Sequence Magazine 33

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Ho conosciuto Filippo lo scorso inverno e che dire… mi fa morire dalle risate! Per quello che ho visto, è un tipo silenzioso ma che sa sempre fare la battuta giusta al momento giusto. Difficilmente scorderò questo giorno ad Argentera: Arturo di Random, Lory Buzzoni, Filippo ed io, decidiamo di cercare un po’ di powder nel versante opposto agli impianti di risalita e ci è andata bene. Costruiamo un kicker, facciamo un paio di slash e per ultimo questo scatto, proprio quando stavamo per andare via! Quello che è venuto dopo è stato da ridere: dispersi nella vallata per aver mancato la giusta via per tornare a casa, ci siamo fatti 3 ore di camminata in neve fresca, finendo qualche chilometro più a valle del paese! Ovviamente ripeterei tutto quello che è successo! FILIPPO CRUDELI BY CRISTIAN SCALCO AT ARGENTERA


Munni è taciturno, introverso, riservato. Munni è un “Bormino”. Non riesci mai a capire se lo conosci davvero abbastanza per potergli parlare, per salutarlo, o anche soltanto per scambiarci due pensieri. Non so nemmeno io bene come sia in realtà, ma credo che sotto sotto sia un ragazzo davvero sensibile, delicato e molto, molto simpatico. Di certo so che Munni è incredibilmente forte sopra una tavoletta senza rotelle. Saltare da un cratere all’altro nel bel mezzo dell’Etna ritrovandosi a testa in giù tra le rocce laviche, non è di certo cosa da tutti. Soprattutto quando nessuno se lo aspettava, soprattutto quando non aveva accennato a nessuno le sue intenzioni. Roba da matti. Roba da “Bormini”. STEFANO MUNARI BY ROBERTO BRAGOTTO AT MT. ETNA/FIAT PICTURE AWARDS



“Hey che ci fai lassù!!! Scendi drogato!!!”. Forse non ci crederete mai, ma per scattare questa foto sono dovuto salire sul tetto del comune di Sestriere. A volte sembra incredibile, ma per ottenere la miglior inquadratura bisogna raggiungere posti impensati. Purtroppo mi hanno beccato immediatamente, ma con il suo enorme talento, fortunatamente a Matteo sono bastati pochi minuti per chiudere il trick. MATTEO BORGARDT BY DENIS PICCOLO AT SESTRIERE



MAKE THE MOST OF WHAT YOU’VE GOT. TEXT: GEORGE BOUTALL RIDERS: Kevin Kok, Filiberto Piller, Giacomo KratteR, Lorenzo Buzzoni, Markino Grigis Ormai è quasi Natale, ma la neve tarda ad arrivare... Sono anni che si ripete questo fenomeno e per noi che già a Settembre ci viene voglia di slashare neve fresca, sta diventando veramente insopportabile. Però bisogna sempre guardare il futuro con ottimismo e adesso che si avvicina l’anno nuovo è anche un buon momento per farsi delle promesse. Visto i tempi che corrono, ho deciso che applicherò al meglio un famoso detto Inglese: “Make the most of what you’ve got”, che tradotto in italiano significa all’incirca: “Sfrutta al meglio quello che hai”. E’ un po’ come un Carpe Diem, che invece di basarsi sul piano temporale, si basa sulla disponibilità che uno possiede. Anche in questi tempi di magra questa regola può essere benissimo applicata. Perchè in realtà per snowboardare non serve poi così tanta neve, se si va in qualche vallata dimenticata ci sarà pur un pendio di neve dove passare una bella giornata con gli amici. Quindi spegnete l’ennesimo video di snowboard, radunate gli amici ed andate in avan scoperta! Questo numero di Sequence è piena di questi esempi: abbiamo l’articolo di Bubba che a metà maggio è andato alla ricerca della fresca sui fiordi norvegesi armato solo di binocolo e di Split-board, i ragazzi di Cold Focus hanno filmato un intero video sulle strade sotto casa senza bisogno di abbondanti nevicate e infine l’intervista di Stefano Bergamaschi, che ha scattato la maggior parte di queste foto quando gli impianti non erano ancora aperti. Inoltre, se ci penso bene, le giornate più memorabili che ho passato in montagna, sono state quando con gli amici abbiamo costruito kicker a bordo strada, oppure quando abbiamo lasciato libera la nostra fantasia nelle cittadine di montagna senza troppe pretese. Perché alla fine, spesso le cose migliori, sono quelli più semplici!



EDITORI Denis Piccolo, Paolo Salvatore, Cristian Murianni direttore Denis Piccolo (denis@jpgedizioni.com) PHOTO EDITOR Cristian Murianni (murio@jpgedizioni.com) EDITOR MANAGER Roberto Bragotto ART DIRECTOR George Boutall (george@evergreendesignhouse.com) traduzioni Paola De La Pierre WEB LIKEMILK Enrico Santillo (enrico@ jpgedizioni.com) PHOTO SENIOR Lorenzo Belfrond, Roberto Bragotto, Cristian Scalco, Alo Belluscio. Eleonora Raggi DIRETTORE COMMERCIALE Paolo Salvatore (paolo@jpgedizioni.com) SEGRETERIA ABBONAMENTI Michaela Stefania CONTATTI ESTERI Martina Minetti Fotografi e filmer Denis Piccolo, Murio, Alessandro “Killer” Miniotti, Arturo Bernardi, Alessandro Belluscio, Lorenzo Belfrond, Roberto Bragotto, Lorenz Holder, Andrea Rigano, Marco “Boiler” Boella, Luca Benedet, Vasco Coutinho, Matt Georges, Cyril, Gianfraco Battaglia EDITORE Jpg Edizioni di Salvatore Paolo, Piccolo Denis, Murianni Cristian Via Colle di Andromeda 4, 65016 Montesilvano (PE) Tel: (085) 9151471 | Fax: (085) 9151230 P.IVA: 01875110684 www.likemilk.com | benvenuti@jpgedizioni.com REDAZIONE Via Pellegrino Rossi 81, scala C Milano STAMPA Grafiche Ambert Via per Chivasso 27, Verolengo (TO) 011 9149227 DISTRIBUZIONE Freepress Sequence Snowboarding rivista mensile registrato al tribunale di Pescara il 14/05/2003 al numero 173/15 COVER Stefano Bergamaschi | Photo Alessandro Belluscio | Livigno




NEW MODEL PERFECT FOR WHATEVER KIND OF RIDING YOU HAD IN MIND WHATEVER YOUR STYLE WHATEVER THE TERRAIN WHATEVER THE WEATHER

BRENDAN KEENAN RIDES THE WHATEVER PHOTO: JEFF KEENAN BATALEON è distribuita in Italia da Wood Morning srl info@woodmorning.eu www.woodmorning.eu


DOPO L’ENNESIMA RASETTA DA TENTATO OMICIDIO... TEXT & PIC: alessandro belluscio RIDER: STEFANO BERGAMASCHI SPOT: LIVIGNO CAMERA: Nikon d700 + 10.5mm fish-eye light: daylight + elinchrom + quantum

A gennaio si vagava per la vallata di Livigno cercando di poter far fruttare al meglio l’impaziente attesa per la nuova perturbazione che doveva arrivare. A inizio settimana Raffa Cusini, Ste Bergamaschi ed io, ci siamo ritrovati all’Amerikan per il classico caffè del dopo-pranzo, Braulio e notes per prendere appunti. Ho imparato che con l’età è meglio segnarsi le idee che vengono a mente, altrimenti 2 ore dopo si è già dimenticato tutto... Tornando al discorso... tra me, Raffa e appunto Ste, si iniziava a fare “la lista della spesa”. Tutto ciò che era fattibile e relativi tempi per preparare il set-up, prendere un paio di cartelle e portarsi a casa lo scatto. Tra le varie ipotesi e calcolando la presenza di turisti ancora in paese per le feste, quel giorno la scelta ricadde sulla torretta dell’Enel in mezzo al bosco. Purtroppo il cristallo trasformato della neve ha voluto che si dovesse tornare per ben due volte prima di avere lo spot agibile. Inoltre serviva una passeggiata nel bosco, manovalanza per tirare su la neve, dosi abbondanti di sale e acqua e una bella dose di fortuna... una bella sbatta!

Ma del resto se non ci piacesse e non fossimo appassionati, andremmo a giocare a calcio, no? Dovete sapere che a inizio anno Ste non era ancora malato di Ghetto, Dollàri, BOTD ecc., ma iniziava solamente ad ammalarsi. Il corso maestri aveva ancora la meglio sulla sua mente e i discorsi erano vari. Qualcosa però non mi convinceva. Ma non capivo cosa. La seconda volta che siamo tornati a scattare, ricordo che ogni volta che Ste droppava, io facevo un mezzo passo in avanti per avvicinarmi. Ogni mezzo passo, un po’ di rischio in più. Ste perdeva il controllo e io mi spaventavo. Dopo l’ennesima rasetta quasi da tentato omicidio (non so se mio a ricevermi lui in testa o suo nell’urtare me), Ste arriva alla velocità giusta: handplant, grab, foto, urla, abbracci e via a bere un paio di birre. Altro sbattone, altro scatto. Tornati all’Amerikan, alla seconda birra, mi riguardavo le foto e ripensavo allo spot... Ste era già nella filosofia da rapper! Ste era già un rapper! Sotto il quarterino, se ci fate caso, si intravede... c’è scritto BOUS!


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MATTEO TUBEROSA “VIVI E LASCIA VIVERE!” ITW & PHOTO : DENIS PICCOLO Il tuo primo giorno in snowboard? 29/12/1994, il giorno del mio nono compleanno, dopo aver rotto le balle a mio padre per molto tempo mi ha affittato una tavola. Grazie Pà! Il tuo primo trick che hai imparato? Penso un indy grab. Il primo park che hai girato? A Cervinia, quando il park era ancora a Plan Maison. Il tuo primo viaggio? Il mio primo vero viaggio è stato con i miei amici a 13 anni, dovevamo stare un paio di giorni a Les Deux Alpes d’estate a snowbordare e siamo rimasti più di una settimana. La tua prima foto pubblicata? Un check out su ENTRY n°7, fatta da Boiler a Ceresole Reale. La tua prima videopart? DOORS OR WHATT? Il tuo primo kicker in fresca? Penso che il primo vero kicker in fresca sia stato a Vetan, sopra ad Aosta, con George Boutall, Davide Lantermoz, Fabrizio Troilo, Mich Dalle e Boiler. Salita in gatto, un oretta di scarpinata, costruzione di un kicker, con nel flat delle rocce che se arrivavi corto eri morto, discesa di fine giornata al tramonto tutti insieme fino a valle. Che bello!!! Il tuo primo rail? Una transenna rubata a bordo strada e messa in pista, di sicuro ero con George Boutall. Il tuo primo pipe? A Cervinia al Park di Plan Maison. Il tuo primo trik in pipe? Fs air indy e alley-oop in Bs. Il tuo primo infortunio? Frattura del polso sinistro, UN CLASSICO... Il tuo primo podio? Che mi ricordi avevo più o meno 15 anni, era una garetta a Cersole Reale in un piccolo impianto vicino a casa mia, organizzata da un mio amico che ha un negozio, c’èra anche Killer di Random quel giorno, mi sa che

l’ho conosciuto li, ero arrivato 1° ma non ho mai ricevuto i premi! La tua prima soddisfazione? Ce ne sono state tante, ma penso che quando ho iniziato a fare lo shaper al park di Bardonecchia e potevo andare in snowboard e fare il lavoro che mi piace tutti i giorni, quella si che è stata una vera soddisfazione! La prima cosa stupida che hai fatto? Una delle prime volte che andavo in snowboard, ancora molto instabile, ho fatto una fiaccolata in notturna, mi sono quasi dato fuoco! Il tuo primo amore? Chiara, una mia compagna di classe delle elementari e medie è stata la mia prima fidanzatina e la mia migliore amica. La prima volta che hai fatto l’amore? Non credo nell’amore. La prima volta che hai fatto sesso? A 17 anni, a una festa di paese, una rievocazione storica medioevale “TORNEO DI MAGGIO”, ubriaco marcio, anche lei, forse più di me, non ci conoscevamo neanche, senza tante presentazioni, mi ha trascinato in un parcheggio e li è successo il tutto! Non so ancora adesso il suo nome! Il tuo primo sponsor? ROUGH snowboards. Il tuo primo viaggio oltreoceano? 2009 nello UTAH, a Park City e The Canyons, con tutta la family di Garbage e Doors. Il tuo primo contest? Più o meno a 16 anni, un contest della Volcom di rail a Cervinia all’Indian Park. La prima volta che hai alzato la voce? Forse le prime volte che litigavo con mio fratello, per intimorirlo, ma non serviva, me le prendevo sempre. Il tuo primo rammarico? Non essere potuto andare in California con gli altri di Garbage la scorsa primavera! La prima cosa che diresti davanti al mondo? Vivi e lascia vivere!


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“Non vorrei mai somigliare a nessuno!” ITW & PIC: ROBY BRAGOTTO SPOT: MONTE ELMO

Dove hai iniziato a snowboardare? Alpe di Siusi e Carezza. Con chi hai iniziato a snowboardare? Con un amico di quel tempo che adesso però non vedo più. Come sei riuscito ad ottenere il tuo primo sponsor? Girando in park a Obereggen. Ho conosciuto Ciccio Neuro e mi ha offerto di entrare nel team Neuro, mi ha gasato moltissimo! Senza quella spinta iniziale, magari non sarei arrivato dove sono adesso. Grazie Ciccio! Parla del tuo rapporto con gli sponsor, di come ti supportano e di cosa chiedono in cambio. Riuscire a identificarmi con loro è importante per girare bene. Ora mi passano il materiale di cui ho bisogno e credo che per loro sia importante che faccio vedere che mi diverto con il loro materiale. Quali sono i rider italiani che preferisci e perché? Ovviamente Simon per il suo stile e la precisione con cui fa i suoi trick. Poi c’è Verza che ha sempre un buon consiglio per migliorare e Plazy, perchè girando con lui non smetti più di ridere! A chi invece non vorresti mai somigliare? Non vorrei mai somigliare a nessuno! Quali sono i tuoi obiettivi per la prossima stagione? Girare più tempo possibile e snowboardare in tanti posti diversi. Il park più bello in cui hai girato e quello dove vorresti girare in futuro? Il park di senales durante l’F-Tech Shooting! Per il futuro ce ne sono tanti da girare ancora... Il trick più spesso che chiudi e quello che hai in sicurezza? Backside rodeo 7 e backside 5.

