Sequence Magazine 52 It

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FREEPRESS

35.000 COPIES DISTRIBUTED IN ITALY, SWITZERLAND, AUSTRIA, GERMANY, FRANCE, ENGLAND | MARKUS KELLER BY MATT GEORGES | POSTE ITALIANE SPA SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE 70% PESCARA AUT C/PE/55/2015


TERJE HAAKONSEN

The quiver includes Skipjack Surf, Tough Cat, Mod Fish, High Spirits & the Day Trader.

13Things.com/FamilyTree


Photo by Adam Moran


CALIFORNIA SPORTS - TEL 0119277943 - WWW.CALIFORNIASPORT.INFO

THE MUTINY RIDEN BY: ANTO CHAMBERLAND \ MAT SCHAER \ JUSTIN FRONIUS \ DEVUN WALSH \ RYAN TIENE


JUSTIN FRONIUS \ HARDWAY B\S 270 LIPSLIDE \ GAGNON PHOTO

DCSHOES.COM





Before building up a jump, Austin always makes sure that the landing is perfect to stomp his tricks. But, trust me, that time he was uncertain if on that landing he should have nailed a trick or just drawn a line. How did it go? Well, you guess it... in his place would you resist the temptation? AUSTIN SMITH BY MARKUS ROHRBACHER IN ARLBERG, AUSTRIA


I adore Gigi because every time he has to go back to the top in powder, when he is tired, he looks at me as if he was asking “do I really have to walk back there?”. Oh yes, Gigi, go for it, so we’ll come up with another cover! GIGI RUF BY CYRIL IN ARLBERG, AUSTRIA




I love this shot because it represents those moments in which you are happy with having the chance of being a photographer of snowboarding. Sometimes I ask myself how come my eyes can admire that kind of landscapes and I regret all the times that I have to shut myself inside an office to send the images to the magazines! HERBERT THALER BY MARKUS ROHRBACHER IN ARLBERG, AUSTRIA


TXT: GIACOMO MARGUTTI PIC: CYRIL SPOT: GREECE

Lo snowboard è bello perchè vario. Semplice detto così, difficile magari metterlo in pratica. C’è un sacco di odio soprattutto sui social verso l’una e l’altra parte dello steccato: i rider che fanno contest e quelli che fanno video e foto. Poi c’è uno che ha vinto le Olimpiadi e che quest’anno gira con un tipo come Halldor Helgason, forse il personaggio dello snowboard che sta ai Giochi Olimpici come la maionese sta alla Torta Sacher. Si chiama Sage Kotsenburg e intervistato al big air di Boston al Fenway Park mi dice: “Alla fine dopo un po’ che ho fatto gare e l’oro di Sochi 2014 ho sentito il bisogno di staccare la spina, non sopportavo più quella pressione che ti mettono i contest. E questa stagione filmo con Halldor. Poi anche filmando c’è un sacco di pressione, perchè devi chiudere i trick per portarti a casa la parte video e gli spot sono anche molto più pericolosi dei big air in città. E poi mi piace l’adrenalina di quando si gareggia, così ho sentito il richiamo di questo contest e quando ero in cima mi dicevo ‘ma chi te l’ha fatto fare, ora giù c’è gente che è venuta qui per te e se sbagli poi ci rimane male e io ci rimango male di conseguenza’. Insomma, non posso fare a meno di entrambi i lati dello snowboard.” Sì, lo snowboard è bello perchè è vario.


Photo: Philipp Strauss

welcome to the team

RAKE ORTH AVE OHEI UDO

DRAKE NORTH WAVE KOHEI KUDO @northwavedrake #rideyourway

Drake Team 154 Drake Reload Green/Black Binding Northwave Decade green boots

www.northwavesnow.com

Check out the new TWS “ORIGINS” movie featuring the adventures of Kohei Kudo


DIRECTOR

PHOTOGRAPHERS & FILMERS

Americo Carissimo

Murio, Alessandro “Killer” Miniotti, Davide Spina, Arturo Bernardi, Ales-

EDITOR IN CHIEF

sandro Belluscio, Lorenzo Belfrond, Roberto Bragotto, Lorenz Holder, An-

Denis Piccolo (denis@jpgedizioni.com)

drea Rigano, Marco “Boiler” Boella, Luca Benedet, Vasco Coutinho, Cyril

PHOTO EDITOR

SUBSCRIPTIONS

Cristian “Murio” Murianni (murio@jpgedizioni.com)

Michaela Stefania

ART DIRECTOR

ADVERTISING

George Boutall (george@evergreendesignhouse.com)

benvenuti@jpgedizioni.com +39 333 7741506

GRAPHIC DESIGN

EDITOR

matteo raeli

Jpg Edizioni di Salvatore Paolo, Piccolo Denis, Murianni

COPY EDITOR

Cristian. Via Colle di Andromeda 4, 65016 Montesilvano (PE)

Giacomo Margutti (gmgt@me.com)

Tel: (085) 9151471 | Fax: (085) 9151230 P.IVA: 01875110684 |

COMMERCIAL DIRECTOR

www.likemilk.com | benvenuti@jpgedizioni.com

Paolo Salvatore (paolo@jpgedizioni.com) +39 393 9927462

OFFICES

WEB LIKEMILK.COM EDITOR (SEQUENCE-MAGAZINE.COM)

Via Pellegrino Rossi 81, scala C, Milano

Matteo Rossato (ross@jpgedizioni.com)

PRINT

Riccardo Miracoli (riccardo@jpgedizioni.com)

Grafiche Ambert, Via per Chivasso 27, Verolengo (TO) 011 9149227

PHOTO SENIORS

DISTRIBUTION

Denis Piccolo

Freepress Sequence Snowboarding rivista mensile registrato

Matt Georges

al tribunale di Pescara il 14/05/2003 al numero 173/15

FILMER SENIORS

COVER

Marco Morandi

Marcus Keller by Matt Georges in Arlberg, Austria

INFO: welcome@tabcommunication.com



2017 SNEAK PEAK GIAMMA’S SELECTION PRODUCT FOCUS: DC MUTINY NORTHWAVE SPIN CLOSING BURTON 40 YEARS FORWARD RETO GURTNER LAAX OPEN BLUE MONTGOMERY PICNIC IN THE PARK RUSTY TOOTHBRUSH IN MERIBEL SUPERTRICK MANUEL DIAZ JESS KIMURA LUCA FIORINI LIVING LOFOTEN MARKUS KELLER NOW OR NEVER SARAJEVO

KALLE OHLSON BY MATT GEORGES


nitrousa.com / polerstuff.com #builtforgoodtimes

This season Bryan Fox and Austin Smith worked together with their longtime friends at Poler to create a graphic and Quiver line that represents the essence of Quiver Snowboarding – Adventures. Four custom snowboards for any condition, snow depth, and mountain range.

1617-Nitro-QUIVER-Ad.indd 1

14.12.15 18:22


B Y T H E E D I T O R I A L S TA F F

ASHBURY WARLOCKJED ANDERSON

LEVEL REXFORD

La WARLOCK di Ashbury è una mascherina dal design semplice e funzionale. Questo è il modello dedicato a Jed Anderson, il golden boy del jibbing, uno che di stile se ne intende, proprio come la sua pro model.

Ha un una serie di circuiti integrati NFC (Near Field Communication) che controllano e attivano le funzioni principali di uno smartphone o di una action cam con un solo tocco grazie a una connettività wireless a corto raggio.

CAPITA KAZU

FUNKY SPRAY La Spray è la tavola 100% jibbing freestyle. Leggera, agile, morbida, divertente: perfetta per tutti i rider che amano lo snowboard creativo.

BRUNOTTI RDP

DR ZIPE SAVAGE Edizione “non violence”: la pistola annodata “non-violence” è stata originariamente creata dall’artista svedese Carl Fredrik Rueterswärd come tributo a John Lennon. La Fondazione “Non Violence Project” è una organizzazione non-profit che promuove la pace attraverso l’educazione.

NITRO CHUCK

Già, è bellissima. Assolutamente un capolavoro di arte giappo/ americana. Disegnata e costruita per il maestro nipponico Kazu Kokubo.

La collezione hardware RDP è sviluppata e testata in cooperazione con i team rider di Brunotti, per creare la perfezione per gli sport invernali. Funzionalità, leggerezza e libertà di movimento son sempre stati lo scopo nel design di ogni prodotto.

Tavola “100% park” con profilo Whiplash e camber Lowrider combinati alla perfezione per dare il giusto quantitativo di pop per affrontare i kicker con sicurezza e potenza e con il giusto quantitativo di flessibilità per pressare i vostri trick su box e rail.

NITRO AFTERLIFE Questa tavola freestyle è stata progettata per portare i vostri trick ad un altro livello, dal park fino al backcountry. Shape Twin Tip e facile e permissivo camber Cam-Out: una tavola costruita con un animo freestyle ma pronta ad affrontare l’intera montagna.

NORTHWAVE PROPHECY Concepito e testato dal pro team di Northwave, il Prophecy SL ha un nuovo look disegnato proprio per i rider. Uno dei boots storici nella linea Northwave, vi darà sempre quelle prestazioni di cui avete bisogno sia in pista che in park.

DC MEDIA BLITZ La tavola di Torstein. Non c’è neanche bisogno di declamarla troppo... ci pensa già lei. O Torstein. Datevi da fare e seguite il talento norvegese!

NITRO ZERO SHAKA Pensati e disegnati per dare tutto il giusto mix di comfort, supporto e flex in un attacco dal feeling skate. L’highback Asym Zero è un mix perfetto di libertà di movimento per i vostri trick in jibbing e supporto negli atterraggi dentro e fuori dal park.


B Y T H E E D I T O R I A L S TA F F

DRAKE URBAN Perfezionata nelle strade dell’Europa dell’Est, la Urban è presente nella collezione Drake da anni, dato che Nejc Pucko l’ha portata in giro per il mondo. Per le vostre sessioni di jibbing estremo, una tavola che perdona tutto, con un bel pop e indistruttibile.

686 SMARTY WEAPON

SLASH SPECTRUM La Slash Spectrum è la tavola per rider che vedono nello street e nei park in montagna infinite possibilità per divertirsi. Il profilo Zero Camber è meno aggressivo del camber tradizionale, ma più stabile dei profili rocker.

SMITH I/O Il nuovissimo modello I/O combina un campo visivo più ampio, montatura innovativa con design Responsive Fit™ e look rinnovati. Il tutto utilizzando la stessa lente sferica di comprovata affidabilità.

SWITCHBACK HEIKI Rinnovato nel look e nella tecnologia delle sue nuove miller strap, il pro model Switchback Eiki Helgason si prefigge di regalarvi un’esperienza epica, infondendovi tutto l’antico potere di cui solo un Mago Vikingo delle antiche terre glaciali del Nord è capace.

ROXY HATTIE STEWART COLLABORATION Roxy ha collaborato con l’artista internazionale Hottie Stewart, auto-proclamatisi una ‘professional doodler’, dato che le sue illustrazioni uniche si estendono attraverso l’arte e la moda.

TECHNINE TMONEY TIGER CAMO Modello storico del catalogo Technine, è una allrounder freestyle, grazie al flex rigido unito alla polivalenza del Combo9 camber.

LOBSTER HALLDOR PRO-MODEL SMITH RIOT La nuova maschera cilindrica appositamente disegnata per le donne e ottimizzata per coloro che amano vivere la montagna. Una montatura dal design rifinito con una lente cilindrica oversize.

SALOMON CRAFT Direttamente dal futuro, la Salomon Craft è equipaggiata con un profilo Rock Out Camber e un taglio EQ Rad che la rendono perfetta per ogni terreno, per spassarsela alla grande.

YES TADASHI THIRTYTWO TM-TWO XLT JEREMY JONES SIGNATURE SERIES Dopo il lancio nel 2015 dell’MTB Jeremy Jones, scarpone espressamente studiato per il mountaineering e lo splitboarding, 32 propone un nuovo modello realizzato sempre in collaborazione con il freerider più famoso al mondo, per l’all mountain e il freeride.

Il suo shape Volume Twin direzionale funziona benissimo per quelli che amano girare con le twin ma vogliono un miglior galleggiamento in fresca. Con uno shape della coda di minor volume, questa tavola plana come una direzionale ma gira come una twin.

Vivace, polivalente e grintosa come il rider che l’ha progettata e che la utilizza in ogni condizione: è un true twin con flex medio le cui doti in park vengono esaltate dalla sciancratura asimmetrica che, combinata con gli inserti in carbonio sotto gli attacchi, la rendono aggressiva e rapida nell’edge-to-edge per una conduzione senza precedenti.


B Y T H E E D I T O R I A L S TA F F

JONES STORM CHASER

NIDECKER MOSQUITO

Questa è una split per discese ultra veloci che racchiude dentro di sé un float pazzesco in una tavola corta ma ultra-larga e perciò di grande volume.

Questa tavola è per quei rider che non hanno paura di girare con tavole più corte ma con tantissimo carattere. Lamine corte e un raggio più piccolo significano più potenza e velocità.

DC TORSTEIN HORGMO Torstein ha quella cosa particolare per cui fa sembrare tutto molto più semplice di quello che in realtà è. Si chiama stile. Lo stesso che si può ritrovare nella sua signature collection. Stile minimalista ma tecnologia di prima classe.

ARBOR IGUCHI Una mountain twin con un tail leggermente affusolato e un nose più lungo per la neve fresca. La versione Rocker System per una raidata più surfy con un float naturale. O quella con il Camber System per una raidata più spinta e decisa.

PATAGONIA POWSLAYER Aggiornata con il sistema di stopper incorporato, la leggera e comprimibile PowSlayer Jacket offre protezione ottimale per affrontare qualsiasi attività backcountry.

NEVER SUMMER WARLOCK Questa true twin presenta un nuovo shape, un profilo originale camber rocker, un nuovo pattern di flex, incredibili prestazioni in park, il tutto insieme a un feel giocoso e che perdona.

BURTON GENESIS EST

THE NORTH FACE DESOLATION HYBRID

Piastrabase bi-componente EST® con the Hinge con 28% fibra di carbone/nylon composite spar. L’hiback è 30% fibre corte di vetro/nylon composite con canting Zero-lean.

DEELUXE THE BRISSE

È uno strato intermedio comprimibile abbinabile alle giacche della linea Steep Series™ ideale per le avventure in backcountry.

AMPLIFY MK II APEX

5

Dall’esplorazione urbana ai kicker in backcountry, niente può fermare il Brisse 5. Giunto ora alla sua quinta generazione, il boot firmato da Dan unisce una costruzione C3 con un nuovo design.

POC FOVEA La maschera Fovea è stata creata come abbinamento al casco Auric, ma si abbina benissimo a praticamente tutti i caschi sul mercato. La lente Carl Zeiss è stata studiata per dare il giusto contrasto sulla neve.

