollors mark 3°haller christian Slope_ 1°cousino yale 2°korpela niki 3°mustonen jonas 052

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Ci andavo spesso da bambino, i fine settimana a sciare, ora ci torno un po’ meno. È tutto diverso. I ricordi si affievoliscono col tempo, ma avvicinandomi alla meta piano piano si schiariscono e riprendono forma, ma non so mai esattamente di cosa mi ricordo. Flash. Forse però era l’altra valle e a Bardonecchia non ci ero mai stato, ma passavo spesso gli inverni, i weekend a sciare con i miei amici da queste parti. Forse ha cambiato nome recentemente…Di sicuro dopo le Olimpiadi del 2006 qualche cosa è cambiato, forse inveceè solo un’impressione. Per arrivare da Milano hanno pensato bene, invece di abbassare la linea della Tav, di alzare tutti i ponti. Così da creare un tunnel a cielo aperto, una scenografia da video Chemical Brothers, Star guitar, dove tutto è identico per chilometri e chilometri, noioso, dritto ed enorme!Lentamente le colline iniziano ad alzarsi, le montagne mostrano le cime sempre più innevate. Facciamo una pausa. Siamo in ritardissimo, l’aria è frizzante, fredda, il sole brilla, scalda gli spiriti ma non la mia giacca. Forse è ancora presto, ma di sicuro si prevede una giornata bellissima, quello che ci vuole. Caffè e via.Il paese è colpito a pieno da questa luce scintillante, che scioglie la neve a bordo strada, tantissima, il riverbero è accecante, c’ è fermento, macchine che vanno e vengono; casino. Oltre la montagna c’è la Francia, dove tutto è più ordinato, ma da questo lato, siamo ancora in italia, non c’è dubbio.Ho sentito di gente che in preda a istinti di fuga, durante le Olimpiadi, è finita in Francia e se ne è resa conto solo in dogana; convinta invece, di andare verso Torino. Dicevo, qualche cosa è cambiato…. Bardonecchia località Melezet.

aie benussi_fs air

Una jam session, su tutte le strutture del PARK per tutta la giornata, un contest di ollie ai piedi del pipe e, nel tardo pomeriggio, la chiusura con una session collettiva in pipe. Human flipper. La manifestazione ha visto la partecipazione di un centinaio di rider: dai migliori atleti della scena italiana fino alle leve piu’ giovani con l’invito aperto a girare a chiunque. Giorgio Ciancaleoni, Stefano Munari e Lorenzo Buzzoni hanno girato fortissimo in pipe, mentre citiamo Tato Chiala, lo stesso Lorenzo Buzzoni, Max Stampfl, Max Galfrè e Nicola Borella (lucido) per la session di jump. Sono stati gli atleti stessi a giudicare e premiare i trick migliori, riconoscibili da urla e schiamazzi da megafono, con banconote da 50 Iuteuro, poi cambiati in moneta sonante alla premiazione, per un montepremi totale di 3.000 euro. Le medaglie assegnate sono state: ORO: Lorenzo Buzzoni ARGENTO: Tato Chiala/Stefano Munari a pari merito SBRONZO: Nicola Borella Davide Calafà

nari

stefano mu 1° lorenzo buzzoni 2° tato chiala e sequence 33-64.indd 23

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IMMAGINI DENIS PICCOLO

1° josh shermann 2° tobias karlson 3° stefan karlson

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In Alto Adige spaccano, si sa... Ci sono bravi riders, gli snowparks sono al top, insomma la scena è veramente gasata! Anche i contest che organizzano non sono per niente male; tra l’altro, data la nota precisione dei sudtiroler, eventuali cene, feste ed intrattenimenti vari legati alle gare sono sempre interessanti... Appena saputo che avevo l’occasione di farmi un giro al Garden of Roses in veste di reporter, mi sono supervolentieri liberato dai miei impegni per il weekend, e sono partito alla volta dell’Alpe di Siusi con i miei amici fotografi Giorgio De Vecchi e Roby Bragotto. Immaginatevi la fatica di sopportare due persone che parlano nel loro gergo tecnico da fotografi, incomprensibile al resto del genere umano... Comunque le due ore di viaggio da solo con loro sono finite, e comunque gli voglio bene lo stesso! Arrivati a destinazione, Franz ci sistema in un accogliente hotel, un attimo di polleggio e andiamo subito alla cena tipica altoatesina (che si è rivelata ottima) dove troveremo tutti i rider e gli operatori media invitati. Ci sono un sacco di personaggi stranieri, attirati dal fatto che il contest è un 4star Ticket to Ride, quindi riveste la sua importanza, ed in più gli

sponsor mettono in palio un sacco di cash... Oggi ci sono state le prequalifiche open per assegnare i tre posti liberi per domani, quando si terranno la finale e poi la finalissima a 12. Questa sera a letto presto... Il set-up per la gara, shapeato dai Panettone Bros, è super. Nazi-box salita e discesa, kicker da 16, 20 e 18m in linea, ed in fondo un bel wallride. Bello impegnativo direi! I riders sono belli in pompa, si vedono belle linee, con 720 to 720 o addirittura 900 to 900. Peccato per il vento contrario che non dà tanto margine ai riders, molti purtroppo atterrano corti... Alla finale per decretare i 12 superfinalisti, in mezzo a un po’ di norvegesi, austriaci ed americani, la spuntano ben 5 italiani, cioè Simon Gruber, Stefano Munari, Marco Concin, Tobias Sherlin ed il rookie Lukas Valentini. Bene, no? Sono orgoglioso del loro risultato! Purtroppo il vento aumenta, rendendo quasi impossibile girare, e quindi le superfinali sono rinviate a domani. Non ci resta che gasarci a mangiare e bere grazie alla sapiente arte grigliatoria dei Panettone Bros, e soprattutto prepararci per il party di Carnevale, a tema ‘60 e ‘70, di stasera.... The day after... Tutti cominciano a riprendersi piano piano

