The Pill Magazine 20

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I tessuti a contatto con la pelle gestiscono l’umidità ed asciugano velocemente, senza però offrire un effetto cooling durante l’attività. Polartec® Delta™, nuovo tessuto dal cooling effect, è progettato con una struttura a radiatore che diminuisce la frizione del tessuto con la pelle, dissipando il calore e l’umidità corporea allo stesso ritmo naturale del tuo corpo. Significa che Delta™ ti mantiene fresco ed asciutto offrendo maggior comfort rispetto ai classici tessuti a contatto con la pelle. Anche nelle condizioni di estremo calore.

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© 2016 Polartec, LLC. Polartec®, Polartec® Delta™ sono marchi registrati di Polartec, LLC.



Riccardo Meja Hernandez è un runner messicano che ha corso e vinto in tutto il mondo. Ha deciso di provare una nuova esperienza, la durissima Marathon des Sables. Questa corsa nel deserto marocchino, è un susseguirsi di tappe che variano nella “monotonia” del deserto: sabbia e pietre, pietre e steppa, steppa e sabbia, da correre in completa autosufficienza. Dopo un inizio leggermente in sordina per via del caldo e per aver sofferto per una vescica gigante che gli ha martoriato un piede, ha finito con un dignitoso ventitreesimo posto assoluto. BY DINO BONELLI - MOROCCO


L’acqua nel deserto, si sa, è il bene più grande e allora, in gare dure come la Marathon des Sables, può capitare che la rimanenza di una bottiglia sia civilmente contesa da un più persone. Nicole tiene la bottiglia e versa la poca acqua rimasta, Chema Martinez, ci mette sotto il cappellino per rinfrescarsi poi la testa, appena sotto le mani di Fernanda Maciel, stringono una bandana piegata da inumidire per lo stesso scopo. Ruben, di fronte con le mani che, con il cappello, scompaiono in basso nella foto, sembra essere l’ultimo della fila, mentre Miguel, a torso nudo, spera di non esser arrivato tardi. BY DINO BONELLI - MOROCCO



La Marathon des Sables è una desert-run ultratrentennale, in 5 tappe e in completa autosufficienza. Le tappe variano dai 36 agli 84 km per un totale di 255km da correre quasi sempre di giorno, ovvero sotto un sole che sa far male. Si corre anche di notte e quando il sole sta per lasciare il posto alle tenebre, il disco infuocato incendia un orizzonte che non sempre è solo piatto, perché a differenza di quello che generalmente si pensa, il Sahara marocchino è anche ricco di piccole ed aspre montagne rocciose su cui i runner devono arrampicarsi. BY DINO BONELLI - MOROCCO



PIC: FRANCK ODDOUX

BY DAVIDE FIORASO

Sistemo le mie cose di ritorno dal viaggio, temendo già il lavoro e la routine che mi avvolgerà nei prossimi giorni. Dovrò ritrovare un equilibrio durante le interminabili settimane di frenesia, combattendo con la nostalgia del tempo trascorso. Noi tutti, cerchiamo la natura per riconnetterci con le proprie anime, gli uni agli altri, e per ricordare il nostro posto nell’universo. Non possiamo vivere questi luoghi a tempo pieno, ma quelle interminabili giornate all’aria aperta, quei momenti di libertà, le ore trascorse a macinare sentieri, sono ciò che ci rafforza. Quelle stesse esperienze che diventano ancora più importanti quando lasciamo tutto alle nostre spalle per tuffarci nuovamente in un mare di vita reale, motivo principale delle nostre fughe. Esperienze che sono l’ancora di salvezza quando le cose si fanno difficili. Che ci danno prospettiva sulla vita, prospettiva necessaria quando il mondo sembra andare fuori equilibrio. Per fortuna siamo in grado di trovare degli spazi per sgattaiolare qua e là. Siamo in grado di scrollarci di dosso il peso del mondo moderno e trovarsi liberi e selvaggi di nuovo. Anche se è solo una manciata di tempo, è esattamente quello che ci serve. There’s still something wild and free in all of us.


Mike Foote Greg Mionske Missoula, Montana – USA

Fango, roccia, pioggia, terra. Si adatta ad ogni tipo di terreno.

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PIC: ALBERTO BONARDI

EDITOR IN CHIEF

PHOTOGRAPHERS & FILMERS

PRINT

Denis Piccolo | denis@tabcommunication.com

Denis Piccolo, Cristian Murianni, Davide Fioraso,

Grafiche Ambert Verolengo TO

EDITORIAL COORDINATOR

Marco Morandi, Gianfranco Battaglia, Andrea Schiliro

Riccardo Miracoli | riccardo@tabcommunication.com

COVER

EDITORIAL

Dino Bonelli

DISTRIBUZIONE

Davide Fioraso | davide@tabcommunication.com

COLLABORATORS

FreePress 25.000 copies

EDITORS

Antonio Isaja, Enrico Santillo, Lisa Filippini,

distribuited in Italy

Denis Piccolo | denis@tabcommunication.com

Simone Natale, Marco Contardi,

on 800 outdoor shops

Cristian Murianni | murio@tabcommunication.com

Alessandro Belluscio, George Boutall

ADVERTISING OFFICE

COMPANY EDITOR

welcome@tabcommunication.com

Tab Communication

The Pill rivista bimestrale registrata

ART DIRECTOR

Via Paolo Bassi 29 Milano 20159

al tribunale di Milano il 29/02/2016

Massimo Tanganelli | massimocontrasto@gmail.com

welcome@tabcommunication.com

al numero 73

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THE DAILY PILL BEST MADE KILLER COLLABS FOCUS ON - POLARTEC DELTA FOCUS ON - COLUMBIA OUTDRY EXTREME ECO SHOP THEY WEAR OUTDOOR SHOW PREVIEW 2016 INDEPENDENT CHOICE - LUGGAGE CHULU FAR EAST - DREAMING THE PEAK ERIC ALBERTINI MY SANGRO - FLY FISHING EXPERIENCE BRAND OVERVIEW - TANNER GOODS TRAVELLERS - DINO BONELLI ITW INTUITIVE RUNNING AROUND THE MONT BLANC SHAPING THE RIDE INDEPENDENT CHOICE - TRAVEL BIKE THE VERTICAL PERSPECTIVE WORD OUT PIC: DINO BONELLI



B Y D AV I D E F I O R A S O

ALTITUDINI BLOGGER CONTEST 2016 ADVENTURE AWARDS DAYS 2016 Adventure Awards Days, il festival internazionale dell’avventura e dell’esplorazione, approda nel Garda Trentino per la quinta edizione che si terrà dal 30 settembre al 3 ottobre. Grandi viaggiatori e amanti dell’avventura si daranno appuntamento per condividere storie, esperienze e passioni con una platea sempre più ampia di visitatori interessati alla vita “en plen air”. Cuore pulsante del festival sarà Arco ma gli appuntamenti coinvolgeranno tutto lo splendido scenario dell’alto Garda. L’evento partirà venerdì 30 settembre con la selezione internazionale dei migliori film di avventura e proseguirà con camp di trail running, corsi di cucina outdoor, workshop di fotografia e storytelling, incontri con grandi esploratori e sportivi, concerti all’alba ed escursioni notturne in mountain bike. www.adventureawards.it.

H&M - FOR EVERY VICTORY SPORT COLLECTION Per celebrare il potere delle vittorie personali H&M ha lanciato una nuova collezione tecnica sportiva dal nome For Every Victory. Il colosso del fast fashion, che ha disegnato le divise della squadra olimpica svedese, tra cui l’uniforme per la cerimonia di apertura, ha sviluppato i capi con il contributo e la collaborazione degli stessi atleti che prenderanno parte a Rio 2016. La campagna è stata preceduta da personalità di ispirazione che hanno raggiunto le proprie vittorie nello sport come nella di vita: tra i tanti Caitlyn Jenner, che dopo l’oro olimpico vinto con il nome di Bruce Jenner è arrivata ad affermare la sua vera identità di donna, il surfista Mike Coots, che ha perso una gamba nell’attacco di uno squalo o la boxer Namibia Flores, che ha combattuto contro i pregiudizi di perseguire i suoi sogni. La collezione farà la sua comparsa nei negozi dal 21 luglio 2016.

Vagabondi delle Montagne è il tema dell’edizione 2016 di un blogger contest che intende esplorare la montagna come terreno di vagabondaggio, come ricerca della libertà più estrema. Libertà di non avere una vera meta – o di cambiarla in corso d’opera – ma anche libertà da mode e condizionamenti. Il senso del viaggio sta nella scoperta del sentiero, negli errori di percorso, negli incontri e nelle emozioni che viviamo. Da cinque anni Altitudini si prefigge di incentivare l’uso creativo dei linguaggi multimediali. Blogger professionisti e non sono invitati a presentare una loro micro-storia (al massimo di 400 parole) accompagnata da una foto. Come partecipare? Compilando il modulo di iscrizione on line entro il 10 settembre 2016. Una giuria di esperti provvederà a selezionare i tre blogger vincitori e a segnalare gli autori meritevoli. In palio 2.500€ di materiali tecnici e soggiorni in quota offerti dalle aziende sponsor e la pubblicazione delle opere vincitrici su riviste digitali e cartacee. www.altitudini.it

BJÖRN HAMACHER NUOVO DIRETTORE MARKETING ASICS EUROPE Dal primo luglio 2016 Björn Hamacher è il nuovo Direttore Marketing ASICS per l’area EMEA con particolare focus agli strumenti di marketing digitale. Hamacher sarà responsabile marketing sia per quanto riguarda ASICS performance sia per le linee lifestyle (ASICS Tiger e Onitsuka Tiger) e farà parte della squadra globale riportando direttamente al CEO EMEA Alistair Cameron. Hamacher era attualmente Direttore Marketing per ASICS Central Europe – responsabile di mercati chiave come Germania, Austria e Polonia – dove ha implementato con successo numerose campagne di comunicazione. Negli 11 mesi con ASICS Central Europe, Hamacher ha attivato programmi di successo, incluse le communities ASICS Frontrunner e ASICS Training Squad. 36enne, è un fanatico dello sport con una comprovata esperienza nei social media e nel digital marketing. Nei 10 anni precedenti all’esperienza in ASICS, Hamacher ha lavorato The Coca-Cola Company.

THE NORTH FACE MOUNTAIN FESTIVAL 2016 The North Face invita gli appassionati di outdoor a dimenticare la normalità e la routine e disconnettersi per un weekend partecipando al The North Face Mountain Festival, due giorni da vivere immersi in uno scenario mozzafiato. Appuntamento dal 16 al 18 settembre 2016 a Lauterbrunnen in Svizzera, ai piedi dell’Eiger, una delle vette più iconiche delle Alpi. Durante la due giorni sarà possibile partecipare a diverse attività: correre su percorsi di montagna, scalare una parete rocciosa insieme a un atleta esperto, imparare a cucinare pasti gourmet adatti alle esigenze peculiari delle spedizioni o condividere racconti di avventure epiche intorno a un fuoco da campo. Insomma, ce n’è per tutti i gusti! I biglietti Early Bird sono disponibili a 99€ sul sito www.thenorthface.com/mountain-festival.


B Y D AV I D E F I O R A S O

SENTIERI STAGIONALI Un esempio di buona collaborazione tra ente pubblico e azienda privata. Un nuovo modo per vivere e scoprire la cultura, le ricchezze e le tradizioni del territorio italiano. Sentieri Stagionali è una piattaforma digitale che valorizza i nostri parchi naturali e accompagna i visitatori nella conoscenza ed esplorazione, stagione per stagione. Un sito web che ospita il racconto a 360° delle bellezze naturali, coinvolgendo i visitatori attraverso storie fotografiche, e consentendo di pianificare percorsi personalizzati. Un’app mobile per portare sempre con sé il proprio itinerario, anche in assenza di rete, sono gli elementi fondamentali di un progetto che combina lo storytelling digitale all’insostituibile esperienza da vivere. Se Parco dei Nebrodi, Parco delle Prealpi Giulie, Parco del Ticino sono i primi protagonisti di Sentieri Stagionali, la partnership tra Snam e Federparchi dà al progetto un respiro nazionale. www.sentieristagionali.it

HAGLÖFS E LAVA - UNA SOLUZIONE SOSTENIBILE PER PRODOTTI A MINOR IMPATTO AMBIENTALE Haglöfs sceglie la tecnologia anti-odore Sciessent Lava per continuare il suo percorso in direzione dell’eco sostenibilità. Dal 2015 ad oggi il brand svedese si è impegnato per offrire un prodotto al minor impatto ambientale possibile, con un solo obiettivo: creare, nel 2020, capi a zero emissioni di fluorocarburi. Per lungo tempo, le tecnologie antibatteriche erano l’unica soluzione usata per combattere il cattivo odore, trattamenti spesso dannosi per le persone e l’ambiente. Da qualche anno Haglöfs ha deciso eliminare completamente l’uso di tecnologie anti-batteriche, affidandosi a Lava, una tecnologia approvata con certificato Bluesign che sfrutta le caratteristiche fisiche che in natura si trovano nello zeolite, un minerale carico negativamente con fori microscopici che attraggono e catturano liquidi e gas.

OUTDOORSHOW – AVVIO ANTICIPATO PER IL 2017 Tempo d’estate, tempo di OutDoor sul Lago di Costanza. Espositori, operatori del settore e giornalisti potranno fin d’ora segnare nel loro calendario gli appuntamenti OutDoor a Friedrichshafen per gli anni 2017 e 2018. Gli organizzatori della Fiera di Friedrichshafen e i loro partner dell’associazione di categoria European Outdoor Group (EOG) hanno fissato le date future della fiera di riferimento per il settore. L’anno prossimo l’evento OutDoor sarà anticipato alle date dal 18 al 21 giugno 2017 e inizierà di domenica. Il direttore della fiera Klaus Wellmann dichiara: “Il nostro obiettivo è di collaborare spalla a spalla con i nostri partner di EOG e di agire nell’interesse dell’intero settore. Abbiamo accolto la richiesta e siamo riusciti a fissare questo evento importante nel calendario delle attività“. www.outdoor-show.com

LA SPORTIVA CON SAMUELE COOPERATIVA SOCIALE One Man’s Waste is Another Man’s Treasure, ovvero ciò che per qualcuno può essere uno scarto, può rivelarsi un tesoro per qualcun altro. Nasce con questo concetto di sostenibilità la linea di accessori pensata da Samuele Cooperativa Sociale di Trento in collaborazione con lo studio di design AleDima. Questa linea si è impreziosita con la collaborazione di La Sportiva che ha sposato il progetto creando una linea di accessori a proprio marchio, realizzata con l’utilizzo esclusivo di pellami di fine serie e derivanti dal processo produttivo delle scarpette d’arrampicata e scarponi da montagna, ricombinandoli in modo unico, artigianale e soprattutto sostenibile. Borse a tracolla, agende, portachiavi e beauty case: questi gli esclusivi accessori della linea Green che gli appassionati potranno trovare in vendita all’interno degli store ufficiali La Sportiva.

PRIMALOFT – AL VIA IL SECONDO RETAILER COAT SWAP Ispirandosi al successo riscosso nel 2015, PrimaLoft, Inc. ospiterà il secondo evento Retailer Coat Swap durante il prossimo OutDoor Show 2016 a Friedrichshafen. I rivenditori di tutta Europa sono invitati nello stand A1-400 di PrimaLoft a barattare giacche e cappotti puliti e in buono stato (di qualsiasi materiale) con nuove giacche PrimaLoft Gold Insulation Active. Naturalmente, anche tutti gli altri visitatori della fiera possono sostenere il progetto di beneficenza donando giacche e cappotti che non utilizzano più. PrimaLoft ringrazierà tutti coloro che compiranno questo gesto con un regalo a sorpresa! L’azienda donerà tutti i capi raccolti al centro di assistenza per i senzatetto del convento Obdachlosenhilfe di St. Bonifaz, Monaco, città che ospita la sede amministrativa europea di PrimaLoft.


B Y D AV I D E F I O R A S O

ARC’TERYX ACRUX SL APPROACH SHOE Design intelligente e tecnologie avanzate si fondono in una scarpa estremamente leggera, resistente e confortevole per approcci tecnici su terreni difficili o escursioni di tutti giorni. La tecnologia Adaptive Fit Lite utilizza un processo di laminazione esclusivo che si integra con un unico pezzo senza soluzione di continuità, riducendo peso, volume e adattandosi al piede nei punti chiave. La mescola Vibram Megagrip aiuta a mantenere stabilità in condizioni di asciutto e bagnato. Ammortizzazione e comfort sono garantite da un intersuola in EVA iniettata specificamente modellata per la protezione dagli urti ed una soletta Ortholite.

FILSON MITI CAMP STOVE

KAMMOK FIREBELLY TRAIL QUILT

Una soluzione minimalista ed essenziale per la vostra cucina all’aria aperta. Miti Camp Stove di Filson è un semplice piano cottura in acciaio inox, pratico e leggero, che vi permetterà di riscaldare qualsiasi cibo. Basterà adattarlo ad un ceppo di legno tagliato in quattro quarti, guardarlo bruciare dall’interno verso l’esterno e sfruttare un calore del tutto naturale. I quattro chiodi di supporto serviranno per mantenere la base al suo posto quanto il ceppo si sarà consumato. Miti Camp Stove viene fornito con una propria custodia.

Kammok Firebelly Trail Quilt fonde comfort e prestazioni tecniche mantenendovi incredibilmente al caldo. Può essere utilizzata come un tradizionale trapunta matrimoniale, ma essendo progettata per la vita all’aria aperta è dotata di coulisse e bottoni a pressione per adattarla al corpo creando un ambiente accogliente. Tecnologia Insotect Flow, imbottitura 750-fill Downtek (temperature rating -1°C) idrorepellente e di rapida asciugatura, rivestimento 15D ripstop nylon. Comprimibile nel suo sacco da 7L. Formato unico rettangolare 203x140 cm.

VERTEPAC CYNTHIA ROWLEY PRINTED WETSUIT Cynthia Rowley è uno dei principali brand di luxury lifestyle al mondo. Il marchio attualmente comprende abbigliamento sportivo e accessori ed è particolarmente apprezzato nelle categorie swimsuits e wetsuits. Traboccante di energia, la Rowley infonde un senso di avventura in tutti i suoi progetti di design, dalle collezioni surf & swim al ready-to-wear. Atmosfere funky e vibranti per queste mute da 2 mm in Fiber-Lite Neoprene con aspetti tecnici distinti. Taglio corto, manica lunga, zip nascosta sul retro e chiusura in velcro sul collo. Piccolo taschino portachiavi sulla parte bassa. Tante le fantasie e varianti a disposizione: Coloblock, Athletic Stripe, Paisley, Floral.

Progettato dall’inventore Jeroen Janssen e dall’industrial designer Stanley Sie, Vertepac è il primo zaino al mondo con una propria colonna vertebrale. Questo sistema rivoluzionario si basa sulla tecnologia brevettata Extendable Parallel Spine (EPS), che libera il 95% del carico sullo spalle trasferendolo ai fianchi senza limitare la vostra libertà di movimento in qualsiasi direzione. Inoltre, grazie all’innovativo sistema intercambiabile ICS, nel giro di pochi secondi è possibile adattare allo stesso telaio tre grandezze diverse di zaini in base alle proprie esigenze.