Leggerissimo, con la S-Cell protector ventilate e con caratteristiche multi-impatto, sistema di assorbimento impatti intelligente e progressivo, con una protezione posteriore 3D per assorbire gli urti adattandosi.


J AK E B LAUV ELT J AKE WELCH

HANA BEAMAN

YUKI KADONO

DANIMA LS

RIDESNOWBOARDS.COM MARCO FEICHTNER 2016_WILD LIFE


B Y T H E E D I T O R I A L S TA F F

JONES ULTRA MOUNTAIN Tavola twin freestyle direzionale bella cattiva che condivide lo stesso shape della Mountain Twin solo che questa è dotata di più velocità grazie a materiali premium.

BATALEON GW

GNU CARBON CREDIT ASYMMETRIC la prossima stagione uno dei modelli Gnu più amati diventa asimmetrico; costruita in BTX, con rocker tra i piedi e un flat to mild camber oltre i piedi, è una tavola per il jibbing e ottima in pista.

Con la GW Bataleon è riuscita nell’ardua impresa di racchiudere, all’interno di strati di pioppo e bamboo innaffiati di carbonio, tutta la manovrabilità e la giocosità di una tavola jib/freestyle con la stabilità di una tavola all mountain, il tutto supportato da una nuova soletta ad alta densità molecolare, più resistente e scorrevole che mai.

DRAKE RELOAD Globalmente riconosciuti come attacchi freestyle top sul mercato, i Reload hanno ridotto qualsiasi componente per ridurre il peso, ma sono comunque ancora molto resistenti per gli impatti più duri.

MELON PARKER Questa maschera viene prodotta in tantissime nuove colorazioni che possono essere interamente customizzate su www.melonoptics.com. È la prima maschera cilindrica nella linea Melon e ha lenti velocemente intercambiabili.

BURTON PHOTON BOA®

UNION SCOTT STEVENS Il Contact è morbido, l’attacco ideale per ogni missione in park e in street. Il modello 16/17 presenta una base MD (MiniDisk) e un Multi Density EVA Bushing per un flex della tavola più naturale. La scelta obbligata per il pro rider di Union Scott Stevens.

Sistema di allacciatura a doppia zona con Boa® Coiler™ con tecnologia Lockdown, con il tocco in più dei lacci New England in esclusiva Burton e garantiti a vita.

ELECTRIC ELECTROLITE La maschera più leggera, innovativa e tecnologicamente avanzata che Electric abbia mai creato. Il frame è 100% in EVA quindi molto elastico, resistente e leggerissimo e ospita una vasta gamma di lenti cilindriche.

VOLCOM PAT MOORE Giacca sviluppata dal pro-rider Pat Moore insieme al design team di Volcom. Abbina dettagli in pelle al logo Volcom tono su tono sulla schiena creato con pannelli di tessuto sovrapposti.

ARBOR WESTMARK CAMBER FRANK APRIL PRO EDITION

QUIKSILVER TRAVIS RICE La giacca di Travis Rice in persona. Punto.

ROXY TORAH BRIGHT XOXO

LIBTECH TRAVIS RICE

La HP ha visto i quattro angoli del pianeta durante le riprese del nuovo film di T Rice, con la costruzione C2 con Per il suo pro model rocker centrale e camber sotto i piedi, offre maneggeFrank April ha scelto tut- volezza e precisione per una tavola ad alte prestazioni. ta l’affidabilità e la poliedricità della Westmark in versione Camber. Dotata della nuovissima tecnologia The Camber System, è un true twin dal flex medio, pastosa e reattiva, da sempre apprezzata dal team per le sue prestazioni.

La XOXO è la tavola perfetta per acquistare sicurezza e progredire. Con la costruzione BT+, ossia rocker centrale e mild camber oltre i piedi, è una tavola divertente, semplice e affidabile, con un flex che permette di essere stilose senza fatica.


#24sevenisnotenough P R O T E S T. E U A4_24-7_schetsen.indd 2

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B Y T H E E D I T O R I A L S TA F F

GOODBOARDS WOODEN

ANON M3 Questa fantastica maschera include il facemask MFI® e il Magna-Tech™, il sistema di punti magnetici per intercambiare le lenti, e un fleece facciale Outlast® anti-appannamento.

Modello storico del catalogo Technine, è una allrounder freestyle, grazie al flex rigido unito alla polivalenza del Combo9 camber.

SLASH GATE KEEPER Disegnata seguendo le indicazioni di alcune tra le guide di backcountry migliori del mondo: un capo assoluto per velocità e galleggiamento con camber direzionale. L’artista è www. deanblottogray.com

FLOW NX2 La precisione e le prestazioni in un unico attacco. Piastrabase in lega d’alluminio, hiback in nylon vetro-riempito con un rating del flex di 8/10.

ANALOG SOLITARY JACKET Mid fit ma con una lunghezza extra, presenta una totale nastratura e viene prodotta in due diversi tessuti impermeabili: un due-strati in poliestere stampato [10,000MM, 5,000G] e un due-strati Peached Moleskin [10,000MM, 25,000G].

NOW DRIVE JONES A-TRIP HEKLA A-Trip, il marchio di abbigliamento creata per Halldor Helgason da Horsefeathers, propone la Hekla: una giacca dal taglio parka 10K/10K con trattamento C6 DWR, cuciture nastrate e taglio ergonomico delle maniche per il massimo delle prestazioni e della resistenza in park come in street. Essenziale ma stilosa nel look la Hekla nasconde sotto le sue apparenze di giacca cittadina features come cerniere di ventilazione, audio pocket, taschino per skipass sulla manica, e tasche scaldamani.

Il Drive di Jeremy Jones è stato implementato con l’Hanger 2.0 e un nuovo composto in carbonio che è leggero, rigido e robusto.

FLOW RUSH Tavola che può affrontare indifferentemente ogni situazione. Profilo I-Rock, twin direzionale, anima reflex e soletta in grafite con un rate del flex di 7 su 10.

NITRO VENTURE Ad un vero snowboarder serve uno scarpone che sia preciso, resistente, leggero e comodo - e magari dal prezzo non esorbitante – il Venture è tutto questo con uno dei fitting più precisi e confortevoli in circolazione.

FLOW HYLITE Ridefinisce le prestazioni mentre sottolinea il fit e il feel. Con il Boa® Coiler e l’Heel-Lock Boa®, ha un rating del supporto di 8/10.

HEAD PILOT La forma a twin direzionale con grande risposta e un flex rifinito e una distribuzione della potenza di questa tavola apportano un flow solido per rider con esperienza che spingono tanto. Carving in pista e flat tricks a bordo pista fino a discese in powder, questa tavola fa tutto.

BURTON AK 2L BOOM GORE-TEX® 2-strati tessuto stampato / Plain Weave Blocked e GORE-TEX® 2-strati tessuto semplice. Totalmente nastrata con GORE-SEAM® Tape.


STEFANO MUNARI

PRO RIDERS WS SLIM FIT • BUILT TO PERFORM • GREAT COMFORT • WATER RESISTANT

Sequence3.indd 1

08/02/16 09:51


RIDER: GIANMARCO MAIOCCO PIC: MIGI / WE.MIND

BOARD: Nitro Chuck BINDINGS: Nitro Team Psycho BOOTS: 32 Session JACKET: L1 Flint Reversable JKT PANTS: L1 Skinny Twill GOGGLES: Anon M3 GLOVES: Level Suburban



TXT: EDITORIAL STAFF PICS: RICCARDO MIRACOLI

QUESTO SCARPONE LEGGERO PERMETTE DI AVERE UN FEELING ASSOLUTO CON LA PROPRIA TAVOLA.

Il Mutiny nasce da una semplice e precisa consapevolezza dei rider: uno scarpone da snowboard deve essere confortevole quanto una scarpa da skate. Dotato del più tradizionale sistema di allacciamento Direct Power Lacing con chiusura Wrap Lock, mantiente il giusto mix di flex, comfort e supporto. I Mutiny hanno fissato dei nuovi standard per le performance dedicate al freestyle con questo scarpone dall’allaccio tradizionale che va ben oltre il basic. Il fidato e testato sistema di allaccio tradizionale si è migliorato. Alcuni strati posizionati sulla tomaia dello scarpone in modo strategico danno una maggiore potenza e permettono di fare più leva, per ottenere una chiusura ottimale dello shell e un fit personalizzabile. Inoltre il sistema di avvolgimento del laccio evita che le stringhe si allentino, perchè basterà avvolgerle intorno al


gancio per farle rimanere bloccate, ottenendo di fatto un sistema

di avere, oltre a flex e supporto, un feeling assoluto con la pro-

di chiusura bi-zona. La suola è costruita in leggerissima Unilite

pria tavola. Questa è la principale ragione per la quale il Mutiny

(riduce il peso aggiungendo la gomma per una maggiore dure-

è diventato lo scarpone preferito dai riders DC: il suo flex me-

volezza nelle zone di maggior usura), mentre la linguetta ergo-

dio, la comprovata comodità e le sue performance lo rendono lo

nomica e la costruzione dell’articolazione permettono un’ottima

scarpone ideale per i rider freestyle alla ricerca di uno scarpone

mobilità frontale della caviglia, mantenendo il giusto supporto

perfetto che offre performance elevate su tutti i fronti.

laterale. Questa suola esterna offre un feel simile allo skate e una elevata comodità che deriva dall’ammortizzazione. Il Mutiny

Allaccio tradizionale

prevede la scarpetta interna The White con sistema di allaccia-

Contact Unilite + suola esterna in gomma

mento a strap e collarino a 180° (una sorta di imbragatura per

Scarpetta interna White

la caviglia) per mantenere il piede nella giusta posizione. Ha un

Soletta Interna Impact S

flex di 6 su 10, ideale per i rider che prediligono scarponi dalla

Imbragatura interna per la caviglia

calzata morbida.

Sistema di allaccio Direct Power Lacing Ganci Wrap Lock

Leggero, di chiara ispirazione skate, questo scarpone permette

Allacciatura che permette di fare più leva


TXT: EDITORIAL STAFF PICS: DENIS PICCOLO

Northwave presenta il suo nuovo sistema di chiusura degli scar-

veloce alle forze torsionali ed è più resistente con un minor peso,

poni da snowboard chiamato SPIN con laccio Dyneema, che ri-

senza punti di pressione.

sulta essere più forte e più flessibile di qualsiasi altro cavo metallico. È anche un sistema più veloce, il 25% più rapido che ogni

È il 25% più rapido del Boa Coiler II: per stringere lo scarpone

altro Boa Coiler II, ed è user friendly, infatti bisogna solo girare la

infatti bastano solo 15 giri di rotella al posto dei 20 che sono di

rotella per chiudere e tirare in avanti per aprirlo: tutto qui!

solito richiesti dal sistema Boa. Il design speciale degli occhielli è sviluppato per stringere sia la parte inferiore che quella superiore

Lo Spin Closure System viene venduto su tre modelli diversi:

degli scarponi. Il sistema 540 nella zona del polpaccio consente

l’Hover Spin da uomo (disponibile nelle colorazioni nero e gri-

un’incredibile tenuta del piede.

gio), l’Helix Spin da donna (venduto in nero e in bianco), così come l’Hover Spin destinato al noleggio (solo in nero).

Facile da usare e da cambiare: basta girare la rotella per stringere e tirarla per aprire completamente lo scarpone. Il sistema può

Il Politilene ad altissima concentrazione molecolare (usato per i

essere interamente aggiustato: possono essere sostituiti il cavo

kite, i paracaduti e i giubbetti anti-proiettile) dà una risposta più

singolo o l’intero sistema agendo solamente sulla vite centrale.



E così son già passati 40 anni da quando Jake Burton Carpenter

finale con test materiali prossima stagione 16/17. La sede euro-

scelse di chiamare la sua nuova creatura “Burton Snowboards”.

pea di Burton a Innsbruck è probabilmente il posto in cui tutti

La prossima stagione sarà infatti quella del quarantennale di una

gli amanti della tavoletta vorrebbero lavorare: enorme shop al

delle più importanti aziende di tavole al mondo, una delle pri-

piano terra, con giochi per i figli dei dipendenti e calcetto per

me a nascere e a crederci fermamente sin dagli albori del no-

questi ultimi in pausa, mentre al piano superiore gli uffici ma

stro “sport”. Burton o Sims, chi dei

anche un’enorme sala che funge

due abbia inventato l’attrezzo che

da showroom per i dealer, rappre-

ci attacchiamo ai piedi e con cui ci

sentanti, agenti, rivenditori, con

divertiamo, ora non fa differenza:

un piccolo ma utilissimo bar an-

quello con conta ora è celebrare

nesso. Ah, nota di colore: i cani dei

come si deve i 40 anni di storia, e

dipendenti possono scorrazzare li-

Burton l’ha fatto alla grande invi-

beri in ogni dove. Un passo verso

tando un centinaio di persone tra

un mondo migliore. La collezione

giornalisti di settore e mainstre-

dell’anno prossimo porta con sé

am, fotografi, videomaker, blog-

tante tante bellissime cose nuo-

ger, fashion blogger, a Innsbruck,

ve, non ve le possiamo anticipare

nella sede europea dell’azienda

tutte ma ci hanno particolarmente

originaria di Burlington, Vermont

colpito le collaborazioni – Burton

(Stati Uniti, se c’è anche bisogno

ci tiene moltissimo a queste, per

di specificarlo). Tre giorni dedi-

dimostrare anche all’esterno, al

cati alla scoperta della collezione

mondo mainstream quanto il no-

della prossima stagione 2016/2017,

stro mondo sia poliedrico: andia-

tre workshop incentrati su novità

mo infatti da Disney Frozen per i

hardgoods, softgoods e eco-sostenibilità verso cui il focus di

più piccoli fino a Playboy per i più grandicelli e birichini, pas-

Burton è massimo. Inoltre, cena in un tipico nonché fantasti-

sando attraverso Snoopy e Charlie Brown di Peanuts e l’imman-

co ristorante tirolese con coppia di musicanti (serata in cui noi

cabile e leopardatissima collab con L.A.M.B. di Gwen Stefani fino

italiani ci siamo ovviamente fatti subito riconoscere) e giornata

alla nuova con i Led Zeppelin (dopo che Burton negli anni scorsi

BY DENIS PICCOLO & GIACOMO MARGUTTI


aveva già collaborato con pesi massimi tipo Pink Floyd, Martin

anche le loro pecche e non poche... e tanto voi siete sicuramen-

Guitars, Jimi Hendrix e Andy Wahrol, per citarne solo alcuni).