Sei a più agio sui kicker oppure sui rail? Girare su kicker mi piace molto di più. Parla del tuo rapporto con Alex Berger e la crew di F-Tech. Da un paio di mesi faccio parte dello stretto staff di F-Tech, quindi devo dire solo cose buone eheheh! Ma non avrei davvero niente da dire di negativo! Alex oltre che essere il capo è anche un buon amico, mi da sempre ottimi consigli. Siamo un gruppo di personaggi diversi, ma con la stessa passione e appunto per questo non ci si annoia mai. Cosa pensi del loro lavoro e della loro professionalità? E’ il miglior modo di lavorare che esista. In cosa siamo ancora molto lontani dalla scena americana? Riescono a essere più creativi perché hanno delle piste e delle montagne intere per creare il loro snowpark. Questa è una cosa che un nostro comprensorio dovrebbe capire e imitare. Il tuo viaggio più bello e perché? In Scozia con un mio amico. Giravamo in autostop e a piedi e dormivamo in tenda. Cosa ami e cosa invece odi? Amo la libertà di fare e dire quello che voglio e odio che troppe volte non sono libero di farlo. La tua giornata perfetta? Colazione preparata, bluebird, un paio di run in fresca per svegliarmi e poi saltoni in park fino a quando i miei piedi non ce la fanno più. Birretta al tramonto, super cenone, magari un po’ di festa con i miei amici e poi a letto… per poi svegliarsi con un’altra giornata simile! La tua donna perfetta? Può darsi che l’ho già trovata… Una frase gloriosa che ti appartiene? Peace love and heavy metal!!!



STEFANO MUNARI: “NON HO MAI ACQUISTATO UNA TAVOLA.” ITW & PIC: DENIS PICCOLO

Nato: Sondalo Home resort: Bormio Altezza: 184 cm Peso: 76 kg Stance: media larghezza Angle: +18 -18 Sponsor: O’Neill, Nitro, Fiat Freestyle Team, Smith, Vans, Level gloves, Guasto Descrivi il tuo stile di riding. Tranquillo. Il tuo terrain preferito. Powder. La tua foto pubblicata preferita. Foto di Saami Touriniemi, fs alley oop indy in half pipe a Livigno, pubblicata su Onboard Europe. Il tuo trick preferito. Backflip. Il tuo trick preferito eseguito da altro rider. Nollie di Lollo Barbieri. La tua prima tavola acquistata. Non ho mai acquistato una tavola, la prima tavola che mi è stata regalata era una Mad Max. La più bella tavola con cui hai mai surfato. Nitro T1. Quante tavole usi ogni anno. Mediamente 2 tavole. L’ accessorio che non ne faresti mai a meno. Il mio anello. Quanto è importante una buona attrezzatura? In half pipe può fare la differenza. Di cosa lo snowboard ha bisogno e di cosa no. Ha bisogno di tanta neve perchè non si può andare sui sassi e non ha bisogno di gare noiose e schematiche. Di che cosa hai bisogno e di cosa no? Ho bisogno di mangiare, bere, fare l’amore, andare in snowboard e non ho bisogno di prendere così tanta botte in snow, ma spesso accade.

A quanti anni hai perso la verginità? 14. Le tavole sui rail si rovinano più in fretta che lasciarle appese in camera? Le tavole sono fatte per andare sulla neve, però i rail sono divertenti. E vero che con le nuove tavole a banana se le usi come mensole cadono le ciotole? Epic. Ti piace fare street rail con la maschera e lo zainetto da freeride? Si... e porto sempre con me l’arva, ci tengo alla mia sicurezza sui rail. La tua tavola. Nitro T1 La tua maschera. Smith I/O I tuoi bindings. Nitro Raiden Phantom. Il tuo berretto. Guasto. Le tue cuffie. Quelle dell’ iphone. Il tuo intimo. O’neill. I tuoi pants. O’neill, ultimamente li uso un pò stretti. I tuoi boots. Vans Andreas Wiig. I tuoi guanti. Level Rexford Team Mitt, sono moffole comode e calde. il tuo video. That’s it That’s all. Il tuo film preferito. American beauty. Il tuo cellulare. Iphone. La tua religione. La neve fresca. Cosa pensi delle droghe e dell’alcool? Meglio non abusarne. Quanti amici hai su Facebook? Parecchi. E quanti ne conosci? Una piccola parte. La tua donna perfetta. La mia morosa.



cosa poteva andare storto? Quale poteva essere l’imprevisto? TEXT & PIC: ROBY BRAGOTTO RIDER: ENRICO CAVADA SPOT: TANDADALEN SVEZIA Già, gli imprevisti… sono proprio loro la principale fonte di dimenticanza, loro che spesso non vengono calcolati e loro che a volte non sono nemmeno considerati. Chi lo poteva mai dire? Ritrovarsi nel bel mezzo della Svezia ai primi di maggio, in un photo-shooting privato dei Nitro Road Warriors, tra i migliori park svedesi e con un’intera montagna a nostra disposizione, soltanto per noi… cosa poteva andare storto? Quale poteva essere l’imprevisto? Lui, quello che solitamente si trascura: il brutto tempo. E chi l’avrebbe mai immaginato? Giorni e giorni di continue nevicate, freddo glaciale, cielo grigio e visibilità degna della Val Padana in pieno autunno… nessuno di noi se lo aspettava, nessuno di noi era pronto a doversi reinventare. Ricordo di come è bastato il primo pomeriggio di timido sole per farci uscire di fretta dalla sauna che avevamo in appartamento e lanciarci alla ricerca di qualche scatto che fosse più fantasioso possibile. Un pole-jam, è bastato un solo e semplice pole-jam illuminato da un pizzico di sole per farci tornare alla realtà, focalizzando così anche lo scopo del viaggio. Ricordo di come il freddo e il cielo grigio aveva il potere di tenermi assopito dentro il piccolo rifugio riscaldato appena prima della partenza degli impianti e ricordo di come Enrico si risvegliò all’improvviso vedendo i

primi raggi irradiare l’esterno. E’ bastato poco, davvero un attimo, giusto il tempo di prendere la rincorsa ed uscire dal piccolo tubo in backside rodeo al primo tentativo, davanti agli occhi di Marco Smolla e Anton Gunnarsson, non proprio due persone a caso per intenderci. Ed io dov’ero? Ancora intorpidito dal freddo e forse un po’ incredulo nel vedere i primi spiragli di sole dopo dieci giorni di totale grigiore, me ne stavo ancora al calduccio del piccolo rifugio… un po’ perché stavo aspettando che il cielo si aprisse per davvero e un po’ perché aspettavo finissero quelli che dovevano essere dei semplici giri di riscaldamento. La fortuna di questo scatto ben riuscito, va attribuita sicuramente ad Enrico, che è stato in grado di stupire e risvegliare un po’ tutti in quel momento e un po’ forse va anche a me, appunto per non essere riuscito a farmelo sfuggire, facendo una sorta di prova di scatto attraverso la finestrella del piccolo rifugio riscaldato. Fortuna, caso e tempismo… doti quasi dimenticate. Un po’ come questa fotografia, dimenticata nel cassetto e perduta in chissà quale archivio, quasi volesse ricordare che è arrivato il momento di rialzarsi, aspettando le imminenti nevicate e riprendendo così in mano le solite abitudini invernali, senza lasciarsi mai scoraggiare, senza lasciarsi mai perdere d’animo. Di fronte a tutto, di fronte anche agli imprevisti.


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durante il giorno il rischio che ti mandino via è altissimo. TEXT: ALESSANDRO MINIOTTI PIC: DENIS PICCOLO RIDER: TATO CHIALA SPOT: VILLAGGIO OLIMPICO, BARDONECCHIA

La ricerca di nuovi spot è fondamentale per chi pratica il nostro sport, lo è ancora di più per chi lo vive professionalmente. Giornalmente, sia nel periodo estivo che in quello invernale, riders, filmers e fotografi sono alla ricerca di nuovi spot per le loro videopart, o per scattare immagini da pubblicare nei più stimati magazine. Spesso però, capita di tornare su strutture già raidate perché particolarmente belle. Il “must” dovrebbe essere quello di fare trick diversi da quelli che sono già stati portati a casa e possibilmente più spessi. Dopo le olimpiadi invernali a Bardonecchia, c’è stata una notevole rinfrescata architettonica in tutta la vallata e con le prime nevicate ecco emergere nuovi ed interessanti spot. Qualche anno fa, il team Technine International ha deciso di filmare in Europa e ha fatto tappa in Italia, soffermandosi molto nelle valli olimpiche. Alessandro Belluscio li ha seguiti nel loro trip e ha avuto l’opportunità di vedere da vicino con quale intensità dei veri pro lavorano e shottano durante la produzione di un video. Questo rail è stato railato in primis da Lukas Magoon durante una gelida notte di quel viaggio, chiudendo frontside boardslide e front board bonk to revert. Noi siamo tornati l’anno dopo con la crew di Random, assieme a Renzo Tato Chiala, Matteo Whatza Borgardt e Max Stampfl. Eravamo talmente motivati a girare in quello spot che ho chiamato per scattare sia Denis Piccolo che John Scarafiotti, volevo che ci fossero più immagini possibili di questo fantastico spot. Bisogna andarci di notte, durante il giorno il rischio che ti mandino via è altissimo. Ricordate di essere muniti di fari e generatore, perché essendo nel retro del

villaggio olimpico non c’è assolutamente luce, neanche un lampione, totalmente buio. Quella notte la temperatura era glaciale, di sicuro non aiutava i rider ad essere più rilassati e per esaltare lo stile nei video è scontato girare in felpa. Questo rail è particolarmente tecnico perché oltre all’altezza, quello che incute più timore è il tubo a 90 gradi che c’è in fondo, lo sa bene Whatza che ci ha perso gli stinchi dopo aver però chiuso un noseslide. Bisogna arrivare particolarmente veloci e se cadi dal lato destro del rail è facile che fai un frontale con la ringhiera; se cadi a sinistra invece, hai un gap di 3 metri che ti catapulta direttamente nel parcheggio sottostante, molto rischioso. I nostri riders erano particolarmente motivati, Tato ha chiuso un nosepress ed un frontside boardslide da manuale, mentre Max è riuscito a portarsi a casa gli ultimi trick della sua video part in “Gimme Some”, ovvero un backside 50-50 frontside 180 out ed un tecnicissimo bluntslide 270 out. Nel caso siate più veloci di noi a chiudere i trick e riuscite a finire prima delle 23.00, vi consiglio di andare al ristorante del Morbido, “La Ciau” in Via Medail n°19, dove potete trovare un’ottima cucina e qualche copia di Sequence. Dove si trova questo rail? Ovviamente a Bardonecchia: percorrete la strada per andare a Melezet, arrivati al villaggio olimpico cercate di fare il giro attorno alla struttura e lo troverete sul retro. Non è facilissimo da scovare, ma se parcheggiate e vi fate un giretto a piedi lo trovate con facilità. Chissà mai che durante la ricerca spunti qualche nuovo spot! Se decidete di raidarlo, ora sapete già che trick non dovete fare! Good snowboarding!


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“IL DESIGN ITALIANO è RICONOSCIUTO ED APPREZZATO IN TUTTO IL MONDO.” ITW: DENIS PICCOLO

Come è quando nasce Level? Level Sport è nata a Sondrio oltre 20 anni fa, con l’obiettivo di creare il primo guanto dedicato esclusivamente allo snowboard. Oggi è un’azienda leader nella produzione di guanti per tutti gli sport sulla neve e di numerosi brevetti tecnici applicati. Sotto la guida di Mauro e Davide Compagnoni, si è sviluppata costantemente entrando nel mondo dello sci e si è affermata soprattutto con le proposte che riguardano la collezione Fusion, linea crossover caratterizzata maggiormente da uno spirito innovativo. Si è affermata rapidamente come azienda leader mondiale nel guanto da protezione per lo snowboard, ed oggi Level Sport è riuscita a declinare la sua filosofia di “stile innovativo” propria del mondo “snow”, per portarla nell’universo dello sci, mutuando gli stessi concetti di sicurezza e design. Nel 1988 Level è stato il primo brand a studiare, sviluppare e vendere i guanti per lo snowboard e diventare anche precursore del “Removable Lining System”. Come descriveresti Level ad uno sconosciuto? Un marchio di guanti tecnico, innovatore e con immagine e design leader nel settore. E’ difficile competere con i brand internazionali? Level è un marchio internazionale a tutti gli effetti, perché distribuito in 35 paesi in tutto il mondo e competere con altri marchi dello stesso calibro rende le sfide di tutti i giorni ancora più entusiasmanti. Essere un brand Made in Italy è un vantaggio o uno svantaggio? Essere un brand Italiano è un rafforzativo al valore del marchio e del prodotto, indubbiamente un vantaggio nel nostro settore, dove il design Italiano è riconosciuto ed apprezzato in tutto il mondo.

Quanto investite in termini di percentuale, nella ricerca, nei materiali, nel team e nel marketing? Possiamo dire un 20% nella ricerca, 20% nei materiali, 20% nel team e 20% nel marketing. Tutte queste cose sono importanti allo stesso modo, perché se si da meno considerazione a una si fa male tutto il resto. Oggi Level quanti dipendenti ha? Più o meno siamo in 12, una piccola squadra molto unita che lavora davvero sodo. Quanti dei vostri articoli sono prodotti in Italia e quanti all’estero? Il design, lo sviluppo, l’ingeniering e la prototipazione sono fatti in Italia, mentre la produzione è fatta all’estero. Avete molti dipendenti snowboarder? Sì certo, un bel gruppetto che tiene alto il livello! I vostri designer sono legati in qualche modo al mondo all’action sport? Certamente! Abbiamo Max Perotti, International Team Manager e creatore dell’immagine di Level, che è conosciuto e rispettato sia nell’ambiente snowboard che sci; poi c’è Valentina Trentini, International Team Manager per Bliss by Level e designer della linea stessa, che è una snowboarder e fa parte di questo mondo da ormai 12 anni. I capi Mauro e Davide sono stati dei super sciatori! Progetti futuri? Sicuramente continuare a migliorare lo stile e la tecnicità dei nostri guanti, come già stiamo facendo di anno in anno e per quanto riguarda le vendite, raggiungere le 500.000 paia di guanti nei prossimi tre anni… di più non possiamo svelare! Stay Tuned on www.levelgloves.com


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BISOGNA PENSARE FUORI DAGLI SCHEMI. TEXT: GEORGE BOUTALL PIC: ROBY BRAGOTTO RIDER: DANIEL NEULICHEDL SPOT: KEYSTONE, COLORADO

Il primo livello di stile da raggiungere nello snowboard, è quello di fare i trick da manuale, nel modo più consono possibile. Poi c’è però il secondo step, quello che separa un rider veramente stiloso dagli altri, ovvero quello di fare trick classici con nuove variazioni, che se vengono azzeccati possono entrare nella storia. Infatti, i rider più stilosi non si limitano mai a fare i vari trick da manuale, ma sono sempre alla ricerca di nuove variazioni e piccoli dettagli che facciano diventare i loro trick unici e quindi riconducibili solo a loro. Basti pensare a Nicolas Muller, nessuno fa dei McTwist con i Japan così tirati, ogni volta che vedi una foto di un suo mcTwist sai già che si tratta di Nicolas senza dover leggere la didascalia. Eppure il McTwist, secondo il manuale, dovrebbe essere in Mute grab come lo fa Shaun White per intenderci, ma rimane il fatto che quelli di Nicolas non hanno paragoni, perché appunto lui ci ha aggiunto del suo. Questa foto di Plazy è un altro esempio perfetto. Lui qui esegue un frontside 360°, per questo trick solitamente è consigliato o un Indy Nosebone, oppure uno Stalefish. Però Plazy se ne frega delle regole e sfodera questo Mute tailbone che è riuscito subito a sbalordirmi. La cosa bella di nuove varianti, quando vengono fatte bene, è che l’osservatore rima-

ne subito perplesso e ci mette un attimo a capire cosa sta succedendo. Infatti, dopo aver visto questa foto, ho dovuto pensare un po’ per capire di quale trick si trattasse e ho dovuto chiedere addirittura al fotografo di mandarmi la sequenza per avere conferma di quello che avevo immaginavo. Ad esempio, se Plazy fosse regular, questo trick sembrerebbe un dritto Indy tailbone da manuale. Il bello dello snowboard è che è uno sport senza regole che si basa sulla creatività, l’importante è pensare fuori dagli schemi. Questa regola si può applicare non solo al modo di eseguire i trick, ma anche al modo di affrontare le strutture. Per fortuna sono passati i tempi in cui i salti bisognava prenderli solo dritti e i rail venivano slideati sempre dall’inizio alla fine, ormai lo snowboard moderno oltre alla tecnicità, premia anche la creatività dei trick. Quindi, la prossima volta che entrate in uno snowpark, cercate di atterrare nei lati degli atterraggi, usate i bordi dei kicker come wallride, poppate fuori dai rail a metà, grabbate la tavola in posti che non credevate possibili e tweakate in senso opposto al normale… il vostro riding e il vostro stato d’animo sicuramente ne beneficeranno!