dalla festa, ed i ricordi lentamente riaffiorano... Il contest per fortuna inizia tardi, e per fortuna soprattutto non c’è più quel guastafeste del vento di ieri. Oggi i riders si esprimono decisamente meglio, non hanno più il problema di arrivare a pelo sul landing, quindi osano di più. Sinceramente sono frastornato da tutte queste rotazioni, tendo a non capire più nulla, non saprei dire chi è in vantaggio sugli altri... Che gli 11 finalisti (uno non si è presentato al via) spacchino tutti è comunque fuori di ogni dubbio, come non è in discussione il super style di Simon Gruber. Arrivano le premiazioni, con tutte le interviste e le foto di rito, e vedo già tutti i presenti che si fiondano come degli avvoltoi al banco del bar per cominciare un’altra session di wurstel&birra. Sarei tentato di stare qui ancora un po’, ad abbronzarmi, mangiare e chiacchierare, ma i miei compagni di viaggio mi riportano alla dura realtà: abbiamo parcheggiato in divieto di sosta per fare prima, meglio se ci muoviamo per scongiurare una multa... Grazie Garden of Roses, mi sono proprio divertito! Marco “Rezza” Resenterra

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about

SIMON GRUBER “ho conosciuto bene Simon in California, condividendo con lui per molti giorni un letto da una piazza e mezza in uno squallido “motel6”. E’ sicuramente il rider con la maggior determinazione che abbia mai conosciuto, il primo a salire in park, l’ultimo ad andarsene, ama lo snowboard oltre la sua immaginazione, non si rende ancora conto di quanto è forte e di quanto ancora può migliorare. Qualcuno dice che ogni volta che lo incontra ha imparato un nuovo trick, altri si fermano a godersi il suo stile, io mi limito a fotografarlo, per la gioia delle mie lenti e dei nostri lettori”

FOTO & INTERVISTA DI DENIS PICCOLO

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Mammoth California - pics Denis Piccolo Simon, dove, quando è perché è iniziato tutto? Tutto è iniziato in un piccolo resort qui vicino a casa mia, io mi allenavo con gli sci per le gare, e vedevo i miei amici che andavano con la tavola, così nella pausa pranzo ho deciso di provare anche io, ma avevo le scarpe da ginnastica e non mi sono divertito un granché..avevo 13 anni. Per un anno ho ancora sciato poi mia madre mi ha regalato una tavola da snowboard per Natale, una tavola senza marca con 3 scimmie sopra, c’è l’ho ancora, un ricordo fantastico. Le collezioni tutte le tue tavole? Sì, quasi tutte...specialmente le prime, ma molte degli sponsor ho dovuto darle indietro, un vero peccato, ora però me le fanno tenere. Cosa rappresenta per te lo snowboard? Una passione che ora è diventato un lavoro. Se non fossi stato un rider cosa saresti stato? Sarei un meccanico, forse in questo momento stavo truccando una vespa. Era il mio lavoro prima di fare a tempo pieno lo snowboarder, mi piace, è divertente. Chissà che un domani non ci faccia un pensierino.

Sei tra i migliori rider della scena italiana, cosa ti manca o quanto ti manca per esplodere anche in Europa? Forse mi manca ancora un po’ di esperienza. Recentemente abbiamo fatto un viaggio insieme in California al Superpark di Mammoth. Che differenze hai trovato tra il loro snowboarding ed il nostro? Secondo me c’è molta più gente che è in grado di snowbordare ad alti livelli, la mia sensazione e che si divertono molto di più. In che cosa siamo fottutamente indietro in Italia? Sicuramente con il park, loro mettono a disposizione tutta la montagna invece noi un pezzetto di qua e un pezzetto di là, troppo poco, dobbiamo progredire in questa direzione, servono intere piste dedicate allo snowboard. Ti alleni moltissimo, sei sempre sulla tavola, è per migliorare o perché non puoi proprio farne a meno? Perchè non ne posso proprio fare a meno e perché mi piace da impazzire la montagna, non riesco a starci lontano, è un richiamo costante. Ti sto iniziando a conoscere sempre di più, perché sei sempre in mezzo alle palle....ti vedo dappertutto...la tua crescita è esponenziale, dove vuoi e dove puoi arrivare? Non mi sono posto dei limiti, cerco di sfruttare al massimo tutto quello che mi capita e poi me ne tornerò a lavorare veramente, vorrei fare magari il maestro di snowboard, il prossimo anno cerco di iscrivermi al corso, è un’idea che mi frulla nella testa. Non è un po’ limitativo che un rider come te aspiri a fare il maestro? Lo vedo come un’opportunità, un lavoro in più che un domani potrei fare e poi si guadagna bene. Quando un rider raggiunge un certo livello generalmente si trova davanti ad una scelta, partecipare ai contest oppure filmare e fare shooting in quantità industriali. Che vantaggi ti dà una scelta e quali invece l’altra? Ai contest si riesce a tirare su dei soldi che servono sempre, invece far shooting serve per la mia visibilità e per le mie aziende, ma ad essere sincero mi piace fare tutti e due, ma può capitare che invece una mattina non ho voglia di fare né uno né l’altro. Ma per il futuro sarò più presente nei video e sui mag, voglio concentrami maggiormente nelle photosession. Quanto è importante uscire nei mag e video italiani e quanto invece lo è uscire in quelli europei? E’ molto importante per gli sponsor e per la visibilità che ottengono, in questo momento voglio cercare di uscire maggiormente nei mag europei, in Italia ho già avuto molta visibilità. Sei molto legato alla tua crew Altotesina, quasi ognuno di voi non volesse staccare i cordone ombelicale che vi lega, come mai? Ci vogliamo bene, ci piace girare insieme, ci divertiamo. Si dice che quando siete insieme combinate poco, a differenza di quando siete distanti e producete risultati, conosci il perché di questa cosa? Sì è vero, si dice questo ed è anche vero, ma solo in fresca, lì litighiamo sempre, abbiamo idee diverse, forse abbiamo troppo confidenza uno con l’altro. Perchè ti chiamano “spadino”? E’ tutta colpa di Aie, perché un po’ di tempo fa ero piccolo e minuto fisicamente, ed ero ospite a casa sua a Cervinia, cucinavo, pulivo, facevo tutto, e a lui piaceva chiamarmi Spadino, non mi piace come soprannome.