te più giovani di me e non sapete nemmeno di cosa stia par-

Abbiamo anche visto non solo i boots riproposti in collaborazio-

lando e se è così siete pure fortunati a non sapere nemmeno di

ne con Red Wings, ma anche i nuovissimi e bellissimi scarpo-

cosa stia parlando! Avrei voluto provare anche la Nug CK (con la

ni in collaborazione con Danner. Per quanto riguarda le tavole,

grafica della Craig Kelly riproposta anche per l’anno prossimo)

io ho provato la Fish, con doppia coda di rondine, un nose lunghissimo per carvate super divertenti: se siete rimasti indietro, carving is the new jibbing da questa stagione in poi – prendete nota e comportatevi di conseguenza. Ho anche provato personalmente i boots AMB che ho trovato di una leggerezza imbarazzante e di un controllo con la tavola bello preciso. Ma la cosa che forse mi è piaciuta di più del test che abbiamo fatto a Kuthai sono stati gli attacchi Genesis, sicuramente tra i migliori attacchi in cui abbia mai infilato i miei scarponi da snow: super tecnici e ultra comodi, le loro straps

ma non c’è stato tempo, anche se

QUELLO CHE CONTA ORA È CELEBRARE COME SI DEVE I 40 ANNI DI STORIA, E BURTON L’HA FATTO ALLA GRANDE INVITANDO UN CENTINAIO DI PERSONE TRA GIORNALISTI, FOTOGRAFI, VIDEOMAKER E FASHION BLOGGER.

ho sentito cose molto interessanti su questa tavoletta proposta in 150 e 154 cm. Comunque sia, un’esperienza fantastica, per un’azienda che ha scelto di rinunciare all’ISPO, la storica fiera annuale di Monaco, per puntare dritto dritto sull’esperienza e sul coinvolgimento diretto dei giornalisti di settore e mainstream (forse proprio su questi ultimi la tre-giorni austriaca ha fatto maggior effetto, perchè direttamente presi e catapultati dentro al “nostro” mondo e all’universo Burton). In tutto ciò, i primi 40 anni di Burton non si fanno assolutamente sentire, come appunto

non hanno praticamente nessun punto di pressione sui boots

recita il claim dell’iniziativa rivolta alla collezione 2016/17: “40

e trasmettono gli impulsi alla tavola in una maniera che più di-

years forward”, guardando ben avanti verso il futuro, ma te-

retta forse non è possibile. Forse era possibile con i vecchi, ma

nendo in considerazione l’eredità e la storia che è stata scritta

tanto vecchi attacchi baseless di una volta, che però avevano

finora dal marchio fondato nel 1977 da Jake Burton Carpenter.


Provate a parlare una volta con Reto e capirete subito perchè Laax è la resort che meglio rappresenta questi nostri tempi moderni. Lui è uno di quelli che non si fermano mai, continuano a innovare e non sembra mai soddisfatto di quello che riesce a raggiungere. Anche se Laax sembra ed è veramente avanti anni luce rispetto a qualunque altra resort. Sembra sempre che qualcosa di migliore e di più interessante stia per succedere. Solo se si prendono dei rischi si migliora. E Reto li prende questi rischi. Inoltre: ama quello che fa e fa solo quello che ama. Questa non è solo un’intervista. È una lezione di marketing, di lifestyle, di vita. Reto is the man. LEI È IL VISIONARIO E IL VERO ARCHITETTO DI LAAX. UN GIORNO SI È SVEGLIATO E UNA MELA LE È CASCATA IN TESTA E HA PENSATO “COSTRUIRÒ IL PARADISO PER I FREESTYLER?” No, in realtà è stato anche semplice. È stata solo questione di essere al posto giusto, al monento giusto. Ho seguito alcuni dei miei studi in California alla fine degli anni 70, era un ambiente molto liberale, tutta quella scena skate e surf. Ho avuto la fortuna di essere lì per l’università e venendo dalla montagna per me era tutto incredibile. Quella cultura non era aggressiva, era cool, pacifica e tranquilla. Arrivavano dal ‘68, c’erano ancora gli hippy. Per farla breve: la California era il paradiso sulla terra. Ero completamente affascinato da tutto ciò, mi piacevano le persone che ci stavano dietro. Non era un ambiente così aggressivo, erano tutti amichevoli. Ai quei tempi i montanari avevano una cultura molto aggressiva, legata all’alcool. Era una cosa più primitiva. Avendo la fortuna di studiare in America, arrivando da una cultura del genere, mi colpì quella differenza sostanziale. Dopodichè

lasciò un segno su tutta la mia vita. Tornai a casa e volevo vivere quel sogno, in quella maniera, tra le mie montagne. Mi portai dietro quella visione della vita e uno skate. Giravo tra le strade di Flims e la gente mi guardava come se fossi un pazzo. Lavoravo nell’azienda di famiglia di carne e bresaola, ma volevo creare un qualcosa di simile a quello che avevo visto in California. Era più una questione di lifestyle, più che di sport. Era una questione di radici: una cultura che non riconosceva l’aggressività, le risse. Devi tornare alle tue radici per capire da dove arriva la forza. Un albero può crescere e fiorire solo se ha radici forti. Se non le ha, non ha nemmeno chance di vita. Da quel momento mi misi a capire come avrei potuto fare la stessa cosa nel mio stesso ambiente, e iniziai così 30 anni fa. Comprammo la nostra prima dragon per il pipe, nel 1985. Allora tutte le resort svizzere non volevano averci a che fare con noi snowboarder, perchè dicevano che rovinavamo le piste. Ma lo sci stava diventando noioso, non c’erano innovazioni e noi attiravamo i figli degli sciatori. Chiediti perchè alle ultime Olimpiadi di Sochi 2014 il 35% delle persone guardò in TV il freestyle? Solo il 27% guardò lo sci alpino. Ma è logico: prendi una gara di sci, e spegni il volume del commento e togli le grafiche. Non hai più idea di quello che stia succedendo. Tutto sembra noioso e uguale. Devi avere passione. Il freestyle è la visione, non lo sci alpino. È come la Formula 1: una volta era figo, ora è tutto sintetico, artificiale, non ha più alcuna connessione con la passione. È come lo snowboard: non è solo uno show, è un lifestyle. Non vedi sulle piste gente che scia conciata come quelli con le tutine che fanno le gare. Nello snowboard la gente si veste esattamente con le stesse cose che indossano i ragazzi durante gli eventi. È un

PORTRAIT: GIACOMO MARGUTTI PICS: PHILIPP RUGGLI ITW: GIACOMO MARGUTTI


HO PRESO GLI SHAPER MIGLIORI DEL MONDO. PER FARE GLI EVENTI MIGLIORI E SODDISFARE I RIDER MIGLIORI.

atteggiamento mentale diverso. Lo snowboard è lifestyle: è uno stile di vita. Non ha niente a che vedere con la lotta. Gli eventi tradizionali, quelli vecchi, sono le gare: gli eventi di snowboard non sono gare. Lo snowboard è anche una questione di stile, non c’entra nulla con chi è più veloce e chi il più forte. Ha a che fare con il fashion, la moda e l’ambiente. Ho cercato di dare un valore aggiunto a Laax: qualcosa che è connesso alle radici di Laax e al lifestyle. Dimmi quale azienda al mondo ha 30 shapers e tre macchine per preparare gli snowpark come i nostri? Ho preso i migliori shaper al mondo, dagli Stati Uniti, da ovunque, solo quelli più bravi. Per fare gli eventi migliori, per soddisfare i rider migliori. Per dare un valore aggiunto, quello migliore a questa resort, e per offrirlo ai nostri clienti: c’è dietro qualcosa di più importante che solo un montepremi di qualche centinaio di migliaia di euro. È lo show che questi ragazzi mettono in piedi. Siamo i numeri 1, i migliori in Europa e una delle migliori resort in tutto il mondo. Perchè le gare non c’entrano, non c’entra solo la competizione, è tutto l’ambiente intorno che conta. È tutto lo show. Voglio l’evento e i rider, ma voglio anche più lifestyle: voglio che le persone che vengono fin quassù si sentano come se partecipassero a un ricco festival di più generi. Dobbiamo fare qualcosa di unico, in una maniera in cui nessuno possa copiare. Abbiamo anche fatto un sacco di sbagli, ma abbiamo imparato e ora, beh... ecco qui i nostri Laax Open. VENGO QUI DA 10 ANNI. E OGNI VOLTA CHE VENGO QUI, TROVO QUALCOSA DI DIVERSO. QUALCOSA CHE È CAMBIATO, IN MEGLIO. LA PRIMA VOLTA CHE VENNI QUI, PENSAI “WOW, QUESTO È

VERAMENTE UN POSTO FIGHISSIMO. NON C’È NIENTE DI TUTTO CIÒ IN NESSUN’ALTRA PARTE DEL MONDO. TUTTO SEMBRA COSÌ MODERNO E PIÙ FIGO.” DOPODICHÈ L’ANNO SUCCESSIVO C’ERA UNA COSA ANCORA MIGLIORE. E COSÌ VIA, OGNI ANNO CHE PASSA. COSA LA SPINGE? Dobbiamo muoverci e migliorarci, sempre. Perchè altrimenti si muore. È semplice: sei vuoi creare qualcosa di bello, devi avere il team giusto. Con la nostra passione, ritornare alle nostre radici, possiamo fare sempre meglio. Se non fossi stato in Califonia in quegli anni, ora dirigerei l’azienda di carne con mio fratello. Per me era una vera sfida. Devi competere con qualcuno per essere diverso, non migliore. Diverso. Nella mia vita ho visitato tutte le resort nel mondo: dalla Turchia alla Cina, dagli USA al Giappone. Amo le Dolomiti, la Marmolada è bellissima. Ma le resort, quelle sono vecchio stile. È un business che non può sopravvivere a questi tempi cupi. Devono focalizzarsi di più, specialmente le piccole resort: devono capire cosa vogliono i loro clienti, se vogliono resistere. Focalizzarsi sul freestyle, per esempio. Attrarre una piccola nicchia e lavorarci bene sopra, per farla crescere sempre più nel corso degli anni. Oppure fare qualcosa di diverso. Che scelgano loro. Laax è un sogno divenuto realtà per qualsiasi freestyler. Perchè ci sono così tante resort ancora ancorate e ferme su una vecchia visione del turismo? Non lo so, sembra non abbiano capito in che direzione sta andando questo nuovo mondo di internet. La nuova generazione. Non ho mai visto nessuno avere successo solo per via del suo talento. Tutte le rock band o i migliori rider al mondo, non sono solo puro talento: quelli sono così perchè lavorano 10 volte di più di tutti gli altri. Questo business è proprio così. Siamo gente di montagna, ma ho vi-


DEVI PRENDERE DEI RISCHI: I RISCHI TI PORTANO SEMPRE A NUOVE FRONTIERE.

sto cosa succede nel mondo. Ma se voglio vedere quello che accade nel mondo, dove sta andando, non vado nelle resort in montagna. Li conosco già quei posti vecchi, so già cosa offrono. Devo invece andare a Londra, a Los Angeles, a Miami, in Sud America, a Milano o a Parigi: dove posso vedere le nuove cose mentre accadono e i nuovi lifestyle che stanno per essere creati. Così poi la gente giusta verrà a visitare la mia resort, quelli che hanno l’educazione e le cognizioni giuste per vivere in quest’epoca digitale. Loro lo sanno qual è il prodotto migliore. Devo fare ricerche sui nostri clienti, da dove arrivano, cosa vogliono. Di cosa hanno bisogno. Devo offrire loro un prodotto che si confà a gente metropolitana. Non a montanari. Devo capire i loro bisogni. Cosa piace a loro. Ma è così in tutti i campi di affari, è lo stesso. Devi capire chi sono i tuoi clienti, a chi ti rivolgi. Non puoi parlare a tutti, è impossibile. Perchè allora significa che non hai un giusto focus. Devi specializzarti in qualcosa. Perchè ci sono 4’500 resort al mondo. Forse la gente ne conosce 10, ma è stata in tre o quattro. Esiste una forma vecchia di comunicazione, ma ora stiamo affrontando una nuova generazione che esplora il mondo. Più velocemente. Se voglio avere una chance per sopravvivere in tutto ciò, devo essere meglio degli altri nell’offrire il servizio migliore. SEMBRA CHE TUTTO CIÒ QUI SIA STATO FATTO GIUSTO PER IL PIACERE DI FARLO. COME FA A ESSERE SICURO CHE QUELLO CHE FA NE VALGA PROPRIO LA PENA? La vita è troppo breve per cazzeggiare. Perchè dovrei perdere del tempo a fare qualcosa che mi accorgo non funzionare? Sono stato fortunato a nascere in un ambiente culturale così ricco. Quando viaggi per il mondo e vai nei paesi più

poveri, poi torni a casa e devi ringraziare Dio per vivere in paradiso. Lo capisci e vedi che la tua vita è fantastica. Non posso cambiare la mia vita, ma posso cambiare il mio atteggiamento verso di essa, verso l’ambiente in cui vivo. Se non mi adeguo a quello che ho intorno, muoio. Se vado nel deserto, non posso cazzeggiare – devo adattarmi. Se non capisco ciò e non amo la montagna, se non ho il supporto della mia comunità, degli aborigeni, non riuscirò a sopravvivere qui. Non va sempre bene, è un cerchio. Si hanno alti e bassi, quando cadi devi tirarti su e riflettere sulla ragione del tuo sbaglio. Dopodichè devi far qualcosa il più in fretta possibile. Errore – soluzione. Non guardare indietro. Quando guidi veloce, non puoi guardare negli specchietti retrovisori. Devi guardare quello che ti sta venendo incontro, davanti. Molto semplice. E poi devi prendere rischi: i rischi ti portano sempre a nuove frontiere. Ma non puoi solo fare copia&incolla: ogni copia vale sempre meno dell’originale. Una replica non ha valore. Questa è Las Vegas. Noi vogliamo farla diventare Laax Vegas. RIMPIANTI? (Sospira) Amo le auto veloci, amo la velocità, amo la tecnologia. Quando cado in snowboard, non penso se ho rimpianti per quello che ho fatto. Non ne ho il tempo. Posso solo prendere e imparare dal mio errore. Se rimpiangessi qualcosa, la mia vita sarebbe diversa. Non posso cambiare, ogni essere umano lascia dietro di sé una traccia che non può cancellare. Questa è una domanda che per me non ha senso. GRAZIE, LO IMMAGINAVO. VOLEVO SOLO SENTIRGLIELO DIRE.