PAKAYAK PACKABLE KAYAK

MINI CLUBMAN ALL4 SCRAMBLER SNOW PEAK MINI FLAME Il Mini Flame di Snow Peak è la combinazione perfetta tra illuminazione a bassa tecnologia e design di alto livello. Questo piccolo bruciatore in lega di alluminio, vetro e acciaio inossidabile porterà un pò di romanticismo nel vostro accampamento. Mini Flame è progettato per adattarsi a qualsiasi bombola da campeggio, così da svuotare i residui di combustibile che rimangono nei vecchi contenitori e che non troverebbero spazio nella vostra prossima avventura. La fiamma ha una autonomia di 15 ore con 110 g e può essere regolata semplicemente ruotando il vetro. Il nostro consiglio? Un paio di questi, una bottiglia di vino, ed una coperta sotto le stelle.

Dall’unione della nuova MINI Clubman con BMW R nineT Scrambler è nata MINI Clubman ALL4 Scrambler, un esemplare unico capace di dare risalto alla trazione integrale ALL4 come vero elemento di libertà, originalità e avventura tipico delle café-racer. Assetto rialzato per garantire una guida maggiormente rilassata e versatile, proiettori circolari sul frontale (originali BMW R nineT Scrambler) citazione dei mitici fari che hanno caratterizzato le MINI sportive fin dai tempi dei Rally di Montecarlo. Portapacchi come elemento tipico delle vetture a trazione integrale, colore personalizzato di derivazione motociclistica, interni in pelle Nappa e Alcantara.

Pakayak è l’ultima novità in fatto di kayak ripiegabili. Occupando solo ¼ delle dimensioni di un kayak tradizionale, puoi riporlo in qualsiasi parte, portartelo sulla schiena, caricarlo nei sedili della tua cabriolet. E pagaia proprio come un tradizionale kayak rigido. Grazie al sistema di assemblaggio brevettato le sei sezioni si possono facilmente montare e smontare in meno di 5 minuti, passando da 14 a 3.5 piedi. Progettato per il Touring, è dotato di due compartimenti stagni per lo stoccaggio del materiale. La campagna Kickstarter di Doug Mackro è entrata nel vivo!

BUNDEZE BANDIT MULTI-TOOL WALLET

HEIMPLANET NIAS TENT La nuova tenda Nias di Heimplanet è la scelta ideale per gruppi e famiglie o chiunque voglia stoccare un sacco di materiale al suo interno. Il design a due cabine indipendenti offre una grande flessibilità, unendo i vantaggi di una progettazione a tunnel con la stabilità della struttura geodetica. Due ingressi, uno su ciascun lato della tenda, assicurano un facile accesso alla zona disimpegno. Quattro fori di ventilazione forniscono un flusso di aria ideale dall’alto verso il basso. Può ospitare da 4 a 6 persone ed è realizzata in 100% Nylon 40D 210T Ripstop con Fly Sheet in poliestere (PU 5.000 mm) e fondo in Nylon Tafetta 70D.

Il vostro classico portafoglio, si rivelerà qualcosa di inutile rispetto a questo multi-tool realizzato in Michigan. Il Bundeze Bandit è in grado di stoccare fino otto carte e 30 banconote grazie ai suoi speciali elastici. I ritagli e le scanalature nella piastra alluminio anodizzato sono progettati per servire da chiave meccanica su bulloni e dadi da 8,10,13 mm o da 1/4, 5/16, 3/8, 1/2, 5/8. E’ incluso anche piccolo cacciavite Phillips a stella. Minimalista, con un sacco di capacità, facilmente espandibile, estremamente resistente ed impermeabile. Naturalmente, funziona anche da apribottiglie.


B Y D AV I D E F I O R A S O

RAPHA X APIDURA SADDLE PACK Rapha ha presentato una nuova linea di borse frutto della collaborazione con Apidura, brand conosciuto tra i randonneurs e leader nella creazione di borse per bikepacking. Questa versione speciale del loro riuscitissimo Compact Saddle Pack è stato personalizzato con inserti rosa e strisce riflettenti. Offre spazio sufficiente per l’attrezzatura necessaria a viaggi brevi. Le cinghie altamente funzionali ancorano il pack sulla parte posteriore della sella evitando ondeggiamenti.

WHITE MOUNTAINEERING X PENDLETON MOUNTAIN PARKA

TAYLOR STITCH X MISSION WORKSHOP ALBION JACKET

Dopo l’importante collaborazione con adidas Originals ed un periodo di relativa calma, ritorna Yosuke Aizawa di White Mountaineering. E lo fa niente di meno con Pendleton Woolen Mills, la storica azienda di Portland famosa per i suoi tessuti. Tre oggetti esclusivi tra cui uno zaino, una helmet bag e questo parka ripiegabile che usa una variazione monocromatica di pattern ispirato ai nativi americani.

La comodità di materiali moderni unita al design di una classica overshirt. L’esterno è realizzato in nylon windshell, tessuto stretch a due vie resistente all’acqua e di rapida asciugatura, mentre l’interno è foderato in Polartec high loft fleece. Il risultato? Il mix ideale per il calore di tutti i giorni. Rifinita con bottoni Prym a pressione e due al petto tasche con chiusura a scatto.

NANGA X CFICOUTURE SLEEPING BAG Dopo le collaborazioni invernali 2014 e 2015, October’s Very Own e Canada Goose tornano per questa Timber Shell Jacket dedicata alla bella stagione. Tessuto 3L Camo Jacquard (un hard shell laminato a 3 strati traspirante e resistente all’acqua), cappuccio regolabile, cerniere YKK sigillate, tasca interna di sicurezza e polsini con chiusura a velcro. Disponibile in versione olive o black con cappellino abbinato Qualità e funzionalità sono le priorità del brand giapponese Ficouture; collezioni che ciclicamente si ispirano ad un diverso paese: Marocco 2010, Cuba 2013, Germania 2016. Dalla recente collezione questo sacco a pelo sviluppato in collaborazione con Nanga, marchio specializzato in imbottiture. Nylon 100%, piuma d’oca 750FP e due tasche sul petto per tenere con se piccoli oggetti. La caratteristica più singolare è l’ampia cerniera che permette di liberare i piedi.

THOMAS & THOMAS X BALL AND BUCK BAMBOO ROD E’ stata definita “The Biggest Collaboration In The Fly-Fishing Community”. Per la prima volta nella loro storia, Ball and Buck e Thomas & Thomas hanno collaborato per creare la miglior fly rod al mondo, una canna di bambù in edizione limitata realizzata a mano in Massachusetts dal maestro artigiano Troy Jaques. 80 ore di sapiente lavoro per ogni singola canna. Include dettagli in bronzo e mogano e viene fornita con custodia in plaid.


MONKEY TIME X ASICS GEL SIGHT OLIVE CROWN Nel corso degli anni Monkey Time ed ASICS ci hanno regalato collaborazioni molto interessanti. Anche stavolta non si smentiscono, lavorando sulla silhouette della Gel Sight, scarpa da running classe 1992 dalla forma snella e rialzata. Questa limited edition nata per le strade di Tokyo fa dei materiali il suo pezzo forte: tomaia in pig-skin suede colore verde oliva contrastata da pannelli in pelle bianco/nero sul tallone. Suola Gel con caratteristico rinforzo in TPU che avvolge tutto il tallone.

UNITED BY BLUE X KLEAN KANTEEN WATER BOTTLE Una collaborazione dai risvolti sostenibili quella tra UBB ed il marchio californiano Klean Kanteen che vede nascere cinque water bottle co-branded in acciaio inossidabile. Il calcio d’inizio di questa partnership è avvenuto a metà maggio con la pulizia del Big Chico Creek e vedrà Klean Kanteen impegnata a donare 2500 tazze in acciaio ai partecipanti delle varie iniziative 2016. La collaborazione arriverà nei negozi a metà luglio.

DSPTCH X GEAR PATROL CAMERA STRAPS Dopo una similare collaborazione datata 2013, il portale newyorkese Gear Patrol ripropone l’accessorio per la vostra fotocamera marchiato DSPTCH (pronunciato “dispatch”), brand di San Francisco nato per progettare e realizzare borse, custodie e accessori funzionali e durevoli per il moderno viaggiatore. Cinghia a tracolla da 48 inches altamente resistente per mantenere la macchina al sicuro senza mai rallentare.

SLAM JAM X SUICOKE KISEE V SANDAL Il marchio giapponese Suicoke, già noto per le sue partnership con Norse Projects e Mastermind, unisce le forze con il distributore europeo Slam Jam sul sandalo Kisee per uomo e donna. Fortemente ispirati alle fantasie di fine anni ‘90 di Issey Miyake, i sandali dispongono di straps regolabili in nylon offerti in tre varianti colore (Military, Royal e Red) su base in neoprene zebrata. Plantare Vibram e suola Vibram Morflex.

TRIUMPH X ICON 1000 DROMEDARII MOTORCYCLE Una Triumph Tiger 800XC del 2011 come tela bianca di questo progetto. La creazione di Icon 1000 è una vera rugged che sembra uscire da uno scenario post-apocalittico. Le plastiche sono state rimosse e sostituite con gabbie d’acciaio e piastre di protezione, nuove sospensioni Ohlins, telaio sollevato, serbatoio personalizzato, celle a combustibile Rotopax e illuminazione integrata PIAA HID.


Polartec , fornitore mondiale leader di soluzioni tessili innovative , ha annunciato il suo primo tessuto rinfrescante Polartec Delta disponibile nelle collezioni SS2017. La struttura del tessuto è costruita per agire come un sistema di raffreddamento, facilitando il trasferimento di calore dal corpo e gestendo il sudore della pelle. La maglia è dotata di filati idrofili raggruppati in una matrice radiale che prolunga il raffreddamento naturale della pelle. Focalizzandosi su una costruzione sofisticata, piuttosto che sugli additivi chimici, i brand partner di Polartec potranno integrare il tessuto rinfrescante in un indumento altamente traspirante che non si appiccica al corpo dell’utilizzatore durante le attività ad alto rendimento. “I brand partner hanno capito immediatamente il valore della capacità di raffreddamento del tessuto Delta all’interno delle loro collezioni. Innovare i tessuti era la nostra sfida iniziale e comfort e qualità sono stati i nostri motivi ispiratori. Siamo entusiasti di vedere i nostri tessuti all’interno delle linee dei principali marchi outdoor, in modo tale che i consumatori possano sperimentare Delta in prima persona” - Karen Beattie, Product Marketing Manager di Polartec. I brand che adotteranno Polartec Delta per il lancio iniziale sono: Crazy Idea, Karpos, Salewa, MacPac, Kathmandu, Outdoor Research, Kitsbow, Montura, Mountain Designs. È TEMPO DI CAMBIARE Il cotone è il re dell’abbigliamento casual estivo. È altamente traspirante, assorbe il vapore acqueo corporeo e il leggero sudore dai nostri corpi così da farci sentire meno umidi, più freschi e confortevoli al caldo. Sotto un pesante sforzo, tuttavia, il cotone si infradicia. L’umidità (sudore) in eccesso ingrossa le fibre creando una barriera contro la traspirabilità. La tua piacevole t-shirt si trasforma in un bagno di sudore. Ma queste sono notizie vecchie, giusto? Ecco perchè gli indumenti 100% poliestere e altri sintetici sono diventati così popolari: asciugano velocemente. Tuttavia questa rapida velocità di asciugatura può spesso risultare troppo fredda per il comfort. Gli atleti di fondo si lamentano più volte per il disagio del raffreddamento lampo dei loro indumenti sintetici impregnati di sudore, specialmente quando cala la temperatura o si alza il vento. Inoltre c’è il problema derivato dal fatto che, quando è asciutta, una maglietta in poliestere risul-

ta relativamente calda. Chi vuole indossare un capo caldo durante le giornate roventi o all’interno di una palestra? Eppure molti di noi sopportano le oscillazioni di temperatura per avere il beneficio dell’asciugatura veloce. PRESENTAZIONE POLARTEC DELTA Delta significa cambiamento. E cambierà il modo in cui ti vesti per le attività in climi caldi. Ci piace chiamarlo il “Riccioli d’oro” dei tessuti perché è proprio giusto. Non troppo caldo, non troppo freddo. Conduce con successo nella via di mezzo fra fibre naturali e sintetiche, prendendo elementi di comfort dal cotone, per un’abilità di raffreddamento immediata e a lungo termine, e dai sintetici per la loro velocità di asciugatura, ridotta aderenza da bagnato e ridotto sfregamento. La dimostrazione reale sta nell’indossarlo, ma la sosteniamo con una solida scienza tessile. COME L’ABBIAMO FATTO? Abbiamo chiesto ai nostri ingegneri del reparto R&D di realizzare un radiatore per il freddo. Il radiatore è una struttura che facilita il trasferimento di calore da un punto a un altro. Il sudore è la via primaria attraverso cui i nostri corpi eliminano il calore in eccesso quando è caldo. Così abbiamo concepito un tessuto che massimizza l’efficacia della tua naturale risposta corporea. Il nostro tessuto radiatore trasporta il tuo sudore e lo tiene vicino alla tua pelle, dove agisce nella maniera migliore. Voi beneficiate del raffreddamento per evaporazione, della rimozione del calore corporeo in eccesso, come del tessuto che asciuga. Noi facciamo tessuti, per questo il nostro radiatore non utilizza alette metalliche, ma filati. La costruzione del tessuto presenta una maglia di filati idrofili (in bianco nell’immagine sopra) in una griglia a matrice per prolungare la risposta di raffreddamento naturale della pelle. Questo filato assorbirà e distribuirà l’acqua/sudore intorno al tessuto. Lavora come una specie di liquido refrigerante nel radiatore di un’auto. Trasporta il sudore intorno alla tua pelle così che può godere del suo raffreddamento per evaporazione. Le zone idrofobe (in arancio nell’immagine) create dal filato sintetico e la speciale costruzione a maglia incentivano la massima traspirabilità e un veloce tempo di asciugatura. La speciale struttura a maglia riduce l’aderenza alla pelle quando bagnata. E i filati selezionati hanno un naturale tocco refrigerante, così li vorrai indossare quando è caldo. Abbiamo aggiunto il controllo degli odori per perfezionare l’esperienza e un fattore di protezione solare medio per tenerti al sicuro quando sotto il sole.



COLUMBIA OUTDRY EXTREME ECO In Columbia, la missione è poter aiutare le persone ad apprezzare più a lungo possibile il tempo trascorso all’aperto. Questo è il motivo per il quale viene considerata una responsabilità l’essere coscientemente attenti all’ambiente da tutti condiviso. COSA SONO I PFC E PERCHE’ VI DOVREBBERO INTERESSARE? Le giacche antipioggia che avete indossato negli ultimi decenni non sono cambiate molto tecnicamente. Le rain jackets tradizionali respingono l’acqua tramite dei composti sintetici noti come PFC (perfluorocarburi), utilizzati nei trattamenti DWR (Durable Water Repellent) sulla superficie dell’abbigliamento outdoor, attrezzature e calzature. Questo trattamento aiuta i materiali permeabili a espellere l’acqua. Senza questo trattamento, l’acqua passerebbe attraverso gli strati dando una sensazione di umido e bagnato. La lega formata fra carbone e fluoro, trovata nel PFC, è una delle più forti conosciute dall’uomo. Vista la forza di questa lega, il PFC non si disintegra subito nell’ambiente. Ne sono state ritrovate tracce accumulabili negli animali e anche negli umani. Il problema riguardante l’accumulo di questo composto può causare vari effetti ed è stato il motivo di molteplici discussioni tra gruppi di avvocati in difesa dell’ambiente e aziende d’abbigliamento outdoor. Un elemento chiave nella persistenza del PFC nell’ambiente è la lunghezza della sua struttura chimica, o il numero di atomi di carbonio nella struttura. Storicamente, le industrie d’abbigliamento outdoor hanno usato il PFC strutturato “in lungo”. In risposta alle preoccupazioni sull’impatto ambientale del PFC, l’industria ha cambiato producendo composti più piccoli (esempio C6), che possono essere meno persistenti. Columbia ha sostituito il DWR usato nell’intero catalogo di abbigliamento e calzature outdoor, con il più sicuro C6. Detto questo, il C6 può essere co-

munque pericoloso per l’ambiente, e la maggior parte delle aziende, Columbia inclusa, si sono impegnate a trovare delle alternative più salutari per l’ecosistema. PERCHE’ I BRAND DI ABBIGLIAMENTO OUTDOOR NON HANNO ANCORA ELIMINATO I PFC? Di base tutte le marche d’abbigliamento outdoor si affidano ad un tipo di costruzione che funziona tendenzialmente così: prendere un tessuto trattato con una base di PFC, laminare il DWR con una sottile membrana impermeabile e allinearlo con un altro tessuto o stampa che andrà a contatto con la pelle. Siccome questo sistema fa si che ci sia un tessuto “water-loving” come strato della giacca, l’ultimo tessuto esteriore deve essere trattato con il DWR per mantenere la performance della giacca. Ognuno dei maggiori brand di abbigliamento outdoor è a conoscenza che le alternative di DWR senza PFC non hanno la stessa durabilità e performance che il cliente si aspetta. COME HA FATTO COLUMBIA PER ELIMINARE I PFC E MANTENERE LE PERFORMANCE? Al posto di continuare con il metodo tradizionale (vecchio di 40 anni) per produrre giacche impermeabili, Columbia ha deciso di ripensare al processo. In questo modo è stato reinventato e sviluppato un metodo che permette di rimuovere i PCS senza peggiorare la performance. Nella primavera 2016 è stata rilasciata la tecnologia OutDry Extreme, che ha cambiato completamente il modo di produrre giacche impermeabili. E’ stato eliminato il tessuto esterno e di conseguenza anche la membrana protettiva contenente il DWR con i PFC. Questo è stato un enorme passo avanti per poter eliminare più PFC possibile nelle giacche antipioggia. Successivamente si è subito cercato di trovare un modo per eliminare i PFC restanti nell’ OutDry Extreme. ECCO A VOI IL NUOVO OUTDRY EXTREME ECO Nella primavera


IN COLUMBIA, LA MISSIONE È POTER AIUTARE LE PERSONE AD APPREZZARE PIÙ A LUNGO POSSIBILE IL TEMPO TRASCORSO ALL’APERTO

2017 verrà rilasciato il risultato di questo immenso lavoro: OutDry Extreme ECO. Columbia è fiera di annunciare che non è presente nessun PFC usato intenzionalmente nell’OutDry Extreme Eco. Nessun PFC usato nel DWR. Nessun PFC usato nella membrana, pur mantenendo la performance sempre in cima alla lista. Columbia è lieta di poter dichiarare che la giacca combacia con gli alti standard di performance e provvederà alla massima protezione dalla pioggia. LIFECYCLE APPROACH La giacca OutDry Extreme ECO rappresenta il primo esperimento di Columbia con questa forte valenza environmentally friendly, preservando le alte performance. Questo è l’inizio perché il passo successivo sarà quello di valutare come si potrà ridurre ulteriormente l’impatto ambientale della giacca, migliorando anche il ciclo di vita del capo. Columbia utilizza lo Higg Index come modo per misurare, gestire e migliorare gli impatti sociali, ambientali, etici e chimici del prodotto. La giacca OutDry Extreme ECO rappresenta il capo anti-pioggia più sostenibile e al tempo stesso performante di Columbia, ecco perché: MATERIALI • Il tessuto principale della giacca è 100% poliestere riciclato, prodotto grazie a 21 bottiglie riciclate. • I componenti aggiuntivi sono prodotti grazie a materiali riciclati. • Estrarre materia prima vergine per il poliestere richiede energia intensiva e richiede uso di petrolio. Usare il poliestere riciclato aiuta a risparmiare energia usata in caso contrario per l’estrazione del petrolio e riduce lo smaltimento della plastica PROCESSO • Il tessuto dei capi non è tinto. Eliminando il processo di tintura è

ridotto l’uso dell’acqua, di energia e chi elementi chimici usato normalmente, “salvando” cosi 51 litri d’acqua. Grazie a questo metodo si usa l’80% di elementi in meno rispetto ad un processo con tintura. • Le materie prime sono state utilizzate in maniera sostenibile, secondo gli standard bluesign®. Per ricevere questo sigillo di approvazione, i produttori devono aver soddisfatto i requisiti rigorosi dei criteri bluesign® e stanno producendo in maniera sostenibile con un minimo impatto sulle persone e l’ambiente. PACKAGING E LOGISTICA • Le etichette sono progettate specificamente per ridurre al minimo l’uso di materiale e sono super sottili • La carta è certificata FSC, 100% post-consumer recycled content • Le giacche sono spedite con imballo di cartone single-wall che utilizza il 30% in meno di materiale rispetto al tradizionale double-wall. UTILIZZO E MANUTENZIONE • Poiché la superficie della giacca è realizzata con un tessuto che non intrappola facilmente lo sporco e macchie, nella maggior parte dei casi il rivestimento può essere semplicemente pulito strofinandolo • Questa caratteristica riduce la necessità di lavaggio e quindi potenzialmente l’acqua e l’energia utilizzata nella pulizia della giacca. La fase di utilizzo e la cura di una giacca può rappresentare fino al 35% dell’impatto ambientale complessivo di una giacca. FINE CICLO DI VITA DEL PRODOTTO • Dopo aver esplorato il mondo, questa giacca potrà essere donata attraverso il programma di ReThreads presso i negozi Columbia, dove potrà essere rigenerata per una seconda vita (al momento solo negli USA).


