ISSUE 02 FEBBRAIO 2011 FREEPRESS
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Round TWO
EDITORIALE Il Succo
CONTENTS PAGINA 6
Editoriale
PAGINA 8-9
Pietro Colturi Burton Manager ITW
PAGINA 10-12 Daily Dose
PAGINA 14
Daily News
PAGINA 16-17
Product Focus featuring Volkl, Yes e Flux
PAGINA 18-22
Nitro International Meeting
PAGINA 24-25
Pull-out Poster by Woodmorning
PAGINA 26-27
Winter Statistics 2009-2010
PAGINA 28-31
Burton Dealer Meeting
PAGINA 32-35
Northwave 20th Anniversary
PAGINA 36
Urs Egli Oakley Manager ITW
PAGINA 37
Product Check featuring Oakley
PAGINA 38-39
Jeremy De Maillard Vans Manager ITW
PAGINA 40
Luca Albrisi Burn Team Manager ITW
PAGINA 41
Patrick Allegritti Burton Europe ITW
PAGINA 42
Davide Villermoz Pila Manager ITW
PAGINA 43 New Nitro Bindings 2011-2012 | Photo: Nicolò Balzani
Daniele Spiller Nitro Agent ITW
PAGINA 43-45
Quando si spreme un frutto lo si fa per poter gustare il succo, perché si sa che è buono e fa bene. Il succo è un concentrato del meglio che un frutto può dare, nutriente e gustoso, ecco questo è quello che vorremmo che fosse The Pill… un succo, un concentrato di informazioni gustose e nutrienti per tutti i negozianti, i distributori, i manager che ne entrano in possesso. Il succo nasce dai frutti migliori e per un magazine i contenuti sono i suoi frutti e, se questi raccontano una storia con passione e chiarezza, crediamo che il gusto sarà migliore. Rispetto al primo numero abbiamo aggiunto pagine, non tanto per dare volume, ma perché avevamo in testa talmente tante idee che le 16 (sedici) pagine preventivate non erano abbastanza. Siamo andati in giro per il freddo Nord Italia a farci conoscere, a incontrare, ad intervistare tante persone e questo è il risultato. A noi “cippiace” questo nuovo numero e lo diciamo veramente, la modestia è troppo spesso falsa e non si addice a The Pill che è un magazine che pensa in grande! In questo secondo Giro di Giostra, abbiamo fatto due chiacchiere con Mr. Burton Italia, Pietro Colturi e, visto che c’eravamo, siamo andati a sbirciare tra la collezione 2011/2012 del brand del Vermont. Da un colosso mondiale ad un altro colosso mondiale cioè Nitro Snowboards. Ci siamo, infatti, precipitati in Val Gardena per il meeting internazionale del brand di Tommy Delago. Visto che siamo ingordi di novità, siamo stati anche a casa Piva per festeggiare i 20 anni di NorthWave e abbiamo trovato la nuova linea di linea hardgoods ad attenderci. Adesso che avete avuto il primo assaggio delle succose news in questo nuovo numero di The Pill non vi resta che iniziare a sfogliare... per scoprire il gusto che vi piace di più! Nicolò Balzani
100-One Shop Check
PAGINA 46
Gabriele Coppola FOB Manager ITW
COLOPHONE EDITOR
Denis Piccolo, Paolo Salvatore, Cristian Murianni
DIRETTORE
Denis Piccolo denis@jpgedizioni.com
COORDINAMENTO EDITORIALE Nicolò Balzani nik@jpgedizioni.com
ART DIRECTOR
George Boutall george@evergreendesignhouse.com
WEB LIKEMILK.COM
Nicolò Balzani / nik@jpgedizioni.com Enrico Santillo / enrico@jpgedizioni.com
PHOTO SENIOR
Roberto Bragotto
DIRETTORE COMMERCIALE
Paolo Salvatore paolo@jpgedizioni.com
CONTATTI ESTERI
Martina Minetti
FOTOGRAFI & FILMER
Denis Piccolo, Murio, Andrea Rigano Cristian Scalco, Alessandro Belluscio
EDITORE
JPG edizioni Via Colle di Andromeda, 4 65016 MONTESILVANO (PE) Tel. (085) 9151471 - Fax (085) 9151230 P.IVA: 01875110684 www.likemilk.com benvenuti@jpgedizioni.com
STAMPA
Grafiche Ambert Verolengo - TO - 011.2495371
DISTRIBUZIONE
FreePress Sequence Snowboarding rivista mensile registrata al tribunale di Pescara il 14/05/2003 al numero 173/5
COVER
Niels Schack & Simon Gruber - Burton - Ph: Cyril
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Manager ITW
PIETRO COLTURI Testo:Ncolò Balzani | Photo: Denis Piccolo
Stavo cercando una breve frase da aggiungere al suo nome e cognome, parole ad effetto che descrivessero meglio il personaggio… ma poi mi sono reso conto che Pietro Colturi è la storia dello snowboard da più di un ventennio, quasi un’icona da cui, inutile negare, molti distributori ed addetti al settore cercano di prendere ispirazione. Con un filo di orgoglio, e dopo un’infinita rincorsa, ho incontrato Pietro nella “sua” Bormio dove si è concesso per una rara intervista da conservare tra le pagine dell’antologia dello snowboard italiano. Pietro Colturi da Bormio a Milano. Da quando hai aperto Sport Agency, cos’è cambiato in Pietro e nello snowboard? Da Bormio a Milano c’è un passato di gare e da atleta che ha fatto scattare tutto il lavoro con Burton. Dopo sei anni di gare mi è stata data la possibilità da Jake di entrare in nel marketing in Italia e poi ho preso l’agenzia Italia, costruita nel 1995. Ormai sono sedici anni che faccio questo lavoro ed è cambiato tutto. Negli anni ’90 il mercato era indirizzato verso l’hard, mentre nel 2000 si è tornato a quello che era lo snowboard in America, orientato sullo freestyle e freeride. Il mercato è quindi molto cambiato, è diventato più accessibile per tutti ma l’innovazione più importante è quella che riguarda il settore del noleggio grazie all’attrez-
zatura della linea LTR, che ha facilitato l’apprendimento di questo sport un po’ per tutti. Una volta era molto più difficile imparare a fare snowboard mentre oggi, grazie all’attrezzatura LTR e a maestri sempre più preparati, è diventato più semplice e divertente. Quest’anno è stato un po’ particolare, perché lo snowboard arrivava già da un anno positivo e quindi ci si aspettava un leggero rallentamento, invece le scuole hanno lavorato moltissimo e, così sembra, anche i negozianti. L’utenza media si sta abbassando è sempre più giovane, con un forte desiderio di imparare e progredire. Si sente spesso di ragazzi che passano dallo sci allo snowboard, ma lcredo che negli ultimi anni la maggioranza inizi direttamente dalla tavola. Come si fa a fare crescere
Burton Country Manager
e mantenere un livello di un’agenzia come la tua? Sicuramente il merito è in parte di Burton, ma che cosa hai messo di tuo? È chiaro che Burton fa la differenza! Io ho differenziato il lavoro, abbiamo persone dedicate alla vendita, molto brave e preparate, poi c’è un segmento di marketing, comunicazione e partnership che garantisce il successo della Sport Agency. Ho cercato di insegnare e trasmettere ai miei collaboratori la passione per questo sport, coltivata nel mio passato di atleta e organizzatore di eventi. La passione è il collante per il successo, e ne ho fatto il cavallo di battaglia di tutto il Team Sport Agency, i miei ragazzi lo sanno ed è questo il segreto del nostro successo. Mi piace citare Nicola Borella che ha avuto un passato di rider, molto simile al mio, e adesso con lo stesso spirito, ed altrettanta professionalità, è parte attiva del Team. Anche ai nostri partner, come BMW, cerchiamo di trasmettere questi sentimenti ed emozioni, facendoli partecipare ai nostri eventi e cercando di farli comprendere che lo snowboard non è solo business ma anche, e soprattutto, passione. Com’è nata la partnership con BMW? Come si sta evolvendo? Da dieci anni ormai abbiamo dei partner che ci seguono e hanno creduto nella nostra agenzia. Quella con BMW
è la più importante. È nata l’anno scorso, con l’esigenza di BMW di lanciare la X1, una macchina dedicata ad un segmento di mercato nuovo, in modo da ringiovanire un po’ la loro immagine che era un po’ troppo tradizionale. Abbiamo lanciato l’X1, facendo un tour sia in discoteca che sulla neve. Il successo del tour ci ha collegati direttamente ad un lancio estivo di una Z4 e una continuità con l’X1. Da un mese e mezzo stiamo lanciando la X3, che è la loro nuova macchina, alzando leggermente il target, avvicinandolo all’ambiente giovane della montagne e i risultati sono ottimi. BMW e Burton sono due marchi leader, sono altamente professionali e molto organizzati, quindi il binomio funziona benissimo. Che rapporto ha Sport Agency e Burton Italia con i media collegati ad internet? Perché c’è preferenza per la carta stampata? Avendo Burton il sito di snowboard più cliccato al mondo non ha necessità di farsi pubblicità su altre piattaforme web. La carta stampata è fondamentale per la Burton per due motivi: in primis per la presenza e la visibilità del marchio, ma soprattutto per dare una mano a gente come voi che promuovete lo sport attraverso viaggi particolari ed eventi. Tendenzialmente crediamo che la carta stampata sia fondamentale per farci conoscere sempre
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Manager ITW di più soprattutto dall’ utenza media, ma la riteniamo un mezzo fondamentale per far crescere lo snowboard in generale. Ritornando al pianeta internet due anni fa abbiamo creduto in un progetto nuovo che è Liftline.tv, il canale canale tematico televisivo by Burton. Questo progetto sta andando molto bene in America, in Europa è stato capito un po’ meno, ma sta arrivando. Il nostro scopo per quello che riguarda internet è basato sul riuscire a tenere sempre aggiornati i nostri consumatori per ciò che riguarda gli eventi, i rider, i tour e per i vari prodotti. Il camber inverso quanto è una moda e quanto è, invece, una realtà affermata? Un po’ tutte e due. Secondo me è andato anche oltre rispetto alle reali esigenze dello snowboardista. Nel mercato italiano la moda è recepita molto forte e questo è quello che è successo con il rocker. Ora c’è una fetta di mercato che sta valutando se è il caso di tornare ad usare le tavole con camber tradizionale o continuare questa evoluzione. Quei rider un po’ più “vecchi”, che
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sono passati dal camber tradizionale a rocker, hanno fatto un po’ più di fatica a mantenere la stessa tecnicità di snowboardata. I giovani, che snowboardano meno bene da un punto di vista tecnico, ma molto meglio dal punto di vista freestyle non hanno, invece problemi ad usare il rocker. Gli atleti sono divisi sulla scelta della tecnologia da utilizzare ma vedo che i rider storici rimangono fedeli alla vecchia tecnologia. L’aspetto tecnico, presentato da Burton, che più ha fatto parlare e farà parlare nei prossimi inverni? Sicuramente il binomio EST e ICS, l’interfaccia migliore e performante tra tavola e attacchi. È nato tre anni fa e sta rivoluzionando il mercato che all’inizio sembrava scettico. Il primo anno vendevamo circa il 70% degli attacchi tradizionali e il 30% con sistema EST, adesso la percentuale è completamente ribaltata e nei negozi è il primo attacco richiesto. L’ennesimo prodotto rivoluzionario, che farà sempre più tendenza, realizzato da Burton.
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Daily DOSE
32: JP Walker Series
Celtek: Trippin’
Nitro: Eero Ettala
Quiksilver: Bag Crepel
www.thirtytwo.com
www.woodmorning.eu
www.nitro.it
www. quiksilver-europe.com
Dividi le tue dita! Moffola alternativa per la collezione Celtek 10-11. Questo guanto è rivestito da una membrana che protegge dal vento e dalla neve ma lascia uscire facilmente l’umidità. Il tutto in materiale ecologico.
Zaino realizzato in collaborazione con Mathieu Crepel! Features: Ampi scomparti principali • Porta tavole orizzontale e verticale • Cintura e tracolla imbottite e regolabili • Porta sci diagonale • Pannello posteriore imbottito e tasca porta maschera • Prezzo: 75,00 €
Distribuito da: Wood Morning S.r.l. | Tel/Fax 06 43251922 | wmorning@ gmail.com
Nitro: Vex Jacket www.nitro.it
Prosegue la stretta collaborazione tra il brand 32 ed lo storico rider, JP Walker! Le collezioni outerwear 2012 comprende una JP Signature Series completa, costituita dalla giacca Shiloh in arancione e il pantalone Blahzay con fantasia camo. L’abbigliamento fa parte dell’Exposure Series con 10.000 mm di impermeabilità, cuciture nastrate e veste leggermente oversize. Distribuito da: Friendistribution | Tel. 0564.21366 | info@friendistribution.it
OmniTech Figures www.woodmorning.eu
Anche per la stagione 2012 Nitro propone il pro model per Eero Ettala. Tavola directional Twin dal camber standard e dal flex medio rigido. Disponibile come sempre nelle misure 155, 157 (nella foto) e 159 cm. Distribuito da: Nitro Distribution Italia | nitro@nitro.it
Distribuito da: Haapiti Srl | 02 39005065 showroom.milano@quiksilver-europe.com
Quiksilver: Facet Orbiculair www. quiksilver-europe.com
Vans: Chukka 59 Pro www.vans.com
Classica giacca dal fitting tecnico con ampi tasconi frontali disponibile in 6 varianti colore di cui 2 confezione nel nuovo tessuto Slub Twill. Cuciture totalmente nastrate, 10.000 mm di impermeabilità 10.000 mg di permeabilità, leggermente imbottita con 60 g di Polyfill. Distribuito da: Nitro Distribution Italia | nitro@nitro.it
Nitro: Wire Jacket www.nitro.it
La Chukka 59 Pro, collezione Cardiel Pro Classic, è completamente rivestita in morbida pelle color grigio e dettagli in cuoio, come la fascia nella parte posteriore e le stringhe. Inoltre ha la soletta interna in PU, la costruzione boardfeel e la punta rinforzata. Distribuito da: Vans Italia | 0423 683701
Vans: Sk8-Mid Vert Pro
Features: Maschera resistente agli urti con cinturino regolabile • Lenti antigraffio con trattamento anti-fog potenziato dal sistema di ventilazione • Disponibile in diverse opzioni cromatiche sia per le lenti sia per la montatura • Prezzo: 131,00 € Distribuito da: Haapiti Srl | 02 39005065 showroom.milano@quiksilver-europe.com
Quiksilver: Facet Orbiculair www. quiksilver-europe.com
www.vans.com
OmniTech Figures è il gioco che ha fatto impazzire tutti i rider del mondo. La prestigiosa rivista “Creative Child Magazine” ha premiato l’Omni Tech Figures come il giocattolo n°1 per il 2010, definendolo il gioco di skateboard più realistico che sia mai stato inventato! Inoltre saranno presto disponibili nuovi personaggi e nuove strutture! Distribuito da: Wood Morning S.r.l. | Tel/Fax 06 43251922 | wmorning@ gmail.com
Nuova giacca dal taglio leggermente asimmetrico con doppia zip nella parte alta, dal fitting lungo ed asciutto, disponibile in 6 varianti colore con cerniere dai colori a contrasto. Cuciture totalmente nastrate, 10.000 mm di impermeabilità 10.000 mg di permeabilità, mediamente imbottita con 80 g di Polyfill sul corpo e 60g su maniche e cappuccio Distribuito da: Nitro Distribution Italia | nitro@nitro.it
Scarpa, che fa parte della linea Legend Pack di Jeff Grosso, è costruita con suola interna in PU, punta rinforzata e la fascetta ripiegata dietro alla caviglia per garantire il massimo confort. Disponibili nei colori rosso, bianco e nero… un must della prossima stagione! Distribuito da: Vans Italia | 0423 683701
Features: Casco realizzato in materiale ultraresistente • Imbottiture interne per assicurare il maggior confort • Provvisto di gancio ferma maschera posizionato sul retro • Predisposizione per Audio Kit. Distribuito da: Haapiti Srl | 02 39005065 showroom.milano@quiksilver-europe.com
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Daily DOSE
Celsius: Cirrus www.woodmorning.eu
da WoodMorning! Banshee Bungee è disponibile nelle due versione packaging da 3m e 6m!
Black Hole: Banana www.blackholesnowboards.com
Distribuito da: Wood Morning S.r.l. | Tel/Fax 06 43251922 | wmorning@ gmail.com
Salomon: Reley Ring (Woman) www.salomonsnowboard.com
Drake: Risto Mattila www.northwave.com
Il Cirrus è il modello di maggior successo in casa Celsius adatto ai riders che veramente mettono a dura prova gli scarponi. Il flex è medio/duro, la scarpetta interna è rinforzata sul malleolo per tenere la caviglia stabile e garantire una maggior risposta del vostro boot. Disponibile con tre tipi di allacciatura: Traditonal Lacing, O.zone Speed Lace e Boa.