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ROBERTO BRAGOTTO, THE HANDY MAN. ITW: DENIS PICCOLO PIC: LORENZO BELFROND

Presentati. Sono Roberto Bragotto, ho 31 anni, sopravvivo a Bassano del Grappa in provincia di Vicenza e ad oggi non ho ancora ben capito cosa voglio fare da grande. Com’è iniziata la tua collaborazione con Sequence? Un po’ per caso, un po’ per fortuna e un po’ perché un pomeriggio di qualche anno fa Denis mi fece una proposta di collaborazione. Al tempo ero un collaboratore di Entry, quella telefonata cambiò tutto. Da quanti anni fai il fotografo? Seriamente sono quasi sei anni, anche se è solo negli ultimi tre che sono seriamente entrato nel fantastico mondo fiscale italiano, sotto la vera e propria professione di “fotoreporter”. Ma dal punto di vista romantico, non ho ancora smesso di imparare. Il tuo fotografo di snowboard di riferimento? Ce ne sono tanti, nessuno di riferimento, molti che stimo: Andy Wright, Jeff Curtes, Lorenz Holder, Matt Georges…, solo per citarne alcuni. Di cosa ti occupi all’interno della crew? In teoria sono il primo Photosenior di Sequence, ma questo non bisognerebbe chiederlo a me, so che mi vengono perennemente pubblicate foto che non vanno bene e che non funzionano. Oltre a questo, da un po’ di tempo mi occupo anche della scrittura e della correzione di quasi tutti i testi italiani. Chi è stato il tuo primo contatto e la tua prima guida in Sequence? Sicuramente Denis. Mi ha insegnato molto e continua a farlo ancora oggi, anche se spesso i suoi modi non sono quelli che ci si aspettano da una guida. Continua comunque ad essere un punto di riferimento e un dispensatore di consigli e metodi di lavoro.

Sequence in Europa tradotto in inglese, cosa ne pensi? Credo possa essere la svolta. La distribuzione europea è stata una delle migliori scelte che si potessero fare e credo che sia l’unica rivista italiana in grado di non sfigurare all’estero. Cosa rappresenta per te Sequence? Per adesso rappresenta il mio lavoro nei mesi invernali e il mio ideale di lavoro futuro, ovvero combaciare le mie più grandi passioni con quello che riesce anche a farmi sopravvivere nella vita reale. Vorrei solo fosse un lavoro più certo, più “sicuro” e con prospettive a lungo termine più serene e tranquille. Cosa pensi del progetto Sequence? Penso sia diventato il progetto editoriale più importante d’Italia e spero di aver dato il mio contributo. Cosa pensi dello snowboard in Italia? Penso che dovrebbe essere molto diverso. Penso che potrebbe migliorare soprattutto nella professionalità. LA tua prima soddisfazione? Nello snowboard in generale, credo la mia prima foto in copertina su Entry, uno scatto a Simon Gruber (fu anche la sua prima copertina). In Sequence, i testi tradotti in inglese, il primo Big Sequence e i viaggi in America e in Colorado. Una foto davvero bella devo ancora scattarla. Progetti futuri? Migliorare dal punto di vista professionale e fotografico. Sopportare e, sempre più spesso, smettere di sopportare. Ah sì, diventare zio. Cosa ti ha lasciato lo snowboard? Mi ha regalato moltissimo e lasciato ancora di più. Mi sta donando ricordi e attimi fantastici. Ho soltanto paura che affiancandolo così tanto al lavoro, possa smettere di farmi sorridere. Credo che prima di tutto debba essere un divertimento, se dovesse smettere di esserlo, probabilmente smetterò di fare il lavoro che faccio senza nessun rancore. Spero non succeda mai, spero di continuare ad essere felice.



LE ARMI NASCOSTE (E MENO) DEL NOSTRO FOTO SENIOR. TEXT & PIC: LORENZO BELFROND

LIBRO DI Brand Design Sono rimasto stupito perché questo libro ha schematizzato un sacco di miei riflessioni sul mio lavoro e sulla mia vita e stupendamente perché questa schematizzazione mi ha aiutato a ragionare in maniera più disinvolta su un sacco di interrogativi che mi ponevo sulla società. Sembra una cosa noiosissima detta cosi, in realtà tra i ragionamenti commerciali ci sono le storie di alcuni dei più grandi Brands della storia. Super interessante! Poi ognuno chiaramente trae le conclusioni che vuole! Macbook Pro Alla fine ogni tanto ci bisticcio perché gli chiedo veramente troppo, ma quanto ci aiutano? E quanto ci piacciono! Coi miei Mac passo gran parte della giornata. Non è che mi esalti lo stare davanti a uno schermo. Ma, visto che lo devo fare, per lo meno voglio poterlo fare nel modo migliore. Personalmente poi sono affascinato dalla figura di Jobs da sempre e attratto dai suoi prodotti da prima. Speriamo che continuino così anche senza di lui. OCCHIALI DA SOLE Non li ho usati per anni. Per anni ho avuto in testa sempre la maschera e ho sempre “tribolato” perché se non la tiri abbastanza indietro non ti lascia guardare nell’oculare della macchina, ma se la tiri indietro troppo ti si scombina il cappellino. Solo che le maschere mi piacciono troppo. Insomma, un giorno per sbaglio dimentico la maschera ed ho solo gli occhiali in tasca. Una svolta. OROLOGIO Tanto quanto mi spaventa il tempo che passa, mi piacciono gli orologi. Chiaramente devono essere robusti e questo in particolare sta resistendo particolarmente bene a tutte le botte che prende. Non è un orologio che avrei comprato. Ne ho comprati altri che uso molto meno. Questo orologio è stato il regalo di un vecchio amico. Che poi non lo è stato più. Avere questo orologio al polso non serve a ricordarmi solo l’ora quando serve, ma mi ricorda di fare sempre attenzione a valutare le persone per quello che sono. Non per quello che dicono.

Sigarette Fanno ammalare. Uccidono. Invecchiano la pelle. Ma cosa mi da lo stesso piacere di fumare una sigaretta? Chiaro che ci sono mille cose più piacevoli. Ma quello è un piacere particolare. Per quanto mi riguarda è stato ed è ancora una sorta di menefreghismo contro i rompi coglioni. O forse un gesto che mi sfoga il nervoso. O magari il momento di pausa dal lavoro. O magari mi piace farlo e basta. GamePad Tutti dovrebbero avere una consolle a casa e sparare. Suona strano? Però secondo me è cosi. Non so come viviate le giornate, ma quanta gente cerca di farvi venire il nervoso durante il giorno? Beh, a me viene il nervoso e, oltre a cercare di sfogarlo al momento, quello che rimane accumulato lo espello sparando. Suona sempre strano ma se non provate non mi potete capire! i-Phone Ormai se ce lo levassero sarebbe la desolazione. Il mio cervello non è più abituato a ricordarsi gli appuntamenti e per leggere le mail non devo più tirare fuori il Mac dallo zaino. Giaccone pesante Fondamentale. Non sono uno che patisce il freddo, ad esempio lavoro sempre senza guanti, ma la giacca ti deve far sentire al sicuro da tutto quello che hai intorno. Soprattutto quando magari sei già ai digestivi di una serata di gennaio con amici e devi scappare a shootare in street a temperature non proprio invitanti. Macchina fotografica L’ho lasciata per ultima ma non per niente. Per me avere questo oggetto tra le mani è sempre stato, fin da bimbo, una sensazione strana. Mi hanno sempre affascinato questi oggetti, cosi come il loro funzionamento. Questo è il primo corpo macchina professionale che mi sono potuto permettere, pagato coi soldi guadagnati facendo questo lavoro. Beh, quando ho aperto la scatola, è stato un bel momento. Come lo è alzarsi tutte le mattine che si va a shootare, e tutte le sere che si torna.



L’UOMO DIETRO IL FILM: TRAVIS RICE TEXT & PIC: DENIS PICCOLO ITW: GIACOMO KRATTER

Il 13 Novembre a Milano ho avuto la fortuna di assistere all’anteprima del film “The Art of Flight”, all’interno del bellissimo cinema Orfeo. Brain Farm Digital Cinema, Red Bull Media House e Quiksilver, sono i tre principali partner di quest’incredibile snowboard movie e dell’evento di questa premiere. Devo dire che la fortuna ha deciso di starci molto vicino, infatti abbiamo avuto l’esclusiva possibilità di fare una video intervista al protagonista del video, Travis Rice. Per giorni ho pensato che domande fargli, non si contano le telefonate ad amici e riders per farmi consigliare… poi un’illuminazione, mi sono ricordato dell’ultima volta che Travis è stato a Milano e di come lo abbiamo fatto intervistare a Giacomo Kratter (che tra l’altro sono amici da molto tempo), quindi ho deciso di coinvolgere nuovamente l’olimpionico. Risultato? Non è stata altro che una piacevole chiacchierata davanti a due lattine di Red Bull. Eccovi le domande e le risposte più interessanti, il resto lo ritroverete presto sul nostro sito likemilk.com. Cosa pensi di questo nuovo video “The art of Flight” paragonato a “That’s it that’s all”? Siete arrivati ad un livello più alto in tutti i sensi, scenari, riding, filmati, o è lo stesso tipo di lavoro svolto dopo tre anni? E’ davvero una buona domanda, perché è la stessa che ci siamo posti tutti noi... siamo riusciti a migliorare in tutti gli aspetti, o siamo rimasti gli stessi dell’ultimo video? Senza dubbio è una domanda ricorrente, che tutti i riders indistintamente si pongono ogni giorno passato sulla tavola. Nel primo progetto che abbiamo realizzato, siamo andati a snowboardare in posti che già conoscevamo, spot spettacolari chiaramente, ma comunque conosciuti; inoltre

abbiamo dovuto spendere molti soldi in attrezzature pazzesche per filmare, cercando di sbrigarcela da soli senza l’aiuto di nessuno. Nel nuovo video invece, abbiamo avuto una Production Crew di dieci persone che ci ha seguito tutto il tempo, con mezzi e personale al top sempre a nostra disposizione e con un bagaglio professionale davvero notevole... non solo per le attrezzature! Inoltre siamo stati in scenari che non conoscevamo minimamente, posti remoti che poche persone sulla faccia della terra conoscono, e dove pochi hanno avuto la fortuna di snowboardare! Ci sono stati anche momenti davvero critici, situazioni pericolose, attimi in cui si trattiene il fiato! Possiamo definirla una vera e propria “scommessa”... abbiamo rischiato e lo abbiamo fatto con tutte le nostre forze, cercando di sfruttare al meglio qualunque situazione si ponesse davanti a noi ed a ogni scenario che abbiamo affrontato. Quindi è stato quasi come essere “Cristoforo Colombo” quando scoprì l’America? Andare alla scoperta di nuovi posti del tutto sconosciuti? In sostanza siamo arrivati a ogni destinazione e abbiamo snowboardato, ed ogni volta ci siamo trovati di fronte ad un paesaggio sconosciuto, con differenti condizioni climatiche. Capitano situazioni diverse l’una dall’altra quando devi filmare per un anno intero... alcune volte trovi la giornata perfetta, la neve ideale, un sole splendente, al tempo stesso ti senti al massimo della forma e il filmato risulta spettacolare; mentre in altri giorni le condizioni sono pessime, sei completamente spompato ed ogni cosa va nel verso sbagliato. Insomma, in quei giorni dove tutto ti dice no, ti senti svuotato non solo della forza fisica, ma anche giù di corda sotto l’aspetto psicologico.


LESS PAIN MORE GAIN! HORRORSCOPE FK

REVERSE CAMBER FLAT KICK FREESTYLE CHECK OUT PHIL JACQUES RIDING THE HORRORSCOPE FK IN CAPiTA’S MOVIE DEFENDERS OF AWESOME

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2011 / 2012 CAPiTA SUPER CORPORATION

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TRAVIS RICE BY COLE BARASH IN REVELSTOKE CANADA

riders che rientrano nel film? Devo dirti che questa è una cosa molTravis, anche i miei genitori hanno visto il tuo nuovo film “The to divertente, poiché i riders potevano scegliersi da soli... mi spiego meglio, art of Flight” e sono rimasti davvero impressionati nonostante chiaramente ci sono alcuni ragazzi che fanno parte della family, sono stati non conoscano quasi niente del mondo snowboard; il tuo video con me negli ultimi progetti, hanno fatto parte di quest’ultima produzione in sarà visto da ogni tipo di persona... è stato concepito di propoautomatico ed erano già coinvolti a partire dalla progettazione, come Nicolas sito in maniera che chiunque possa comprendere quello che hai Muller, Scotty Lago, Mark Landvik; mentre altri riders, come ad esempio John fatto, o è semplicemente capitato? Ti dico la verità, è stata sicuramente Jackson, hanno voluto partecipare ad ogni costo, trovare del tempo e venire a la cosa più difficile riuscire a fare un film comprensibile da tutti e che allo snowboardare con noi all’interno di quest’esperienza esaltante; hanno voluto stesso tempo ci facesse sentire soddisfatti personalmente. Ti trovi in una essere parte integrante di questo evento speciale ed unico quale è “The art situazione dove senti che il video non riesce a trasmettere l’autenticità dello of Flight”, dare il proprio contributo persnowboard con la stessa passione che sonale per questa causa comune! Anche noi stessi proviamo quando siamo so“Nel nuovo video abbiamo avuto una Jake Blauvelt... wow, lui è davvero forte; è pra ad una tavola, ma cerchi comunque Production Crew di dieci persone che ci ha di creare un film che possa interagire seguito tutto il tempo, con mezzi e personale un ragazzo carismatico, davvero aggrescon i tuoi genitori e con chiunque lo al top sempre a nostra disposizione e con un sivo sulla neve e con uno stile pazzesco, unico! Mi ha lasciato davvero a bocca veda; un filmato che possa spiegare e bagaglio professionale davvero notevole... aperta, come del resto tutti gli altri riders mostrare a tutti, quante sfaccettature non solo per le attrezzature! che hanno partecipato al nuovo video. possiede il mondo dello snowboard, Allora Travis, siamo arrivati alla che in fondo è la nostra stessa vita. Inoltre siamo stati in scenari che non fine... o meglio dobbiamo andare a Un mondo in cui noi crediamo fino in conoscevamo minimamente, posti remoti che cena, perché anche la pancia vuofondo e per cui dedichiamo ogni giorpoche persone sulla faccia della terra le la sua parte! Ci hai spiegato per no a migliorarci personalmente. Alla conoscono, e dove pochi hanno avuto filo e per segno tutti gli aspetti di fine ce l’abbiamo fatta, siamo riusciti la fortuna di snowboardare!” questo nuovo video e soprattutto a produrre un video che viene aplo spirito con cui l’avete portato fino in fondo. Adesso dobbiamo prezzato da ogni persona indistintamente, di qualsiasi età, sia che abbia salutarci! Ah, senza dubbio bisogna cenare, caro Giacomo ti saluto e spero o no a che fare con la scena snowboard. Inoltre è stato ancora più stresdi vederti presto! Vieni a trovarci a Jackson Hole il prossimo anno, così facciasante del previsto per noi visto che c’era una forte aspettativa per “The mo una giornata sulla neve insieme! art of Flight” e noi lo sentivamo in ogni momento; sapevamo anche che Ci puoi contare Travis, ho proprio voglia di venire dalle vostre doveva essere grandioso, così abbiamo speso davvero molto tempo nel parti a snowboardare, in fresca e con il sole che splende sulle montaggio e nella produzione per renderlo speciale agli occhi di tutti. vostre montagne mozzafiato! Allora ti aspettiamo per la prossima staTi garantisco che siete riusciti a creare un filmato spettacolagione, mi raccomando non mancare! Ciao Giacomo, stammi bene! re, in ogni aspetto del video: dagli scenari, ai tricks, alle inquaCiao Travis, arrivederci al prossimo anno! drature... volevo chiederti, c’è una tua selezione personale dei



