Sequence Magazine 30

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SEQUENCE SNOWBOARDING NUMERO 30

FREE FEBB-MARZO 2011 - NR.30

TANIA DETOMAS












goodmorning MANUEL Tutti pensano che Manuel sia un fortissimo pipe riders, ma in realtà quando ci incrociamo nei vari shooting organizzati da Burton in giro per il pianeta, riesce sempre a stupire me e la mia camera con il suo stile e la sua ampiezza nei jump. Il motivo è semplice: Manuel va sempre e comunque grosso in ogni occasione! Questa sua attitudine nasce dal fatto che è gira nei pipe di mezzo mondo con i più forti riders del globo. PHOTO DEAN BLOTTO GRAY RIDER MANUEL PIETROPOLI FLACHAUWINKL - AUSTRIA



goodmorning BENKI Questa baracca si trova in un paese di nome Litsvyanka, sulla costa del lago Baikal in Siberia. Appena arrivati in questo villaggio, dopo 15 giorni di viaggio lungo la Transiberiana, ci siamo messi a caccia di spot e abbiamo notato che, proprio davanti al piccolo edificio c’era una collina con la pendenza giusta per permetterci di entrare ed uscire dalle finestre. È stata una session divertentissima, in un’altra bellissima giornata di sole in mezzo al nulla!. PHOTO ANDREA SCHILIRO’ RIDER STEFANO BENCHIMOL LITSVYANKA - SIBERIA



goodmorning LUKI Le sensazioni e la giornata di questo shooting è rimasta impressa nella mia mente oggi come allora. Le condizioni per saltare erano perfette, mentre la crew sistemava lo step down io facevo colazione dal baretto di Emy mentre tra un bombardino e l’altro scarrozzava gente su e giù per la stazione. Quando poi tutto era pronto e la luce era quella giusta, boom! Luki mi esalta con questo perfetto Bs 180° perché lo stile non si compra al supermercato. PHOTO DENIS PICCOLO RIDER LUKAS GOLLER ARGENTERA - CUNEO



edito “ Non vorrai essere solo lo spettatore di una vita da rider?” EDITO NICOLO’ BALZANI (EDITOR MANAGER) PHOTO ROBY BRAGOTTO RIDER MAX STAMPFL

“Cercando l’impossibile, l’uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.” Michail Bakunin

Guardando il cielo di Innsbruck mi vengono in mente queste parole. In quello stesso cielo che ora ospita nuvole colorate dal sole al tramonto, tra pochi minuti voleranno i rider dell’Air&Style, ragazzi che, inconsapevolmente, saranno i protagonisti di questi versi. Ad un contest del genere non si può semplicemente partecipare, bisogna raggiungere il limite delle proprie capacità, raggiungere l’impossibile per renderlo possibile! Guardando i rider che saltano da oltre 20 metri eseguendo Double Cork e rotazioni 1440, ritenute fino a qualche anno fa impossibili, mi rendo conto di quanto tutto dipenda dalle nostre capacità e dal nostro volere, di quanto siamo noi a porci dei limiti e come solo noi possiamo decidere di superarli. Se loro sono lì sulla rampa di uno degli eventi più importanti a livello mondiale è perché lo hanno voluto e sognato; e se io sono qui a raccontare la loro storia, quella dei vinti e dei vincitori, è perché anche io l’ho voluto e sognato; e se tu rider sei pronto alla tua discesa domenicale in powder, tanto desiderata per tutta la settimana, è per tua scelta! Non esistono sfighe e destini bastardi che possano influenzare il tuo cammino, semmai è vero quello che dice Seneca: “Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare.” Tutto dipende da noi! Tutto è nelle nostre mani, nelle nostre menti. Intanto il rider successivo salta chiude il suo trick e… avanti il prossimo, finché non arriverà il tuo turno di chiudere gli attacchi e saltare; dove e quando non lo posso sapere io, ma solo tu amico. E quando ti deciderai a farlo? Non vorrai essere solo lo spettatore di una vita da rider?



CREW LIKE SNOW? LIKE SK8? LIKE SURF? LIKEMILK.COM YOUR DAILY DOSE OF RIDING

EDITOR Denis Piccolo, Paolo Salvatore, Cristian Murianni DIRETTORE Denis Piccolo denis@jpgedizioni.com PHOTO EDITOR Cristian Murianni - Murio murio@jpgedizioni.com EDITOR MANAGER Nicolò Balzani nik@jpgedizioni.com ART DIRECTOR George Boutall george@evergreendesignhouse.com TRADUZIONI Chiara Grisorio WEB LIKEMILK.COM Enrico Santillo / enrico@jpgedizioni.com PHOTO SENIOR Andrea Rigano Cristian Scalco Roberto Bragotto DIRETTORE COMMERCIALE Paolo Salvatore paolo@jpgedizioni.com SEGRETERIA ABBONAMENTI Michaela Stefania CONTATTI ESTERI Martina Minetti FOTOGRAFI & FILMER Denis Piccolo, Murio, Andrea Rigano Alessandro Killer Miniotti Marco “Boiler” Boella, Arturo Bernardi Luca Benedet, Cristian Scalco, Alessandro Belluscio Luca Carta, Vasco Coutinho, Cyril, Andrea Fabbiani Eric Bergeri, Creager, Matt Georges THANX Martina Minetti, Litz, Giani Ramon, Marta, Fabrizio Bertone,Rachele Cantenne, la Fede, Jena, Dedde, Riccardo Miracoli, Antonio Sallustio, Diego. EDITORE JPG edizioni di Salvatore Paolo Piccolo Denis Cristian Murianni Via Colle di Andromeda, 4 65016 Montesilvano (PE) Tel. (085) 9151471 - Fax (085) 9151230 P.IVA: 01875110684 www.likemilk.com benvenuti@jpgedizioni.com STAMPA Grafiche Ambert Via per Chivasso, 27 Verolengo - TO 011.2495371 DISTRIBUZIONE FreePress SEQUENCE SNOWBOARDING rivista mensile registrata al tribunale di Pescara il 14/05/2003 al numero 173/5 COVER Tania De Tomas - Argentera Cuneo Photo Denis Piccolo



Hot Month The Oakley Artic Challenge Burton European Open Billabong Air&Style Nike 6.0 Air&Style Burn River Jump Heading North Corsica The Land of the Brave Tania De Tomas Interview Shots Remember

PHOTO DENIS PICCOLO RIDER STEFANO MUNARI ARGENTERA

Goodmorning Edito Collophone Contents Tommaso Lanza Check Out Danny Kass Proform Giorgio Ciancaleoni First Love The Shelter - Shoot The Dudes Nike 6.0 Stairset Battle Kronplatz Burn Rail Session Innsbruk Employee of the Mounth Gianfranco Battaglia Smith Subject Schlern 9 Siusi Freeride World Tour Courmayeur Vans Shop Riot Chiesa in Valmalenco Triks School Products

contents



TOMMASO LANZA “Lo street è molto più immediata e veloce come disciplina anche se molto sottovalutata” PHOTO GEORGE BOUTALL ITW DENIS PICCOLO

Presentati. Sono Tommaso Lanza ho 21 anni, studio Architettura a Torino, vado in snowboard. In estate, vivo la città con la bici e, quando posso, vado anche in surf. Raccontami la tua storia di snowboarder. Sono un ragazzo di città che vive la montagna nei fine settimana. Credo di essere un tipo semplice che si vuole divertire, in fondo questo è il segreto di tutte le cose! Dove hai iniziato a snowbordare? Sciavo a Sestriere con i miei genitori poi, verso i 12 anni, ho messo la tavola hai piedi e da li non l’ho più tolta. Da quel giorno ho iniziato a girare tra Piemonte e Valle D’ Aosta. Come hai beccato il primo sponsor? Tre anni fa a Modena Devid (DDP) era appena diventato team manager Santa Cruz e mi ha chiesto se volevo entrare nel nuovo team, ho subito accettato! Quale rider italiano ti ispira maggiormente? Più che di ispirazione parlerei di motivazione. I miei fratelli Hg, Fede Iovanoich, Ste Bergamaschi e tutto il team Doors, ci si motiva e ci si diverte sempre, con lo scopo di migliorare e portare avanti una realtà abbastanza “diversa” per gli standard italiani.

Vai più d’accordo con il ferro o l’aria? Credo che lo skate sia la mia più grande ispirazione, quindi i rails sono sicuramente il mio terreno. Lo street è molto più immediata e veloce come disciplina anche se molto sottovalutata. La tua crew? Proprio in questi giorni ho studiato per un esame, Sociologia Urbana, che spiegava che la cricca o crew si forma quando tutti i soggetti sono collegati tra loro. Se questo è vero allora io e gli altri fratelli di Hg o Elegant stoners, siamo una vera e propria cricca, anche se il nome crew è stato molto inflazionato negli ultimi anni. Cosa ami e cosa odi? Amo la vita! Amo poter vivere tutti i momenti che ci offre, sia belli che brutti, bisogna sorridere sempre a tutto! Odio la banalità delle persone e la loro mentalità così standardizzata. Meglio una donna con tette e culo grandi, o una donna senza tette ma con un bel culo? Non si può fare con tante tette e un bel culo? Una frase gloriosa che ti appartiene? La felicità è reale solo quando è condivisa.



DANNY KASS PROFORM “Sono da anni che collaboro con Nike per i boots e abbiamo sempre lavorato per creare un prodotto all’avanguardia” PHOTO DENIS PICCOLO ITW NICOLO’ BALZANI

La tua prima tavola? La mia primissima tavola è stata era una Kemper 140 cm, la seconda una Liquid 150 cm..