L’attacco più confortevole sul mercato è anche il preferito da Jenny Jones, pluri medagliata agli X Games. Il Relay permette un riding morbido e facile per tutte le donne che credono in quello che fanno, senza mai esitare! Distribuito da: Amer Sports Italia S.p.a | Tel. 0422 5291
Distribuito da: Wood Morning S.r.l. | Tel/Fax 06 43251922 | wmorning@ gmail.com
Nuovo ed eccezionale stampo rocker per questa tavola Twin Tip che garantisce il top della resa sia in powder che sui rail! Misure: 148 - 152 - 156 - 159 - 164 cm
Chuckbuddies www.chuckbuddies.com
La scelta migliore che un rider potrebbe fare per il prossimo inverno 2011/2012! La tavola firmata dal pro rider finnico, Risto Mattila, si presenta con un camber tradizionale, un’anima in legno Aspen e una soletta super fast! La grafica comic style è troppo Cool! Misure: 153-155-157 cm.
www.anonoptics.com
Distribuito da: D.P.S. | Tel. 0342 610 365 | info@blackholesnowboards.com
Nike 6.0: Piumino Proost E BUDMO PANT
Distribuito da: Northwave S.r.l | Tel. 0423 2884 | info@northwave.com È scoppiata una nuova moda! I Chuckbuddies sono degli snowboarder in miniatura, della grandezza del palmo della mano, in grado di eseguire spin, flip e moltissimi trick una volta usciti dalla rampa che può essere costruita praticamente in ogni materiale. Inoltre l’atterraggio non sarà un problema perché Chuck è dotato di un ottimo equilibrio e grazie alle calamite poste sulle mani riesce a fare tutti i grab!
Anon: Hannah Teter Pro Model
La maschera da donna più divertente e performante in circolazione è firmata dalla regina indiscussa dello snowboard mondiale la mitica Hannah Teter! Distribuito da: Sport Agency | 00800 28786613 | info@burton.it
Salomon: Salvatore Sanchez
Tel.
Burton: Nag
www.salomonsnowboard.com
www.burton.com
Distribuito da: Friendistribution | Tel. 0564.21366 | info@friendistribution.it
Banshee Bungee www.woodmorning.eu
Finalmente arriva anche in Italia il prodotto che ha rivoluzionato e caratterizzato lo street snowboarding degli ultimi anni. Banshee Bungee, il sistema di trazione a fune elastica ormai onnipresente in moltissimi video di snowboard ed anche skate, sarà distribuito in Italia
Salvatore Sanchez è la tavola Salomon semplice e divertente. L’anima Aspen Light, il Press-Sure Rocker, il flex soft e uno shape funzionale jib-friendly, rendono questa tavola una delle più popolari di casa Salomon. Misure: 148 - 151 - 154 - 158 cm e wide 148w - 153w - 156w cm Distribuito da: Amer Sports Italia S.p.a | Tel. 0422 5291
Come ogni prodotto Nike 6.0 la scelta dello stile e l’esecuzione dei capi si fondono sui bisogni dei nostri rider. Le originali proposte di questi modelli sono un saluto alla vita di montagna e allo stile di vita che la caratterizza sia di giorno che di notte. Distribuito da: Nike Italy | 051 61155
Tavola realizzata con la nuovo ed esaltante tecnologia Squeezebox, V-Rocker™, Super Fly® Core, The Channel e Infinite Ride™, il tutto solo per garantire ad ogni rider il messimo delle performance sempre e ovunque! Misure: 142 – 146 - 150cm Distribuito da: Sport Agency | 00800 28786613 | info@burton.it
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Daily NEWS
Rider Palace 2011 Tutto è pronto per la quarta edizione di Riders Palace, l’originale progetto realizzato in collaborazione con Fiat Freestyle Team che, anche per il 2011, andrà in scena nella splendida cornice di Bardonecchia. I sei appuntamenti all’insegna dello sport e del divertimento saranno accessibili al prezzo vantaggioso di €99 per ciascun fine settimana proposto. Il pacchetto Riders Palace include: la cena, il pernottamento del sabato e la colazione della domenica al Villaggio Olimpico, oltre a due giorni di skipass valido per gli impianti di risalita di Bardonecchia. Il kit Riders Palace 2011 offre, inoltre, una lezione di snowboard gratuita (fino ad esaurimento posti), l’accesso ai contest più attesi, come il Vans Banked Slalom e gli immancabili Iuter Games!
River Jump 2011
Marco Donzelli per Ride snowboards
Matteo Borgardt per Nitro snowboards
Dal 22 al 25 febbraio 2011 torna a Livigno per la sua quinta edizione il Burn River Jump, l’evento di snowboard a cui sono state nuovamente assegnate 5 Stelle del circuito Swatch TTR (Ticket To Ride), in entrambe le competizioni in programma! Diventato uno degli appuntamenti cruciali della stagione a livello mondiale, il Burn River Jump è organizzato da Burton Snowboards in collaborazione con Mottolino, APT Livigno e Ski Passion Snow-Ski Area. Informazioni e aggiornamenti su: www.riverjump.it!
John Jackson: Rider Of The Year 2010
Ecco il calendario completo: 29/30 gennaio 12/13 febbraio 26/27 febbraio 5/6 marzo (Vans Banked Slalom) 12/13 marzo
Lollo Barbieri per Dc snowboards
19/20 marzo (Iuter Games) Da quest’anno, è possibile iscriversi agli eventi di Riders Palace direttamente online tramite il sito ufficiale www.riderspalace.it.
Riders: Come and Go! Marco Donzelli passa da Nitro a Ride che lo vestirà dalla testa ai piedi, il Donz cerca uno sponsor per le google & helmet… impossibile lasciarselo sfuggire. Gente che parte e gente che arriva, Nitro annuncia l’entrata nel Team di Matteo “Whatza” Borgardt che girerà anche per Giro. Novità dell’ultimo minuto è invece il passaggio in Dc e Union Bindings da parte di Lorenzo “Lollo” Barbieri… lascia così Black Hole, brand che gli aveva progettato il suo personalissimo promodel. Daniel Neulichedl aka Plazy, saluta Forum e atterra sul pianeta Rome mentre per l’abbigliamento indosserà Zimtstern! Anche all’estero c’è aria di cambiamento e quello più clamoroso riguarda Iuri “iPod” Podlatchicov che Quiksilver è riuscita a strappare a Volcom! Nel Team Quiksilver, Iuri troverà un’altra new entry, il vincitore degli XGames, Erik Willet!
The Shelter
E’ partito The Shelter, la serie di 4 appuntamenti imperdibili a Chiesa in Valmalenco, che farà divertire e snowboardare tutti i rider; infatti con soli € 90 comprensivi di 2 giorni di skipass, una notte in hotel e la prima colazione, The Shelter dà la possibilità di trascorrere un indimenticabilie week end in montagna tra contest, jam session e party serali. Il Fiat Freestyle Team Palù Park e la Vans Skatepark Area Jibbing, formano la nuovissima zona freestyle di Chiesa in Valmalenco composta da linee di box kicker e tube di varie forme e dimensioni. Il resort più core d’Italia è la sede di alcuni dei più importanti eventi, come “Shoot The Dudes!”, l’amateur photo contest che lo scorso 15 gennaio ha dato il via a The Shelter. Oltre 20 team, ciascuno composti da un fotografo ed un rider non professionisti, hanno girato all’interno del park per immortalare il trick più bello e vincere i premi messi in palio da Vans e Eastpak e la pubblicazione della stessa foto su Sequence Snowboarding Magazine. Tra i prossimi appuntamenti: dal 27 al 30 gennaio la Nitro Team Week con i Nitro Road Warriors ed il Team Nitro Italia; il 19 e 20 febbraio Iuter XXX e Full Munny Party; infine il 26 e 27 febbraio si concluderà la serie di 4 week end con la Vans Shop Riot, lo slopestyle contest dedicato ai team dei core shop nazionali. Anche New Era ha subito creduto nel progetto The Shelter creando un Dogear in edizione limitata che solo i più fortunati potranno accaparrarsi. Per prenotare: info@sondrioevalmalenco.it
Sequence Riders AwardS Iuri Podlatchicov per Quiksilver
Eric Willet per Quiksilver
John Jackson ha colpito ancora! Il rider americano è stato premiato dalla prestigiosa rivista americana “US Snowboarder Magazine” non solo come “Rider of the Year”, ma anche come “Jumper of the Year” e per la miglior video part “Video Part of the Year”. Jackson ha commentato così l’ennesimo successo: “Ancora premi? Sono un senza parole, tutto quello che faccio è girare in tavola e mi danno pure dei premi per fare ciò che amo? Sembra incredibile. Non mi sarei mai aspettato di riuscire a vivere della mia passione per così tanto tempo. Amo rideare e voglio ringraziare tutti quelli che hanno reso possibile tutto questo. Love you guys and thanks shredders! Keep up the good vibes.”
Per il secondo anno i nostri fratelli di Sequence Snowboarding hanno organizzato i “Sequence Riders Award 2010”. Nessuna giuria, nessuna tangente, nessun trucco, a votare sono stati gli stessi rider insomma snowboarder che votano snowboarder fantastico! Ecco i risultati: Best Rider: Simon Gruber Best Female Rider: Tania De Tomas Best Under 18: Markino Grigis Best Freerider: Lukas Goller Best Video Part: Matteo Borgardt Best Park Rider: Lollo Barbieri Best Jibber: Tato Chiala Best Pipe Rider: Manuel Pietropoli
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Product FOCUS
VOLKL SQUAD ROCKER158 Option Distribution | Tel. 06 97606206 | marco@option.it | www.voelkl-snowboards.com
Testo: Mattia Piccardi | Rider: Mattia Piccardi | Photo: Courtesy Scuola Sci Monte Bianco
Il top di gamma di casa Volkl non si smentisce nemmeno quest’anno: una tavola senza mezze misura che, dopo un po’ di rodaggio, è capace di dare sensazioni che per ora potete solo sognare. Flex: Tavola molto reattiva e precisa grazie al suo flex deciso, la Squad Rocker si presenta al tempo stesso maneggevole grazie allo shape rocker che permette di gestire ollie, curve e trick in maniera molto fluida. Soletta: Soletta superveloce come da buona tradizione Volkl, pochi vi staranno dietro con la Squad sotto ai piedi! Costruzione/Shape: Twin Tip rocker con curvatura del ponte inverso uniforme, la SQD ha una costruzione sandwich unica, grazie ai fianchetti in legno con strati ammortizzanti. Test in Pista: La Sqd Prime Rocker è una tavola senza compromessi: potente e reattiva negli ollies e sui cambi di pendenza, rapida e maneggevole in curva. La prima caratteristica che colpisce di questa tavola è l’impressionante stabilità, incredibile anche quando il terreno è sconnesso ed accidentato; grazie al suo rocker la Sdq fila piatta e tranquilla come se foste su una pista appena fresata! In curva ha una presa di spigolo molto precisa e, se lavorato bene, il cambio di spigolo è un tripudio di esplosività e accelerazione. Unico piccolo neo, per chi non è ancora abituato al rocker shape: la Sqd gira molto, imparate a dosare la rotazione del vostro corpo durante l’inizio curva se non volete perdere la conduzione (una volta che sentirete il centro della lamina che grippa nel
modo giusto avrete scoperto il trucco).
Test In Freeride: Abbiamo detto che la stabilità è la caratteristica più spiccata della Sqd. Ebbene in fresca non potrete chiedere di meglio! Basta pensare di fare una curva e lei vi obbedirà all’istante! Se sotto al soffice manto polveroso si nascondono tracce del passato (come è successo a noi) con questa tavola non ve ne renderete nemmeno conto perché vola sulla superficie come un surf sull’onda con la punta sempre fuori dalla neve e senza rimbalzare come un canguro. Vi piace surfare fakie in fresca? Con la Sqd sarà un gioco da ragazzi; non c’è bisogno di strani contorcimenti per cambiare spigolo, un leggero-out a fine curva e vi ritroverete comodi comodi già a metà della curva successiva. Test In Park: Precisa e potente sui salti, facile e giocosa sui box. Ecco come si presenta la Sqd sulle strutture. Il suo pop esagerato e facile, grazie al rocker, facilita gli stacchi e gli ollies mentre la sua stabilità permette dei gran recuperi in atterraggio. Un po’ meno immediata è invece la presa di controllo degli atterraggi dalle rotazioni: come abbiamo detto la Sqd gira molto, occhio quindi alle revertate! Ringraziamo Mattia Piccardi e i maestri della la Scuola di Sci e Snowboard Monte Bianco di Courmayeur per la gentile collaborazione.
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Product FOCUS
YES SNOWBOARDS Wood Morning S.r.l. | Tel/Fax 06 43251922 | wmorning@gmail.com | www.woodmorning.eu
Flex: Tavola reattiva dal pop esplosivo grazie al camber tra gli attacchi ma allo stesso tempo estremamente piacevole nei flat tricks grazie alla grande gestibilità di punta e coda. Soletta: Veloce anche sulle nevi feltrose (appena cadute) e umide. Costruzione/Shape: Tavola twin tip dallo shape molto intelligente con punta e coda decisamente rocker e camber tradizionale tra gli attacchi; la lamina back side più sciancrata di quella frontside permette di gestire al meglio la conduzione e le traiettorie in ogni andatura. Test in Pista: La prima sensazione che si prova salendo sulla The Dudes è un grande contatto con il terreno. Il suo particolare shape, infatti, fa sì che, a tavola piatta, la zona di soletta direttamente al di sotto dei piedi sia l’area sulla quale si scarica tutto il peso del rider. Il risultato è una sensazione di grande controllo e stabilità. In fase di curva la presa di spigolo è buona, anche se si sente che le estremità non mordono il terreno al pari di una tavola camber tradizionale. Del resto proprio la forma rocker di punta e coda permettono una grande maneggevolezza nella gestione delle traiettorie (in particolare sulla lamina back side, più sciancrata di quella frontside), mentre la velocità nel cambio lamina è agevolata dal ponte del centro tavola.
154 THE DUDES
Test In Freeride: Il terreno in cui la The Dudes dà il suo massimo è in Backcountry. Nonostante la misura contenuta (potete benissimo usare una 154 al posto della vostra solita 157 – 158) questa tavola galleggia a meraviglia anche su nevi leggere. Nello stretto dei boschi è rapida e maneggevole, in campo aperto e ad alta velocità vola sulla superficie della neve; in uscita di curva basta un po’ di pressione in coda e la The Dudes cambia al volo ed istantaneamente direzione e spigolo. In atterraggio da cliff e salti questa tavola è sorprendente: anche con un landing poco pendente o in caso di errore difficilmente questa tavola si infossa innescando la classica serie di “frontflip face-plant”. Infine se vi piace rideare in switch in fresca con la The Dudes avrete vita facile, essendo un twin-tip dalle estremità rocker. Test In Park: La maneggevolezza della The Dudes si gode anche nei flat tricks: rotazioni, press, manuals, quasi tutti gli standard del freestyle piatto sono semplici ed accessibili. Sui box il suo particolare shape rende semplici i press, stabili i boardslide e accessibili le rotazioni in e out. Sui salti dritti la stabilità di cui si è parlato dà una grande sicurezza sia sul kicker che in atterraggio, mentre sulle grandi rotazioni non è sempre del tutto immediato trovare il giusto controllo per non revertare in atterraggio: va detto però che rispetto alle tavole rocker con la The Dudes basta un po’ di pressione sullo spigolo per bloccare lo spin.
Testo: Mattia Piccardi | Rider: Mattia Piccardi | Photo: Courtesy Scuola Sci Monte Bianco
Bella (graficamente), divertente, si prende subito confidenza con la The Dudes. Se cercate una tavola freestyle con spirito backcountry sicuramente questo è uno dei migliori prodotti sul mercato.
FLUX BINDINGS RK30 Wood Morning S.r.l. | Tel/Fax 06 43251922 | wmorning@gmail.com | www.woodmorning.eu
Highback: morbido e anatomico, segue i naturali movimenti dell’articolazione e fornisce il giusto appoggio in back side. Straps: molto fascianti e poco invasive; la strap di caviglia chiude bene lavorando proprio in corrispondenza dell’articolazione. L’unico aspetto negativo che abbiamo riscontrato sta nella posizione della strap di caviglia e del suo millerighe rispetto allo spoiler: quando si mette il piede nell’attacco spesso il millerighe finisce dietro al polpaccio, il che rende l’operazione di chiusura un po’ laboriosa.
Comodo, facile da regolare, naturale e confortevole, l’RK30 è un ottimo attacco per il freestyle. Highback morbido e anatomico, strap avvolgenti, base solida, insomma l’attacco che qualsiasi jibber, amante dei box e dei flat tricks, stava cercando!
Piastra Base: solida e stabile pur senza irrigidire la tavola nella zona di appoggio, il gas pedal e gli strati ammortizzanti rendono il riding molto maturale; il sistema di copertura e protezione delle viti per la regolazione degli spoiler è molto ingegnosa. RIDING: Abbiamo provato l’RK30 sia
in park che in pista e in powder. Le sue migliori prestazioni le ha espresse nell’esecuzione dei flat tricks e sui box proprio grazie alla grande libertà i movimento che il suo flex permette (pur garantendo un ottimo controllo dovuto soprattutto alla piastra base piuttosto solida). Sulle strutture più grosse del park ed in particolare sui kicker l’RK30 si è dimostrato molto permissivo in fase di stacco e di innesco delle rotazioni, ma anche poco invadente in caso di atterraggio un po’ duro: la strap di caviglia, infatti, non limita l’articolazione neanche in caso di piegamento esasperato. In pista e in powder la sua versatilità si traduce in una sensazione si comfort e naturalezza; se cercate però un attacco da mettere a ferro e fuoco con carvate da slalom gigante sappiate che l’RK30 ha uno spoiler non all’altezza delle vostre esigenze. Ringraziamo Mattia Piccardi e i maestri della la Scuola di Sci e Snowboard Monte Bianco di Courmayeur per la gentile collaborazione.
