FREEPRESS
25.000 COPIES DISTRIBUTED IN 571 SHOPS IN ITALY, SWITZERLAND, AUSTRIA, GERMANY, FRANCE, ENGLAND, HOLLAND & FINLAND
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©2017 Vans, Inc.
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FREDI KALBERMATTEN BY SILVANO ZEITER IN SAAS FEE
FREDI KALBERMATTEN BY SILVANO ZEITER IN SAAS FEE
STEPHAN MAURER BY AARON SCHWARTZ IN JAPAN
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STEPHAN MAURER BY AARON SCHWARTZ IN JAPAN
ATSUFUMI MIZUNO BY AARON SCHWARTZ IN JAPAN
EDITOR’S LETTER TXT: GIACOMO MARGUTTI
PIC: MATT GEORGES
Mai come di questi tempi essere un pro rider comporta varie deci-
si in fresca girando il mondo con gli amici per fare video) verranno
sioni, alcune di esse molto sofferte. Per esempio, decidere se fare
premiate per i primi tre a medaglia. Per gli altri avranno un sapore
gare o fare video ormai è una scelta di vita che viene a priori di
amaro. Il quarto posto purtroppo alle Olimpiadi ha proprio quel
qualsiasi altra cosa. Se una volta c’erano un po’ di pro-snowboarder
sapore. Chiedere al nostro Giacomo Kratter o a Sven Thorgren.
super talentuosi come Travis Rice che una stagione sì e una no facevano gare alternate a video, ormai ne sono rimasti pochissimi
Decidere di far solo gare è una roulette russa. Ma alcuni rider ce
che ancora si possono permettere una certa ambivalenza. Per dire,
l’hanno nel sangue la competizione. L’adrenalina del dimostrare
Danny Davis è uno di quelli. Ma è pur sempre Danny Davis. Un altro
di essere migliore di qualcun altro – o di se stessi, quando ci si
della nuova leva è Ben Ferguson. Ma si contano comunque sulle
migliora personalmente – alcuni dicono che non è superabile. Es-
dita di una mano. Una volta c’erano rider che facevano halfpipe e
sere capaci di fare trick per una parte video è ugualmente difficile.
slopestyle. Come Peetu Piiroinen, o specialisti di pipe come Pat
Bisogna dare il meglio di sé sotto pressione.
Burgener e Iouri Podladtchikov. Ormai è un: sei un atleta, o fai video (che è sì essere “atleti”, ma non
Quale di queste due categorie sia più soddisfatta dopo una giorna-
come lo si considera negli altri “sport”). Punto.
ta sulla neve, in fresca, tra i salti di una pista o in pipe che sia, non è dato sapersi e non sta a noi giudicare le personalissime scelte di
E specialmente questa stagione che culmina nelle Olimpiadi tra
vita. Fatto sta che la bellezza dello snowboard forse sta anche in
meno di un mese, è la stagione della verità: quella in cui tutti gli
questo spartiacque. Essere multi-sfaccettato, lontano dalla mono-
sforzi e le rinunce (anche molto difficili, come rinunciare a divertir-
tonia dei soliti sport più tradizionali.
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Senza titolo-5 1
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CONTENTS SPARROW KNOX BY MATT GEORGES
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BEST MADE
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KILLER COLLAB
28
GREEN NEWS
30
BAD BOY
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PRO SETUP
34
ALEZELA
36
WHAT THEY CARVE
38
LIVING LINING
40
SHOP ITW
42
FOOTPRINT
44
SEQUENCE THE MOVIE
46
SECRET SESSION
50
ANNA GASSER
56
SNOWBOARD SHAPES
64
MOSCOW INSIDE OUT
74
BEHIND THE LENS
84
CHRISTIAN HALLER
SEQUENCE CREW Editor In Chief Denis Piccolo | denis@tabcommunication.com
Video Senior | Sequence The Movie Scotty Stephenson, Giorgio Nobili
Editorial Coordinator Giacomo Margutti | gmgt@me.com Matteo Rossato | ross@tabcommunication.com
Photographers & Filmers Cristian Murianni, Davide Fioraso, Markus Rohrbacher, Gianfranco Battaglia, Andrea Schiliro, Claudio Foco, Alessia Marchegiani, Cyril, Silvano Zeiter, Kevin Kok, Achille Mauri, Yuri Girotto, Migi
Editors Denis Piccolo | denis@tabcommunication.com Cristian Murianni | murio@tabcommunication.com
Cover Max Horn & Laurenz Haunschmedt by Markus Rohrabacher in Flachauwinkl
Advertising Office welcome@tabcommunication.com
Collaborators Antonio Isaja, Enrico Santillo, Lisa Filippini, Simone Natale, Marco Contardi, Elisa Maria Ferrari
Art Director George Boutall | george@evergreendesignhouse.com
Company Editor Tab Communication Via Paolo Bassi 29 Milano 20159 welcome@tabcommunication.com
Graphic Design Francesca Pagliaro | francesca@evergreendesignhouse.com Diego Marmi | diego@evergreendesignhouse.com Sequence-Magazine.com Matteo Rossato | ross@tabcommunication.com
Print Grafiche Ambert Verolengo TO
Photo Senior Matt Georges | hello@mattgeorges.com Denis Piccolo | denis@tabcommunication.com Lorenso Fizza Verdinelli | photo@fizza.it
Distribution FreePress 25.000 copies distribuited in Italy, Germany, Austria, Switzerland, France, England, Holland & Finalnd in 571 snowboard shops 22
BEST MADE BY MATTEO ROSSATO
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1.KORUA
2 .VA N S
OBELIX
FERRA AIMEE FULLER SIGNATURE
3.HONEY RYDER
A detta di Nicholas Wolken e soci, questa originalissima tavola era nella loro testa sin dalla nascita di Korua. Sicuramente l’outline ovaloide stupisce non poco e mette in discussione tutte le teorie legate al design così com’è stato concepito sino ad oggi. In verità l’esperienza di riding che dona l’Obelix vuole essere totalmente diversa da quella di uno shape classico. L’originale forma unita al camber negativo continuo la rendono la surfata morbida e piacevole. Sicuramente non può mancare nel quiver di un malato di neve fresca o di un vero collezionista.
Vans ha realizzato una signature version del loro famoso modello Ferra per la rider inglese Aimee Fuller. Il Ferra è uno scarpone che combina la classica allacciatura dello scafo esterno con il BOA Hybrid Plus System per la scarpetta interna. Altre tecnologie impiegate in questo boot sono il Reach Around Cuff Strap, che può essere fissato internamente alla scarpetta o esternamente sullo scafo, dando modo di personalizzare ulteriormente la calzata. Grazie alla scarpetta interna Response Liner e alla soletta Ultracush V2, questo scarpone è perfetto per tutti i terreni.
“Nicolas vive la vita come gira in snowboard – dolce e morbido. Fa sempre in modo che chiunque lo circondi abbia una bella fetta di vibrazioni positive”. Così Silvano Zeiter, fotografo di fama mondiale, descrive Nicolas Müller. Silvano ha accompagnato Nicolas negli ultimi quattro anni dei suoi viaggi intorno al mondo, ed è l’autore di molte delle sue cover e scatti apparsi sui magazine. Honey Ryder è una collezione di ritratti, paesaggi e action. Il libro è disponibile presso tutti i punti vendita della catena svizzera Doodah.ch e sul sito www.silvanozeiter.com.
4.OPKIX
5.T H E J A M E S B R A N D
6.BURTON
SMARTPHONE CAMERA
FOLSOM
DIY
Il concetto dietro ad Opkix, la più piccola telecamera compatibile con smartphone al mondo, è nato a Mammoth Mountain durante una giornata di snowboard. Opkix verrà lanciata sul mercato ad aprile 2018 ma il fermento dietro la sua uscita è notevole. Può essere Wireless o a cavo, e si collega allo smartphone come un caricabatterie. Un’apposita app permette la condivisione tramite social media ed è disponibile anche una feature per la realtà aumentata. La camera sta nel palmo di una mano e può essere attaccata alla maschera o dove preferite.
James Brand nasce a Portland, Oregon, nel 2012 da un gruppo di designer e amanti dell’outdoor, alla ricerca di qualcosa di speciale e unico. Tutti i coltelli James sono costruiti con materiali di alta qualità, con un design minimale e un’attenzione maniacale per i dettagli. Il Folsom è la loro interpretazione del Liner Lock Knife, con lama in acciaio inox Carpenter CTSBD1 e carcassa in G10 con apertura ambidestra.. James è già disponibile in Europa e conta su un team di ambassador niente male: Victor Daviet, Gigi Ruff, Mikkel Bang e Tyler Chorlton.
Cosa c’è di meglio che shapare da sé la propria tavola da fresca? Burton ha deciso di proporre questa DYI Throwback snowboard che altro non è che un foglio realizzato con legno FSC certificato, fiberglass e base in p-tex estruso. Prendete il seghetto e date la forma che più vi aggrada e poi buttatevi giù per i pendii come facevano i pionieri dello snowboard! Attenzione: non avendo lamine ne attacchi non è utilizzabile sugli impianti sciistici!
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THROWBACK
SNOWBOARD
TIM EDDY: ENJ OYER, PIZZA ENTH USIAST, H U MAN BEI N G BOARD / COOL BEAN B O OT / M AYS I S B I N D I N G / L I E N AT P H OTO / C O LTO N J A C O B S L O C AT I O N / S N O Q U A L M I E, W A U S A
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KILLER COLLAB BY MATTEO ROSSATO
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1.UNION CUSTOM HOUSE X POSITIVITY CAMP
2.T H I R T Y T WO L A S H E D X CRAB GRAB
3.LOBSTER EIKI PRO REAPER BY SCHOPH
Tra le collab di Union per il 2018 abbiamo questa con Positivity Camp. Sito a 3000 metri di quota, in Alta Val Formazza, è raggiungibile solo con tre ore abbondanti di cammino. È l’unico summer camp no profit, sociale e solidale, i cui proventi vanno all’associazione Mato Grosso che finanzia missioni in Sud America per la realizzazione di scuole, ospedali, rifugi e bivacchi andini. L’attacco è realizzato sulla MD base con superficie ridotta e l’Asym S2 Highback con zero forward lean: un attacco perfetto per ogni forma di freestyle riding, dal park allo street, grazie al suo flex permissivo.
Il Lashed è lo scarpone più venduto al mondo: è un dato di fatto. Questo perché è comodo, funzionale, esteticamente più bello di una sneaker da skate e soprattutto adatto per ogni terreno, dal powder al park. In questa versione collabo con i re degli snowboard grip Crab Grab, il Lashed è ancora più bello! Nel caratteristico colore “aragosta” e con le chele riprodotte nello snodo della caviglia a tenere in tensione i lacci, questo boot è perfetto anche per il red carpet! Questa volta non sfigurerete se passate accanto a Pharrell!
I fratelli Helgason ci hanno abituato alle late release. Non fanno difetto quest’anno con questa versione del pro model di Eiki, nato per macinare jibs in strada o park e caratterizzato dai tips squadrati, che fanno molto 90s. Schoph è un artista dal nord dell’Inghilterra ed è uno dei depositari della natura rinnegata dello snowboard. La sua mano ha firmato molti design per brand celebri nell’ambiente dello snowboard come Mervin, Dragon ed Elm. Quando non realizza design per snowboard, è in giro per il mondo a mostrare le sue incredibili installazioni.
4 . 686 SIXERS INSUL ATED JACKET X PABST BLUE RIBBON
5.RIDE RODEO BINDINGS X HCSC CAMP
6.GIRO BLOK GOGGLE X SUB POP RECORDS
A Mike Akira West le collabo piacciono un sacco, quindi poteva farsene mancare una con la birra preferita dagli snowboarder? Quella con Pabst Blue Ribbon non si ferma ai dettagli estetici, adottando il blu caratteristico nella livrea esterna e riportando il logo in filigrana nel lining interno ed accanto a quello 686 sulla manica, ma si è spinta alla realizzazione di scomparti appositamente studiati per stoccare un numero illimitato di lattine: sul petto, nelle tasche frontali, all’interno e pure dietro! E, ciliegina sulla torta, un porta-chiavi apribottiglie in regalo con l’acquisto della giacca.