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So che per poco ti è saltato il gancio per filmare con Isenseven, cosa non ha funzionato? Loro erano molto motivati a filmare con me, ma purtroppo non sono riuscito a trovare del budget per pagarmi la parte, ma se riesco a beccarli ogni tanto durante i loro shooting dovrebbero fami una piccola parte, questo non scriverlo perchè è un segreto :-) Chi è per te la persona più importante nel tuo cammino di snowboarder? Inizialmente Aie perché mi ha passato il primo sponsor che fù Santa Cruz, poi Alex di Fakie mi ha dato una grossa mano con Siusi, Dvs e vari contatti che senza di lui non ci sarebbero mai stati, e poi mi dà la possibilità di collaborare con il park di Siusi, che ci tengo moltissimo. Il tuo prossimo viaggio. Vorrei ritornare in America, sempre a Mammoth. Mi sono trovato benissimo ed ho imparato davvero tanto. Ti sei mai ispirato a qualche rider? Una volta mi piaceva molto Hampus, mi piaceva il suo stile, la sua precisione, il suo snowboarding. Quali sono gli interessi oltre allo snowboard nella tua vita? Mi piace arrampicare, mi piace andare in giro con la mia vespetta, la sera spesso esco e faccio festa, amo lo skate e la bici, insomma sono un ragazzo sportivo. Ci sono differenze tra la scena est e quella dell’ovest? Mi sembra che loro girino più in fresca e noi più in park. Meglio un trick molto stiloso o meglio un trick molto tecnico? Mi piace fare un trick molto tecnico con un bello stile, non mi piace chi fa un trick super tecnico come un 900 ma senza un minimo di stile, ci vuole il giusto mix. Qual è stato il giorno in cui hai avuto più soddisfazione nel tuo percorso di snowboarder. Lo scorso anno in America al Superpark con te e Filippo, quando abbiamo girato nel salto da 30 metri, la sera ero contento, sono andato a letto felice. Invece quello che vorresti dimenticare? Due settimane fà a Campiglio nel training quando ho preso una storta alla caviglia, ho rischiato di rovinare tutta la

stagione. Cosa ne pensi del livello italiano nello snow? E’ abbastanza basso, potrebbe essere più alto, forse i riders non sono così motivati, manca un circuito di gare serio, adesso è uscito questo Snowboard Challenge, speriamo! Nelle gare italiane vengono troppo spesso invitati solo i super pro, non si dà spazio ai rookie, quindi non si aprono le porte a nuovi rider. Cosa ne pensi dello Snowboard Challenge? E’ una cosa abbastanza figa, tutti hanno la possibilità di girare, mi sono divertito. Ma non voglio dire di più. Per progredire nello snowboard è meglio girare con rider sempre differenti o e meglio avere sempre la stessa crew? Io preferisco girare sempre con la stessa crew, mi diverto di più. Cosa ne pensi della nazionale? Mi piacerebbe entrarci per far delle gare, ma finora non ho ancora raggiunto un livello decente in pipe, devo allenarmi di più, ma comunque rimane un mio obbiettivo. Faccio fatica a trovare un pipe comodo per girarci ed allenarmi, sono tutti lontani, ma forse dovrei passarci un po’ di tempo dentro, chissà cosa ne esce fuori. Ti piacerebbe gareggiare alle Olimpiadi? Certo, dev’essere un’emozione incredibile. Che rapporto hai con i tuoi sponsor? Un ottimo rapporto, molto amichevole. Com’è deve essere il tuo park perfetto? Deve avere almeno tre salti in fila, minimo 15 metri, un po’ di rail per jibbare, con a fine pista delle ragazze che urlano il mio nome!! Ringrazia chi devi. Rigrazio la mia famiglia, la Sequence Crew, Arturo di Random ed invece Killer no :-), la mia ragazza, Forum, FourSquare, Smith, Dvs, Skull Candy, Fakie Shop, Elm Company, Alex Berger, tutta la crew degli Hobbit, i miei amici.