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Nitro MEETING
NITRO MEETING Testo Nicolò Balzani | Photo: Nicolò Balzani e George Boutall
Val Gardena 13/16 Dicembre
Il meeting internazionale Nitro in Italia, ghiotta occasione che non mi posso lasciare sfuggire per nulla al mondo. Salgo sul mio bolide rosso e, dopo 5 ore, eccomi a Santa Cristina località Monte Pana! Alla reunion sono presenti tutti i distributori europei e mondiali del famoso marchio creato da Tommy Delago e Joseph “Sepp” Ardelt compreso il boss per l’Italia, Edo Sgarbossa, i suoi fedeli scudieri cioè i rappresentati regionali e Max Gionco, con simpatica fidanzata al seguito.
NITRO BOARDS & BINDINGS 2011/2012: MAX GIONCO Max Gionco tra le tavole della nuova collezione
La hall dell’elegante Hotel e colma di tutto il materiale tecnico del prossimo inverno e da subito si capisce che le novità non mancheranno a cominciare dalle colorazioni del topsheet delle tavole che, parzialmente, abbandonano i colori scuri degli anni scorsi, per far spazio a quelli brillanti e accesi (arancione e rosso). Mr. Gionco, vedendomi così interessato, subito mi presenta le boards news: “La nuova linea Nitro per il prossimo inverno sarà suddivisa: 40% Camber tradizionale, 27% di Gullwing e 33% Camber Zero. L’High Light è la nuova linea di tavole Factory, dove vengono presi i modelli T1 (153cm), Team (160 cm), Team Wide (162 cm) e Rook (156 cm), mantenuti gli shape ma implementati con costruzioni interne super evolute contenti il top tecnologico sviluppato quest’anno da Nitro. Novità interessante sono le tavole Thief, che vanno a sostituire la gloriosa Misfit, con camber tradizionale, shape molto simile a quello della Team ma più aggressivo e con la larghezza al centro che va ad incrementare a secon-
da delle lunghezze. Invece, per quello che riguarda la nostra linea Pro One Off, sono aumentate di numero grazie all’aggiunta del modello di Swoboda (Swindle 152), le super street firmate da Ben Bilocq (Subzero 148) e Anton Gunnarsson (Swindle 155). Dopo il successo dell’anno scorso riproponiamo le Addict, tavole con camber Gullwing, sempre in larghezza sia standard che wide e sempre disponibili anche nelle versioni Pro Series con delle grafiche (veramente da paura n.d.r.) realizzate Dennis McNett” Invece per gli attacchi che novità ci sono? “Quest’anno Raiden ha investito parecchio budget grazie soprattutto ad un mercato di forte espansione. Ogni attacco della collezione è diverso dagli altri, pochissime featuring rimangono standard per tutti i modelli. La cosa interessante è che ogni attacco ha uno spoiler nuovo e differente! Il sistema a due viti è stato ulteriormente sviluppato ma la novità novità assoluta, presente negli attacchi top di gamma, è l’inserimento di un canting di 3° all’interno dei cuscinetti Air Dampening ammortizzanti.”
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Nitro MEETING
NITRO BINDINGS & BACKPACK 2011/2012: FLORIAN LANG Il giorno seguente, colpito dalle parole di Mr. Gionco cerco di scoprire altri segreti della collezione Raiden, quindi mi faccio presentare a Florian Lang il tecnico per gli attacchi e per gli zaini. Florian, dopo anni di esperienza in Burton, è approdato in Nitro conferendo ai bindings una ventata di novità, che in pochi anni, ha portato il brand ad avere poca concorrenza sotto l’aspetto qualitativo e di performance! Allora Florian ho visto che quest’anno avete fatto spoiler differenti per ogni vostro attacco, quail sono i motivi di questa scelta? “Abbiamo sviluppato tutti i modelli top gamma in maniera differente e, nel dettaglio, questo è evidente negli spoiler progettati ognuno a seconda del tipo di riding e della funzione. Ogni modello di spoiler è ben riconoscibile e permette una differente risposta, più o meno rigida a seconda delle necessità, così facendo ci sono prodotti più responsivi per il freerider e più morbidi per il freestyler. Ci teniamo ad innovare i prodotti per offrire sempre qualche cosa di diverso anche a livello di look!” Da quello che mi stai dicendo significa che Nitro crede tanto in questo mercato, giusto? “Assolutamente si! È un mercato in continua e forte ascesa, anche se vendiamo più tavole che attacchi per noi è importante far capire che siamo un brand completo: ottime tavole ma anche di ottimi attacchi. Il nostro scopo è quello di creare prodotti adatti a tutti i livelli di riding ma anche duraturi nel
Florian Lang tra le sue amate creazioni!
tempo e per questa ragione creiamo tecnologie sempre nuove.” Puoi dirci le tre caratteristiche dei modelli per il prossimo inverno? “Ci tengo a precisare che quando noi pensiamo ad una novità tecnologica la immaginiamo per tutti I modelli della gamma, non solo per quelli top. Quest’anno ci sono molte novità e limitarmi a tre singole caratteristiche è un pò riduttivo, se devo sceglierne tre partirei con il sistema ammortizzante che incorpora al suo interno un canting inclinato di 3°, per proseguire con il Cable Rachet, un cavo
d’acciaio inserito nel millerighe e nelle strap che rafforza e protegge dalle rotture, ed infine come già spiegato, i nuovi spoiler.”
Visto che “sono sul pezzo” e vedendo una ricca collezione di zaini, quasi il doppio degli anni precedenti, mi faccio raccontare le novità in questo reparto! Invece per gli zaini, vedo che la collezione è stata allargata, quali altre novità ci sono? “Abbiamo allargato la collezione ma anche l’offerta di colorazione, questo è dovuto al successo delle vendite. I no-
stri zaini sono stati venduti bene, non solo come zaini da montagna, ma anche come prodotti da città o per le più svariate attività, questo lo testimoniano gli ottimi risultati al di fuori dei classici boards shop. Stiamo seguendo le scelte e le volontà del mercato che richiede più colorazioni e una diversificazione di modelli. Il nostro vantaggio rispetto a marchi tradizionali di zaini è la possibilità di creare stampati originali, capacità ereditata dalla nostra esperienza nell’abbigliamento, che rendono i nostri prodotti 2011/2012 sicuramente altrettanto particolari ed interessanti per qualsiasi tipo di utenza finale.”
OUTERWEAR 2011/2012 Capi della nuova collezione outerwear
Un accenno va sicuramente dato alla linea abbigliamento che vede dalla prossima stagione la collaborazione con Primaloft™, marchio di prestigio e garanzia di qualità, tenuta e impermeabilità. Anche in questo segmento Nitro ha visto un incremento di vendite che le hanno permesso di aumentare la collezione, a mio parere molto particolare e colorata! La caratteristica che mi ha maggiormente colpito è stata la nuova ghetta regolabile con chiusura spostata, dalla posizione classica in vita all’altezza del femore, per uno stile ancora più long! Per il resto la linea è caratterizzata da forme asimmetriche, slim style soprattutto al maschile… segno del cambio delle mode e dei tempi, direi che non mi stupirei affatto se dovessi vedere in giro per il centro di Milano completi Nitro!
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Nitro MEETING
NITRO BOOTS 2011/2012: SERGIO STRAMARE ba” Zerbini (rappresentate per l’Emilia Romagna) che cerca di togliermi di dosso gli ultimi amletici dubbi sulla collezione e colgo l’occasione per assoldarlo come Ufficial Board Tester for The Pill Magazine. A raccontare la nuova linea boots c’è un’italiano, Sergio Stamare, che da lì a poco svelerà le novità del prossimo inverno chiamate Select e Reducer! Sergio è una persona estremamente disponibile, quindi finito il meeting, lo vado a stanare ed ecco come e cosa risponde alle mie domande: Ciao Sergio quale è il tuo esatto ruolo in Nitro? “Responsabile
dello sviluppo e product manager degli scarponi Nitro, sempre sotto la supervisione di Tommy Delago.”
Sergio Stra Mare
Dopo la chiacchierata con il gigante Florian, sarà alto circa 2 m, non vedo l’ora di scoprire altre meraviglie Nitro. Mi dirigo al meeting degli scarponi accompagnato dal buon Andrea “Zer-
Allora raccontaci le nuove tecnologie che avete progettato per il prossimo anno e che saranno presenti nei modelli Select e Reducer? “Il nuovo mo-
dello costruttivo si chiama Reducer Constructions, una costruzione a 360° ultra avvolgente, che si sviluppa attorno alla forma del piede e trova nel modello Select la sua massima espressione. Lo scopo è
quello di sviluppare una scarpa più anatomica possibile, soprattutto intorno al tallone che è la parte più sollecitata, prendendo spunto dalle calzature da tracking. La tecnica costruttiva parte dall’intersuola, la parte più sollecitata di un boot addetta ad assorbire gli impatti e sorreggere il piede, per poi svilupparsi sul resto del boot. La scarpetta interna non è fusa con lo scafo ma non risulta estraibile, il tutto per garantire l’isolamento e il comfort che solo un prodotto multistrato può offrire. La regolazione di tutta la scarpa (tomaia + scarpetta) è permessa da fettucce regolabili. Lo scopo finale del Reducer Constructions è la possibilità di diminuire il volume della scarpa in termini di lunghezza e di larghezza, con una riduzione della lunghezza di circa 10/12 mm rispetto ai modelli tradizionali.” Il concetto non sembra tanto lontano da quello realizzato da altri brand, cosa pensi?
“La base di partenza non è stata quella di andare a copiare nessuno, noi siamo partiti dall’idea di creare un boot anatomico con un volume contenuto. La cosa che penso ci differenzi è la base di partenza, infatti
il tutto nasce dall’intersuola, attorno alla quale siamo andati a sviluppare il resto della scarpa (tomaia, soletta, etc. etc.). Per altri boots brand la suola è una delle ultime parti inserite nell’assemblaggio della scarpa per noi è l’esatto contrario. Ribadisco, non c’era idea di copiare ma di dare maggior anatomicità.” Tu che vai spesso in Cina, come è la qualità dei prodotti realizzati in Asia?Il preconcetto che i prodotti Made In China siano di qualità scadente quanto è reale? Posso dire che
è un’idea assolutamente falsa, per il semplice motivo che i progetti li decidiamo noi, li sviluppiamo noi e decidiamo noi come farli. Le specifiche tecniche che noi decidiamo di utilizzare vengono attuate in maniera molto scrupolosa da me e dai miei collaboratori che osservano in prima persona tutto il processo produttivo. Tutto quanto, dal disegno iniziale al prodotto finale, è scelto e stabilito da noi, in fase di produzione il nostro team verifica l’applicazione delle direttive e il prodotto finale è sicuramente di qualità. In Cina c’è indubbiamente una grande professionalità difficile da trovare altrove!
Dettagli della nuova collezione boots
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Nitro MEETING
TEST Tutti i pomeriggi sono stati dedicati ai Board Test e, come anticipato, mi sono fatto aiutare da Andrea Zerbini aka Zerba che ci racconta le sue sensazioni sulla nuova linea. Ma prima una doverosa presentazione: Andrea che collabora con Nitro da solo un anno ma ha dimostrato un’ottima conoscenza del prodotto e altrettante ottime capacità commerciali. Zerba è anche un rider super in pompa che gira in quel di Obereggen dove si diverte girando tra i jump del park. Se a tutte queste qualità si somma un carattere solare, tipico del bolognese doc, ecco la ricetta perfetta per il tester ideale di The Pill Mag! Qui di seguito i suoi commenti alle tre tavole provate: Team 155 Gullwing - Camber Gullwing “La Team è una tavo-
la storica della gamma Nitro ed è una della “Best Seller” degli ultimi anni. Anche per il prossimo inverno sarà disponibile con camber Gullwing che Standard! Le lunghezze disponibili sul mercato saranno 152 cm - 155 cm - 157 cm - 159 cm - 162 cm, mentre la versione Wide sarà distribuita nella misure 157 cm - 159 cm - 162 cm - 165 cm. Un’anteprima delle tavole 2012
La Team è ideale per il Freestyle All Round grazie ad uno shape Twin Directional con base sinterizzata. Durante i test ha confermato le sue caratteristiche di versatilità, ideale per qualsiasi tipo di terreno, ed un pop un pò più reattivo rispetto al modello precedente. Testandola ho avuto la chiara sensazione che possa essere la compagna ideale per tutti i rider che vogliono progredire, fare un salto di qualità, verso un riding un pò più performante, con un range di utilizzo ancora più ampio, dai salti alla fresca senza difficoltà. La lunghezza che ho testato (155 cm) mi sento di consigliarla anche per strutture grandi, bisogna considerare che le attuali tipologie costruttive realizzate da Nitro permettono un riding ottimale anche con misure più corte rispetto al passato.” Thief 155 - Camber Standard
“La tavola ha il compito di sostituire la Misfit, ideale per un livello di riding medio/alto, per gente che esige tanto e vuole girare grosso! Camber standard, shape Twin Directionl con base sinterizzata ed un flex medio/rigido per il rider che ama spingere e pompare come il sottoscritto!
Personalmente mi ha dato molte soddisfazioni, ad ogni mia sollecitazione la tavola ha sempre risposta prontamente. La caratteristica primaria di questo modello è la larghezza progressiva (Progressive Width) che fa del 155 una tavola di larghezza standard, del 158 una mid wide e del 163 una wide. Disponibile nelle misure 155 cm - 158 cm e 163 cm.” Black Light 157 Gullwing - Camber Gullwing “Tavola
Mid-Wide veramente fantastica! È il top di gamma per quello che riguarda il segmento Freestyle All Mountain by Nitro. Con lei ai suoi piedi mi sono proprio divertito e la sua ottima reattività non è andata a discapito della maneggevolezza! Tavola facile da governare nonostante il pop aggressivo grazie all’anima PowerLight e le fibre di basalto che la rendono leggerissima, una delle più leggere in commercio! La consiglio per un livello di riding intermedio ed ideale sia in freestyle che freeride, dove il camber Gullwing la fa galleggiare che è un piacere. Anche questo modello, come la Team, è Twin Directional ed è disponibile sia Gullwing che con camber tradizionale nelle misure 157 cm - 160 cm - 163 cm.”
CONCLUSIONI Spesso, anzi troppo spesso, mi capita di vedere e dover giudicare prodotti, hardgoods e softgoods, simili e ripetitivi stagione dopo stagione, con l’unica differenza data dalle varianti di colore e con modifiche tecniche quasi impercettibili… ecco questo non è il caso della linea Nitro Snowboards 2011/2012. L’azienda ha investito molto, soprattutto in fatto di boots e bindings, per creare interesse e novità. La cosa più interessante è che ogni singola innovazione è stata fatta con criterio e con la chiara idea che potrà portare solo grandi soddisfazioni perché, in fin dei conti come diceva Andi Aurhammer nella sua intervista: “La passione è il segreto per fare di un buon lavoro un ottimo lavoro”… in Nitro non manca certamente! I miei ringraziamenti e quelli di tutta la redazione di The Pill Mag vanno a Edo Sgarbossa, per l’invito e per aver creduto in una rivista con soli pochi mesi di vita, e a Max Gionco per le sue attente spiegazioni tecniche!
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Manager ITW
ANDI AURHAMMER Testo Nicolò Balzani | Photo: George Boutall
Nitro Marketing non vogliamo imporre un tipo particolare di camber a nessuno, per questa ragione offriamo tavole con diversi tipi di camber a seconda del riding. Abbiamo promodel, tavole utilizzate giornalmente dai nostri rider, che hanno lo Zero Camber, altre con quello tradizionale e altre ancora con il Gullwing, questo per fare capire che le nostre scelte e quelle dei nostri rider non sono limitate. Il mercato è veramente vario, per esempio in Giappone stanno andando alla grande le tavole con camber positivo mentre in Germania si vendono solo con Zero Camber, sarà difficile capire come andrà in futuro ma sicuramente un buon equilibrio tra queste tecnologie sarà la scelta vincente. Quest’anno abbiamo visto una linea di prodotti con colorazioni più vivaci rispetto agli anni precedenti, quali sono i motivi della scelta? Quest’anno
Andi a Cortina durante le riprese di rally con Fiat Abarth
Nelle serate passate in Val Gardena sono andato a caccia di altri personaggi e ulteriori informazioni riguardanti la nuova collezione, ed è stato impossibile non imbattersi in Andi Aurhammer, coordinatore Marketing di Nitro, un tipo veramente easy che non sembra nemmeno che abbia studiato in America ed abbia girato il mondo per lavoro prima di approdare cinque anni fa in Nitro. Andi durante i marketing meeting ha sfoderato statistiche impressionanti riguardanti l’importanza della rete internet per l’attuale successo del brand, ecco cosa mi ha raccontato: Ciao Andy, che significa lavorare per Nitro Snowboards?