UN MERAVIGLIOSO PARCO DIVERTIMENTI. TEXT & PIC: ROBY BRAGOTTO RIDER: MARCO CONCIN SPOT: COPPER MOUNTAIN

Come avrete già capito dagli articoli precedenti, quando si parla del Colorado e delle sue cittadine, non si può fare a meno di menzionare anche il freddo glaciale che spesso avvolge ogni comprensorio. Infatti, soprattutto durante i mesi più rigidi, si arrivano tranquillamente a toccare temperature di meno venti gradi di media in pieno giorno. La particolarità che però contraddistingue questo fantastico posto e le persone che investono nello snowboard, è anche di come siano riusciti a pensare e creare un qualcosa di meraviglioso, professionale e incredibilmente perfetto, anche durante le giornate più fredde: la palestra indoor di Woodward. Questo allucinante luogo si trova a Copper Mountain, a mezz’ora da Breckenridge e da Keystone e raggiungibile con i mezzi pubblici totalmente gratuiti. E’ una palestra coperta e simile a quella che si può trovare a Laax, in Austria. Infatti, come a Laax, anch’essa è pensata interamente al miglioramento dei movimenti del corpo che si possono ripercorrere nella fase aerea, mentre si provano dei kicker o dei nuovi trick. Innanzitutto, che tu sia Shaun White, Sebastian Toutant o Mark McMorris, la prima volta che si accede a Woodward è obbligatorio per chiunque seguire una lezione di due ore, dove i vari maestri spiegano come affrontare ogni struttura, il comportamento corretto da seguire sui trampolini e quello che c’è da sapere sui kicker con l’atterraggio nella piscina riempita di cubi di gommapiuma. La lezione è a dir poco fondamentale, non solo per la professionalità con cui viene spiegato ogni dettaglio, ma anche perché tutto è basato sulla sicurezza e sull’assoluta incolumità di ogni partecipante. Nella prima parte della lezione, si può tranquillamente iniziare con dei semplicissimi esercizi di base come delle capriole a corpo libero, per poi ritrovarsi l’attimo successivo sopra a dei trampolini olimpici con tuffo finale direttamente in piscine di gommapiuma. La seconda parte invece è dedicata

alla tavola da snowboard e al modo corretto di affrontare i kicker di varie grandezze, infatti è tutto basato sull’apprendimento per livelli: si parte da una semplice discesa su un pendio molto tranquillo, per poi spostarsi sulla linea di kicker di varie dimensioni, fino a quello più grande posto al centro della palestra. Al termine della lezione di apprendimento, vengono rilasciati i propri dati alla segreteria, così che dall’ingresso successivo l’uso di qualsiasi struttura sia totalmente libero da vincoli di insegnamento e permetta ad ognuno di provare le strutture che preferisce per il tempo che ha a disposizione. Come se tutto ciò non bastasse, la palestra di Woodward non è soltanto sinonimo di snowboard, ma anche di skateboard e relax. Al suo interno si possono trovare ben tre mini rampe in legno di varie dimensioni e difficoltà ed una fantastica bowl sempre in legno, oltre che ad un piccolo corridoio con qualche struttura da street. Senza dimenticare la zona relax costituita da vari divanetti, dove si possono guardare gli ultimi video della stagione in corso, o dove si può giocare a ping-pong piuttosto che alla playstation. Insomma, Woodward è un meraviglioso parco di divertimenti interamente pensato al miglioramento dei movimenti che si possono fare in snowboard, ma senza tralasciare l’aspetto della sicurezza. E’ davvero un posto incredibile, una palestra che dovrebbe essere presa come esempio da chi investe in questo sport e in questo mondo, un luogo che non solo è una splendida alternativa ai giorni di cattivo tempo o freddo glaciale, ma anche una sorta di piccola comunità sportiva. Un luogo dove la competizione non esiste, dove tutto è creato e pensato al miglioramento di ogni singolo individuo e dove ogni persona è disposta a darti dei preziosi consigli. Un luogo che chiunque vorrebbe avere vicino alla propria casa e che auguro a chiunque di vedere e vivere almeno una volta nella vita.



Braaten Gjermund by cyril muller

potrete provare a realizzare il vostro sogno nel cassetto. RIDER: GJERMUND BRAATEN

Nike Snowboarding ha scelto finalmente di dare a tutti voi la possibilità di diventare dei vero pro. Anche a te, che stai leggendo questo nuovo numero di Sequence, che hai sempre sognato di diventare un rider professionista e di essere magari sponsorizzato da uno dei più grandi e stilosi brand al mondo. E’ iniziato il countdown di “The Chosen”, il concorso di Nike dove tu e la tua crew formata da 4 persone totali, potrete provare a realizzare il vostro sogno nel cassetto. Non c’è nulla di impegnativo, anzi, la cosa bella è che quello che ti diverti a fare in montagna lo devi solamente filmare seguendo poche e semplici regole. In primis devi formare una crew composta dai 4 amici con cui vai spesso in snowboard, fatto questo dovrai iscrivere la tua crew sul sito “http://www.nike. com/thechosen”ed incominciare a filmare il vostro video montandolo con le grafiche e i brani musicali messi a disposizione dal brand. Una volta finito questo, ti basterà caricarlo sulla piattaforma web di Nike ed incominciare a condividerlo il più possibile sui vari social network, come Facebook. Le 9 crew che dimostreranno di avere più originalità nel filming, creatività nel riding e popolarità sul web, passeranno al secondo round, dove solo 3 di queste 9 selezionate potranno accedere alle fasi finali. Solamente il prossimo 7 Aprile, avrai la possibilità di scoprire quale sarà la crew proclamata vincitrice dal team di Nike Snowboarding. Ti consigliamo subito di prendere tavola e scarponi e correre a citofonare ai tuoi amici, in palio ci sono ben 40.000 super dollaroni americani (10.000 per ogni componente della crew vincitrice), un viaggio in British Columbia con una troupe video professionista e il team Nike Snowboarding al completo. Inoltre se fossi in te, incomincerei a sgomberare la camera da oggetti inutili compresi

quelli di tuo fratello o di tua sorella. L’ultimo compito infatti, sarà quello di trovare più spazio possibile perché verrai letteralmente sommerso dagli stilosi prodotti messi a disposizione da Nike. Tu e la tua crew avete tempo fino al 15 Febbraio 2012, non sprecare questa occasione. La seconda possibilità offerta da Nike si chiama “The Chosen Series”. Nient’altro che un circuito formato da 9 contest Slopestyle, che si svolgeranno nelle location più ambite d’Europa, come il resort italiano di Plan De Corones, KronPlatz. Ogni tappa verrà associata ad un team rider Nike, e per quella italiana ci sarà il grande Halldor Helgason. Rivolto esclusivamente agli amateurs, “The Chosen Series” si svolgerà con un format a Jam Session. Le qualifiche dureranno circa un paio di ore, dopo di che verranno esaminati e votati con il criterio della “Overall Impression” i 10 rider che passeranno alle finali. Una finale veramente unica che premierà 4 tipologie di riding. Il “Most Valuable Player” sarà l’unico ad avere garantita la partecipazione alla “The Chosen Final Session”, che vedrà partecipare e sfidarsi in coppia tutti i finalisti delle nazioni europee insieme ai relativi prorider Nike. Nel nostro caso il vincitore avrà modo di accedere alla finale e sfidare gli altri finalisti in coppia con Halldor Helgason! Inoltre verrà premiato nella categoria “Most Creative Rider”, il rider più creativo e sorprendente; nella categoria “Best Rider Style”, il rider che risulterà più pulito nel chiudere i trick più impegnativi; ed in quella “Best Female Rider” verrà giudicata vincitrice la rider più completa e stilosa di tutte. Per partecipare alla tappa del Kronplatz del 21 Gennaio 2012, vi basterà presentarvi la mattina dalle ore 9.00 fino alle 11.00 presso la zona Nike allestita per l’occasione.



ALESSIO SCHIAVON E FEDERICO BELLINI SI DANNO ALLA SERIGRAFIA. ITW: DENIS PICCOLO ART WORK: ALESSIO SCHIAVON & FEDERICO BELLINI

Dove nasce l’idea di questa collaborazione? È stata un’idea di Alessio. Un giorno ci siamo visti e mi ha chiesto se avevo in mente una foto dell’Alaska che si poteva convertire in serigrafia. Quello scatto mi piaceva molto e non era mai stato pubblicato perché era simile a quello usato per la cover. Anche ad Alessio piaceva e così ci siamo trovati subito d’accordo. Perché hai scelto questo scatto in particolare? Anche se la linea non è una delle più spesse che abbiamo fatto in Alaska, è sicuramente una delle più divertenti. La qualità della powder quella mattina era incredibile e rimaneva sospesa in aria per diversi secondi. Cosa rappresenta per voi il viaggio in Alaska? Il viaggio in Alaska è stato davvero unico perché abbiamo trovato delle condizioni da sogno. Era un da un po’ di tempo che Alessio ed io non facevamo un bel viaggio insieme e l’abbiamo presa come una vacanza: zero stress e nessuna pretesa. Devo dire che ci siamo divertiti davvero un casino! Che tipo di rider è Alessio Schiavon? Ale è un ottimo freerider, ha uno stile inconfondibile e già da giovane si distingueva per il suo stile come freestyler. Adesso si dedica molto al surf e questo lo aiuta di sicuro anche in fresca. Invece descrivimi Alessio l’artista. Come artista è molto legato al panorama street art contemporaneo, la sua arte nasce in strada e vuole mandare un messaggio alle persone che casualmente entrano in contatto con essa. Cosa vuol dire per un fotografo di snowboard scattare in Alaska? Scattare foto in Alaska è piuttosto complesso perché hai pochi secondi per capire il punto migliore dove farti lasciare dall’elicottero e devi essere in grado di comunicare alla perfezione con il pilota. Una volta a terra non hai la

possibilità di spostarti molto e soprattutto devi essere in grado di scendere da quelle montagne. Parlami della tecnica che avete utilizzato per la creazione di queste stampe. È una serigrafia in tre varianti: una serigrafia pura, una serigrafia stampata su una base colorata e una serigrafia stampata su una base dipinta in toni di grigio. L’effetto dei fiocchi di neve è totalmente casuale e nasce dalla combinazione tra carta e inchiostro scelti da Alessio. Come mai “Alaskan Spring Flakes”? In Alaska, il giorno dopo una bella nevicata, puoi assistere a questo fenomeno dei fiocchi di neve che rimangono in aria spostati dal vento e dalle correnti termiche. È una situazione surreale che si può vedere solo lì e in British Columbia, e così Alessio ha voluto riprodurre quest’effetto nella stampa. Creare delle stampe limitate, vuol dire riavvicinarsi alla fotografia in pellicola dove l’immagine è “unica”? Come Roland Barthes ci ha insegnato, anche lo scatto in pellicola è riproducibile all’infinito. Il concetto della serigrafia pura è molto simile, sta solo a te decidere quante copie stampare. In questo caso le due versioni stampate su una base dipinta sono ovviamente uniche e diverse tra loro, ma anche le serigrafie pure sono tutte diverse tra loro, grazie all’effetto creato dalla combinazione tra carta e inchiostro. Dove si possono trovare? Le stampe sono in vendita su www.studionevertired.com ad un prezzo di 60 euro per la serigrafia pura e 90 euro per quelle stampate su base dipinta. Se siete interessati vi consiglio di affrettarvi perché la serie è piuttosto limitata e quelle stampate su base colorata sono andate sold out dopo poche ore dalla messa in vendita.


Rider: Matteo Castioni



Filippo Kratter: Fs 360° Nosebone Preparation

Prova a farlo senza grab per avere il massimo controllo in aria.

Approach

Prendi tutta la velocità necessaria e prima del dente fai una leggera controcurva da sinistra a destra (contrario per i goofy), e prima dello stacco porta il peso sui talloni.

Take Off

Lascia scorrere la tavola e al momento di staccare, olla e ruota la spalla sinistra in frontside.

Maneuver

Se hai staccato bene raccogli le gambe e con la mano destra grabba la tavola tra gli attacchi sulla lamina fs. Controlla la rotazione con la mano libera durante tutta la fase aerea.

Landing

Molla il grab e termina la rotazione di 360° con le gambe, mentre con le spalle bloccherai la rotazione. Ammortizza bene con le ginocchia per essere più stiloso ed evitare impatti alle gambe.

Remember

Non dare troppo impulso rotatorio prima dello stacco o finirai in overrotation.

After

Se vuoi essere stiloso come Filippo distendi la gamba sinistra per bonarlo in “Nosebone”.

Text: Enrico Cavada Pic: Denis Piccolo Location: Bardonecchia


Tato Chiala: Bs 180° Pole Jam, Half Cab Out Preperation

Landing

Take Off

Remember

Maneuver

After

prova la manovra in park su un box per capire il bs 180 in entrata. Arriva sul dente a tavola piatta. Olla e dai l’impulso in bs con le spalle, ruota la tavola di 180° e con lo sguardo segui il pole jam. Appoggia la tavola sulla struttura e rimani in switch 50-50. Se hai dato abbastanza spinta in entrata, continuerai a ruotare dopo aver staccato dal tubo e a questo punto basterà bloccare l’impulso con le spalle e finire la rotazione con le gambe.