ONBOARD di Maurizio Marinone Via Duca degli Abruzzi 2 - Pinerolo (TO) onboardpinerolo@gmail.com

QUANDO E PERCHÈ HAI DECISO DI APRIRE IL TUO NEGOZIO? Ho deciso di aprire il negozio nell’estate del 2012 poco dopo che la vecchia e storica gestione di Onboard aveva chiuso i battenti. Per me era sempre stato un punto di riferimento, oltre che per l’attrezzatura tecnica da snow, anche per l’abbigliamento da tutti i giorni. Inoltre per la scalata mancava un posto dove poter trovare una bella scelta di attrezzatura. Così mi sono buttato.

QUANDO CHIUDI LA SERRANDA COSA AMI FARE? Nel periodo estivo quando le giornate sono lunghe e lo permettono almeno due o tre volete a settimana volo in falesia a fare due tiri o una vetta e se poi ci scappa anche cena in rifugio o in qualche piola con gli amici, così da far finire la giornata nel migliore dei modi. In inverno chiudo e torno dalla mia famiglia o vado a tirare un pò di resina in palestra.

RACCONTAMI QUALI SONO E DA DOVE NASCONO LE TUE PASSIONI? Ho sempre avuto un grande amore la montagna. So che può sembrare strano, sopratutto a chi non vive da queste parti, ma per me è protettiva. Mi sento nel mio ambiente. Ed è da li che nascono le mie due grandi passioni l’arrampicata (corda e boulder) e lo snowboard ( sopratutto fuori pista e gite con la split). In entrambi i casi son un autodidatta. Ho avuto la fortuna di avere buoni e pazienti amici che mi hanno avvicinato a questi sport ed aiutato a muovere i primi passi. Ora facesse più freddo, l’inverno mi piacerebbe molto dedicarmi alla scalata su ghiaccio, ma di cascate in condizione se formano sempre meno ed il negozio non mi lascia il tempo che vorrei per praticare.

LA TUA VISIONE IN MERITO ALLA PAROLA “OUTDOOR”. Outdoor = Vita. Praticamente tutta la mia giornata ruota attorno all’outdoor, anche se spesso io sono Indoor per il lavoro che svolgo, i racconti e le facce contente degli amici e clienti che quotidianamente passano a raccontarmi cosa hanno appena combinato o i progetti futuri mi portano almeno con la mente sempre fuori all’aperto.

FILOSOFIA DEL TUO NEGOZIO. Trasmettere passione. Essere gentili. Spaziare dal prodotto tecnico a quello casual, cercando di accontentare e capire le esigenze del cliente con dei prodotti di qualità, al giusto prezzo. QUALI SONO I TUOI BRAND PRINCIPALI? Burton, Patagonia, Mammut, Vans, E9, Oakley ma ho anche dei marchi meno conosciuti ma non per questo minori come Ocun e Abk.

COSA NE PENSI DELL’UTILIZZO DI CAPI NATI PER ATTIVITÀ OUTDOOR NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI? I capi per la vita Outdoor solitamente son stati disegnati, testati e costruiti in modo migliore e con materiali più resistenti quindi perchè non usarli nella vita di tutti i giorni. Le giornate gelide ed i temporali capitano anche in città o durante una vacanza no???? PROGETTI FUTURI? Personalmente mi piacerebbe tantissimo andare a surfare le mitica powder giapponese o canadese mentre a livello lavorativo chissà forse aprire un secondo punto vendita, ma fuori dall’Italia vicino a qualche location super per la scalata. IL TUO SOGNO NEL CASSETTO? Scalare il Nose in Yosemite.


Designed with Big Agnes, Burton’s line of camping gear offers a proper roost on the road, in the woods, or at the festival.

SPRING SUMMER 2016 COLLECTION AVA I L A B L E AT B U R TO N. C O M

BUR16_SS_HybridShorts_ThePill_IT.indd 1

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MOUNTAIN AFFAIR Jacopo Teodori Roma - Via Tomacelli 154 Bologna- Via Rizzoli 30 www.mountainaffair.it

BY DENIS PICCOLO

MOUNTAIN AFFAIR FUJI

They Wear è una rubrica nata per mostrare una selezione di outfit scelti da i più importanti e influenti negozi del settore outdoor, i responsabili di reparto vi consiglieranno le loro migliori scelte e preferenze per affrontare qualsiasi avventura. Pronti? Si parte!

GIALDINI OUTDOOR EQUIPMENT Paolo Massardi Davide Duci Via Triumplina 45 - Brescia www.gialdini.it

MOUNTAIN AFFAIR KERN

MOUNTAIN AFFAIR MATTIE

MOUNTAIN AFFAIR GLACIER POINT

SCARPA NANGPALA GTX

THE NORTH FACE BOREALIS

GARMIN FENIX 3 HR

PATAGONIA ALL FREE

SALEWA PEDROC DRY

BUFF WEAR BINARY

THULE CAPSTONE 22L

OAKLEY RADAR EV PRIZM TRAIL

LEKI MICRO VARIO TI SYSTEM

LEDLENSER H7R.2

PATAGONIA HOUDINI

COMPRESSPORT PRORACINGSOCK

BLACK DIAMOND MIDWEIGHT

VAUDE SKOMER

SALEWA LITE TRAIN


BLACK DIAMOND GIZMO HEADLAMP ONBOARD Maurizio Marinone Via Duca degli Abruzzi 2 Pinerolo (To) www.onboardstore.it

MIZU M8

MAMMUT LOGO

PATAGONIA ACENSIONIST PACK 45L

MAMMUT JUHO

FIVETEN CAMP FOUR

TERNUA OUTKAST

CT CLIMBING ALTA VIA

MAXI SPORT Simone Treggiani Via Nuova Vallassina 346 - Lissone (Mb) www.maxisport.com SUUNTO TRAVERSE BLACK DIAMOND ALPINE FL

ARC’TERYX ALPHA SL GORE-TEX

OAKLEY EVZERO PATH

KARPOS ROCK

SALEWA MTN TRAINER MID GORE-TEX

ORTOVOX PILE FLEECE LIGHT

LOW ALPINE AIRZONE TREK 40L


BY RICCARDO MIRACOLI

MAMMUT

ADIDAS

RAINSPEED ULTRALIGHT HS JACKET

SEON SHUTTLE

Una vera attrazione per qualsiasi runner. Con meno di 120 grammi, è una delle giacche in GORE-TEX più leggere sul mercato.

Pensato per chi fa abitualmente la spola tra la scrivania e la parete di arrampicata. Due vani suddivisi appositamente progettati per contenere laptop o rinvii.

TERREX AGRAVIC ALPHA HOODED SHIELD Costruzione ibrida, offre maggiore protezione rispetto alle normali giacche anti-vento grazie all’isolamento in Polartec Alpha nella parte interna.

NORRONA

MTR 201-II BOA LOW

T AEGILITY LOW

La scarpa da trail più veloce della collezione. Il materiale superiore a trama larga è robusto, indeformabile e fornisce una ventilazione efficace. Intersuola IP-EVA con 6 mm di drop.

Elastica e altamente traspirante. T Agility Low è una scarpa da trekking leggero, viaggio e walking realizzata in mesh 3D.

OPHIR SPEEDFIT

STITCH BOULDER CHALK BAG

FALKETIND ALPHA 60 JACKET

L’imbrago Ophir con il nuovo sistema Speedfit che consente di regolare la dimensione dei cosciali in pochissimi secondi.

Portamagnesite dedicata al mondo del borde. Offre in più una tracolla ed una tasca laterale porta accessori.

Giacca in Polartec Alpha 60 grammi leggera e altamente traspirante. Può essere indossata da sola o come strato intermedio. Comprimibile in una tasca.


BY RICCARDO MIRACOLI

DYNAFIT

WILD CLIMB

ALPINE PRO

TRAILBREAKER

Dinamismo dal tallone alla punta del piede. Pesa meno di 300 grammi e promette comfort, versatilità e protezione sulle distanze medio-lunghe.

Scarpa all terrain leggera e confortevole. Il battistrada Pomoca è una vera novità in grado di riscrive gli standard di scorrevolezza.

ELEVATION POLARTEC ALPHA

ULTRA 2IN1 SHORTS

Un capo irrinunciabile, da portare con sé in ogni tour, con ogni condizione meteo, ovunque l’avventura chiami.

La soluzione 2in1 che offre cinque tasche a rete integrate con taglio minimal sulla vita. Bordi rivestiti in silicone per garantire che il pantaloncino non scivoli.

MERREL

REVO Il primo assicuratore bidirezionale e autobloccante. Un prodotto innovativo che previene una delle più note cause di incidenti: l’inserimento sbagliato della corda nel dispositivo.

CASCO CIRRUS Il nuovo casco Cirrus unisce ai materiali più avanzati una tecnologia ed un design unici, per dare ai climber la massima protezione senza rinunciare allo stile.

DOLOMITE

AGILITY PEAK FLEX

SIREN SPORT Q2

CINQUANTAQUATTRO SURROUND

Stabilità e agilità grazie alla sua costruzione flessibile e adattabile al terreno. Protegge durante le lunghe corse con un fit preciso, un’aderenza ottimale e grande ammortizzazione.

Garantisce alle donne l’allineamento e il comfort sui sentieri – un’ammortizzazione specifica, una tecnologia di centraggio del tallone e un plantare naturale di supporto.

La linea Cinquantaquattro, scarpa iconica di Dolomite, si arricchisce di nuovi colori e nuove interpretazioni grazie all’applicazione della nuova tecnologia Gore-Tex Surround.


BY RICCARDO MIRACOLI

HAGLÖFS

L.I.M. PROOF JACKET

AMETS DREAM JACKET

ARAN VALLEY JACKET

Fiore all’occhiello della gamma L.I.M. realizzata in tessuto leggerissimo PROOF privo di fluorocarburi. Alta performance con grande attenzione al rispetto per l’ambiente.

Il soft shell perfetto per l’outdoor, progettato in collaborazione con Edurne Pasaban. Resistente, impermeabile e stretch, grazie al tessuto FlexAble.

Giacca progettata in collaborazione con Edurne Pasaban. Leggerissima, resistente e antivento.

SCOTT

OBSERVE GT SURROUND Scarpe che garantiscono massima traspirazione al piede, senza rinunciare alla performance e impermeabilità.

EXPLORE GT SURROUND Scarpe sportive super ammortizzate, che forniscono anche ottima trazione. Leggerissime, impermeabili e traspiranti grazie alla tecnologia Gore-Tex Surround.

RC RUN HYBRID SHORTS Pantaloncini progettati per l’endurance. Tasche strategicamente posizionate e slip interno antisfregamento.

RC RUN WB JACKET

RC RUN S/SL SHIRT

RC RUN SPLIT SHORTS

Uno strato antivento minimalista per proteggerti dagli agenti atmosferici. Niente tasche, niente cappuccio, solo un look aggressivo e una forma atletica.

La nuova maglia della serie RC con orlo termosaldato senza cuciture. Per prestazioni al top.

Con loghi Scott altamente visibili e riflettenti i pantaloncini RC Run sono tanto belli quanto funzionali. Tasca posteriore e slip interni.


BY RICCARDO MIRACOLI

SCARPA

MARMOLADA PRO OD

CHIMERA

Ideata per escursioni in ambiente alpino e per i trekking più impegnativi, Marmolada Pro OD è una calzatura comoda, avvolgente e allo stesso tempo performante.

Lo stato più avanzato nell’evoluzione delle scarpette da arrampicata. Unisce le qualità del modello Furia e del modello Drago, aggiungendo una calzata ancora più precisa e performante.

SPIN

SALAMANDER FLAP Fresca, leggera, poco ingombrante e di tendenza! Salamander Flap è comoda in viaggio come sotto la falesia.

Calzatura leggerissima ed essenziale: 250 grammi di performance. Tomaia in rete traspirante, arricchita da film protettivo in TPU termosaldato. Velocità e reattività sono le caratteristiche fondamentali di Spin.

GARMIN

EPIC GTX Calzatura da avvicinamento versatile, comoda e performante, perfetta per sentieri e vie ferrate. Tomaia in pelle scamosciata idrorepellente.

COLUMBIA

CALDORADO II OUTDRY EXTREME OREGON 700, 750, 750T La nuova serie Oregon di GPS portatili per l’outdoor con innovative funzioni per ogni tipo di avventura. Navigazione facile ed intuitiva, rivoluzionaria funzione Active Weather.

Una perfetta fusione tra supporto, trazione e cushioning a cui viene ad aggiungersi l’ultima avanguardia nell’impermeabilità traspirante, la membrana Outdry Extreme.


BY RICCARDO MIRACOLI

CAMP

FULL PROTECTION JACKET

FAST JACKET

Guscio antivento impermeabile, leggero e compattabile, che garantisce una protezione completa in caso di maltempo.

Guscio antivento idrorepellente, molto traspirante, ideale per tutte le attività aerobiche. La costruzione a kimono riduce il numero delle cuciture.

DYON Moschettone superleggero full-size con innovativa chiusura brevettata KeyWire che unisce i vantaggi della leva a filo con quelli della chiusura Keylock.

CASSIN EGHEN 22 Zaino tecnico da 22 litri con forma stretta e allungata per vie lunghe di roccia, ghiaccio e misto. Tessuto molto robusto, con fondo in Cordura.

ED PLUS Un’ottima combinazione di termicità, leggerezza e volume ridotto con dimensioni maggiori rispetto alla linea ED.

ALPINE FLASH

STORM

FULL PROTECTION PANT

Specifico per l’alpinismo, completa la serie delle innovative imbracature superleggere CAMP in fettuccia portante rastremata.

Casco al top di gamma, superleggero ed estremamente confortevole, che assicura una protezione completa in tutte le attività verticali.

Sovrapantaloni complementari alla Full Protection Jacket, per avere le gambe asciutte in caso di maltempo.


BY RICCARDO MIRACOLI

CLIMBING TECHNOLOGY

PHOTON EXPRESS KS Il rinvio per chi ama arrampicare a vista. I Photon Express KS sono equipaggiati con i leggerissimi moschettoni Photon e fettuccia in poliestere.

WARLOCK HMS

K-ADVANCE SPRING

Moschettone HMS con ghiera a vite di piccole dimensioni, compatto e leggero, realizzato in lega leggera forgiato a caldo.

Set da ferrata con assorbitore di energia tessile, a lacerazione progressiva, dotato di due moschettoni K-ADVANCE.

ORBIT EXPRESS Il best seller dei rinvii Camp, provvisto di 2 moschettoni Orbit dal design rinnovato. Leva dritta per gli ancoraggi e leva curva per la corda.

NORTH COULOIR HAMMER

HYPER-SPIKE

Piccozza tecnica ideata per l’arrampicata su ghiaccio e l’alpinismo tecnico. La possibilità di modularne interamente l’assetto le consentono una versatilità unica.

Nuovo rampone tecnico a 13 punte, ibrido e modulare con punte anteriori intercambiabili, per affrontare le pareti di ghiaccio e misto più ripide e difficili.

OSPREY DYON EXPRESS KS Rinvio polivalente che combina al massimo livello leggerezza e funzionalità grazie ai 2 moschettoni Dyon.

GYM SAFE CABLE EXPRESS Risolve il problema dell’usura delle fettucce nei rinvii fissi. La connessione tra maglia rapida e moschettone è garantita da un robustissimo cavo in acciaio.

NEW COLLECTION Iconici e pionieristici sono alcuni degli aggettivi che incarnano la nuova collezione 2017. Novità della serie Talon e Tempest l’aggiunta del nuovo Airscape System, lo schienale con imbracatura in mesh.


BY RICCARDO MIRACOLI

LA SPORTIVA

BUFF

PITCH

JOSHUA TREE

Giacca tecnica ideale compagno di viaggio per gli arrampicatori, estremamente versatile e cool.

Giacca anti-vento ideale per utilizzi multi-pitch in parete e per il tempo libero in giornate ventose. Il nome è una dedica all’omonimo parco del Nevada.

AKYRA

FLASH

La calzatura da mountain running strutturata e protettiva adatta a percorsi endurance. Particolarmente avvolgente, confortevole e protettiva, è concepita per utilizzi prolungati.

La calzatura da bambino concepita per stimolare in modo naturale la crescita fisica e mentale grazie a soluzioni che incentivano la propriocezione ed il comfort sensoriale.

PACK RUN CAP Cappello ultra-leggero realizzato in Fastwick Extra Plus che assicura protezione solare UPF 50, perfetta vestibilità grazie all’utilizzo di due tessuti stretch alternati.