La mia mansione in Nitro è un perfetto mix tra passione e lavoro, credo che la passione sia il segreto per fare di un buon lavoro un ottimo lavoro. Bisogna considerare che nell’Headquarter Nitro non siamo in tanti e quindi tutto è più semplice, quando a qualche d’uno viene una buona idea si va direttamente da Tommy (Delago) e ci si confronta. Nella sede di Seattle il metodo lavorativo è il medesimo, la cosa più positiva è che si collabora da tanto tempo con le stesse persone questo aiuta veramente tanto nello sviluppo del lavoro. Il mio compito all’interno dell’azienda è molto più vasto di quello che si può pensare, questo può essere stancate da una parte ma molto produttivo dall’altra, così non si hanno troppi passaggi di consegne e inevitabili perdite di tempo. Nelle statistiche che ci hai proposto qui al meeting Nitro hai sempre sottolineato quanto fosse importante internet nelle vostre strategie di marketing, ma quanto è importante invece la carta stampata?
Voglio essere onesto! Apparire su magazine seri come Sequence è importante, ci dà un ottima visibilità per far crescere il marchio e, se siamo arrivati ad essere uno dei marchi più importanti del settore, lo dobbiamo anche agli ultimi 20 anni di investimenti sulla carta stampata. Oggi internet è un modo veloce e pratico per arrivare ad informare la gente sui nostri progetti e sulle nostre iniziative. Prendiamo l’Air&Style di Pechino che è stato trasmesso on line, qui l’informazione sull’evento è stata immediata, non si è dovuto aspettare la scadenza mensile tipica di un giornale per avere i risultati del contest e i video report, questo è un esempio di quanto internet stia entrando nella cultura giovanile e di ogni rider. Poi un altro punto a favore di internet è il costo, che è praticamente nulla rispetto a quello della carta stampata (p.s: per questo le nostre riviste sono FreePress!). Ovviamente la perfetta combinazione oggi è avere visibilità su più media possibili che siano cartacei o meno, anche se il futuro lo vedo decisamente orientato sul web!
Sempre dalle statistiche, si è potuto appurare che gran parte dei linking che arrivano al vostro sito provengono dai blog o dai siti dei vostri rider (Eero Ettala IN PRIMIS), quanto è importante per l’immagine del vostro marchio collaborare con un team così importante?
Importantissimo, basti pensare che l’80% del budget che ho a disposizione lo investo nel Team! Il nostro Team è l’immagine che diamo di noi all’esterno e al mercato! L’immagine che danno i nostri rider attraverso i social network e i loro siti è fondamentale per noi, abbiamo visto come ci sia una forte corrispondenza tra un aumento della loro visibilità (attraverso video part, video interview e foto) e l’aumento di visite sul nostro sito o di ricerche sui motori di ricerca del nostro marchio. Creare con i rider un rapporto leale e di fedeltà è fondamentale nella filosofia di Nitro e questo premia sia loro che noi! Quanto è importante il Gullwing camber per voi e quanto lo sarà in futuro? Prima di tutto
ci tengo a precisare che il Gullwing Camber non è un rocker! In Nitro
abbiamo variato i temi grafici, pur non abbandonando i nostri colori istituzionali, sono state aggiunte colorazioni più vivaci (rosso, arancione). Io sono stato uno dei primi sostenitori di queste nuove colorazioni, ma devo ammettere che abbiamo ricevuto questo imput dai nostri clienti, soprattutto i giovani, che ci hanno richiesto un maggiore gamma di colori dopo anni di All Black All Over. Raccontami la partership che avete istaurato con Fiat e Abarth? Con Fiat è partito tutto 3
anni fa grazie al progetto Nitro RoadWorrior, la collaborazione è andata molto bene anche per la visibilità che ha avuto a livello mediatico (video e foto), quindi con il passare del tempo è crescita fino ad arrivare ad oggi dove il marchio di Torino ha deciso di creare un modello di Doblò e Cubo by Nitro. Avvicinarci ad un brand così importante è stato per noi fondamentale, ha dato a Fiat la possibilità di aprirsi verso un mercato giovane e a noi mostrare il nostro brand su vari modelli di macchina, il Doblò by Nitro poi è realizzato un prezzo ragionevole e questo si ricollega alla mentalità giovanile di Nitro Snowboards! Il discorso con Abarth è completamente separato da quello con Fiat. Con i responsabili Abarth ci siamo messi a chiacchierare ad una fiera e da lì è nato tutto, crediamo anche in questa partership perchè è, anche in questo caso, diretta ad un target giovanile.
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Winter STATISTICS
WINTER STATISTICS Testo: Nicolò Balzani | Grafici: George Boutall
2009 /2010
Abbiamo chiesto a cinquanta board shop italiani di svelarci, in maniera del tutto anonima e attraverso alcune domande, i loro numeri di vendita della passata stagione invernale 2009/2010. Dalle risposte ricavate abbiamo poi estrapolato questi 8 interessanti grafici.
CAMBER INVERSO VS. CAMBER TRADIZIONALE Percentuale di vendita delle tavole rocker (camber inverso) rispetto a quelle con il camber tradizionale ?
Questo primo grafico mostra, in maniera esauriente, il “conflitto di vendita” tra le tavole con camber tradizionale e quelle con camber inverso. Come
appare lampante la vittoria è stata ad appannaggio del camber inverso che, nelle sue varie forme a seconda dei board brand che lo producono, risulta il più venduto con il 73% contro il 27% di quelle tradizionali. Moda o tecnologia duratura nel tempo?
CHI COMPRA DI PIÙ L’HARDGOODS? Percentuale di vendita di prodotti tecnici (Tavola, Attacchi, Scarponi) tra uomo, donna, bambino? La risposta sembrava scontata e infatti le cifre confermano le supposizioni
iniziali. I prodotti tecnici sono comprati in larga maggioranza dal popolo maschile con 82% delle vendite, seguiti dalle donne con 11% e bambini il 7%.
BOARD RANGE In quale range di prezzo si collocano le vostre tavole più vendute? Spesso si parla di tavole primo prezzo, tavole promodel e tavole top di gamma, ma in realtà quali sono le più vendute? Da questa domanda siamo partiti per creare il seguente grafico e, visto la vastità di prezzi,
abbiamo diviso le tavole vendute in 3 range: - Sotto i 300 € - Tra i 300 e i 500 € - Sopra i 500 €. I risultati sono abbastanza sorprendenti, con il 44% per il board range sotto i 300€, 41% tra 300 e 500€ mentre, il rimanente 15%, per quelle sopra i 500€.
L’ACCESSORIO PIÙ VENDUTO? Quali tra i seguenti accessori, maschere, protezioni, zaini, guanti, vengono venduti maggiormente? Abbiamo elencato i quattro accessori a nostra discrezione più importanti cioè, maschere, protezioni, zaini,
guanti e abbiamo dato ai negozianti la possibilità di selezionarne i più importanti (al massimo 2). Le maschere hanno ottenuto il 51% delle preferenze, seguito dalle protezioni al 33%, guanti al 12% e zaini al 4%.
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Winter STATISTICS
APPAREL PIÙ VENDUTO? Quali dei seguenti Apparell vengono venduti maggiormente?
Per Apparel si intende tutta quella serie di vestiti non prettamente tecnici. Anche in questo caso abbiamo elencato i quattro prodotti, a nostra discrezione,
più importanti. I capi in “concorso” erano: T-shirt che ha ottenuto il 44%, le Cappellini con il 31%, Felpe 16% e una categoria definita Altro, scelta visto la vasta quantità di prodotti minori disponibili, che ha ottenuto il 9%.
NEW ACTION SPORT Quale tra i seguenti action sport, kite surf, wake board, surf, freeski e bike downhill ha avuto, all’interno del vostro punto vendita, un aumento di visibilità ed importanza?
In questa domanda abbiamo escluso di
proposito lo snowboard. Tra i cinque sport proposti la percentuale più alta è stata per il Kite Surf (36%) seguito dal fratello Wake Board (26%), a seguire le Downhill Bike (21%), Surf (12%) e, abbastanza sorprendentemente ultimo, il Freeski (5%).
L’IMPREMEABILITA’ E ABBIGLIAMENTO TECNICO? Quante colonne d’acqua (mm) hanno i capi tecnici (giacche e pantaloni) da voi più venduti?
Sinceramente credevamo poco in questa statistica, invece tutti i negozi interpellati hanno risposto senza esitazione.
L’abbigliamento tecnico più venduto risulta essere quello con un range di impermeabilità tra i 5.000 mm e i 10.000 mm con il 48%, subito seguito da quello con oltre 10.000 mm al 45%, mentre sotto i 5.000 mm il rimanente 7%.
SNEAKERS Didascalia Da Inserire
In quale percentuale è cresciuto il mercato delle sneakers nella passata stagione? Il mercato delle sneakers è in ascesa, su questo non ci sono dubbi, ormai sono una moda uno status symbol a cui nessuno riesce a sfuggire. In tutte le nostre città se ne vedono di nuove ogni mese, c’è chi investe dei veri e propri
patrimoni per impossessarsi dell’ultimo modello, da qui nasce la nostra domanda. Abbiamo dato tre possibilità di crescita di vendita e dal diagramma si nota che: - Il 69% dei negozi hanno avuto una crescita che è compresa tra il 10 e il 30% - Il 26% hanno avuto un incremento tra il 30% al 50% - Solo il 5% oltre il 50% di aumento nelle vendite
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Burton MEETING
BURTON MEETING Dealer 2011 Testo: Nicolò Balzani | Photo: Denis Piccolo
Il mio pensiero, mentre salgo con Denis verso Bormio, è banale ma quanto mai vero: “Nello strano mondo delle tavole da neve passano le mode, passano gli anni, passano i rider e l’unica cosa che rimane è Burton!”. Cavolo, cavalco questo mondo da ormai un ventennio e mai nessuno ha messo in dubbio il valore di questo straordinario brand, anzi, ho la certezza che ben pochi possano evitare di rimanerne affascinati. Nella tranquilla cittadina valtellinese ci aspettano un paio di giorni per scoprire la collezione del brand di Jake Burton Carpenter per il prossimo inverno 2011/2012, insieme a noi ci sono alcuni agenti e una quarantina dei dealers italiani provenienti da tutta Italia. Girando per l’albergo s’incontrano negoziati belli gasati per l’imminente
board test, tutti quanti controllati e supervisionati dal comandante supremo delle forze armate Sport Agency, Laura Lodigiani (Pr Burton Italia). Il resto delle forze è in tenuta da combattimento, da Nicola Borella a Christian Cagnoli, tutti super indaffarati nell’organizzazione che, bisogna ammettere, è davvero impeccabile come lo
splendido albergo che ci ospita. La sera nevica e l’idea di poter testare le tavole in powder eccita tutti, tranne il sottoscritto ancora inguaiato con il menisco! Il mattina successiva a fatica riusciamo a raggiungere in macchina gli impianti di Bormio 2000, ma i potenti mezzi della Jpg Edizioni non si fermano davanti a nulla, figuriamoci per
dei test così importanti! Una volta giunti a destinazione i tendoni, con tutte le esclusive “primizie” 2011/2012, sono ben piazzati e ad attenderci in un grandissimo magazzino vicino alla partenza degli impianti, punto di partenza ideale per tutti i dealers, pronti a conquistare la montagna in compagnia delle nuove tavole di casa Burton.
BOARDS & BINDINGS Mentre tutti sono in giro a divertirsi io acchiappo al volo Claudio Casella, da 21 anni rappresentate per l’Emilia Romagna, per farmi raccontare quali fantastiche innovazioni ha creato il brand per quello che riguarda il reparto tavole ed attacchi! Quali sono gli hightlight delle tavole Burton per il prossimo inverno? Partirei subito parlandoti della nuova tecnologia denominata Squeezebox, applicata ad un numero limitato di modelli, che ha la caratteristica di rendere la tavola un po’ più spessa appena oltre alla zona d’appoggio dei piedi. L’area, appena fuori dallo stance, è la più importante, quella dove si caricano gli appoggi per gli ollie e, rendendola un filo più rigida, si guadagna in stabilità e nel pop, aumentando la manovrabilità e il flex nella zona sotto i piedi. Lo Squeezebox lo si può trovare, in alcuni nostri cavalli di battaglia, come la Joystick e la Custom. Questo tipo di tecnologia abbinata ad un’altra, chiamata Side Effect, è destinata alla linea Nug. Una tavola con il Side Effect ha la stessa lamina effettiva di altri modelli con lunghezze grandemente superiori. Per esempio, la Nag 146 e la Custom 156, oltre ad avere la stessa larghezza al centro, hanno anche, praticamente, la medesima lamina effettiva. I vantaggi che si possono ricavare dall’abbinamento di queste due tecnologie sono: una risposta più diretta e inversioni più rapide. Tavole con il camber tradizionale? Anche quest’anno Burton non trascura nessun tipo di camber. La Aftermath, All Mountain Twin Tip, è la tavola con il ponte tradizionale su cui puntiamo di più ed
Claudio Casella insieme al nuovo Diode con il sistema Hinge e lo spoiler in carbonio
è collocata, nella gamma, appena al di sotto della Custom. Anche la Aftermath è realizzata con il sistema ICS, l’interfaccia ideale per poter montare i nostri attacchi EST. Il sistema ICS è stato ulteriormente ampliato su quasi tutta la linea di tavole del prossimo anno, giusto? Si, ormai quasi la totalità della gamma utilizza questa tecnologia! Solo su pochi modelli, come la Blunt, è rimasto il sistema tradizionale di fissaggio dell’attacco. Oggi il sistema ICS/EST, dopo qualche diffidenza iniziale, è
diventato uno standard di mercato. Passando agli attacchi? La novità più importante riguarda il sistema Hinge che permette alla talloniera di flettersi/muoversi seguendo il movimento laterale del piede. Con questo sistema si sensibilizza ancora di più l’attacco, soprattutto negli ollies, aumentando il felx proprio sotto i piedi. La tecnologia Hinge è applicata sui modelli Diode e Malavita. Altra nuova novità è l’Heel Hammock, situata all’interno dello spoiler, che permette una maggior ritenuta del tallone sull’attacco, una minor tensione dell’Ankle Strap
e una maggior trasmissione di potenza. Infine abbiamo l’Autocant, un sistema di cant inclinato verso l’interno. La tecnologia è sviluppata nel nostro Sensory Bad (il pad della base dell’attacco) e permette alle gambe di rimanere nella loro angolazione più naturale. Per quello che riguarda gli spoiler quali altre novità ci sono? Burton ha ideato lo Zero Line Highback, uno spoiler praticamente dritto! Gli spoiler tradizionali avevano la prerogativa di essere inclinati in avanti di circa 13°, con questa tecnologia invece, hanno solamente 3° di inclinazione frontale!
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Burton MEETING
Claudio Casella presenta la nuova collezione Burton 2012
BOOTS Giorgio Marconi, lavora per Burton da cinque anni e si occupa del centro Italia, a lui il compito di raccontarmi le novità del settore boot. Spiegami le novità by Burton per il prossimo inverno e, nel dettaglio, cos’è la costruzione Total Comfort? Moltissime novità e sinceramente dirtene solo alcune sarebbe riduttivo. Partirei, appunto, dal sistema Total Comfort Construction che permette di rimanere con il piede caldo e comodo per tutta la giornata di riding, grazie al fatto che la parte anteriore vicino alle dita dei piedi è più larga e c’è maggior libertà di movimento delle dita. Questo tipo di sistema lo si trova nei modelli di alta gamma tra cui lo Ion!
impermeabilizza esteriormente il boot. Questo sistema è inserito in tutti i modelli della gamma, in modo tale che anche il principiante possa avere il piede asciutto e caldo per tutta la giornata. Vista la sensibilità che ha Burton nei confronti dei problemi ambientali, saranno utilizzate le nuove suole esterne EcoStep, realizzate da Vibran al 70% di materiale riciclato!
CONCLUSIONi Finite le interviste mi soffermo a parlare con alcuni negozianti che sono tutti
quanti ampiamente soddisfatti dei test in pista: c’è chi ha seguito il local numero 1, Pietro Colturi, tra i boschetti di Bormio e c’è pure chi, invece, ha avuto il coraggio di buttarsi in park. L’aria che si respira è senza dubbio euforica e di puro shredding, d’altronde quando il binomio neve/tavola è al top la ricetta è sempre vincente. Due tavole soprattutto sono andate completamente a ruba: le nuove Fish, tavole da freeride che hanno colpito anche per la loro versatilità, e le tavole della linea Nug, leggere e maneggevoli in fresca come sui terreni accidentati, chi le ha testate è ritornato con il sorriso sul volto,
scommettendo sul sold out dopo poche settimane in negozio. Nel pomeriggio tutti in sauna o a concedersi un massaggio fino alla sera, quando Pietro Colturi insieme ai suoi collaboratori, hanno presentato i progetti Burton Italia nell’imminente futuro e spiegato le main features dell’hardgoods Burton Winter 012. Il tempo è tiranno e anche se avremmo voluto rimane ancora a Bormio, io e Denis, ci concediamo l’ultima birra prima del congedo finale, lasciando andare i nostri amici “burtoniani” a passare una serata a base di pizzoccheri e polenta taragna. Valtellina rules!