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AYMURU HIRANO

Sono stata a Laax, in Svizzera. Per chi non lo sapesse o non

è direttamente proporzionata al prezzo della camera, difficile

ci fosse mai stato prima, sto parlando di un classico villag-

soggiornare male a Laax. Quando poi hai un appartamento

getto turistico di montagna: case tipiche, impianti attempati

al visionario the Rocks, è tutta un’altra cosa: un luminosissi-

e quell’acre odore di polvere

mo soggiorno sulle piste con

misto ad abete che regna in

enormi finestre che ti permet-

un qualsiasi albergo a gestio-

tono di assistere agli eventi in

ne familiare. No dai, non è

corso direttamente dal divano

vero. Laax è tutt’altro che at-

(il top del top). Per non par-

tempata e stagnante; Laax è

lare delle SPA, con palestre

giovane e veloce, innovativa e

e

terribilmente alla moda, qua-

complessi limitrofi, super Up.

si mi imbarazza camminare

Sono andata a Laax per i suoi

per i corridoi del Rocks Resort

piscine

disseminate

nei

famosi Open, che Burton per

sprovvista di tuta spaziale. L’intera località è dominata da un

la prima volta ha deciso di non sponsorizzare; poco male, per-

ricercatissimo design dove nulla osa minacciare le armonio-

ché, come ho accennato in precedenza, Laaz è Giovane, e non

se curve che la caratterizzano. La qualità del pernottamento

ci ha messo molto ad organizzarli per proprio conto. Dal 18 al

BY SARAH SHUBERT


CHRISTY PRIOR

CHRISTIAN HALLER

24 Gennaio i rider più forti del mondo sono stati chiamati per

dovessero bastare, Burton è presente con un ‘very cute’ Riglet

competere tra loro nelle discipline di halfpipe e slopesytle of-

Park alla base degli impianti per fa provare con leggerezza e

frendo uno spettacolo mozzafiato e dimostrando ai presenti e

facilità l’ebrezza dello snowboard ai più piccoli. Ovviamente

ai media lo snowboard di alto livello. Ma si tratta veramente solo di competizione? Essa in realtà si esprime nei #Laaxopen solo in piccola parte: il contesto freestyle ingloba anche rappresentazioni sceniche, show acrobatici e concerti live, tutto perfettamente

però si trova sempre il tempo

LAAX È DOMINATA DA UN RICERCATISSIMO DESIGN DOVE NULLA OSA MINACCIARE LE ARMONIOSE CURVE CHE LA CARATTERIZZANO.

collocato. Tra un trick e l’altro

di perdersi tra le ampie piste da sci/snow, fitti boschi di abeti e tramonti mozzafiato. Da snowboarder ho trovato impeccabile l’organizzazione della “shapatura” delle strutture sia per quanto riguarda lo slopestyle che l’halfpipe: anche con il meteo sfavo-

poi, è difficile non essere suggestionati dal soundtrack dell’e-

revole grande efficienza e tempestività sempre da supporto

vento, al quale contribuisce un gran numero di DJs interna-

alla competizione. Un profondo senso di crew misto ad una

zionali (John Doe, FJ Igore, A. Skillz). E se le attrazioni non

spensierata tranquillità accompagnano queste piene giornate;


DANNY DAVIS

e anche una volta scesi a valle, la stanchezza tarda a farsi sen-

un ceppo di abete, tre chiodi e un martello - amazing. Verso la

tire perché tra un aperitivo e un chili shot si va avanti fino alle

mezza poi, con un discreto tasso alcolico nel sangue, è tempo

ore più piccole. Per quanto riguarda la ristorazione, tutto è di

di misurarsi con il Riders’ Palace, una vera e propria discoteca

altissimo livello e la cucina varia con la stessa facilità di una

per intenderci, ma da lì in poi ho solo vaghi ricordi, quindi

qualsiasi metropoli moderna; facile trovarsi a mangiare in un ristorante thailandese a pranzo e gustarsi una buona pizza napoletana per cena. Una volta sazi è tempo di Indy Bar, ritrovo comune dei rider.

provare per credere. Una del-

UNA DELLE COSE CHE PIÙ COLPISCE È IL RAPPORTO SPECIALE CHE SI INSTAURA TRA I RIDER E I MEDIA

Qui c’è sempre qualcosa da

le cose che più colpisce a Laax è sicuramente il rapporto che

si istaura tra i rider e i media,

e qui ammetto che sono di parte. Io, comune nullità nel mondo dello snowboard, ho avuto il piacere di condivi-

fare, un concerto da vedere o una birra da stappare. È il locale

dere le giornate con mostri olimpionici come Mark McMorris

che sintetizza al meglio le giornate con la tavola ai piedi: ri-

o Torah Bright, e provare con loro la passione esagerata che

der, musica e tanta, tanta felicità. Ci sono anche diversi giochi

permea questi contest. La sete di snowboard non esaurisce

per intrattenersi. Il mio preferito? Una vecchia conoscenza:

mai, e questo posto contribuisce ad alimentarla sempre di più.


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Ho incontrato un po’ di volte l’inventore e il presidente di Capi-

la nuova fabbrica. Così ci fu Capita manufacturing in Austria nel

ta negli ultimi 15 anni. Oltre al fatto di chiamarsi con un nome

2012-2015 ed era la più grande fabbrica di snowboard del mondo

fighissimo come Blue, mi ha anche sempre dato l’idea di esse-

ma il nostro scopo come soci di una società non era solo quello

re uno giusto al posto giusto. L’ultima volta che l’ho visto e ho

di avere quella più grande di tutte, volevamo avere un’altissima

scambiato due chiacchiere insieme è stata a novembre, all’aper-

qualità ed essere i migliori di tutti. Questa visione, questo sogno

tura della nuova factory di Capita in Austria. Ecco quello che ci

di una nuova fabbrica per il nostro futuro era anche un bisogno

siamo detti.

di avere un’efficienza energetica, una produzione responsabile, iniziative verdi ed eco-sostenibili e la giusta misura per noi e per

IMMAGINO TU SIA SODDISFATTO ED ECCITATO PER L’APERTURA

l’industria stessa.

DELLA MOTHERSHIP, VERO? Assolutamente sì. Abbiamo lanciato quest’idea nel 2011, io e i miei soci ci ritenevamo molto

DI COSA SEI PIÙ CONTENTO E SODDISFATTO RIGUARDO A TUT-

fortunati ad essere ancora in crescita dopo ben 11 anni dalla

TO QUESTO PROGETTO? Direi che è l’evoluzione del brand Ca-

nascita del nostro brand Capita. Se dai un occhio, molti brand

pita. Capita è stata la mia creatura dal 2000, l’ho fondata in casa

di snowboard raggiungono il successo in un breve periodo di

mia e vedere quello che è diventata ora... beh, è tutto incredibile.

cinque anni, per poi scen-

La Mothership è un passo

dere e quasi scomparire.

fondamentale nella storia

Con Capita ciò non è mai

della nostra società e sono

successo: non siamo mai

orgoglioso di questo, non

esplosi in fretta, ci abbiamo

appena alzo il mio sguardo

messo il nostro tempo a di-

su questa costruzione.

ventare così importanti e la crescita è stata lenta, passo

D’ORA IN POI QUALI SA-

dopo passo, ma stabile. Ci è

RANNO LE TUE MOTIVA-

voluto il doppio del tempo,

ZIONI? TI SENTI ARRIVATO

11 anni, per arrivare dove al-

E TI RILASSERAI UN ATTIMO

tri brand sono arrivati più in

ORA? Oh no, per niente.

fretta. 11 anni dopo eravamo

Siamo persone molto ap-

soddisfatti delle basi solide

passionate: ora abbiamo re-

che avevamo costruito nel

alizzato il nostro sogno ma

frattempo e ci siam chie-

lo consideriamo essere solo

sti cosa avremmo dovuto

il primo passo della nuo-

fare per portare il tutto su

va era della nostra azienda.

un altro livello. E la rispo-

Crediamo veramente che

sta fu: prendere il controllo

tutto sia possibile per noi,

della nostra stessa produ-

per i nostri dipendenti e i

zione. Se riesci a controllare

nostri partner, per i prodotti

la produzione, allora tieni

che possiamo fare. Sono ec-

le redini del tuo destino. I

citato per quello che potrà

prezzi, le tempistiche, il ser-

essere il futuro.

vizio clienti e tutto il resto. Va bene avere un buon mar-

PARLAMI DELLA COLLEZIO-

keting, ma se veramente hai

NE DELL’ANNO PROSSIMO,

un buon prodotto, se hai il

LA

miglior prodotto al mon-

MOLTI RIFERIMENTI ALLA

do allora questo prodotto

CULTURA

si vende da solo. Così non

MI SBAGLIO? No, in realtà

appena nel 2011 identifi-

2016/17.

HO

NOTATO

GIAPPONESE,

è meno legata alla cultu-

cammo quale fosse il nostro passo successivo, il nostro scopo,

ra giapponese in sé, mentre ci sono più riferimenti al mondo

la futura produzione, allora la domanda successiva veniva da sé:

science fiction. Con la Mothership viene da sé un’estetica e una

“ok, come?”. Mettemmo insieme un piano, il finanziamento e le

cultura del mondo sci-fi degli anni 70. È la visione artistica che

persone, e il network, e iniziammo a lavorare verso il nostro sco-

cerchiamo di comunicare.

po, la Mothership. Comprammo il terreno quattro anni fa, e nel frattempo, nel 2012, la Elan andò in bancarotta. Era l’opportu-

CAPITA COME BRAND E I SUOI RIDER SONO SEMPRE STATI MOL-

nità giusta per tutti noi di acquisire alcuni loro asset produttivi,

TO IN CONNESSIONE CON PROGETTI ARTISTICI. COME È CARAT-

in modo da avere un po’ più di flessibilità nella nostra timeli-

TERIZZATO IL TEAM? Penso che il nostro team sia sempre stato

ne. Perchè in un business stagionale come il nostro, non ti puoi

caratterizzato da un elemento: la diversità. Prima di noi, di soli-

permettere di saltare un anno e perdere una stagione. E quando

to i brand mettevano insieme team con rider molto simili uniti

sposti la tua produzione in una nuova fabbrica devi essere molto

dalle stesse storie o la stessa cultura. Come avere cinque tipi nel

cauto, e così l’acquisto degli asset di Elan ci permise di prenderci

team che vestono allo stesso modo, con gli stessi interessi o la

del tempo in una situazione in cui eravamo sotto pressione con

stessa musica o che vanno in snowboard con lo stesso stile. E

PICS: DENIS PICCOLO TXT: GIACOMO MARGUTTI


non è mai stato così nel team Capita. Ho sempre voluto persone

a lamentarsi e basta per tutto il giorno, allora ci si scava la fossa

che venivano da posti differenti, con mentalità diverse e diversi

da soli sempre più profonda. Ovvio che conosco i problemi,

stili di riding, il mio scopo è stato sempre quello di avere ottimi

sono bene a conoscenza di tutte le difficoltà, ma so anche sce-

rider ma anche persone speciali. Come Phil Jacques dal Quebec

gliere la positività come soluzione, scegliere di cercare e trovare

o Kazu Kokubo dal Giappone. Queste persone vengono da posti

le parti positive e belle dei problemi che ci si pongono davanti.

completamente diversi, ma hanno in comune la stessa voglia di

Come posso risolvere questi problemi, come posso creare qual-

progredire e la passione per lo snowboard. E quando guardano

cosa di importante, come si possa reagire con la nostra società

chi c’è con loro nel team, sono tutti orgogliosi di farne parte.

a rendere lo snowboard migliore e più bello. E questa è l’unica

Questo è lo scopo.

risposta possibile. Siamo tutti sulla stessa barca, ma se tutti i negozianti, i distributori, le aziende portano qualcosa sul tavo-

HO LETTO SU QUALCHE RIVISTA CHE IN UN VIAGGIO IN GIAPPONE

lo comune, se vengono tutti alle fiere con questo atteggiamen-

FATTO DA SCOTT STEVENS I RAGAZZI DEL POSTO SONO USCITI DI

to positivo, allora lì avverrà il primo passo verso la rinascita.

TESTA PER LUI, LO RICONOSCEVANO PER STRADA E COSE COSÌ. QUANTO È IMPORTANTE LO SNOWBOARD O CAPITA IN GIAPPO-

DAVANTI ALLA MOTHERSHIP C’È LA VOSTRA PISTA. È PER TE-

NE? Lo snowboard è cam-

STARE LE TAVOLE NUOVE?

biato molto in Giappone.

Penso che sia bello per lo

Negli anni 90 era una moda,

spirito stesso dell’azienda.

c’era un trend sub-culturale

Siamo in Austria, ovvio che

che rasentava il fanatismo,

ci siano tantissimi posti

ma non è più così. Ora le

eccezionali dove poter an-

persone che sono dentro

dare a far snowboard, ma il

alla cultura dello snowbo-

fatto è che qui puoi andare

ard, sono veramente amanti

al lavoro, costruire tavole,

dello snowboard, ci vanno

e poi dopo il lavoro farti

veramente in tavola. E sono

un paio di birre e andare a

tutti molto appassionati. Il

snowboardare tutti insie-

discorso di Scott invece è un

me anche a piedi. Penso

po’ diverso: egli è veramente

sia ottimo per lo spirito dei

una celebrità da quelle parti.

nostri dipendenti, e penso

E non solo perchè è un rider

che sia fantastico anche

talentuoso, ma anche perchè

per i nostri negozianti o i

ciò riflette chi è come perso-

nostri distributori. Posso-

na, quanto sia abbordabile,

no venir fin qui e provare

il suo atteggiamento sem-

le tavole andando a snow-

pre positivo, di come porti

boardare proprio qui fuo-

sempre la sua creatività e

ri, poi tornare negli uffici,

del fatto che non pensi mai

dare un occhio alle tavole

di essere superiore a nes-

nuove nel nostro showro-

sun altro, di come incoraggi

om, apprezzare l’ospitalità

sempre tutti gli altri... Scott

e la cultura austriaca, le no-

è una persona incredibile.

stre tavole, i nostri design,

Ed è per questo che è così

capire meglio tutto il mon-

popolare su scala mondiale.

do che sta dietro a Capita. Voglio dire, qual è la cosa

TORNIAMO A QUESTIONI

principale che manca du-

DI BUSINESS. COME SI SO-

rante le fiere di snowboard?

PRAVVIVE IN QUESTI TEMPI

Lo snowboard stesso! Stai lì

DIFFICILI PER L’ECONOMIA GLOBALE E DELLO SNOWBOARD?

per giorni e giorni a parlare di snowboard ma non si va in ta-

COSA TI MANDA AVANTI E TI MOTIVA? Beh, sono due domande

vola. Così ora quando qualcuno vuole passare di qui, possiamo

differenti. Quello che mi motiva è la mia passione il mio amo-

andare a snowboardare tutti insieme e parlarne meglio anche

re per lo snowboard, a cui mi sono dedicato per tutta la mia

in tavola. È figo.

vita. Invece, come andiamo avanti superando questi momenti difficili per tutti... essendo positivi, trovando modi di apporta-

COSA RAPPRESENTA TUTTO QUESTO PER TE, PERSONALMEN-

re qualcosa di positivo invece che star lì da soli a lamentarsi.