Ammortizza con le ginocchioa in atterraggio. Se non blocchi la rotazione con le spalle prima di atterrare, sarà poi difficile non andare in over rischiando il nostro amato controlamina. Gasa lo step successivo e chiudi in cab3 out!

Text: Enrico Cavada Pic: Denis Piccolo Location: Bardonecchia



TEXT & RIDER: MASSIMO FERRO PICS: Vasco Coutinho SPOT: NORWAY





“Snowboardicamente parlando”, la Norvegia e i paesi nordici in In “snowboardese” Norway and other Scandinavian countries, genere, sono solitamente conosciuti per i loro park, dove ci si può are usually known for their parks, where one can train day and allenare giorno e notte fin dall’inizio stagione e anche per l’abbonnight starting from the beginning of the season. They are also danza di neve che si può trovare nelle città, motivo di pellegrinagknown for the abundance of snow one can find in the cities, gio di film crew in cerca di street spot. which attracts film crews looking for street spots. Io invece ho scelto di scoprire le zone più incontaminate, che tra This is not my case, since I decided to discover the most aprile e maggio erano ancora per gran parte coperte di neve; lì uncontaminated areas of the country, still covered in snow in infatti la stagione dura sei mesi e il territorio è composto princiApril and May. There the season lasts for six months and the palmente da montagne e natura selvaggia, due buoni motivi per landscape is made up of mountains and wilderness, two good sceglierla come località dove utilizzare la splitboard. Verso la metà reasons to choose this location to use the splitboard. dell’aprile scorso sono partito con Vasco Coutinho, fotografo portoghese, desti“Abbiamo vissuto a stretto contatto con il silenzio e la tranquillità nazione Valdal. Saremo stati ospiti dello di quei paesaggi privi di vita, che vissuti così intensamente ti trasJuvet, hotel che fa parte del “National portano a tratti in un mondo parallelo, poco frenetico, dove tutto tourist routes”, un progetto per far cosembra rallentato e dove diventi tutt’uno con quello che ti circonda.” noscere la Norvegia attraverso paesaggi “We lived in direct contact with the silence and peace of that lifeless strabilianti con strutture architettonilandscape, which sometimes is an intense experience that carries che all’avanguardia. In questa regione ci you into a parallel, non-frenetic world, where everything is in slow sono infiniti posti dove fare discese sui motion and you become one with what surrounds you.” fiordi: ricordo di un’epica discesa al tramonto a Mefjellet, dove il sole e l’acqua creavano dei riflessi surreali; un’altra discesa a Hjørundfjorden, Towards the middle of April I left for Valdal with the Portuguese dove a fine canale, oltre al bosco, abbiamo dovuto attraversare un photographer Vasco Coutinho. We would stay at the Juvet grosso torrente e scendere a piedi lungo un sentiero privo di neve, Hotel included in the “National Tourist Routes”, a project to tutto per andare a prendere il traghetto che ci avrebbe riportati promote Norway through amazing landscapes and avant-garde alla macchina. E’ stato bello scoprire che fa parte della cultura norarchitecture. In that region there are numberless places to dica fare gite di sci alpinismo, tutti hanno l’attrezzatura necessaria snowboard down the fiords. I remember a memorable ride at per andare in montagna in modo autonomo senza l’uso degli imMefjellet at sunset, where the sun and the water created surreal pianti. reflections and another ride at Hjørundfjorden where, at the end Dopo alcuni giorni ci siamo spostati in direzione sud nella contea of the canal, beyond the wood, we had to cross e big stream and dell’Hordaland, dove decidemmo di affittare un van per integrarci walk down a path without snow, in order to catch the ferry that completamente nell’atmosfera selvaggia e per poterci muovere in would take us to our car. It was great to discover that ski touring modo molto più autonomo nelle zone alte dei passi. Durante una is part of the Nordic culture; everybody owns the equipment



“Rimanemmo a bocca aperta, stupiti da quello che la natura può creare e modellare aiutata dai venti gelidi dell’inverno nordico. ” “We were dumbfounded, amazed by what nature can create and shape with the help of the frozen winds of the Nordic winter.”



giornata d’ispezione alla ricerca di spot, in lontananza vedemmo una struttura formata dal vento che assomigliava molto ad un pipe naturale, il problema era che, anche se con l’uso del cannocchiale, non si riusciva a capire se realmente sarebbe stato utilizzabile; l’altra perplessità era stimare quanto tempo ci avremmo impiegato per raggiungerlo, quale percorso sarebbe stato il più veloce visto che tutta la zona era coperta da laghi di varia dimensione e, considerando che era già iniziato da qualche tempo il periodo del disgelo, non sapevamo quali coperte ghiacciate avrebbero retto il nostro passaggio. Dopo aver fatto varie considerazioni, nei due giorni successivi che abbiamo dedicato ad altri itinerari, abbiamo preso la decisione di provarci, stimando che per andare e tornare ci sarebbero volute circa nove ore. Partimmo di buon’ora la mattina, cercando di evitare il più possibile i passaggi a rischio sui vari laghi e dopo circa cinque ore arrivammo al pipe naturale. Rimanemmo a bocca aperta, stupiti da quello che la natura può creare e modellare aiutata dai venti gelidi dell’inverno nordico: due muri di neve quasi paralleli con una transizione, non chiaramente paragonabile ad un pipe moderno, ma comunque utilizzabile, mai vista una cosa del genere. Il primo giro è stata una sensazione stranissima, ridare un pipe naturale in splitboard è stato qualcosa di magico; averlo visto in lontananza, essere arrivati e averlo potuto utilizzare, ha fatto sì che questo sarebbe diventato uno dei ricordi più belli di tutto il viaggio. Dopo aver fatto una decina di run in pipe, divido nuovamente la mia tavola, attacco le pelli e in meno di quattro ore siamo nuovamente al nostro mini camper. Abbiamo trascorso una settimana nel van spostandoci quasi quotidianamente da un posto all’altro e durante le giornate di brutto tempo abbiamo osservato minuziosamente tutta la zona con il binocolo sempre al collo. Abbiamo vissuto a stretto contatto con il silenzio e la tranquillità di quei paesaggi privi di vita, che vissuti così intensamente ti trasportano a tratti in un mondo parallelo, poco frenetico, dove tutto sembra rallentato e dove diventi tutt’uno con quello che ti circonda.

needed to climb the mountains without using the lifts. After a few days we moved southwards to Hordaland County where we decided to hire a van, to blend more with that wild environment and travel more independently in the upper areas of the passes. During a spot-reconnaissance outing, from the distance we spotted a shape created by the wind, which looked like a natural pipe. One problem was trying to understand, even using binoculars, whether it was possible to use that feature. Another problem was to assess how long it would take us to get there, which route would be the fastest, since the whole area was covered with lakes of different sizes. We were also concerned because the thaw was under way and we didn’t know which iced areas would support our weight. After long consideration, the following couple of days, while following other itineraries, we decided to have a go, having estimated we needed about nine hours to get there and back. We left early in the morning, trying to avoid dangerous routes over the lakes, as much as possible and after five hours we got to the natural pipe. We were dumbfounded, amazed by what nature can create and shape with the help of the frozen winds of the Nordic winter. There were two nearly parallel walls with a transition, clearly not similar to a modern pipe, but usable. We had never seen anything like that. After about ten runs in the pipe, I divided my board, attached the skins and in less than four hours we got back to our mini camper van. We spent a week in the van moving from place o place every day. When the weather was bad we surveyed the whole area accurately, always wearing our binoculars around our necks. We lived in direct contact with the silence and peace of that lifeless landscape, which sometimes is an intense experience that carries you into a parallel, non-frenetic world, where everything is in slow motion and you become one with what surrounds you.


Photo: Alex Berger

sponsored by Fakieshop.com

2012

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ROUND 1/3 KING OF OBEREGGEN RAIL CONTEST

08/ 01

ROUND 2/3 KING OF OBEREGGEN HALFPIPE CONTEST ROUND 3/3 KING OF OBEREGGEN SLOPESTYLE CONTEST

05/ 02 04/ 03

KING OF OBEREGGEN END OF SEASON PARTY AND PRICEGIVING

federazione snowboard italia

federazione snowboard italia

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15/ 04


ITW: DENIS PICCOLO PICS: ANDREA SCHIR ILò, Pyry Lepistö, samuli ronkanen SPOT: FINLAND


STEFANO BENCHIMOL BY Pyry Lepistรถ


Tutto è iniziato nel 2003, qual è stato il tuo primo video. Il mio primo vero video è uscito nel 2003 e si chiamava “South Park 03”, in quanto lo avevo girato interamente nell’ormai defunto snowpark di Ovindoli. Quello fu un esperimento, che però mi fece pensare di filmare un nuovo video e così via fino ad oggi. Ho iniziato a filmare video di snowboard perché volevo fare snowboard tutti i giorni e sapevo che non sarei mai stato pagato come rider, per cui era un modo per lavorare nell’ambiente e passare più tempo possibile sulla neve. In seguito hai prodotto Lightdistance. Lightdistance è il video per cui ho speso più soldi e fatica e con cui ho guadagnato di meno, e per lo più è venuto fuori una cacata. Però mi è servito tantissimo per capire che in futuro avrei dovuto fare quello che mi piaceva, senza ascoltare tutti quelli che mi dicevano dove e chi filmare.

It all began in 2003. Which was your first video? My first video came out in 2003 and was called “South Park 03” because it was completely filmed in the now defunct Ovindoli snowpark. It was an experiment that pushed me to shoot one video after another, and here we are now. I started shooting snowboarding videos because I wanted to snowboard every day and I knew I couldn’t earn money as a rider. It was a way to work in this sector and spend as much time as possible in the snow. Later you produced Lightdistance. Lightdistance is the video I spent the most money and effort on, I earned the least and it was pretty shitty. But it was incredibly useful to understand that, looking at the future, I should do what I wanted, without listening to all the people who told me where and who to film.

Dopo sono arrivati Tastywater e Newcity. Prima di Tastywater nel 2007, ho girato Myself nel 2006, il primo video girato unicamente in Finlandia e di testa mia, che grazie agli insegnamenti dell’anno precedente, ha fatto in modo che ancora oggi mi piaccia rivederlo dopo tanti anni. Con Tastywater e Newcity, iniziai a collaborare con Luca Merli di Block10 e forse fu lì che definimmo “documentary”, proprio per via di questa collaborazione. Io sono sempre stato per la perfezione del trick, mentre Luca pensava molto più al mood, per cui i 2 video erano alternati da parti di lifestyle e trick.

Later Tastywater and Newcity WERE RELEASED. Before Tastywater that came out in 2007, I filmed Myself in 2006, my first video completely filmed in Finland, my own creation. Thanks to what I had learned the previous year, I still enjoy watching it after so many years. In the making of Tastywater and Newcity I started collaborating with Luca Merli of Block 10 and we defined our work as “documentary” thanks to our collaboration. I was always after perfection in tricks, while Luca concentrated on the mood, so our two videos had a mix of lifestyle and tricks.

Tre anni fa, è nato Ruggine, lo scorso anno hai prodotto Transitmies, i primi due episodi di quelli che saranno poi tre con Ashley. Spiega il concetto di questi video e perchè hai deciso di creare una serie di tre video collegati tra loro. Con il tempo avevo sempre più voglia di raccontare una storia e non solo fare una carrellata di trick, ma il problema è che dietro un video di snowboard non c’è mai una storia particolare, anche perché non è una fiction ma un documentario, per cui è difficile forzare gli eventi per creare una storia ed è per questo che tutti i video di snowboard finiscono per essere molto simili l’uno con l’altro. La ricerca di una storia è finita quando abbiamo reso il personaggio principale dei nostri video il nostro economico furgone arrugginito, che ci portava in giro per le strade di Helsinki a caccia di rail. Un vero personaggio con il suo stile, la sua potenza e i suoi difetti, proprio come il resto dei riders. La trilogia è nata dalla morte del primo furgone (Ruggine) quasi a fine inverno e la necessità di comprarne un altro, che per il prezzo minimo finì per fare la stessa fine di quello di Transitmies, e così via con il terzo!

Three years ago you produced Ruggine, last year Transitmies, the first two episodes of a trilogy with Ashley. Please explain the idea behind these videos and why you decided to create a trilogy of videos linked together. As time went by I felt the urge to tell a story, and not just shoot a series of tricks. The problem was that there is never a story behind a snowboarding video, because it isn’t a fiction but a documentary. Because it’s difficult to twist the actions to create a story, all snowboarding videos end up being very similar to one another. Our search for a story ended when we made our cheap, rusty van, which took us up and down the streets of Helsinki, hunting for rails, the main character of our videos. It was a real character with its distinctive style, power and flaws exactly like the rest of the raiders. The trilogy was born after the death of the first van (Ruggine) near the end of the winter, when we needed to buy another van. Because we could only afford to pay the lowest price, the “new” van ended up like Transitmies’ van and so we had to buy a third one!

Poi arriva Ashley. Ashley è una puttana! No scherzo, Ashley è un furgone, un Mercedes Vito blu con 380.000km. Il mezzo migliore per buttarci dentro tavole, pale, generatore, luci, andare in giro per la città, trovare uno spot e filmarlo. E’ anche il titolo del nostro nuovo video di snowboard, un video come tantissimi altri di questi tempi. Non so perché dovresti vederlo e non vedere gli altri, magari perché sei amico di qualcuno nel video, o perché c’è il disegno di una prostituta in copertina. Non ha nulla di speciale in confronto agli altri, se ti capita di vederlo però fammi sapere se ti piace! Hahahah se ti è piaciuta la prostituta in copertina ci sono anche un sacco di culi durante il video!

So Ashley arrived on the scene. Ashley is a bitch! I’m only joking. Ashley is a blue Vito Mercedes van with 380.000Km. on its clock. It is the best vehicle t for boards, spades, lights, for touring cities to find a spot and shoot. Ashley is the name of our new snowboarding video, which is like so many other videos currently available. I don’t know why you should watch it rather than other videos, perhaps because one of your friends is in it or there is the picture of a prostitute on the cover. It is not so special if you compare it to other videos, but if you happen to watch it let me know if you like it! Hahahah if you like the prostitute on the cover you can also find a lot of asses in the video!

In tutti i tuoi video è presente la Finlandia, parla del rapporto che hai con questa terra e cosa ti ha portato a vivere e lavorare in questo magico luogo. Vivo qui da più di tre anni, ma sono quasi 10 che vengo ogni anno per fare snowboard. Sono venuto nel 2003 come exchange student, me ne sono innamorato e ho fatto di tutto per passarci più tempo possibile. Ora un pochino mi sto rompendo di stare qui e prevedo che nel giro di qualche anno me ne andrò, ma sicuramente non tornerò in Italia. La vita qui è facile e rilassata, l’unico problema è il tempo, che non era mai stato un problema visto che non vedevo l’ora fosse inverno. Ora però inizio a sentire freddino, quindi vuol dire che c’è qualcosa che non va.