Il Rodeo è forse uno dei modelli di bindings più apprezzati dal team Ride. High Cascade è il più leggendario snowboard camp estivo d’America, che da decenni sforna talenti sulle pendici del vulcano Mt.Hood. L’infinity chassis in alluminio ha una pianta ridotta, che assieme al micro forged disk influenzano in modo trascurabile il flex naturale della tavola, mentre il freestyle Asym Ankle strap ed il Wedgie Footbed mantengono il piede in posizione corretta senza sforzare il ginocchio, grazie al canting. L’highback è personalizzato con l’acronimo del camp HCSC.
Se vi ritenete amanti della musica non pote-te non conoscere la leggendaria label disco-grafica di Seattle Sub Pop: è stata la culla per band come Nirvana, Shins, Iron and Wine e Wolf Parade. La Blok invece è una maschera dallo stile retro ma che nasconde un’impressionante tecnologia. È versatile e combina un ampio campo visivo EXV con la precisione ottica della lente cilindrica by Zeiss. Giro ha combinato i due ingredienti e quello che ne è uscito è una assoluta prelibatezza che profuma di stile.
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GREEN NEWS BY MATTEO ROSSATO
NICHE SNOWBOARDS ASSIEME A CONNORA TECHNOLOGIES PER UNO SNOWBOARD MANUFACTURING AD IMPATTO ZERO. “Recyclamine: A Zero Waste Manufaturing Solution” è un mini documentario prodotto da Lux Nova, che Niche snowboards ha voluto realizzare in collaborazione con Connora Technologies, per parlare di una nuova generazione di materiali totalmente riciclabili e con un livello di performance costante nel tempo. Sin dalla sua nascita, Niche ha sempre promosso una produzione sostenibile attraverso l’impiego di materiali riciclabili: con questa nuova tecnologia, sia il processo produttivo che la tavola stessa saranno totalmente riciclabili.
BURTON SUSTAINABILIT Y GOALS PER IL 2020 Burton è orgogliosa di annunciare i nuovi ambiziosi obiettivi di sostenibilità che si impegna a portare a compimento entro il 2020. I nuovi traguardi sottolineano gli attuali sforzi di Burton per una maggiore sostenibilità. Qui di seguito alcuni degli obiettivi: tutti i softgoods di Burton useranno materiali approvati bluesign 100%, tutte le fabbriche Burton ridurranno le emissioni di carbonio del 20% nella produzione degli hardgoods, riduzione dell’anidride carbonica del 20% e deviazione del 75% dei rifiuti da discarica nei global headquarters; infine vi sarà l’introduzione di un programma di fine-vita dei prodotti presso i negozianti.
PICTURE ED IL SUO COSTANTE IMPEGNO PER UN OUTERWEAR SOSTENIBILE Se c’è una company che sin dalla nascita ha posto la sostenibilità come principio fondamentale nello sviluppo dei suoi prodotti, questa è proprio Picture. La loro ultima iniziativa va ben oltre la produzione sostenibile: si tratta di una partnership con il WWF, focalizzata su tre progetti precisi: una missione per il tracking dei narvali in Canada, delle balene in Norvegia e lo studio della condizioni di vita degli orsi polari sulle isole russe dell’Artico. Questa collaborazione è divenuta una capsule collection di capi che aiuteranno il WWF nella loro crociata in difesa della fauna mondiale.
LAAX GREEN STYLE Che Laax sia un resort assolutamente progressivo non è una novità. Votato come miglior resort freestyle al mondo, Laax ha anche a cuore l’ambiente e la sua salvaguardia, al punto da istituire un programma (Green Style) e addirittura una fondazione no-profit di nome Green Style Foundation. Green Style vive di donazioni, tutti gli impiegati di Laax donano loro stessi ogni mese una piccola parte del loro stipendio a questa associazione. Lo scopo di Green Style è quello di proteggere l’ambiente finanziando la riduzione delle emissioni, l’impiego di tecnologie sempre più green e contrastare gli effetti del riscaldamento globale. Già da tempo Laax ha messo in campo iniziative quali la raccolta differenziata dei rifiuti e l’utilizzo di energie alternative.
CAPITA NEO SL ASHER La Neo Slasher di Capita è una tavola che già di per sé promuove uno snowboarding sostenibile, in quanto splitboard. E infatti non è solamente una tavola, ma come dichiarato nella descrizione del modello stesso, una scelta consapevole di vivere un rapporto più intimo con la montagna e la neve, evitando inoltre consumo energetico per gli impianti di risalita, che si trasforma spesso e volentieri in inquinamento. Se poi ci mettete che la Neo Slasher è prodotta nella nuova Mothership, la fabbrica di tavole che Capita ha voluto a tutti i costi realizzare con impatto ambientale minimo, siamo all’apice della sostenibilità. The Mothership, a parte utilizzare materiali riciclati e a basso tasso di inquinamento, è alimentata totalmente a energie rinnovabili. Meglio di così..
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BAD BOY : ALEX LOTORTO ITW: DENIS PICCOLO PIC: FIZZA
Ciao sono Alex Lotorto e ho 13 anni, vengo da Gallarate (VA) e faccio snowboard. Ho iniziato a snowboardare quando avevo cinque anni e mezzo perché davanti alla scuola snowboard di Courmayeur avevo visto dei ragazzi fare un rail, allora ho deciso di provare perché mi sembrava fighissimo.
amo tantissimo il backside air come grab.
Cosa rappresenta per te lo snowboarding? Per me lo snowboarding rappresenta tutto, è uno stile di vita!
Cosa ne pensi dello snowboard alle Olimpiadi. Penso che il livello delle Olimpiadi sia molto alto, i rider sono sempre più giovani e trick sempre più difficili. Come ogni atleta a mondo, sogno di parteciparci da sempre.
Cosa farai da grande? Da grande vorrei prima di tutto diventare un pro di livello internazionale e poi penso che proverò a rimanere nell’ambito dello snowboard cercandomi un bel lavoro.
A quale rider attuale ti ispiri e quale leggenda del passato ti gasa? Il rider attuale a cui mi ispiro è Sebastien Toutant, un rider canadese che mi piace perché è molto tecnico nel fare i trick. Come leggenda del passato non so... sono talmente tanti che mi viene difficile sceglierne uno. Diciamo Terje Haakonsen visto che
Domanda da Bad Boy. Cosa ti fa incazzare. Quando faccio snowboard solitamente non mi incazzo mai, a parte qualche volta quando provo un trick mille volte ma non mi entra... Al di fuori dello snowboard mi incazzo quando perdo alla Playstation. 30
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BRAND
ALZELA Quando e perché nasce l’idea di creare Alzela? Alzela nasce circa due anni fa dalla passione e dalla voglia di poter realizzare un prodotto 100% made in Italy, con la cura e la ricerca dei dettagli tecnici e il valore aggiunto del fatto a mano, così come si faceva fino a 15 anni fa in Italia. Idea, marchio, brevetti, design, progettazione e sviluppo, manifattura, produzione, controllo qualità, certificazioni e vendita! È il risultato di 30 anni di esperienza come designer e progettista (Yoda Design) di diversi articoli per brand nazionali e internazionali che spaziano dal casco moto, sci, equitazione (Kiwi, Nava, Airoh, Caberg, Dainese, Uvex, Hjc, Jin Stirrup...) ad articoli di prima infanzia (Graco, Monbebè, Ok Baby, Cam) e vari altri prodotti. Da Don Chisciotte (così ormai mi chiamano) ho voluto finalmente realizzare un prodotto con parametri di sicurezza e qualità elevati con certificazioni approvate e e distinguermi nel mondo per unicità, gusto e creatività con l’inimitabile gusto Italiano, l’aggiunta delle finiture cuciture fatte a mano e completamente prodotta e distribuita in Italia. La grande differenza sta proprio qui, in un lungo periodo dove grandi marchi, produttori e venditori distribuiscono prodotti realizzati e prodotti in diversi altri paesi con sospettose garanzie di qualità e diffidenti certificazioni approvate. Dove nasce e cosa vuol dire il nome Alzela? La scelta del marchio Alzela nasce dal nome storico dato al Rustico (mia residenza) situato nella Valle Brembana (provincia di Bergamo), vicino allo storico borgo di Cornello del Tasso. Alzela è stato un punto d’incontro e di scambio di culture diverse, e per questo motivo mi è piaciuta l’idea di usare questo nome. Il marchio nasce quindi dalla mia lunga storia del design con l’originalità dello stile acquisita con sensibilità ed esperienza. Cosa differenzia le vostre maschere dalle altre? Siamo un brand che nasce oggi presentando la maschera techno fashion, realizzata con dei parametri di sicurezza e qualità elevati. Il posizionamento in termini di prezzo è giustificato da queste peculiarità. La nostra maschera affascina al primo sguardo, ma va anche raccontata e provata. Design e qualità si fondono per creare un accessorio che diverrà un vero e proprio oggetto di tendenza. La nostra maschera si può considerare ‘accessorio tecnico’ per alcuni segmenti sportivi e/o ludici (motociclismo, sci, snowboard, bicicletta, outdoor, vela, golf, parapendio...) grazie ai parametri di sicurezza e protezione che la caratterizza, ma diventa anche un pratico ed elegante accessorio da mostrare e da indossare in più occasioni, anche al volante della propria cabriolet! Il tutto 100% prodotto e assemblato in Italia. 100% made in Italy: come mai questa scelta? Voglio però specificare il valore aggiuntivo e dichiarato del “100% made in Italy” dal momento che chi dichiara il solo “made in Italy” nasconde la realtà senza garantire all’acquirente la effettiva produzione del prodotto (anche materiali e manifattura) completamente realizzato in Italia. È un punto a mio avviso molto importante, perchè è
la sola certificazione (100%) che realmente permette di garantire l’intero ciclo di produzione. Materiali di altissima qualità e certificazioni quasi oltre ogni limite, parlaci un po’ di questo. Le doppie lenti sono di altissima qualità e superano tutte le omologazioni richieste e con le certificazioni di laboratorio trovo assolutamente importante garantire al cliente la sicurezza durante l’utilizzo. Il test di prova del proiettile che simula il violento urto con un sasso, insetto o altro, garantisce la completa tenuta della doppia lente fino a velocità di 230 km/h e il test del cilindro garantisce che la doppia lente non deve sganciarsi dal telaio in caso di urto con un ramo (anche altro) o in caso di caduta. Il telaio è stampato con un esclusivo materiale utilizzato nel settore medicale e oltre alle qualità di grande elasticità e assorbimento urto, ha la caratteristica di essere un materiale completamente antiallergico. Non è appositamente verniciato per non perdere questa importante caratteristica. Riguardo la scelta fashion, ho fatto l’impossibile per fare si che ogni maschera sia unica e legata alla personalità differente per ogni persona. Le varie pelli, tessuti e altro ancora in microfibra vengono acquistate con ridotte quantità, proprio per essere praticamente uniche e quindi identificate da un proprio numero seriale.. Le cuciture variano con colori e disegni diversi a seconda del nostro gusto e della moda e vengono realizzate a mano da persone molto affidate e con grande esperienza. LL’originale protezione della lente è un accessorio unico, funzionale e pratico.Protegge la doppia lente durante il riposo, ma sopratutto eviterete di danneggiarla o sporcarla riponendola ad esempio nella tasca della vostra giacca o ponendola sul tavolo del bar durante una sosta. A che tipo di snowboarder è destinata? È questo un mondo dove l’originalità non manca, e quindi penso e spero proprio che ognuno possa esprimersi incontrando il proprio gusto. Le caratteristiche tecniche della mia maschera non mancano, anzi, e quindi ogni snowboarder troverà quella che più si addice al proprio carattere o stile. Dove si possono comprare le maschere? Momentaneamente in Italia ho ancora pochi negozi dove trovare la mia maschera, ma potete tranquillamente ordinarla direttamente sul sito www.alzela..com. Troverete molte altre caratteristiche tecniche e ulteriori dettagli non elencati nell’intervista. Grazie , tengo a precisare che la mia parola d’ordine è rispetto, e quindi sarò a disposizione per fornire informazioni e rispondere direttamente alle garanzie sulla Maschera Alzela.