Switch Nosepress - pics Murio

Simon dopo le session californiane, sciolina e mail - pics Denis Piccolo 064

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LA MIA IDEA DI SNOWBOARD RUOTA INTORNO ALLA MORBIDEZZA DEI MOVIMENTI ED ALLA SINTONIA DEL RIDER CON LA TAVOLA. NON SI TRATTA DI STABILIRE SE L’UOMO O LA NATURA SIA IL NOSTRO PRINCIPALE PUNTO DI RIFERIMENTO, MA DI LASCIARSI TRASPORTARE IN UN MOTO DI APPARTENENZA AL MONDO STESSO. SI AVVERTE QUINDI UNO STIMOLO ALL’AVVENTURA SEMPRE PIÙ INCALZANTE; SI CERCA IL GUSTO DELLA VERTIGINE IN OGNI CIRCOSTANZA, L’AVVENTURA ROMPE INFATTI IL CICLO ORDINARIO DELLA VITA, CHE UNISCE ED INTRECCIA EVENTI, LUOGHI E PERSONE. E’ UN USCIRE DAGLI SCHEMI COSTRUITI A PARTIRE DA UNA RETE DI ABITUDINI E CONDIZIONI FORTI DELLA SOCIETÀ IN CUI VIVIAMO, ED UNA VOLTA FUORI SI VIVE IN UN MISTO DI INCANTO E PAURA. Con questo tipo di premessa poco importa quello che si è una volta messa la tavola ai piedi: pro, flow o principiante, l’importante è godere di quello che si fa, in armonia con l’ambiente. Ci sono persone fortunate che hanno una propensione naturale, stile fin dall’inizio, magari senza fare nulla di tecnico, ma esprimendo con energia la fusione tra sé, tavola e neve, natural player. Altri che, lavorando duramente, hanno comunque acquisito questa naturalezza a forza di discese, jibbing e quant’altro. Un ritmo, uno stile, un beat possono aiutare a definire l’ andatura di un rider, mentre una canzone, magari riascoltata per caso, rimanda spesso attraverso flashback, sprazzi di lucidità, e dejavù a viaggi ed esperienze vissute in modo intenso. Swiss Switch tratta di One week trip a Laax di Nike 6.0 ed è accompagnato da un beat molto forte, incalzante, divertente che esprime una carica positiva verso tutto quello che circonda… le nevicate, il sole, gli amici, il team, la gente intorno, ma soprattutto verso sé stessi. Lavorare a 15 sottozero è un’impresa difficile se non si è convinti ed orientati verso l’obiettivo finale, l’atmosfera del team era quindi forte di una stretta collaborazione tra i vari elementi, grande intesa, condivisione ma anche e soprattutto di divertimento con l’occasione di potersi confrontare e migliorare continuamente raggiungendo e superando i propri limiti. Nike 6.0 riflette un mood di vita che lega gli ambienti street alle varie realtà sportive, mood aperto e non focalizzato su un’unica disciplina, è presente nella scena snowboard, surf, skate, bmx wake, moto e mtb; non vuole essere un brand tecnico, ma rappresenta più uno stile di vita “with more smile and more style”, che si infonde tra i giovani rider delle varie discipline per questioni di stile, creatività, abilità. “Spawn tomorrow’s heroes of today”. E’ quindi in questo mood che gli atleti cercano di raggiungere la destinazione prefissata per la realizzazione di Swiss Switch”: Laax. Siamo abituati a vivere il viaggio solo a partire dal momento dell’arrivo a destinazione, ad esempio non viene contato nella nostra avventura il tragitto, siamo convinti che il viaggio in quanto tale inizi una volta già a destinazione: arrivo, scendo dall’aereo, aspetto il bagaglio, esco dall’aeroporto ed allora inizia il viaggio…sentiamo, ma probabilmente se riuscissimo a trovare un modo di far rientrare nelle nostre esperienze anche il “modo” di raggiungere la meta, vivremmo la questione in maniera diversa. Il viaggio non è solo la meta, ma come la si raggiunge. Mi raccontavano degli amici cileni che in Cile, appunto, è molto diffuso l’Hijacking, l’autostop, perché nelle abitudini della gente è ancora rimasta la consuetudine di dover viaggiare sempre in almeno due per macchina, per una forma di controllo durante la dittatura di Pinochet, e così ancora oggi la gente offre e riceve passaggi a sconosciuti

TRIP 0 . 6 E NIK

FOTOGRAFIE MURIO PAROLE DAVIDE CALAFA’

Plazy skeita nel corridoio del riders palace...

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Davide Vagheggi

senza nessuna inibizione…Pollice verso, significa… andiamo?? Ma in Svizzera, evidentemente non è proprio così; credo complice di questi fraintendimenti sia anche la rigidità del clima e la stretta osservanza di regole che portano le persone a non trasgredire usi e costumi consolidati. I tre rider, Ruggero Naccari, Davide Vagheggi e Daniel Plazy inneggiano allo scrocco di un passaggio con tavole e zaino, sotto la bufera di neve che si intervalla a timidi sprazzi di sole, per potersi avvicinare alla meta. Le reazioni della gente non sono quelle desiderate, chi bruscamente accelera per superare l’imbarazzo, chi addirittura risponde da dietro il finestrino con un altro pollice all’insu’, ma senza fermarsi o chi fa il segno di “peace” ma da dentro un Suv con vicino la solita Barbie super pettinata, si rischia l’investimento ma si cammina, con pollice all’insu’, congelando, ma si sa, in questo ambito possono passare ore prima di riuscire nell’intento o essere così fortunati da trovare qualcuno che animato da pura compassione apra lo sportello e carichi i tre routard. La giornata passa in un misto di gioia e sconforto, gioia al momento del carico e del passaggio, sconforto quando ad un incrocio bisogna scendere, nell’attesa, col pollice all’insù, di un’altra macchina. Il morale è alto ed in qualche modo i tre riescono ad arrivare a Laax riunendosi con il resto del team produttivo. La fatica ed il disagio dell’autostop vengono ricompensati da un’accoglienza calorosa all’interno del Rider Palace. Posto al di sopra di un laghetto artificiale che gode di un’ampia veduta su tutta la valle. L’architettura riflette la scelta dei materiali di dialogare con il contesto, i volumi