Giorgio Marconi
Invece per le Outsole? Per quello che riguarda le suole Est con tecnologia Autocant sono state riviste le densità delle gomme con le quali vengono prodotte. La caratteristica dell’Autocant è che permette, attraverso la doppia densità divisa longitudinalmente, una naturale postura sulla tavola nel momento in cui viene calzata. A seconda dello stile di riding, del peso e dello stance, lo scarpone va a modificarsi internamente “autocantizzandosi” e assecondando così il movimento anatomico di ogni rider. La tecnologia Autocant esiste sui prodotti di medio/top di gamma. Altre novità? Per quello che riguarda la linguetta esterna, da quest’anno, è stato inserito un sistema chiamato Snow Gusset, dove una membrana posta sui lati impedisce l’infiltrazione d’acqua e
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Burton MEETING
FACES OF BURTON ITALY Visto la pazza moda di postare album fotografici su Facebook abbiamo deciso anche noi di farlo, in maniera piÚ tradizionale su carta: ecco presentati tutti i temerari che, durante il Meeting Burton di Bormio, hanno deciso di farsi immortalare dell’obiettivo di Mr.Piccolo! Dealers, agenti e il Team Sport Agency, insomma tutte le facce italiane di casa Burton! Sportway | Gravellona Toce
Pura Vida | Ostia
100-One | Rovereto
Jolly Sport | Torino
Tavola Calda | Reggio Emilia
Ticchioni Sport | Perugia
Heavy Tools | Pescara
Deka Sport | Prato
Zoo Park | Varese
Sport Time | Mantova
Landi Sport | Bergamo
De Tomas Shop | Canazei
Tino di New Sport Club e Alex e Franz di Sport Specialist
Hoasy | Livorno
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La Glisse | Torino
Morgan Air | Eupilio
Bretelle Megastore | Messina
Maxi Sport | Merate
Impact Shop | Bari
WP | Roma
Ale Bomboclat | Monza con Gigi Gas e Giorgio
Spinnaker | Genova
Cervinia 2001 | Cervinia
Snowy Summit | Corridonia
Bruma Store | Viterbo
Christian e Gigi Gas
See you next year sperando di ritrovare Bormio come l’headquarter del Meeting Internzionale, chissa? Infondo sognare non costa nulla!
Roby Borgo e Nik Borella
Laura e Michela
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NORTHWAVE Photo e Testo: Nicolò Balzani
20 Anni di Made in Italy
Erano gli inizi degli anni novanta, lo snowboard non era nemmeno parente di quello attuale, la maggior parte dei rider si vedevano costretti ad interminabili viaggi per accaparrasi l’attrezzatura, i brand che davano garanzia di qualità erano ben pochi ma uno di questi era senza dubbio NorthWave!
Collage d’immagini dei vent’anni di Northwave
Quando si parlava di boots da snow, il marchio NorthWave era indiscutibilmente il top, se poi ci aggiungevi il fatto che fosse un prodotto Made In Italy e che il suo pro rider di riferimento fosse Reto Lamm, la ricetta per il successo commerciale era bella che servita. Dall’anno della sua fondazione, nel 1991, ad oggi sono passati vent’anni e il brand veneto festeggia il suo compleanno con la nuova linea di tavole, attacchi e scarponi 2011/2012 che conferma il trend di affidabilità, qualità e performance che da sempre la contraddistingue! Per celebrare l’evento ho ricevuto l’invito da Nicola Agostinetto, Marketing Manager NorthWave, a fare un salto all’headquarter così da poter capire
come lavora un’azienda italiana del settore snowboard e poter toccare con mano la nuova collezione 2011/2012. Visto l’agenda stracolma di impegni arrivo in prossimità di Onigo di Pederobba (Tv) giusto il tempo per dormire un paio d’ore ed essere pronto, di prima mattina, all’appuntamento con Nicola che mi farà da cicerone per il resto della giornata. L’entrata della sede NorthWave è affollata di vecchie pubblicità e foto dei rider storici del Team, da Reto Lamm a Kevin Jones fino ad arrivare ai giorni nostri con Antti Autti e Risto Mattila! La struttura che ospita gli uffici è un grandissimo capannone industriale adibito anche da magazzino, dove al suo in-
terno operano circa 40 dipendenti che lavorano, a seconda della stagione, per il reparto bike o per quello snowboard. L’ambiente è in apparenza molto easy, forse il merito va dato al proprietario e inventore del progetto NorthWave, il sig. Gianni Piva, che sembra gestire la sua azienda come una grande famiglia! Gianni Piva ha avuto il pregio di creare dal nulla un progetto dedicato agli snowboard boots, fino a farlo diventare uno dei marchi di settore più importanti al mondo e, addirittura, ampliandolo con l’acquisizione di Drake Bindings nel 1998. Il pacchetto si è poi andato a completare, quattro anni fa, con la creazione della prima linea di tavole targate Drake. Nicola mi guida attraverso i padiglio-
ni che compongono l’azienda fino agli uffici, dove incontro il Team che collabora per lo sviluppo e l’organizzazione del progetto snow, formato da ragazzi molto giovani con la comune passione per lo snowboard. Dopo aver fatto qualche scatto e parlato con Katia Celotto (Marketing Manager Junior) e Davide Smania (Product Manager), ci avviamo verso l’enorme magazzino fortunatamente semi vuoto, sintomo che le vendite hanno fatto registrare il sold out, e da lì ai laboratori dove vengono testati i prodotti. I test sui materiali sono eseguiti con moderni macchinari che simulano la resistenza di un attacco o di uno scarpone a ripetute sollecitazioni, oppure, alle basse temperature.
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Brand CHECK Northwave Team
Sul tavolo della sala riunioni sono appoggiati boots storici, modelli da collezionista che si fa fatica a pensare potessero essere calzati per scendere con una tavola da una montagna. Seduto su una sedia c’è Gianni Piva che osserva la sua ventennale produzione; una ventata di ricordi, più o meno datati, gli sorvolano la mente, e quasi gli si possono leggere in viso. Le persone con tanti bei ricordi sono anche ricche di storie da raccontare e, siccome a me piacciono le storie, mi sono fatto raccontare la sua: quella di un signore veneto che ha creduto e ha portato a compimento il proprio sogno personale partendo, negli anni ‘70, con le scarpette interne degli scarponi da sci…
Vista l’importanza storica del personaggio e delle sue parole, ho deciso di pubblicare sul prossimo numero per intero la sua intervista, in maniera tale da potergli concedere il doveroso spazio, che in questo numero è dedicato al presente dell’azienda più che al passato. Il presente del brand ha il nome e il cognome di Nicola Agostinetto. Nicola è da una vita in NorthWave/Drake prima come responsabile degli attacchi e, da circa due anni grazie alle sue competenze, come Sales e Marketing Manager Global. Un lavoro di grande responsabilità che Nicola, nonostante la giovane età, dimostra di saper fare con professionalità e passione.
NICOLA AGOSTINETTO: GLOBAL SALES AND MARKETING MANAGER Qual è il tuo ruolo all’interno di NorthWave? In questo momento il mio ruolo è di Sales e Marketing Manager, cioè mi occupo di tutto il marketing globale di NorthWave sia in Italia che nel mondo, per la divisione neve. A livello prettamente commerciale, seguo, invece, tutta la distribuzione italiana ed estera (tranne America e Germania). Qualche curiosità sulla storia di NorthWave? Questo marchio è nato in Oregon, inizialmente come azienda produttrice di vele da surf, solo in seguito si è dedicato agli scarponi da snowboard; prima sotto la gestione di un giapponese ed infine acquistato, negli anni ’90, dal Sig. Piva. Nel ’98 viene integrato il marchio Drake per ampliare l’offerta già all’epoca molto sviluppata. Quattro anni fa abbiamo deciso di introdurre anche il progetto delle tavole, poiché lo snowboard è uno sport evoluto a livello di distribuzione e si sentiva l’esigenza di offrire un prodotto completo: non solo scarponi e attacchi, ma anche la tavola, l’elemento principe dell’attrezzatura da snowboard. Proprio perché siamo gli ultimi ad essere entrati in questo mercato, il progetto tavola è stato avviato in maniera estremamente seria. Ci siamo appoggiati a GST, un’azienda austriaca con un’esperienza ventennale nella costruzione delle tavole, e abbiamo cercato di garantire un rapporto qualità prezzo che andasse a sposarsi con il lavoro fatto su attacchi e scarponi. Questi quattro anni hanno portato risultati estremamente positivi, abbiamo sviluppato un volume di quasi 7.000 tavole!
dare all’azienda un’impronta molto europea anche come strategia aziendale. Crediamo che sia inutile andare a “copiare” quelli che sono i brand americani, anche perché arriveremo sempre per secondi. Questo nostro credo ha pagato soprattutto in ambito europeo, dove abbiamo costruito basi molto solide per poter evolvere sia nel mercato che come azienda. Secondo te il mercato asiatico, in futuro, avrà un’importanza strategica? Già in questo momento è molto importante se andiamo a considerare il Giappone e la Corea. Crediamo che sia da sviluppare il mercato cinese, che negli ultimi 3-4 anni ha avuto un incredibile sviluppo dei comprensori sciistici, anche se manca l’affermazione dei trend americani ed europei a favore di produzioni locali. Proprio per questo abbiamo una partnership con una grossa azienda asiatica, che metterà le basi per una distribuzione
organizzata nel mercato cinese attraverso l’apertura di negozi monomarca in zone strategiche. Qual è il successo per una buona distribuzione italiana? L’Italia, rispetto all’Europa, è ancora molto focalizzata nel board shop questo è stato il motivo che ha mantenuto lo snowboard vivo in questi anni di crisi. L’Europa invece si basa su grosse distribuzioni e, appena i numeri dello snowboard sono scesi, non è stata in grado di promuoverlo e sostenerlo nella maniera migliore. In quale zona d’Italia i vostri marchi hanno più successo? In maniera abbastanza omogenea, abbiamo un’ottima presenza in tutto il nord e centro Italia. A livello di quote di mercato si parla di un 30% del mercato dello scarpone e un 20% di quello dell’attacco.
Il successo dei vent’anni di NorthWave da dove arriva, qual è la ricetta? L’azienda è sempre stata legata agli stessi valori di quando è nata. Il fatto di essere gestita dagli stessi proprietari per vent’anni, ha permesso al marchio di mantenersi sempre costante nella qualità e negli investimenti. Molto importante è stato l’estremo attaccamento al mondo dello snowboard in un ottica molto più pensata con il cuore che al portafogli. Se dovessimo trovare un concept base di Drake e NorthWave per il prossimo inverno e per il futuro, quale sarebbe? Durante la scorsa campagna pubblicitaria abbiamo iniziato a diffondere il concetto di “Today is a good day”, ovvero oggi è un buon giorno. Il claim vuole lasciare intendere che qualsiasi rider, con i nostri prodotti può raggiungere il massimo divertimento con estrema fiducia, in qualsiasi momento della sua esperienza.
Nicola Agostinetto
Qual è il mercato, tra tavole, attacchi e scarponi che vi da maggiori soddisfazioni a livello di ritorno di immagine ed economico? La categoria di prevalenza sono ancora gli scarponi e gli attacchi, il marchio sta comunque andando benissimo in tutti i mercati e crediamo sempre più in quello delle tavole. Al di fuori del mercato italiano, qual è quello più in ascesa? Rispetto agli inizi, quando il marchio era curato in America, si è cercato di
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BINDINGS Antti Autti Super Sport Bindings
il prodotto storico della collezione, la sua caratteristica principale è la polivalenza, accompagnata dal confort e da un’infinità di dettagli che gli permettono di essere uno dei nostri attacchi più venduti. Prodotto nuovo e accattivante è il Reload, introdotto l’anno scorso come attacco freestyle super tecnico. Lo abbiamo completamente rinnovato grazie ad uno spoiler nuovo, al carrello alleggerito e strap flessibili e avvolgenti attorno allo scarpone. È un attacco leggero con un nuovo design aggressivo e una linea di colori veramente varia, tra cui c’è la versione di Risto Mattila.
Quali sono le novità degli attacchi Drake? Sugli attacchi si è cercato di rinnovare molto la collezione inserendo elementi nuovi, come gli spoiler e le strap di nuova concezione,
il tutto unito da colori sgargianti perché, soprattutto su questi prodotti, è sempre più richiesto l’utilizzo di nuove colorazione da parte dell’utente finale. Mi piace parlare del Fifty perché è
Parlami del nuovo spoiler? È stato alleggerito al massimo, è molto preciso e per questo motivo è stato scelto da Anti Autti sia per il suo riding giornaliero che per il massimo delle performance in pipe. Non bisogna dimenticare che Drake è stato tra i primi brand a creare la combinazione tra la base in plastica e
carrello in alluminio, andando a combinare le due tendenze del mercato di allora, quella di Burton, con un attacco completamente in plastica, e quella di Ride, con un attacco in alluminio. Coniugando questi due elementi si sono ottenuti: l’elasticità e l’assorbimento delle vibrazioni della plastica e la forza e la sensibilità dell’alluminio. Nel reparto attacchi/scarponi, le vendite per i prodotti da donna, come si attestano? I prodotti donna all’interno delle collezioni sono all’incirca il 30%, il dato riflette anche il risultato delle nostre vendite sul mercato. Questo dato lo ritengo un ottimo risultato! Quando parliamo di prodotti donna, il confort e lo stile italiano vince, quindi partiamo avvantaggiati rispetto alla concorrenza! La collezione a loro dedicata è un po’ più ristretta e arriva fino ad un certo livello per quello che riguarda i dettagli tecnici.
BOARDS La nuova board collection? La collezione delle tavole è stata introdotta quattro anni fa, quindi è molto giovane ma ben definita (9 tavole da uomo e 4 da donna) e con una gamma prezzo interessante (dai 250€, al top di gamma che arriva a circa 500€). Le tavole, dalla media all’alta gamma, vengono costruite in Austria con materiali di prima qualità, mentre, per i primi prezzi, beneficiamo di un’azienda cinese che lavora con materiali importati dall’Europa e quindi con una qualità comunque superiore. Le novità di quest’anno sono le DF2 che rappresentano l’immagine dell’azienda negli ultimi tre anni, le abbiamo dotate di uno shape completamente rinnovato, con una larghezza al centro un po’ più larga, e un nuovo camber ibrido, chiamato Triplo Rocker. La caratteristica di questo tipo di camber è la presenza del rocker al centro e su punta e coda per una maggior facilità di utilizzo, mentre il camber tradizionale è mantenuto nella zona degli attacchi, per garantire un controllo delle lamine dove serve. Un’altra tavola per noi importante è la Risto Mattila, realizzata per il nostro atleta di punta, con camber tradizionale e uno shape Twin direzionale, perché nel backcountry Risto preferisce una tavola leggermente arretrata dal punto di vista della curvatura. La sua robustezza è garantita dall’anima in legno Aspen, mentre la base è super veloce grazie alla tipologia costruttiva Structurn. Il concept grafico scelto è abbastanza fumettoso e rappresenta i due momenti dell’anno di Risto: l’inverno, dove va sempre in giro a fare snowboard e l’estate dove, invece, si dedica alle sue passioni. Nota personale: Mi è piaciuta un botto, con tutto il rispetto per gli altri brand,
Nicola Agostinetto presenta la collezione di tavole 2012
vince il mio personalissimo premio per la grafica più Cool! Infine abbiamo la nuova Urban a camber zero che si presta allo street ed è venduta ad un prezzo interessante. Per la linea da donna abbiamo rivisitato la Misty, tavola a camber zero ma con nuovo shape ad angoli smussati, dedicata alle rider più smaliziate.
Quest’anno come si divide la linea? Quest’anno la collezione avrà 4 differenti tipi di camber: Rocker Smiley a raggio continuo da punta a coda, che alza le estremità di 6 mm e garantisce maggior maneggevolezza. Camber Zero, con flat piatto consiglia-
ta per lo street. Triplo Rocker (vedi sopra). Camber Tradizionale. La linea sarà per il 70% rocker e 30% camber tradizionale come da trend di vendita di quest’anno.
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BOOTS Passando ai boots quali novità dobbiamo aspettarci? Per la stagione 2011/2012 è stato completamente aggiornato il design e il colore delle scarpe, per orientarci sempre di più verso un pubblico giovane. Siamo andati a rinnovare quello che è il nostro cavallo di battaglia, il Legend, uno scarpone storico ed uno dei più venduti, dandogli un design asimmetrico, in altre parole diverso da parte a parte. La nuova tecnologia applicata su questo boot, comprende una termo nastratura che copre tutte le cuciture dello scarpone, mantenendo così inalterata l’impermeabilità interna ma allo stesso tempo abbassando il peso della tomaia. L’ammortizzazione è garantita da un cuscinetto ad aria sotto il tallone mentre il confort è migliorato grazie alle scarpette termoformabili cucite a mano in maniera tradizionale! Da non dimenticare il Super Lace System, uno dei sistemi di allacciatura rapida più semplici e ricercati sul mercato. Abbiamo aggiunto alla collezione un nuovo scarpone, lo Zero, che riprende un po’ tutte le tecnologie di NorthWave ma abbinate ad un sistema di allacciatura tradizionale, infatti abbiamo riscontrato un revival di questo tipo di chiusura, confermato anche dalle scelte dei rider. La chicca per il ventennale è il Double Decade, che utilizza come base il Decade, boot tecnico di alta gamma, abbinato a dei richiami vintage, quindi con vera pelle e una finitura “a pallina da golf ”, caratteristica che era il cavallo di battaglia dell’Apollo, scarpone storico di NorthWave. Con questa scarpa siamo riusciti a coniugare il top della tecnologia in stile retrò! Altra tecnologia interessante è il TTrack, il nuovo sistema di chiusura simile al Boa System, ma molto più rapido. Funziona semplicemente tirando una pratica maniglietta, collegata ad un meccanismo tirante attraverso un cavo
New Technology T-Track
Double Decade
in Dinema, tessuto utilizzato nei paracaduti e super resistente. Per concludere presenterei il Freedom che è uno scarpone dedicato a chi è alle prime armi, comodo grazie all’allacciatura rapida e proposto ad un prezzo abbordabile per qualsiasi tipo di budget. Qual è il range di prezzo? La NorthWave è riconosciuta per avere dei prodotti che, confrontati con la concorrenza, arrivano ad essere venduti a circa un 20% in meno. Partiamo da un primo prezzo da 129€ con allacciatura tradizionale, per proseguire con uno modello più tecnico con allacciatura rapida a zona da 159€, fino ad arrivare al Domain, il top di gamma, dedicato al freeride che va all’utente finale a 250€.