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LIVING LINING Living Lining, la nuova tecnologia sviluppata da Burton e utilizzata nella loro linea softgood, è un sistema a tre strati di materiali completamente integrati per abbigliamento outdoor.
Le innovazioni nella tecnologia di outerwear stanno cambiando il modo in cui restiamo al caldo e all’asciutto. Il comfort si basa sulla versatilità, che ci porta alla nuova tecnologia di termoregolazione Living Lining di Burton. Il Living Lining™ funziona tramite un sistema a tre strati reagendo al calore del tuo corpo per tenere tutto sotto controllo.
Il primo strato: un guscio impermeabile trattiene fuori gli elementi rilasciando l’umidità interna per mantenerti asciutto.
Ma cos’è la termoregolazione? È una tecnologia integrata in una giacca che consente al corpo di stare comodo anche quando le temperature esterne cambiano costantemente. Living Lining, che si trova in tutto l’outerwear Burton, funziona con un sistema a tre strati (che si trova anche nell’outerwear a 2 strati e shell), reagendo al calore del corpo per un comfort regolato.
Il terzo strato: le fibre intelligenti si aprono mentre il corpo si scalda per aumentare la traspirazione e si contraggono quando ci si raffredda per intrappolare il calore, mantenendo il comfort.
Ecco come funziona. Quando la temperatura corporea cambia, Living Lining entra in azione.
Il secondo strato: l’isolamento traspirante ti tiene al caldo e lavora con le fibre intelligenti per sfogare l’umidità che perde calore.
Massima adattabilità per il massimo comfort: non troverai una giacca più comoda con queste prestazioni, rimanendo al caldo e all’asciutto mentre ti godi l’aria aperta. Praticamente ti scalda quando hai freddo e non quando sei già caldo. Easy, no?
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ITALIAN SHOP
BURTON STORE MILANO Indirizzo: Via Galvani 2, milano Anno di apertura: 2012 Telefono: 02.84925049 Mail: burtonstoremilano@burton.it Instagram: burton_store_milano Facebook: www.facebook.com/BurtonStoreMilano
Come e quando è nata l’idea di aprire un Burton Store a Milano? Circa sei anni fa, per soddisfare l’esigenza di avere sul mercato di Milano un punto di riferimento ufficiale per lo snowboard e poter supportare a 360gradi il consumatore. Tendenze del mercato moderno dello snowboard? Non possiamo non citare la rivoluzionaria novità di quest’anno nella collezione Burton: lo Step On, la nuova interfaccia scarpone-attacco più veloce e più intuitiva mai sviluppata, che offre a tutti comodità e prestazioni senza precedenti grazie a un sistema incredibilmente semplice e sicuro. Un segnale per tutti di quanto l’industria del nostro settore non abbia finito il suo percorso di innovazione e che può fare sempre . Che tipo di attività proponete per i vostri clienti? Cerchiamo di soddisfare in toto le esigenze dei nostri consumatori, offrendo clinic specifici per i differenti target di clientela, giornate di test ride sulla neve, per testare le novità della collezione, e assistenza diretta in caso di dubbi o perplessità sul prodotto da acquistare.
Pregi e difetti di uno snowboard shop e di un online shop? La vendita online sta prendendo sempre più piede in tutti i settori merceologici, ma noi crediamo ancora nel contatto diretto con l’utente finale, fondamentale per poter illustrare tutte le nuove tecnologie e novità di prodotto nella fase pre-acquisto. Un acquisto in store seguito da personale estremamente preparato permette di portare a casa la giusta attrezzatura per le esigenze di ciascuno. Spesso organizzate eventi nello shop, quanto sono importanti per avvicinare i consumatori al mondo dello snowboard? Così come la vendita in store, anche gli eventi consentono di creare un rapporto più diretto con il consumatore finale, e in un certo senso servono a fidelizzarlo. Lo store diventa un punto di riferimento anche grazie a questi eventi, non solo per l’aspetto “tecnico”ma anche per l’aspetto più “ludico”. Cosa significa per te la parola “snowboard”? Per noi significa prima di tutto passione. Siamo snowboarder e lavoriamo con la stessa passione con cui viviamo la montagna nel nostro tempo libero.
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SWISS SHOP
ORCA SHOP Indirizzo: via C. Ghiringhelli 20A, Bellinzona Anno di apertura: 2016 Telefono: +41 76 693 77 46 Mail: orcasnowshop@gmail.com Web: orcasnow.ch Facebook: Orca Snow
Qual’è stata la motivazione che ti ha spinto a voler aprire uno snowboard shop? La passione per questo sport e il fatto che nella nostra regione i 4/5 shops si sono fossilizzati su tre marche molto famose di snow da anni, ma girando tutta l’Europa ed essendo homies nello snowpark di Laax ci si accorge che ci sono diverse altre marche da potere offrire alla clientela. Abbiamo l’ambizione di diventare il più core degli snowboard online shop in Europa. Abbiamo iniziato bene in Svizzera, ad oggi diversi freestylers ci conoscono, ci considerano e vengono ad acquistare da noi, merito anche della nostra politica e della nostra missione di “vendere felicità”.
a tutto quello che si può avere ai piedi e che galleggia con le forme più disparate. Quali sono le attività che proponete come negozio? Andare a “cagnare ferraglia” tutti i week end nei nostri parchi giochi preferiti, nei wood park e se in caso andare a tirare qualche linea in powder che fa bene all’anima e al cuore e che accresce il piacere di stare nella natura con le persone che ami a fare quello che più ti piace. Lo snowboard è una delle espressioni più alte di se stessi, puoi essere te stesso oppure puoi essere chi desideri, in ogni caso è una disciplina molto free e deve restare tale!
Quali sono le prossime tendenze in fatti di snowboarding? Sicuramente i grandi marchi desiderano puntare su rivisitazioni di invenzioni del passato, ma io credo che la vera tendenza degli ultimi cinque anni sia lo street, dove il mondo dello snowboard si fonde con il più daily skateboarding: il voler slidare su tutto quello che ci si immagina sia slaidabile. Dall’altra parte della medaglia in un anno di innevamento eccezionale come questo, si “rispolvera” la tavola da powder e tutte le sue antenate e discendenti, dal surfboard fino
Snowboard shop fisico VS. Shop Virtuale. Qual’è la vostra posizione? Noi inizialmente abbiamo incentrato la nostra offerta solo sull’online, ma ad un certo punto, è arrivata dai clienti la necessità di avere uno showroom dove mostrare i prodotti, è un fattore tattile, i potenziali clienti si interessano nel web, ci contattano, vengono, provano, toccano, annusano, flettono e alla fine, se sono soddisfatti, acquistano. 41
BRAND
FOOTPRINT Il powdersurfing, ovvero rideare senza attacchi, si sta diffondendo sempre di più e Footprint Powdersurfs sono alla frontiera di questo nuovo trend, tra tavole in legno e risalite a piedi c’è un vero ritorno alle origini.
LORENZO BOUTALL IN GRESSONEY
Come avete iniziato con Footprint? Perché avete voluto fare un brand di Powdersurf ? Nel 2013 abbiamo costruito una tavola in cantina, così per provare, ha funzionato meglio del previsto e ci siamo divertiti un casino! Da allora abbiamo cominciato a farne sempre di più e a girare in powdersurf sperimentando vari shape e concave. Dal momento in cui diverse persone hanno cominciato a chiedercele, abbiamo deciso di fare un marchio. Che differenza c’è tra rideare in powdersurf e in snowboard? Non avere gli attacchi ed avere le caviglie libere permette un range di movimenti più ampio dando un feeling molto più surfy-skatey alla rideata. Il fatto di essere staccati dalla tavola dà una nuova sensazione della velocità e permette di usare le feature in modo nuovo e diverso. Voi vi vantate del fatto che le tavole siano “Handmade”, è proprio così? La produzione dove avviene, è tutta Italiana? Le tavole sono tutte fatte e shapeate a mano a Torino o a Gressoney, in base alle snow conditions! Abbiamo preso l’handmade piuttosto seriamente, infatti shapeiamo a mano una per una rail e chiannel di ogni tavola. Ci piace seguire personalmente tutto il processo di realizzazione ed avere un contatto diretto con gli altri rider.
Quante tavole ci sono nel vostro “Quiver”? 3 Originals, modelli testati con misure intermedie che si adattano alla maggior parte dei rider e a diverse condizioni. Poi ci sono le One-Off, tavole uniche per shape, dimensioni e grafica, pensate per i rider più esigenti. Di queste ne escono di nuove in continuazione, quindi tenetevi aggiornati! E se uno volesse farsi fare uno shape ad hoc? Una parte importante, anzi fondamentale del nostro brand, è proprio la costruzione di tavole Custom, appositamente studiate per un rider specifico, tenendo presente del peso, dell’altezza, del piede e del tipo di terreno che intende rideare. E’ possibile scegliere tra moltissimi nose, tail e misure, ma ci piace anche collaborare direttamente con i rider per creare shape innovativi. Essendo veri rider anche voi, quali sono gli spot migliori in Italia, per fare Powdersurf? Il bello del Powdersurf e che ogni pendio può diventare uno spot, basta un po’ di polvere! Noi giriamo spesso a Gressoney, ma anche La Thuile e Cheneil sono buoni posti dove si trova facilmente polvere, con esposizioni protette dal sole e strade che arrivano in quota. Altri posti in cui abbiamo trovato buone condizioni sono Ceresole, Valgrisanche, Val di Susa e Limone Piemonte. In ogni caso siamo sempre a caccia delle migliori condizioni, nuovi spot e amici gasati con cui rideare!
ITW: DENIS PICCOLO PICS: GIORGIO SITTA
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ALBERTO MAFFEI IN SIUSI
HIGHFIVES AND HANDSHAKES
SEQUENCE THE MOVIE Ciao Denis, parliami di Sequence Movie. Dopo Broken Circuit di DVP e Gimme Some di Random, non si era più visto un progetto video sulla scena italiana. Sequence è ormai una realtà europea, forte e consolidata, quindi ci sembrava il momento giusto per realizzare uno snowboard movie che potesse dare visibilità ai rider italiani in Europa. Perché ormai da anni non si producono più video Made in Italy? i potrebbe pensare ai budget, che nello snowboard sembrano essere sempre meno, ma sarebbe troppo semplicistico e riduttivo. Credo soprattutto che l’avvento dei social e la diminuzione dei costi dell’attrezzatura video abbiano portato ad una valanga di clip autoprodotte (spesso dagli stessi rider) e di conseguenza a un crollo generale della qualità del filming. Direi quindi che in effetti si producono ancora molti video in Italia, ma di basso livello e veicolati solo sui social, dove si perdono nell’oceano di post che vengono pubblicati ogni giorno senza alcuna selezione..