Finland is always FEATURED in your videos. Tell me about your relationship with the country and what motivated you to live and work in such a magical place. I have lived here for more that three years and I have been coming here to snowboard for nearly 10 years. I came in 2003 as an exchange student, I fell in love with it and I did my best to spend as much time as possible here. Now I’m starting to get a bit fed up with being here and I expect that I will leave in a few years’ time, but I’m sure I won’t go back to Italy. Life here is easy and relaxing. The only problem is the weather: before it wasn’t a problem because I couldn’t wait for the winter to come. Now I’m starting to feel cold, so there is something wrong.


RISTO RUOKOLA BY ANDREA SCIRILò

NAKU PIIRAINEN BY ANDREA SCIRILò


JONNE HEINONEN BY ANDREA SCIRILò



Oltre a lavorare con molti riders europei, hai coinvolto anche qualche riders italiano come Stefano Bergamaschi, Stefano Benchimol, Davide Lantemroz e tempo fa Simon Gruber. Che legame si è creato tra loro e gli altri componenti delle crew e che tipo di mentalità differente hai potuto notare? Sia io che i finlandesi abbiamo stretto una grossa amicizia con i 2 Stefani, penso che quando condividi certi momenti sia più facile avvicinarsi l’uno agli altri. Per quanto riguarda la mentalità nello snowboard, penso sia diversa di rider in rider, non deve per forza essere fra italiani e finlandesi. Ognuno di loro prende quello che fa quando filma in una maniera diversa, c’è chi lo fa per il puro divertimento del momento, chi vuole ottenere la migliore video parte possibile e chi si sta godendo un bel viaggio. C’è anche chi ha 30anni e chi 24, il che cambia di molto l’approccio.

Apart from working with many European riders, you have involved some Italian riders like Stefano Bergamaschi, Stefano Benchimol, Davide Lantemroz in your projects and some time ago you worked with Simon Gruber. What kind of relationship is there between them and the crews? Have you noticed some differences in mentality? Both the Finns and I are very close friends of the two Stefanos. I think that when you share some experiences it’s easy to get close. As far as snowboarding mentality is concerned it changes from snowboarder to snowboarder and not necessarily from Italians to Finns. Each one of them, when shooting, is after something different. Some do it for the sheer enjoyment of the moment, others are after the best video part they can get, others enjoy a nice trip. Some are 30 years old, others are 24 and their age affects their approach.

Il rider che hai filmato che ti ha impressionato maggiormente in questi anni? Forse Risto Ruokola quest’anno. Ho capito quanto a quei livelli è veramente complesso ottenere una buona video parte. Abbiamo passato mille session in cui non abbiamo portato un singolo trick a casa, o per spot fasulli, o per cadute, o per l’eccessiva difficoltà del trick da provare. Diciamo che il divertimento diminuisce quando Risto filma con noi e diventiamo tutti un po’ più seri e concentrati.

Who is the rider that you filmed who made the greatest impression on you in the latest years? Perhaps Risto Ruokola impressed me most this year. I understood how difficult it is to get a good video part when you are riding at such level. We spent a thousand sessions without closing a single trick either because the spot was no good, or because of falls or the trick we wanted to film was too difficult. We can say that the level of entertainment decreases when we shoot Risto and we all become a bit more serious and focussed.

Il tuo stile di filming e di montaggio è talmente particolare che si differenzia immediatamente, parla da chi trai ispirazione e chi ammiri anche al di fuori degli snowboard video. Grazie! Non so a chi mi ispiro, guardo ogni tipo di film e serieTv, diciamo che all’inizio cercavo di riprodurre gli stessi movimenti di camera perfetti che notavo in vecchi video di snowboard e dopo nei film. Con il tempo si cerca di abbattere gli schemi e di usare la propria immaginazione. Nessuno si inventa nulla a questo mondo, ma si può cercare di dare uno stile proprio. Quanto è lontano, o quanto è vicino, il livello del tuo video dallo standard europeo? Quali sono i tuoi top 3 nella classifica dei video di snow? Sento che con gli anni il gap fra noi e le grosse produzioni sta aumentando, sopratutto perché stanno aumentando le produzioni video ed il livello dello snowboard sta crescendo troppo velocemente, è veramente difficile stargli dietro. Sicuramente abbiamo il nostro piccolo pubblico in Europa e America, ma l’unico che sa veramente la verità è Vimeo. Ci sono video che fanno 3000 visite, altri che ne fanno 17.000, poi c’è chi ne fa 50.000 e infine quelli che ne fanno sopra le 100.000. Noi non siamo nelle ultime 2 categorie! I miei top 3 video sono video vecchi e penso che sono anni ormai che non se ne vede uno che passerà alla storia. Comunque direi: Vivid, Love Hate e Afterbang. Storicamente sei molto legato ad Andrea Schilirò, parla della vostra amicizia e della vostra collaborazione nei lavori e parla anche di lui come fotografo. Con Andrea ci conosciamo da quasi 15anni grazie allo snowboard, quando feci il primo video “Coldfocus” nel 2004 lui venne in Finlandia per fotografare, eravamo entrambi fuori dall’ambiente dello snowboard e, in quanto romani, non conoscevamo nessuno che all’epoca in Italia facesse snowboard veramente. Così nacque questa collaborazione basata sul fatto che ad entrambi piace molto lo street e la città, piace molto il freddo, la neve e le bionde. Mi piace molto come scatta Andrea, dovrebbe comprarsi un pò di lenti nuove, ma non è colpa sua se i fotografi di snow guadagnano quello che guadagnano ed è sempre super divertente filmare insieme, quando non litighiamo. Ringraziamenti. Ringrazio Fabrizio Messineo, Fabrizio Giusto e Andrea Bertollini per Bataleon, Ashbury, Elm Company e Banshee Bungee, Gianpaolo Casana per Capita ed Union, Matteo Pedrazzini per Shape Store, Fabio De Gasperi per 100-ONE e ovviamente tu Denis Piccolo per Sequence. Watch the full movie on coldfocus.it/ashley

Your filming and editing style is really different. Tell me where you draw your inspiration from and who you admire, also outside the snowboarding scene. Thanks! I don’t know who inspires me, I watch all kinds of films and TV series. At the beginning I tried to reproduce the same perfect camera movements I noticed in the old snowboarding videos and films. As time went by I tried to break out of the mould and use my own imagination. Nobody invents anything in this world, but one can create his own personal style. How far or how close is your video to the European standard? Which are your top three videos in the snowboarding video chart? I feel that the gap between us and the big production is getting bigger and bigger, above all because video productions are increasing and snowboarding levels are rising too fast. It’s really difficult to keep pace. We certainly have our small audience in Europe and America, but the only one who really knows the truth is Vimeo. There are videos that total 3000 visits, others 17,000; some others total 50,000 visits, and some over 100,000. We belong to the bottom two categories! My top 3 videos are old videos and I think we haven’t had any, for many years, that will make history. Anyway I’m nominating Vivid, Love Hate and Afterbang. You have always been very close to Andrea Schilirò. Can you talk about your friendship, your work collaboration and Andrea as a photographer? I have known Andrea for nearly 15 years thanks to snowboarding. When I made my first video “Coldfocus” in 2004 he came to Finland to take photos. We were both outside the snowboarding scene and as Romans we didn’t know anybody who snowboarded in Italy at the time. So our collaboration was born, based on the fact that we both liked street riding, cold weather, snow and blonde girls. I really like the way Andrea takes photos. He should buy some new lenses, but it’s not his fault if snowboarding photographers earn so little. It is always great fun to shoot together, when we don’t argue. Credits. I thank Fabrizio Messineo, Fabrizio Giusto and Andrea Bertollini for Bataleon, Ashbury, Elm Company and Banshee Bungee; Gianpaolo Casana for Capita and Union; Matteo Pedrazzini for Shape Store; Fabio De Gasperi for 100-ONE and obviously you Denis Piccolo for Sequence. Watch the full movie on coldfocus.it/ashley


JUHA BLID BY SAMULI RONKANEN



STEFANO BENCHIMOL BY Pyry Lepistรถ


FEDERICO JOVANOVICH


TEXT & PICS: ROBY BRAGOTTO SPOT: CALIFORNIA


Fa sempre uno strano effetto ritornare nello stesso luogo per la You always have a strange feeling when you go back to the same seconda volta, soprattutto quando il luogo in questione è lontano place a second time, especially when the place is more than ten più di diecimila chilometri da quella che solitamente sono abituathousand kilometres from what you are used to call “home”. It is to a chiamare “casa”. Fa sempre uno strano effetto realizzare dove strange to realise where you are yet again, in the same house you ci si trova, ancora, nuovamente, nella stessa casa in affitto di un rented the previous year, with the same steps at the entrance, the anno prima, con la stessa scalinata all’entrata, lo stesso parchegsame parking lot, the same Jacuzzi your share with the other flats, gio, la stessa jacuzzi in comune con gli altri residence, la stessa the same lady at reception, the same sofa, sitting room, fire place, signora della reception, lo stesso divano, salotto, caminetto, la the same balcony, kitchen, furniture and above all, the same beds. stessa terrazza, cucina, mobili e soprattutto gli stessi letti. E’ una It’s a difficult feeling to explain: it’s like living a kind of déjà-vu, a sensazione difficile da descrivere, ma è come se si stesse vivendo kind of memory you thought you had dreamt. Then you leave the una sorta di deja vu, una sorta di ricordo che pensavi di aver solo house and you see the same supermarket, the same huge buns, the sognato. Poi capita di uscire di casa e rivedere lo stesso supersame fried chicken, five-kilo tubs of ice-cream, milk, fruit juice and mercato, gli stessi panini giganti, lo stesso pollo fritto, il gelato drinks in the usual plastic cartons, the same incredible concrete in barattolo da cinque chili, il latte, il succo di frutta e le bibite skatepark, the same typical April weather, the same fast-food nelle solite taniche di plastica, lo stesso incredibile skatepark in place, the same shops. It is odd to remember all the streets, the cemento, lo stesso tipico clima di aprile, lo stesso fast-food, gli same offices where you ask the same guy for your free skipasses, stessi negozi. Ricordarsi tutte le strade e ritrovarsi nuovamente as if nothing had changed. You are back to Mammoth Unbound negli stessi uffici a richiedere degli skipass gratuiti al solito tizio, and you take the usual super-fast chairlift where nobody uses the come se in un anno nulla fosse cambiato. Essere al Mammoth Unfoot rests, you open your eyes and you see those two superpipes bound e prendere la solita velocissima seggiovia dove nessuno once again, the sequence of kickers, the pink features. You take a usa i poggiapiedi, aprire gli occhi e rivedere i due superpipe, i kichairlift after another, you ride in two less-known snowparks, you cker in sequenza, le strutture color rosa. Prendere seggiovie su see the Art Park with the most demanding rails you can think of seggiovie, girare tra gli altri due snowpark forse meno conosciuti, and find again the famous extra-long White Album rail. rivedere l’Art Park con i rail più impegnativi che si possano immaTo see all these things for a second time was a really strange ginare e ritrovare il famoso e lunghissimo rail del White Album. feeling, a kind second chance. I felt as if I had become part of that Rivivere tutto questo per la seconda volta mi ha provocato una place, for an instant I felt at home. Apart from being lucky for the stranissima sensazione, una sorta di seconda possibilità, quasi awareness and experience I had acquired, I was happy to meet the come se nel mio piccolo fossi diventato parte del posto, quasi come se per “Tra le altre cose, contro ogni previsione, un attimo mi fossi sentito davvero a siamo pure riusciti a non farci arrestare, a recuperare un po’ “casa”. Ma oltre ad aver avuto la fordi pubblico pronto a vedere il sangue di Matteo Ferraris, tuna dell’acquisita consapevolezza ed e anche a farci amici dei giardinieri messicani.” esperienza, questa volta mi sono felicemente ritrovato in compagnia dei ra“Among other things we also avoided being arrested, gazzi della Garbage Gang, i quali, invewe gathered a bit of an audience for Matteo Ferraris’ blood ce, solcavano quel luogo tanto sognato scene and we made friends with some Mexican gardeners.” per la loro prima volta. Un po’ a causa di strane coincidenze e un po’ per essere riusciti a programmarlo, siamo pure riusciti ad arrivare in tempo per la finale del Volcom Peanut Garbage Gang guys, who were in the much-dreamt-about place Butter Rail Jam, forse il più importante e rinomato rail contest al for their first time. Thanks to some strange coincidence and to our mondo… ebbene, avendo vinto la tappa italiana, Federico “Scienschedule, we managed to get there in time for the Volcom Peanut za” Iovanovich risultava tra gli invitati. Penso che per tutti noi sia Butter Rail Jam, probably the most important and renowned rail stato un piccolo motivo d’orgoglio vederlo confrontarsi con dei contest in the world. Well, Federico “Scienza” Iovanovich having mostri sacri americani, un po’ perché non capita di certo tutti i wan the Italian leg of the contest, was in the guest list. giorni ritrovarsi a Mammoth in una finale di un contest di tale liI think we were all very proud to see him competing with those vello, ma soprattutto perché non ha affatto sfigurato, chiudendo American fiends, partly because the chance to ride in the final of diversi trick tecnici e ritrovarsene pure un paio filmati nella clip a top-level contest doesn’t happen everyday and partly because ufficiale uscita pochi giorni dopo l’evento. D’altronde penso sia he didn’t disappoint us. He did various technical tricks, a couple stato un altro piccolo motivo d’orgoglio non farsi scoraggiare dal of which were filmed and included in the official clip that came vento e dal cattivo tempo, ma prendendo in mano pala e volontà e out a few days after the contest. We were also proud because we andando alla ricerca di spot in street tra le case in mezzo ai boschi weren’t put off by the wind and the bad weather. We grabbed our della città, riuscendo pure a fotografare e filmarne un paio niente spades and determination and we looked for street spots among male. Tra le altre cose, contro ogni previsione, siamo pure riuscithe houses we found in the woods of the town. We also managed ti a non farci arrestare, a recuperare un po’ di pubblico pronto a to photograph and film a couple of spots that weren’t at all bad. vedere il sangue di Matteo Ferraris, e anche a farci amici dei giarAmong other things we also avoided being arrested, we gathered dinieri messicani. Ma in fondo Mammoth è talmente perfetta che a bit of an audience for Matteo Ferraris’ blood scene and we made non poteva mancare una serata spensierata, lontano dalla fretta friends with some Mexican gardeners. After all Mammoth is such di visitare più luoghi possibili e dai pensieri del ritorno in Italia, di a perfect place that we couldn’t miss a happy evening, far from come potrà essere, di come sarà e di come andrà a finire…, finendo the urge to visit as many places as possible, the thoughts about addirittura, in modo totalmente inaspettato, di fronte ad un palco going back to Italy, the worries about how it would all end. Quite con un live di Afroman, proprio lui. unexpectedly we ended up in front of a stage with a live Afroman. E dopo aver visto Devid stregare una pattuglia con un forte accenAfter witnessing Devid bewitching a whole platoon with a strong to italiano, uno degli ultimi ricordi che ho di Mammoth, riguarda la Italian accent, one of the last memories of Mammoth is about cans scoperta delle birre Pabst in lattina: “Quanto costa una birra meof Pabst beer. “How much is a medium draft beer?” – “Six dollars.” dia alla spina?” – “Sei dollari.” – “E in lattina come quella che han“And what about those cans they are all drinking?” – Three dollars.” no tutti?” – “Tre dollari.” – “Ok, ne prendo sette”. Grande Jhonny. – Ok, I’ll have seven”. Cool Jhonny.