semplificati ma mai totalmente puri sono immediatamente riconoscibili. Vi è un’alternanza dei rivestimenti lignei e di enormi vetrate, cosi anche dall’esterno è possibile identificare le varie aree… accoglienza, Bar, Lounge, e la posizione delle camere. Corridoi dalle luci fluorescenti di diverso colore per ogni piano conducono alle stanze. Le camere sono molto semplici e funzionali, ma estremamente comode, se non per lo sportello del bagno che privo di ogni sistema di ventilazione si sfoga direttamente verso uno dei tre letti, il soffitto di tutto l’edificio è realizzato in pannelli di cemento imitando la disposizione delle tavole in legno delle costruzioni rurali, in una sorta di pietrificazione industriale, che ben si combina con le trasparenze delle grandi vetrate a tutta altezza delle stanze, permettendo all’edificio di non creare meraviglia, ma di mostrarsi nella sua ordinaria concretezza . Rider palace si propone come una realtà attiva offrendo una serie di eventi, serate, party, all’interno della propria sede in concomitanza con la scena snowboard di Laax. Si prende posto, si spiegano le lenzuola, si aprono gli asciugamani, si svuotano le borse e ci si abbandona ad un po’ di riposo. Si inizia a creare quel cameratismo da gita scolastica: si invadono le camere degli altri,si usa il bagno degli altri, per via della finestrina sul letto, gli altri usano il nostro bagno, si gira in skate nei corridoi, si montano gli attacchi, si punta la receptionista… e si cena insieme. Il problema in un paese straniero può essere la lingua, ma non ho mai visto persone senza sapere una parola di quello che dicevano spiegarsi così bene. Mangiavo sempre quello che

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Davide Vagheggi INDY nella pazzesca fresca di Laax

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Plazy NOSEPRESS con stile, molto stile

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non ordinavo, ero l’unico, così presi l’iniziativa di assecondare le scelte degli altri in fatto di cibo, e alla fine arrivavano queste megaportate di patatine e roshty con carne succulenta guarnita con ogni genere di minchiata. La lentezza è una virtù di vita, anche al ristorante. Slow food, slow people, slow man. E’ normale come in un gruppo nascano spontaneamente nick, modi di dire e di fare, come si evidenzino abitudini. Così ci troviamo in compagnia di Slowman, sempre il primo e l’ultimo, Zanca con le sue sigarette che fanno ridere, Ace cinghia lotto, che post sbocco colma il suo vuoto con altrettante chips e cola... La prima sera si spende a girare in cerca di spot per rail notturni e qualche ripresa in street, occhi listo su tutti i corrimani e muretti, nevica… nevica… le ruote slittano. Speriamo domani ci sia il sole! La sveglia suona. Ne suona un’altra, e un’altra ancora…bisogna alzarsi, si aprono le tende della stanza, e … c’è nebbia, le nuvole sono basse…Il programma, come il prefiggersi una meta, innesca dentro di noi meccanismi piuttosto pericolosi, soggetti a continui affanni, abbiamo scelto un obiettivo in un programma da svolgere in un certo tempo. Una settimana di duro lavoro ci aspetta; meteo, spirito del rider e location sono le tre variabili per una session memorabile. Nevica, fa un freddo cane, il posto è comunque ricco di nuovi spot, ma il tempo gioca un brutto ruolo sullo spirito di gruppo. Dopo lo shock della sveglia ci si concede una ricca colazione ed è in quel momento che raggi di luce penetrano le nuvole ed iniziano ad illuminare la valle; cambia il mood, la reattività delle persone è impressionante di fronte alla presenza del sole, c’è frenesia, si corre, si vuole andare in park; andiamo! Il sole illumina, e il riverbero sulla neve permette di stare in felpa, si inizia a girare, si scelgono una serie di jump come riscaldamento, il park è grande, un pipe gigante divide l’area in due, piccoli funbox, tronchi, rail compongono questa prima parte, mentre dall’altro lato del pipe, kick di 18 metri in sequenza prendono il sopravvento su qualsiasi infrastruttura, sopravvive un timido pipe più modesto del primo per forma e dimensioni ma ugualmente interessante. La scena snowboard in Swiss è ricca di personaggi interessanti, dal gestore del park, disponibilissimo per qualsiasi cosa, ai rider vari che senza troppe parole e ricami girano forte nelle strutture del park. Partenza, discesa, salto, la neve non tira molto, ma ugualmente si chiudono bei trick, come un bel 720 in park di Ruggero, la gente incita dalla seggiovia, qui la lingua conta poco ed è l’entusiasmo dell’incitamento che gasa i rider, che li spinge ad andare..andare…Si gira in pista, si trovano alberi da boncare, trick da chiudere in fresca, c’è energia. Il panorama è mozzafiato, le nuvole scivolano via veloci tra le gole e le valli dell’ intorno, le cime sono imponenti e graffiano un cielo limpido, pinete coperte di neve disegnano i fianchi delle montagne. La luce del sole radente accentua ogni dettaglio, vediamo ciò che avremmo desiderato vedere. Il primo giorno è sempre un misto tra prova, entusiasmo, novità e adrenalina. E così anche la sera dopo aver mangiato e riposato si riparte in cerca di altri spot per i giorni successivi. Il mattino ha l’oro in bocca, ma se nevica pesto, ha tutto un altro sapore, Delle tre variabili sopracitate ora la più imprevedibile resta il meteo, ci si ingegna comunque per poter sfruttare al meglio anche la situazione meteo meno adatta, girandola a favore per una serie di riprese in fresca. Varie risalite in funivia permettono una ricognizione aerea delle aree più interessanti, tetti di baite, linee in fresca lungo pendii vergini, boschetti, pinetti da boncare. Tutto viene poi valutato a terra, spesso tradendo le