PACK RUN VISOR Fascia ultraleggera con visiera, realizzata in Coolmax Extreme Performance che offre ottimo controllo della temperatura e dell’umidità.

GRIPIT

MIURA XX

HIGHUV PROTECTION BUFF

Scarpetta da arrampicata appartenente alla linea LaspoKid con soluzioni che incentivano la libertà di movimento permettendo al bambino di “sentire la roccia” e sviluppare le proprie capacità motorie.

La versione Signature Edition che celebra il ventesimo anniversario della scarpetta Miura, simbolo dell’arrampicata da oltre vent’anni e prodotto prediletto da Adam Ondra.

E’ cappello, bandana, fascia, sottocasco. Un Buff tradizionale realizzato in COOLMAX ExtremePerformance progettato per assicurare protezione solare.


BY RICCARDO MIRACOLI

AKU

CAMELBAK

TENGU GTX

ALTERRA GTX

ULTRA HANDHELD CHILL

Calzatura semi ramponabile per attività alpinistica. Leggera e performante grazie all’utilizzo di materiali innovativi, Tengu è ideale per l’utilizzo in situazioni dinamiche su terreni misti.

Modello da trekking versatile, progettato per escursioni di media difficoltà e durata su terreni misti. Costruzione asimmetrica della suola con esclusiva tecnologia AKU ELICA.

La nuova impugnatura in 3D Mesh traforato, resistente e ultra leggero. Fasce elastiche per essere impugnata o infilata al braccio.

LA VAL GTX

LA VAL LOW GTX

CRUX RESERVOIR

Comodo ed estremamente versatile, per passeggiate di fondovalle o su sentieri facili di media montagna. Battistrada Michelin Pulsar, ispirato ai pneumatici da MTB.

Versione bassa dello scarpone La Val. Tomaia scamosciato 1.8 mm e fodera Gore-Tex Performance Comfort.

Sacca idrica da 3L garantita a vita. Sistema Quick Link e valvola anti perdite on/off con auto chiusura a morso.

PULSAR GTX

PULSAR LOW GTX

QUICK STOW

Calzatura moderna multifunzione per tempo libero attivo a contatto con la natura. Battistrada Michelin Pulsar.

Versione bassa dello scarpone Pulsar. Tomaia scamosciato 1.8 mm e fodera Gore-Tex Performance Comfort.

Pratico flask da 500 ml con valvola Big Bite e ampia apertura disponibile in versione Standard o Insulated.


BY RICCARDO MIRACOLI

ASOLO

MEGATON GV

FALCON GV

THYRUS GV

Una calzatura da light-trekking leggera, confortevole e versatile, che si contraddistingue per le sue performance e il suo stile.

Uno dei nuovi modelli della linea A-Fast, novità assoluta di Asolo per il 2017, appositamente studiata per garantire il massimo in termini di comfort e performance.

Realizzato con una robusta tomaia in Pelle Perwanger, è un concentrato di innovazione, a cominciare dalla suola Redster sviluppata in collaborazione con Vibram.

NUCLEON GV

PIZ GV

Per gli appassionati di outdoor che prediligono il comfort di una scarpa a taglio basso, ma non vogliono rinunciare alle performance di una calzatura da montagna ben strutturata.

Preciso e leggero, lo scarpone ideale per le attività di arrampicata tecnica su roccia e misto. E’ compatibile con ramponi semi-automatici.

BABETH W Felpa leggera e comoda in 100% Reda Active Merino French Terry. Il tessuto è stato trattato per essere inodore e water repellent.

CAMELEON

IMPACT

JUNGLE

Polo realizzata in esclusivo Piquet natural stretch, 100% Reda Active Merino.

Secondo strato in leggero ed estremamente confortevole, tessuto 100% Reda Active Merino Punto Roma.

T-shirt stampata, in tessuto leggero per massimo comfort. 100% Reda Active Merino Jersey.


BY RICCARDO MIRACOLI

ZAMBERLAN

1027 OSLO NW

1996 VIOZ LUX GTX RR

TRAIL LITE EVO GTX

Scarpone da backpacking realizzato secondo il metodo di costruzione norvegese, con tomaia in pelle Perwanger e trattamento Hydrobloc idrorepellente. Suola Zamberlan Vibram NorWalk.

Scarpone da backpacking realizzato con pellame toscano di alta qualità e con uno spessore tra i 2,6 mm e i 2,8 mm. La tomaia in pelle pieno fiore ingrassato con trattamento Hydrobloc. fodera Gore-tex Performance Comfort.

Scarpone versatile e flessibile per condizioni e terreni misti. Tomaia realizzata con un unico pezzo di pelle Nabuk bottalata con trattamento idrorepellente Hydrobloc. Fodera Gore-tex Extended Comfort per ottima impermeabilità.

REDA REWOOLUTION

COURT W

125 INTREPID RR

122 KIMERA GTX RR

Scarpa da avvicinamento tecnico costituita da una tomaia in pelle scamosciata con trattamento Hydrobloc per migliorarne l’impermeabilità. Rinforzo in gomma sulla punta e sul tacco per assicurare maggiore protezione. Suola Vibram Predator.

Scarpa multisport e multifunzionale in tessuto caratterizzata da una leggerezza ed una traspirazione straordinarie. Fodera Gore-tex e suola Vibram Fuga con mescola Megagrip per una tenuta eccezionale.

Polo 100% Teda Active Merino Jersey. Peso minimo e massimo comfort.

DREAM CATCHER W Maglietta stampata realizzata in tessuto leggero per massima comodità. 100% Reda Active Jersey.

SHUTTLE

SPACE W

Altamente performante, realizzata in tessuto leggero ed estremamente confortevole. Reda Active Merino Jersey 100%.

T-shirt altamente performante. 100% Reda Active Merino Jersey. Vestibilità aderente per performance ottimali.


BY RICCARDO MIRACOLI

MILLET

MOUNT SHASTA 45+10

K GTX PRO JACKET

Zaino da trekking con capacità 45 + 10L, pensato per le escursioni di più giorni. Patta a due fibbie estraibile come comparto separato.

Giacca in Gore-Tex Pro 3 L per l’alpinismo tecnico: traspirante, flessibile e resistente alle abrasioni con inserti in Cordura sulle spalle.

TRILOGY ADVANCED PANT Pantalone tecnico d’alpinismo in Schöller Dryskin, waterproof, con zip di ventilazioni laterali in mesh per una traspirabilità ottimale.

PEAK PERFORMANCE

PULSE 22 Zaino da 22L leggero ed estremamente versatile. Dispone di tutte le caratteristiche per attività estive come fast hiking, climbing, ferrate e trail.

GREPON PANT Pantaloni tecnici in Pertex per l’alpinismo, estremamente resistenti, traspiranti, stretch e resistenti ad acqua e vento.

CIVIL LIGHT PARKA peso di solo 300g. I suoi tre strati sono in un tessuto impermeabile e resistente al vento rendendola una giacca multiuso per l’aria aperta. Stile urbano senza rinunciare alla funzionalità.

TRILOGY ADVANCED JACKET ALPINE RUSH LTK Scarpa da fast hiking con suola esclusiva Michelin Mont Blanc, ammortizzata, precisa, leggera e con buona trazione su qualunque tipo di terreno alpino.

Pantalone donna in cotone elasticizzato con appliGiacca termica da alpinismo in Polartec Alpha e Polartec Power Grid. Dual Tech Construction per ottimizzare l’apporto di calore senza intralciare i movimenti.


BY RICCARDO MIRACOLI

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T­ shirt in cotone fiammato, con originale tasca stampata, confortevole per il climbing e per la vita all’aria aperta. 100% handmade in Italy.

T­ shirt uomo in cotone, con logo stampato sul dietro. Comoda per l’arrampicata e la vita all’aria aperta.

QUADRO Pantalone uomo in cotone elasticizzato con le sue particolari tasche quadrate, comodo per arrampicare le la vita di tutti i giorni.

ONDA SHORT Pantalone corto donna con le originali tasche tonde in cotone elasticizzato.

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NANART Pantalone donna in cotone elasticizzato con applicazioni tasche sui fianchi e con taschino su gamba.

HELIUM HYBRID HOODED JKT Traspirante realizzata in soft-shell, impermeabile al 100% grazie al tessuto Ferrosi. Sistema di areazione a zip applicato in punti strategici.


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La sveglia suona alle 5 del mattino del 7 Giugno e sta piovendo energicamente. Guardo fuori dalla finestra e il cielo di Kathmandu è invaso da nuvole cariche d’acqua e dai più diversi toni di grigio. Mi volto a guardare lo zaino. Lui è già pronto per partire, ordinato ed elegante, come un bambino in giacca e cravatta, pronto ad andare ad un matrimonio. Lo osservo e penso al monsone al di là del vetro che sta coprendo la vallata. Ho imparato a conoscere la meteorologia nepalese e solitamente, se piove la notte, la mattina dovrebbe essere bello.

La moka fischia. Smette di piovere. Meno dieci alle sei. Finalmente. Tra pochi minuti passerà sotto casa Tenjng, il mio sherpa, con Gompu, il portatore, per andare alla stazione degli autobus. Seduto sulla sgabello intrecciato di bambù sorseggio il caffè con i miei biscotti preferiti - i khajurico glucose - e penso ai prossimi giorni, alle possibili difficoltà relative ad un’ascesa. Penso se sarò in grado di salire in vetta al Chulu Far East, 6058 m. La stagione non è delle migliori, ma il tempo è sempre stato cordiale quando ero nelle montagne Himalaiane.

Per le strade si sentono già le persone parlare, il rumore delle macchine e il suono delle biciclette arrivare in lontananza dalla strada principale. Sono ospite da un caro amico, Kamal, che vive vicino all’ambasciata Inglese, in un’area silenziosa dove ci si può rilassare, Lazimpat. Le prime ore della giornata sono quelle che preferisco di più: l’aria è quasi respirabile e all’interno dei vicoli si è attorniati dal delicato profumo degli incensi. Bastano poche ore perché diventi colma di polvere, sabbia e smog. Le strade sono inquinate da un continuo rumore di clacson. Sperando che la pioggia smetta da un momento all’altro mi preparo un buon caffè italiano. Mi infilo i pantaloni, la maglietta e gli scarponi. L’aroma di caffè inizia ad impossessarsi di ogni angolo della casa.

Squilla il telefono. Mi precipito giù dalla scale, non voglio perdere neanche un secondo. Voglio vivere questa esperienza fino in fondo. L’altitudine non mi fa paura, anzi, non vedo l’ora di confrontarmi con essa per conoscere ancora di più il mio corpo. Il taxi in pochi minuti ci porta alla stazione da dove partirà il nostro mini van per Besisahar. Mi accomodo sull’ultima fila nel posto davanti al piccolo corridoio per poter allungare le gambe. Non resisterei sette e forse più ore con le ginocchia che si incastrano nel sedile di fronte; ne ho già passate più di 17. Il mini van carica persone qua e la. Quando siamo tutti, il driver preme letteralmente l’acceleratore e sfreccia sulla Ring Road. Azzarda qualche sorpasso, alcuni in curva, tutti anticipati da un poderoso

BY MATTIA VETTORELLO


VOGLIO VIVERE QUESTA ESPERIENZA FINO IN FONDO. L’ALTITUDINE NON MI FA PAURA, ANZI, NON VEDO L’ORA DI CONFRONTARMI CON ESSA PER CONOSCERE ANCORA DI PIÙ IL MIO CORPO

suono di clacson. Controlla che non ci sia nessuno sulla corsia opposta e via tra la vallata ricca di risaie verdeggianti. Il cielo è drasticamente cambiato: non piove più e c’è un sole che spacca le pietre. Verso l’una e mezza del pomeriggio arriviamo a Besisahar, da li avremmo dovuto prendere una Jeep per arrivare in serata a Chame, ma scopriamo che ci saranno delle problematiche: lavori sul percorso. Questa nuova informazione mi preoccupa un pò per via dei pochi giorni a disposizione per tentar la vetta. Con la prima Jeep arriviamo a Tal (1700m), un piccolo villaggio che giace ai piedi di una montagna lungo il corso del Marsyangdi, i cui affluenti sono anche i corsi d’acqua che nascono dai ghiacciai dell’Annapurna II e Annapurna IV. Il giorno seguente comincia con un intenso cielo azzurro e con le Jeep ferme; siamo solo in tre e loro non muovono il mezzo. Un pò risentito dalla situazione inizio a camminare verso la prossima metà, sapendo che se non troveremo una Jeep non arriveremo a Chame neanche oggi. Il caldo, come all’inizio dell’avventura, mi sfianca prosciugandomi tutte le energie. Ormai il sole è alto, in lontananza sentiamo avvicinarsi una Jeep, ci voltiamo e continuando a camminare in avanti l’aspettiamo. Sono i ragazzi nepalesi che avevamo incontrato mentre scendevano verso Tal. Saliamo e incontro tre coetanei: Marine, una ragazza svizzera che ha appena concluso la scuola e ha deciso di viaggiare prima di iniziare l’università; Shehzad, dal Bangladesh, che ha deciso di fare l’Annapurna Circuit

in solitaria, e poi c’è Brian, un ragazzo irlandese. Finalmente arriviamo a Chame (2630m), anche l’ultima Jeep è partita. Dovevamo andare tutti nello stesso posto, dunque le possibilità che il veicolo partisse erano alte. Nel pomeriggio ci rilassiamo e chiacchieriamo del più e del meno. Io devo mettere anche ad asciugare tutta la mia attrezzatura, zaino compreso, perché nel primo tratto di Jeep si è bagnato tutto. Da questo caratteristico villaggio inizieremo a camminare per salire di quota e riscaldare le gambe. In totale ci vorranno sei giorni per raggiungere il campo base (CB). Tal, Chame, Upper Pisang, Ngawal, Yak Charka. Quest’ultimo non un vero villaggio, ma una casa, e un ragazzo di nome Susy, che ha tenuto aperto per noi. Sicuramente, una di quelle notti che non si dimenticheranno facilmente, a dormire sul tavolo con due materassini di yoga. Il 12 Giugno il cielo sopra di noi è nuvoloso, Tenjng mi chiede cosa vogliamo fare. Ovvio si sale, è la mia risposta, ma con una riserva sul meteo. Sfortunatamente, Tenjng non si era preoccupato di questo, quindi ho deciso di prendere il satellitare e chiamare il mio amico Gavin in Australia. Qualche nuvola non mi preoccupava, sapevo già che il meteo non sarebbe stato dei migliori, neve sopra i 4000 m. Prima di partire avevo controllato tutto e c’era una finestra di possibile bel tempo il 14 mattina. Con Gavin, sorpreso della chiamata e contento di sentirmi, abbiamo cercato di controllare le previsioni.



Dopo qualche tentativo e qualche informazione racimolata da altri siti ci siamo salutati. Ho deciso di tentare la vetta il 13 Giugno. Io, lo Sherpa e il portatore siamo andati al campo base a circa 4800 m. Anche oggi il caldo ci fa da compagno, ci fermiamo con una cerca frequenza perché il corpo ce lo richiede. Le ginocchia inoltre giocano la loro parte, sin dall’inizio non hanno preso il ritmo giusto. Prima della partenza avevo fatto dell’allenamento specifico per rafforzarle. La salita per arrivare al campo base è ripida ed esposta al sole. In qualche ora arriviamo in questa piana dove montiamo la tenda. Una volta all’interno pranziamo con dei noodles, riso e chapati. Ne approfittiamo per salire di quota fino al campo avanzato per un migliore acclimatamento e per guardare il terreno. La concentrazione sale ed è l’ora di preparare il materiale. Rientrati in tenda si prepara l’imbrago, i moschettoni, le corde. Lo zaino si scarica fino all’essenziale, non serve portare su neanche un grammo in più. La giornata è molto corta perché alle 18.30 spaccate si cena e si va a dormire diretti, o almeno ci si prova. La sveglia è puntata alle 1.00 del mattino. Fuori pioviggina misto neve, e c’è una discreta visibilità. Una cinquantina di metri. La partenza era prevista per le 2 esatte, ma abbiamo aspettato un pò per vedere se il meteo sarebbe migliorato. Alle 2.22 della mattina partiamo per la vetta. Sono molto fiducioso nel tempo, anche se lo Sherpa e il portatore non li vedo molto convinti. La salita è la più faticosa che abbia mai affrontato, non tanto per l’inclinazione, in quanto le poche ore di sonno mi fanno sbadigliare in continuazione, e poi le solite ginocchia. Ma voglio arrivare.

Quando ci fermiamo spegniamo le frontali e mi godo questo silenzio e le montagne intorno che si stanno svegliando piano piano. I ragazzi sempre meno convinti che il meteo non andrà cambiando. Ogni loro ritirata è per me un’energia per continuare. La visibilità migliora, nonostante la sottile pioggerellina. Verso le 5 del mattino sorge il sole e magicamente il meteo cambio drasticamente facendoci vedere la vetta e in lontananza l’Annapurna II e IV. Spettacolo. E’ il momento di mettere i ramponi. Ci leghiamo in cordata e avanziamo. La vetta è li, sopra di noi a circa 600 m di dislivello. Come già sapevo, una forte presenza di crepacci nascosti: uno si apre alla nostra destra, mentre un secondo si apre davanti a me. Dopo che Tenjng è passato io pianto la piccozza e si apre il crepaccio. Non vedo il fondo. Lo aggiriamo, saliamo un altro pò, ma siamo costretti a tornare sui nostri passi e rientrare soddisfatti al campo base. Alcune volte la vetta non è il punto più alto, ma il punto dove arrivi dopo aver faticato per sei lunghi giorni. Aver dormito pochissime ore, e quelle poche non aver riposato. Aver sognato la vetta, immaginando i pensieri e le emozioni. Quest’ultime non sono mancate anche alla Mia Vetta, soddisfatto del traguardo momentaneo perché non mancheranno delle vere vette nelle prossime spedizioni. Più determinato di prima di abbracciarne altre. Dietro la maschera mi son commosso per la stanchezza, per essere arrivato lì fin dove potevo. La natura decide, bisogna ascoltarla e sapersi fermare. Il mio corpo era carico di energie per salire anche quegli ultimi 400 m. Ma lì era dove dovevo fermarmi oggi. Non è stata una sconfitta, ma un traguardo raggiunto. Un altro punto di partenza per continuare a sognare.



TXT AND PICS: ALBERTO BONARDI

Eric Albertini è originario di Vestone Valle Sabbia, dove vive, lavora e condivide delle belle giornate d’arrampicata con gli amici di sempre. Gli stessi che, per forza di cose, l’hanno dovuto lasciare scappare sugli strapiombi più complessi, dove Eric sta diventando irraggiungibile.