Cosa ti aspetti quindi da questo progetto? Partiamo dicendo che usciamo da qualche stagione davvero difficile per lo snowboard soprattutto per il mercato italiano; i brand hanno letteralmente tagliato i budget media e marketing, mettendo in atto una severa pulizia di chi lavorava nella comunicazione del settore. Da questa crisi mentre molti scappavano a gambe levate, noi abbiamo saputo trovare lo stimolo per rafforzarci e crescere; i nostri prodotti sono stati tutti mantenuti: Sequence Diary, Sequence Magazine, Fifth Season buyers guide, oltre alla parte web con www.sequence-magazine.com e i nostri social. In più abbiamo tradotto in lingua Inglese i nostri prodotti e siamo entrati nella scena europea, dalla quale stiamo ricevendo ottimi feedback. Quindi ora, sempre in punta dei piedi e con massimo rispetto per tutti, vogliamo creare il primo Sequence Movie: sono sicuro che i nostri partner brand saranno pronti a supportarci.
ITW: MATTEO ROSSATO PICS: SCOTTY STEPHENSON
EMILIANO LAUZI IN SIUSI
Che feedback hai avuto dalla scena e dai brand? I rider fino ad ora contattati sono più che entusiasti, ora che hanno chi si occupa delle riprese e possono concentrarsi solamente sul riding e gli spot. Ho contattato diversi filmer con cui lavoreremo durante questa epica stagione. Approfitto per ringraziarli: Scotty Stephenson, Lorenzo Fizza Verdinelli, Giorgio Nobili, Kevin Kok, Achille Mauri, Gianfranco Bruce Battaglia e altri con cui stiamo accordandoci. La parte grafica sarà curata dal nostro storico designer George Boutall e il suo studio Evergreen Design House, così da mantenere lo stile e l’appeal Sequence.
gazzi della nazionale e dal mio amico Filippo Kratter, assieme a loro abbiamo deciso di intraprendere questo progetto. Ma non abbiamo precluso nessuno: l’invito è esteso a tutti i rider di livello, sponsorizzati da partner brand e non. Quindi quando si parte? Si parte l’altro ieri… viste le abbondanti nevicate dei giorni scorsi, abbiamo già cominciato a filmare contemporaneamente con due crew: una a Sestriere e una a Seiser Alm. E ora ci stiamo spostando a Laax. Mi parlavi di una sezione del video totalmente open, dove chiunque può avere il suo momento di gloria… Si, apriremo una timing nel video dove inseriremo il miglior footage e i bails più clamorosi tra tutti coloro che ci invieranno del materiale in redazione. C’è posto per tutti!
Ok andiamo a parlare più nello specifico del progetto. Vogliamo fare cose semplici, senza troppa filosofia. Il nostro obbiettivo è realizzare uno snowboard movie, dove quello che conta è il riding, non storie di vita. Ogni rider avrà la sua part più o meno lunga a seconda del materiale realizzato e dalla qualità: questo è quello che dovete aspettarvi. Ciò non significa che trascureremo la fotografia o la produzione: chi ci conosce, sa quanto siamo maniacali con la qualità… ma non mi voglio spingere oltre per ora.
Altro da aggiungere? Direi che siamo già stati autocelebrativi a sufficienza, dal momento che l’intervista uscirà su Sequence stesso, hahaha. Facciamo che chi vuole saperne di più ci può seguire sul nostro profilo Instagram @sequencemagazine o con l’hashtag #sequencethemovie . A presto!
Avete già una rider list? Certo che c’è, tutto nasce e parte dai ra45
Brotherhood è un piccolo collettivo di amici accomunati da una passione, lo snowboard. L’idea alla base è semplicemente quella di unire la passione dello snowboard con le nostre abilità professionali per cercare di raccontare quello che per noi è il modo di vivere lo snowboard, ovvero con fratellanza, Brotherhood, appunto.
Brotherhood è un piccolo collettivo di amici accomunati da una passione, lo snowboard. Il progetto è nato dalla mente di Marco Brandoli, detto “Brandon”, dal sottoscritto, Lorenzo “Fizza” Verdinelli e da Jampi. L’idea alla base di questo progetto è semplicemente quella di unire la passione dello snowboard con le nostre abilità professionali per cercare di raccontare quello che per noi è il modo di vivere lo snowboard, ovvero con fratellanza, Brotherhood, appunto. Quello che vogliamo fare in poche parole è realizzare un prodotto che rispecchi il nostro punto di vista da filmer - fotografi. A noi non interessa il trick, per quello ci sono i video delle mega produzioni straniere, a noi interessa la storia, l’amicizia, il rispetto, la fatica, la bellezza, sono questi gli ingredienti che cerchiamo. Questo progetto è nato due anni fa con il primo capitolo ambientato in Paganella. Dopo quella prima esperienza abbiamo capito che Brotherhood non era finito ma che invece doveva continuare e migliorarsi ulteriormente. Il miglioramento è avvenuto grazie a Madonna di Campiglio, che ha fortemente creduto nel nostro progetto e ha deciso di investire molte energie nella realizzazione di “The Secret Session”. Ovvero raccontare tre giorni di shooting isolati dal mondo pur ri-
manendo nell’Ursus Park di Madonna di Campiglio. Per fare questo, la session doveva iniziare l’ultimo giorno di apertura degli impianti di risalita per poi scattare solo al tramonto e alba. Per dormire e mangiare saremmo rimasti sempre in quota in rifugio tutti assieme. Jimmy Zanetti è stato il nostro uomo sul campo, e grazie anche a lui siamo riusciti organizzarci tra shapers, rider, e società impianti. Realizzare la struttura non è stato semplice, ovviamente per l’occasione avevamo bisogno di un salto realizzato ad hoc, e la poca neve della scorsa stagione ha reso il tutto più complicato. A nostro vantaggio avevamo però la possibilità di recuperare molta neve dalle strutture ormai diventate impraticabili per il caldo primaverile, e grazie al riutilizzo di tutta questa neve la crew degli shaper di Campiglio è riuscita a realizzare un salto perfetto in pochi giorni. Il primo giorno di session è partito non proprio benissimo a causa del tempo. Non nevicava da mesi e proprio durante l’ultimo giorno di apertura degli impianti la neve e le nubi si sono divertite a rovinarci i piani. Con la neve poco stabile primaverile, pochi gradi di differenza cambiano drasticamente la velocità e la sensazione, per i rider diventa quindi pericoloso saltare su strutture grandi senza avere
TXT & PICS: FIZZA
MARCO GRIGIS
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SIMON GRUBER
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la sicurezza di non arrivare corti al landing. La pressione per la realizzazione del progetto iniziava a salire, una giornata di shooting era volata via senza produrre nulla di buono, avevamo però ancora un giorno e mezzo a disposizione per finire il tutto. Dopo una notte passata in rifugio tutti assieme, la vista dei raggi del sole che entravano dalla finestra e illuminavano la stanza, ci ha fatto alzare tutti col sorriso. La giornata era praticamente senza nuvole e il sole ti faceva voglia di stare all’aria aperta. La leggera e fresca brezza mattutina però si sarebbe di lì a poco trasformata in quell’odiosissimo vento che non smette mai di soffiare e che non ti lascia saltare sui kicker in completa sicurezza. Nella prima giornata zero vento ma tanta neve e nebbia, nella seconda cielo terso ma raffiche di vento incessanti. A quel punto e dopo aver superato mezza giornata la paura di non riuscire a saltare stava diventando sempre più concreta. Vedere gli sforzi di tutti vanificarsi a causa del meteo, ci sembrava un ingiustizia che non ci meritavamo. Verso le 5 del pomeriggio, dopo che eravamo andati a ripararci in rifugio e a mangiare qualche cosa, abbiamo deciso di non arrenderci e ci siamo auto-convinti che il vento era calato e che sarebbe calato ulteriormente nelle ore successive. Carichi a mille siamo partiti dal rifugio con le motoslitte stra-colme di tutta la nostra attrezzatura, e come in una scena del film Mad Max, siamo arrivati ululando ai piedi del kicker. Abbiamo preparato subito il nostro set e i rider hanno iniziato a scaldarsi e a togliersi le ragnatele dagli scarponi, pronti per dar via alla
nostra session. Il vento? Beh, ovviamente il vento non era calato e le condizioni erano ancora precarie, ma secondo noi era solo questione di tempo e la session sarebbe iniziata. Verso le sei e mezza del pomeriggio il vento ha iniziato a soffiare a intermittenza, lasciandoci finestre senza vento che ci hanno dato ulteriore carica. Questo shooting è stato possibile grazie all’impegno di tantissime persone e soprattutto ai rider, infatti in questo momento cruciale della storia, i rider sono stati fondamentali perché il vento stava scomparendo sempre di più, e dopo due giorni di condizioni pessime saltare con quella passione alle sette di sera è stato davvero epico. La luce era perfetta, il vento aveva deciso di farci un regalo e ci concesse due ore di session pazzesche come non le vivevo da moltissimi anni. The Secret Session racconta una storia perfetta, fatta da una sfida trasformata in realtà, racconta delle difficoltà che ti fanno venire voglia di mollare, racconta della caparbietà nella voglia di lottare e di riuscire a vincere nonostante tutto. Poter raccontare tutto questo in pochi minuti è stato il nostro scopo perché è il lato che vogliamo rappresentare dello snowboard. Un doveroso ringraziamento va a tutte quelle persone che hanno reso possibile la realizzazione di questa nostra storia: Marchino Grigis, Simon Gruber, Federico Olivieri, Stefano Benchimol, Jimmi Zanetti, Luca Girardi, Andrea Conci, Denis Battisti, Mauro Maffei, Maurizio Paolini, Oscar Bertarelli, Nicola Bellardini, Charlie Lorenzi e le Funivie Madonna di Campiglio. E ovviamente a Brandon, Jampi e Me.
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Forse non c’è nemmeno bisogno di specificare che Anna Gasser è una delle rider più forti di sempre. Una che spinge al 100% in tutte le gare a cui partecipa. come quando ha coronato la sua scorsa stagione con quel double cork 1080 che le è valso il titolo di campionessa del mondo ma ancor di più quei famosi 100 punti di cui la gente ancora ne parla. Recentemente ha vinto anche il prestigioso premio di Transworld come “Female Rider of the Year”. Sarà la numero 1 anche tra un mese alle Olimpiadi? Molto probabilmente. Per ora, noi l’abbiamo intervistata per voi poco prima del big air di Milano (che poi ha vinto). Ecco quello che ci ha detto.
Come ti senti per questa stagione? Sento molta più pressione su di me quest’anno soprattutto dai media mainstream, ma voglio concentrarmi solo su me stessa e tutto andrà bene. Per me lo snowboard viene ancora al numero uno e fino a quando sono brava in questo non presto troppa attenzione a quello che viene detto di me. All’inizio di ottobre son stata ad allenarmi a Saas Fee e a Stubai, mentre la scorsa settimana
c’erano gli Austrian Sport Awards e mi hanno premiato come miglior atleta femminile, che è una cosa abbastanza importante in Austria. È la prima volta che premiano una snowboarder, ed è bello che abbiano scelto proprio me. Con tutta l’attenzione extra che attrai, è strano che ci siano pochissime rider austriache ai tuoi livelli, no? Non so in realtà
ITW: GIULIA BOCCOLA
BY GABEL HEUREUX IN VAIL COLORADO
BY GABEL HEUREUX IN VAIL COLORADO
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Ogni volta che vedo le ragazze nei contest ci sono miglioramenti continui. È figo essere parte di un progresso del genere. Spero di aver avuto un ruolo anch’io in questo sviluppo.