La tua maschera? Danny Kass Signature Series Crowbar by Oakley.

La tua tavola oggi? Ovviamente il mio promodel by Gnu, la miglior tavola che il mercato propone!

I tuoi migliori amici nel mondo dello snowboard? Ce ne sono troppi, direi… The Dingo, Dustin Craven, Kevin Decillo, Daniel Frank e i fratelli Kratter!

Che misura? Tutto dipende cosa devo fare… 158, 155, 153, 145, 151, 149… insomma tutte! Per il pipe quale misura usi? Per il pipe utilizzo la 155 ed è quella che consiglio a tutti i rider che amano questa disciplina. Il tuo home resort? Mammoth Lakes in California. Il tuo spot preferito? Ovunque ci sia una seggiovia e qualche amico con cui rideare. Direi che tutte queste caratteristiche insieme le trovo spesso a Mammoth! Cosa ne pensi del rocker? La costruzione a banana è una rivoluzione, ma solo per tutti quei rider che si vogliono divertire! L’accessorio indispensabile per il tuo riding? I mie guanti Grenade e le mie cuffie per ascoltare, sempre e ovunque, la mia musica preferita.

Le tue sneakers preferite? Tutte quelle marchiate Nike. Il tuo boots? Anche in questo caso la risposta è ovvia… il boot che ho firmato per Nike! Sono da anni che collaboro con Nike per i boots e abbiamo sempre collaborato per creare un prodotto all’avanguardia, super performante, dal design moderno e con una grafica che mi gasa sempre di più ogni volta che lo indosso.



GIORGIO CIANCALEONI FIRST LOVE “La mia prima pippa? Avevo 13 anni” PHOTO CYRIL ITW DENIS PICCOLO

Il tuo primo giorno in snowboard? A La Thuile sulla pista baby.

Una gara regionale in Valle d’Aosta.

Il tuo primo trick che hai imparato? Fs 180° in pista sulle gobbette.

La prima volta che ti sei sentito stupido? Quando ho preso un due di picche da una ragazza che mi piaceva molto.

Il primo park che hai girato? Cervinia.

La tua prima soddisfazione? Quando ho firmato con Burton.

Il tuo primo viaggio? In Canada.

La prima volta che hai fatto l’amore? Quindici anni.

La tua prima foto pubblicata? Tail slaide su un box a Cervinia.

La prima volta che hai fatto sesso? Diciassette anni.

La tua prima videopart? Random video nel 2008.

La tua prima pippa? A tredici anni.

Il tuo primo kicker in fresca? A Pila nel 2007 con Boiler come fotografo.

La tua prima tavola? Una Salomon.

Il tuo primo rail? A Varese a casa mia, quando avevo 14 anni!

Il tuo primo sponsor? Bataleon.

Il tuo primo pipe? Cervinia quando avevo 12 anni.

La prima volta che hai detto “sono un pro”? Quando il mio cc in banca è iniziato a salire.

Il tuo primo trick in pipe? Fs 360

La prima volta che hai visto la morte in faccia. Quando sono atterrato di testa da backflip.

Il tuo primo infortunio? MI sono rotto il braccio la prima volta che sono entrato in un park.

La prima volta che hai detto basta? Dopo la seconda operazione alla spalla.

Il tuo primo podio?

La donna che nuda ti ha fatto dire “woao”! Gigi Gas!



THE SHELTER SHOOT THE DUDES “La prima cosa che ho fatto è stato chiamare Massimo per dirgli che sarà sempre lui il capo di Chiesa di Valmalenco” RIDER MASSIMO MIMI CAVALLI PHOTO SIMONE TESTA ITW DENIS PICCOLO

Quando è iniziata la tua passione per la fotografia? La mia passione per le foto è iniziata più o meno quattro anni fa, in contemporanea con l’uscita delle reflex digitali a buon mercato. Nella fotografia di snowboard è molto importante il feeling tra fotografo e rider. Di chi è il merito maggiore della riuscita di un buon scatto? Dal mio punto di vista, più del rider. In effetti ci vuole un po più di coraggio a buttare un manovrone su un rail o un kiker, piuttosto che schiacciare il tasto dell’otturatore. Indubbiamente anche i fotografi hanno il merito di migliorare un trick magari con luci, inquadrature e tempi giusti di scatto. Elencami la tua attrezzatura. Ho una Nikon D80, Nikkor 50mm 1.8, uno splendido Nikkor 60 mm 2.8, un pessimo 70300 Sigma, un Nikkor 18-70 e un flash Sb-600. Quanto è importante l’attrezzatura per un fotografo? Dal mio punto di vista, l’attrezzatura è cruciale, ci vuole anche tecnica e a volte fortuna, ma in certe occasioni magari in assenza delle condi-

zioni ideali per gli scatti, anche l’attrezzatura fa il suo. Che rapporto hai con il rider che hai fotografato in questo scatto? Ci conosciamo da tanti anni e lo considero un ottimo amico, inoltre è una delle prime persone che mi ha portato ad aprire i primi trick sulla tavola. E’ il tuo primo shot pubblicato? Beh direi proprio di si! e ne sono superfelice! E difficile stare li fermo ad aspettare l’attimo giusto per delle ore quando tutti sono in giro a snowboardare? In effetti si, è complicato, ma può darti delle grandi soddisfazioni. Cosa hai fatto quando ti hanno avvertito che avevi vinto? La prima cosa che ho fatto è stata chiamare Massimo per dirgli che è, e sara sempre lui il “capo” di Chiesa in Valmalenco. Sarà la tua ultima foto pubblicata? Mi auguro di no! Spero di avere ancora occasione di mettere in mostra i nostri rider e di spingere il più possibile la nostra scena locale.



NIKE 6.0 STAIRSET BATTLE “In palio la gloria e la partecipazione alla finale dell’ Air and Style di Monaco” PHOTO & TEXT ROBY BRAGOTTO RIDER STEFANO BERGAMASCHI

Con un format ingegnoso, coinvolgente e itinerante, il Nike 6.0 Stairset Battle si impone sicuramente come il più originale contest di rail europeo. Ebbene sì, Nike 6.0 si inventa di promuovere e alzare il livello tecnico per puri jibber, in un modo particolarmente innovativo: sistema di voti online per decidere dove si svolgerà il contest e a quale comprensorio sarà regalata l’esclusiva struttura; toccate località inglesi, olandesi, svizzere, francesi, norvegesi, finlandesi e italiane prima dell’ultima tappa a Monaco di Baviera dentro lo storico Olympian Stadium; con un montepremi da capogiro, è anche in palio la gloria e la partecipazione alla finale che si è svolta durante il pazzesco Air and Style; e non per ultima, la possibilità di confrontarsi con i migliori jibber del pianeta, come Keegan Valaika, Mike Casanova, Wojtek Pawlusiak, Forest Bailey, Jamie Nicholls, Eiki Helgason e molti altri. Un modo per confrontarsi, motivarsi e ridimensionarsi… infatti, è proprio a questo che è servita la tappa italiana che si è svolta a Kronplatz. Con un’organizzazione a dir poco perfetta e una location che chiunque ormai conosce, lo Stairset Battle non ha di sicuro deluso le aspettative: senza nessun costo di iscrizione e con le qualifiche aperte a tutti, oltre ai tanti e soliti italiani, si sono

visti arrivare a Plan De Corones rider da ogni dove… il podio finale infatti parla soltanto straniero: con trick pesantissimi e tecnici e con uno stile solido e pulito, è l’austriaco Florian Achenrainer ad aggiudicarsi il biglietto per la finale di Monaco, seguito dallo sloveno Nejc Ferjan e dall’olandese Jesse Augustinus. Solo settimi, ottavi e noni i nostri italiani, che comunque sono riusciti a non sfigurare di fronte al ben più alto livello europeo. Daniel “Plazy” Neulichedl, Stefano Bergamaschi e Federico “Scienza” Iovanovich, dopo aver raggiunto la finale, hanno provato in qualsiasi modo a stare a ruota dei rider stranieri, ma purtroppo il livello di jibbing italiano è ancora molto lontano da quello che sono riusciti a dimostrare i rider stranieri a Kronplatz. Di certo è servito per capire dove migliorare e qual è la strada giusta da seguire per farlo. Un successo garantito, un format da ripetere, un’organizzazione da mantenere… e sicuramente un contest che è servito e servirà come stimolo per continuare a migliorare, progredire, avanzare verso il livello tecnico che anche noi italiani possiamo sicuramente raggiungere.