TE? Mi sento veramente tanto fortunato ad avere intorno a me

Trovo che alle fiere di snowboard ci sia troppa negatività. Ci sta

così tante persone fantastiche. Pochi hanno avuto le oppor-

lamentarsi riguardo a problemi reali: come il meteo, le nevicate

tunità che io ho avuto con Capita. Capita era un’azienda in

che vanno e vengono oppure non ci sono proprio, problemi

cui nessuno ci avrebbe creduto all’inizio. Ma tutti hanno con-

economici e monetari e così via... queste sono cose reali. Ma

tribuito e ci hanno aiutato ad arrivare al punto in cui siamo

quello che so bene è che con questa negatività diffusa non si va

arrivati ora come ora. E io mi sento molto fortunato come fan

da nessuna parte. Se si fa parte di questa industria e si va in giro

dello snowboard.


PARLAMI DELLA STAZIONE SCIISTICA DI ALPE DI SIUSI. Alpe di siusi o Seiseralm è uno dei posti più stupendi che io conosca, è l’Altopiano più alto d’Europa con un sacco di piste piatte, non ripide, belle, gobbe e angoli, casette varie, vicino le piste ci sono dei piccoli boschetti dove ti diverti se c’è fresca. Poi c’è il Laurin Lift dove si trova lo Snowpark Seiseralm che ha una lunghezza di 1500 metri: ce n’è per tutti i gusti. Questo posto è troppo bello, io sono innamorato dell’Alpe, dello Snowpark, del panorama e delle feste che si celebrano nelle baite. Bello anche per fare dei fine settimana o delle settimane intere con gli amici o con la ragazza. Le mangiate in baita e le successive gare di slittini sono poi ovviamente il top! DA QUANDO È PARTITO IL PROGETTO PER CREARE UN PARK? Un giorno intorno all’anno 2000 mi hanno chiamato i Panettone Bros, una vecchia banda di matti ma veramente gasati e motivati. Volevano fare un setup per un evento e da quell’anno abbiamo fatto il park insieme. Poi gli anni successivi abbiamo fatto il park con F-Tech e abbiamo organizzato gli eventi e tutto il resto: insieme credo abbiamo fatto tante belle cose e feste molto speciali. Adesso la vecchia crew è a casa con i figli e si muovono i giovani al posto loro, ma io e miei siamo ancora sul pezzo a dare il meglio! DAMMI UN PO’ DI INFORMAZIONI! Snowpark seiseralm. Lunghezza del park: 1500 m. Impianto di risalita: Seggiovia a 4. Innevamento: ovvio, senza non si riesce a fare un park di valore. Manutenzione e

shaping: Giornaliera. Il capo shaper nel park è della nostra squadra Ftech, Johannes Goegele. La Shapecerw: Manuel, Wolle, Max e Moris. Design: Ftech, Johannes Goegele. LA STAZIONE È MOLTO CONOSCIUTA E FAMOSA, DA QUALI ZONE PRINCIPALI ARRIVANO I RIDER? Da tutta Italia direi principalmente. Poi ci sono tanti austriaci, tedeschi, svizzeri, slovacchi, polacchi e un po’ da tutta Europa. PERCENTUALE DI SKIERS E SNOWBOARDER? Direi 60%-40%. QUEST’INVERNO IL PARK CHE STRUTTURE PROPONE? Abbiamo un upper park molto ampio con strutture di tutte le dimensioni per ogni livello, bellissime hip piccole; poi tre strutture extra una con Fakieshop, poi con la batteria Fakieshop e col Wall of Fame. In tutto ci sono circa più di 20 strutture, tra box e rail. Poi il lower park con la pro-line di cinque table di fila, uno polejam pipe down rail, e quest’anno c’è una nuova piramide Go-Pro. Poi i tre table con i salti: Table 1: 11m & 8m. Table 2: 19m & 13m. Table 3: 17m (rouler). Poi la struttura finale: Gopro Stairset con downrail, down stepbox e down straight down tube. Abbiamo anche la casetta del park e una bella chill area. E inoltre, da anni c’è una woodline e un secret stairset nel bosco. CI SONO ANCHE BUONI SPOT PER IL FREERIDE? Sì, pochi ma belli e

BY DENIS PICCOLO ITW TO ALEX BERGER


solo per chi conosce bene il posto.

come miglior park italiano (Best Park, Best Proline, Best Jibbline).

QUANT’È IMPORTANTE UN PARK BEN STRUTTURATO E FUNZIONANTE PER UNA STAZIONE? Per Siusi è molto importante. La stazione ci supporta e spinge tanto questa scena e ci crede molto. I passaggi crescono da stagione a stagione e anche il park cresce costantemente, perchè la stazione vede i numeri alti dei passaggi. Siamo molto contenti di questo, la gente ci apprezza molto e la stazione ringrazia tutti loro con la cura giornaliera su tutte le strutture e con strutture nuove e creative che includiamo nei nostri progetti.

LA NAZIONALE È SPESSO DA VOI PER ALLENARSI, COSA NE PENSATE DEL TEAM E DEL LAVORO CHE STANNO SVOLGENDO? Sì, stanno a Siusi nella #casaseiseralm (dove hanno tutto per prepararsi e allenarsi, in tutti i sensi), messa a disposizione dalla località e dall’Associazione Turistica di Siusi. Penso che abbiamo una bella nazionale e mi piace come si sbattono, spero che vengano su tanti giovani e che ci possano stupire con il loro talento e i loro trick in futuro e che rappresentino l’Italia cosi o ancora di più nel mondo freestyle.

QUALI SONO SECONDO VOI I TOP PARK ITALIANI E QUALI QUELLI EUROPEI? Top park italiani sembra arrogante perchè direi che quattro sono nostri, ma penso che sia veramente così: Seiseralm, Obereggen, Klausberg, Kronplatz e Livigno Mottolino. Per quanto riguarda i park europei, secondo me considerando la cura, la creatività, la grandezza e l’amore per il nostro sport direi: Laax, Seiseralm, Flachauwinkel, Livigno.

CHE CONSIGLIO VI SENTITE DI DARE AI PARK IN ITALIA? il mio consiglio è di andare avanti cosi e fare un park solo se ci credono tutti, e se tutti sono coinvolti e lo curano bene. Fate fare a quelli che amano questo movimento e questo stile di vita. Poi fare strutture per bambini e per principianti, perchè solo così cresce il freestyle.

LA PIÙ GROSSA SODDISFAZIONE CHE AVETE RISCONTRATO ALL’ALPE DI SIUSI? Che la gente apprezza il nostro sbattimento e che sempre più pro-rider vengono ad allenarsi e a divertirsi. Molte snowboard companies vengono a fare qui i loro shooting e gli eventi crescono. Poi siamo abbiamo vinto per la seconda volta di seguito

CHE EVENTI FARETE QUEST’ANNO? Una doppia tappa di Coppa Europa, di sci freestyle e snowboard. Poi abbiamo gli Schlern Games, evento snowboard alternativo e stra-divertente senza pressione, un vero esempio di come passare un giorno nel park con gli amici. PROGETTI FUTURI? Abbiamo un po’ di sorprese, per quanto riguarda la costruzione di setup e di eventi. Non possiamo rivelare troppo, ma una cosa parte già da questa stagione... seguiteci su Facebook!


Prendete una settimana, uno chalet pieno dei vostri amici più cari e la libertà di portare in vita le vostre fantasie snowboardistiche più selvagge, cosa fareste? Come sarebbe la vostra “shredtopia”? Il campo base di Rusty Toothbrush nelle ultime due stagioni è stato lo chalet di DC Shoes di Meribel, in Francia. È stato lì dove l’anno scorso abbiamo scoperto la nostra “shredtopia”, scavandola letteralmente fuori dal terreno. Spalata per spalata, abbiamo tolto il ghiaccio e la neve per costruire la linea più assurda che ci poteva venire in mente. In realtà è stato proprio il nostro filmer Francesco Zoppei a cui gli venne in mente una cosa del genere: un giro completo intorno allo chalet per far sì che sembrasse infinito. Tornando lì quest’anno sapevamo già che la nostra “shredtopia” era nascosta da qualche parte, era solo questione di tempo. Sapevamo anche che questo giro infinito dello chalet era altrettanto possibile, ma quest’anno volevamo andare più grosso, meglio e più cattivi. Volevamo saltare dai balconi, slidare gli steccati, la nostra missione era quella di jibbare l’impossibile, era quella di spaccare tutto... LA NOSTRA MISSIO-

NE ERA DI FAR CASINO A MERIBEL! Scoprire la propria “shredtopia” è un processo molto stressante. Non è come scavare per trovare fossili, si deve essere un po’ più aggressivi e molto più artistici, ed è per queste ragioni che a volte ci si trova a discutere intorno ad una struttura riguardo a quanto deve essere grande o inclinata o quanta neve si debba aver bisogno per costruirla. Devo ammettere che quei giorni di costruzione furono duri, il sangue bolliva nelle vene e le fiacche si stavano formando sulle mani... così tanto stressante che proprio durante l’ultimo giorno uno dei “super shaper” ci diede buca e se ne andrò piantandoci lì così. All’inizio rimasi scioccato, continuavo a chiedermi perchè si fosse spaccato il culo per tre giorni per poi buttare via tutto all’ultimo. E così quello ci piantò lì e la situazione non era proprio idilliaca. Anzi, c’era un sacco di negatività nell’aria. Ma non volevamo darci per sconfitti per colpa di un solo tizio. È stato difficile ritrovare la motivazione per continuare e per concludere un lavoraccio del genere. Continuavo a ripensarci sul perchè uno ci debba piantare in asso proprio alla fine del percorso. Non

PICS: DAVID ANDRE TXT: ALEX STEWART SPOT: MERIBEL


LA NOSTRA MISSIONE ERA DI FAR CASINO A MERIBEL!

JACK ERICHIELLO: STALEFISH

VICTOR LORON: HANDPLANT


COSA FARESTE SE AVESTE LA LIBERTÀ DI COSTRUIRE LA VOSTRA “SHREDTOPIA”?

ALEX STEWART:SHIFTY

ALEX & JACK: FS 360°


riuscivo a capirlo. Era praticamente tutto pronto, c’avevamo messo già tre giorni interi di lavoro, mancava pochissimo dopo aver pianificato, costruito e fatto tutto quello... ma comunque, amen. Eravamo finalmente pronti. E anche un po’ perplessi, ma c’è voluto pochissimo per farcela passare. Tutto quello che servì a far cambiare di nuovo l’umore della ciurma fu un bel face plant di Brad (Filmer RTB) a metà del suo primo tentativo. Sapevamo che la linea era possibile farla, ma non sapevamo quanto sarebbe stato lungo e quanto ci avremmo messo. Ma volevamo girare quell’unico singolo shot, OK anche per farlo diventare “virale”, ma anche per divertirci tutti e portarci a casa un buon ricordo. Ognuno di noi sbagliò almeno una volta in ogni nostro tentativo, ma nessuno si incazzò: sapevamo che se volevamo portarlo a termine, ognuno di noi avrebbe dovuto fare la sua parte. Con un unico shot del genere, più complesso lo fai, e meno probabilità hai di chiuderlo. Ci mettemmo circa sei tentativi diversi per avere tutta la ripresa finale. Quando la camera smise di girare sapevamo già allora che avevamo fatto una cosa incredibile. Fu come se tutto lo stress accumulato nelle ultime tre giornate fosse sparito in un istante e si fosse trasformato in un’isterica euforia di massa. Eravamo tutti contentissimi e ci abbracciamo, ridemmo, urlammo e ci scambiammo high 5 per tre quarti d’ora. Quando tutto tornò alla normalità ed eravamo lì a gustarci le nostre Carlsberg al sole, ebbi il tempo di riflettere su quello che era successo, il tempo di pensare di nuovo al tipo che ci aveva piantato lì sul più bello. Giunsi alla conclusio-

ne che fu meglio così: capii che se non si ha la voglia di scoprire la propria “shredtopia”, probabilmente non ci si merita nemmeno di trovarla. Molto prima di considerarmi un pro-rider guardai e riguardai i vecchi video di DC Mountain Lab col mio videoregistratore. Sono stati quei video a mettermi nel cervello l’idea e il desiderio di diventare un pro. Da lì in poi ho inseguito la fantasia di svegliarmi un giorno nello chalet di DC Shoes, con lo snowpark dei miei sogni proprio fuori dalla finestra della mia camera da letto. E così ora posso dire che venne il giorno in cui il mio sogno si trasformò realtà, ma più che altro la cosa che rende il tutto così soddisfacente è che l’ho potuto condividere con queste persone: i miei amici Giacomo Errichiello, Victor Loron, Brad Smith, Francesco Zoppei, Federico Grego e Thomas Chassagne che ringrazio per condividere insieme a me gli alti e i bassi e per aver reso indimenticabile questo nostro progetto. Un ringraziamento all’incredibile Julien “Jesus” Vaury, il capo sexy e divertente del nostro chalet, nonché il Re di Meribel, per farci sempre ridere e farci sentire a casa. Al miglior Manager del mondo, Jon Demortier, per coprirci sempre le spalle e forse il solo vero responsabile del successo di Rusty Toothbrush. Il supporto infinito di DC Shoes, Emmanuel Labadie e tutte le persone fighissime che stanno dietro a questo brand. E infine a Carlsberg, per riempire sempre le nostre pance con dell’ottima birra! Ai miei lettori lascio la sfida di trovare la propria shredtopia, vi posso garantire che è da qualche parte là fuori, non mollate finchè non la trovate.


PREPARAZIONE: Trick divertente, che con di pochi accorgimenti e un po’ di motivazione sarete in grado di chiudere senza troppe difficoltà. Di sicuro prima di provare il double vi consiglio di concentrarvi sul semplice frontflip che potrete provare in fresca o in park staccando dal flat di qualche kicker grosso. In entrambe i casi sarà necessario lavorare molto sullo stacco e quindi imparare a sfruttare il pop del nose della vostra tavola. Se avete preso dimestichezza con il frontflip cercate uno spot adatto, meglio se in stile step down e preparate il dente. Prima di droppare vi consiglio di controllare che lo stacco sia bello solido, altrimenti rischierete di sfondare il dente con la pressione del nose, smarciare il trick e rovinare l’atterraggio. ESECUZIONE: Adesso è tutto pronto e non vi

resta che droppare gasati a tavola piatta. Prima dello stacco distendete le gambe e prendendo lo slancio con busto e braccia portate tutto il peso sul nose della tavola. Tutta la pressione andrà sulla punta e la tavola reagirà facendovi staccare dal dente. A questo punto raccogliete le gambe, portate le mani sotto le ginocchia per essere il più compatti possibile e mantenete la posizione. Quando vi troverete la seconda volta a testa sotto rilasciate le mani e finite la rotazione preparando le gambe all’atterraggio. In fresca sarà necessario atterrare con il peso verso il tail per evitare di impuntarvi con il nose. Se avete eseguito alla lettera vi basterà controllare la tavola facendo pressione sulla gamba dietro, facendo in modo che la punta rimanga fuori. Se hai chiuso il trick stacca la tavola e mentre torni in partenza pensa al prossimo trick da gasare.