perchè non abbiamo più ragazze oltre a me in Austria. Abbiamo le Alpi, delle ottime resort e park perfetti. Spero con i miei risultati di motivare le nostre ragazze a iniziare ad andare in tavola. Io iniziai con i ragazzi, e ciò mi aiutò molto su come sviluppare il mio riding. Ti alleni ancora molto con i ragazzi? Sì, mi alleno più con i ragazzi che con le ragazze. Ultimamente il livello femminile è cresciuto molto. E’ pazzesco. Ogni volta che vedo le ragazze nei contest ci sono miglioramenti continui. È figo essere parte di un progresso del genere. Spero di aver avuto un ruolo anch’io in questo sviluppo. Le ragazze che erano meglio di me mi hanno aiutato a migliorare e ora le ragazze più giovani fanno lo stesso. Spingendo sempre più il tuo livello agli estremi, non hai paura a volte? Sta diventando un po’ più pericoloso, ma più ti alleni a fare cose di cui hai paura, più diventa normale. All’inizio della scorsa stagione avevo paura a fare cab double nine, ora è diventato un trick come gli altri, uno di cui sono più sicura. Penso che anche gli altri trick diventeranno così. È questione di quanto ti alleni a farli, e di quante volte li fai e su quali salti li vai a provare, quanto sono sicuri.” Qual è il tuo prossimo obiettivo, le Olimpiadi? Beh penso di provare a fare quello che ho fatto la scorsa stagione, continuando a fare del mio meglio. Devo concentrarmi solo su me stessa ed evitare che i media mi portino via
troppo tempo, e spero di tornare con una medaglia dalla Corea del Sud. Ci pensi ancora a quei famosi 100 punti? E’ stato un po’ come un sogno perchè volevo far vedere questo trick che avevo in mente da così tanto tempo. E chiuderlo proprio ai mondiali è stata una cosa pazzesca. Penso di aver rivisto il video un centinaio di volte. Cosa fai nel tuo tempo libero? Penso di fare quello che fanno le altre ragazze normali. Cerco di passare del tempo con la mia famiglia e i miei amici, fare altri sport. Quando non sono in tavola mi piace stare comunque su una tavola, tipo wakesurfing. Ho provato anche a fare surf per la prima volta e un po’ di skate. Cos’è acro-yoga? Prima che iniziassi a fare snowboard ho fatto un sacco di ginnastica acrobatica, e così quando c’è stato questo nuovo trend su internet io e mia sorella, che abbiamo lo stesso background, abbiamo provato un po’ di esercizi. Nel video mia sorella mi sorregge e io faccio dei trick su di lei. Abbiamo fatto dei video per YouTube e sembra che alla gente piacciano. he piani hai per il futuro? Non so, è difficile dirlo non ho ancora pianificato nulla perchè vorrei semplicemente andare avanti a fare quello che amo: snowboard. Fino a quando riuscirò a stare a questi livelli, continuerò a farlo. Dopodichè vorrei stare in questo ambiente, fare qualcosa legato allo snowboard in Austria, ma non ho proprio dei piani fissi ora come ora.
TXT: MATTEO ROSSATO
NICHOLAS WOLKEN BY DOMINIC ZIMMERMANN IN LAAX
AUSTIN SMITH BY MARKUS ROHRBACHER IN TANDADALEN
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Negli ultimi anni, dopo tre decenni di dittatura del twin-tip shape che perdurava dalla sua comparsa nei primi anni 90, diversi brand hanno cominciato a riproporre outlines quantomeno originali. Innanzitutto partiamo dall’origine di questi shape: per buona percentuale, queste strane boards prendono ispirazione dagli snowboard degli anni ’80, che a loro volta erano stati disegnati per galleggiare soprattutto in neve non battuta, mutuando la forma dal surf e dal monosci. I nose appuntiti e allungati, le code corte e tagliate o a coda di rondine, il setback degli attacchi visibilmente arretrato erano tutte caratteristiche funzionali allo scopo: ai tempi non si pensava agli atterraggi in fakie. Lo Snurfer di Sherman Popper o le più recenti prime tavole con lamine e soletta in P-Tex non presentavano neppure la sciancratura, caratteristica essenziale per una facile conduzione della tavola: i nuovi shapes proposti da tutte le company sul mercato più o meno mainstream invece, non solo riscoprono il sapore vintage e i benefici di questi retrò shapes, ma li integrano con le più moderne tecnologie, per offrire esperienze di riding che con una classica all-mountain o freestyle twin-tip difficilmente potreste provare. Non stiamo facendo un processo agli shape classici, che rimangono insostituibili per determinate discipline che vanno dal park riding al freeride tecnico passando per lo street, slopestyle e halfpipe. Per farvi capire come nel sordido mondo dello snowboard un singolo trend può infettare l’intero mercato, prendiamo in esame
il boom del rocker inverso della fine della scorsa decade: c’è stato un momento in cui pareva che le banana board fossero la soluzione ai mali del mondo, non esisteva camber migliore del ponte negativo: poi ci si è resi conto che portate su strutture di certe dimensioni od in conduzione ad alta velocità fallivano miseramente. Il risultato è stato che per diversi anni, il rocker è stato interdetto come fosse il Decameron Di Boccaccio. La verità è che impiegato su tavole più consone come quelle da freeride o jibbing, il ponte inverso è una soluzione che presenta benefici assolutamente notevoli. La medesima sorte era toccata a questi surf shapes all’inizio degli anni ’90, quando l’esplosione del freestyle e la nascita delle twin tip annichilì qualsiasi altra soluzione che non prevedesse punta e coda uguale. Ora che ci si è risvegliati dal torpore ed è venuta avanti la necessità di riscoprire le origini dello snowboarding nei suoi gesti più elementari, questi shapes che hanno visto la nascita dello sliding sideway sono tornati in auge. A chi dobbiamo questo ritorno alle origini nell’era dei quad cork? Difficile dare un solo nome, ma sicuramente l’ex pro Capita Corey Smith con Spring Break Snowboards ha sicuramente avuto il suo peso. Corey cominciò a sperimentare shapes dalla forma stravagante ma al contempo funzionale per il powder riding, attirando una schiera sempre più folta di riders in fuga dalle multicapriole degli artisti circensi della tavola. A ruota potremmo nominare la crew americana degli Yawgoons, che avendo
KNUT ELIASSEN BY MARKUS ROHRABACHER IN LAAX
a disposizione una collina, una manovia e cento metri di pista, hanno letteralmente inventato un nuovo genere crossover di freestyle e freecarve: strano che non sia stato battezzato con un nome. Non possiamo infine non citare Wolle Nyvelt ed il suo Powsurf Äsmo, che ha letteralmente scatenato una febbre legata a questo originale snowboard surf senza attacchi. Potremmo andare avanti ore ma non siamo qui ad elencare tutti gli snowboard influencers, quanto far capire che ad un certo punto la voglia di tornare alle cose semplici ha fatto sì che le company si rimettessero al tavolo da disegno per dare ai rider qualcosa di nuovo e divertente. E così tutta una serie di nuovi shapes volti al divertimento sia su pista che non sono nati, portando con se innovazioni tecnologiche e nuovi concetti di snowboard design. K2 già da qualche anno sta promuovendo ed evolvendo tavole basate sul Volume Shift: in pratica a parità di volume di galleggiamento, lo shape della tavola si allarga e si accorcia, risultando in una maneggevolezza notevole, ma conservando al contempo un galleggiamento in neve fresca ottimale. Queste tavole, così come la serie Quiver di Nitro, alcune Burton della serie Tree o le Capita Springbreak, non sono tavole specifiche da powder, ma vere e proprie all mountain capaci di cavarsela su ogni terreno. Questo fenomeno di nicchia ha dato vita ad una vera e propria rivoluzione del carving, ora non più additato come passatempo per austriaci con la febbre da eurocarve. Company come Korua, nata in tempi non
sospetti, sono state le promotrici di questo movimento e tuttora spendono tutte le loro energie per lo sviluppo di tavole per curvare dentro e fuori dalle piste battute. Altre company storiche come Nidecker hanno rispolverato tutta la loro esperienza nelle tavole da performance e hanno immesso sul mercato tavole specifiche per chi vuole la velocità. Il valore del prodotto artigianale si è finalmente rivalutato e anche in Italia non è passata inosservata la nascita di nuovi brand con la ferma intenzione di fare della qualità un marchio, con un successo che ha varcato i confini del Bel Paese: Sandy Shapes è un esempio di come si possa conquistare il proprio posto tra i grandi, se si hanno idee originali. Arriverà un giorno in un cui il freecarving diventerà a sua volta una disciplina olimpica? Se passa la proposta di includere il gaming, ci potrebbe stare: sicuramente questa rivoluzione ha fatto capire che ci si può divertire senza per forza avere a disposizione un metro di neve vergine o uno snowpark da 50 features (di cui solitamente il 90% ne sfrutta 1/10: la easy line). In conclusione questo articolo non voleva essere un compendio tecnico su come e perché si costruiscono tavole come si facevano 30 anni fa, ma un semplice spunto di riflessione sul fatto che tutto è ciclico – come i pantaloni a zampa – e che lo snowboarding è bello perché è vario e ci sono centinaia di modi di viverlo e interpretarlo, senza la necessità di schierarsi con il partito dei pantaloni risvoltati sopra i boots o con quello delle tute in triacetato.
NICHOLAS WOLKEN BY AARON SHWARTZ
DOMINIC WAGNER BY MARKUS ROHRABACHER
AUSTIN SMITH BY MARKUS ROHRABACHER IN TANDADALEN
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DAVID DJITE BY DOMINIC ZIMMERMANN IN LAAX
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SKELETON KEY TWIN 158 CAMBER
SKELETON KEY TWIN 158 CAMBER
REF STANCE WIDTH 560 MM / 22 IN
REF LOCATION CENTERED
REF STANCE WIDTH 560 MM / 22 IN
REF LOCATION CENTERED
ARBOR DRAFT
BATALEON CARVER
BURTON SKELETON KEY
CAPITA SPRING BREAK
ENDEAVOR ARCHETYPE
FUNKY WAVE
JONES LONEWOLF
K2 COOL BEAN
KORUA SHAPES OBELIX
LOBSTER HALLDOR
NEVER SUMMER SWIFT
NIDECKER SPECTRE
NITRO QUIVER
RIDE HELIX
SALOMON SICKSTICK
SANDY SHAPES MAGNIFICA
SIMS SO FUN
TECHNINE T.9.I.D.
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TXT & PICS: MATT GEORGES
ANTON BORODACHEV SPARROW KNOX
SPARROW KNOX
L’ultima volta che sono andato in Russia, ho giurato di non tornare più. Beh... ho completamente disonorato la mia promessa e sono tornato tre volte quest’anno! Il problema con la Russia è che non solo è difficile arrivarci, ma a volte è altrettanto difficile andarsene. Non perché ci siamo innamorati follemente di questo paese sovietico con i suoi discutibili metodi democratici, la loro bella architettura ampiamente offuscata dall’inquinamento ambientale, le loro strade distrutte o ingorghi e traffico senza fine, no no no, niente di tutto questo! Semplicemente perché l’amministrazione di questo paese complica qualsiasi approccio, tutto qui. Ovviamente l’embargo dell’Unione Europea non risolve il problema e possiamo solo biasimarli la metà. Quasi dieci anni fa a Sochi, prima che il villaggio diventasse una grande città olimpica, poi di nuovo una città quasi fantasma, una crew non aveva potuto cambiare il proprio volo di ritorno a causa di un problema con la carta e con la stampante. Al tempo del mio primo viaggio avevo anche sentito che la compagnia Aeroflot aveva conosciuto le sue ore di gloria in termini di incidenti. La storia più assurda è quella di un pilota che fece provare a suo figlio pilotare il suo aereo perché voleva guidare un vero Airbus! Beh, i suoi desideri erano stati anche esauditi, anche se poi si schiantarono al suolo... Tutto questo è sicuramente una leggenda metropolitana, un’altra
manipolazione per scoraggiarci dall’andare in Russia, tuttavia i russi possono essere ancora più sorprendenti delle nostre idee più deliranti. Tipo il fragoroso applauso di quando finalmente arrivammo a destinazione, a Mosca. Io rimasi un po’ perplesso. Tutte queste persone si congratulano con il pilota per aver correttamente fatto atterrare l’aereo in sicurezza? Avremo il nostro bagaglio in tempo? Molte domande esistenziali mi si frullano in testa durante questi momenti cruciali. In breve, per andare in Russia ci sono molti passaggi, per quanto contraddittori, ma con i soldi ci si intende meglio, non è vero? Intanto per cominciare si deve ottenere un invito. Ma un invito da chi? Se sei un semplice turista che vuole visitare i resti sovietici, a chi puoi chiedere? Mi sono buttato nello spam della mia mail e mi son ricordato di alcune e-mail di donne russe che volevano sposarmi, così per avere la stessa nazionalità. Non era un’opzione valida, sarebbe stato necessario quindi sposarsi mentre io avevo altri piani. Ma la fortuna ci sorride, perchè un sacco di agenzie di viaggio ci possono aiutare, noi turisti senza donne o senza amici russi, creandoci un falso invito, convalidato naturalmente dalle autorità russe. Facile, un piccolo invito per ottenere il visto ed eccoci in Russia! Poi ci sono ancora dei questionari pieni di domande molto indiscrete perché per loro è comunque molto importante sapere se si è 66
L’ultima volta che sono andato in Russia, ho giurato di non tornare piÚ. Beh... ho completamente disonorato la mia promessa e sono tornato tre volte quest’anno!