BURN RAIL SESSION INNSBRUCK “Un format semplice che non prevedeva né vincitori né vinti, ma solo contanti” PHOTO CHRISTIAN BRECHEIS TEXT RACHELE CANTENNE

Nel cuore di Innsbruck il rail contest “Burn Rail Session” ha dato il via al weekend del Billabong Air & Style, al quale hanno partecipato 15 tra i migliori rider d’Europa provenienti da Germania, Svezia, Polonia, Slovenia, Ungheria, Romania, Croazia e Regno Unito e ovviamente i local. Due rails paralleli da 8m, uno straight classico che andava giù dritto fino alla fine, e l’altro con un kink in fondo, hanno permesso ai rider di dimostrare tecnica e stile durante le varie run, in un format semplice che non prevedeva né vincitori né vinti, ma solo contanti da €50 a €20 assegnati in base al trick che ha fatto esultare la folla. Pompato da centinaia di fan urlanti e con gli speakers Henry Jackson e Jon Weaver, le session hanno avuto inizio intorno alle 18,30 in un susseguirsi di trick sempre più difficili. A distinguersi su tutti per il loro stile unico l’inglese Jonny Russel e i due svedesi del team Burn Rolf Nylinder e Viktor Wikberg, che dimostrato tutta la loro classe chiudendo senza apparente difficoltà Nose & Tail Press e Bs Tail Slide. Mentre, se si parla di tecnica, non possiamo non citare il polacco Wojtek Pawlusiak che ha rideato il kinked rail in tutte i modi possibili ed immaginabili, e lo sloveno Nejc Ferjan che

ha fatto lo stesso sul rail mostrando a tutti i suoi trick migliori. Per la categoria “Killing It” il tedesco Benny Urban e l’eroe locale Steve Grumser sono stati i vincitori Overall della serata mostrando il meglio tra tecnica e stile, infatti entrambi si sono portati a casa un bel pò di banconote. Inoltre tra i partecipanti, anche la croata Ana Rumiha, vincitrice della scorsa Sista Session Burn Rail Jam e unica donna nella manifestazione. Ana è stata accolta calorosamente dal pubblico e ha dimostrato che anche le ragazze possono girare e macinare rail tanto quanto i ragazzi. A fine contest i Blumentopf hanno fatto ballare la folla a suon di rap, mentre all’Orangerie venivano fatte le presentazioni ufficiali con i rider della Burn Unit, Gigi Ruf e Arthur Longo e i rider italiani del Burn Pro Team Giorgio Ciancaleoni e Marco Grigis.



EMPLOYEE of the MOUNTH “Ho 20 anni, mi piace fare festa con il corno, scrivere il mio diario delle sbronze, fare handplant...” PHOTO & ITW DENIS PICCOLO

Presentati. Mi chiamo Gianfranco Battaglia, nonostante poca gente lo sappia, siccome sono meglio conosciuto come Bruce. Ho 20 anni, mi piace fare festa con il corno, scrivere il mio diario delle sbronze, fare handplant. Vado d’accordo con quasi tutti e riesco a cavarmela sempre. Come sei entrato in contatto con Sequence. Ho conosciuto Denis due anni fa durante uno shooting a Bardonecchia. Qualche mese fa, dopo aver visto il terzo episodio di Ivano Inglese, mi ha chiesto di fare un video report per likemilk.com a Prato Nevoso, io e Ivano accettammo in cambio di qualche birra e qualche paio di Negroni. Chi è stato il tuo primo contatto e chi la tua prima guida? Il mio primo “contatto” sono stati i fratelli Gasseau, Davide e Gabriele, che alle Olimpiadi mi fecero provare per la prima volta la tavoletta. La prima guida è stata sicuramente Killer, dopo la proiezione di That’s it That’s All andai da lui a chiedergli se aveva bisogno di un aiutante, dopo qualche mese mi chiamò per propormi di filmare per dei video che dovevano uscire quella stagione, si chiamavano Bardo Week. Ora collaboro con Sequence e Rough Snowboard e

non potrei chiedere di meglio! Cosa rappresenta per te Sequence? Semplicemente l’unica rivista che sfoglio, le grafiche di George spaccano, a volte leggo anche qualche articolo, specialmente se sono di Roby Bragotto! Sono sicuro che al momento tra le infinite riviste di snowboard che abbiamo in Italia è sicuramente la migliore, poi è free press, cosa volete di più? Sei mai stato molestato da qualche boss? Denis e Nik sono molto molesti a volte, specialmente quando mi vedono in stato di ebrezza, si prendono gioco di me! Dio maledica il nonnismo! Progetti futuri? Voglio continuare a filmare con il mio attore feticcio Ivano Inglese e poi vorrei produrre un video da poter proiettare a Modena, non mi importa tanto del “film” ma mi interessa il party che ne uscirà dopo! La première che ho fatto il 20 novembre 2010 al Garage Bar di Bardonecchia è stata un successone.Poi mi piacerebbe continuare a spingere Rough Snowboards, secondo me è l’unico marchio di tavole in Italia che ci crede veramente e lo dimostra il fatto che sta facendo dei prodotti da paura! Diy or Die! ...continua su likemilk.com



Smith Subject Schlern 9 “Quando ho visto dove avremmo dormito non ci credevo, una piccola baita proprio di fronte al park” PHOTO & TEXT ANDREA FABBIANI RIDER MARCO GRIGIS

King Laurin Snowpark: Smith Subject Schlern, non credo ci sia bisogno di presentazioni, giusto un piccolo ripasso: il contest si divide in cinque categorie diverse, in base ai gradi di rotazione, 180, 360, 540, 720, 900, ed ogni rider ha due run per fare il miglior trick di ogni rotazione. PriceMoney: 1 euro per ogni grado di rotazione! Durante l’evento, nonostante mancassero molti dei grandi nomi della scena italiana, se ne sono viste delle belle, Oliver Reichegger, un local del King Laurin Snowpark, ha dato dimostrazione di grande stile e precisione aggiudicandosi il Best 180 e 540! Marchino Grigis non è stato da meno vincendo la gara di 900 e dando conferma delle sue grandi potenzialità. Il livello è stato alto durante tutto l’evento anche da parte dei local un pò meno famosi, come Max “Punk” Vieider, anche lui ha girato grossissimo e super stiloso. Concluse le premiazioni, giusto il tempo di fare due chiacchiere e le montagne attorno al park iniziavano a colorarsi di rosso, con l’aiuto di un paio di local si improvvisava uno shooting al tramonto… gli altoatesini non si fermano proprio mai! Nel frattempo Alex Berger si allontanava dicendo di andare a provvedere per dormire la notte. Quando ho visto dove avremmo dormito non ci credevo, una piccola baita proprio di fronte

al park, riscaldamento a legna, niente acqua corrente, il posto ideale dove trascorrere un inverno intero. Nella notte, la luna illuminava a giorno il park, il paesaggio dalla baita era veramente suggestivo, un fuoco difficile da mantenere acceso ha reso dura la nottata, ma con le coperte tirate fino al mento mi sono addormentato con il rumore della legna scoppiettante. La mattina, dopo essermi alzato sono uscito a lavarmi i denti mentre i rider più mattinieri iniziavano a girare per il park! Purtroppo domenica, a causa del meteo sfavorevole, non si sono svolte le gare di 360 e 720 in programma per la giornata. Mi è toccato fare i bagagli per tornare alla “civiltà” ma lasciare la piccola baita mi ha messo un pò di malinconia, l’unico conforto è stato pensare che prima o poi ci sarei tornato!



FREERIDE WORLD TOUR COURMAYEUR “Passo due giorni interi concentrato sulla parete che scenderò...” PHOTO & TEXT STEFANO MILETTO INTERVIEW PAOLO FERRERO RIDER XAVIER DE LE RUE

Il FWT è un circuito di 6 tappe e 40 folli partecipanti. Vincerà il titolo mondiale chi tra loro sarà in cima alla classifica dopo i 6 eventi: Chamonix, St. Moritz, California, Russia, Austria e l’imperdibile finale a Verbier, con la mitica parete del Bec des Rosses. Ecco come è andata la 1° tappa: partiti dalla vicina Torino, passata Aosta e il Tunnel du Mont-Blanc siamo sbucati a Chamonix, è stato qui che abbiamo avuto la conferma che è doveroso innamorarsi di Anne-Flore Marxer e il grandissimo onore di chiacchierare con l’immenso Xavier De Le Rue, campione mondiale in carica: oggi probabilmente il freerider più completo del mondo, che tra l’altro durante l’itw fuori dal pub stava tranquillamente in felpa a -11°C.Troverete l’itw integrale prossimamente su likemilk.com. La mattina della gara la sveglia suona prestissimo, 06:15. Dobbiamo ri-attraversare il Tunnel du Mont Blanc e raggiungere Courmayeur, sede del contest: quando arriviamo alla partenza della teleferica di Entreves è ancora buio, e la luna illumina il Monte Bianco in tutta la sua maestosa imponenza. E’ impossibile non sentirsi piccoli e fragili al suo cospetto. Poi la salita in elicottero, che ci ha ripagati di tutta l’attesa al freddo, e finalmente la gara: impressionante il livello! Vi consiglio di controllare le prossime

date su freerideworldtour.com e di andare a vedere di persona cosa vuol dire: ricordate di portarvi un paio di birre e il binocolo! Perché? La postazione del pubblico è in pieno sole di fronte alla parete scesa dai rider: abbronzatura garantita, ma il pub è 1000 metri sotto, un po’ fuori mano insomma. Il resto è cronaca: Xavier De Le Rue e Anne Flore Marxer si aggiudicano la prima posizione, mentre i video e i best-of delle varie tappe sono sul sito, insieme con i prossimi appuntamenti da non perdere!!! Xavier sei un veterano del FWT, ma tu sei freerider a 360°: cosa differenzia questo circuito dal fare freeride per conto tuo? Quello che mi piace del FWT è che mi metto a studiare quest’unica linea, e passo due giorni interi concentrato sulla parete che scenderò, fino a conoscerne ogni pietra, ogni angolo, è proprio questa fase di studio che mi permette di spingere forte e di raggiungere un livello più alto di riding: purtroppo quando filmo e quando vado a snowboardare per conto mio non ho il tempo per farlo. Questa è una delle ragioni per cui continuo a partecipare al FWT: è parte della mia evoluzione degli ultimi anni!!!