DEVID DE PALMA

MARCO MORANDI

MICHELE LOMBRANO


FEDERICO JOVANOVICH

FEDERICO JOVANOVICH


MICHELE LOMBRANO

MARCO MORANDI


PICS: ALESSANDRO BELLUSCIO, ANDREA SCHIRILò, DENIS PICCOLO ITW: PATRICK DE LORENZI



Che succede con gnarcolate? Gnarcolate è un gruppo di amici, non è una crew e questo molta gente non l’ha ancora capito. Sono cresciuto circondato da inutili crew che sembravano inaccessibili dato il mio scarso livello di riding. Poi sono cresciuto, sono entrato in una crew, poi in un’altra e infine ho capito che le crew non servono a nulla. Noi siamo un gruppo di persone che ama fare snowboard, ridere e stare in compagnia. Ognuno di voi ha il diritto di far parte del nostro gruppo e se volete sarete i benvenuti. Ci trovate su Facebook (GNARCOLATE) o sul sito www.gnarcolate.com Ti piace viaggiare, spiega il perché e spiega l’esperienza più importante della tua vita durante un viaggio. Una volta ho letto una frase: “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”. E’ come se da un momento all’altro il tuo cervello iniziasse a ragionare in un modo totalmente nuovo, come se il tuo modo di pensare venisse rivoluzionato. Conosci gente nuova, gente che ti trasmette qualcosa e a cui puoi trasmettere qualcosa. Accumuli un bagaglio di esperienze incredibili. Le migliori persone che ho conosciuto nella mia vita sono state viaggiatori. Sono come libri di favole, raccontano senza mai fermarsi e quel pensiero le rende felici, anche se l’esperienza del viaggio è stata pessima. Ogni viaggio è una storia e io amo raccontare storie, quindi viaggio! L’esperienza più importante non saprei, nessuna ha rivoluzionato drasticamente la mia vita, quindi non saprei cosa risponde. Sono state tutte esperienze bellissime, dalla Nuova Zelanda all’America, dal Messico al Marocco, Egitto, Fiji, Mauritius… potrei raccontare per ore, ma nessuna è stata più importante dell’altra.

What’s up with gnarcolate? Where is it heading? Gnarcolate is a group of friends, not a crew. This is something people haven’t understood yet. I grew up surrounded by useless crews that were unreachable, given my low riding level. When I became an adult, I joined a crew, then another and finally I understood that crews served no purpose. We are a group of people who love riding, laughing and being together. Every single one of you has the right to belong to our group and if you want to, you are welcome. You can find us on Facebook (GNARCOLATE) or on www.gnarcolate.com Explain why you like travelling and tell us about the most important travel experience of your life. Once I read the following sentence: “The real discovery journey doesn’t consist in looking for new lands, but in having new eyes”. All of a sudden your brain starts to reason in a completely new way and your way of thinking changes completely. You meet new people who communicate something to you and you communicate something to them. You build up a heap of incredible experiences. The best people I met in my life were travellers. They are like fairy tales books, they tell you stories without ever stopping. Their thoughts make them happy, even when their travel experience was really bad. Every journey is a story and I love telling stories and so I travel! I wouldn’t know about the most important experience. No experience has changed my life completely therefore I don’t know how to answer. I had wonderful experiences, from New Zealand, to America, Mexico, Morocco, Egypt, Fiji, Mauritius… I could talk for hours, but all trips were equally important.

Cosa ti fa incazzare di più al mondo e cosa ti viene da fare? Ci sono infinite cose che mi fanno incazzare, troppe. Odio la gente che sminuisce gli sbattimenti che mi son fatto, standosene ferma a giudicare mentre cerchi di fare qualcosa di più ogni anno, prendendo solo calci nel culo da gente all’estero. Odio l’ipocrisia che circonda questo sport e la gente che vede lo snowboard come una via a senso unico. Cerco di crescere per superare queste persone per poi tornare e ringraziarle per avermi dato un motivo per andare avanti.

What pisses you off most in the world and how do you react? There are so many things that piss me off, too many really. I hate people who belittle the hard work I do. They judge you from a safe ground, while you are trying to do more every year, and are kicked in the butts by people abroad. I hate the hypocrisy that is part of this sport and people who think that snowboarding is a one-way street. I try to grow and leave these people behind, but then I go back and thank them for giving me the opportunity to continue.

Angolo delle banalità, il tuo snowboarder preferito, il tuo resort preferito il resort più da boss e il tuo spot preferito? Mi concedo 3 snowboarder preferiti, vi spiego perchè. Parto con il mio tricolore per eccellenza: Lollo Barbieri! Se solo la metà dei rider avesse l’attitudine, la grinta e se fosse innamorato della montagna e di questo sport come lo è Lollo, l’Italia sarebbe una tra i paesi più forti in questo sport. Lollo è real, niente stronzate, niente egocentrismo, solo puro divertimento e snowboard. Secondo rider, Joe Sexton. Seguo Sexton da ormai 7-8 anni e vi posso assicurare che non esiste un rider come lui. Non è il più forte, non ha uno stile pazzesco, ma ha qualcosa di unico. Non so cosa sia, probabilmente lo vedo come un punto di riferimento, un capolinea che vorrei raggiungere come rider, uno stile in cui mi immedesimo. Terzo rider Travis Parker. Parker è l’incarnazione dello spirito dello snowboard. Le sue videopart ti facevano venire la voglia di snowboardare. Stile, paura e sorriso stampato sulla faccia, spaccava in fresca, in pipe e sui rail, una bomba! Sono entrato da poco a far parte del suo Brand Airblaster, è un onore rappresentarlo nel nostro paese. Resort preferito Bear Mountain, il resort più da Boss Chiesa Val Malenco e lo spot preferito è un doppio kink ad Helsinki, nascosto in mezzo ad un bosco di una zona impronunciabile!

And now some clichés: tell us about your favourite snowboarder, your favourite resort, your boss resort and your favourite spot? I’ll nominate three favourite snowboarders and I’ll explain why. I’ll start with the best national athlete, Lollo Barbieri. If half of the riders had his attitude, drive, and the same love for the mountains and snowboarding as Lollo’s, Italy would be one of the strongest countries in this sport. Lollo is real, no shit, no big ego, just fun and snowboarding. The second rider is Joe Sexton. I have been following Sexton for 7-8 years and I can assure you there is no rider like him. He is not the strongest, he hasn’t got the best of styles, but there is something unique about him. I’m not sure what it is, probably I see him as a point of reference, the final goal I would like to reach as a rider. He’s got a style I identify with. The third rider is Travis Parker. Travis incarnates the snowboarding spirit. His video parts made you want to snowboard. His style, the fear and smile on his face were amazing, he did wonders in powder pipe and rails, he was a bomb. I have recently joined his Airblaster Brand, and for me it is an honour to represent him in our country. My favourite resort is Bear Mountain, the top Boss is Chiesa val Malenco and my favourite spot is a double kink in Helsinki, hidden in the middle of a wood, in an area whose name is impossible to pronounce!


BY ALESSANDRO BELLUSCIO AT LIVIGNO



BY ALESSANDRO BELLUSCIO AT LIVIGNO


BY ALESSANDRO BELLUSCIO AT LIVIGNO


BY ALESSANDRO BELLUSCIO AT LIVIGNO


Esperienza con ColdFocus, dove è nata l’idea di filmare con Matteo Maggi? L’idea è nata nella sua mente contorta con la collaborazione di WoodMorning. Ricordo solo che mi è arrivata una chiamata da Messineo: “Ciao Ste, ho una bella notizia. Vorresti andare a filmare con Matteo Maggi in Finlandia?” Sono letteralmente esploso! Da lì ho iniziato a guardare Ruggine in loop per almeno 1 mese pensando di andare e spaccare tutto. Poi sono partito, ho conosciuto tutti i ragazzi della ColdFocus e la sera mi sono reso conto che non avrei spaccato niente. I finlandesi sono macchine da guerra e i rail che in video sembrano di 10 metri, in realtà sono lunghi 20 e alti 30 .

Talking about Esperienza with ColdFocus, where did the idea to film with Matteo Maggi come from? The idea came from Matteo Maggi’s twisted mind with the co-operation of WoodMorning. I remember I got the following call from Messineo, “ Hi, Ste, I have good news. Would you like to go to Finland to film with Matteo Maggi?” I literally exploded! From there I started to watch Ruggine in loop for at least one month, thinking I would go and do great things. Then I left, I met all the ColdFocus gang and that evening I realised I wouldn’t do anything great at all. The Finns are war machines and the rails, which on video look 10 metres long, are really 20 metres long and 30 metres high.

Il ricordo migliore e quello peggiore durante gli shooting di Ashley? Juha ubriaco in un bar che mi diceva che stavo facendo un buon lavoro e che era onorato di girare con me e Benchi. Juha mentre droppava per aprire un wall ride che avrei dovuto aprire io. Si è rotto il polso, è stato operato la sera stessa. Avrebbero dovuto operare me quel giorno, non lui. Sorry Master.

Which are the best and the worst memories from the Ashley shooting? Drunk Juha telling me I was doing a grand job and being honoured to film with Benchi and I. Juha dropping to open a wall ride that I should have opened. He broke his wrist and was operated the same evening. They should have operated me and not him, that day. I’m sorry Master.

Autodefinisciti in una parola e una soltanto. Superficiale.

Use only one word to define yourself. Superficial.

Chi e Foulja boy? Se tra Lil B, Ross e Tyler ci fosse stato Foglia, non avrei avuto dubbi. Ho conosciuto Foglia 4 anni fa e l’ho conosciuto così: “Oh Ste, va che forse ti sponsorizzano Vans, devi chiamare questo ragazzo, si chiama Alessandro Foglia. E’ un ragazzo tranquillo, ci sta dentro”. Quella è stata la prima chiamata di 10000000. Foglia è il mio team manager, segretaria, consigliere, socio, avvocato, amico, compagno di caccia, sostenitore e caddy. Sento più Foglia che mia madre, ce la thugghiamo a caso ascoltando Rick Ross la sera su skype, giochiamo a Golf insieme d’estate, snowboardiamo a Chiesa d’inverno come se non ci fosse un domani. Avete presente Big Black di DC? Ecco, in Italia c’è Foulja di Vans.

Who is Foulja boy? If there had been Foglia among Lil B, Ross and Tyler, I wouldn’t be suprised. I met Foglia four years ago like this, “Hi Ste, there is a chance that Vans will sponsor you. You must call this guy whose name is Alessandro. He is a cool guy, he’s fine”. It was the first of 10 million calls. Foglia is my team manager, secretary, advisor, partner, lawyer, friend, hunting mate, supporter and caddy. I stay more in touch with Foglia than with my mother, we talk gangsta shit on skype in the evening listening to Rick Ross, we play golf together in the summer, we snowboard at Chiesa in winter as if there were no tomorrow. Do you know DC’s Big Black? Well in Italy we have Foulja for Vans.

Quali sono i tuoi progetti per l’anno? Per ora me ne sto qui in California fino al 10 febbraio, poi vedrò. Preferisco vivere il momento. Sicuramente una scappata da Matteo in Finlandia la farò, magari qualche garetta, vedremo.

What are your plans for the current year? I’m staying in California until January 10, then I’ll see. I prefer to live the moment. For sure I’m going to visit Matteo in Finland, maybe I’ll compete, we’ll see.

Qual è il tuo sogno nel cassetto? Filmare un trick in Sunday in The Park.

Which is your dream in cold storage? To film a trick in Sunday in The Park.

Saluti baci abbracci schiaffi spari Shoutouts Bous Ricky Rozay. Vorrei ringraziare in primis le persone che contano di più, i miei genitori. Siete due persone d’oro, senza di voi non avrei mai potuto prendere questa strada, grazie, vi amo. Un ringraziamento speciale va anche ai miei sponsor: Vans, Elm, Skullcandy, Airblaster, Celtek, Bataleon, Flux, Doors, ShapeStore. Un grazie a Matteo Maggi per le esperienze uniche che mi ha fatto vivere ad Helsinki, a tutti i ragazzi della ColdFocus, a Benchi per i suoi kink, ai “Fabrizzi” perchè non mi fanno muro, ai ragazzi di Wave Distibrution per il sostegno, ai miei fratelli (non c’è bisogno di dire perchè), a Gnarcolate e a tutti quelli che ci seguono, a mia Nonna perchè fa una lasagna senza senso, a Bosio perchè è Bosio, a Ciccio Chiesa per Chiesa e a Chiesa per Ciccio Chiesa, a Pat per la cucina, a Mazzotti per i trick ad entrare, a Tommy per avermi dimostrato che anche in italia c’è gente con le palle sue rail, a Scienza perchè si incazza, ad Alo per le foto ,ai ragazzi di Vans perchè insultate Foglia quando perde a golf, allo Zio per l’anello, ai bei culetti. Grazie a Sequence e a tutti i miei amici in generale, siete troppi, non riuscirei a mettervi tutti ma è come se ci foste. Vorrei lasciare infine un ringraziamento speciale, più speciale per una persona che non c’è ma è come se ci fosse, grazie Teo. Have a great day.

Greetings, kisses, cuddles, slaps, shots, Shoutouts Bous Ricky Rozay. First of all I would like to thank the people that count most, my parents. You are made of pure gold, without you I wouldn’t have chosen this path, thank you, I love you. I also want to thank my sponsors: Vans, Elm, Skullcandy, Airblaster, Celtek, Bataleon, Flux, Doors, ShapeStore. Thanks to Matteo Maggi for the special experience we shared in Helsinki, to all the guys of ColdFocus, to Benchi for his kinks, to the “Fabrizzi” for not excluding me, to the Wave Distribution guys for their support, to my brothers (no need to explain why), to Gnarcolate and all those who follow us, to my Grandma because she cooks a wicked lasagna, to Bosio for being Bosio, To Ciccio Chiesa for Chiesa and to Chiesa for Ciccio Chiesa, to Pat for her cooking, to Mazzotti for his in to tricks, to Tommy for proving to me that in Italy there are people with guts on the rails, to Scienza because he gets pissed off, to Alo for his photos, to the Van gang because you insult Foglia when he looses at golf, to Zio for the ring, to the pretty bums. Thanks to Sequence and all my friends: you are too many, I can’t name you all, but you all are here with me. I would like to conclude with a very special thank you to a person who is not here with us, but is in my heart, thanks Teo. Have a great day.


BY Pyry Lepistö IN FINLAND

BY NDREA SCHIRILò IN FINLAND


BY DENIS PICCOLO AT SESTRIERE



TXT: ROBY BRAGOTTO


SIMON GRUBER BY MATT GEORGES


Ancora? Di nuovo? Anche quest’anno? Esiste una sola ed oggettiva risposta: sì. C’è poco da fare e attualmente poco che si possa cambiare. Simon è ancora il più forte rider italiano in circolazione e se non l’unico, uno dei pochissimi conosciuti anche all’estero. E’ assolutamente incredibile in tutto ciò che fa, è a dir poco perfetto quando si trova sopra una tavoletta ed è pure un ragazzo simpaticissimo e gentilissimo. Con la battuta sempre pronta riesce sempre a far sorridere, è buono d’animo e molto intelligente. Non esiste nessuno meglio di lui in questo momento e se continua a migliorare come sta facendo, resterà il più forte di tutti ancora per molto tempo.