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Ovviamente la nuova generazione è molto più aperta e ciò fa bene al futuro della Russia. Ora Mosca potrebbe sembrare un mix di quartieri di Manhattan, Brooklyn e Queens, con una variegata diversità culturale.
NIKITA SEKH
SAMI LUHTANEN
portatori del virus dell’AIDS o se si è presunti omosessuali. State tranquilli, di solito non controllano nessuno dei due, ma perlomeno lo sanno. Poi, naturalmente, se siamo considerati in salute, possiamo ottenere un visto per una somma di denaro piuttosto grossa. La cosa bella di tutto questo è che perlomeno non si perde tempo ai controlli doganali in aeroporto, e non si deve rispondere a una serie di domande che sono altrettanto indiscrete dopo un lungo viaggio. Ci accontentiamo solo di uno sguardo freddo, un timbro e un altro sguardo freddo. Per il sorriso, l’accoglienza e il ringraziamento per aver pagato centinaia di euro per un falso invito rilasciato da un’azienda approvata dallo stato, possiamo metterceli nel culo. Anzi no, mi dispiace... niente che riguarda i glutei qui, sarebbe visto molto male. Bisogna stare attenti, eh! Una volta in Russia e più precisamente a Mosca, tutto diventa molto più facile, se ovviamente non avete fretta. Devo dire che il paese si è mosso nella giusta direzione dalla mia ultima visita otto anni fa. Le strade sono in condizioni migliori, non ci sono, o ce ne sono poche, carcasse di camion che bloccano un’intera corsia sull’autostrada, a nessuno importa comunque e i quartieri esclusivi del centro sembrano quasi come quelli di Zurigo, punteggiati di marmo con i marciapiedi puliti. Un paradiso per lo skateboard! Tuttavia, non appena esci dalla città, la povertà si sente di più, gli edifici sono più fatiscenti e la vita sembra molto più difficile. Le condizioni sono piuttosto rigide in inverno ed è
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spesso grigia, molto spesso. C’è anche molto ghiaccio e la neve è nera a causa dell’inquinamento pesante che genera il traffico estremo della città e del suo agglomerato. Più mi rileggo e più mi deprimo. Ci devono essere comunque dei punti positivi! Sì, ecco: alla polizia non gliene frega nulla se snowboardate e non siamo mai stati presi a calci e mandati via dagli spot... Ecco un buon punto! Però ci hanno cacciato via dozzine di volte le guardie di sicurezza e i guardiani di edifici, molto più duri e insensibili ai nostri tentativi di corruzione discreta e meno discreta. A volte le sigarette, a volte una bottiglia di vodka, o qualche volta un po’ di moneta, ci aiutavano a finire la nostra session, ma a volte non funzionava proprio! Tim, il filmer di Postland ha persino preso una testata sul naso, da parte dell’equivalente di The Dude del Grande Lebowski, ma molto più largo, grosso, alto e che sfoggiava con orgoglio dei baffi da nazista. La necessità di avere un rider russo nella squadra è molto importante in questi momenti, specialmente quando degenerano un po’. Per la prima volta nella nostra vita, ci siamo trovati di fronte a un razzismo quasi standardizzato, dove ci è stato detto più volte al giorno di andare a casa perchè non avevamo niente da fare in Russia! Mentre invece posso dire che avevamo un sacco di snowboard da fare considerando il numero di spot! Nikita Sekh, pronunciato “SEX”, ci ha guidato durante tutto il nostro viaggio, moltiplicando gli spot tanto quanto i vari negoziati basati sulla corruzione e altre piccole cor-
NIKITA SEKH
ruzioni. È stato anche molto efficace quando ha permesso a tutti di non finire in prigione e chissà, forse anche in un Gulag, a mangiare zuppa con... acqua. A proposito di acqua, spesso abbiamo dovuto fare pipì in bottiglie di plastica, sul fondo della macchina, bloccati sulla corsia di mezzo all’autostrada, in una sosta di diverse decine di chilometri per ore. Mi sento davvero un privilegiato. Ogni volta che vado in Russia, incontro il mio amico Vladimir. L’ultima volta che è stato sulle montagne del Caucaso, c’eravamo anche noi. Siamo stati in grado di conoscere un amico di famiglia, probabilmente un membro del KGB visto il suo tatuaggio sull’anulare con un pipistrello e tre lettere distinte. Ci fermò perché eravamo una minaccia per Vladimir che doveva passare con il suo 4x4 vicino al nostro spot. E successe esattamente di nuovo. A Vlad piace decisamente molto lo snowboard! Eravamo fermi in compagnia della polizia presso questi bunker vicino a un’autostrada, poi improvvisamente successe qualcosa di completamente inusuale. In meno di due minuti, l’autostrada fu invasa dalla polizia ogni 200 metri e vuota in un altro istante. Non c’erano più auto in circolazione su un totale di otto corsie. Poi, all’improvviso, abbiamo visto avvicinarsi decine di luci rosse lampeggianti, i poliziotti sotto di noi hanno tirato fuori tutti i loro fucili. Era molto strano perché eravamo gli unici a partecipare a
questa scena, e nessuno sembrava curarsi di noi. Poi le luci si avvicinarono ad alta velocità, e potemmo distinguere quattro grandi Hummer neri con un sacco di motociclisti, seguiti da una grande limousine 4x4 con bandiera russa, seguita da altri quattro grandi hummer neri con una moltitudine di motociclisti! Più o meno andavano a circa 200 km/h. Immagino che Vlad ci abbia salutati con un bicchiere di champagne in mano. E’ stato bello vederlo di nuovo. Poi in meno di cinque minuti il denso caos dell’autostrada aveva ripreso la sua normale attività. Uno dei filmer ci raccontò che un giorno un pazzo voleva correre dietro a Vlad e i suoi Hummer neri. Aveva aspettato pazientemente che Vlad lasciasse il Cremlino per fare una passeggiata. Per poi fare un inseguimento che però durò solo pochi secondi, perchè non appena la sua auto si avvicinò alla scorta, è stata gentilmente schiacciata e falciata fuori strada da uno degli Hummer. Eh sì, non devi far incazzare Vlad! Ovviamente la nuova generazione è molto più aperta e ciò fa bene al futuro della Russia. Molti spazi culturali, caffè, piccoli ristoranti stanno iniziando a moltiplicarsi ovunque, dove la pesante eredità sovietica sta lentamente svanendo. Ora Mosca potrebbe sembrare un mix di quartieri di Manhattan, Brooklyn e Queens, con una variegata diversità culturale. Grazie Madre Russia per il divertimento! 70
Il problema con la Russia è che non solo è difficile arrivarci, ma a volte è altrettanto difficile andarsene.
NIKITA SEKH
NIKITA SEKH
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SPARROW KNOX
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SEBI GEIGER BY THEO ACWORTH
SIMON GSCHAIDER BY MARKUS ROHRBACHER IN LIBEREC
TIM SCHIPHORST AND CREW
ITW: MATTEO ROSSATO
KRAINER ADRIAN BY MARKUS ROHRBACHER IN HINTERSEE
BY MARKUS ROHRBACHER IN LIBEREC
BY MARKUS ROHRBACHER
ALEX STEWART BY KOLBEN SAETRE IN ANDORRA
Ciao Alex, Duty Free Corruption è probabilmente il progetto più importante di film Rusty Toothbrush finora. Qual è stata l’idea principale? Hey Ross, i nostri piccoli progetti settimanali ci hanno sempre preso molto del tempo negli ultimi anni, ma in questa stagione abbiamo deciso che, indipendentemente dal fatto che potessimo permettercelo o meno, avremmo realizzato il sogno di un full movie e così è nato #DutyFreeCorruption.
bacino in Kashmir, in India, e mi hanno portato via su una porta... Qual è stato il rider che ti ha fatto emozionare durante le riprese di DFC? JJ Rayward, di sicuro! Mi ricordo che mi disse, nel primo spot che abbiamo fatto ad Andorra, che avrebbe fatto un Back Blunt... gli chiesi “Ma 270 out?”, “Pretzel?” - “No”, ha risposto “Just a Back Blunt”. Ho visto il Back Blunt più figo della mia vita, perfettamente eseguito – ha cambiato per sempre il modo in cui ora vedo lo snowboard. Non me ne frega più del trick in sè, ora mi interessa al 100% l’esecuzione. JJ ha perfezionato il suo stile e lo ringrazio per avermi aperto gli occhi.
La tua crew è piuttosto ristretta, ma qua e là sono saltati fuori alcuni nomi nuovi. Chi è stato un buon acquisto per Rusty Toothbrush? Forse l’aggiunta più influente alla crew è stato Tyler Chorlton. Una vera leggenda di questo sport, ha apportato a tutta la crew un atteggiamento tranquillo e calmo che non sapevamo nemmeno mancasse. La tribù di Rusty Toothbrush sta crescendo, quindi teneti gli occhi aperti per i nuovi arrivati che crediamo siano meritevoli e che quindi saranno sotto i riflettori quest’anno.
E chi è il più difficile da gestire mentre si shootta? Jack... seguito da vicino da Jack. Avete fatto la premiere in SLC e il leggendario E-Stone era il tuo ospite; cosa dobbiamo aspettarci per il prossimo film di Rusty Toothbrush? Abbiamo in programma alcuni viaggi nell’Europa settentrionale e orientale, e in Giappone, quindi immagino possiamo presumere che nel prossimo film vedrete un sacco di saki, sushi e vodka.
Qual è stata la situazione più strana in cui ti ritrovi coinvolto durante i lunghi viaggi per ottenere il DFC? Direi quando ho rotto il 76
JACK ERRICHIELLO BY KOLBEN SAETRE IN ANDORRA
FRANCESCO ZOPPEI
ALEX STEWART BY KOLBEN SAETRE IN ANDORRA
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ALEX TANK BY DOMINIC ZIMMERMANN
Ciao Alex, il tuo ultimo mini-film Geisterfarher è stato davvero bello e più in generale tutti i film che hai fatto con Atagge sono originali. Cosa ti ha ispirato e qual è il messaggio che vuoi mandare? Grazie mille per le belle parole! Da parte mia prendo molta ispirazione dal mondo esterno dallo snowboard in generale, direi soprattutto dal cinema, dalla letteratura e dalla musica. Sento che la maggior parte dei video di snowboard al giorno d’oggi si concentra solo sull’aspetto dello snowboard e questo va anche bene... ma, personalmente, mi piace sovrapporre diversi livelli per dare allo spettatore un’esperienza audiovisiva che si mischia al tema principale dello snowboard. Alcune persone adorano ciò, alcune persone lo odiano. Ma a me sta bene!
treno a questo città in cui aveva nevicato, in cima a un valico svizzero che non è raggiungibile in auto. Abbiamo trascorso tre giorni lassù e penso che quelli siano stati alcuni dei giorni più straordinari che ho fatto su una tavola da snowboard, con le persone giuste, nel bel mezzo del nulla e abbiamo anche visto un tramonto bellissimo sul treno mentre scendevamo a valle. Niente di così strano lo so, ma personalmente è stata una cosa notevole.