BOARD: BURTON FAMILY TREE BINDINGS: BURTON MALAVITA BOOTS: BURTON ION


BY CYRIL IN ARLBERG, AUSTRIA


PREPARAZIONE: Per preparare questo trick è necessario senza dubbio avere consolidato i due trick separatamente. Quindi vi consiglio di andare in park e provare a chiudere un backside 720 no grab su un salto non troppo grande. Non perdete tempo con lo stile, l’importante sarà la velocità di esecuzione e atterrare abbastanza precisamente da aver controllo per eseguire il frontflip dal knuckle. Una volta automatizzato il 720 buttatevi sul frontflip off the knuckle, trick strano da imparare ma una volta immagazzinato non lo sbaglierete più. ESECUZIONE: Scegliete un funbox o uno step up non troppo grande, massimo 5/8 m di flat e fate qualche straight air per capire la velocità, cercando di atterrare

alla fine del flat. A questo punto gasatevi, droppate a gambe piegate arrivando sul dente con il peso sulle punte e spalla destra aperta, pronta a dare l’impulso rotatorio. Sullo stacco ollate, ruotate le spalle in backside e mantenete la testa in direzione di rotazione. Controllate lo spin con le braccia e una volta raggiunto i 720° con lo sguardo bloccate testa e spalle e lasciate seguire le gambe. Non appena la tavola si appoggia sul knuckle portate tutto il peso sul nose e staccate sfruttando la reattività della vostra tavola, raccogliete le gambe il più possibile e mantenete la posizione fino a completare il frontflip. A questo punto appoggiate la soletta al landing e gestite l’equilibrio con le braccia. Se siete ancora in piedi ,esultate e correte dal filmer a vedere la ripresa.

BOARD: NITRO MARKUS KLEVELAND BINDINGS: NITRO PHANTOM BOOTS: NITRO TEAM TLS


BY MARKUS ROHRBACHER


PICS: MATT GEORGES ITW: GIACOMO MARGUTTI

CIAO MANUEL, DA QUANTO SNOWBOARDI? 15 anni. QUANTO È STATO DIFFICILE FARSI CONOSCERE IN CILE DAGLI SPONSOR E DALL A GENTE E DIVENTARE UN RIDER INTERNAZIONALE COME SEI ORA? È praticamente quasi impossibile spiegare alla gente o ai brand giù in Cile quello che faccio fuori dal paese. Perchè tutti mi continuano a chiedere “beh, sei uno snowboarder, quindi quando vai alle Olimpiadi o agli XGames?” e così via. Quindi sto cercando a poco a poco di introdurre il concetto degli audiovisivi internazionali nella scena snowboard. COM’È QUESTA SCENA CILENA OGGIGIORNO? È molto piccola. Una volta era più forte e più grande, c’erano crew che costruivano salti un po’ ovunque, facevano dei video con dei local rider e così via... ora come ora si ha bisogno di un’influenza maggiore, più contest e migliori eventi, più video per motivare maggiormente le persone, e soprattutto una migliore conoscenza dell’alta montagna. QUANDO HAI INIZIATO CHI ERANO I TUOI PUNTI DI RIFERIMENTO? Tempo fa le mie sole influenze erano i magazine


IN HAINES, ALSKA


STALEFISH IN CERVINIA, ITALY

di snowboard locali come “La Tabla” e i loro video tipo “Pasa

RIGUARDO IL TUO SET UP: GIRI CON ATTACCHI NOW, PUOI

Volando”, con i rider local. Sono riuscito a conoscerli tutti e

PARL ARCI UN PO’ DEL MODELLO CHE USI, PERCHÈ HAI SCEL-

alla fine ho pure girato e filmato insieme a loro. Non è sta-

TO PROPRIO QUELLO, QUANTO TI PIACE, QUAL È L A MIGLIOR

to facile perchè avevano 10

FEATURE E PERCHÈ LO RACCOMANDERESTI

anni più di me ma mi han-

AI NOSTRI LETTORI? Giro con i “Driver” in fi-

no fatto vedere i video di

bra di carbonio, li ho scelti perchè mi piace

snowboard internazionali e

quanto sono leggeri e resistenti, e quanto la

mi hanno aiutato con i pri-

loro risposta sia smooth. Li raccomanderei ai

mi sponsor local. Ora un po’

lettori soprattutto perchè siano degli attac-

di essi girano ancora, ma

chi con delle ottime prestazioni che possono

non filmano più così tanto,

influenzare il vostro riding.

ma si divertono comunque. E RIGUARDO LE TUE TAVOLE SL ASH? Uso QUAL È STATO FINORA IL

due modelli diversi di tavole Slash, che por-

SUCCESSO

GRANDE

to sempre con me: la Nahual è la tavola che

DELL A TUA CARRIERA? L’es-

PIÙ

devi avere durante il giorno perfetto in fresca

sere sulla copertina di due

nella tua home resort, con un camber e una

video di Absinthe Films è

punta rialzata, un po’ più larga davanti così

stata finora la cosa più im-

puoi avere un buon galleggiamento e una ri-

portante della mia carrie-

sposta sempre pronta, giocosa durante quei

ra. È stato anche un onore

giorni di fresca sia su pendenze importan-

avere la parte d’apertura nel

ti che sul piatto – questa tavola è sempre al

video di Nike “Never Not” e

tuo fianco. L’altra è la Brainstorm, con uno

quella di chiusura del video

shape twin per delle curve ancora più veloci,

dei Pirati “Distorted Reali-

camber flat per tutti i tipi di terreno e rigidità

ty”. Non sono proprio un contest-man, ma è stato anche

media per un riding tranquillo. Dipende tanto da cosa ti piace

molto bello vincere la gara di quarterpipe “Holy Oly” mi

raidare ma se scegli la Brainstorm per girare in alta montagna,

sembra fosse il 2011.

meglio la 158 se di solito usi la 156 – farebbe la differenza.


BACKFLIP IN CERVINIA, ITALY


PICS: ERIN HOGUE ITW: GIACOMO MARGUTTI

Jess Kimura è semplicemente una delle migliori rider del mondo.

fuori dal team per cui stavo girando da un bel po’ in prece-

Perchè da anni continua a mettere insieme delle video parti incre-

denza, e allora pensai che probabilmente sarei andata avanti

dibili. E da molte stagioni fa parte di uno dei team internazionali

a girare per un’azienda di snowboard meno conosciuta per

più forti ed eclettici, quello di Capita, non perchè è politicamente

poi scomparire pian piano nel nulla. Blue mi prese con sé al

corretto avere una ragazza in gruppo, ma perchè Jess è fortissima.

punto più basso della mia carriera e mi diede l’opportunità

Ho avuto la fortuna di incontrarla quando la nuova Mothership di

di una vita di filmare la mia prima parte video e non volevo

Capita è scesa sul suolo austriaco lo scorso novembre, ed eccovi qui

deluderlo per niente al mondo. Così ci misi tutta me stessa in

la nostra chiacchierata.

quel video, ed è pazzesco pensare come da lì sia arrivata fin qui. In questo posto incredibile, questa nuovissima fabbrica

JESS, ORA LA MOTHERSHIP È UFFICIALMENTE ATTERRATA, ED È STA-

in Austria, con la gente che canta, che festeggia, con tutto il

TO UN MOMENTO TOCCANTE PER TUTTI QUELLI CHE FANNO PARTE

paese radunato qui dentro... è tutto così pazzesco ora come

DELLA FAMIGLIA DI CAPITA. COME TI SENTI A FARE PARTE DI ESSA?

ora. E proprio in questo momento voglio sottolineare di nuo-

Sì, qualche lacrima è sicuramente scesa, è stato un momento molto

vo il fatto che Blue quella volta mi diede una chance, non lo

emozionante. È veramente una cosa epica essere qui e far parte di

dimenticherò mai.

tutto ciò. COSA SI PROVA A FAR PARTE DELLA STORIA DI CAPITA E DEL SUO SEI NEL TEAM CAPITA DA SETTE, OTTO STAGIONI ORA. QUAL

TEAM? Sinceramente a volte ho paura di non meritarmelo. Perchè ci

È L A COSA CHE PIÙ TI HA COLPITO IN TUTTI QUESTI ANNI?

sono un sacco di altre e altri rider che son bravi ad andare in snow-

Sicuramente quando Blue [Montgomery] mi prese nel team:

board e che possono far vedere quanto valgono. Io voglio solo es-

era un momento difficile per me, stavo per smettere perchè

sere sicura e dimostrare di poter fare sempre un buon lavoro, ogni

non pensavo che qualcuno... beh, mi avevano appena buttato

volta che mi viene chiesta una qualsiasi cosa.


HANDPLANT IN VERNON BC


50/50 IN VERNON BC

COME CI SI SENTE AD ESSERE UNA DELLE RIDER PIÙ RICONOSCIU-

con dei fulmini che partono dalle sue zampe verso il cielo, il tutto in

TE NELLA SCENA SNOWBOARD INTERNAZIONALE? Oh, dipende a

viola, fuxia e rosa, molto fluo]. Volevo una cosa divertente perchè

chi lo chiedi... non so se proprio ovunque io sia così riconosciuta.

odio le grafiche da donna, ma ogni volta che ho un’idea di solito

Ma ogni volta che incontro altra

viene scartata perchè pensano che alle ragazze

gente voglio che loro mi vedano

non piacerebbe... e così ho deciso che questa

come una persona vera, come

volta l’avrei buttata sul ridere. Come con questi

loro. Io ero l’underdog, una volta

gattini qui. Questa volta ho pensato: “OK, ragazzi,

nessuno credeva in me tranne

così volete una cosa da donna? Facciamo i gatti-

Blue. Ed ora è veramente figo.

ni! Andiamo con il rosa!” E la gente è impazzita... e questa è proprio la parte più divertente!

COME SI SVILUPPA IL PROCESSO DI LAVORAZIONE DEL TUO

QUAL È IL TUO GOAL PER QUESTA STAGIONE?

PRO-MODEL? HAI DELLE IDEE

Filmare per il video di Union. È la miglior cosa

TUE OPPURE LORO DI CAPI-

e quella più importante di sempre, e ci sto met-

TA TI SUGGERISCONO DELLE

tendo tutta me stessa per farlo. Questo è il picco

LORO IDEE, OPPURE DAI IL TUO

della mia carriera da rider, sono gasatissima, non

FEEDBACK E DA LÌ SI SVILUPPA

vedo l’ora di cominciare e mi spaccherò il culo

IL PRODOTTO FINALE? Fonda-

quest’anno per filmare questo video. Voglio pro-

mentalmente io salto fuori con

vare a fare cose che non ho mai fatto prima d’ora,

un paio di idee che mi son ve-

che le ragazze non hanno mai fatto prima, cose

nute e ne parlo con loro. Negli

che i ragazzi non hanno mai visto.

ultimi anni era Peter Line, quindi figo. E poi loro mi dicono

HAI DEI RIMPIANTI? Avevo dei rimpianti tipo

cosa ne pensano e io dico cosa

avrei voluto che una cosa fosse andata in un’altra

ne penso della loro reazione, e

maniera, o avrei voluto non lottare così tanto per

andiamo avanti così con le grafiche eccetera. Sono veramente sod-

arrivare fin dove sono arrivata. Ma poi ho capito che proprio tutto

disfatta della mia tavola per la prossima stagione, la trovo divertente

ciò mi ha fatto diventare quello che sono e ha modellato il mio ri-

ed è proprio la cosa che volevo [c’è un gatto che cavalca un cavallo,

ding com’è ora. Così, alla fine, si viene ripagati. E a questo punto...


BS WALLRIDE IN VERNON BC


PICS: MIGI / WE.WIND ITW: GIACOMO MARGUTTI

QUANDO HAI COMINCIATO A SNOWBOARDARE E PERCHÈ? Da bambino sono sempre stato attratto dagli sport da tavola come snowboard e skate. Ricordo il primo giorno di snowboard come fosse ieri, avevo undici anni, un’emozione indimenticabile! A quindici anni decisi di trasferirmi dalla mia città Torino in montagna per poter seguire gli allenamenti e soprattutto la mia passione per lo snowboard tutti i giorni. Ringrazio ancora i miei genitori di avermi dato questa possibilità. In quel periodo facevo parte dello snowboard Club 04, ed ero seguito da un allenatore, Gigi Lozzi, il quale mi ha trasmesso ottime basi sulle quali ho lavorato negli anni successivi sino ad arrivare al mio livello attuale. Sicuramente i primi anni sono stati i più difficili dal punto di vista dei sacrifici, lontano dagli amici e dalla famiglia, ma in compenso ero sempre sulla mia tavola. Ad oggi dopo il tempo trascorso ho trovato la mia vera dimensione, e ora a pensarci bene, il migliore “investimento” di sempre! PERCHÈ NONOSTANTE I TEMPI DURI E DIFFICILI LO STAI ANCORA FACENDO? Sì non è un periodo favorevole per lo snowboard, ma detto onestamente sono stufo di leggere sui magazine o sentire discussioni da bar su quanti problemi sono legati ad esso. Sarebbe bene parlare che nonostante tutto siamo legati da una passione fortissima per la tavola! Continuare a dire alle nuove leve che lo snowboard non è più come gli anni duemila certo non aiuta la situazione. Sbaglio o quando il gioco


BS BOARDSLIDE IN SETRIERE, ITALY


BS BOARDSLIDE IN SETRIERE, ITALY

si fa duro i duri cominciano a giocare?! Io vado in snowboard per me

arrivare a settembre e poter uscire con una videopart pre stagione in-

stesso, sono in perenne competizione con me stesso, cerco di prende-

vernale. Quest’inverno nonostante le pessime condizioni, sto filmando

re il massimo da questo sport tutti i lati belli e brutti, sapendo che un

in street per la mia prossima videopart, ho intenzione di filmarne una

giorno non potrò più dedicargli tempo come adesso, questa è la mia

completa tra street e fresca, quindi passerò anche molto tempo nelle

motivazione!

valli di Sestriere, dove ci sono tanti spot da filmare! Aspettiamo solo la neve! E poi naturalmente in estate ci rivediamo alle 2Alpes!