CONCLUSIONE Espresso shoe 1994
Prima di concludere la mia visita e di lasciare Nicola ai suoi affari e all’organizzazione dei suoi viaggi in giro per il globo, mi riesco a far scovare, nei meandri del magazzino, un paio di vecchie scarpe modello Espresso! Queste mitiche shoes sono state una moda mondiale a metà degli anni ’90, non solo tra i rider, e possono essere tranquillamente definite come le progenitrici delle attuali sneakers. Anche in questo
caso il Made In Italy by NorthWave ha fatto storia! Colori, grafiche moderne e qualità! Questo in breve il mio personalissimo claim per descrivere il pianeta NorthWave/Drake per l’inverno 2011/2012 e, se il buon giorno si vede dal mattino, nel prossimo futuro di NorthWave e Drake ne sentiremo parlare parecchio!
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Urs Egli Testo: Nicolò Balzani
EMEA AFA Brand Manager Oakley
Urs Egli al momento gestisce a livello europeo lo sviluppo del prodotto, il brand marketing e il commerciale per l’abbigliamento, gli accessori e la parte footwear di Oakley. Urs Egli trae la sua ispirazione per il suo quotidiano lavoro creativo dalla sua passione per gli action sport. Precedentemente al suo ingaggio con Oakley, questo appassionato sciatore ha prestato le sue competenze a rinomate compagnie come Vaude e Mammut. Da ex rider di snowboard crede molto nell’importanza della performance e per questo dedica la maggior parte del suo tempo alla ricerca di innovazioni che non facciano solo pensare in grande ma che siano capaci di rendere i sogni realtà. Ciao Urs, presentati e raccontami che cosa fai esattamente per Oakley? Ciao, mi chiamo Urs Egli e sono l’EMEA Brand Manager per l’abbigliamento, gli accessori e la parte footwear di Oakley. Questo include 3 attività principali: sviluppo del prodotto, brand marketing e commerciale. A marzo inizierò la mia nuova posizione negli USA come Category Manager per le categorie Ski/Snowboard e MTB. Ti diverti nel tuo lavoro? Il mio lavoro è la mia passione e mi diverto tantissimo, spesso senza aspettarmelo.
Che rider sei? Scio dall’età di 3 anni. Dai 13 ai 27 anni mi sono dedicato allo snowboard, in particolare ho partecipato alle gare di Big Air e Halfpipe, come ad esempio Freestyle.ch. Oggi, scio e pratico snow ma principalmente per me stesso. Amo la neve. Cosa significa lavorare per un brand importante come Oakley? Lavorare in un’azienda come Oakley offre innumerevoli possibilità. Di fatto la concentrazione è obbligatoria per ottenere il meglio. L’aggettivo ‘grande’ tuttavia è da considerarsi sempre relativo. Noi siamo forti nell’ottica ma abbiamo ancora grandi potenzialità di crescita nell’abbigliamento, questa è la categoria in cui l’azienda sta investendo maggiormente in questo momento. Quale è l’action sport per eccellenza di Oakley e perchè? Lo sci e lo snowboard. Grazie al background di Oakley e alla natura di questi sport, esiste tantissimo spazio per l’innovazione. Oakley ha inventato una maschera rivoluzionaria nel 1980: la O Frame. La prima vera innovazione per esaltare la performance che sia mai stata
Urs Egli al Colouir Cosmique a Chamonix
realizzata per questi sport. Per la FW11 abbiamo sviluppato e disegnato insieme a Seth Morrison il Modular System (Sistema Modulare), che sarà un’altra vincente innovazione per il mercato degli sport da neve. Quale è/sarà il claimdell’azienda? Il nostro motto potrebbe essere ‘Imparare dai migliori’. Come ho detto prima, solitamente le nostre innovazioni sono sempre guidate da atleti e vogliamo essere in grado di dar loro sempre qualcosa in cambio. Il sogno di diventare più grandi ci guida sempre ed è la chiave fondamentale per ogni miglioramento innovativo. Quanto è importante la stagione invernale rispetto a quella estiva per il tuo brand? In Europa la stagione invernale è più forte al momento. Per il futuro ci aspettiamo che la stagione invernale si rafforzi ulteriormente grazie all’ASP e al focus sullo Snow. Quanto è importante il mercato femminile per un brand come Oakley? Il mercato femminile rappresenta già il 25% del nostro business in Europa grazie al Tech Outerwear e questo dimostra quanto sia importante per
noi. Siamo migliorati molto rispetto alle passate stagioni ed impazienti di crescere sempre di più in questa area. Invece il mercato dell’outerwear quanto è importante per Oakley? E’ il mercato più importante grazie al suo potenziale di innovazione. Per quello che riguarda le maschere avete una linea dedicata ai vostri pro? Abbiamo molti più atleti che linee di maschere firmate. Solo gli atleti migliori ottengono una maschera personalizzata e sono quelli che sono con Oakley da più tempo come Shaun, Terje e Seth. Quale è il core business di Oakley? Maschera, occhiali da sole, abbigliamento? La più grande crescita ed il suo potenziale futuro sta sicuramente nel mercato dell’abbigliamento. Il nostro posizionamento più rilevante è nel mercato dell’ottica mentre con le maschere siamo cresciuti molto in Europa nelle ultime due passate stagioni. Quali sono i vostri obiettivi per il futuro? Vogliamo crescere nell’area EMEA raddoppiando le cifre per la terza stagione di fila e vogliamo continuare a ‘pensare più in grande’.
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Product REVIEW
MODULAR SYSTEM Testo: Nicolò Balzani
Seth Morrison è una vera icona dello ski freeride, conosciuto per il suo stile esaltante, per la sua infallibile capacità di interpretare il terreno e inventarsi sempre nuovi tricks. Grazie alla combinazione di queste doti è diventato un ambasciatore del suo sport, aprendo ad un pubblico più ampio la cultura del freeride. Seth è nato in Colorado, è stato protagonista di numerose cover magazine e movie di settore. Powder Magazine, rivista americana dedita allo ski freeride, ha definito Seth “Uno degli sciatori più straordinari del nostro tempo”.
by Oakley for Seth Morrison
Oakley per festeggiare il 15° anniversario della collaborazione con Seth ha deciso di dedicargli una collezione denominata “SethMo”, rivoluzionando così il mondo dell’abbigliamento sportivo, così come Seth Morrison ha rivoluzionato il freeride. Combinando diversi strati high-tech, SethMo consente ai riders più esigenti il miglior controllo possibile della temperatura corporea e quindi delle prestazioni, indipendentemente dal livello di attività e dalle condizioni climatiche. Dalle rigide temperature dell’Alaska al clima più mite del Laax, i quattro strati di cui sono composti ogni capo della linea, permettono una perfetta regolazione in base alle condizioni
meteorologiche e al grado di sforzo fisico. Durante la salita, gli strati si possono togliere facilmente per evitare il surriscaldamento; una volta in cima si possono indossare di nuovo per affrontare la discesa a tutta velocità. Costituito da uno strato protettivo all’esterno, un softshell, uno strato termico al centro e uno strato di base a diretto contatto del corpo, questo nuovo abbigliamento offre calore e comfort per qualsiasi tipo di attività, che si tratti di una faticosa arrampicata in cima a una montagna o di un’avventurosa e gelida discesa fuori pista all’ombra. La linea SethMo è composta da: Giacca, pantalone, piumino, softshell e pile stretch.
Tech Details
GIACCA SETHMO
Lacci interni al cappuccio per eliminare il fastidio dei lacci penzolanti.
Strato di materiale morbido nella zona del viso, fissandolo con un cursore all’interno del cappuccio, che in questo modo può seguire i movimenti del capo e non impedire la visuale delle montagne innevate.
Zip centrale Vislon con doppio cursore
Hardshell con taschino con doppio accesso esterno ed interno.
Realizzato in Gore-Tex® 3-Layer Pro Shell, materiali tecnici che garantiscono una barriera contro il vento ed il freddo più intenso, permettendo la fuoriuscita del sudore attraverso l’evaporazione.
Strato interno antineve rimovibile per permettere l’utilizzo anche negli sport di tutti i giorni.
Strato impermeabile esterno per offrire il massimo delle performance rimanendo sempre asciutti.
PANT SETHMO
Pettorina rimovibile per ottimizzare la facilità d’uso
Particolare sagomatura delle ginocchia, permette di mantenere il capo ad una costante temperatura corporea.
Pant sostenuto dalle bretelle attraverso un cursore Oakley ed uno speciale bottone di fissaggio che garantisce la massima aderenza anche durante i movimenti estremi.
Le ghette sono saldate internamente con un materiale di qualità superiore, per dare al pantalone un look estremamente essenziale.
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Manager ITW
Jeremy De Maillard Testo: Nicolò Balzani | Photo: Courtesy Vans
Marketing Director EMEA Vans / Reef / Pro-Tec
Ciao ci racconti chi sei e quello che fai per campare? Nato e cresciuto a Les Deux Alpes, ho iniziato a sciare all’età di 2 anni e all’età di 10 ho iniziato lo snowboard. Dal 1992 al 2001, ho passato la maggior parte del mio tempo in montagna per snowboardare seguendo le tappe europee di Coppa del Mondo di Half-Pipe e la maggior parte degli eventi europei che si sono svolti in quegli anni. Quelli si che erano bei tempi, quando le persone ancora snowboardavano solo per il gusto di farlo! Ora le cose sono cambiate... ma ancora mi diverto ogni volta che metto la tavola ai piedi. Dal punto di vista accademico, mi sono laureato in Marketing & Sales ad Annecy e successivamente ho proseguito la specializzazione in Inghilterra, concludendo poi i miei studi con l’MBA a Barcellona.
Subito dopo sono entrato in Adidas Originals presso l’Headquarter mondiale di Herzogenaurach, in Germania. Nel 2008 invece sono entrato a far parte di VF come Direttore Marketing di Vans. Dopo pochi mesi, VF ha creato la fusione Action Sports e da allora supervisiono tutte le attività di marketing sia di Vans che di Reef per tutta l’area EMEA. Non potevo chiedere di meglio, lavorare per due dei brand più affermati nel mondo degli Action Sports e avere alle spalle una struttura come VF che conta un giro d’affari superiore ai 7 miliardi di $.
giorno c’è sempre un motivo per il quale vale la pena di lavorare per andare avanti e crescere sempre di più insieme. C’è sempre uno stimolo.
Ti diverti nel tuo lavoro? Assolutamente si! E’ un onore per me lavorare per marchi cosi di grande successo ed essere costantemente circondato da persone piene di talento. Ogni
Sono più di vent’anni che il marchio è sempre in voga, quale è il segreto del suo successo continuo? Bene, anche noi abbiamo avuto le nostre difficoltà durante
Scusami l’ignoranza ma da dove deriva il nome Vans Off The Wall? Qui ritorniamo a metà degli anni ’70 quando, per la prima volta, Stacy Peralta e Tony Alva usarono il termine “Off The Wall” (fuori dalle mura) per descrivere al tempo un modo di skateare, superare i limiti e “uscire dal muro” come fece Tony per la prima volta all’ epoca.
gli anni ’90, ma fortunatamente ne siamo usciti più forti che mai. Penso che il successo di Vans derivi in parte dalla scena “core” di cui siamo costantemente fiduciosi e in parte dal nostro continuo appoggio alle nostre origini, tavole e bici, che sono da sempre una risorsa di ispirazione per i nostri consumatori in tutto il mondo. Cosa significa lavorare per un brand importante come Vans? Oltre all’ovvio legame emotivo che ho con Vans, penso che una delle cose più interessanti sia proprio il fatto di essere parte di VF Corporation. Il fatto che Vans faccia parte di VF è la vera ragione della grande crescita avuta negli ultimi anni. Il fatto di far parte di una vera e propria Corporation ha fornito a Vans metodo e disciplina per quanto
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Manager ITW riguarda la parte finanziaria, fornendo allo stesso tempo anche un solido appoggio per lo sviluppo ed una crescita sana del brand, mantenendo sempre saldi le proprie emozioni e i propri valori. Quale è l’action sport per eccellenza di Vans e perchè? Se ne dovessimo scegliere uno soltanto, sarebbe sicuramente lo “skateboarding”. Da qui tutto ha avuto inizio, dal 1966. Dobbiamo veramente tanto allo skate, alla sua storia, alla cultura e ad ogni skater la’ fuori, che abbia un collegamento personale o una storia da condividere con Vans. Quanto Vans si può definire fashion e quanto invece core? Vans è action sport, musica, arte e streetwear culture. Siamo un marchio multifaccia e rappresentiamo persone di vario genere. È difficile darvi un numero per indicare con esattezza quando siamo “core” e quanto siamo moda... ciò che importa invece, è la nostra relazione e la nostra risonanza con entrambi questi mondi. Perchè uno shop dovrebbe
avere i vostri prodotti? I negozi dovrebbero vendere Vans perchè il marchio ha un grandissimo impatto sul mercato e i consumatori richiedono sempre di più i nostri prodotti. Vans è inoltre, un’ ottima aggiunta per l’offerta di un negozio e fornisce un’alternativa rispetto agli altri marchi...fornendo al consumatore una maggior scelta in un ambito specifico. Avete deciso di investire tanto in contest, i motivi della scelta? Perché per Vans il Grassroot Marketing è la strategia fondamentale dalla quale tutto prende forma. Tutto il successo di Vans, fino ad oggi, deriva infatti dal Grassroot Marketing e continua ancora ad essere parte intrinseca del brand. Steve Van Doren, figlio del fondatore di Vans (Paul Van Doren) è ancora parte fondamentale dell’azienda e fonte d’ispirazione per tutta la squadra, ha sempre creduto fermamente nel Grassroot Marketing ed è stato il primo ad applicarlo nel nostro settore; pertanto è naturale per Vans continuare ad investire e sponsorizzare atleti ed eventi al fine di supportare e far crescere il mondo Core, e allo stesso tempo contribuire all’evoluzione degli Action
Sports in generale. Vogliamo promuovere al meglio gli Action Sports e dar loro la maggior visibilità possibile, al fine di dare un’alternativa allo sport tradizionale per tutti i bambini d’Italia e dell’area EMEA. Il trend di Vans, diciamo negli ultimi 3/4 anni, come si attesta? In ascesa? Siamo cresciuti e abbiamo aumentato il nostro impatto su tutti i mercati e per tutte le nostre categorie di prodotti. Questo è molto positivo, perchè ci ha permesso di allargarci ad un pubblico molto piu’ vasto, mantenendo sempre il DNA del nostro marchio e i valori dei nostri consumatori core intatti. In che direzione sta lavorando Vans per il futuro? Continuare a fare quello che stiamo facendo ora, migliorando sempre di più. Inoltre, abbiamo in atto un solido insieme di strategie e l’immagine del nostro marchio non è mai stato cosi di impatto. Siamo orientati alla crescita e non vediamo l’ora di dare sostegno ai nostri rivenditori. In percentuale il mercato italiano di Vans verso che tipolo-
gia di clientela è orientato? Non abbiamo un consumatore tipico per il mercato italiano. Vans è amato da molte persone differenti tra loro, proprio per il fatto che i nostri pilastri di action sport, musica, arte e cultura di strada creano un legame emotivo tra un vasto numero di consumatori. Quanto è più importante il mercato estivo rispetto a quello invernale? Si potrebbe dire che propendiamo verso un numero più alto durante la stagione estiva ma, in generale, devo dire che il nostro business è ben diversificato e di conseguenza in grado di estendersi durante tutto l’arco dell’anno. Infatti, siamo molto presenti anche durante la stagione invernale con la nostra vasta gamma di abbigliamento tecnico e scarponi da neve, che stanno avendo molto successo in Italia. Quanto ritieni importante il mercato femminile? Il mercato “Girls” (femminile) gioca un ruolo fondamentale per Vans. Il nostro assortimento Classics sta andando molto bene insieme alla nostra linea di abbigliamento e accessori per “Girls”.