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aspettative, in effetti dall’alto tutto sembra perfetto, si valutano i landing, o le posizioni per eventuali kick, si valutano i tetti delle baite… continua sempre a fioccare e la nebbia si rompe solo per alcuni momenti facendo filtrare la luce del sole. Dopo vari tentativi si trovano alcuni spot interessanti, e si inizia a costruire il kick, si tratta di una slashata sopra un pillow enorme di 3 mt di altezza, Davide cerca di saltarlo e ci riesce, atterraggio morbido, in fresca. Il pillow rimane così pieno di neve che Ruggero cerca comunque di tagliarlo in due e soddisfatto realizza la sua minislavina. Nel silenzio della nebbia echeggiano i boati delle esplosioni antivalanga quasi a monito che la montagna non può essere presa solo con una seggiovia, e vincenti trovarsi in cima. La nebbia è cosi densa che ci si perde subito lungo le piste per poi ritrovarsi in albergo. Laax è strutturata intorno agli impianti sciistici, molto ben organizzati, veloci e fluidi nel gestire le code, un comprensorio enorme con un park di tutto rispetto, ma si preoccupa anche di costruire qualche struttura a fondo pista cosi da democratizzarne l’uso. Questa ministruttura è costituita da due rampe di scale con ai lati due funbox e centrale il rail, posto di fronte al punto di arrivo dove sono allestiti i vari servizi per turisti con tutta una serie di bar e caffetterie che in serata sono aperti diffondendo buona musica su tutto il piazzale. Una costante di queste giornate è la neve che, variando di intensità, copre copiosamente ogni cosa ma per fortuna scivolando via dai funbox…Si iniziano a montare le luci, si decidono le postazioni, si preparano i cavi, si monta il crane ed iniziano le riprese, una …due….la neve rende più difficile ogni trick, ma si continua, non si perde un colpo… dalla montagna scende un gruppo di amici con degli slittini microscopici, velocissimi e saltano il cavo delle luci…già si prevedeva il disastro! Plazy chiude la session con un bellissimo XXXXXXXXXXXXXXXX che regala soddisfazione e da buonfinelavoro a tutto il team. Siamo tutti esausti, ma soddisfatti del girato, si divora un panino, si vedono le riprese, e ci si prepara per l’indomani. Si gira continuamente, si cercano spot, ma le condizioni meteo non aiutano! Troviamo una linea di pillow in chiusura di una cresta, ci sono i primi pini, è una fatica pazzesca salire fino in cima, la neve è tantissima, ma ogni passo è un brivido in più da provare in discesa, e allora si sale...si sale fino in cima. Mentre i rider salgono si prepara il campo base, si scelgono le angolazioni migliori per le riprese e tutte le prove del caso. Ripresi con uno zoom tele le sagome si distinguono appena per il colore delle giacche…intorno…camionate di fresca vergine, che disegnano una serie di pillow in sequenza. Il segnale di ok, si appresta la videocamera, si imbraccia la fotocamera ed il primo, Davide inizia a scendere... velocissimo…la neve è tantissima, ci si rende conto della quantità solo al vederlo sparire e ricomparire dopo un salto, sembra che i rider sbuchino dal nulla..da questa nuvola di neve che si creano, veloci, con stile chiudono uno dopo l’altro i loro trick sui pillow, a volte si cade a volte no, è un equilibrio precario ma la risposta di ogni rider è estremamente reattiva e ad ogni discesa si stacca la tavola e ricomincia a salire…ancora ed ancora. La gente incuriosita si ferma sulle piste ed osserva meravigliata da lontano tutte le evoluzioni. La giornata si consuma in un paio di spot, porta, sposta, smonta, rimonta, si crea un attivismo che si fa beffe del maltempo, si apprezza il lato bello del lavorare con entusiasmo solo se ci si è trovati qualche volta in difficoltà La sera si inizia a scalpitare, non si filma ma si vuole uscire, jacky e toblerone la fanno da padrone per alcuni, chi sviene sul letto per la giornata pesante, c’è chi

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Ruggero Naccari ROCK TO FAKIE in faccia al cemento

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trova un paio di tette finte, buona che il resto è vero, chi si imbuca dentro una camera, insomma chi cerca trova, i racconti del giorno dopo condiscono un po’ tutta la giornata regalando quel pepe in più che fa saltare ancora più in alto. Si cercano altri pillow, altre linee…altri spot, nevica ancora, le linee del giorno prima sono state cancellate. Si trovano altri spot, si inizia a costruire un kick di fronte ad un altro pillow enorme, si inizia a giocare, salti, trick chiusi, cadute, nuvole di neve, Davide chiude un backflip veloce e potente. Plazy scende dalla montagna facendo un po’ di curving in fresca, la surfata è potente, l’onda di fresca che si solleva è altissima, destra, poi sinistra, poi destra…Ci si sposta su un’altra linea, si vuole girare ancora su altri pillow. Abbiamo tutti sognato di essere Tarzan da bambini, ci piaceva identificarci con questo personaggio nudo,allevato dalle scimmie in mezzo alla foresta, era uno dei nostri idoli, volevamo essere come lui, imitavamo il suo urlo nella giungla; questo è sintomo dell’amore che tutti provano per l’avventura, ed il sogno dell’infanzia si concretizza in età più adulta in una propensione per un certo tipo di sport, estremi e spesso artificiosi, lo spingersi oltre. Scelta la zona si decide quale percorso scegliere per la ripresa, poi ci si muove. La salita a piedi è lunga, faticosa. Dalla cima i rider scrutano la discesa, lanciano qualche palla di neve per valutare la pendenza. Gli occhi vagano alla ricerca della linea perfetta ideale, valutando tra una serie di dinamiche e variabili, praticamente in automatico, forti delle proprie abilità ed esperienze. Davide scende per primo, veloce, sicuro, salta, ma in traiettoria, nel boncare un albero, perde stabilità e non chiude il trick. Ci riprova, ora conosce il terreno, sa dove e come staccare; parte , scende veloce, stacca altissimo, bonca il pino di prima, e chiude un bel 360 in aria atterrando al limite del landing. Uau! La giornata procede in tentativi, miglioramenti, prove continue, fino a quando la luce per filmare scarseggia… si rientra. Le previsioni per l’indomani prevedono miglioramenti. Così, forti di una bella giornata da sfruttare, si programmano gli eventi; al risveglio però ci sorprende l’esatto opposto, ha nevicato così tanto che non sono nemmeno state battute le piste, divertenti per girare free, con 30 cm di fresca ovunque (oltre a quella accumulata nei giorni precedenti) ma le nuvole basse hanno fatto sì che la maggior parte degli impianti restasse chiusa, a quel punto non restava che ritornare in albergo, ma presi da un’insolita attività ci siamo mossi alla ricerca di due street spot già intravisti per valutare di giorno e costruire di notte. Il primo purtroppo non offriva alcuna forma di atterraggio, tirava tantissimo, peccato! Il secondo invece era l’ingresso di un sottopassaggio su cui tentare un wall ride. Ci si prepara per intervenire la sera. Si montano luci, flash, si prepara il generatore. Si inizia a spalare, ci sono due trick possibili, un wall ride ed un pipe appoggiato ad una di queste pareti. Si prepara il tutto. La gente passa incuriosita, fa domande, osserva…Si inizia, si tenta con il wall ride, purtroppo non c’e’ abbastanza spinta, allora Plazy si fa trainare dal furgone per strada fino al punto di stacco, uno, due, tre tentativi ma non c’è abbastanza spinta, si riprova senza successo, è dura non riuscire in un evento tanto programmato, a volte non dipende dalle proprie capacità ma da una serie di fattori imprevedibili che non vengono mai tenuti in considerazione . Ruggero invece si è costruito un pipe a regola d’arte ed ora è il suo turno, parte, scende, boom, rock’n roll! Chiuso, allora si decide di sfruttare il trick per altre inquadrature e allora via che Ruggero su e giù continua a pompare il suo pipe! Si smonta ed è già mezzanotte, domani…dicono, ci sarà il sole Si avverte nell’aria una