QUALI SONO LE DIFFICOLTÀ CHE UN RIDER ITALIANO PIÙ INCONTRA ULTIMAMENTE? La difficoltà più grande per adesso, è la mancanza di

I TUOI TRE VIDEO DI SEMPRE PREFERITI? Tutti gli Isenseven, che pur-

neve, quindi di strutture serie per progredire il proprio livello, se non si

troppo non esiste più!

progredisce di livello non si può emergere! In Italia sono pochi i resort che possono offrire snowpark di livello, si è obbligati ad andare all’estero

TRE RIDER CHE HAI SEMPRE AMMIRATO E CHE TI ISPIRANO TUTT’ORA?

o persino cambiare continente. Altro problema: se si riesce ad emerge-

Keegan Valaika, Ethan Morgan, Nic Sauve.

re, le distribuzioni non sono invogliate a spingere un atleta per portarlo verso l’Europa, e di conseguenza farlo crescere, per loro è più interessan-

CHE SET UP USI? Come tavole utilizzo la Slash Spectrum 157 per la mag-

te tenere qui gli atleti per spingere la loro comunicazione sul territorio!

gior parte della stagione con un Camber Flat con un flex medio che rispecchia la mia necessità di riding, per l’estate utilizzo la Slash Happy

COME SI POTREBBE RISOLVERE QUESTA SITUAZIONE? Haha, questo è

Place 156 Cam Rock con un flex morbido per una neve estiva. Come

un discorso davvero lungo e spesso mi trovo in difficoltà a risponde-

attacchi utilizzo i Flux Team attacchi leggerissimi con una risposta in-

re a domande simili, sempre per paura di offendere qualcuno e perciò

credibile mai provato attacco migliore! Come scarponi utilizzo i Thir-

mi sbilancio poco nel dire come la penso! Quello che posso dire è che

tytwo Tm-Two per l’inverno mi sostengono il piede e caviglia su tutti i

non andiamo tutti nella stessa direzione, facciamo uno sport di nicchia

terreni, per l’estate utilizzo gli Ultra Light 2 uno scarpone leggerissimo

e dunque dovremmo combattere tutti per la stessa causa ma purtroppo

per una neve estiva!

regna l’individualismo. Non posso dire molto! IL VIAGGIO DI SNOWBOARD O LO SPOT PIÙ INTERESSANTE IN CUI LA SCORSA ESTATE A L2A SEMBRAVI QUELLO PIÙ MOTIVATO PER FIL-

HAI MAI GIRATO? Lo scorso febbraio sono partito tre mesi per il Co-

MARE E PER PRODURRE MATERIALE: COME STA ANDANDO ULTIMA-

lorado per andare ad allenarmi nella scena americana e frequenta-

MENTE E PER QUESTA STAGIONE CHE OBIETTIVI HAI? Haha, davvero

re i park più belli del mondo come Breckenridge, Keystone, Copper

ero il più gasato? Durante l’estate sono sempre motivato a filmare per

Mountain, e sono davvero convinto che sia l’unico vero posto in cui


FS BLUNTSLIDE IN SETRIERE, ITALY

si possa progredire e apprendere nel minor tempo possibile. Laggiù

DOVE E CON CHI GIRI DI SOLITO? Ormai nel Park di Bardonecchia mi

sono migliorato molto ho imparato manovre come il double cork e

sento a casa e ho sempre piacere a girarci con i miei amici come Gian

ho potuto conoscere e legare con perso-

Marco, Bibi, Alberto Planchon, Luca Sacco,

ne della scena internazionale. Quest’an-

ma ormai ho amici in qualunque resort mi

no non ci tornerò, ma il prossimo anno

sposti, la cosa bella è che ci conosciamo tutti!

partirò per altri tre mesi, prima di quella data starò sul territorio italiano ed eu-

GIRI PER SLASH, CHE A LIVELLO INTERNA-

ropeo cercando di progredire al massi-

ZIONALE HA UN TEAM PIUTTOSTO IMPOR-

mo con quello che l’europa può offrirmi.

TANTE, DI GENTE SPESSA E MOLTO DIVERSA TRA DI LORO COME GIGI RUF E MANUEL

PIPE, SALTI, FRESCA, JIBBING, CARVING,

DIAZ O GREG BRETZ... HAI MAI GIRATO CON

STREET RAILS...: QUALE COSA PREFE-

QUALCUNO DI QUESTI E COME TI È SEM-

RISCI FARE? Posso dire che amo tutte

BRATO? Faccio parte ormai da tre anni del

le espressioni dello snowboard nei vari

Team Slash International, è una delle sod-

terreni! Mi ritengo un park rider, ovvia-

disfazioni più grandi per me, anche grazie

mente è lì che passo la maggior parte del

all’aiuto di Luca Angelucci. Bisogna dire che

mio tempo sia in inverno che in estate

Gigi e Ivan, il team manager, hanno svol-

nei vari resort che frequento, program-

to un lavoro incredibile con questo brand,

mo i miei spostamenti nelle località

portando questo marchio in pochi anni ad

che offrono i migliori park. Adoro lo

alti livelli. Io ho avuto modo di conoscere e

street, sono sempre motivato a farne, è

girare con Gigi Ruf in uno shooting in Val

lì che escono gli scatti più belli... riusci-

Senales per noi del Team Global. Certo non

re a portare le manovre che si fanno in

sono state indifferenti quelle carvate uno

park in una situazione ricca di varian-

dietro l’altra con un rider del suo calibro!

ti e pericoli! Poi naturalmente amo il backcountry! Appena ho l’occasione ne approfitto al massimo: è il

COSA TI PIACEREBBE FARE DA GRANDE? Nel mio prossimo futuro cercherò

migliore allenamento che ci sia ed è quello che regala più soddisfa-

di creare la mia dimensione nell’ambito lavorativo il più vicino possibile

zione nel farlo, ma trovare le condizioni perfette non è mai facile.

allo snowboard! Vorrei tornare sugli studi magari iscrivermi all’università.


PICS & TXT: MARKUS ROHRBACHER SPOT: LOFOTEN ISLANDS



KNUT ELIASSEN

Chi non vorrebbe imbarcarsi in un avventura artica insieme ai suoi più cari amici? Beh, probabilmente un sacco di persone preferirebbero andare in spiaggia o in qualche posto più caldo, ma questa è proprio la differenza tra noi snowboarder e il resto del mondo. Cerchiamo sempre nuove montagne da raidare, e più si va lontani dalla nostra solita montagna da local... meglio stiamo! Più è remota la località e più spettacolare è il panorama, meglio è per tutti, perchè è proprio questa la definizione stessa dell’avventura, giusto? Elias Elhardt, Nils Arvidsson, Knut Eliassen e Markus Keller hanno voluto intraprendere un’avventura artica la scorsa primavera. Decidettero di andare sulle montagne di un posto tra i più spettacolari al mondo sopra al Circolo Artico, le Lofoten, in Norvegia. Le Lofoten sono un gruppo di isole nel nord della Norvegia. Ci sono i piccoli villaggi di pescatori racchiusi nei Fiordi da cartolina, che punteggiano una costa molto aspra con alcuni tra i cliff più spettacolari che si alzano direttamente dall’oceano, questo arcipelago (un esteso gruppo di isole) è spesso descritto con la definizione di bellezza artica. Decisero di spararsi il viaggio in macchina di 20 ore da Oslo, Norvegia, fin su alle Lofoten, per buttarsi nella natura e nelle avventure che la Norvegia offre.

CI SONO PICCOLI VILLAGGI DI PESCATORI RACCHIUSI NEI FIORDI DA CARTOLINA.


NILS ARVIDSSON: HANDPLANT

MARKUS KELLER


ELIAS ELHARDT: BS AIR

KNUT ELIASSEN


Quando sei nel profondo nord, come nelle Lofoten, durante la primavera e l’estate, i giorni non finiscono mai perchè il sole non scende mai. Così si può snowboardare per tutto il giorno e si possono ammirare i tramonti più lunghi al mondo. Non ci sono così tanti posti sulla terra dove si possono fare tantissime run giù da una montagna al tramonto. La crew si piazzò vicino all’acqua in una vecchia casa di pescatori, che successivamente diventò un paradiso per snowboarder e surfer grazie ai pro-rider Erik Botner e Fredrik Evensen. Ogni giorno era una nuova avventura, grazie a nuovi picchi da scoprire e nuove linee da raidare al tramonto. Dopo dieci giorni di esplorazione, tra le meraviglie dell’artico con le tavole split, la crew tornò alla civiltà di tutti i giorni, a Oslo, prendendo un traghetto chiamato l’Hurtigruten, scendendo lungo la magnifica costa norvegese.

SI PUÒ SNOWBOARDARE TUTTO IL GIORNO E SI POSSONO AMMIRARE I TRAMONTI PIÙ LUNGHI AL MONDO.


ERIK BOTNER: SLASH

BOARD: NITRO DOPPLEGANGER NITRO NOMAD

BINDINGS: VOLLÈ LIGHT RAIL NITRO MACHINE

BOOTS: NITRO SELECT VANS IMPLANT



PICS: MATT GEORGES

ITW: GIACOMO MARGUTTI SPOT: ARLBERG, AUSTRIA

Riesco a intercettare Markus via mail dopo un paio di giorni di sforzi congiunti con il suo team manager Volcom, dato che il ragazzo era quasi sparito dalla circolazione da giorni. Salta poi fuori che era in Nord Corea, non proprio un posto famoso per poter avere comunicazioni con il resto del mondo, e in questo momento è già in Giappone, a fare fresca con gli altri del suo team. Non male come inizio di 2016, vero? CIAO MARKUS! COME STAI E COSA STAI FACENDO DI BELLO? Tutto bene, grazie, la mia stagione è appena cominciata un po’ tardi rispetto al solito per via di un vecchio infortunio che mi portavo dietro dalla scorsa stagione e dovevo curarlo. Ma ora sono ancora più gasato a uscire e spaccare. Ho avuto molto tempo per pianificare i progetti per questa stagione e i viaggi e dare un occhio alle cose che faccio oltre allo snowboard.

QUESTA STAGIONE NON TI HO VISTO GIRARE IN PIPE AGLI OPEN DI L AAX. TUTTI HANNO ANCORA IN MENTE L A TUA RUN PAZZESCA IN PIPE L’ANNO SCORSO CON QUELL A TAVOL A LUNGHISSIMA, UNA 183 PER L A FRESCA... COME TI È VENUTA IN MENTE UNA COSA DEL GENERE? Oh grazie, di sicuro nemmeno io mi dimenticherò facilmente di quella cosa, specialmente dopo che la clip della mia run è divenuta così virale sui social. Avevo provato quella Nitro Quiver Cannon 183 in fresca con alcune curve un po’ di settimane prima dei BEO e anche poco più tardi l’avevo provata in pipe per un paio di run. Così quando ricevetti l’invito per l’evento la settimana prima mi venne in mente quell’idea: di fare la gara con quella tavola, dato che comunque non giravo in pipe da un po’ di tempo.



FS 360° MELON

COSA PENSI DEI CONTEST DI OGGI? IN QUESTO MOMENTO, PER ESEMPIO, MAX PARROT (CHE HA SOLO 21 ANNI E NON HA NEMMENO LO SPONSOR, GIUSTO PER DIRE...) HA VINTO GLI XGAMES CON IL PRIMO CAB 1800 TRIPLO CHIUSO IN GARA. È LO STESSO TIPO CHE HA CHIUSO QUEL FAMIGERATO CORK QUADRUPLO... COSA NE PENSI DI TUTTA QUESTA ROBA QUI: TRIPLI, QUADRUPLI, CONTEST E VIA DICENDO? Sinceramente sono già sorprendentemente lontano da tutto il circo dei contest, sebbene non sia da tanto che ho smesso di gareggiare. In più ero nell’angolo più remoto della Cina negli ultimi giorni, ho solo sentito da qualche parte news sui trick degli XGames. Ma che sia un 16, 18 o tra pochissimo anche un 2000, a me sembrano tutti uguali. Voglio dire, ho grandissimo rispetto per questa generazione di rider giovani e come facciano tutto ciò con una costanza pazzesca. Ed è triste vedere e sentire come questi rider talentuosi siano senza sponsor. Ma allo stesso tempo non è facile promuovere questi nuovi ragazzi che fanno tutti le stesse cose per tutto l’anno. In più nessun cliente riesce veramente a impersonarsi o gasarsi con quello che fanno.

COSA DOVREBBE ESSERE LO SNOWBOARD ALLORA? IN QUALE DIREZIONE STA ANDANDO OGGI? Non ci sono regole riguardo a quello che dovrebbe essere lo snowboard. Ognuno deve trovare la propria parte in esso, e viverlo come gli pare e piace. Ma devo dire che i moderni contest di snowboard sono già andati al di là di quello che dovrebbe essere lo snowboard per me! Mi piace e sento il bisogno di un’evoluzione ed è anche una parte del mio stesso riding. E son sicuro che la nuova generazione si evolverà tanto verso la sua direzione, ma ci sarà sempre uno snowboard a cui non gli interesserà i tripli, i quad cork e gli spin di 2000 gradi. E questo di sicuro è quello che dividerà ancor di più il nostro sport. CHI SONO I TRE MIGLIORI RIDER AL MONDO, QUELLI CHE TI PIACCIONO DI PIÙ? Nicolas Müller, Travis Rice, David Benedek. E mi piace guardare un sacco gli street rider veramente creativi. Ce ne sono troppi per citarli tutti qui... CHI È TRA I GIOVANI QUELLO CHE SI FARÀ SPAZIO IN FUTURO? Mi


I MODERNI CONTEST SONO GIÀ ANDATI OLTRE A QUELLO CHE DOVREBBE ESSERE LO SNOWBOARD PER ME.

BS RODEO 900° MUTE


LE MOTO MI GASANO, HO TRE MOTO VECCHIE CHE CUSTOMIZZO E RIPARO.