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Team Manager ITW
LUCA ALBRISI Testo: Nicolò Balzani | Photo Courtesy Spia Games
Professione Team Manager piacerebbe poter accontentare i miei rider su tutto e non riuscirci sempre, o come vorrebbero loro, è il sentimento che meno mi soddisfa del mio lavoro. Quali qualità deve avere un rider per essere scelto? Tutti i rider che propongo per i team, devono avere delle caratteristiche che vanno oltre la bravura tecnica, devono vivere lo sport con passione, essere in grado di comunicare questo sentimento, ma soprattutto devono avere spirito di sacrificio ed essere maturi da tutti i punti di vista. Prendiamo il Team di Burn Energy Drink… cosa c’è che “brucia” in Markino Grigis, Giorgio Ciancaleoni e Marco “Bambi” Concin? Ti risponderei la passione, ma se devo pensare a singoli aggettivi per ognuno di loro direi che: In Marco Concin “brucia” l’esperienza, in Giorgio “brucia” la costanza di chi è stato una promessa e adesso si sta affermando, mentre in Markino Grigis “brucia” il futuro… nel senso che vedo in lui il futuro dello snowboard italiano per un passaggio epocale verso una nuova generazione di rider e lo Stomp It ne è stata la controprova. I progetti del Team burn? Partecipare ai contest più importanti in calendario e dar vita a progetti creativi e stimolanti per fare in modo che, le sinergie del marchio e dei rider, creino qualche cosa di speciale. Io, i miei rider e Burn ci crediamo!
Luca Albrisi in tutta la sua bellezza di rider
Luca è un rarissimo esempio di snowboarder che vive questo sport con passione e con un filo di romanticismo d’altri tempi, caratteristiche che lo portano ad essere un purista della tavola e, come ovvia conseguenza, un vero freerider… tra i più forti del panorama nazionale tanto da essere uno dei pochi italiani a partecipare al Freeride World Tour. Forse è proprio per tutti questi requisiti che SpiaGames, l’agenzia per cui lavora, ha affidato a lui la gestione degli atleti tra cui il team Burn italiano. Ciao Luca, spiegaci chi sei? Luca Albrisi, 29 anni, viaggiatore itinerante, professione maestro di snowboard e Team Manager. Quale è il tuo ruolo all’interno di Spia? All’interno di Spia curo l’organizzazione di alcuni eventi, come Skipass ed il 105 Freestyle Series 2011, e sono Team Manager per Burn Energy Drink, Salomon
Snowboard e Salomon FreeSki.
un’azienda? Fondamentalmente è un lavoro di mediazione, nel senso che devo mettere d’accordo realtà differenti come le aziende e gli atleti: ci sono interessi ed esigenze diverse tra le persone con cui lavoro, il mio compito è trovare un punto d’incontro tra queste due realtà. Per capire le esigenze di un rider ritengo che sia fondamentale viverle, solo chi è dentro nell’ambiente ed è lui stesso rider può farlo appieno. La parte più difficile del mio lavoro credo che sia quella di far comprendere ad un rider le scelte di un’azienda non come un’imposizione ma una scelta sensata di budget.
Cosa significa essere Team Manager? Significa lavorare nell’interesse di varie persone, sia nell’interesse di un’azienda che dei rider, supportandoli e aiutandoli in quella che è la loro passione e il loro lavoro.
Quindi tu sei sia un business man sia un “passion man”? Io mi sento molto più “passion man” però credo di avere la qualità di mettere d’accordo le persone, nell’interesse di tutti.
Come si fa a mediare tra le esigenze di un rider e quelle di
Cosa non ti piace di quello che fai? La parte business ovviamente! Mi
Altri investimenti che tenderà a fare il marchio Burn quest’anno? Ci saranno diverse iniziative che vedranno Burn al centro della scena snowboard: per ora posso anticipare che Burn supporterà l’Air&Style di Insbruck a inizio febbraio. Vedremo poi Burn al 105 Freestyle Tour, 6 tappe in collaborazione con radio 105 a partire da febbraio e poi ancora confermato c’è a Livigno il Burn River Jump 2011 (dal 22 febbraio). A Madonna di Campiglio Burn ha una partnership con la Scuola di Snowboard Zebra e i locali più cool. Mentre a livello europeo Burn ha da poco presentato il suo Team Snowboard – le Burn Units – riders di primissimo livello come Gigi Ruf, Arthur Longo e Stale Sandbach che vanno ad affiancarsi ai riders locali. Cosa significa l’entrata di Burn nel mondo dello snowboard? Cosa ha portato e cosa porterà? Burn si è impegnato come facilitatore e con un reale supporto ai riders che ha scelto e ai contest che ha promosso. Burn, come altri marchi extra settore, ha permesso allo sport di svilupparsi, farsi conoscere e ritagliarsi lo spazio che merita nel panorama sportivo nazionale ed internazionale.
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UN ITALIANO A INNSBRUCK Testo: Nicolò Balzani | Photo: Denis Piccolo
Patrick Allegritti, trentaduenne romano con una grandissima passione per lo snowboard, è uno dei cinque italiani che lavorano per Burton Europa ad Innsbruck. Patrick ci racconta cosa significa lavorare per Burton e come sta vivendo questa esperienza, scopriamo così che lavorare per il colosso americano non è poi così impossibile! Ciao Patrick raccontaci la tua esperienza in Burton Europa e quello che fai? È da tre anni e mezzo che lavoro per Burton, prima nel Dealer Service italiano per due anni e per quasi un anno in quello francese, lavorando molto con i rappresentanti e rivenditori. Da maggio sono entrato nel Marketing come assistente PR a livello Europeo, cioè curo l’immagine del brand nelle pubbliche relazioni con media e riders. Come può un italiano lavorare per Burton Europa? Ci vuole passione per il marchio e per lo sport. Sapere le lingue aiuta molto, l’atmosfera all’interno degli uffici di Innsbruck è internazionale, ci sono giovani provenienti da tutta Europa e non solo. È da considerare che la scena dello snowboard europeo passa dalla cittadina del tirolo, che è la capitale dello snowboard, quindi per integrarsi è necessario comunicare almeno in inglese. Lavorare per Burton significa mettere in conto di dover fare molta gavetta all’interno dell’azienda per aspirare a posizioni di rilievo, l’esempio più evidente è la figura di Jean Xavier Pitois che è partito a lavorare nel Rider Service e adesso, dopo 12 anni, ha una posizione importante nel marketing europeo. L’azienda, se si dimostra dedizione, gratifica molto i suoi dipendenti… questo è un fattore molto importante! Spesso si crede sia impossibile riuscire a lavorare per Burton, ma il problema é che in Italia non ci fanno credere nei sogni e nelle possibilità, lo dimostra il fatto che per mesi sul nostro sito era presente una richiesta di assunzione italiana per un impiego qui ad Innsbruck e nessuno ha mai risposto… Cosa comporta lavorare per Burton? Un grande impegno, in fondo lavori per un colosso dello snowboard e devi dimostrare di essere all’altezza. È anche divertente, nel senso che esiste un rapporto verticale all’interno dell’azienda quindi hai a che fare
Patrick durante Skipass Modena
in maniera cordiale e spontanea con tutti, capi compresi. Capita spesso che personaggi di una certa importanza organizzino cene di libera partecipazione per i dipendenti. Gli uffici sono aperti e la comunicazione tra i vari settori è semplice e senza formalità. Non esiste un codice di abbigliamento e si possono portare i cani in ufficio! Bello! Ma come è possibile, ti lasciano portare il cane? Jack Burton ha deciso così, perché lui porta il suo cane ogni volta che lavora. Ad oggi ci sono sei cani negli uffici ad Innsbruck. Il mio, ad esempio, resta con me accanto la scrivania, ma sarebbe libero di girare nel dipartimento. Credo sia un ottimo modo per fare ambientare le persone nel posto di lavoro. Direi che lavorando in Burton hai come la sensazione di essere “accolto”… una sensazione di appartenenza che ti fa passare bene le 8/9 ore che stai in ufficio. Forse questo è il segreto del successo dell’azienda? Credo proprio di si, dare tutta questa attenzione ai dipendenti e farli sentire a casa è fondamentale. Con questo metodo di lavoro qualunque fatica è facilmente su-
perabile ed è garanzia di maggiore resa. La tua giornata tipo? Il dipendente Burton generalmente non ha un orario fisso, si gestisce il lavoro e le pause, ovviamente rispettando tutti gli impegni. L’importante è avere la consapevolezza di quello che hai da fare durante la giornata, poi il modo con cui viene fatto il lavoro è a discrezione di ognuno. Hai molta libertà d’iniziativa! Io in genere entro verso le 08:30 e verso le 17:00 sono fuori ufficio. Ma capita anche di fare le 20:00, nei periodi clou. Riesci a rideare? Si, almeno tutti i week end e spesso incontro miei colleghi in giro per i resorts, è molto divertente! Quanti italiani lavorano ad Innsbruck per Burton? In cinque! Due ragazze per il Dealer Service, Mattia Vicentini (andate a vedervi la sua “cartella” nella pagina di apertura su Fifth Season per capire il soggetto) che si occupa di contabilità e poi la mia fidanzata! Sei riuscito a fare assumere la tua fidanzata? A dire la verità in Burton, quando hanno saputo che la
mia fidanzata si era appena laureata, mi hanno chiesto se sarebbe stata interessata a venire a vivere in Austria per lavorare con loro. Questo fa capire come l’azienda cerchi sempre di fare sentire a suo agio un dipendente. Ti manca l’Italia? Alcune cose mi mancano, però devo ammettere che vivere in Austria è molto più facile che in Italia, quindi le cose che non vanno sono veramente poche rispetto a quelle che vanno bene. Le possibilità che ti offrono qui sono impensabili in Italia, ma non solo a livello di azienda Burton, in tutta l’Austria. L’assunzione viene proposta da subito con un contratto a tempo indeterminato (la formula più usata in Austria), puoi realizzarti e concretamente mettere in pratica i tuoi progetti in libertà. Prerogativa di un’azienda come Burton non è il mero sfruttamento dei dipendenti ma la loro realizzazione all’interno dell’ambiente di lavoro. La chiacchierata con Patrick è stata molto più lunga di questa breve intervista, ma quello che abbiamo potuto recepire è il suo amore per quello che fa e che lavorare per Burton Europa è un fantastico sogno… realizzabile!
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Davide Villermoz Testo e Photo: Nicolò Balzan
snowboard camp Zenta, credo di aver imparato tanto sia a livello organizzativo che di rapporti. La mia convinzione è che, all’interno della Pila S.p.a, si può/ deve fare parecchio e non bisogna rimanere alla finestra aspettando che le cose accadano, quindi cercherò di innovare e scoprire nuove strade per farla crescere. Tu sei fondatore del Camp Zenta, quanto è stato importante questa esperienza? Sono molto legato ai camp che, in fondo, non sono altro che un pacchetto vacanze offerta ad un cliente! Attraverso questo lavoro ho imparato a capire quali sono le esigenze di chi vive la vacanza e quali sono le sue tendenze. Il lavoro di organizzazione di un camp non è finalizzato all’insegnamento ma a fare passare una settimana al top, dalla location alla scelta degli insegnanti. La Pila S.p.a ha i mezzi per poter portare in grande queste mie esperienze, non pretendo di sconvolgere tutto, ma se sono qui è per mettere in pratica il mio know-how. La scelta della dirigenza è sempre stata quella di assumere gente che arriva dal pianeta neve come lo testimonia la presenza di Mauro Cornaz, ex allenatore e sciatore della nazionale, come direttore delle piste.
Willy nel suo ufficio della Pila S.P.A.
Un rider alla guida del marketing di una delle società impianti più importanti d’Italia, la Pila s.p.a! Davide Villermoz a.k.a.Willy, inventore del Camp Zenta, snowboarder dall’88, direttore di scuola di sci e ora, superati gli anta, Marketing Manager con la missione di portare tutta la sua esperienza di “uomo di sport” per far crescere una stazione sempre più orientata verso il freestyle. Ciao Willy, allora cosa ti hanno messo a fare alla Pila S.p.a? Sono diventato direttore commerciale e Marketing Manager. Diciamo che mi occupo della parte commerciale legata ai contratti, con i tour operator, con riviste e media, ma anche di creare convenzioni tra i vari enti che formano il nostro consorzio, gli alberghi, la società degli impianti e la scuola di sci, tutte le componenti essenziali di una vacanza. Inoltre seguo la parte degli eventi e della promozione che è quella che mi appassiona di più.
Ma chi è Davide Villermoz? Come ha fatto un rider come te a raggiungere un ruolo così importante? Me lo chiedo anche io! La fiducia che mi hanno dimostrato mi ha lasciato imbarazzato. Il mio scopo è quello di portare il mio vissuto lavorativo all’interno della Pila s.p.a.. Sono sempre stato all’interno dell’ambiente collegato alla neve, prima come atleta della nazionale di sci poi come snowboarder, sport che pratico dal lontano 88’. Grazie alla mia esperienza di direttore della scuola di sci di Pila (170 maestri da coordinare non sono pochi!) e dello
Come intendi promuovere la località questo inverno? Stiamo valutando ma a seconda dei settori vedremo cosa poter fare, ad oggi non abbiamo ancora stabilito nulla di particolare anche se idee ce ne sono. Per quello che riguarda il pianeta snowboard stiamo valutando con i gestori dell’Areaeffe su cosa e come operare, ma siamo consci che il tipo di comunicazione che si trasmetterà dovrà essere differente rispetto a quella dello sci tradizionale. Per esempio, adesso stiamo facendo un sito completamente freestyle che ci legherà, non solo allo snowpark, ma anche ad un discorso estivo collegato alle downhill, visto il successo che questa disciplina sta riscuotendo. Quanto è importante per la Pila S.p.a lo snowpark? Fondamentale! Quando, anni fa, con la creazione dell’AreaEffe abbiamo deciso di dedicare una zona prettamente al freesatyle “sacrificando” una pista importante è stata una sfida. Non è stato facile far capire agli operatori e ai maestri di sci tradizionali il perchè di questa scelta, ma a distanza di tempo si è dimostrata la scelta vincente. Il nostro snowpark non è il migliore che c’è in Italia ma si sta lavorando per renderlo tale. Negli ultimi anni, piano piano ci avviciniamo, come numeri, come feste ed eventi a località come Livigno e Campiglio che hanno fatto dello snowpark il fiore all’occhiello della località. Trovo importante sotto-
Pila Manager
lineare che la crescita dell’Areaeffe è sicuramente dovuta al gruppo che lo sta gestendo, Alessio Bazzana e Ivo Letey. Indicativamente l’utenza freetyler che va al park quanto è importante a livello di numeri? Non abbiamo dati ancora, ma non ci piace catalogare e dividere l’utenza tra chi è dentro e chi è fuori dal park. Crediamo che sia difficile stabilire e definire il numero esatto di chi arriva a Pila per entrare nell’Areaeffe, non tutti gli snowboarder vanno al park e, viceversa, ci sono sciatori “normali” che entrano al park. Il numero è, senza dubbio, in crescente aumento per tre motivi: Il primo che il park è costruito bene e sempre meglio anno dopo anno, il secondo è dovuto al passaggio di sciatori diventati free skiers e il terzo è dovuto all’aumento dei party e gli eventi all’interno del park. Questo ultimo punto è veramente significativo, ogni volta che si organizza un evento sempre più rider ed affezionati si avvicinano al park, che è diventato un luogo di ritrovo. Durante questi eventi c’è un fortissimo incremento di visite al park e gli snowboarder hanno raggiunto il 50% dell’utenza giornaliera. La Valle d’Aosta è una regione prettamente alpina ma, oggettivamente, poco aperta agli sport freestyle, basta vedere quanti pochi snowpark ci sono rispetto alle altre regioni alpine italiane, quali sono le motivazioni dal tuo punto di vista? In Valle d’Aosta i numeri ci sono e viviamo in un’isola felice e, fino a poche stagioni fa, tutto sommato andava bene così. Solo ultimamente ci si è resi conto dell’importanza di altre fonti attrattive e lo snowpark è una di queste, solo di recente si è spostata l’attenzione verso il cambiamento e non credo che sia troppo tardi. Forse è stato merito di questo cambiamento del perché mi hanno affidato questa poltrona, posso dire con fermezza, che Pila oggi c’è ed ha tutte le carte in regola e chi parte prima meglio si colloca! È vero le stazioni valdostane sono in ritardo, ma è anche difficile individuare un personaggio che abbia le capacità di gestione di uno snowpark e che si prenda la briga, con i suoi oneri e onori, di mandare avanti il progetto. Ritengo che molte stazioni abbiano scelto di non fare un park solo per il fatto di non farlo male, farlo tanto per fare non serve a nulla. È giusto averlo ma è giusto averlo con tutti i crismi e le caratteristiche giuste. Progetti particolari per Pila? Stiamo lavorando per portare un evento di freestyle a Pila! Adesso stiamo costruendo una linea di salti grandi apposta per questo e per degli shooting fotografici con pro rider.
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Sales Agent ITW
DANIELE SPILLER Testo: Nicolò Balzani | Photo: Courtesy Nitro
Area for Sales Agents chiacchierate e pareri con atleti nei diversi campi in cui lavoro, ma soprattutto aver sempre la testa in movimento e guardare sempre avanti. Cosa non ti piace del tuo lavoro, una cosa che proprio non sopporti? Banale forse ma non sopporto le falsità e la poca coerenza con il lavoro altrui. Cosa significa essere un “buon venditore”? Essere presente il più possibile anche se solo per bere un caffè, conoscere il più possibile i prodotti che si vendono ma soprattutto la serietà e la parola data. Che requisiti bisogna aver per fare il tuo lavoro, a livello personale e di lavoro? “Occhi azzurri, biondo, alto, simpatico e bello”, scherzi a parte i requisiti per far bene il nostro lavoro cambiano da persona a persona, di certo io non posso predicarli e tanto meno consigliarli, posso dire solo tanta serietà e professionalità.