VANS SHOP RIOT “Il primo posto se lo aggiudica un po’ a sorpresa il team di Minoia Store” TEXT FILIPPO BAUZAN PHOTO CRISTIAN SCALCO RIDER GIORGIO CIANCALEONI

Vans Shop Riot, un’occasione per tutti i team riders dei migliori snowboard shop italiani per conoscersi, confrontarsi e dare il massimo per aggiudicarsi i 2000 euro di montepremi messi in palio da Vans Italia. La location è ottima per questo genere di contest, il ragazzi del Palù, capitanati dal mitico Ciccio Chiesa (aka Federico Galbiati) hanno preparato strutture semplici, divertenti e molto ben curate. Sul primo table di riscaldamento troviamo il Fiat Qubo Box, a seguire kicker morbido da 12 mt. oppure un pole jam bello incazzato, in alternativa un kink rail piatto discesa. Il terzo table prevede un fun box da 8 metri, una spinetta con barile da bonkare e un Wallride a chiudere la run. Le 3 run di qualifica fanno da subito capire come sarà composta la finale. Il Team di Minoia Store sembra da subito agguerritissimo, sfoggiando soprattutto sicurezza nelle rotazioni e aerials stilosi. I ragazzi di Weed’Us All In shop hanno stile da vendere e pelo sullo stomaco, mentre 04 Surf Shop sfrutta al 100% le strutture messe a disposizione. Le prime due run sono incentrate sulla tecnica dei trick mentre la terza run è quella delle “stilosate” tipo pole jam umani, scappottoni vari e double session sui kicker. Da segnalare l’ottima selezione musicale di Ale “Pela” Fermani, dj special guest che ha come al

solito fornito la colonna sonora perfetta per un contest di snowboard. La finale prevede i primi 5 team migliori e presenta sicuramente qualche sorpresa, ad esempio il team di Fakie Shop, uno dei favoriti, non passa il taglio delle qualificazioni, dimostrazione che in questo format di gara i livello dei riders è molto omogeneo. 04 Surf Shop si conferma uno dei team favoriti per la vittoria, Riky Suppo si concentra sul kicker centrale con un Fs 360 Indy pulitissimo e un Fs 720 mentre Matteo Ferrari lavora ai lati del park sui 3 rail. Ma alla fine il primo posto se lo aggiudica un po’ a sorpresa il team di Minoia Store di Brescia infilando 3 run precise, pulite e tecnicamente molto valide. Come per la scorsa edizione, al secondo posto meritatamente si piazza 04 Surf Shop. Terzo classificato il team di Neuro Shock. Per Marco Donzelli, Alberto Nevola e Nicolò Pezzato è quindi ora di festeggiare non solo per i 2000 euro di premio finale ma anche per il trip di 5 giorni al Vans Penken Park di Mayrhofen in Austria, occasione per fare qualche giorno di shooting ma anche per vivere una indimenticabile esperienza di snowboard da condividere con i compagni di team. Un big big thanks a Ciccio Chiesa e a tutti i ragazzi del Fiat Freestyle Palù Park per l’accoglienza e l’ospitalità.




Ruggero Naccari Fs 720 Tail

APPROACH. APPROCCIO. Prendi tutta la velocità necessaria e prima della transizione fai una controcurva verso destra (sinistra per i goofy). Prima di staccare porta il peso sui talloni e piega le ginocchia. TAKE OFF. STACCO. Non anticipare la rotazione sul dente e solo quando la tavola sta uscendo dal kicker dai l’impulso rotatorio con le spalle. Spingi bene con le gambe per guadagnare maggiore ampiezza di parabola. MANEUVER. MANOVRA. Se hai staccato bene grabba in tail e controlla la rotazione con il braccio sinistro. Mantieni la posizione e il grab fino a 540° e preparati all’atterraggio. LANDING. ATTERRAGGIO. A fine manovra lascia che le gambe finiscano la rotazione di 720° mentre le spalle si bloccano in direzione opposta, così in atterraggio non avrai problemi TextENRICO CAVADA di “overrotation”. Quando la tavola si appoggia al landing piega le gambe con il peso più centrale PhotoROBY BRAGOTTO possibile. REMEMBER. RICORDA. Grabbare in tail potrebbe portarti a ruotare fuori asse, quindi LocationMAMMOTH MNT. CALIFORNIA imposta la rotazione e raccogli poi le gambe per grabbare, cercando di non arretrare troppo con il peso. Se poi hai confidenza con il trick potrai pensare di girarlo anche in cork. Blocca la rotazione con le spalle prima di atterrare in modo da non slaminare sul landing. BEFORE & AFTER. Fai qualche tail grab per automatizzare il movimento ed evitare di grabbare in tindy. Se il trick ti viene ad occhi chiusi e ormai ti annoia, fai come Simon Gruber e grabba il tail con entrambe le mani.



Marco Donzelli Fs Rodeo 720 Double Grab

APPROACH. APPROCCIO. Arriva in conduzione sulle punte verso il muro fs e aspetta che la tavola stia uscendo dal coping per dare l’impulso alla rotazione. A questo punto apri la spalla anteriore come se dovessi fare una rotazione in fs ed inoltre verso il basso in modo da eseguire la manovra abbastanza cork da poter essere considerata rodeo. TAKE OFF. STACCO. Raccogli le gambe che seguiranno il movimento del corpo e grabba con entrambe le mani tra le punte. Se hai staccato bene dovrai mantenere la posizione fino a 540° e quindi lasciare il grab per prepararti ad atterrare. LANDING. ATTERRAGGIO. A questo punto con lo sguardo punta l’atterraggio e lascia che le gambe finiscano la rotazione di 720° quindi appoggia la tavola e riprendi la conduzione in switch. REMEM- TextENRICO CAVADA BER. RICORDA. Avendo entrambe le braccia che grabbano dovrai essere precisissimo nello stacco PhotoDENIS PICCOLO perchè sarà difficile aggiustare la rotazione in fase aerea. BEFORE & AFTER. Per eseguirlo in double LocationMONTE BONDONE grab dovrai avere ottima confidenza del trick. Provalo in sw-fs ed eseguili in sequenza in una run.


PHOTO DENIS PICCOLO ROBERTO BRAGOTTO ELEONORA RAGGI MURIO - KVANNEID WORDS NICOLO’ BALZANI ROBERTO BRAGOTTO MARCELLO BAMBASCIA



MARKUS KELLER PHOTO DENIS PICCOLO WORDS NICOLO’ BALZANI

Laax sembrava un villaggio dei puffi! Nel paese elvetico tutto gira intorno alla grande piazza dove sorgono: impianti di risalita, condomini, hotel, ristoranti, shop, tutto ma proprio tutto nell’arco di 500 m. Il piccolo particolare, assolutamente non trascurabile, è che qualsiasi cosa si voglia comprare ha prezzi esorbitanti, per intenderci colazione per 2 (due) persone 30 (trenta) eurozzi! Proprio come nel villaggio dei piccoli ometti blu, la vita quotidiana è scandita da rituali: sveglia alle 08:30, salita agli impianti alle 09:30, shredding nel park, alle 13:00 big rest, di nuovo in park fino alle 16:00, poi tutti i puf-rider a riversarsi in massa nei pub per aperitivi fino a notte fonda. Sembra di stare in una favola e l’European Open non fa eccezione! L’evento è gestito al top e i vincitori sembravano proprio venuti fuori dal mondo fatato di Puflandia, vista sopratutto l’altezza dei vari Peetu Piiroinen, Roope Tonteri e Kazuiro Kokubo! Come in ogni favola che si rispetti, a cercare di rovinare la festa dei piccoli ometti blu, c’erano i “Gargamella” della situazione ed in questi BEO la parte è stata ben interpretata da Iouri “iPod” Podladtchicov in compagnia di Chas Guldemond. Partendo con lo slopestyle e visto che Laax è Puflandia, tutti gli occhi erano puntati sui gemellini canadesi Seb Toutant & Mark McMorris, alti anche loro 2 mele o poco più, che però dovevano arrendersi allo strapotere finlandese di Mr. Peetu Piiroinen e del suo connazionale Roope Tonteri. Roope lascia tutti di stucco grazie ad una run spettacolare che vedeva come Best Trick un Cab 1440, il primo del genere

realizzato in un contest... semplicemente ridiculous! Alle sue spalle Piiroinen, con in serie: Bs 10, Bs Rodeo 9 e Cab 12... so huge! erzo posto per Gargamella, o meglio, Chas Guldemond, che si era portato dall’America una valigia di rotazioni 1080: Bs 10 e Double Bs Rodeo 10 per l’americano! Il giorno della finale di pipe vedeva nuovamente i puf-rider del pianeta Burton dominare. L’inossidabile puffo finlandese, Peetu Piiroinen, vinceva seguito da Kazuiro Kokubo aka Kazu mentre terzo giungeva, sorprendentemente, Iouri “iPod” Podladtchicov. “Sorprendentemente” credo sia l’avverbio più appropriato per definire il terzo posto di Iouri, che si sarebbe meritato molto di più. Da sottolineare che il rider svizzero/russo, dopo la rottura della sua tavola nella prima run, realizzava la sua Best Run con una vecchia tavola dal set back impressionante ed un paio attacchi dell’anteguerra, nonostante ciò, piazzava in sequenza Bs 12, Cab Double Cork 1080 e Fs 9! Quando si dice: “Chi ha talento insegna…!”