La sua storia inizia con una grande passione per la montagna. Da ragazzino, con un paio di amici, si avvicina all’arrampicata. Affascinati dai picchi si organizzano nel tempo libero, dopo i compiti per la scuola, e fuggono in bicicletta di nascosto dai genitori, con qualche pezzo di corda per scalare ed esplorare le rocce locali. Inizialmente l’arrampicata è solo uno degli sport stagionali che Eric pratica per puro divertimento, mentre la sua concentrazione è indirizzata verso la corsa e lo sci alpinismo. Ma Eric inizia a vincere gare ed alzare il tiro, finchè la soddisfazione ed il fascino di questo sport vincono su tutto il resto. Davanti a questa presa di conoscenza, lo stile di vita di Eric si focalizza sull’esperienza in montagna guadagnata negli anni di creste, cascate e curve nella neve. Inizia a dedicarsi quasi completamente al climbing senza mai tralasciare il lato aerobico. La crescita è progressiva ed uniforme, sia sullo strapiombo

che sulle placche lisce: Eric diventa un arrampicatore completo. In poco tempo si ritrova sui tiri storici chiodati nella Valle del Sarca - che poco tempo prima, erano solo un sogno. Il passo successivo sono le vie chiodate di recente, alcune talvolta ancora da liberare, dove si effettuavano delle battaglie di gruppo con Cristian Brenna e Paolo Benvenuti per capire e leggere la roccia. Al momento Eric si ritrova ad un livello inaspettato e difficile da mantenere a fianco del suo lavoro quotidiano di elettricista che svolge presso un’azienda locale. Quasi quotidianamente, parte dopo il lavoro con l’amico Luca per i cosiddetti “rides” serali e portare avanti i loro progetti arrampicatori. Nel suo palmares colleziona salite di tutto rispetto come le famose Reni’s Vibes e Claudio Caffè in Valle del Sarca. Oggi Eric è sempre alla ricerca delle vie nascoste liberate dai top climber mondiali ed è sempre nell’ombra dei grandi strapiombi.

ERIC È UNO DEI RARI “UNDERDOGS” ITALIANI; TUTTI NE PARLANO, MA NESSUNO SA CHI SIA.


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Dopo mesi d’astinenza e tempo dedicato religiosamente alla costruzione i giorni in cui poter finalmente bagnare i pensieri nel fiume sono arrivati. I preparativi per la partenza sono sempre critici, la paura di aver dimenticato qualcosa accompagna ogni gesto mentre si carica l’attrezzatura in macchina quindi si ripassa mentalmente: 7.6 coda 3 per il tramonto, presa; 10 piedi coda 2 per la pesca di ricerca, presa; waders, guadino, gilet e scatole ci sono. Il viaggio non è troppo lungo da affrontare e il paesaggio offerto dal Parco Nazionale D’Abruzzo accompagnano e aggiungono valore al tutto. L’autostrada scorre tra monti e fiumi e superate le trasparentissime acque delle sorgenti del Pescara è tempo di intraprendere un piccolo viaggio nel passato. Strade di montagna salgono su per i monti e dopo l’ennesima galleria ecco

l’Altopiano delle Cinque Miglia, uno spaccato di natura quasi irreale che ci avverte del fatto che non siamo più molto lontani dalla nostra meta. Il pellegrinaggio verso il santuario abruzzese della pesca a mosca termina una volta parcheggiata l’auto di fronte il Convento della Maddalena ,sede del Museo Internazionale della Pesca a Mosca Stanislao Kuckiewicz e dell’annuale Festival PAM organizzato dalla Scuola Italiana di Pesca a Mosca. Scendere dal’auto è un momento critico in cui non bisogna farsi prendere dalla fretta e dalla voglia di pescare. Uno sguardo veloce alle condizioni e all’altezza dell’acqua, un occhio ai pesci e al loro tipo di attività, due respiri per contenere la frenesia in modo da riuscire a dedicare un altro minuto agli insetti e poi eccolo, il momento cruciale: scelta dell’attrezzatura, tip e mosca.

BY: ERIC GIMENEZ


Oggi, con acqua leggermente sporca e alta, in assenza di attività superficiale e schiuse, opto per la mia attrezzatura da ninfa, tip 5x e una ninfa in tungsteno con testina da 3.2mm. Pesca a risalire e la prima trota non tarda ad arrivare, l’adrenalina non fa in tempo a scendere, che arriva la seconda fario. Non sono di taglia ma molto divertenti, decido di spostarmi di qualche metro e li, davanti a me, le schiene che volevo. Il primo lancio è sempre decisivo, la passata è buona ed ecco che la trota vira verso l’artificiale. Il terminale si ferma, ferrata, follia. La trota in pochi secondi è già a venti metri da me. La contentezza è mescolata alla paura di perdere quel trofeo. L’inseguimento e la rincorsa, saltando tra sassi e stando attento alle rocce, non è troppo pericolosa ma inizia a diventare complicato gestire la situazione, quando una piccola zona di acqua bassa mi sorprende salvando la situazione. Ora devo far di tutto per far atterrare quel missile simil steel head in quell’angolo di calma. Decido di anticipare la trota e correrle davanti per impedirle di proseguire la fuga. Mantengo la tensione e curvo la canna mentre con l’altra mano poso il guadino in acqua. La vedo, esce dalla corrente, si avvicina e quella piccola secca fa il resto sdraiandola su un fianco e accompagnandola nella rete. Riempio

i polmoni ed esco dalla condizione di apnea, cerco un sasso su cui posarmi in mezzo il fiume e mi siedo a contemplare quello splendido esemplare di iridea. Le emozioni però su questo fiume non finiscono mai, tra iridee, fario e fario autoctone con una fantastica livrea dorata giallastra e con piccolissimi punti neri e rossi, non si è mai sicuri di cosa possa esser stato incuriosito dalle nostre mosche fino all’ultimo momento. Se si ha poi la fortuna di rimanere fino il crepuscolo l’intero fiume prende vita. Schiuse massicce di effimere, passaggi di tricotteri e plecotteri di dimensioni notevoli e trote in frenesia alimentare subito sotto il pelo dell’acqua. Questo solitamente è il momento perfetto per pescare a secca, 7.6 coda 3, allungare all’estremo i terminali, scendere con la dimensione del tip e delle imitazioni ed incrociare le dita. Scelgo delle piccole effimere sul 18 e di tentare col 7X. L’acqua sembra scorrere placidamente e i 3 secondi in cui la mosca riesce ad evitare il dragaggio sembrano non passare mai. Eppure in un attimo la mosca è sotto la superficie. Ritento, vedo chiaramente il bianco della bocca di due trote da oltre un chilo sotto l’artificiale ma niente.” Bisogna insistere” mi dico, e decido di allungare il tip per avere anche solo un secondo in più la mia piccola effimera in pesca. Lancio curvo per gua-


POI ECCOLO, IL MOMENTO CRUCIALE: SCELTA DELL’ATTREZZATURA, TIP E MOSCA.

dagnare tempo, tre manding a salire, il passaggio della mosca stavolta è quello giusto. La trota sale a curiosare, guarda bene la mosca, apre la bocca e morde. Uno schiaffo sull’acqua e ferrata. C’è! Innervosita perché ingannata cerca subito riparo sotto una roccia, curvo la canna e tento di riportarla in corrente. Lentamente e quasi rassegnata cede iniziando a venirmi incontro. E’ il momento di prepararsi a correre. Si abbandona lasciandosi trascinare via e l’accompagno mantenendo la canna alta cercando di non farle prendere flussi d’acqua favorevoli. Finalmente ci avviciniamo ad una piccola piana. Arrivata nelle acque basse inizia a dimenarsi e a cercare di riprendere metri da me. Inesorabile come se si fosse ricaricata di ossigeno inizia con una serie di salti spettacolari. Sono in difficoltà ma per fortuna il terminale non cede e dopo qualche altro minuto di combattimento eccola che si sdraia esausta nel guadino. Pausa. Il guadino è largo ed accogliente e mi prendo un minuto di contemplazione per lasciar andare la tensione, mantenendo la mia trota in acqua. Questo momento è mio, non ho bisogno di foto che documentino la cattura, affondo le mani in acqua lasciando che la trota si liberi da sola dalla rete. Sarei già soddisfatto ma il mio ego ha bisogno di ulteriori conferme. Da buon costruttore mi metto a sfogliare le pagine delle numerosissime scatole di artificiali che porto dietro alla ricerca della mia nuova mosca preferita. Parto dai classici

di questo fiume: piccolissime effimere sul 18\20 colori chiari naturali; poi è il momento dei tricotteri, costruiti senza materiali ispidi o rigidi; passo ai plecotteri, grandi dimensioni e foam ben sagomato non vengono disdegnati in questo fiume, soprattutto su schiuma e raschi; la scatola delle ninfe è piena di pheasant tail con bead di ogni colore e forma; gli streamer morbidi e di dimensioni quasi improponibili non sono mai fuori luogo. Ma la scatola che cercavo è quella delle sommerse classiche. Decido che è ora per me di riscoprire il piacere di adoperare artificiali del passato: Trout Fin e Orange and Partridge di piccole dimensioni sono da ora mie amiche inseparabili. In questo posto il pescatore, il costruttore e l’entomologo che abbiamo dentro hanno modo di respirare a pieno l’emozione della pesca e godere di grandissime soddisfazioni: individuare gli insetti, indovinare l’artificiale, presentarlo nella maniera più corretta e catturare esattamente “quel” pesce. Sembra quasi incredibile si tratti di un fiume Italiano eppure la sua bellezza non viene spesso considerata dai grandi appassionati. Il Sangro è una piccola riserva di ricordi felici, abbracci tra amici e artificiali lasciati tra gli alberi, situata al centro italia nel cuore di un verdissimo Abruzzo che ogni pescatore dovrebbe avere modo di visitare e pescare.


ISO SALLY Reinterpretazione fantasiosa della Yellow Sally, un classico della Pesca a mosca secca. Imitazione in questo caso semirealistica, pur avendo adoperato materiali di facile reperibilità, l’innovatività di questo artificiale risiede nell’utilizzo del Latex per la costruzione del corpo. E’ infatti poco nota l’estrema gallegiabilità di questo materiale. Galleggiabilità, imitatività e movimento infatti, sono le caratteristiche che più rendono questa mosca indispensabile nelle giornate primaverili e di inizio estate, il jolly per le situazioni no, il nostro “boccone isolato” in grado di smuovere anche il più apatico dei predatori. AMO: Gamagatsu C15 BV #12 FILO DI MONTAGGIO: Veevus 16\0, “gold yellow” CODE: Due fibre spesse di Alce CORPO: Extended body in foam giallo leggermente pantonato di grigio, latex che avvolto sopra il giallo-grigio della base in foam rende perfettamente il senso del colore livido del corpo dell’ isoperla, con anellatura in leggero dubbing di scoiattolo color “Bleached Ginger” TORACE: Scoiattolo “Bleached Ginger” e cdc “pale yellow” ZAMPE: Fibre dalla porzione morbida di una penna di tacchino ALI: Piuma di Cdc e due ali in rafia sintetica “gold cream” TESTA: Foam giallo da 1 mm OCCHI: Pittura 3D e un punto di colla UV ANTENNE: Due fibre di Alce


BRAND OVERVIEW BY DAVIDE FIORASO


NOI CREDIAMO NELL’ESSENZIALE - AVERE SOLO QUELLO DI CUI ABBIAMO BISOGNO, NELLA MIGLIOR VERSIONE.

Tanner Goods nasce nel 2006 - in una piccola località montana dell’Oregon centrale - da un background in design industriale, branding e marketing dei co-fondatori Jevan Lautz e Sam Huff. Il commercio della città è costruito intorno a piccole imprese di tipo artigianale ed un patrimonio storico nella costruzione di selle e finimenti per cavalli. Il cuoio è stato l’elemento che li ha attratti a sposare una passione per il design e le tradizioni in cui sono cresciuti, dando vita ad una propria realtà imprenditoriale. Il marketing manager Michael Andersen, ci ha raccontato la loro storia. The spirit of our operation, in all honesty, is the spirit of the place we call home: the Pacific Northwest. We are city dwellers as well outdoor explorers. We are sports enthusiasts and adventure seekers. We are curious by nature and have mastered the art of getting into trouble, then finagling our way out of it. We keep seeking the new, the good and the real. We are continually expanding our horizons, moving Forward In All Directions. WORTH HOLDING ONTO. QUALCOSA CHE VALGA LA PENA TENERE. Noi crediamo nell’essenziale - avere solo quello di cui abbiamo bisogno, nella miglior versione. Crediamo nella scelta di prodotti

realizzati per invecchiare bene, migliorando di anno in anno. Non siamo contrari alla tecnologia, ma abbiamo scelto di non fare cose che diventeranno obsolete. Ci sforziamo di produrre articoli in cuoio a cui non si vuole rinunciare. Ci piace pensare che un prodotto Tanner Goods diventi un prezioso cimelio di famiglia, come l’orologio d’epoca di un genitore o la maglietta di un vecchio concerto. In sostanza, qualcosa che valga la pena tenere. L.P STREIFEL. IL MENTORE Siamo orgogliosi di definire L.P. Streifel come nostro mentore. Dopo una caduta da cavallo, Streifel divenne un apprendista sellaio alla fine degli anni ‘60, iniziando il suo cammino per diventare il maestro di tutti. Egli ha impartito in noi una conoscenza inestimabile, il supporto, l’abilità ed ha fornito la base su cui Tanner Goods si trova oggi. In ogni pezzo che produciamo, cerchiamo di onorare i suoi insegnamenti e continuare la sua tradizione nella lavorazione della pelle di alta qualità. UNDER ONE ROOF. LA FORZA DI UN GRUPPO Abbiamo posto grande enfasi sulla facoltà di realizzare un buon lavoro con i nostri soli sforzi. Questo focus non si limita solamente alla produzione, ma continua in tutti gli aspetti che compongono Tanner Goods, dal packaging ai negozi alla comunicazione.


Questo è il motivo per cui, nel corso degli anni, abbiamo aggiunto membri al nostro team che possano migliorare i nostri ideali e ci aiutino a raggiungere questo obiettivo. Rimanere concentrati su ciò che facciamo meglio ci permette di restare vicini ad ogni fase della produzione e permette a ciascuno di concentrarsi sulle proprie aree di competenza. Tra di noi ci sono background in architettura, carpenteria, lavorazione dei metalli, abbigliamento e grafica. Siamo un gruppo di designer, artigiani così come operai specializzati. Siamo tutti parte del processo. Tutti ugualmente importanti. Process is the soul of our work. Our passion lies in the design and creation of modern products that respect the past. THE WOODLANDS. LA VENDITA AL DETTAGLIO The Woodlands rappresenta lo stesso impegno per la qualità e lo stile che mettiamo in Tanner Goods, attraverso una lente diversa. Sono due facce della stessa medaglia, il lato dedicato alla nostra esperienza retail. Passando dentro ad uno dei nostri negozi di mattoni e malta, vedrete lo stesso approccio riflessivo. E’ questo attento esame degli oggetti che usiamo nella nostra vita che rende The Woodlands e Tanner Goods un abbinamento significativo. I vestiti che indossiamo e gli oggetti che infiliamo nei nostri zaini sono estensioni dei nostri ideali e di come vediamo il mondo. Crediamo fermamente che tutto ciò che

possediamo dica qualcosa su quello che è importante nella nostra vita. Alcune di queste cose, ve le rendiamo sotto la nostra etichetta Woodlands House. Altre, ci vengono rifornite da quei partner che lo sanno fare meglio. Molte marche che teniamo a stock condividono la nostra affinità per i prodotti realizzati Made in USA, così come in altri paesi ricchi di storia, come la Germania, il Giappone, la Francia e non solo. Alla fine, i nostri criteri sono semplici: cerchiamo prodotti durevoli nella fabbricazione, superbi nella vestibilità e autentici nello stile.

www.tannergoods.com www.wwodlandsshop.com

01 - VOYAGER DAYPACK 02 - FIELD CAMERA BAG 03 - COURT CLASSIC MID 04 - RUCKSACK FIELD 05 - WORKMAN WALLET WITH TETHER SADDLE 06 - STOWAWAY BOOT BAG 07 - EVERYDAY TOTE 08 - WILDERNESS RUCKSACK

09 - VANGUARD SANDDLE BAG 10 - CARGO CARRYALL 11 - WOODLANDS WOOL OVERSHIRT 12 - UTILITY BIFOLD 13 - CIELO SPORTIF CLASSIC 14 - NOKORI FOLDING CHAIR 15 - CLASSIC BELT 16 - CAMERA_STRAP


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ITW DENIS PICCOLO



L’ESPERIENZA PIÙ “ESTREMA”, CHE HO AFFRONTATO È STATA LA MARATHON DES SABLES 2015 - 255 KM IN AUTOSUFFICIENZA NEL DESERTO DEL MAROCCO... SONO STATO IL PRIMO FOTOGRAFO AL MONDO ACCREDITATO A CORRERLA DOCUMENTANDOLA DALL’INTERNO PUOI RACCONTARCI DEL TUO PRIMO APPROCCIO CON IL RUNNING... COM’È NATA QUESTA FORTE PASSIONE? Il running è il classico sport che o lo ami o non lo ami... purtroppo da giovane non l’ho mai amato, ma mi era invece imposto come fondamentale nella preparazione atletica per lo sci alpino in cui gareggiavo. Finito il periodo legato allo sci agonistico (Dino è arrivato fino alla Coppa Europa di Discesa libera. N.d.r.) ho avuto un rigetto assoluto per lo sport, un periodo breve, poi grazie al triathlon (di cui mi sono appassionato follemente) ho incominciato a nuotare e ripreso a correre. Nel 1992, a Lanzarote, ho finito il primo dei miei 5 IronMan. Nel frattempo ho fatto qualche maratona qua e la ma vivendo in montagna il passaggio ai sentieri e allo sterrato è stato praticamente automatico. Il Trail Running è una disciplina che mi entusiasma perché mi da la possibilità di assaporare a fondo la natura che mi circonda. COME DEFINIRESTI IL “TUO PERSONAGGIO”? Io sono viaggiatore, fotografo e sportivo, ma non saprei dirti in che ordine - quando riesco a mettere insieme questi tre ambiti sono soddisfatto a pieno. Una mia peculiarità è quella di fotografare dall’interno le gare che faccio, documentandole in primis dalla pancia del gruppo. La voglia di viaggio mi fa cercare le gare sempre in posti nuovi, interessanti, in quelli più disparati - così riesco a fondere le mie tre grandi passioni in un solo obiettivo. QUALI SONO LE GARE / LE ESPERIENZE PIÙ BELLE E AVVINCENTI CHE HAI VISSUTO E FOTOGRAFATO? Innanzitutto vorrei sfatare il mito che le gare lunghe sono le più dure: in realtà anche una competizione di soli 10 km può essere un grande ostacolo da affrontare se non si ha la giusta preparazione; il grande Haile Gebrselassie diceva infatti “nessu-

na gara inizia dalla linea di partenza”, se uno non si allena farà fatica in qualunque genere di gara. Detto questo l’esperienza più “estrema”, anche se questo termine non mi piace e non calza la situazione, che ho affrontato è stata la Marathon des Sables 2015 (MDS) - 255 km in autosufficienza nel deserto del Marocco, dove mi sono anche tolto lo sfizio di essere il primo fotografo al mondo accreditato a correrla documentandola dall’interno e a far uscire 12 servizi su 7 differenti testate nazionali (nonostante la convinzione dei francesi che ritenevano impossibile correre e fotografare ad alto livello una competizione così dura). Alla MDS poi ci sono anche tornato quest’anno come fotografo per conto dell’associazione benefica americana “I run for ultra” che aveva in gara 5 top runner (il portoghese Carlos Sa, il messicano Ricardo Meija Hernandez, gli americani Harvey Lewis e Jason Schlarb e l’inossidabile Marco Olmo), così da vivere un’esperienza completamente diversa, dalla parte degli organizzatori (uno super staff di circa 600 persone) e avere così un quadro completo di questa competizione veramente unica. CI SONO ALTRE GARE CHE TI HANNO COLPITO PARTICOLARMENTE? Qualsiasi gara ha i suoi pro e contro, le sue emozioni e le diverse esperienze che lasciano sempre qualcosa impresso... anche degli inconvenienti talvolta unici, come quella volta in Zambia quando la gara fu sospesa per attraversamento di elefanti - secondo me è stato bellissimo, perché non c’è niente di più africano di un elefante che ti impedisce di fare ciò che era scontato per te. Ci sono esperienze da tirare fuori in diverse situazioni - proprio da queste situazioni mi sono “inventato” anche delle gare concentrate sull’aspetto estetico, competizioni che organizzo personalmente con un paio di amici: una è la “Run Iceland”, gara da