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Davide Vagheggi FS 180 BONK

naturale propensione al caos, nei modi di fare, anche solo durante una cena, passando una fetta di pane si riesce a rovesciare bicchieri, bottiglie, far cadere tavole e alla fine, far cadere anche il pane stesso, stando seduto per non inciampare contro il tavolo con una naturalità degna di quello che si diceva a piè pagina…natural player… Caos è una forma di ordine. Geniale. La sveglia oramai collaudata ci porta ad aprire la finestra e….nuvole…maledette nuvole, è l’ultimo giorno e non abbiamo ancora visto il sole…Il destino è beffardo, il tempo di una doccia e la stessa finestra inquadra una scena totalmente diversa, le nuvole sfilano veloci spinte da un vento provvidenziale, si apre..si apre sempre di più, allora è vero, oggi c’è il sole! Montiamo il crane su al park…Il crane o gru è un sistema che permette certi movimenti camera soprattutto in altezza, per bilanciare sul braccio il peso della camera si posizionano una serie di pesi dell’ordine di 25, 30 kg. Tutta la struttura è in acciaio e portarla su in cima alle

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Ruggero Naccari SLASH dentro i muri ghiacciati del pipe 074

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Davide Vagheggi & Ruggero Naccari

piste è semplice, ma spostarla diventa ogni volta problematico.La disponibilità del responsabile del park di Laax è stata provvidenziale, un quad cingolato ci ha aspettato all’arrivo della funivia, per poter caricare tutta la strumentazione. La giornata era bellissima, meglio del primo giorno, il vento soffiava portando con se cristalli di neve che brillavano e si riflettevano alla luce del sole, come se costantemente avessi le allucinazioni…il sole!!! Il lavoro da fare è molto, si cerca di riprendere nella zona di salti e minipipe. Ruggero parte, bonca il tronco e chiude con una bella slashata sul pipe, da copertina, è gasato, non si vuole fermare, va, scende, salta, seguito a ruota da Plazy e Davide, i tre girano forte, su e giù, purtroppo i tempi di risalita della seggiovia impongono di rispettare un certo tempo tra una ripresa e l’altra cosi il nostro amico del park si offre di dare uno strappo per un po’ di giri ai rider…Il quad cingolato a nostra disposizione… beh, sembrava essere in un videogioco, purtroppo una serie di inconvenienti tecnici hanno imposto che solo uno dei rider riuscisse a girare per questa ultima fase e quindi su e giù, il kick era suo, rotazioni, 720....Bravo Ruggero, e nonostante avesse girato fino all’ultimo voleva ancora girare…Ci si concede un po’ di relax, una birra al bar in cima alle piste, la visione di un panorama che avremmo voluto vedere anche durante gli altri giorni…Silenzio. Il sole si è fatto vivo, abbiamo lavorato tutti duramente, il clima amichevole e di collaborazione nel team ha permesso a tutti di dare il massimo. Si carica e si riparte, due curve e metà furgone dorme, altre due e anche

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tutti gli altri cedono, sarà ma queste strade svizzere hanno un non so che di inpnotico… tutto questo luccichio… “Alessandro D’onofrio _ Anomalie della norma” “Può accadere in una fredda mattina di inverno mentre si passeggia assorti, in un’atmosfera densa, ogni cosa ci appare così nitida e definita da sembrare nuova. Ma non è un fenomeno prevedibile, può manifestarsi in ogni momento: ad esempio quando si sogna o si è ubriachi. Si tratta solo di un attimo. In queste circostanze si ha la certezza che quello che ci appare non sono dei semplici dati forniti da un occhio imparziale, si comprende che le immagini sono costruite dalla nostra mente. Essa, pur ricevendo un input, cambia improvvisamente l’interpretazione, la logica, fermandosi su significati capaci di disegnare nuove realtà alternative. Ci si arresta, allora, con un senso di vertigine sul limitare di un baratro: nulla di consolidato dietro le spalle, infinite possibilità di fronte. Il malessere passa rapidamente e altrettanto velocemente si torna alle certezze di sempre. Quello che rimane è un’ombra, un sospetto nei confronti della realtà che distrattamente ci siamo costruiti”. Il senso di tutto questo… è di non guidare sentendo gli altri col rischio di parcheggiare la macchina su di un’altra e poi in un attimo di lucidità, rendersi conto della realtà che distrattamente abbiamo costruito.