STALE SANDBECH PHOTO DENIS PICCOLO


PATRICK BURGENER PHOTO ELEONORA RAGGI


PHOTO KVANNEID WORDS MARCELLO BAMBASCIA

Nello Tryvann Vinterpark di Oslo, uno dei più grandi d’Europa, si è svolto lo Arctic Challenge by Oakley 2011 slopestyle 6 Star TTR, un evento epico, nato quasi un decennio fa, dalla fervida mente di Terje Haakonsen! Quest’anno la vittoria è andata all’americano Chas Guldmond, che ha confermato lo stato di grazia che gli ha fatto conquistare il terzo posto nello slopestyle dei Burton European Open di Laax. Chas ha chiuso una run perfetta e si è portato in America una grande fetta dei 100.000 $ di montepremio, tanti punti TTR e l’accesso diretto ai prossimi World Snowboarding Championships 2012 sempre ad Oslo. Stessa sorte benevola ha colpito la vincitrice del contest femminile, Jamie Anderson, che ha sbaragliato la concorrenza. La run dello stangone californiano è stata un vero spettacolo di perfetta agilità felina, andate a vedervi il video per chiarirvi bene in testa cosa intendiamo, ma ecco i suoi tricks: Cab 270 Fs boardslide sul down rail, Switch 50-50 sul canon rail, Cab 1260 sul primo kick, Bs 1080 sul secondo, 50-50 Bs 360 out sul flat rail e, tanto per gradire, un double Bs Rodeo finale! Cosa pretendere di più? Il resto del podio parla ancora americano, infatti, secondo arriva il giovane Tyler Flanagan mentre terzo, uno dei rider più stilosi del momento, Sage Kotsenburg! L’evento norvegese ha segnato il ritorno alle competizioni dopo l’infortunio, di uno tra i più forti rider del mondo, Gjermund Braaten aka G Man is back! Nella catagoria femminile finalmente si è vista la sfida tra, a nostro avviso, le due ragazze più forti dello snowboard slopestyle mondiale: la sopracitata americana, Jamie Anderson, e l’inglese Jenny Jones. La vittoria di Jamie è merito di una

run da paura: 50-50 out backside 180 sul flat rail, switch backside 540, backside 360, tailslide 270 out su lflat rail e uno stylish backside 540. A seguire Spencer O’Brien, ovviamente americana pure lei, e Jenny Jones. La Norvegia non è l’Italia e basta un singolo dato a testimonianza di ciò: una diretta Tv sulla televisone di stato nazionale con 335.000 accessi TV! Nulla cambia in testa alle classifiche TTR World Tour, con Peetu Piiroinen che mantiene la leadership, così come Jamie Anderson, e si ricandida per la vittoria assoluta del circuito… la terza consecutiva! La macchina di tricks finlandese è veramente imbattibile…


PEETU PIIROINEN PHOTO DENIS PICCOLO WORDS NICOLO’ BALZANI

Erano gli anni novanta tra ragazzini in montagna c’era la sfida a chi faceva meglio “l’elicottero”! Non importava come e nemmeno lo stile, era solamente necessario saper fare questo trick rudimentale che non era altro che un 360° realizzato su qualsiasi dosso ci si imbatteva. Passati quasi vent’anni, il termine sembra cadere a pennello per questi rider/circensi che fanno girare la loro tavolina come delle vere e proprie pale di un elicottero! Ad Innsbruck il cielo è azzurro e i rider saltano tra le nuvole quasi come a volerle cavalcare, anche quando la notte incombe loro volano quasi insensibili del cambio di luce e del freddo, a loro adesso non gli rimane che cavalcare l’aria piena delle grida degli 11.000 spettatori accorsi al Bergisel Stadium. Ci vuole coraggio a cavalcare l’aria, soprattutto quando davanti hai un kick da oltre 20 metri e devi puntare solo a vincere… esserci solo per partecipare non è minimamente contemplato. Con questo spirito Marco Grigis e Sage Kotsenburg hanno interpretato questo contest! Marchino è riuscito a piazzare un super stylish Fs 1080 Indy che gli ha consegnato una disgnitosissima quinta piazza nella categoria Rookie, mentre Sage, quando si è visto affiancato a Sabatien Toutant, ha sparato a mille realizzando un Cab 1440 Double Cork… stratosferico. L’americano, new entry in casa Nitro, però non è riuscito a bissare il trick nei turni successivi, lasciandosi superare nei quarti di finale da Mark McMorris. Il resto della faccenda, di questo Air & Style by Billabong e Burn, è stato una storia a quattro tra un fortunatissimo Werner Stock, un coraggioso Nils Arvidsson, una macchina da trick come Peetu Pii-

roinen e, appunto, il canadese Mark McMorris. Mark è un ragazzino di sedici anni che gira per i contest europei perennemente in copia Seb Toots e con lui da ora in poi, oltre che la nazionalità, avrà un’altra cosa in comune: Il Ring Of Glory! Infatti Mark mette tutti in riga in una finale emozionante grazie ai suoi marchi di fabbrica: Cab 1260 Double Cork, dallo score di 94,60, e il Bs Double Cork 1260. Medaglia d’argento per Peetu Piiroinen, spaventosa la sua costanza nei contest dove centra sempre il podio! Terzo Werner Stock, capace di uno dei Double Cork più strani e complicati che ci siano in circolazione, che così festeggia nella migliore maniera il suo ingresso nel Burton Team. Incomprensibilmente la vittoria del Best Trick di Seppe Smits, e non quella di Sage Kotsenburg, grazie ad un Cab 1440 corkato dall’ottimo score di 96,00. Pure Shredding!


MARK MCMORRIS PHOTO DENIS PICCOLO



PEETU PIIROINEN PHOTO ROBERTO BRAGOTTO WORDS ROBERTO BRAGOTTO

Ho sempre pensato che esistino una sorta di diciture universali, dei nomi capaci di smuoverti qualcosa che parte da chissà quale angolo della mente, parole capaci di farti sussultare alla loro sola pronuncia… beh, per quanto mi riguarda, “Air and Style” è proprio una di queste. Sembra soltanto ieri, invece sono passati chissà quanti anni dal ricordo di Peter Line con il primo frontside rodeo, o di vedere Terjie Hakonsen vincere la categoria dello stile con un backside 180 late, oppure di ammirare Jamie Lynn sul gradino più alto della categoria stylemaster... per non parlare delle edizioni più recenti, di Shaun White con le sue due vittorie, di Travis Rice con il primo double backflip backside 180 chiuso con una tavola spezzata, di Nicolas Muller con il suo tentativo di rodeo one-foot 720, di Eero Ettala con il primo switch double backflip della storia, oppure il ricordo di Kevin Pearce sul gigantesco quarter di Innsbruck. Già, sembra soltanto ieri e invece tra una rievocazione e l’altra, sono passati già diciotto anni… diciotto anni di edizioni incredibili, di pelle d’oca, d’innovazioni e di pezzi di storia dello snowboard mondiale… diciotto anni di emozioni e di crescita, diciotto anni di fantastici ricordi. E il ritorno a Monaco dentro il mastodontico Olympian Stadium, non può far altro che segnare un ennesimo tassello di ciò che è la storia di uno degli eventi più conosciuti dell’intero pianeta. Sedicimila spettatori, un’allucinante contest di rail come antipasto e come piatto principale uno dei migliori contest di jump della storia della tavoletta senza rotelle… un livello mai visto prima, un’organizzazione senza precedenti e un contorno di dettagli incredibili e di concerti come quello di Patrice e dei Sum 41… l’Air and Style di Monaco è stato senza ombra di dubbio il miglior contest di quest’anno e, forse e ad oggi, il miglior contest di sempre. E ha poca importanza raccontarvi di come Mike Casanova possa aver vinto il Nike 6.0 Stairset Battle, oppure della sovrumana finale di jump con Peetu Piiroinen vincitore assoluto seguito al pelo da Seppe Smits e dagli innovativi Halldor Helgason e Nils Arvidsson…, poco conta perché credo sia quasi impossibile trovare parole scritte in grado di riuscire nell’intento e la sola presenza con i propri occhi sarebbe stata in grado di raccontarlo. Credo che un evento simile, con una tale storia e con delle prospettive future gigantesche, non può che essere vissuto in prima persona, quasi fosse una sorta di ricordo da possedere, da tramandare, da rievocare. Per voi, per tutti voi amanti dello snowboard, della libertà e di ciò che con quella tavoletta si può riuscire a fare, non posso far altro che consigliarvi di andare al prossimo Air and Style, di osservarlo, comprenderlo e viverlo almeno una volta nella vita. Perché possono esistere diciture universali, ma solo tre parole sono capaci di riecheggiare decine di ricordi. E’ un evento capace di smuovere migliaia di dettagli. E’ un pezzo di memoria che nessuno potrà mai cancellare.