Daniele Spiller in tenuta rider
A loro tocca vendere il prodotto direttamente ai negozi, a loro tocca il lavoro sporco quello nascosto, viaggiare e girare, trattare il prezzo, risolvere i problemi di vendita, insomma discutere per accontentare tutti, la ditta per cui lavorano e il negoziante. Ecco cosa significa essere “agente di zona”. Ad aprire questa rubrica abbiamo scelto Daniele Spiller! Spiller, lavora come agente per Nitro Distribution Italia per i marchi Nitro, Giro e Adio per la zone del Triveneto ed Emilia Romagna. Max Gionco (Responsabile marketing per Nitro Distribution Italia) suo grande amico, ce lo presenta: “Daniele Spiller è molto più di un collega è un amico. Presentare un amico in poche righe non è mai facile: bisogna scegliere cosa dire. Io di Spiller (il nome “Daniele” rimane spesso usato solo sulla carta d’identità) scelgo di nominare la sua “umanità”, la sua capacità di capire le situazioni emozionali degli altri, il suo rispetto ed il suo affetto sincero per gli amici, il suo amore solido e profondo per la famiglia. Su queste basi Spiller parte e crea dei contatti umani e lavorativi, perchè questo è Spiller: onesto e disponibile, mi verrebbe da dire scegliendo due aggettivi. Grazie Spiller (questo è da parte mia).” Ciao Spiller, raccontaci cosa fai nella vita? Come tutti lavoro per vivere….. ma ho una gran fortuna di fare un lavoro che mi piace e mi diverte, stare a contatto con le persone, il rappresentante sul settore sportivo in particolare le 2 mie passioni più grandi Snowboard e Ciclismo. Cosa significa essere un agente di zona per te? Cercare al massimo di essere la miglior interfaccia possibile delle aziende che rappresento, con la massima coerenza e serietà possible. Invece cosa significa essere un agente di zona per Nitro Snow-
boards e i suoi marchi? Per Nitro in particolare e una storia d’amore che dura da tanti anni, cominciata nel 97-98 quando facevo il buyer per un negozio dove ho lavorato 13 anni, può sembrare una sviolinata ma essere nella family Nitro e come se l’azienda fosse mia…. ti ascoltano e ti considerano, questo ti fa avere una carica in più nel lavoro. Raccontaci come sei arrivato a fare questo lavoro? Sono arrivato a far questo lavoro dopo una battuta fatta davanti a un caffè con il mio attuale Amico e socio Danilo Puddu agente Nitro , la proposta è arrivata dopo una settimana circa. Il primo colloquio con
il responsabile Nitro, Edoardo Sgarbossa, è stato fatto in una location che non dimenticherò mai: fuori da un casello autostradale seduti su un aiuola… e lì è cominciato il mio vagare per il Triveneto ed Emilia Romagna. Cosa ti piace, in cosa ti gratifica e stimola? Mi piace parlare con la gente, viaggiare, mi piace mettere del mio per far sempre meglio, mi piace vedere che quando incontro o vado trovare i negozianti sono sempre ben accetto “almeno mi sembra”. Mi gasa tantissimo cercare di trasmettere al cliente la mia esperienza sul campo, frutto di innumerevoli test, semplici
Come è andata, per la tua zona, la vendita dei prodotti invernali 2010/2011? Se puoi dirci anche la percentuale di incremento/decremento del tuo giro d’affari rispetto alle stagioni passate? Con la massima sincerità posso dire che per tutti i marchi che io tra tto con Nitro Distribution ho avuto una buona crescita, dare percentuali non mi piace posso dire di essere contento. Ci sono zone difficili da seguire, altre che vanno meglio, tanto è vero che dalla passata stagione ho cercato e trovato una persona che mi affianca completamente per la zona Emilia Romagna: Andrea Zerbini. Per il mercato estivo ti occupi di bike, come sta andando? Per il mercato estivo seguo un marchio di bike Ridley, la mia seconda passione è il ciclismo, azienda Belga specializzata su bici da competizione. Ho cominciato a rappresentarla 5 anni fa con una crescita continua e costante fino ad arrivare in un anno di “crisi” a togliermi delle grosse soddisfazioni. Chi sono i tuoi amici nel mondo degli action sport e quale è il segreto per non avere nemici? Amici sono pochi e di certo i veri sono fuori dal lavoro, vado d’accordo con più o meno tutti l’importante rispettarsi sempre, se poi ho dei nemici pace all’anima loro. Progetti futuri? Nell’immediato, minimo un’ora e mezzadi bici tempo permettendo! Progetti per il futuro continuare a fare quello che sto facendo cercando di migliorare se possibile il mio lavoro e la mia professionalità.
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FABIO DEGASPERI 100-One Testo e Photo: Nicolò Balzani
Una passione, un lavoro, un amore quasi viscerale per il suo shop che ha portato Fabio Degasperi a fare del marchio 100-One un brand di negozi in franchising. A Rovereto è nato il sogno di Fabio e, proprio da lì, siamo partiti per farci raccontare come un sogno è potuto diventare una realtà concreta e redditizia. Raccontaci la storia tua e del tuo negozio! È iniziato tutto quando ho messo la tavola ai piedi e ho capito che questo sport sarebbe stato la mia vita, da lì a poco sono andato a lavorare in un negozio, qui di Rovereto, dove mi sono occupato del settore snowboard. Dopo pochi anni la gestione è stata venduta ad una grossa catena ed io ho deciso di mettermi in proprio, aprendo il mio primo negozio nella zona industriale della città, era veramente piccolissimo e come magazzino utilizzavo un pulmino parcheggiato fuori dal negozio. Per avviare l’attività, insieme a mia moglie, abbiamo aperto un mutuo bello corposo e per ripagarlo facevo il doppio lavoro di negoziante e agente K2. In un attimo di pazzia, negli anni successivi, avevo deciso di investire parte del prestito per finanziare il park al Monte Bondone… un gesto istintivo, per alcuni illogico, ma che è stato ricompensato, con l’andar del tempo, visto che la mia clientela vive e nasce in quel park! Nonostante questo gesto, non siamo andati in banca rotta anzi, il negozio ha continuato a procedere bene così ci siamo ingranditi aprendo il punto vendita di Trento, con il mio socio Alessandro, e ci siamo spostati nella sede attuale nel centro di Rovereto. Il nuovo negozio ha significato una nuova sfida, ripartire da zero, dal
rischio sono/siamo usciti ancora più forti, siamo cresciuti come business e come persone. Il resto è storia d’oggi. Dove nasce il nome 100-One? Ci vuole tanta fantasia, le cose migliori arrivano con poco e quando meno te l’aspetti. Ero a casa di amici e in dialetto dalle nostre parti si dice: “Ci vorrebbe una centa”… per campare meglio e per andare avanti. Da lì il termine “centa”, riferito alle lire di allora, è diventato centone, poi parlando con Gigi Keller ci è venuto in mente di fare un questo gioco di parole e voilà il nome. Il claim “Do you know 100-One?” è nato per il semplice fatto che nessuno sapeva cosa fosse questo fantomatico 100-One e per stimolare la curiosità ecco questa frase aggiuntiva. Quale credi che sia il segreto dei tuoi negozi? I negozi 100-One non sono solo degli shop dove comprare e basta, sono un luogo di ritrovo e di aggregazione dove potersi incontrare. I rider vengono qui, finito di studiare o di lavorare, per chiacchierare discutere di snowboard, guardando un video o una rivista. Credo sia stato questo il segreto, e la passione è il collante per qualsiasi successo. Il negozio 100-One è stato concepito per promuovere lo snowboard alla
base, per diffonderlo sul territorio e credo che il negozio e lo snowboard siano cresciuti a livello locale in completa simbiosi. Noi cerchiamo di promuovere lo snowboard con attrezzature per tutte le tasche, capiamo benissimo i problemi di chi compra perché li abbiamo vissuti e li viviamo in prima persona, da noi puoi trovare materiale a basso costo come per il pro rider. Passione e Business insieme? Devo ammettere che i conti a fine mese bisogna pur sempre farli e per fortuna ho trovato persone che mi hanno aiutato a mediare tra l’aspetto economico e quello emozionale. Credo che da tutti questi debiti e da tutte queste fatiche abbia imparato molto, come il rispetto per i soldi. I miei, credo di poterli definire, investimenti commerciali fatti con passione! Oggi il marchio 100-One è diventato una catena di negozi in franchising?
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Shop CHECK Si, le cose sono andate oltre le nostre più rosee aspettative e abbiamo deciso di fare del nome 100-One un marchio. Oggi abbiamo negozi in franchising come quelli di Udine e di Bolzano (aperto da poco) che hanno il pregio di andare a coprire zone delle città non abbastanza coperte. Quante tavole riesci a far girare all’anno? Questa è una domanda molto difficile e non amo raccontare il mio giro commerciale, penso di avere il 90% dei brand di snowboard, pochissimi sono stati esclusi. Quando inserisco un marchio è perché so che può avere successo ed un buon margine di crescita. Se proprio devo parlare di numeri, qui a Rovereto, vendiamo un centinaio di tavole all’anno. Il freeski quanta importanza ha? Il freeski sta andando molto bene! Non facciamo numeri vertiginosi, non sono paragonabili a quello dello snow, ma quest’anno prevediamo un aumento del 50% delle vendite. L’età media del nostro cliente skier è dai 32 ai 45 anni, comprano sci da freeride larghi e per la maggior parte provengono dallo snowboard, rappresentano quella fetta di gente che non ama andare in park e si è ravvicinata allo ski.
Abbiamo anche il ragazzino di 15/18 anni, stufo dello sci agonistico, che vuole provare qualche cosa di diverso. Devo ammettere che manca l’età di mezzo tra queste due categorie di vendita. A mia opinione, molti board shop dovrebbero iniziare ad integrare nelle proprie vendite anche questa disciplina, soprattutto nelle grandi città! Da un paio di anni hai creato un tuo brand di tavole perché? Promuovere lo sport, questa è la parola d’ordine e, come ti dicevo prima, vogliamo dare una mano a tutti i rider. Ci sono molti brand che spremono i propri atleti per poi abbandonarli favorendone uno più giovane. Io non sono capace a fare così, sono una persona che si affeziona, ci tiene ai propri collaboratori e, siccome non tutte le aziende potevano fornirmi materiale, per soddisfarli ho creato un mio personalissimo brand di tavole. Il costo è molto più contenuto, mi permette di accontentare tutti indistintamente, poi la qualità è ottima e tutti i rider sono soddisfatti del prodotto. Oltre alle tavole noi abbiamo anche un nostro brand di skate, una linea di intimo e miriadi di gadget firmati 100One, questo merchandising fa girare il nome e ci fa pubblicità.
Team 100-One Rovereto
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Manager ITW
GABRIELE COPPOLA
General Manager FreeOnBoard
Testo: Nicolò Balzani | Photo: Courtesy FOB
parte dei negozianti, investire nel marketing locale promuovendo l’immagine dei loro shops e consigliando al meglio, così da diventare un punto di riferimento locale. Oggi i negozi hanno tutti gli stessi prodotti e la gente ne sceglie uno piuttosto che un altro solo nella speranza di trovare differenze di prezzo, invece la scelta dovrebbe essere indirizzata a seconda delle capacità/professionalità del personale addetto alla vendita e sul fatto di trovare il prodotto che desidera. Oltre il confine italiano i negozi sono spesso uno accanto all’altro ed hanno gli stessi marchi, non essendoci esclusività territoriale l’offerta è più agevole per l’utente e la competizione tra negozi è più corretta.
Gabriele con Matt Hammer
Entusiasta! Questo è l’aggettivo che credo meglio descriva Gabriele Coppola! L’entusiasmo è sicuramente stato anche la benzina che l’ha portato a fondare FreeOnBoard, affrontando il difficile mercato italiano con brands assolutamente sconosciuti conducendoli, nel giro di pochi anni ad avere una folta schiera di accaniti fans. Dallo scorso inverno si è assicurato Signal Snowboards ed è già un successo… Gabriele Coppola chi è e cosa fa nella vita? Sono un surfista prima di tutto e quindi un amante di tutto ciò che è action sport, ecco perché ho messo in piedi FOB. Nel mio piccolo adoro le sfide. Trentasei anni vissuti pericolosamente ma con grandi soddisfazioni ed una favolosa famiglia. Il claim di FreOnBoard di quest’anno? FOB è Alternative Distribution! Probabilmente suonerà malissimo e credo che sia anche non corretto in inglese, ma è quello che siamo, se cercate qualcosa di veramente alternativo e soprattutto originale noi lo abbiamo! Come è organizzata l’azienda? Stiamo riorganizzando totalmente la struttura. Con agenti nelle aree più strategiche per il tecnico e showrooms per quanto attiene streetwear e accessori. FreeOnBoard distribuisce marchi medio/piccoli legati agli action sport e alla cultura giovanile, i motivi di questa scelta? FOB è nata con un’idea ben chiara, offrire prodotti diversi dalla massa, cercando di unire passione e motivazione alle rispettive competenze professionali. Per inciso i marchi sono come i figli: all’inizio sono piccoli poi li fai crescere, dai loro da mangiare, li fai fare sport, aria pulita e ti ritrovi con dei granatieri in casa.
Il numero di negozi italiani che distribuiscono i prodotti FreeOnBoard? In quale zona d’Italia sono meglio distribuiti? La zona principale è la Lombardia, paradossale per un’azienda che ha la sua sede in Sardegna, ma copriamo tutto il territorio nazionale. Il numero dei negozi è stato volutamente selezionato durante la stagione, infatti ci interessa la qualità dei clienti non la quantità. Lavoriamo con clienti fidati che credono in FOB e nei nostri marchi. Immagina di essere un negoziante cosa pretenderesti da un distributore per poter iniziare una collaborazione?
Avete un marchio di tavole come Signal e come suo promoter un rider di primo piano, Stefano “Munni” Munari, quanta importanza ha per voi Signal e quanta ne avrà ancora in futuro? Signal è una ventata d’aria fresca! Dopo anni abbiamo trovato un partner eccezionale, non solo in termini di prodotto ma proprio a livello personale. Non siamo stressati da richieste di budget da incrementare ogni stagione, abbiamo il massimo supporto e, soprattutto, vediamo concretamente che i nostri feedback vengono applicati ai prodotti. Signal è e sarà il nostro unico marchio di tecnico da snow fino a quando ci saranno queste caratteristiche. Munni per noi è l’investimento più importante mai fatto su un rider, lo abbiamo cercato, voluto e corteggiato. E’ senza ombra di dubbio uno dei più forti rider in circolazione ma soprattutto è un ragazzo educato, ben voluto, rispettato da tutti, con stile e competenza tecnica. FreeOnBoard investe molto su internet quali sono i motivi di questa scelta? Molto semplici, internet è più immediato della carta
stampata, più economico e consente di colpire più soggetti contemporaneamente in tempo reale. Abbiamo la fortuna di avere dei marchi che producono materiale in quantità industriale ed è un privilegio poter informare l’utenza finale su quello che queste realtà combinano in giro per il mondo. Al tempo stesso i social network ci consentono di ricevere feedback continui sui prodotti, sulle news e contribuiscono a “tastare il polso” alla situazione. Che difficoltà avete riscontrato dovute alla crisi economica? L’esplosione della crisi era di per se già ampiamente preannunciata e quest’anno c’è stata un’ulteriore recrudescenza! Da un punto di vista commerciale negli ultimi anni siamo sempre cresciuti, ma l’ultimo anno ha segnato la differenza in termini di serietà degli interlocutori. Sarei un ipocrita se dicessi che siamo tutti contenti e che le cose vanno bene, ma ho apprezzato molto la franchezza di determinati clienti che, trovandosi in difficoltà, ci hanno avvisato per tempo e si sono realmente impegnati a rientrare coi pagamenti; altri invece spariscono o accampano scuse banali. Personalmente premio chi mi rispetta non chi mi prende in giro. Cosa ti piace e cosa meno del tuo lavoro? Tutto, altrimenti farei altro! Il bello di questo mestiere è che non ti annoi mai… se ti accorgi di annoiarti è perché sei troppo vecchio per questo business. Non voglio arrivare a 60 anni ed aver a che fare con pischelli… non sarei credibile. Per questo mi sono dato una “data di scadenza”. Finisci l’intervista con un tuo personale aforisma! Ciò che non mi distrugge mi rafforza.
Gabriele con Jake Olson Elm e Chris Dufficy
Mi ritengo fortunato perché sono stato anche negoziante, in concomitanza con il mio attuale lavoro, questo mi ha insegnato che da un distributore “non si deve pretendere” ma ci si deve fare spiegare il prodotto sotto tutti i punti di vista. E’ importante creare un rapporto sincero, fatto di comunicazione costante e supporto reciproco. L’affare lo si deve fare sempre in due! Cosa dovrebbe fare un negoziante per poter fidelizzare la propria clientela? Le abitudini al consumo stanno parzialmente cambiando, oggi tutti comprano, o provano a comprare, su internet perché pensano di risparmiare. Per fidelizzare la clientela sarebbe importante, da
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