110 km in 5 tappe - dove si corre sempre in paradisi belli da vedere, da fotografare e ovviamente da vivere mentre si macinano chilometri su chilometri. Altra competizione fantastica è la Carrera de Baja nella Baja California (Mexico), stessa tipologia di settimana turistico-competitiva però passando in riva ad un mare cristallino, in canyon mozzafiato e nelle foreste di cactus giganti. Poi, ultima nata, c’è l’Uganda TTT con 3 tappe da 10 km, dove si intreccia la corsa al trekking con l’obbiettivo di visitare gli straordinari gorilla di montagna, purtroppo in serio rischio di via di estinzione. Infine, per non farci mancare nulla, organizzo anche una 10 km su neve nella stazione sciistica in cui vivo, Prato Nevoso, nel cuneese - davvero bello perché è stata una delle prime gare in Italia interamente su neve, con scarpe da corsa (no racchette) e su pista battuta, inoltre si corre al tramonto - da cui il nome Sunset Running Race. SE DOVESSI CHIEDERTI COSA SIGNIFICA PER TE RUNNING, FOTOGRAFIA E VIAGGIARE IN UNA SOLA PAROLA, COSA MI DIRESTI? La libertà. Cerco di trovare la libertà in tutte e tre queste mie passioni... Libertà di correre tanto tra il cemento di New York quanto nel nulla del Sahara. Libertà di scegliere il soggetto da fotografare in qualunque situazione, senza troppi obblighi, senza compromessi.. Infine libertà di viaggiare in giro per il mondo senza avere delimitazioni di alcun tipo. Intendo dire… so di gente che ama visitare solo i deserti, altri solo le città, altri che seguendo il sogno dell’onda perfetta, visitano le coste ondose di tutto il globo ma non hanno idea di cosa ci sia nei loro entroterra, altri ancora che “malati” di neve non fanno altro che viaggiare da una montagna all’altra. Io adoro variare e così facendo amplio il mio campo “d’esplorazione”. Una delle mie linee guida è: il mondo è un grosso libro aperto che non aspetta altro di essere letto, io lo voglio leggere.

DI QUESTI TRE ASPETTI, QUALE HA PIÙ PESO DURANTE LE TUE ESPERIENZE? Beh il viaggio è un po’ il contenitore... uno programma un viaggio in base a quello che vuole vedere e visitare oppure, se su commissione, in base a quello che deve fotografare; sul posto si fotografa in base alle luci e alle condizioni che si incontrano, e mille parametri che ogni fotografo ha e si pone... infine insieme allo sport fa tutto parte della mia vita, perché grazie allo sport mi tengo in forma e posso applicarlo in ogni posto in cui vado. Poi chiaramente a secondo che sia una gara o un viaggio personale i tre aspetti si alternano in base alle esigenze. DURANTE I VIAGGI CHE HAI FATTO E STAI FACENDO, QUALI SONO I PERSONAGGI CHE TI HANNO COLPITO E LASCIATO QUALCOSA DA CITARMI? A volte ci sono personaggi anche famosi, cito Baglioni che un po’ di tempo fa a Lampedusa ha completato tutte e 3 le tappe benché fosse visibilmente affaticato dimostrando una forte tenacia; altre volte il personaggio è quel bambino che scalzo e in salita in mezzo a una strada ghiaiosa dell’Uganda ti si affianca per andare a prendere l’acqua in un pozzo, e affronta diversi km con una facilità disarmante dimostrando un’attitudine alla corsa innata. In realtà in ogni occasione ci sono delle persone che ti colpiscono, potrei andare avanti per ore... UNA SITUAZIONE PARTICOLARE CHE HAI VISSUTO DURANTE QUESTI VIAGGI, CHE CI TIENI A RACCONTARMI? Ad esempio, uno dei motivi che mi hanno spinto a partecipare alla Marathon Des Sables era quello di accompagnare Marco Olmo (uno dei più grandi atleti italiani spesso sottostimato - a 57 e 58 anni ha vinto due edizioni dell’Ultra Trail sul Monte Bianco...e l’anno scorso a 68 anni è arrivato 16° su 1400 partecipanti alla MDS) per vedere come lui si adattasse a tutte le scomodità di


CERCO DI TROVARE LA LIBERTÀ IN TUTTE E TRE QUESTE MIE PASSIONI... LIBERTÀ DI CORRERE TANTO TRA IL CEMENTO DI NEW YORK QUANTO NEL NULLA DEL SAHARA.

una tenda berbera, al mangiar poco, bere poco... mi ha fatto capire che l’essere umano può fare di più dei limiti che si prefissa - convincendomi che è la testa che comanda, sempre! INVECE IL MOMENTO PIÙ DURO CHE HAI VISSUTO IN UNA DELLE TUE NUMEROSE ESPERIENZE? Nella Marathon Des Sables - dove non sono arrivato preparato a dovere - dopo i primi 23 giorni, fra crampi ai polpacci, unghie incarnite, vesciche, gambe dure e doloranti... era come avere 4 coltelli piantati nelle gambe. Sicuramente una delle esperienze più dure che abbia mai affrontato. Ma anche l’ascesa all’Aconcagua, dove ho seguito e fotografato la parte alta del record fatto da Nico Valsesia, non è stato facile. Non mi ero acclimatato a sufficienza e oltre i 6000mt ad ogni respiro mi sembrava di ingerire lamette. INVECE TECNICAMENTE COME CORRI E COME TI ALLENI? Tecnicamente corro male, e da fotografo dovessi rivedermi mi potrei anche depennare... Corro male perché ho poca elasticità, sono più basato sulla resistenza e sulla forza senza troppa eleganza; infatti non alzo le gambe benché le abbia abbastanza lunghe. Molta gente invidia il mio stile di corsa perché è un tipo di corsa “al risparmio”, dove non butto via energia inutili, quindi me la tengo così com’è - anche perché mi manca il tempo e la voglia per cambiarla! MENTRE LA SODDISFAZIONE PIÙ GRANDE / UNO DEI MOMENTI PIÙ IMPORTANTI CHE HAI VISSUTO? Soddisfazioni ne accumulo di continuo, forse anche perché sono uno che in parte sa accontentarsi e godere di quello che ha o che fa, poi sono sempre alla ricerca di

qualcosa di nuovo, di elettrizzante, di stimolante al fine di cercare soddisfazioni differenti. Come fotografo, sono stato molto appagato dall’aver preso una cover con un selfie fatto in pieno sforzo, in piena crisi, durante la mia Marathon des Sables. Uno scatto in cui si vede tutta la mia spossatezza ma anche quella di chi mi segue e dietro l’infinito del deserto. Di questa copertina devo fare i complimenti alla redazione di Running che ha avuto il coraggio editoriale di fare una cover con un selfie, cosa rara in qualsiasi sport. COSA NE PENSI DI QUESTA FORTE TENDENZA DEL RUNNING E TREKKING I QUALI STANNO ENTRANDO NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI DELLE PERSONE? Io corro ormai da tanti anni e ho vissuto i passaggi più importanti... da quanto eri visto come strano perché eri l’unico a correre nel tuo paesino, fino ad oggi che se non ti fai vedere che corri sei visto out. C’è gente che non avrei mai pensato potesse incominciare a correre e oggi si ritrovano a fare almeno 10 km al giorno e una maratona ogni due mesi altrimenti non è in pace con se stessa... senza andare a queste esagerazioni, io vivo il running per il piacere di visitare i posti e per star bene. 4 anni fa ho avuto la fortuna di vivere 3 mesi alle Hawaii, stato americano con la percentuale di runner più alta degli USA - e il 70% dei praticanti sono donne... negli Stati Uniti c’è una cultura del running che potrebbe sembrare addirittura esagerata, nel 2010 hanno passato i 50.000.000 di praticanti, vuol dire che 1 su 6 corre, chi per mangiare più serenamente, chi per star bene, chi per fare le gare, insomma ognuno ha il suo obiettivo e vanno tutti bene. Io personalmente consiglio a tutti di correre per il puro piacere di correre e guardarsi attorno, fermarsi ad ammirare i panorami, far fotografie e via!


CI SONO DEI FOTOGRAFI SIMILI A TE DI RUNNING E OUTDOOR CHE TI COLPISCONO MAGGIORMENTE? A me piacciono soprattutto e purtroppo quelli stranieri, perché - come ho fatto anche io - portano l’occhio derivato da altri sport all’interno della corsa, una cosa per me fantastica! Però non ho nomi da farti in particolare, alle volte ci sono fotografie che m’inchiodano e cerco di capire la loro essenza e la metodologia di chi le ha scattate. SE DOVESSI DARE UN CONSIGLIO A UNA PERSONA CHE SI AFFACCIA AL MONDO DEL RUNNING E CONSEGUENTI ESPERIENZE VARIE, COSA GLI DIRESTI? Di continuo mi chiedono come prepararsi a una 10 km, a una maratona, mezza o un trail - io non sono un preparatore e molti che pretendono di esserlo ne sanno anche meno di me... la parola d’ordine comunque è senza dubbio correre, correre e correre... ma fondamentalmente per riuscire a correre tanto bisogna divertirsi, quindi non essere mai monotoni e variare sempre i percorsi dalla montagna all’asfalto, sulla spiaggia, nell’erba, sulle rocce, più si varia e più ci si allena nel senso generico della parola, poi ovviamente bisogna inserire lavori finalizzati a seconda di quello che si vuol fare e di come lo si vuol fare. Quando nel ’91 ho corso la maratona di New York un certo Orlando Pizzolato (che di NYM aveva vinte ben due) aveva detto: “godetevi New York non concentratevi solo sull’asfalto, lasciate che le emozioni di una città così viva e partecipe vi spingano fino all’arrivo!” Tanti, quasi tutti, si avvicinano al mondo della corsa con gare singole, un consiglio che posso dare è quello di sperimentare le gare a tappe, un modo intelligente per visitare nuove aree geografiche e conoscere persone interessanti con cui si condivide l’intera avven-

tura... Poi che il posto scelto si chiami Uganda o Islanda dipende dai gusti personali di viaggio! QUALI SONO I TUOI PROGETTI FUTURI? Normalmente si hanno dei sogni nel cassetto, i miei 4 principali erano fare la Transiberiana, visitare la Mongolia, vedere i Gorilla di montagna - tutti e tre già realizzati, e ora mi rimane l’ultimo che è andare in Antartico. Poi, fra 2 anni, se Olmo ne avrà voglia, per il suo 70° compleanno, lo accompagnerei di nuovo alla Marathon Des Sables... visto che anche io voglio correrla ancora per cercare di far meglio! Altre gare o posti che vorrei visitare sono sicuramente il Bhutan. Due corridori professionisti americani mi hanno proposto di accompagnarli e fotografarli all’Ultra Trail dei Gobi (UTG) in Cina (400km no stop) questo prossimo autunno e devo ancora decidere, ma la tentazione è grande... Per non mettere troppa carne alla brace, ora però mi concentro unicamente sull’ascesa del Pik Lenin che proverò ad effettuare alla fine di questo Luglio. Dalla cima, se ci saranno le condizioni giuste, mi piacerebbe scendere con gli sci dalla parete nord che vanta un dislivello di 2500mt in un’unica soluzione. Poi, una volta rientrato in Italia, con calma, avrò il tempo per aggiornare la mia agenda dei sogni. PUOI DESCRIVERCI LA TUA GIORNATA TIPO DALLA MATTINA ALLA SERA? Io mi considero una persona fortunata, e credo sia importante la consapevolezza di esserlo... mi godo ogni giorno della vita a pieno, ognuna delle mie giornate è bella a modo suo anche quelle problematiche che sicuramente rafforzano... ma una vita senza viaggiare, senza sport, senza fotografia, e soprattutto senza sorriso non ha senso.


VUOI RACCONTARCI UN ANEDDOTO FUORI DAL COMUNE CHE TI HA EMOZIONATO IN PARTICOLARE? Mi chiesero di fare delle foto di surf nelle Isole Mentawai, arcipelago dell’Indonesia nord occidentale, dove scopro che in una delle isole più remote, all’interno di una fitta foresta tropicale, c’è un popolo che vive ancora allo stato primitivo e che non ha mai incontrato l’uomo bianco... per diverse coincidenze che si sono incastrate a perfezione, riesco a organizzare una barca che mi porti proprio su quell’isola, Siberut. Li ingaggio un paio di indigeni, di cui uno che parla un discreto inglese che mi facciano da guida, risalgo un fiume decisamente melmoso in una canoa scavata in un tronco, proprio nel bel mezzo di un lungo acquazzone torrenziale, per poi iniziare un trekking verso l’ignoto, in una foresta veramente densa e difficile da attraversare. Dopo ore e ore di cammino, sempre sotto il diluvio universale e immersi nel fango fino al ginocchio, finalmente arriviamo al cospetto di una tribù di nativi di piccola statura, di carnagione scura e con i capelli lunghi - dall’altra parte io, alto bianco e pelato - ecco il primo impatto! Loro vivevano mezzi nudi nelle capanne sugli alberi, con un’infinità di teschi di animali da ornamento, ovviamente il dialogo era difficile perché parlavano solo il loro dialetto – ma con il parziale aiuto di una delle due guide, che sco-

prirò poi essere entrambi sciamani, riesco a farmi capire e a capire. Con questa gente ho passato 3 giorni unici e indimenticabili e la maggior parte del tempo esprimendomi a gesti... A un certo punto mi chiesero giustamente cosa facevo lì: quindi cercai di descrivergli il surf da onda (molto difficile come concetto specie se si vive in una foresta, cacciando con arco e frecce avvelenate e scolpendosi i denti per riuscire a mangiare la dura carne di scimmia), allora ho fatto un passo indietro dicendogli che è uno sport... ma non avevo mai provato a spiegare cos’è lo sport! Provai a trasmettere concetti facili e vicini a loro: la corsa, il tiro con l’arco, l’arrampicata... e loro mi risposero che per loro tutto questo era semplicemente sopravvivenza! Alla fine venne fuori che uno degli anziani, molti anni prima era andato ai confini dalla foresta, dove questa si appoggiava ad un fiume infinito - che era il mare, e su quel grosso fiume vide degli uomini con grandi canoe (le barche che usano i surfer per spostarsi) e altre più piccole e piatte, con della gente che le “camminava” stando in piedi sull’acqua (i surfer appunto). Ecco il punto d’incontro! Una risata e tutti nuovamente spensierati a gesticolare per qualcosa d’altro. Una delle sere in cui ero con loro, intorno al fuoco in una delle palafitte, fecero un rituale propiziatorio per cacciare gli spiriti sconosciuti e quindi

NORMALMENTE SI HANNO DEI SOGNI NEL CASSETTO, I MIEI 4 PRINCIPALI ERANO FARE LA TRANSIBERIANA, VISITARE LA MONGOLIA, VEDERE I GORILLA DI MONTAGNA - TUTTI E TRE GIÀ REALIZZATI, E ORA MI RIMANE L’ULTIMO CHE È ANDARE IN ANTARTICO


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potenzialmente negativi di questo straniero, così alto, così chiaro, così diverso, che era venuto a trovarli. Sacrificarono 4 galline e un maialino e ne misero alcune parti su un lungo piatto tribale in legno grezzamente cesellato, lo stesso piatto grossolanamente fatto a forma di surf che poco prima avevo utilizzato per spiegar loro il motivo del mio viaggio da quelle parti. Il giorno della mia partenza, con un gesto molto sentito, mi lo regalarono quel piatto che ancora oggi è uno degli oggetti d’arredo della mia casa in montagna a cui tengo di più! La cosa da sottolineare è che a parole non riuscivo a spiegare cos’è lo sport, una cosa che mi ha fatto riconsiderare tante cose relativamente a tutti gli ambiti sportivi. VUOI RACCONTARMI DI UN PERSONAGGIO CON CUI HAI LEGATO PARTICOLARMENTE DURANTE LE TUE ESPERIENZE? Quando nel 2007 Marco Olmo stava per vincere la sua seconda edizione dell’Ultra Trail ero l’unico fotografo italiano accreditato sulla linea d’arrivo; chiaramente davamo fastidio in quel punto e l’organizzatrice ci spostò in una zona triangolare adibita davanti all’arrivo... io velocemente mi sedetti nel vertice anteriore del triangolo segnato a terra con il tape americano, poi dietro, si misero tutti gli altri fotografi, provenienti da tutto il mondo, e quelli in fondo si spintonarono un pò per riuscire ad avere un posto. A un certo punto un francese disse: “Che poi, siamo qui a spingerci per veder arrivare un italiano”, allora posai la macchina a terra - mi alzai in piedi e in un francese quasi perfetto, ad alta voce gli risposi: “non è un problema, lascia il tuo spazio ad un altro e torna fra un ora a vedere il primo francese”... tutti si misero a ridere e la cosa finì li. Olmo vinse, poi dopo 50 minuti arrivò un tedesco ed esattamente dopo un’ora il terzo assoluto, un francese.. Scrissi di questo episodio in un articolo su Runners World, articolo che Olmo lesse, e quando lo andai ad intervistare

se lo fece raccontare nuovamente. Poi egli anni, diventammo buoni amici e me lo fece raccontare più e più volte a serate da lui presiedute. Marco è davvero una bella persona, un po’ schiva e magari anche apparentemente scorbutica, ma un uomo sano di principi che con il sudore e la fatica è uscito dall’anonimato ed è diventato una leggenda del Trail Running mondiale. Con Marco ora ci si frequenta con discreta costanza e sovente si fanno dei viaggi insieme! Inoltre lui è uno dei runner più facili e belli da fotografare, uno dei miei “modelli” preferiti. INFINE FRA POCHI GIORNI SI PARTE E SI VA IN KIRGHIZISTAN... QUESTO PROGETTO DA DOVE NASCE? “Eravamo 4 amici al bar…” come canterebbe Gino Paoli... in realtà eravamo in 6, a chiacchierare del più e del meno, dei progetti portati al termine e dei sogni ancora irrealizzati. Venne fuori che uno di noi, Cala, aveva già affrontato parecchie scalate a montagne oltre i 7000 metri e che ce n’era una non impossibile da fare. Ce la raccontò come un’esperienza che si può affrontare senza grandi difficoltà... Allora uno dopo l’altro abbiamo deciso di tentarla. Io ho trovato l’anno giusto, il 2016, quello del mio 50° compleanno, e le aziende a cui ci siamo proposti per il supporto tecnico hanno accettato subito credendo nella nostra normalità... Fra poco si parte, abbiamo tutto pronto, speriamo in bene!