PEETU PIIROINEN PHOTO ROBERTO BRAGOTTO


JAMIE NICHOLLS PHOTO ROBERTO BRAGOTTO



ALEXANDER OSTRENG PHOTO MURIO WORDS NICOLO’ BALZANI

C’è vento la sera del TTR River Jump targato Burn, ma loro non cessano di girare, di provare il salto dal fiume Spoel e i rail dello stairset. Loro non si fermano neppure un istante… dimenticavo di citare i nomi degli interessati: Jamie Nicholls, Alexander Ostreng e Ulrik Badertscher. Loro tre, nell’ordine, un inglese e due norvegesi, saranno i grandi protagonisti della storia di questi due giorni di contest a Livigno. Per la finale del Burn Slopestyle Contest 2011, al Mottolino Snowpark, le strutture sono tirate a lucido e si vedono svolazzare in aria più doppie rotazioni che corvi. Di un certo effetto quelle, Made In Italy, di Simon Gruber (Bs Double Cork) che lo portano ad un’ottima ottava (8) piazza, e del Munny (Double BackFlip) super stylish. Purtroppo per l’Italia, come detto in precedenza, la storia di questo evento avrà altri nomi. Ulrik Badertscher si cucina la concorrenza servendo sul piatto degli avversari: Bs 1080, Double Bs Rodeo e Cab 1080… So Huge! Pietanze troppo ricche di stile, per il resto degli invitati al banchetto dello slopestyle, e che hanno permesso di incassare al norvegese la bellezza di 8,000 $! Staccato, di oltre 10 punti, Patrick Burgener, niente male anche le sue portate d’entrata: Switch Bs 900, Bs 1080, Double Cork e un Fs 900. Terzo, l’altro protagonista di questo articolo, Jamie Nicholls: Cab 9, Fs 7 e Bs Double Cork. Non sono, invece, neppure arrivati all’antipasto i top rider: Arthur Longo, sembra essere venuto a Livigno più per accontentare lo sponsor che gli spettatori, e Yale Causino non si può certo dire in forma. Inganno le mie speranze pensando che durante il River Jump serviranno i dessert per tutta la crew di riders… pura illusione! Arriva il giorno del River Jump e si porta con se anche il vento che scombussola i piani dell’organizzazione, obbligandola ad eliminare il Big Jump iniziale, ma lasciando inalterato il resto del setup, cosi formato: Jump sul fiume di circa 10/12 metri e serie di rail a scelta tra, il monotubo sulla scalinata, la mega lattina Burn orizzontale e tubone Plug King Flat Down. Nulla di nuovo sotto il sole… nessun italiano qualificato, tutto rimane nelle mani dei “soliti” rider stranieri. Nella finale, a scontro diretto, ci arrivano in quattro: Erik Willet Vs. Jamie Nicholls ed Alexander Ostreng Vs. Ulrik Badertscher. Erik Willet, un po’ in ombra rispetto al rider dell’anno passato, si aggiudica la prima finale grazie ad un Switch Bs 9 e Fs Boardslide sul tubone , mentre la seconda è a favore di Alexander Ostreng con, Bs 9 e Switch Fs Libslide 270 Out sul monotubo. I due pretendenti ai 15,000 $ di prizemoney non hanno variato i trick dagli scontri precedenti e quindi, è stato il norvegese a strappare il sontuoso assegno, mentre Erik si è dovuto “accontentare” di 10,000 $. Terzo posto per Badertscher, il suo Bs Rodeo 9 è impareggiabile un po’ meno il Fs Boardslide, e quarto Jamie Nicholls, che si aggiudica anche il Burn Jib Master per la miglior run. See you next year, sperando di ritornare a Livigno con una stella TTR in più e del vento in meno!


STEFANO MUNARI PHOTO MURIO


ALEXANDER OSTRENG PHOTO MURIO



PHOTO & WORDS CYRIL


SIMON GRUBER


SIMON GRUBER


NIELS SCHACK

Scendere con lo snowboard lungo le montagne della Corsica, come sarà? Mikkel Bank, Jack Mitrani, Simon Gruber, Garry Greenshields e Niels Schack all’inizio della loro avventura sull’isola francese non ne erano molto convinti, ma alla fine sono rimasti di stucco: spettacolari montagne alte 2.700m con due zone per il riding e piste da sogno, con vista sul mare dove i surfisti cavalcano le onde. L’atmosfera tra i gruppi di riders che si incontrano sia sulle piste sia nei pochi, ma splendidamente equipaggiati, skateparks sparsi sull’isola è tranquilla. Durante l’inverno 2010 i ragazzi si sono messi in viaggio con due camper alla scoperta dell’isola e alla ricerca di un nuovo paradiso per lo snowboard. Già l’arrivo sull’isola è stato favoloso: stufi della lunga traversata da Livigno, sull’autostrada N. 193 che divide l’isola da nord verso sud, i ragazzi hanno improvvisamente fermato i camper, bloccando il traffico ovviamente, tirato fuori i loro skateboard e si sono goduti una corsa spericolata direttamente sull’autostrada. Certo, per fortuna non era l’ora di punta! I giorni seguenti i ridere hanno esplorato le due zone di riding dell’isola con Raphael, il proprietario del “Yemanja Surf/Skate/Snow Shop” che si è rivelato un’ottima guida. La prima tappa è stata la Val d’Ese, l’homespot degli shredder di Ajaccio che si sono subito uniti al gruppo di Raphael per rideare il primo kicker. Normalmente d’inverno è possibile trovare sick-lines e giganteschi pillow. Con le prime pioggerelline e le alte temperature di quest’anno, i ragazzi hanno anche potuto avvistare alcuni cinghiali grufolare nei pressi del loro kicker artificiale. Ma senza gli spericolati stunts e gli slam originali dei riders corsi, la giornata non sarebbe stata così spettacolare. Ed è proprio il forte legame che unisce i gruppi di snowboard della Corsica

che rende l’atmosfera così speciale, non c’è invidia per la miglior powder, le prime linee o il primo passaggio sul kicker, cosa che spinge i riders a concorrere fra di loro. I corsi vanno alla ricerca dei migliori spot insieme, si incitano a vicenda, mangiano assieme e bevono una birra o due anche alle 11 di mattina! Insomma chiacchierano e si sanno godere la vita. La meta del giorno seguente era Ghisoni-Capanelle, alla ricerca della “Pudreuse”, come viene chiamato la powder sull’isola. Proprio per la powder, tanti rider arrivano già il giorno prima, dividono una camera da 15 euro presso la stazione a valle e si alzano all’alba per poter così essere i primi a risalire le piste con le seggiovie la mattina seguente. Oppure si può seguire l’esempio di Mikkel, Jack, Simon e co.: equipaggiati con ramponi e guida alpina osano la risalita verso la cima... a piedi. Alla fine, nonostante tutta la fatica e l’incredulità, ne è valsa la pena: di fronte a loro si stagliano le “Bowls” in mezzo ad uno Shred-Dorado alpino! Ripide spine da danno l’idea di una Big Mountain, piuttosto che un’isola mediterranea! Dopo la neve per, Mikkel, Jack, Simon, Garry e Niels è d’obbligo scambiare la tavola da snow con quella da surf. Partiti con i loro camper in direzione del golfo di Ajaccio, al loro arrivo trovano un mare piatto come una platessa ad accoglierli. La mattina seguente li sorprendono perfetti PointBreaks, simili a quelli di Jeffrey’s Bay! Fino a mezzogiorno, come se non bastasse, combattono con violenti Offshore. Nel pomeriggio si conclude la giornata in completa tranquillità: il mare si trasforma in una brillante e turchese superficie piatta. Solo un dettaglio avrebbe potuto dare un tocco magico a questa avventura: l’acqua un pelino più calda… era a 14°! Ma ne è valsa la pena per delle giornate di fantastica powder e di onde spettacolari!


SIMON GRUBER 50-50 TO BS 360 OUT


PHOTO & WORDS ROBY BRAGOTTO


ENRICO CAVADA E MARCO DONZELLI DAVANTI AL MURO DI BERLINO


RAMUNDBERGET - NORWEY

Personalmente, quando mi ritrovo ad organizzare, pianificare ed immaginare un viaggio, cerco sempre di farlo nel migliore dei modi, facendo sempre attenzione a curare anche i minimi dettagli. Purtroppo, o per fortuna, a volte ciò non è proprio possibile, soprattutto se il viaggio è inatteso e soprattutto se ti piomba addosso appena quattro giorni dopo essere tornato da un mese in America… con il jetlag ancora da assorbire e senza capire bene cosa poteva aspettarmi, mi sono totalmente ripreso quando la telefonata che mi confermava di spedirmi nel bel mezzo della Svezia, accennava alla compagnia di Enrico Cavada e Marco Donzelli… ricordo pure che tra una parola e l’altra, nominava Nitro Road Warriors, Ramundberget, contest 4 stelle TTR, Tandadalen, shooting speciale, tramonti incredibili… mah. Ricordo però benissimo che tutto, proprio tutto, è stato accantonato quando ho capito che i 1900 chilometri che separavano Bassano del Grappa da Ramundberget, ce li saremo fatti con la Nissan Qashqai di Enrico. Ebbene sì, in macchina. Ho sempre pensato che c’è chi vive il viaggio come una fuga, chi come una necessità, chi come una scappatoia, chi come lavoro… in questi anni di viaggi incredibili, senza senso, organizzati, disorganizzati, a sorpresa, perfetti, pesanti oppure fantastici, io ho semplicemente imparato a viverli…, e a prendere il meglio da ognuno di loro, assaporando qualsiasi cosa ci fosse da assorbire. Senza sapere bene cosa potesse aspettarci e con la consapevolezza che non avevamo nessuna fretta di arrivare visto che il contest a cui erano iscritti Enrico e Marco sarebbe iniziato soltanto quattro giorni dopo, abbiamo deciso di partire in assoluta tranquillità… forse con troppa tranquillità… tant’è che eravamo talmente tranquilli e rilassati che al primo autogrill al confine tra Austria e Germania le chiavi della macchina ci sono cadute dentro un cassonetto dell’immondizia… e non un cassonetto qualsiasi, ma un’enorme buco dove i tedeschi solitamente svuotano i rifiuti di mesi… vabbè.