Come scegli i rider per il progetto Atagge? Prima di tutto dovrebbe esserci già un certo feeling tra di noi. Se stai per essere in viaggio per un paio di settimane, vuoi avere persone interessanti e motivate intorno a te. Tutto il resto viene naturalmente.
E il rider più problematico da gestire durante le riprese? Nessuno dei nostri rider è problematico! Tutti abbiamo i nostri piccoli difetti e ciò ci rende così interessanti.
Qual è stato il trick che ti ha lasciato senza parole durante le riprese della scorsa stagione? Sicuramente i Bs 1 di Domdom su quel rail knobbed. Quei knobs erano grandi come palle da tennis. Per me il trick più impressionante di quel trip.
Cosa dovremmo aspettarci da Atagge nel 2018? Le cose stanno prendendo piede. Stiamo per iniziare le riprese del sequel di Geisterfahrer. Vedremo dove ci porterà!
Raccontaci la situazione più strana in cui ti sei ritrovato durante la fase delle riprese della scorsa stagione. Siamo arrivati in 78
BENNO BAUER BY THEO ACWORTH
Ciao Benno, quindi il migliore di Innsbrooklyns sarà il decimo di Sane Movie. Cosa significa esattamente per te e per la tua crew? Oh man... questo significa molto per noi! Di sicuro significa che non siamo la crew più giovane che c’è in giro haha, ma significa anche che stiamo crescendo e diventando più forti ogni anno. Ad essere onesti abbiamo avuto un sacco di alti e bassi. Ma siamo super entusiasti del fatto che siamo sopravvissuti per più di 10 anni insieme e che siamo ancora uguali a noi stessi: vogliamo divertirci nella vita e specialmente sul nostro snowboard. E questo è ciò che il decimo video di Sane mostrerà a tutti.
STEVE K BY THEO ACWORTH
Raccontaci la situazione più strana in cui ti sei trovato coinvolto durante le riprese... La situazione più strana è stata sicuramente una volta che siamo usciti a girare con il winch. Prima di fare un giro sullo spot, abbiamo acceso il winch al Country Club (Sane Gang Headquarter). Funzionava perfettamente, quindi eravamo pronti per partire. Una volta raggiunto lo spot, abbiamo iniziato a spalare e a settare tutto. Tutti erano super entusiasti di iniziare e spaccare. Ma una volta che abbiamo provato a far partire il winch non funzionava... dopo quasi un’ora di tentativi per funzionare quell’affare, ci siamo arresi e siamo andati a casa. Quando siamo tornati a casa abbiamo provato di nuovo e improvvisamente ha ricominciato a funzionare. WTF! Che sfiga... super WEIRD!
Che cosa hanno in comune tutti i membri della Sane Gang? Penso che il nostro più grande punto in comune sia che facciamo snowboard pensando sempre di divertirci e a condividere questo divertimento con altre persone. Vogliamo gasare la scena dello snowboard. Di sicuro tutti noi ci divertiamo di più quando shreddiamo tutti insieme. Ad esempio, quasi l’intera crew è stata su alla Nordkette l’ultimo giorno del 2017. Abbiamo girato in tavola tutto il giorno e poi siamo scesi in città come una vera e propria gang. Ci siamo divertiti così tanto urlandoci addosso e ridendo, entusiasti per vedere tutti raidare. Ed questo è proprio quello che lo snowboard significa per noi!
Chi è secondo te il rider più assurdo di Sane Crew? Abbiamo così tanti rider nella nostra crew che hanno così tanti stili diversi che è piuttosto difficile dire chi sia quello che spacca di più. Se dovessi scegliere qualcuno, sceglierei Ethan Morgan. Mi manda giù di testa quello che può fare su uno snowboard. Lo conosco ormai da quasi 15 anni e mi sorprende ancora con trick assurdi e nuovi che tira fuori ogni volta. 79
MATHIAS WITTWER BY DANIEL LOOSLI
JOEL STAUB BY DANIEL LOOSLI
Ciao Mathias, com’è andata la produzione di A Love Like Mine Is Hard To Find sapendo che sarebbe stato l’ultimo video di Mindset? E’ stato sicuramente il mio progetto più grande fin qui. Mi son anche licenziato dal mio lavoro per concentrarmi molto di più sul video e ho passato molto tempo della mia stagione a filmare per quello. La decisione che sarebbe stato l’ultimo film di “Minset Prdctns” è stata presa quando il progetto era quasi finito, e perciò non ha influenzato molto la produzione stessa.
Il poliziotto quindi poi lo rincorre, lo prende, lo sbatte per terra e lo arresta in un modo decisamente violento.
C’è un certo tipo di rider con cui preferisci di più filmare? Mi piace filmare un po’ con tutti i rider con stili diversi, in ambienti diversi o location differenti per far sì che il progetto sia interessante. Ma preferisco un rider creativo piuttosto che uno che spara trick al 100% tutto il tempo.
E uno che ti ha fatto incazzare mentre stavi filmando? Non mi incazzo mai se un rider non riesce a chiudere un trick oppure quando torno a casa senza nulla - fa parte del gioco. Mi incazzo solo quando faccio io qualche cazzate durante gli shooting.
Qual è la situazione più assurda in cui sei capitato durante i tuoi shooting?Avrete notato che nell’intro del film c’è un tizio che viene arrestato da un poliziotto. Stavamo appunto filmando in quel posto, quando un tizio salta fuori dai cespugli e si guarda in giro e poi sparisce di nuovo nei cespugli. Non ci abbiamo fatto troppo caso fino quando arriva un poliziotto e ci dice che stava cercando un ladro che aveva rubato uno zaino e ci chiede se abbiamo visto qualcosa di sospetto. Mentre gli diciamo quello che avevamo appena visto, il tizio risbuca di nuovo dal boschetto.
Il prossimo capitolo sarà “Escape”: raccontaci un po’ quello che ci dobbiamo aspettare dal tuo prossimo video e quale sarà la differenza principale con i video di Mindset. A parte avere alcuni rider diversi nella line up, la differenza principale sarà il nuovo main filmer, Lou Stab. Un nuovo filmer dà una differenza sostanziale allo stile dello shooting e un nuovo look al video. Abbiamo anche modificato i nostri piani per la stagione e filmeremo molto di più in Svizzera e sulle Alpi, al posto di andare a fare un lungo viaggio in Finlandia.
C’è un trick che ti ha lasciato a bocca aperta durante la tua carriera da filmer? Ce ne sono un bel po’… tra quelli più recenti direi un enorme switch backside 180 di Dario Burch, durante il suo primo shooting su un salto in backcountry. Oppure un cab 1 di Elio Fumagalli su quel rail gap a Kuopio, al secondo giorno del nostro trip in Finlandia.
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SEBI MADLENER BY THEO ACWORTH
Sebbene i precedenti progetti prevedessero un grande riding, Odissey sembra essere un passo avanti, forse il vostro miglior film finora. Cosa ne pensi? Grazie mille, sono felice che pensi una cosa del genere! Cerco sempre di far meglio della stagione prima o almeno di provare a fare qualcosa di diverso. Penso che la differenza principale di quest’anno sia stata la collaborazione con filmer e rider più diversi che hanno portato a una maggiore varietà di riding e stili di ripresa. Anche la musica per Odyssey ha funzionato alla grande, e mi sembra che abbia migliorato di molto il montaggio. E di sicuro i personaggi presenti hanno tutti spaccato e son migliorati nel loro riding.
SEBI MADLENER BY THEO ACWORTH
giorno dopo, tutti i vicini erano OK tranne un tizio che voleva solo rompere i coglioni, ma per fortuna non poteva dire niente dato che sua moglie non aveva da obiettare nulla; così si è messo a pulire da solo tutto il landing per tutta la notte. Ma il giorno dopo abbiamo ricevuto il supporto del camion della spazzaneve del suo vicino e abbiamo filmato lo stesso. Qual è stato il trick che ti ha colpito di più durante la tua carriera cinematografica? Devo restringere il campo dalla mia carriera intera fino a Odissey perchè ce ne sono troppi di trick. Praticamente tutto ciò che Simon Pircher ha fatto è eccezionale, quel grass gap tail press, i frontside wall ride to drop, back blunt 270 drop to bank, front shifty nose tap to frontboard, pole jam to roof drop... ma poi c’è anche il Christmastree Millerflip Joris Doorn o quel f3 che ha chiuso in fondo al landing, o anche il back1 e switch b1 di Mario Käppeli sul salto perfetto, o Lukas Ellensohn con un b3 shiftato pazzesco su una spina, Flo Corzelius con un enorme method su una hip slushy in Andorra, così come il FS underflip 5 japan di Ethan Morgan nello stesso spot.
C’è un certo tipo di rider con cui ti piace girare di più? Fondamentalmente mi piace shootare tutti i tipi di riding purché ai ragazzi piaccia girare in tavola. Penso che la cosa più importante sia divertirsi e dimostrarlo. Raccontaci la situazione più strana in cui ti sei trovato coinvolto durante le riprese. Recentemente mi è stato detto da un proprietario di un rail che ha cinque figli e tre figlie e nessuno di loro è così stupido come noi e girare sul suo corrimano - sarebbe come sfregarmi la faccia con una spazzola di metallo. O due giorni fa abbiamo filmato una linea in street e avevamo tutto pronto per farla il
Cosa dovremmo aspettarci nel 2018? Sembra che faremo una serie di mini video. Al momento ci concentriamo sul passare una buona stagione, di divertirci molto e produrre più footage possibile. 81
CEES WILLE BY PONCHIZK
Ciao Tim, sembra proprio che Loose sia stato un video di successo! Siete stati premiati molto al Festival IF3 di Montreal. Cosa pensi l’abbia reso così speciale? E’ difficile a dirsi, perchè ci abbiamo lavorato tanto per farlo e alla fine quasi dimentichi cosa l’ha reso speciale all’inizio. Abbiamo scelto meglio gli spot direi. Volevamo veramente trovare nuovi spot, e per tutto l’inverno abbiamo solo filmato un rider per spot. Perchè così facendo tutte le parti singole e l’intero video sarebbe sembrato qualcosa di nuovo.
filmavi lo scorso inverno? Tantissimi, ma se devo scegliere: L’ollie-up uprail di Simon e l’ender wallride trannyfinder. Il wallride bs 180 di Will. Il roof gap di Cees.
Cosa deve avere un rider per essere parte della crew di Postland? Stile, motivazione e personalità per passarci del tempo insieme.
Che cosa c’è nel futuro di Postland Theory? Cosa ci dobbiamo ancora aspettare dal prossimo progetto? Abbiamo già iniziato a filmare per due video e alcuni webisodes. Un video è sulla stessa crew di persone che ha fatto diventare Postland quello che è tuttora. Una cosa figa è che Kas Lemmens finalmente è tornato a girare due anni dopo il suo infortunio. Abbiamo anche filmato un po’ a dicembre e il suo footage è incredibile! Stiamo mettendo insieme anche una nuova crew. Praticamente il secondo video è sui rider con cui abbiamo sempre girato in park, ma volevamo un po’ fare qualcosa insieme quest’anno.
E chi sono i rider che ti hanno fatto impazzire quando filmavate? Nessuno mi ha fatto sclerare. Non voglio dire un cliche, ma siamo tutti veramente buoni amici. D’estate usciamo anche insieme, e non ci facciamo impazzire l’un l’altro.