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DENIS PICCOLO MURIO ANDREA RIGANO MATT GEORGES ERIC BERGERI VASCO COUTINHO

Raccolta di immagini SIMON GRUBER FILIPPO KRATTER Mammoth California Photo Denis Piccolo

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[R ] GIGI CAPPELLO | Wallride Vezzena Vicenza Photo Andrea Rigano

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STEFANO CARINI | Monster Step Down La Thuille Photo Vasco Coutinho

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[R ] MATTEO BORGARDT | Stalefish GaverLand Italia Photo Denis Piccolo

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[R ] KALLE FRASSY | Drop Cervinia Italia Photo Cristian Scalco

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LUKAS GOLLER | Wallride Secret Spot Photo Matt Georges

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[R ] FILIPPO KRATTER | BS 360 Chile Photo Eric Bergeri

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ANDREA TORELLA | 50-50 Milano Photo Murio

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NITRO MISFIT

BURTON JOYSTICK

DC HKD DEVUN WALSH

FORUM SCALLYWAG

CAPITA THE GREEN MACHINE

La twin Misfit l’anno prossimo si presenterà rinnovata nella grafica, ma soprattutto nel flex con un camber più basso (camberlow) rendendola ancora più freestyle aiutandovi nell’andatura in jibbing. Se la monterete arretrata, avendo una buona reattività, potrete girarci bene anche in pista. Rispetto all’attuale sarà più morbida, disponibile anche la versione Wide.

E’ proprio vero, la Joystick di Burton si utilizza facilmente come la famosa periferica che le dà il nome! All Mountain freestyle con il sistema VRocker che la contraddistingue. Legno superfly 2 con fibre triassiali e Carbon Ibeam contro gli sforzi torsionali. Fianchetti 10-45 per una maggiore robustezza alle lamine negli atterraggi sui rail e disponibilità di misure Wide.

Quest’anno scorso la pecorella di Devun si è stancata a saltare tutti quegli ostacoli, l’anno prossimo infatti si rilasserà con una birra su una sedia sdraio dando vita ad una grafica particolare che ormai è diventata il segno di riconoscimento di questo pro-model. Alleggerita ulteriormente, darà la possibilità di raidare anche al principiante.

La casa capitanata da Peter Line ci presenta una tavola col sistema Chilly Dog (una sorta di VRocker ma dalle linee più morbide) che permette di jibbare alla perfezione avendo un ponte oltre lo zero. Rinforzata sul nose e sul tail in modo da far divertire negli atterraggi anche chi ha mangiato un po’ di più…

In casa Capita è stata partorita una nuova tavola che, sebbene studiata per il jibbing radicale con il flatkick per jibbare e raidare sui rail in boardslide senza puntare le lamine, potrà sbalordirvi anche in neve fresca grazie alla costruzione radius toolflat sul nose e sul tail… purtroppo Capita!

a cura di Paolo Salvatore

Boards & Bindings & Boots Panoramica di Mercato

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ROME GRAFT

DRAKE DF1

La Graft rinnovata nella grafica e nel flex è molto morbida facilitando l’utilizzo per il jibbing stretto; il sistema di lamine particolare brevettato da Rome evita le ammaccature sui rail. La casa costruttrice la consiglia anche ad un pubblico meno esperto e con misure di piedi fino al 44.

La costruzione twintip con lo shape direzionale molto reattivo la rendono facile da domare in pipe e su grosse strutture. La soletta strutturata consente, se sciolinata bene, di affrontare anche kicker grossi con poca rincorsa. Ottima la lega usata per le lamine. Sarà una delle tavole usate dal team.

UNION DANNY KASS TURBO

DC SILOH

FORUM SHAKA HERO

FORUM STUNNER HERO

RAIDEN MACHINE

NORTWAVE FREDOM

VANS ANDREAS WIIG II

Sequence Magazine 20 pagina 087

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a cura di Paolo Salvatore

Boards & Bindings & Boots Panoramica di Mercato

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GIRO REVOLVER

SMITH INTRIGUE GUE

SMITH I/OS

GIRO BASIS

OUT OF EYES

DRAGON MACE

OAKLEY SHAUN WHITE A FRAME

Sequence Magazine 20 pagina 088

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a cura di Paolo Salvatore

Googles & Elmet Panoramica di Mercato

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FORUM AARON VERGIN

BURTON THE WHITE COLLECTION

VOLCOM GIGI RUF JACKET

L1 FRUST BILLABONG SNAKE

QUIKSILVER CREPEL SPECIAL BLEND CIRCA DC LINEAR 10T IUTER COCRETE

NIKE 6. 6.00 MAVRC

VANS AV3

NIKE 6.0 AIR ZOOM ONCORE HIGH

QUIKSILVER REGAL HIGH

Sequence Magazine 20 pagina 090

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DC C SHINO SHINODA ODA

a cura di Paolo Salvatore

Wear Panoramica di Mercato

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WINTER 2008-2009

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FOTO & PAROLE MURIO

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Quando la scena di Pescara guarderà questa foto sfogliando il giornale, la Crew di Caramellone dovrà mettersi sotto per rimanere in scia con Paolo Salvatore e il suo stile. La sua ricerca a nuovi trick lo ha portato ad esibirsi in un sanchez-press, sotto gli occhi increduli di molte persone. In questa foto traspare l’essenza dello snowboard, Paolo dopo anni di esperienza in questo mondo riesce a rimanere sulla cresta dell’onda e al passo con i tempi, fondendo l’old school con la nuova era del jibbing. Ogni volta che io e Paolo ci troviamo su una pista di snowbard gli prometto di immortalarlo ma questa volta è riuscito a sorprendermi con un classico nosepress ad alta velocità e per un centinaio di metri sulla pista ghiacciata di Livigno.

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