Dopo aver recuperato le chiavi attraverso una sorta di pesca umana, penso di poter riassumere al meglio le dodici ore successive in questa maniera: Germania, distese di verde, Germania, autostrada, Germania, enormi mulini per l’energia eolica, Germania, campagne, Germania, pastasciutta all’uovo e ketchup, Germania, campi di grano, Germania. Bel paese… mh. Ma ciò che più felicemente ricordo della Germania è il battello che ha trasportato la nostra Qashqai verso la Danimarca… lo ricordo perché dopo più di dieci ore di viaggio e con le chiappe simili a dei frisbee, a tutti noi è salita una sorta di euforia da arrivo, come se quei 45 minuti di mare aperto segnassero la fine del nostro viaggio in auto… e invece, non eravamo nemmeno a metà… e nessuno di noi immaginava quanto potessero essere grandi e vaste le distese scandinave… tanto vaste da creare un’idea ad Enrico a dir poco originale: “Beh, non fermiamoci a dormire… guidiamo fino a Ramundberget e domani mattina dovremo essere lì con addirittura un giorno di anticipo!”. All’inizio sembrava non fare una piega, ma dopo altre dieci ore di viaggio in piena notte e con all’ orizzonte un’alba dai colori incredibili, delirando abbiamo iniziato a chiederci se stessimo iniziando ad avere allucinazioni da viaggio o se semplicemente sognavamo ad occhi aperti a causa della stanchezza… per non parlare del culmine di tutta quell’insonnia, ovvero l’aver visto un’enorme alce in mezzo alla strada fare da scudo ad un’altra piccola, enorme alce… un momento che si vede solo nei film, un momento che la mia memoria non dimenticherà mai, un momento di natura selvaggia e magica, un momento che ancora oggi mi chiedo se sia mai accaduto o se sia stato solo frutto della mia fantasia assonnata. Dopo 1900 chilometri e con tutto quello che ventinove ore di guida comportano, ci siamo ritrovati nella piccolissima e desolata cittadina di Ramundberget, pronta a chiudere la stagione in bellezza con il contest quattro stelle TTR in pieno centro. Potrei soffermarmi ore a


ENRICO CAVADA - TANDADALEM - NORWEY


ENRICO CAVADA TANDADALEM - NORWEY 50-50 TO BS 180



raccontarvi dell’altissimo livello tecnico generale dello snowboard svedese, o delle ragazze capaci a far mangiare la polvere anche a diversi maschietti, o di come ci siamo ritrovati in appartamento con Nils Arvidsson, o dell’accoglienza dell’organizzazione pronta a donarci free drink per i party e diverse casse di birra e Jagermeister per la colazione…, ma ciò che più mi rimarrà impresso di Ramundberget è stato il meteo: nove giorni di brutto tempo continuo. Dopo una settimana di sconforto da cielo grigio siamo finalmente arrivati nel luogo dove si sarebbe svolto il principale motivo del nostro viaggio: lo shooting speciale a Tandadalen organizzato dai Nitro Road Warriors. Ed è stata proprio Tandadalen a farmi rendere conto di cosa significhi lavorare in modo incredibilmente professionale e di quanto siano ancora abissali le differenze tra uno shooting italiano ed uno europeo… l’intero comprensorio di Tandalaen aveva chiuso la stagione soltanto una settimana prima, ma i Nitro Road Warriors avevano le chiavi della casetta, dello skilift, dell’impianto e dell’illuminazione. Gli appartamenti che ci ospitavano con tanto di sauna e cucina, erano rimasti a disposizione solo per noi. E per finire, ciò che sembra banale ma che mi ha lasciato a bocca aperta, è stato scoprire che erano già tre giorni che l’esperto gattista svedese lavorava sul kicker che avrebbe ospitato lo shooting, continuando ad accumulare neve per rendere l’atterraggio perfetto, ma senza tagliare il dente di stacco per lasciare ai rider decidere l’inclinazione, la transizione e l’angolo di taglio.Il fotografo ufficiale Nitro Road Warriors e photosenior di Pleasure come lo è Lorenz Holder, non ci si poteva aspettare che l’assurdo: dopo aver effettuato qualche scatto con la luce del giorno e dopo aver visto Nils Arvidsson chiudere più volte un doble backside rode, Lorenz decide che il maestoso kicker non “rendeva” fotograficamente così tanto e che per il tramonto avrebbe voluto cambiare qualcosa… così. Una particolare nota di merito se la merita Marco Donzelli… prima di questo viaggio non avevo avuto modo di conoscerlo così bene e ho avuto il piacere di scoprire un ragazzo tanto determinato quanto apparentemente strano… una sorta di taciturno con la battuta sempre pronta e con una tranquillità tutta sua. Giovane quanto promettente, caparbio quanto capace. Vederlo saltare a fine stagione, su il kicker più grosso che abbia mai visto, con il tramonto alle spalle e pronto ad atterrare su un landing non così morbido, rimane senza ombra di dubbio un episodio da ricordare, da stimare, ammirare ed elogiare. E’ stato un viaggio, un viaggio alla scoperta di una terra che non conoscevo, un viaggio che mi è servito per capire moltissime differenze tra ciò che viviamo in Italia e di come invece sia visto e vissuto il mondo della tavoletta senza rotelle nelle terre scandinave. Un viaggio capace di sottolineare fermamente le differenze di professionalità e in grado di creare un solco ancora da colmare tra quello che pensiamo di fare nella stessa maniera senza però riuscirci. E’ stato un viaggio che ha fatto risvegliare la mia determinazione come fotografo, motivandomi a migliorare, a progredire, a non mollare. Un po’ come dovremo fare tutti noi, in qualsiasi settore, in qualsiasi cosa. Osservare e studiare i migliori, cercando di prenderne spunto per organizzarsi sempre al meglio. Progredire senza porsi prima dei limiti. Viaggiare per continuare ad apprendere, per imparare a vivere. Perché credo che quello che conta davvero, non è l’arrivo del viaggio, ma il tragitto che si compie per giungere al suo termine. Viaggiare è l’inizio. E’ il primo mattone. E il nostro scopo è non lasciarci mai sfuggire quegli attimi di partenza. MARCO DONZELLI - TANDADALEM - NORWEY



FS 360 ARGENTERA CUNEO


INTERVIEW NICOLO’ BALZANI PHOTO DENIS PICCOLO


ARGENTERA CUNEO


SEI DA POCO TORNATA DALL’INDIA? CHE COSA HAI FATTO E COSA TI HA INSEGNATO QUESTO VIAGGIO? Sono tornata dall’India a Dicembre ed è stata un esperienza molto intensa. Quando dico così tutti mi chiedono: “Intensa? Cioè?”. È difficile infatti cogliere il significato di questa parola, ma è altrettanto difficile spiegare a parole la forza e la bellezza di questo continente. In India gli odori, i colori, le scene di vita hanno tutte un intensità diversa, forte e profonda, che ti fa venire voglia di tornare a casa o ti fa innamorare dell’India… Io me ne sono decisamente innamorata! Sono stata in India tre mesi ma non ho viaggiato tanto. Sono stata a nord, in un tempio sull’Himalaya, dove ho partecipato ad un ritiro buddista di tre giorni: era obbligatorio il silenzio, i pasti erano molto scarsi, tutte le energie e la concentrazione era focalizzata sugli insegnamenti e la meditazione. Dopodiché sono stata una settimana nel paese dove il Dalai Lama ha la sua residenza, ho avuto la fortuna e l’onore di assistere a tre giorni di insegnamenti diretti dal Dalai Lama in persona. Infine ad Auroville, un villaggio nel sud dell’India, li ho vissuto e fatto volontariato nelle classi elementari e medie come aiuto insegnate d’arte per un periodo di due mesi. Lavorare con i bambini è stata per me un esperienza fantastica, ho imparato da loro e mi sono divertita nel mettere alla prova me stessa in una cosa per me del tutto nuova. In quel villaggio a volte avevi a che fare con ragni piuttosto grossi, serpenti, scorpioni e altri animaletti o insetti, mai avrei pensato di abituarmi ma alla fine la convivenza con questi animali diventa la normalità, anche se… un pò di paura ti rimane sempre!

COSA È CAMBIATO DOPO QUESTA ESPERIENZA? L’India mette alla luce molti degli aspetti umani che qua, in occidente, sono nascosti. Quest’esperienza, inizialmente, mi ha portato confusione ma ora sono serena e mi sento sempre più forte nel riconoscere cosa non mi rende felice per cambiarlo.

ABITUALMENTE QUANDO UNA PERSONA SI AVVICINA AD UNA DISCIPLINA COME LO YOGA È PERCHÉ HA BISOGNO DI RISPOSTE, TU CHE TIPO DI RISPOSTE ANDAVI/VAI CERCANDO? Una delle frasi che mi piacciono di più è una frase di Einstein: “Voglio sapere cosa pensa Dio, tutto il resto sono solo dettagli”. Io penso che sono già nata con una forte predisposizione nel cercare la verità di questo mondo. Quando ero molto piccola, ricordo che guardavo gli adulti stupita del fatto che loro non sapessero cosa cavolo siamo qua a fare… pensavo che era una cosa molto ingiusta. Ora che sono adulta la mia ricerca è costante… anzi potrei dire che la mia vita è la ricerca stessa, come se la risposta che cercavo si sviluppasse giorno dopo giorno e mi porti lì dove voglio arrivare. La risposta è conoscere la verità ultima, conoscere cosa pensa Dio e intuire profondamente, senza nessuna incertezza, cosa significa essere una goccia di un Oceano di amore.

FARE DELLO YOGA UNO STILE DI VITA? Lo yoga è per me un atteggiamento nei confronti della vita. La parola yoga per molti ha il significato di esercizi o fare una serie di cose lente in maniera da portare rilassamento all’intero essere, ma lo yoga è qualcosa di molto più ampio. Lo Yoga è una scienza spirituale, ossia un modo di comprendere la realtà che non avviene esclusivamente dal lato cognitivo, come ad esempio fa la scienza, ma che spiega la realtà tramite esperienze interiori.