Sappiamo che sei capitato in un paio di situazioni assurde l’anno scorso mentre filmavi per Loose, puoi raccontarci quella più strana? Sicuramente l’essere preso a testate da una guardia di sicurezza russa. Quali sono i tre tricks che ti hanno lasciato senza parole mentre 82
ARTEM SMOLIN BY PONCHIKZ
CEES, WILL & TIM
CEES WILLE BY PONCHIKZ
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ITW: GIACOMO MARGUTTI PICS: SILVANO ZEITER & DOMINIC ZIMMERMANN
BY SILVANO ZEITER IN CORVATSCH
BY SILVANO ZEITER
Ho conosciuto Hitsch un sacco di tempo fa, è uno dei rider che conosco da più tempo potrei dire. Non mi ricordo quando, forse erano i primi anni 2000, al Burton European Open per i giovanissimi a Livigno. Vabbeh, non importa a nessuno quando. Da sempre è stato uno dei rider più gentili, intelligenti e tranquilli che io abbia mai conosciuto. E questo suo carattere si è sempre riflesso nel suo riding. Il suo progetto “Glue” è stato il più apprezzato negli ultimi anni, ha ricevuto solo commenti entusiasti dalla scena dello snowboard internazionale, portando una nuova scintilla nel modo di concepire i video. Ho fatto una veloce chiacchierata con Christian riguardo a quello che pensa della situazione attuale del nostro sport, e del suo futuro.
BY SILVANO ZEITER IN CORVATSCH
DOMINIC ZIMMERMANN IN LAAX
BY SILVANO ZEITER IN WALLIS
Cosa hai fatto di recente? Mi son preparato pian piano per questa stagione, ho giusto girato in tavola un po’ qui e là per prepararmi.
che si evolverà a suo proprio modo. Sfortunatamente ci sarà sempre più una divisione netta tra queste due cose, come già esiste.
Il tuo progetto, Glue, è diventato essere uno dei più importanti e internazionalmente riconosciuti video delle scorse due stagioni direi. Appena è uscito è diventato subito un “instant classic”. Ti saresti mai aspettato una apprezzamento così univoco da parte del grande pubblico? Da quale idea è scaturito un progetto del genere? Quale sarà il prossimo capitolo? Oggigiorno è difficile capire quale sarà il feedback di un tuo contenuto, ma in generale pensavo che sarebbe stato ricevuto bene da parte degli snowboarder. Ovvio non mi aspettavo una reazione positiva di tale portata, ne son stato un po’ sopraffatto. L’idea nacque in maniera piuttosto naturale e soddisfa molto vedere una propria idea prendere forma e vita, e come essa stessa possa essere sviluppata. E’ stata una grande soddisfazione alla fine, perchè il più delle volte anche delle belle idee non vengono portate a termine per via di problemi. Al momento stiamo lavorando su un progetto che sarà presentato a un certo punto nel 2018.
Sei sempre stato un rider di contest, specialmente halfpipe, fino a qualche stagione fa. Ti sei stancato di tutti i training, delle gare e via dicendo? Ora che ne sei fuori da quel tipo di mondo, cosa ne pensi? Che cosa ti piaceva maggiormente di esso In realtà ho smesso solo la scorsa primavera, quindi questa è proprio la mia prima stagione in cui non partecipo a gare. Son felice della mia scelta ora come ora, non mi manca per niente quell’aspetto dello snowboard dato che l’ho fatto per parecchi anni. E’ stata una bella esperienza e qualcosa che volevo fare da tanto tempo. Ho dato il massimo e ho cercato di essere il migliore, è una cosa che mi ha soddisfatto sempre tanto. Ma ci sono altre cose nello snowboard a cui sono più interessato ora, e volevo seguire un altro percorso. Il timing per questa scelta era giusto ed è stato molto importante. Ma naturalmente mi è sempre piaciuto gareggiare. Quando hai la possibilità di partecipare a dei grandi eventi internazionali, in cui il pubblico ti sostiene e tu cerchi di chiudere la tua run migliore, è una cosa molto difficile ma anche bellissima. Ti dà indietro molto una cosa del genere, ma ti prende anche tanto, e io ero veramente interessato ad essere il miglior rider che potevo essere. Era tutto quello che mi piaceva scoprire di me stesso.
Ultimamente sembra che (prendendo spunto anche dal vostro progetto video, dalla vostra particolare scelta scelta musicale, molto diversa dal solito, oppure dalle clip che stanno producendo i ragazzi di Korua Shapes) la gente voglia veramente qualcosa di nuovo, di innovativo e di diverso dal solito video di snowboard. Onestamente non mi curo molto di quello che pensa la gente e di quello che le persone si aspettano dal nostro progetto. Faccio le cose perchè le voglio fare in quella tale maniera e voglio portarle in vita. Penso di più a quello che è stato fatto e quello che si sarebbe potuto fare in maniera diversa. Son anche influenzato da altre cose che non solo dallo snowboard, ecco perchè i nostri progetti vengono un po’ diversi dal solito. Alla fine è comunque bello constatare se piacciano alla gente e se li motiviamo ad andare in tavola. In che direzione sta andando lo snowboard secondo te? Comunque vada, la progressione non si arresterà mai. Detto ciò, sarà anche sempre più diviso. Penso che i due estremi si separeranno sempre di più: da un lato si ha lo snowboard dei contest, sempre più assurdo in fatto di prestazioni e trick incredibili. Dall’altro si ha uno snowboard che più ha a che fare con un’esperienza, un lifestyle e una sorta di cultura
Chi è che vincerà le Olimpiadi? OK, scherzo. Ma se vuoi buttar lì due nomi fai pure. Haha, penso che sarà una stagione fenomenale e ce ne sono un po’ di rider che possono vincerle. Direi che se la vedranno Ayumu, Scotty, Shaun e Iouri. Tutti parlano di “progressione” e poi sparano merda sui triple/quad e rotazioni a più di 1260. Qual è il giusto punto di bilanciamento tra queste cose? La progressione come ho detto prima non si fermerà mai, l’evoluzione è una cosa naturale. Ciononostante penso anche che ci possa essere una maniera per controllare tutto ciò, con sistemi di giudizio o concetti differenti. Per quello che mi riguarda, dovrebbero cambiare qualcosa nei prossimi due anni se vogliono mantenere interessante il gioco, così le persone possono anche capire quello che sta facendo il rider in aria. Fin quando accetteremo la progressione ma anche lo snowboard classico, beh andrà tutto bene.
BY SILVANO ZEITER IN CORVATSCH
DOMINIC ZIMMERMANN IN LAAX
Italy 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. 31. 32. 33. 34. 35. 36. 37. 38. 39. 40. 41. 42. 43. 44. 45. 46. 47. 48. 49. 50. 51. 52. 53. 54. 55. 56. 57. 58. 59. 60. 61. 62. 63. 64. 65. 66. 67. 68. 69. 70. 71. 72. 73. 74. 75. 76. 77. 78. 79. 80. 81. 82. 83. 84. 85. 86. 87. 88. 89. 90. 91. 92. 93. 94. 95. 96. 97. 98. 99. 100. 101. 102.
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AFFI AFFI ALBA ALBANO LAZIALE ALESSANDRIA ALONTE ALTE DI MONTECCHO AOSTA APPIANO AQUILA ARENZANO ARZIGNANO ASIAGO AVIGLIANA AYAS BARDONECCHIA BARI BARI BASSANO DEL GRAPPA BASSANO DEL GRAPPA BASSANO DEL GRAPPA BASSANO DEL GRAPPA BELLINZAGO LOMBARDO BERGAMO BERGAMO BEVERA DI SIRTORI BIELLA BOARIO TERME BOLOGNA BOLOGNA BOLZANO BOLZANO BORGO CHIESA NUOVA BORGOSESIA BORMIO BRESCIA BRESCIA BRESSANONE BRUNICO BUSNAGO CADREZZATE CALENZANO CAMERANO CANAZEI CASALE MONFERRATO CASCINA CASERTA CASONA DI MARANO CASSEROTTO CASSINO CASTEL DI SANGRO CASTELLETTO TICINO CASTELPLANIO CATANIA CATANZARO CERNUSCO LOMBARDONE CERVINIA CERVINIA CERVINIA CESANO MADERNO CESENA CESENA CIAMPINO CIRIÉ CIVITANOVA MARCHE CLES CODROIPO COLFOSCO COLICO COMMEZZADURA COMO CORNUDA CORRIDONIA CORRIDONIA CORTINA D’AMPEZZO CORVARA COURMAYEUR CREMONA CUNEO DALMINE DESENZANO DEL GARDA DESIO DIANO MARINA DOMASO DOMODOSSOLA EMPOLI ESTE EUPILIO FAENZA FALZES FELTRE FIORANO MODENESE FIRENZE FIRENZE FOLGARIA FOLGARIA FOLGARIDA FOLLONICA FORLI FORNO DI ZOLDO FOSSALTA DI PIAVE FRASCATI
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103. 104. 105. 106. 107. 108. 109. 110. 111. 112. 113. 114. 115. 116. 117. 118. 119. 120. 121. 122. 123. 124. 125. 126. 127. 128. 129. 130. 131. 132. 133. 134. 135. 136. 137. 138. 139. 140. 141. 142. 143. 144. 145. 146. 147. 148. 149. 150. 151. 152. 153. 154. 155. 156. 157. 158. 159. 160. 161. 162. 163. 164. 165. 166. 167. 168. 169. 170. 171. 172. 173. 174. 175. 176. 177. 178. 179. 180. 181. 182. 183. 184. 185. 186. 187. 188. 189. 190. 191. 192. 193. 194. 195. 196. 197. 198. 199. 200. 201. 202. 203. 204.
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205. 206. 207. 208. 209. 210. 211. 212. 213. 214. 215. 216. 217. 218. 219. 220. 221. 222. 223. 224. 225. 226. 227. 228. 229. 230. 231. 232. 233. 234. 235. 236. 237. 238. 239. 240. 241. 242. 243. 244. 245. 246. 247. 248. 249. 250. 251. 252. 253. 254. 255. 256. 257. 258. 259. 260. 261. 262. 263. 264. 265. 266. 267. 268. 269. 270. 271. 272. 273. 274. 275. 276. 277. 278. 279. 280. 281. 282. 283. 284. 285. 286. 287. 288. 289. 290. 291. 292. 293. 294. 295. 296. 297. 298. 299. 300. 301. 302. 303. 304. 305. 306. 307. 308. 309. 310. 311. 312.
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313. 314. 315. 316. 317. 318. 319. 320. 321. 322. 323. 324. 325. 326. 327. 328. 329. 330. 331. 332. 333. 334. 335. 336. 337. 338. 339. 340. 341. 342. 343. 344. 345. 346. 347. 348. 349. 350. 351. 352. 353. 354. 355. 356. 357. 358. 359. 360. 361. 362. 363. 364. 365. 366. 367. 368. 369. 370. 371. 372. 373. 374. 375. 376. 377. 378. 379. 380.
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Son quasi stufo di scrivere sempre quanto conti nello snowboard il concetto di amicizia e di divertirsi tutti insieme, bravi e meno bravi. Ma guardate questa foto e ditemi se non vi viene in mente esattamente tutto quello che ci diciamo da anni. È cambiato qualcosa da quando avete iniziato a snowboardare? Per me non tanto. Ho iniziato nel 1991, dopo aver visto un big air organizzato da MTV fuori dallo stadio di San Siro a Milano. Da lì in poi mi sono innamorato di quello strano attrezzo, ho iniziato a usarlo in pista ma anche in un piccolo paesello di montagna – quell’anno aveva nevicato particolarmente tanto – saltando giù dai tetti dei garage e provando a fare cose assurde in giro con i miei amici ad impianti chiusi. Non lo sapevo nemmeno di fare dello “street”. Non sapevo nemmeno che sarebbe diventata una parte così importante della mia vita. Ma tant’è. Quest’anno siamo fortunati, è già nevicato un sacco e ancora non sembra smettere. Divertitevi, con i vostri amici.
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