SECOND PLACE: Marco Grigis THIRD PLACE: Giorgio Ciancaleoni Yet again? This year too? There is only one objective answer: yes. There is little we can do, and little we can change. Simon is still the best rider around, one of the very few who are also known abroad. He is totally amazing in everything he does, he is absolute perfection on a board and he is also a very nice and kind guy. He’s never short of wisecracks, he makes you smile, he’s goodhearted and very intelligent. There is nobody better than him at the moment and if he continues to improve like he’s doing now, he’ll be the strongest of all for a long time.


SIMON GRUBER BY Silvano Zeiter AT folgefonna


TANIA DETOMAS BY ROBY BRAGOTTO AT PASSO ROLLE

Credo che questo titolo italiano sarà destinato a rimanere tale fino a quando Tania smetterà di starsene sopra una tavola. Ho avuto spesso il piacere di lavorare con lei e posso assicurare che non esiste nessuna ragazza in Italia capace di avvicinarla, sia a livello sportivo che mentale. E’ davvero troppo forte e nell’orizzonte del mondo femminile nessuno è come lei, nemmeno in lontananza. Le auguro soltanto di non smettere mai, di continuare a sorridere e divertirsi come ha sempre fatto. Questo è proprio il suo mondo.

SECOND PLACE: Valentina Marengo THIRD PLACE: Bibi Maiocco I believe that this Italian award will go Tania for as long as she keeps riding. I have often had the pleasure to work with her and I can assure you there is no girl in Italy who can come close to her from an athletic and mental point of view. She is really so strong and nobody is like her in the women’s riding world. I wish her never to give up, to go on smiling, enjoying herself, like she has always done. This is really her world.


MARCO GRIGIS BY DENIS PICCOLO AT PASSO ROLLE

Anche in questo caso c’era poco da fare… e sono convinto ci sarà poco da dire fino a quando non diventerà maggiorenne: Marchino Grigis. E’ l’unico ragazzino minorenne capace di stare davanti a moltissimi rider con maggiore esperienza e forza. Continua a migliorare in modo esponenziale e ciò che più affascina, è che sembra non avere ancora limiti. Sarà l’età? No, è il talento. E’ l’unico giovane talento in circolazione, l’unico che, se non si lascerà distrarre da stupide tentazioni, potrà far sentire la sua voce anche all’estero. E’ troppo, troppo forte per non avere nemmeno diciotto anni. Ah sì… e fa pure morir dal ridere.

SECOND PLACE: Kevin Kok THIRD PLACE: Nicolino Dioli Also in this case there are no doubts… and I’m convinced we can say no more, until Marchino Grigis is 18. It is the most obvious, correct and sensible choice. He is the only teenager who can face many other riders with greater experience and strength. He keeps improving so much and what’s more he has not limits yet. Is it about age? No, it’s talent. He is the only young talent around, the only one who can’t be distracted by silly temptations, he’ll be a star also abroad. He is too strong considering he not 18 yet. And on top of it all he is a good laugh.


STEFANO BERGAMASCHI BY ANDREA SCHIRILò IN FINLAND

Purtroppo non ho mai avuto il piacere di lavorare con Stefano, il destino ha voluto che lo conoscessi in fretta e furia dentro una fantastica villa di Los Angeles (storia lunga)… ma da quanto posso aver capito, è di sicuro un ragazzo in gamba e con la testa sulle spalle, uno che prima di parlare ci pensa diverse volte e uno che preferisce sicuramente i fatti alle parole. La sua videopart in Ashley girata interamente in Finlandia, ne è la conferma.

SECOND PLACE: Renzo Tato Chiala THIRD PLACE: Stefano Benchimol Unfortunately I have never had the pleasure to work with Stefano. It was destined that we would only meet in a hurry in a wonderful Los Angeles villa (a long story)… but from that chance encounter I could gather that he is a smart, square headed guy. Before speaking he reflects for a while and clearly prefers action to words. His video part in Ashley, which was shot in Finland, confirms what I’m saying.


SIMON GRUBER BY ROBY BRAGOTTO AT KRONOPLATZ

Beh, non solo è tecnico, preciso, pulito, con uno stile straordinario e con dei trick e grab che solo lui sa fare e tirare in quel modo, ma è anche potentissimo: non ho mai visto nessuno andare gigante più di lui, ollare come olla lui, atterrare dove atterra lui… come se avesse le molle al posto del gambe. E per aria? Per aria è semplicemente perfetto: non muove un braccio, non molla il grab se non all’ultimo istante e tira qualsiasi trick fino al limite. E’ Simon Gruber, l’unico italiano capace di stupirmi così tanto anche fuori dal mondo della neve fresca.

SECOND PLACE: Marco Grigis THIRD PLACE: Giorgio Ciancaleoni Well… not only is he technical, accurate, clean, with an extraordinary style and tricks and grabs nobody else can do, but he is also very strong. I’ve never seen anyone go gigante like him, ollare like him, land where he lands, as if he had springs instead of legs. And what does he do in the air? In the air he is simply perfect: he doesn’t shake his arms, he doesn’t let go of a grab until the very last second and pushes every trick to the limit. Simon Gruber is the only Italian rider who can surprise me so much even when he isn’t riding in powder.


MASSIMO FERRO BY VASCO COUTINHO IN NORWAY

Credo che Massimo “Bubba” Ferro sia uno dei pochissimi rider italiani che si sia saputo totalmente trasformare negli ultimi anni. In silenzio e in sordina ha pian piano accantonato lo snowboard tecnico e potente, lasciando spazio all’anima da puro freerider e cultore della montagna. E’ riuscito ad ottenere ottimi piazzamenti in contest di livello europeo e soprattutto è riuscito a reinventarsi completamente, trovandosi a disegnare linee e scendere pendii che pochissimi in Italia avrebbero il coraggio di affrontare.

SECOND PLACE: Alberto Schiavon THIRD PLACE: Stefano Munari I think that Massimo “Bubba” Ferro is one of the few Italian riders, who has been able to change so much in recent years. Quietly, little by little, he has put aside his technical and powerful snowboarding style, to become a pure freerider and lover of the mountains. He has managed to get good results in European contests, reinventing himself with lines and slopes very few Italian have the guts to tackle.


TATO CHIALA BY DENIS PICCOLO AT BARDONECCHIA

Tato Chiala. Trent’anni e un talento che non si è mai assopito. Ha uno stile inconfondibile, si rimaneva a bocca aperta a guardarlo quand’era ragazzino, si rimane a bocca aperta ancora oggi. E’ incredibilmente migliorato nello street, tanto da riuscire a mantenere la sua incredibile particolarità anche su quel terreno: far sembrare facili le cose impossibili.

SECOND PLACE: Stefano Bergamaschi THIRD PLACE: Tommaso Lanza Thirty-year-old Tato Chiala has a talent that has never died down. He has a unique style. When he was a teenager one would watch him with open mouth; we still watch him with open mouth today. He has improved enormously in street, so much so that he has been able to maintain his uniqueness in that discipline. He makes impossible tricks look easy.


GIORGIO CIANCALEONI BY ROBY BRAGOTTO AT CHIESA IN VALMANENCO

Nella triste realtà che è quella della scena di pipe in Italia, Giorgio è sicuramente l’unico rider nostrano che non ha mai smesso di progredire. A differenza di altri ha avuto un’ottima costanza e dedizione, portando il suo limite tecnico ad un livello più alto. In questo momento è sicuramente il più ampio, potente e preciso di tutti. Ed ora che ha vicino un perfetto allenatore come Giacomo Kratter, c’è solo da sperare che lasci andare il suo talento e che possa portare di nuovo in alto una scena che da troppo tempo rimane nascosta nell’ombra.

SECOND PLACE: Manuel Pietropoli THIRD PLACE: Stefano Munari In the sad Italian pipe scene, Giorgio is the only national rider who has never stopped improving. Unlike many others he has been completely committed and dedicated, reaching a higher technical level. At the moment he is the best, most powerful and accurate of all pipe riders. And now with Giacomo Kratter as his perfect trainer, we all hope he’ll release his talent and save the reputation of Italian pipe riding, which had been hidden in a corner for too long.


TATO CHIALA BY CRISTIAN SCALCO AT CERVINIA

E’ sempre Tato, oltre ad essere stato proclamato come il miglior street jibber italiano, è stato anche il più votato dai lettori di Sequence e Likemilk. Sicuramente la sua intervista nell’ultimo numero di Sequence e la splendida videopart nell’ultimo video Random “Randomite”, hanno fatto in modo di portarlo ai vertici delle preferenze degli utenti. Sicuramente un risultato meritato e giusto, che va così a coronare la sua stagione passata ricca di giornate di filming e photoshooting.

SECOND PLACE: Lorenzo Buzzoni THIRD PLACE: Simon Gruber Tato, besides being proclaimed best Italian street jibber, is also number one in the Sequence and Likemilk readers’ chart. His interview in the last issue of Sequence and the wonderful videopart in the last Random video, “Randomite”, have contributed to make him the readers’ favourite rider. It’s a well-deserved and fair result, which rewards his latest season full of filming and photo shooting action.


SIMON GRUBER BY LORENZO BELFROND AT KRONOPLATZ


PICS: ROBERTO BRAGOTTO LORENZO BELFROND CRISTIAN SCALCO


MICHELE LOMBRANO BY CRISTIAN SCALCO AT PRATO NEVOSO


TANIA DETOMAS BY LORENZO BELFROND AT PASSO ROLLE



MATTEO BORGARDT BY CRISTIAN SCALCO AT CERVINIA


DANIEL NEICHILEDL & LORENZO BUZZONI BY ROBERTO BRAGOTTO


ENRICO CAVADA BY ROBERTO BRAGOTTO AT PASSO ROLLE


JIB STICKS A CURA DI ENRICO SANTILLO BY FIFTH SEASON

APO SELECTA

ARTEC NIMA JALALI

BATALEON AEROBIC

BLACKHOLE V SKATE

Il Jib Rocker presente solo in punta e coda è molto dolce e gli inserti Fiberglass 2D facilitano la torsione senza influenzare il pop garantendo ampio margine di permissività e una sensazione di confidenza assoluta.

Per gli amanti del jibbing sfrenato e per chi va in skate quando manca la neve. Sia che si tratti di street o park, il pro model di Nima Jalali non ti tradirà mai. Completamente rivisitata, maneggevole e versatile.

L’anima Core Core con linee di rinforzo lungo l’asse degli inserti garantisce resistenza ed extra pop, mentre le lamine Lightning Edge permettono rapidità nelle carvate ed un ottimo controllo.

Agile come una gazzella sui salti in pista e nel jibbing. Non ci sono altre possibilità per i jibber alla ricerca di un divertimento nuovo e mai provato prima. Shredding in tutto il park, per tirare fuori il ripper che c’è in ognuno di noi.

BURTON MONKEY WRENCH

CAPITA ULTRAFEAR FK

DC PBJ

DRAKE URBAN

Lo shape è simile a quello della sua progenitrice Jones. Continua la saga Burton che vede trasformarsi i propri promodel in veri e propri modelli di successo alla portata di tutti! Se vuoi Jibbare questa tavola devi comprare!

E’ una tavola perfetta per ogni rider, è facile nel park, ultra divertente in powder ottima per il Jibbing. L’anima DS Select, in pioppo e faggio, garantisce la massima flessione e l’assorbimento delle vibrazioni.

La Ply sicuramente farà parlare di se per tutto il prossimo inverno ai piedi dei più importanti rider di casa Dc, come Aaron Bittner, che ama portarla al limite nel jibbing più sfrenato e tra gli street rail più incredibili che si possano trovare.

Tavola da freestyle puro per dominare il park, con una shape leggermente rialzata su tip e tail per migliorare il feeling, detunededge per renderla più permissiva e ridurre il contro lamina. Ottima tavola divertente e manovrabile.


JIB STICKS A CURA DI ENRICO SANTILLO BY FIFTH SEASON

FLOW SHIFTY

FORUM THE CONTRACT

K2 WWW

NITRO JON KOOLEY

Shifty è la versione più morbida della Quantum, ma è costruita per distruggere qualsiasi cosa al suo passaggio! Per il 2012 Shifty offre la tecnologia Whiskey Rocks, con fibre di vetro biax sotto gli attacchi per una resistenza a prova di bomba.

Resistente, veloce e super confortevole. Il camber pop, non solo offre potenza negli ollie più alti, ma garantisce un controllo mai visto prima. L’anima Bad Ass è leggera, ma forte e durevole così come tutte le tecnologie Bad Ass.

L’originale disegno Twin Tip Jib deck è il più divertente che possiate avere nel park. Il profilo Jib Rocker ® ha quel tanto di rocker, su punta e coda, necessario per dominare il Park garantendo stabilità alla tavola.

Jon non rinuncia alla sua passione per le motociclette nemmeno in pista! La nuova grafica della haze è infatti un collage di foto scattate al Born Free Bike Show. Ottima nel park e sui rail grazie al profilo più sottile tra i piedi.

RIDE KINK

ROME DETAIL ROCKER

SALOMON SALOMANDER

YES JACKPOT

Shape ProRize™ per il giusto pop e stabilità negli atterraggi, lamine Cleave Edge™ e fianchi 85° slimewalls per assorbire impatti e vibrazioni. La Kink, oltre ad essere una delle tavole preferite dal team Ride, è la regina di tutti i park del pianeta.

La tecnologia Pressure Pops con Revers-V prende l’energia necessaria dal centro della tavola, senza renderla rigida. Quindi è perfetta per migliorare i tuoi ollies e nollies. Con Detail divertiti nelle missioni urban jib.

La macchina da guerra di Chris Grenier e Jed Anderson! Anima in legno Aspen con Easy Press, sciancratura Equalizer ed un profilo piatto per il massimo pop nel park e in pow. Salomonder è stata progettata per soddisfare le esigenze dei migliori rail riders del mondo!

L’anima è Popcore con tecnologia FreeFlex 1.0 che alleggerisce e assottiglia il nose e tail incrementando la percentuale di carbonio e kevlar per guadagnare in peso e favorire la conduzione senza perdere risposta e velocità.


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LA VISIONE DI DOCUMENTARI... TEXT & PIC: DENIS PICCOLO RIDERS: TATO CHIALA & MANUEL PIETROPOLI

Luglio 2005. Les2Alpes. Burton era solita organizzare un team meeting estivo nel ghiacciao francese. Tutto il team internazionale e il meglio dei team nazionali, giravano insieme per una settimana, alla ricerca di materiale fotografico e video, che durante l’inverno non si era riusciti a produrre, e perchè no, un modo per affiatare i riders esperti con i più giovani. Nella mia stanza c’era un giovane Renzo Tato Chiala con un giovanissimo Manuel Pietropoli, entrambi sempre al passo con le più nuove tecnologie. Uno dei passatempi preferiti dei riders durante i lunghi pomeriggi è da sempre la visione di documentari che la natura ci regala.


ROXY.COM

@Daniel Blom

@Angela Boatwright



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