YOGA E SNOWBOARD COS’HANNO IN COMUNE? Nello snowboard è molto importante avere un corpo flessibile così da poter attutire al meglio le cadute, lo yoga rende il corpo flessibile e consapevole in maniera da poterlo muovere con più libertà. Lo yoga aumenta la concentrazione e, quando in snowboard si impara qualcosa di nuovo, se hai una buona concentrazione si impara più velocemente e con meno fatica. Una cosa che accomuna le due discipline è la visualizzazione. Non tutti riescono a visualizzare un corpo in movimento, e nello snowboard questo è molto importante, poiché saper immaginare se stessi mentre si fa

un trick è fondamentale. Nella meditazione, come in alcune pratiche delle yoga, si sviluppa la capacità di liberare la mente e, per fare snowboard, devi avere la mente libera e stare nel “Qui ed ora”. Questo può agire anche nella direzione opposta, poiché è vero che meditare ti libera la mente, ma per alcune persone fare snowboard libera la mente e può essere quindi anche una forma di meditazione.

SEI DIVENTATA UN’INSEGNANTE DI YOGA, HAI PER CASO IDEA DI CREARE UN CAMP DI SNOWBOARD E YOGA INSIEME? Già quest’anno dal sedici (16) Aprile ai primi di Maggio, io e Tippy, abbiamo organizzato lo SnowYoga Camp che si terrà ad Hemsedal (Norvegia). L’anno scorso ero stata in quel periodo ad Hemsedal grazie a Mitch Snowboard Camp, ho trovato che l’energia era veramente molto positiva ed il park in ottime condizioni! Ci si diverte molto, si fa snowboard in un fantastico clima primaverile. Dal prossimo anno organizzeremo altri SnowYoga Camp durante la stagione invernale. Sono in programma 3 tappe italiane: a Madonna di Campiglio, a Livigno e in alto adige. Abbiamo aperto una pagina su facebook con il nome di snowyogacamp e il sito è in costruzione. Altre persone lavoreranno con noi al progetto come Carolina bagnato (arrivata 2° ai campionati di pipe femminili al bondone 2011) che si occuperà del sito e aiuterà Tippy nel coordinamento.

QUANTO È DIFFICILE FILMARE E VIVERE COSTANTEMENTE IN UN AMBIENTE CONTORNATO DA QUASI SOLI UOMINI? Io adoro filmare con Random, mi trovo bene con loro, ormai voglio un gran bene a tutti. I filmer sono in gamba e si vede che hanno tanta passione per questo sport, è gratificante lavorare con qualcuno che dà del suo meglio. Il lavoro di una buona video parte è gran parte anche merito di come viene filmato e, se entrambi danno il meglio, il risultato è garantito. Girare con i ragazzi per me ha molti più pro che contro: puoi mandare sempre prima loro se la struttura è difficile, spalano bene quando c’è da costruire in fresca e sicuramente io imparo tantissimo da loro. Certo mi farebbe piacere avere almeno una ragazza con cui creare un forte legame e poter condividere ciò che faccio allo stesso livello, ma ormai per me è così e mi sono ormai abituata. Forse girare con solo uomini è il motivo per cui sono forte nello snowboard… chi lo sa?

QUANTO SONO IMPORTANTI I SOLDI NELLA VITA? I soldi vanno e vengono! Se ti preoccupi troppo di non avere mai abbastanza non ne avrai mai abbastanza, se non ti preoccupi mai di averne non potrai fare tante cose che potresti fare quando invece ne hai. L’attitudine migliore verso i soldi, secondo me, è guadagnare quello che ti sembra ti possa servire senza bramarne troppi o senza vantarti troppo di averne. Questo è quello che ho imparato dalla vita e cerco di metterlo in pratica anche se non è facile.

QUALI SONO LE COSE IMPORTANTI DELLA VITA? Saper amare è una cosa molto importante, saper accettare, amare la vita con tutti i suoi alti e bassi, vedersi per quello che si è… speciali ognuno nella propria unicità. Trovare la propria gioia interiore e trasportarla nelle cose che si fa, nello lo snowboard e anche nella vita quotidiana.

IL TUO PROSSIMO VIAGGIO? Non saprei, il mondo è così grande: Egitto, Hawaii, Messico, anche se devo dire che l’India mi ha proprio affascinato e ci tornerei volentieri.

CHIUDI CON L’AFORISMA IN CUI TI RITROVI DI PIÙ. “The heart of the universe does not have a particular location; it’s not somewhere out there. It is concealed in every beino” Eckhart Tolle.

RINGRAZIA CHI VUOI E CHI DEVI. RingrazioNicolò per l’itw, Tippy, i miei genitori, Random e Denis Piccolo che mi fa sempre ridere quando andiamo a fare le foto insieme, Whazza. Infine i miei amici con cui snowboardo in Val di Fassa, Norman e Rudy, poi Willy e Marta del Detomas Shop di Canazei e tutti i miei sponsor.


OSLO - HEMSEDAL NORWEY

ARGENTERA CUNEO


OSLO - HEMSEDAL NORWEY

HEMSEDAL NORWEY



Shots

PHOTO MATT GEORGES FILIPPO KRATTER & SIMON GRUBER


PHOTO ANDREA SCHILIRO’ MATTEO MAGGI LITSVYANKA - SIBERIAN


PHOTO ANDREA SCHILIRO’ STEFANO BENCHIMOL KRASNOYARSK - SIBERIAN


PHOTO ROBERTO BRAGOTTO MARCO CONCIN - FS 720 PASSO ROLLE


PHOTO ROBERTO BRAGOTTO MAX STAMPFL - BS 540 PASSO ROLLE


BOARDS 2011/12 A CURA DI NICOLÃ’ BALZANI BY FIFTH SEASON

FORUM CONTRACT

BURTON NICE

JONES MOUNTAIN TWIN

BATALEON WHATEVER

K2 TURBO DREAM


VOLKL SQUAD ROCKER

ROUGH MARKER M

DC PLY

NITRO PRO ONE OFF SWOBODA

DRAKE URBAN


BINDINGS BOOTS GOOGLES HELMETS

A CURA DI NICOLÒ BALZANI BY FIFTH SEASON

DA SX VERSO DX DALL’ALTO VERSO IL BASSO:

Boots Vans Andreas Wiig, Bite Brux, Helmets Smith Vantage, Boots Dc Super Park, Boots Celsius Cirrus Binding Union Atlas, Google Electric Eg2, Google Dragon Apx, Boots 32 Lashed, Boots Northwave Decade Risto M, Binding Burton Malavita Google Oakley Airbrake, Google Adidas Id2 Pro, Helmets Protec X Vonzipper, Binding Flux Ds30, Google Out Of Labirinth Fire



CLOTHING OUTERWEAR A CURA DI NICOLÒ BALZANI BY FIFTH SEASON

DA SX VERSO DX DALL’ALTO VERSO IL BASSO:

Nike 6.0 Kampai, Dc Elix, Northface Enzo Nike 6.0 Vernon, Oxbow C2 Race, Bond Savage Jkt+Copper Pant, L1 Cheif Jkt+Chino Pant, Gloves Level Jocker, Oakley Preferred Zimtstern Jhon, Gloves Level Spunky, Volcom Gigi Ruf, Four Square Trade, Bastard Wild, Gloves Invicta Destroyer Billabong Five0, Gloves Dainese Underglove Pro



EXLUSIVE SHOP VALLE D’AOSTA & PIEMONTE # POINT BREAK

EXLUSIVE SHOP LIGURIA # ADRENALINA

EXLUSIVE SHOP LOMBARDIA VARESE # ZOOPARK

EXLUSIVE SHOP LOMBARDIA MILANO # MORGAN

EXLUSIVE SHOP LOMBARDIA BERGAMO # NEW SCHOOL

EXLUSIVE SHOP LOMBARDIA MONZA # BOMBOCLAT


EXLUSIVE SHOP TRENTINO # 100 ONE

EXLUSIVE SHOP ALTO ADIGE # FAKIE SHOP

EXLUSIVE SHOP EMILIA ROMAGNA # PARMA SPORT

EXLUSIVE SHOP VENETO PADOVA # RIDER HOUSE

EXLUSIVE SHOP VENETO VICENZA # PROSPORT

EXLUSIVE SHOP MARCHE # BIG AIR


EXLUSIVE SHOP LAZIO

EXLUSIVE SHOP UMBRIA LAZIO

EXLUSIVE SHOP ABRUZZO TERAMO # BIG STONE

EXLUSIVE SHOP ABRUZZO PESCARA # EASY SHOP

EXLUSIVE SHOP ABRUZZO PESCARA # HEAVY TOOLS

EXLUSIVE SHOP ABRUZZO TERAMO # BIG STONE


EXLUSIVE SHOP CAMPANIA # HITECH SNOWB

EXLUSIVE SHOP LOMBARDIA # SPIA SHOP

EXLUSIVE SHOP SICILIA # DNA SHOCK

EXLUSIVE SHOP LOMBARDIA # MINOIA BOARD


REMEMBER PHOTO & TEXT MURIO DHOURST PANCHO & MATTEO NICCOLINI NORVEGIA 1999

Una fredda mattina di un lontano inverno del 1999 mi chiama Matrao, peggio conosciuto come Matteo Niccolini. Ho in mente una nuova meta... la Norvegia. Il percorso per arrivarci? Livorno - Stryn in macchina, con una piccola tappa a Folgefonna. Stryn è una piccola cittadina situata all’imbocco del Nordfjord, importante crocevia tra le strade che portano a Oslo e Trondheim, vicino (ma neache troppo però) c’è Folgefonna, stazione molto freestyle della contea di Hordaland. Il tempo di preparare i bagagli e carico il mitico Pancho. Si parte! Ricordo le interminabili ore di macchina, le notti passate in auto per risparmiare l’hotel ed, ovviamente, i loschi trucchi per scavallare gli skipass. Questo scatto per me rappresenta la voglia di esplorare che, lo snowboard italiano, aveva in quel periodo. Chissà forse siamo stati dei precursori?



SEQUENCE SNOWBOARDING NUMERO 30


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