BS RODEO

son già allontanato troppo dal conoscere i nomi di quelli che si stanno facendo strada. Markus Kleveland direi che è quello con un grandissimo potenziale! RACCONTACI DEL TUO MIGLIOR VIAGGIO. Non mi piace molto fare paragoni tra i miei viaggi e fare una classifica. Mi sento veramente fortunato ad avere amici nel team del mio sponsor così fantastici e passiamo sempre bellissimi momenti insieme, ovunque noi siamo. Il nostro progetto Detour trip in California la scorsa primavera è stato speciale e unico, con un set up da sogno! Snowboard, motociclette, skate, surf, camp, roadtrip, California, avventura...! TI HO VISTO AL WHEELS&WAVES DI BIARRITZ, SU FACEBOOK NELLA FOTO PROFILO CI SEI TU CON IL CASCO DA MOTO IN TESTA, NELLA FOTO DI COPERTINA CI SEI TU CHE GUIDI UNA MOTO. SEMBRA QUASI CHE LO SNOWBOARD STIA VENENDO IN SECONDO PIANO RISPETTO ALLE MOTO HAHA... PARLACI DEL

TUO HOBBY. È vero, son stato alle ultime due edizioni del Wheels&Waves a Biarritz. Le moto mi interessano sempre di più da un po’ di anni, ho tre moto vecchie che customizzo e riparo. Date un occhio ai miei amici “young guns” su www.ygspeedshop.com. COSA TI ASPETTI DA QUESTA STAGIONE? Fare un po’ di viaggi avventurosi, girare un sacco in snowboard dopo che la mia stagione è partita in ritardo, specialmente in neve fresca come abbiamo appena fatto qui in Giappone. E farvi vedere tutto nei nostri nuovi video di Nitro e Vans che usciranno la prossima stagione! DI QUESTI TEMPI MI SEMBRA DIFFICILE FAR INTERESSARE I RAGAZZI DI OGGI A VIDEO CHE DURINO PIÙ DEI 15 SECONDI DI QUELLI DI INSTAGRAM. O ANCHE MENO. C’È IL RISCHIO CHE GIRINO SUBITO SU QUALCOS’ALTRO, DATO CHE IL LORO LIVELLO DI ATTENZIONE È VERAMENTE BASSO. COME DOVREBBERO


BS 720° MUTE

BOARD: NITRO QUIVER PRO BINDINGS: NITRO MACHINE BOOTS: VANS INFUSE

ESSERE FATTI I VIDEO DI SNOWBOARD SECONDO TE? COS’È LA COSA PIÙ IMPORTANTE? È una domanda difficile, e scommetto che ci sono tante persone che vorrebbero sentirsi dire una risposta giusta. Sono d’accordo con te, sebbene sia triste vedere questo cambiamento in questa direzione. Ma d’altro canto apre anche a nuove opzioni e nuove maniere di lavoro. Direi che bisognerebbe cercare il giusto mix, combinare il buon vecchio stile dei video con gli standard moderni. Bisogna sempre trovare il giusto bilanciamento e adattarsi grazie alla creatività. PERCHÈ LO SNOWBOARD VALE ANCORA LA PENA PER TE, NONOSTANTE TUTTE LE DIFFICOLTÀ, GLI INFORTUNI, LA CRISI ECONOMICA DEGLI SPONSOR E TUTTE QUESTE COSE QUI? Anche se mangio e vivo e compro le mie moto grazie allo snowboard, lo faccio per me stesso. Non lo farei se sentissi il peso della fatica. Gli infortuni bisogna anche metterli in conto. E infatti ora vorrei proprio ringraziare i miei sponsor per non aver reso la mia vita così difficile da più di 15 anni!


ANCHE SE MANGIO E COMPRO LE MIE MOTO GRAZIE ALLO SNOWBOARD, LO FACCIO PER ME STESSO.

METHOD AIR


METHOD AIR



PICS: CYRIL TXT: MARCO GRILC SPOT: BOSNIA



ETHAN MORGAN: OLLIE INTO BANK

SARAJEVO È UNA CITTÀ COME NESSUN’ALTRA AL MONDO.


ETHAN MORGAN

SAGE & ETHAN

Mi metto la mano in tasca e ne estraggo 40 euro, li metto nella

voglia di raggiungermi e dal poco tempo che mi resta per prepa-

prima pagina del mio passaporto, lo chiudo e lo passo al poliziotto

rare il tutto. “Sage Kotsenburg viene con me e chiamiamo anche

della frontiera bosniaca. Non ho nessuna assicurazione interna-

Etha Morgan”. Una crew pazzesca che finisce in un posto pazze-

zionale per la mia auto, però mi ha anche detto che in Bosnia “nes-

sco. Sarajevo è una città come nessun’altra nel mondo. Arriviamo

sun problema è irrisolvibile...”. Lo sapevo già in quel momento, che

e la guida ci spiega: “La Prima Guerra Mondiale iniziò su questo

stavamo per fare un viaggio pazzesco, ma quello che non sapevo

ponte”, guardo gli altri ragazzi e mi casca la mascella. Poi continua

era dove stavamo andando a infilarci. Non appena passi la frontie-

“Questo edificio venne costruito per le Olimpiadi del 1984 e a quel

ra entri in un mondo nuovo, così selvaggio, così diverso, così tri-

punto era riconosciuto in tutto il mondo per le sue infrastrutture

ste, ma molto figo e felice allo stesso tempo. Avevamo sentito tante

moderne e per la bellezza della città. Tra le montagne, è una città

belle cose sui magici spot in street di Sarajevo e stavamo pianifi-

perfetta per lo sci ed era l’orgoglio di Tito, il leader dell’ex-Jugosla-

cando un episodio della mia serie Grilosodes già da tre stagioni, ma

via di quel tempo. Il fiume che vedete sulla vostra sinistra separava

la situazione della neve non ce lo aveva mai consentito e così non

i due schieramenti opposti che combatterono nella Guerra Jugo-

siamo mai riusciti a farlo. Ma il 3 gennaio di quest’anno ha giusto

slava nel 1991”, una guerra che è ancora visibile ovunque si vada a

nevicato quel po’ da farlo diventare uno di quei viaggi da “ora o mai

Sarajevo. Ancora 20 anni dopo ci sono i buchi dei proiettili e delle

più”. Parlo con Zak Hale al telefono e mi dice: “Arrivo lì domani.

granate nei palazzi di tutta la città. È facile capire dove erano gli

Mi sto imbarcando qui a LA ora”. Rimango un po’ colpito dalla sua

spot in cui si nascondevano i cecchini per tutto il giorno e da cui


MARCO GRILC

MARCO GRILC

ammazzavano le persone. La nostra guida Jadran ci dice che era

scappare dalla città, ma suo padre dovette rimanere lì a difendere

solo un bambino in quegli anni, ma si ricorda ancora tutto molto

Sarajevo. “Nessun uomo armato può lasciare la città” era la regola.

bene. Racconta che i serbi che vivevano in Bosnia circondarono la

Gli spedirono pacchi di cibo e fotografie della loro nuova casa in

città e che da lì in poi i cittadini furono in trappola. L’unica via di

Austria, e suo padre gli disse che una volta ricevette un vasetto di

uscita e di entrata era un tunnel lungo due chilometri e largo un

maionese dopo che non aveva più mangiato qualcosa di decente

metro e mezzo, che costruirono sotto l’aeroporto sul lato bosniaco.

per tutto quel tempo. Trangugiò tutto il vasetto come se fosse una

Dice che non ci fu cibo, elettricità o acqua per quattro anni, e che

lattina di birra. Tante persone morirono in quella guerra, ma for-

l’unico modo in cui qualcosa riusciva ad arrivare in città era attra-

tunatamente suo padre ce la fece a uscirne vivo. Chiedo a Jadran

verso quel tunnel. L’intera città rimase senza legna, perchè durante

cosa fecero dopo la fine della guerra e dice che tornarono subito a

le fredde notti invernali per riscaldarsi usavano qualsiasi cosa che

Sarajevo, lasciando le Alpi austriache. Dice anche in maniera deci-

si trovasse in giro. I soldi non avevano più valore a quel punto, così

sa: “Sono un uomo di Sarajevo. Amo questa città e non la lascerei

tutto veniva pagato e venduto in sigarette. I soldati per combat-

mai.”

tere ricevevano un pacchetto di sigarette come pagamento, che

A dispetto di cos’hanno passato, gli abitanti di Sarajevo sono le

poi veniva mercanteggiato per del cibo o per qualsiasi cosa di cui

persone più amichevoli che abbia mai incontrato: non smettono

avrebbero avuto bisogno successivamente. Jadran e sua madre at-

mai di scherzare gli uni con gli altri e di divertirsi. Tutto ciò mi

traversarono il “tunnel della speranza”, come veniva chiamato, per

rende contento di essere in un posto del genere: se loro sono così


MARCO GRILC: MCTWIST

A DISPETTO DI COS’HANNO PASSATO, GLI ABITANTI DI SARAJEVO SON LE PERSONE PIÙ AMICHEVOLI CHE ABBIA MAI INCONTRATO.


SAGE KOTSENBURG: BS OLLIE

IL PALAZZO FU BRUCIATO E COLPITO DA GRANATE E PROIETTILI, MA È UNO DEI POSTI PIÙ INCREDIBILI CHE ABBIA MAI VISTO.


SAGE KOTSENBURG

SAGE KOTSENBURG: 50/50

felici dopo tutto quello che hanno passato, noi dobbiamo esser-

della pista di bob offriva una protezione perfetta”. OMG. E poi drop-

lo ancor di più. Viaggiamo per il mondo per un sacco di tempo

po per fare il wallride... Ci aggiriamo per la città raidando alcuni

e certe volte andiamo in posti che ci fanno dire “Accidenti, que-

drop e passando un bel po’ di tempo allo stadio, dove c’è questo gap

sto posto sembra fatto apposta per snowboardare”. Tipo Arlberg, il

to down setup. Grazie al winch ci lanciamo verso questa struttura

backcountry di Whistler, Quebec City: location top per andare in

come se stessimo per saltare su un kicker. Sage chiude questo tail-

tavola, e ho la stessa sensazione di eccitazione guidando per Sa-

grab to front board perfetto quando un’auto della polizia si ferma.

rajevo. L’intera città è costruita su una collina e non so perchè ma

Scendono due ufficiali enormi con le loro armi cariche, pronti a

hanno messo dei rail per ciascuna scala che si trovi. Ci sono street

entrare in azione. Dopo una lunga discussione, ci spiegano che

spot dappertutto, ovunque, abbastanza per filmare tre parti-video

qualcuno li ha chiamati per avvisarli che eravamo dei terroristi e

e passarci tre intere stagioni solo a raidare in quelle location. Il no-

che stavamo cercando di entrare nello stadio. Così mettiamo altri

stro primo spot è la vecchia pista olimpica di bob. È stata rovinata

euro nei passaporti e il problema si risolve. Pensiamo di aver risol-

durante la guerra, ma c’erano alcune parti di essa che funzionano

to il problema in questa maniera, ma dato che qualcuno li aveva

perfettamente da wallride, ricche di graffiti moderni con le temati-

chiamati allora devono far finta di arrestarci. Quindi ci portano via

che della vecchia Sarajevo, a ricordarci del passato di quelle zone.

da lì così sembra che ci portano alla stazione di polizia, seguiamo

Sto per droppare verso il wallride e Jadran mi dice “Vedi quel buco

la loro macchina per un po’ di chilometri dopodichè ci lasciano

di 20x20 centimetri? È dove mettevano l’arma, perchè il cemento

andare. La neve a Sarajevo sta iniziando a sciogliersi e noi comin-


ZAK HALE

ZAK HALE: TAILPRESS

ciamo a preoccuparci, ma Jadran ci dice di non farlo perchè “ci

avere come compagni un po’ di fantasmi. Alla fine del nostro ulti-

sono tanti spot in montagna”. Ci porta direttamente all’Hotel Ig-

mo giorno, dopo che abbiamo praticamente snowboardato dalla

man, che fu costruito come uno dei posti più moderni al mon-

mattina alla sera, durante uno dei viaggi più belli mai fatti, la crew

do per le Olimpiadi del 1984, e che servì da quartier generale per

si reca a cena in uno dei migliori ristoranti della città. Mangiamo

l’armata bosniaca durante la guerra. Il palazzo fu completamente

del buonissimo cibo tradizionale tutto di carne e pagato la metà di

bruciato e colpito da granate e proiettili, ma è tuttora uno dei posti

quanto si sarebbe speso in tanti altri posti. Dopodichè andiamo per

più incredibili che io abbia mai visto. Ogni singolo pezzettino di

locali notturni per scoprire quanto si divertano i bosniaci e quanto

cemento ha delle grosse potenzialità per essere raidato e alla fine

sia difficile tenergli testa. Dopo tre bottiglie di vodka, vedo Mark, il

riusciamo a fare un sacco di trick lì così. Solo aggirandoci qui e là.

nostro filmer, che parla con questa bellissima ragazza con i capelli

Si dice che quel posto oggigiorno sia maledetto e non mi stupi-

lunghi e neri. Mi guardo intorno e non posso non essere colpito di

rei affatto se ci fossero presenze inquietanti. Dagli splendori degli

nuovo da quanto le persone qui siano così contente, felici e tanto

anni 80 quando i ricchi bevevano champagne mentre guardavano

amichevoli. Un posto che ha avuto i suoi alti ma anche tantissimi

le Olimpiadi, alle fredde notti durante il tempo della guerra, pe-

bassi ma che tuttora riesce ad racchiudere una magia unica. Que-

riodo in cui uomini coraggiosi cercavano il modo per riprendersi

sta bellissima città sulle montagne della Bosnia, che ha un poten-

la loro città, fino a Zak Hale che si spara questo wallride gigante

ziale pazzesco per diventare uno degli spot più famosi al mondo

sul gap. L’Hotel Igman ne ha viste parecchie ed è tutto suo diritto

per lo snowboard, è il gioiello dei Balcani.


ZAK HALE: FS WALLRIDE

ETHAN MORGAN

MARCO GRILC

SAGE KOTSENBURG

ZAK HALE

BATALEON DISASTER

BURTON

APO SELEKTS

BURTON PARKITECT

NIKE ZOOM DK

NAME DROPPER

NIKE ITES

BURTON SLX

SWITCHBACK ETHAN

BURTON ION

UNION FORCE

BURTON GENESIS

BURTON CARTEL



ZAK HALE: BS 270° TO BOARDSLIDE


RIDERS: HALLDOR, NILS & ETHAN PIC: MATT GEORGES

“Avendo la fortuna di studiare in America, arrivando da una cultura montanara come c’era da noi in quei tempi, mi colpì quella differenza sostanziale. Lasciò un segno su tutta la mia vita. Tornai a casa e volevo vivere quel sogno, in quella maniera, tra le mie montagne. Mi portai dietro quella visione della vita e uno skate. Giravo tra le strade di Flims e la gente mi guardava come se fossi un pazzo. Lavoravo nell’azienda di famiglia di carne e bresaola, ma volevo creare un qualcosa di simile a quello che avevo visto in California. Era più una questione di lifestyle, più che di sport.” (Reto Gurtner)


PHOTO: JOEL FRASER

SCOTT STEVENS

PURVEYORS OF THE WILD LIFE

WWW.CAPiTASNOWBOARDING.COM


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