01 - FERRINO DESERT KAT 02 - FERRINO X-SPEEDY 03 - FERRINO X-CROSS 04 - LA SPORTIVA CROSSOVER 05 - LA SPORTIVA AKASHA 06 - LA SPORTIVA HELIOS 2.0 07 - SH+ RG5000 08 - TOMTOM RUNNER 2



TXT AND PICS: DENIS PICCOLO

Caldo infernale, clima torrido e umidità alle stelle. Terreno sconnesso, centri storici privi di superfici pianeggianti, strade e vicoli senza destinazioni certe. Tutto perfetto per il nostro shooting di running con Alexander e Francesco due runner di Saluzzo, storica e tranquilla cittadina della provincia Granda, quella di Cuneo per la precisione. Alex e Francesco amano la corsa, la vita sportiva e sono sempre attratti dal testare nuove tecnologie applicate a nuovi prodotti che possono portare beneficio nelle loro attività. Come tutti i nostri modelli non sono professionisti, ma dedicano molto del loro tempo agli allenamenti e alla loro passione, la corsa. Motivati attendiamo le ore serali, quelle vicino al tramonto, per farci abbracciare dalla luce calda e tagliente dell’ultimo sole, per correre mentre il terreno sotto di noi scorre velocemente vogliamo salutare l’ultima luce della giornata. I brands di questo shooting sono New Balance con la nuovissima Vazee Pace v2, Nike con LunarEpic e infine Asics con la FuzeX. I feedback di questo shooting sono molto

interessanti, ci aspettavamo molto da queste scarpe ma sinceramente sono andati oltre ogni nostra immaginazione. Alex ha utilizzato le New Balance Vazee Pace v2 che aggiorna i suoi modelli di successo, premiate come ‘Best in Class’ dalla rivista Triathlete Magazine nel 2015, le Vazee Pace v2 sono le scarpe indossate per eccellenza dagli atleti più veloci del team New Balance e saranno disponibili a partire da luglio 2016. Offrono miglioramenti sulla durabilità, mantenendo lo stesso amato fit. Sostenute dall’intersuola Revlite garantiscono una corsa leggera e reattiva. Grazie alla struttura VL-6, puoi godere della spinta sulla punta che garantisce lo stesso efficace ritorno del modello precedente. Si evolve anche grazie ad una rivisitazione della tomaia in nome dello stile ed della velocità. La copertura dell’avampiede in tessuto mesh altamente traspirante e senza cuciture è pensata per stendere comodamente le dita dei piedi mentre l’arco del piede è mantenuto saldamente grazie ad un tessuto intrecciato che caratterizza la parte mediale della scarpa. La costruzione a calzino continua a fornire una sensazione di ‘seconda pelle’ e aderisce perfettamente alla tomaia.


Francesco, invece, ha utilizzato le Nike LunarEpic Low Flyjnit, con una particolarissima suola offrono un’ammonizzazione mirata per una sensazione di estrema morbidezza sotto il piede. La tomaia Flyknit, avvolge il piede per una calzata come fosse una seconda pelle e delle aree mirate offrono un sostegno leggero dove serve maggiormente. L’intersuola Lunarlon, morbida e sagomata, è caratterizzata da precisi intagli al laser sui lati che si piegano all’impatto del piede e offrono una transizione fluida e perfetta dal tallone alla punta. La speciale mappatura dei punti di pressione amplifica l’ ammortizzazione dove serve di più e disperde l’impatto creato così un comfort incredibile. Grazie ai feedback dei runner la tecnologia Flyknit si è evoluta moltissimo. Ingegneri, designer e programmatori sono stati coinvolti per ottenere questi entusiasmanti risultati. 4 anni di lavoro sono serviti per produrre la tomaia in maglia dotata di proprietà statiche di resistenza e sostegno. E la combinazione di supporto, flessibilità e traspirabilità, in un unico strato, si è rilevata vincente. Il risultato è una tomaia leggerissima aderente e praticamente priva di cuciture.



Francesco, incuriosito anche dalle Asics FuseX e dalla loro nuovissima tecnologia Fuze Gel non ha potuto fare a meno di testarle. La nuove scarpe di Asics con intersuola Fuze Gel ( una combinazione del Gel di Asics con il materiale Solyte ) donano una sensazione di leggerezza ed un protective cushioning sia su strada, che in palestra, non tralasciando l’aspetto estetico, che i giovani runner spesso prediligono. Ma le prestazioni sono al centro del progetto, la suola a tutto contatto garantisce buone sensazioni su strada ed una pianta stabile per poter rispondere alla varietà di esigenze e di obiettivi del mondo running. Le FuzeX vantano anche la X40 sockliner che garantisce il 40% in più di ritorno di energia aumentando in questo modo l’efficenza in termini di prestazioni. Tutto qui….in realtà no, ma aimè il direttore si è raccomandato di non raccontarvi troppo. Alla prossima gente. :-)




TXT: DAVIDE FIORASO PICS: FRANCK ODDOUX


Sistemo le mie cose di ritorno dal viaggio, temendo già il lavoro e la routine che mi avvolgerà nei prossimi giorni. Dovrò ritrovare un equilibrio durante le interminabili settimane di frenesia, combattendo con la nostalgia del tempo trascorso. Noi tutti, cerchiamo la natura per riconnetterci con le proprie anime, gli uni agli altri, e per ricordare il nostro posto nell’universo. Non possiamo vivere questi luoghi a tempo pieno, ma quelle interminabili giornate all’aria aperta, quei momenti di libertà, le ore trascorse a macinare sentieri, sono ciò che ci rafforza. Quelle stesse esperienze che diventano ancora più importanti quando lasciamo tutto alle nostre spalle per tuffarci nuovamente in un mare di vita reale, motivo principale delle nostre fughe. Esperienze che sono l’ancora di salvezza quando le cose si fanno difficili. Che ci danno prospettiva sulla vita, prospettiva necessaria quando il mondo sembra andare fuori equilibrio. Per fortuna siamo in grado di trovare degli spazi per sgattaiolare qua e là. Siamo in grado di scrollarci di dosso il peso del mondo moderno e trovarsi liberi e selvaggi di nuovo. Anche se è solo una manciata di tempo, è esattamente quello che ci serve. There’s still something wild and free in all of us. L’occasione per staccare la spina è il viaggio stampa europeo organizzato da Columbia Sportswear ai piedi del Monte Bianco. La nostra trasferta inizia 600 km a Est, attraversa orizzontalmente tutto il Nord Italia e costeggia il Rodano fino a Martigny, porta d’accesso alla Valle di Chamonix dal Canton Vallese. Vallorcine e il fiume Trient, il

ghiacciaio dell’Argentière e le mitiche cime dell’Aiguille Verte. Qui tutte le strade portano alla natura. La scelta di Chamonix come sede per l’evento di presentazione della collezione Spring 2017 non è casuale. Oltre alla vicinanza geografica con l’headquarter europeo, il ruolo di mecca outdoor che accomuna il maggior centro alpinistico di Francia con molte località del Beaver State. Lungo le strade di questa città d’alta montagna vive uno spirito comune, quello degli appassionati di alpinismo, delle sue leggende, della sua etica. Elevando lo sguardo lui è sempre presente, con i suoi 4.810 m di roccia, di neve, di ghiaccio, di sogno. Ma il fattore chiave significativo è senza dubbio la collaborazione che lega Columbia Sportswear Company con l’UTMB (Ultra Trail du Mont Blanc), una partnership rafforzata per il 2016 attraverso i suoi brand Mountain Hardwear, OutDry e Montrail ed un nuovo status di Presenting Partner. SS2017 PRODUCT PRESENTATION Nata e cresciuta a Portland, Columbia Sportswear Company da oltre 70 anni consente a tutti gli appassionati di outdoor di godersi la vita all’aria aperta grazie alle sue attrezzature. Al timone la presidentessa e matriarca Gert Boyle, che ha portato Columbia a diventare la società internazionale che è oggi. Ad aprire la presentazione, i punti cardine che hanno finora distinto questo brand dalla concorrenza: la consapevolezza di un patrimonio unico radicato in Oregon e l’irriverenza della famiglia Boyle. Columbia è composta da persone reali che sono appassionate


di vita all’aria aperta, che vivono e lavorano nel grande Pacific Northwest, dove foreste maestose fanno da cornice a montagne vulcaniche e coste aspre che hanno dato origine ed ispirato Tested Tough, una piattaforma globale che ha preso il via lo scorso autunno e che si ispira alla storica campagna Tough Mother. Un modo ironico e originale per dimostrare e assicurare la qualità dei propri prodotti. “Noi sappiamo da sempre che se i prodotti superano i miei test in questa parte del Pacifico, non possono non superare anche i test dei consumatori” – Gert Boyle La nuova collezione primavera/estate analizza le famiglie di consumers (Elite, Superactive, Active, Outdoor inspired, Everyday) e si focalizza sugli sviluppi delle tecnologie impermeabili e traspiranti alternative al Gore-Tex, capaci di surclassare quei prodotti che ancora fanno affidamento su inserti di membrana flottanti e fodere impermeabili. Una scelta, a favore di una tecnologia proprietaria differente, che ha sempre contraddistinto Columbia fin dai tempi di Omni Tech (1991), passando per l’acquisizione di OutDry Technologies, detentrice della proprietà intellettuale e degli asset del marchio OutDry (2011), fino al lancio di Outdry Extreme, il

primo rivestimento impermeabile ultra-traspirante, con una membrana esterna che consente un’idrorepellenza permanente (2016). Le parole chiave della collezione apparel SS2017? Stretch e reversibile. Assoluto pezzo forte nella collezione Spring 2017 la giacca OutDry Extreme Stretch Hooded Shell costituita da una membrana esterna con milioni di microscopici forellini che consentono il passaggio delle molecole di vapore, ed un morbido tessuto traspirante all’interno, bordi rinforzati e le caratteristiche cuciture esterne nastrate. Una rapida introduzione all’offerta Hiking Footwear (Titanium, Minimalistic, OutDry Extreme) lascia spazio alla vera novità della prossima stagione: la linea Columbia Montrail specializzata nel trail running. Il marchio - fondato a Richmond nel 1982 come One Sport e rinominato Montrail solo nel 1997 – è stato acquisito da Columbia Sportswear nel 2006 come ampliamento dell’offerta calzaturiera. A inizio 2016 Columbia Sportswear Company ha annunciato il riallineamento di Montrail come sub-brand del marchio di bandiera, mettendo in evidenza il proprio impegno nel settore trail running.


A partire dalla primavera 2017, capi di abbigliamento, scarpe e accessori Columbia pensati per il trail running, saranno marchiati Columbia Montrail, allineandosi alla linea Columbia PFG specializzata nell’abbigliamento da pesca sportiva. Il nuovo sub-brand di Columbia espanderà la sua offerta con un’ampia gamma di prodotti dalle performance altissime, che saranno in grado di vestire gli appassionati dalla testa ai piedi. Un impegno sempre crescente che deriva dalla partnership pluriennale con l’UTMB. Punta di diamante la linea F.K.T. (Fastest Know Time) con i tre modelli Trans Alps, Rogue e Fluid Flex che si contraddistinguono per una costruzione leggera, trazione aggressiva e flessibilità. PRESS TRIP ITINERARY Una distesa di nuvole basse nasconde la Valle di Chamonix. E’ ora di abbandonare il superfluo e selezionare solamente l’essenziale. Il meteo inclemente e l’abbondanza di neve sopra i 2.200 m costringe la Compagnie des Guides ad un rapido cambio programma. L’itinerario Buvette des Mottets-Montenvers-Mer de Glace lascia spazio ad un ripiego scalda i muscoli: il Vertical Planpraz, un sentiero a zig zag che si snoda sul versante meridionale di Chamonix sotto l’omonima telecabina. La pioggia costante battezza ufficialmente il nostro personale Tested Tough. In serata, dal Rifugio Plan de l’Aiguille, basta una breve schiarita a richiamare gli sguardi comuni sul ghiacciaio dei Bossons, una lingua di ghiaccio che prende forma dal versante nord del Monte Bianco e scende fino a quota 1.500. Rapisce per distinta maestosità tra un paesaggio di granito e licheni. La lunga giornata di

mercoledì inizia sotto una leggera nevicata che ci accompagna fino ai 3.842 m dell’Aiguille du Midi, nel gruppo di creste rocciose Aiguilles de Chamonix, uno dei paesaggi più celebri delle Alpi francesi. L’Aiguille du Midi è raggiunta da una vertiginosa quanto celebre funivia in due tronconi realizzata negli anni ‘50. Un lavoro straordinario, in condizioni climatiche proibitive. Ancora oggi, dopo il restyling del 1991, i dati tecnici sono impressionanti: la seconda sezione raggiunge la vetta con una campata unica senza pilastri di sostegno. Dalla cima nord, la porta d’ingresso dà accesso alle gallerie del picco centrale e al tunnel di ghiaccio che sbuca nella cresta NE e nella Vallée Blanche. In senso opposto, una funivia panoramica consente la straordinaria traversata aerea fino in Italia, viaggiando sopra il ghiacciaio du Géant. Questa sezione, collaudata nella primavera del 1958, collega l’Aiguille du Midi a Punta Helbronner passando per il Gros Rognon, un tratto spettacolare reso possibile grazie a soluzioni tecniche del tutto originali, come il pilone aereo che meravigliò tutti per l’audacia della sua concezione. Sul versante di Courmayeur, vanto e orgoglio per il gioiello finanziato dalla Regione Valle d’Aosta, la nuova Sky Way con cabina rotante a 360° in grado di ospitare fino a 80 persone. I 3.466 m dell’avveniristica stazione di Punta Helbronner regalano una vista straordinaria su buona parte dei quattromila delle Alpi Occidentali: il Monte Bianco, il Monte Rosa, il Cervino, il Gran Paradiso e il Grand Combin.


Al Pavillon du Mont Fréty ci aspetta la presentazione e l’incontro con Michel e Catherine Poletti, rispettivamente direttore tecnico e direttrice di gara dell’UTMB (Ultra Trail du Mont Blanc). Ogni anno, l’élite mondiale del trail e circa 8.000 corridori si incontrano a Chamonix per partecipare ad una delle 5 gare dell’evento. Correre intorno al Monte Bianco significa vivere un’avventura interiore, un’esperienza unica durante la quale ogni partecipante respinge i propri limiti fisici e mentali per arrivare fino al traguardo. Questo periplo straordinario nel cuore del massiccio permette ai trailers di attraversare valli e passi con panorami alpini mozzafiato, unici al mondo. Un ambiente di festa in ogni paesino attraversato; 2.000 volontari provenienti da 15 paesi e 19 comuni francesi, italiani e svizzeri contribuiscono al successo dell’evento, con 16.000 supporters che vengono ad incoraggiare i loro cari e più di 50.000 spettatori che visitano l’Expo e partecipano alle varie animazioni nei paesini. L’UTMB è la loro creazione, coccolata ed amata, che incarna i valori di innovazione, rispetto, solidarietà, eccellenza ed equità. La nostra visione? Diventare l’evento outdoor che ogni persona sogna di fare almeno una volta nella vita A Courmayeur è necessaria un’ulteriore riduzione di peso e bagaglio. L’essenziale diventerà ancora più essenziale. Michel Poletti, Alberto Motta e Vincente Delebarre (vincitore UTMB nel 2004) nei prossimi 2 giorni ci guideranno sui loro sentieri, quelli marchiati Tor Des Geants e percorsi dal tracciato della CCC, passata dall’essere la sorella minore dell’UTMB ad una corsa unica nel suo ge-

nere e tra le più prestigiose al mondo, ricalcando in gran parte il sentiero internazionale Tour du Mont Blanc (TMB). Da Entreves, punto di partenza della Skyway, verso La Palud, oltrepassando il torrente Dora per poi salire in quota e proseguire all’interno della magica Val Ferret sotto la dorsale del Mont de la Saxe. Dal Rifugio Bonatti, una cartolina sulle cime granitiche delle Grandes Jorasses e sul ghiacciaio di Fréboudze, giocando ad aguzzare la vista sul Bivacco Gervasutti. “Nelle vibranti e libere corse sulle rocce tormentate, nei lunghi e muti colloqui con il sole e con il vento, con l’azzurro, nella dolcezza un po’ stanca dei delicati tramonti, ritrovavo la serenità e la tranquillità. E l’ebbrezza di quell’ora passata lassù isolato dal mondo, nella gloria delle altezze, potrebbe essere sufficiente a giustificare qualunque follia...” - Giusto Gervasutti (1909-1946) Pioggia, pioggia e ancora pioggia. A secchiate. Ma il morale è alto e le facce sono sorridenti. Il menù del giovedì offre 28 km con 2.200 m di dislivello positivo. Dal Rifugio Bonatti scendiamo all’intersezione con il sentiero 27 fino a raggiungere il Rifugio Bertone, breve deviazione prima di attaccare la salita alla dorsale che culmina ai 2.584m del Tete de la Tronche, punto più alto della CCC. Outfit più che azzeccato e messo a dura prova: la nuova giacca Columbia Montrail OutDry EX Light Shell, i pantaloni OutDry Ex Gold Pant e le scarpe Conspiracy Titanium con costruzione OutDry impermeabile, mesh traspirante e suola Omni Grip. Sensazione di estremo comfort in ogni situazione. Anche sotto una copiosa grandinata.


Gli stambecchi accompagnano la discesa dal Col du Sapin in direzione La Suche, fino a risalire la caratteristica sagoma del Mont Chetif tramite la facile via ferrata, con un unico passaggio chiave sul punto iniziale. Alla balconata panoramica il cielo brontola, le nuvole sono sempre cariche. Meglio abbandonare l’idea della cima e affrettare la discesa al Rifugio Maison Vieille, per l’ultima notte in camerata tra calici di vino, il fuoco di una stufa ed il folk dei L’Orage. E’ tempo dei primi saluti, il venerdì ci regalerà finalmente un pò di sole durante la visita a Courmayer, località turistica di importanza internazionale che conserva un’atmosfera autentica: tradizione alpina e stile italiano. Di notevole interesse il restauro conservativo della storica casa delle Società Guide Alpine Courmayeur (prima associazione di guide costituitasi in Italia e seconda al mondo) con il suggestivo allestimento del Museo Alpino Duca degli Abruzzi completamente rinnovato in occasione dei 150 anni di fondazione. Un tuffo tra i torrenti di Vallorcine conclude questa straordinaria esperienza in una valle dal fascino senza tempo, dove l’unicità dei

luoghi fa nascere in chi vi abita un forte senso di appartenenza, di identificazione e permette un’ampia libertà di pensiero. Cittadini del mondo e allo stesso tempo profondamente legati all’immenso patrimonio di queste terre, che ancora oggi tengono in grande considerazione lo spirito pionieristico degli antenati che sono venuti qui, centinaia di anni fa, per rifarsi una vita, nuova e modesta, con ingegnosità e a stretto contatto con la natura. Natura incontaminata ed alcune delle vette più spettacolari del mondo. Una forte vocazione outdoor che incornicia Chamonix e Courmayeur come classiche destinazioni alpine, tanto da essere percepibili e vivibili tutt’oggi nell’ambito della vita quotidiana, accomunate da caratteristiche che le contraddistinguono da qualsiasi altro luogo: una forte valorizzazione della tradizione e il desiderio di raggiungere l’eccellenza. Thanks again Columbia Sportswear! www.columbiasportswear.it www.chamonix.com www.courmayeurmontblanc.it


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COLUMBIA 01 - MONTRAIL TITAN ULTRA SHORT SLEEVE SHIRT 02 - MONTRAIL TITAN ULTRA HALF ZIP 03 - MONTRAIL TITAN ULTRA SHORTS 04 - MONTRAIL CALDORADO II 05 - SOUTHRIDGE SHIRT 06 - SOUTH CANYON PANT 07 - MEN’S LOST LAGER HOODIE TAN 08 - OUTDRY EXTREME REVERSIBLE 09 - MONTRAIL OUTDRY EX LIGHT SHELL

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TXT AND PICS: ALBERTO BONARDI


DUE MARCHI CON SEDE A BERLINO, SPECIALIZZATI NELLA PRODUZIONE DI BICICLETTE DA TURISMO, COMPONENTI DEDICATI, BORSE, GERLE E ATTREZZI PER IL BIKEPACKING.


Due marchi con sede a Berlino, specializzati nella produzione di biciclette da turismo, componenti dedicati, borse, gerle e attrezzi per il bikepacking. FERN e GRAMM sono nati per amicizia, un desiderio condiviso per l’avventura e per l’amore di creare a mano e con genuinità gli strumenti per viaggiare il mondo in bicicletta. FERN è stato fondato 4 anni fa dal product designer Florian Haeussler. GRAMM è il marchio di Kristin, designer di moda che ha iniziato la sua attività trovando sede di fianco all’officina di Florian. Oggi, compagni di viaggio e di vita, uniscono le loro risorse per trovare nuove idee e soluzioni sempre migliori sul come scoprire il mondo su due ruote. La storia inizia nel 2006 quando Florian intraprende il suo primo viaggio in bicicletta da Budapest a Istanbul. Equipaggiato rudimentalmente con un vecchio sacco a pelo, borse pesanti e non impermeabili, pedala con la sua vecchia mountain bike per 2700 Km attraverso l’Ungheria, la Romania, la Bulgaria e la Turchia scoprendo i lati nascosti di questi Paesi, la natura spesso incontaminata e le persone gioviali ed ospitali: questo viaggio cambia completamente la sua vita. Dopo altre avventure e migliaia di chilometri in bicicletta insieme all’amico Philip, i due decidono di applicare la propria esperienza nel creare biciclette personalizzate adatte a questi lunghi itinerari; il materiale da loro scelto sarà l’acciaio.



Da questo preciso momento, Florian decide di immergersi profondamente nella conoscenza artigiana dei famosi telaisti francesi di metà 900, come Erse e Singer. Ma come il destino a volte impone, un giorno si imbatte in un costruttore di telai di Potsdam, cittadina a sud-est di Berlino. L’artigiano, vicino alla pensione, è in procinto di chiudere il proprio laboratorio. A Florian si accende la lampadina; ritira tutti gli strumenti del mestiere, apprende i trucchi della saldatura e della costruzione di telai e apre un’officina propria nella zona est di Berlino, in una fabbrica dismessa nel quartiere di Lichtenberg. I primi prototipi sono pronti nell’estate del 2012 e testati duramente da Florian e Philip in viaggio verso il Mar Nero, tra Polonia, Moldavia, Ucraina, Georgia e Turchia. I nuovi telai, ancora senza nome, vengono battezzati durante il viaggio in una sera indimenticabile su una montagna della Georgia, dopo qualche sorso della famosa bibita grussiana. A sei anni di distanza, arrivare a Istanbul sulle loro biciclette è stato come tornare a casa. Mancavano solo delle borse a tenuta stagna. E’ da qui che prende parte al progetto Kristin, iniziando a sperimentare con Florian i materiali da viaggio, unendo l’anello mancante di good-solutions sul come trasportare l’attrezzatura nei lunghi tragitti in modo


sempre più efficiente e leggero. Con il background tecnico, la passione per la bicicletta e le competenze nella progettazione di borse, inizia da sola la produzione sulle sue macchine da cucire. La squadra è fatta ed ha inizio una vera e propria produzione di biciclette FERN su misura complete di tutte le soluzioni richieste con le componenti “tourpacking” by GRAMM. “Il nostro obiettivo è quello di dare ai viaggiatori una configurazione integrata e leggera, robusta e versatile. Tutto fatto a mano da noi. Kristin e Flo, per voi!” www.fern-fahrraeder.de www.gramm-tourpacking.com



01 - SMITH AXLE 02 - RAPHA CAP RIVALS 03 - GORE BIKE WEAR ELEMENT URBAN 04 - CICLI MOLINARI HELMET 05 - RAPHA MERINO RIVALS JERSEY 06 - ZEFAL DOOMAP 07 - CARRERA FOLDABLE HELMET 08 - GAERNE G.NEMY 09 - SURLY PORTEUR HOUSE 10 - KNOG THE-FACE 11 - GORE BIKE WEAR ELEMENT URBAN-GLOVES 12 - SMITH PIVLOCK OVERDRIVE

13 - ABUS FRAME BAG BASICO 14 - TOPEAK JOURNEY TRAILER 15 - ZEFAL Z-CONSOLE-LITE 16 - THULE-PACK’N-PEDAL-TOUR 17 - SURLY-BIG-DUMMY 18 - CAMELBACK CLASSIC 2L 19 - TOPEAK EXPLORER TUBULAR RACK 20 - FERN 21 - NORTHWAVE-FONDO-TOURING 22 - ORTLIEB TRAVEL SET 23 - SPECIALIZED AWOL ELITE

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TXT AND PICS: ALBERTO BONARDI



PATAGONIA 01 - BLACK HOLE 25L

Robusto zaino con la protezione a prova d’acqua e la solidità di lunga durata. L’apertura a secchiello sostituisce quella tradizionale a risvolto e dispone di un taschino portaoggetti con chiusura lampo a spirale. Presenta vari punti di aggancio con anelli di fettuccia; la tasca frontale è dotata di zip per gli oggetti da tenere a portata di mano. Con spallacci imbottiti per un maggiore comfort e inserto posteriore sagomato traspirante che offre una piacevole ventilazione. Realizzato in poliestere ripstop con trattamento DWR (idrorepellente a lunga durata). Tessuto approvato da bluesign.

THULE 02 - STIR HIKING PACK

Dotato di una comoda tasca elastica posizionata sugli spallacci per riporre il proprio cellulare o altri oggetti di piccole dimensioni. Provvista di un rivestimento impermeabile che copre i ¾ dello zaino per garantire sempre un facile accesso e proteggere, allo stesso tempo, l’attrezzatura e mantenerla sempre asciutta.

E9 03 - RIO

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T-shirt in cotone con particolare applicazione sul davanti. Pratica per l’arrampicata.

04 - BOOM

Canotta con stampa logo grande sul retro e stampa sul davanti. Pratica e comoda per l’arrampicata e la vita di tutti i giorni.

05 - MONTONE DUMP

Pantalone in tessuto leggero, confortevole e comodo per l’arrampicata indoor.

06 - RONDO SLIM

Pantalone in cotone elasticizzato con le sua particolare forma delle tasche.

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Si parte dalla base del muro alle 18. Con Claudio, Michela e Roberta, ci avventuriamo sulla White Crack di Colodri. La falesia multitiro è una panoramica su Arco, il suo castello, il Lago di Garda e tutta la Valle del Sarca. Una vista eccezionale. La voglia di fare una via lunga a fine giornata, durante questo periodo estivo, ci ha fatti incontrare. Al terzo tiro siamo ormai al buio, ma una guida del calibro di Claudio Migliorini fa in modo che diventi un’escursione senza pericolo. L’allegria ed il divertimento sono al centro della serata.

cettature: l’inverno, oltre ad insegnare sci di fondo, sale spesso in quota con gli sci d’alpinismo per godersi le discese in neve fresca. Due anni fa ha imparato a volare e con il suo parapendio; vola sui luoghi da lei conosciuti per poterli osservare da un’altra prospettiva. Roberta, un pò più asciutta di parole, da qualche anno non può star senza arrampicare. Claudio che è nato in un paesino della Pianura Padana, non ha avuto un’infanzia tra le montagne: ha iniziato già grande con brevi escursioni e con timide e sporadiche arrampicate, per arrivare oggi ad affrontare sfide di grande livello in tutte le discipline alpinistiche.

E’ uno spettacolo allenarsi su un tiro del genere, salire in compagnia ridendo e scherzando, godendo del fatto di avere dell’attrezzatura sicura, il capo protetto ed un abbigliamento adatto. Tutti accumunati dalla stessa passione, ci raccontiamo le nostre esperienze e di come abbiamo iniziato a frequentare la roccia. Michela, che insegnava tedesco e che oggi lavora al Collegio dei Maestri di Sci di Trento, è profondamente appassionata di montagna con tutte le sue sfac-

“Ancor prima di rendermene conto, l’andar per monti, è diventata per me quotidianità, giorno dopo giorno, emozione dopo emozione, probabilmente senza quasi sapere realmente dove volessi andare! Grazie a questa passione ho avuto la fortuna di scoprire tanti luoghi, di poter toccare con mano diverse culture, vivere e condividere diversi modi di pensare. Una fortuna unica. Poter ogni volta riempire le mie valige di tante e diverse esperienze le rende piacevolmente pesanti”.


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MAMMUT 01 - ZEPHIR

04 - WALL RIDER

02 - NEON GEAR

05 - EL CAP

Vanta la più recente tecnologia e un design evoluto, utilizza una combinazione di disegno spaccato della tessitura e tecnologia Mammut Frame (un processo di laminazione che applica rinforzi in TPU per il materiale della maglia al fine di aumentare la stabilità laterale della cintura). Questo consente la distribuzione uniforme della pressione attraverso la superficie di tutta la cintura e sospensione senza precedenti e comfort. Questo è ulteriormente migliorata dal taglio anatomico e traspirabilità estrema della cintura dell’anca.

La soluzione per ogni tipo di trasporto in qualsiasi condizione. Ha un sacco di built-in e una grande apertura nel retro per la movimentazione rapida e perfetta organizzazione di tutte le attrezzature necessarie. Indispensabile.

03 - LITHIUM ZIP

Uno zaino moderno, facile da usare con retro di full contact e con grandi caratteristiche. Suggestiva è la tasca frontale stretch componibile, dove si può facilmente riporre oggetti anche ingombranti come il casco. Perfetto per tutte le eascursioni.

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Il basso peso è ottenuto utilizzando un guscio EPP (polipropilene espanso) e un sistema di regolazione assolutamente minimalista. Oltre alle proprietà di ammortizzazione eccellente della plastica EPP, la calotta del casco è rinforzata con un robusto guscio in modo da garantire la massima sicurezza. La vestibilità e il sistema di regolazione regolabile autonomamente assicurano che il casco si calza perfettamente sulla testa. Ci sono anche due clip e una cinghia per fissare una lampada frontale per le escursioni notturne.

Il suo design elegante non lascia nessuna scusa per non averlo indossato quando si arrampica. Con la sua visiera e disegno stretto, crea un look completamente nuovo. Il casco ibrido è costituito da un robusto guscio esterno combinato con un nucleo 2K-EPS innovativo per garantire il massimo assorbimento e la massima sicurezza possibile. Molte aperture di ventilazione e la perfetta vestibilità lo rendono estremamente confortevole.


Esperienze Claudio ne ha fatte, salendo su oltre 500 vie, dal fondo valle all’alta quota, in estate ed in inverno, spaziando per l’intero arco alpino. Tra un racconto e l’altro, continuiamo a salire, ormai fa buio ed accendiamo le frontali. La macchina fotografica è bianca di magnesio; arrampico e scatto divertendomi. Tra un pò inizieremo a scendere in corda doppia. Il tempo passa velocemente, la brezza serale che sale dal Lago di Garda si ferma: è notte fonda. Arrivati a terra, riponiamo tutto negli zaini e camminiamo in silenzio per rientrare stanchi e soddisfatti. CLIMBERS PROFILE CLAUDIO MIGLIORINI Mi chiamo Claudio Migliorini, ho 35 anni e sono nato in un piccolo paesino nella provincia di Mantova. Lo so, già vi starete chiedendo: “e questo dalla pianura come ci è arrivato in montagna?”. È un pò quello che mi chiedono tutti! Sono Guida Alpina, un sogno nato e cresciuto pian piano dentro di me, un pò come la passione per la montagna. Ho iniziato con piccole e brevi escursioni, passando a qualche timida e sporadica arrampicata, per arrivare ad affrontare sfide di grande livello. Ora abito ad Arco, dove il lavoro da Guida Alpina si concilia bene con la passione per l’ arrampicata. Non appena posso fuggo a scalare in qualche angolo delle Dolomiti, o tra gli ampi spazi del Monte Bianco. MICHELA COZZINI Mi chiamo Michela, ho 30 anni e mi considero una sportiva poliedrica. Sono maestra di sci di fondo e d’inverno,

oltre allo sci nordico, mi piace fare sci alpinismo e a volte svagarmi con qualche discesa in snowboard. Lavoro al Collegio dei Maestri di Sci di Trento e nonostante il mio lavoro mi permetta di uscire dall’ufficio solo con il pensiero, cerco di sfruttare il tempo libero andando a correre. Il fine settimana lo dedico alle gite in montagna: a piedi, di corsa, con le corde o con il parapendio. Non mi interessano i gradi e le difficoltà, ma piuttosto sono sempre alla ricerca di quella sensazione di serenità che in montagna riesco a trovare. Vivo in Valle dei Laghi, una zona centrale del Trentino che mi permette di spostarmi facilmente tra le cime delle Dolomiti di Brenta, le pareti del Sarca, le piste delle Viote, le escursioni in Val di Fassa. Nel 2014 ho comprato il parapendio e ho imparato a volare: quando riesco parto con lo zaino in spalla, raggiungo un prato o una cima e cerco di decollare da lì. La sensazione che si prova a stare sospesi in alto è unica ed è incredibile come i posti che conosci a memoria cambino improvvisamente solo vedendoli da un’altra prospettiva. ROBERTA BUTTERIN Mi chiamo Roberta Butterini, ho 25 anni e abito a Condino, in Trentino. Le mie passioni sono sempre state la montagna e l’arrampicata, che ho iniziato a praticare solo dopo aver compiuto la maggiore età. Divertimento, concentrazione, libertà, paura, adrenalina sono elementi dei quali la mia mente e il mio corpo ne sono ormai dipendenti. Questo sport mi permette di conoscere luoghi e persone nuove. Lo pratico perché senza non saprei stare.


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SCARPA 01 - VAPOR

Efficace e precisa. Una scarpetta d’arrampicata progettata per chi cerca il massimo delle prestazioni, del comfort e della versatilità. Suola in Vibram per una presa eccellente.

02 - ORIGIN

Scarpetta versatile e confortevole per chi si approccia all’arrampicata. Adatta per arrampicare su pendenze variabili. Doppia chiusura Velcro regolabile.

03 - ZEN PRO

Sviluppata per essere utilizzata nell’approach tecnico, nelle vie ferrate e il trekking in ambiente alpino. Grazie alla suola Spyder II - con battistrada Vibram, climbing area nella parte posteriore e puntalino in gomma rinforzato - la precisione anche negli appigli più piccoli e la protezione sono assicurate in ogni situazione. Il sistema costruttivo Sock-Fit Dvl by Scarpa assicura la protezione di una scarpa da montagna applicato alla tomaia in pregiata pelle scamosciata water resistant 1,8 mm, mentre la fodera in 37.5 Cocona traspirante e di rapida asciugatura consente una veloce evaporazione del sudore mantenendo il piede sempre asciutto.

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04 - ATOM

Pensata per atleti con ottima biomeccanica di corsa nella postura e preferibilmente con peso inferiore ai 70 kg, questa scarpa risulta molto reattiva e può essere apprezzata anche da coloro che prediligono uno stile di corsa incentrato sull’avampiede. Grazie al mesh a cellula aperta Atom risulta traspirante e confortevole. Il tenser perimetrico contentivo permette al tallone di rimanere stabile e assicura al piede la massima precisione e sensibilità col terreno. Grazie alla suola Genesis by Vibram, con tecnologia Vibram Megagrip, per un grip eccellente su superfici asciutte e bagnate, la tenuta è assicurata su tutti i tipi di terreno.

05 - MOJITO

Nella versione classica è la prima calzatura lifestyle, è disponibile in ben quarantadue varianti colore, che abbinano alla tomaia in tinta unita, lacci e dettagli in bianco. Dotata di allacciatura fino in punta per una calzata personalizzata, la tomaia è in suede resistente all’acqua e la suola in gomma Vibram per un grip eccellente.


PIC: DARCY BACHA - HAINES ALASKA

Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, per affrontare solo i fatti essenziali della vita, e per vedere se non fossi capace di imparare quanto essa aveva da insegnarmi, e per non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto. Non volevo vivere quella che non era una vita, a meno che non fosse assolutamente necessario. Volevo vivere profondamente, e succhiare tutto il midollo di essa, vivere da gagliardo spartano, tanto da distruggere tutto ciò che non fosse vita, falciare ampio e raso terra e mettere poi la vita in un angolo, ridotta ai suoi termini più semplici […] Dobbiamo imparare a risvegliarci e a mantenerci desti, non con aiuti meccanici ma con una infinita speranza nell’alba, che non ci abbandona neppure nel sonno più profondo. Non conosco nulla di più incoraggiante dell’incontestabile capacità dell’uomo di elevare la sua vita con uno sforzo cosciente. È bello sapere dipingere un certo quadro, o scolpire una statua e così rendere belli alcuni oggetti; ma è molto più degno di gloria scolpire e dipingere l’atmosfera stessa e il mezzo con il quale guardiamo, cosa che possiamo fare moralmente. L’arte più degna è influire sulle qualità del giorno. Henry David Thoreau - Walden ovvero Vita nei boschi (1854)


www.mountain-equipment.co.uk


UNITI DALLA PASSIONE I classici non invecchiano mai, sono intramontabili. Mammut celebra una pietra miliare dell’alpinismo con le famose arrampicate su vie di più tiri, classici che gli scalatori sfidano da generazioni e il cui fascino è rimasto immutato. Segui da vicino i percorsi con gli atleti del Mammut Pro Team come ANNA STÖHR e MIRKO CABALLERO su www.mammut.ch ⁄ rockclimbing +++ www.socrep.it


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