FREEPRESS | 25.000 COPIES DISTRIBUTED IN 1100 SHOPS IN ITALY | BY ELIŠKA KUBÍKOVÁ
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SOLUTIONS ANY NEED any reason. IsPO: HALL B5POLARTEC.COM - stand 204 POLARTEC LA SCIENZA DEI TESSUTI – CALDO - ASCIUTTO - FRESCO - PROTETTIVO - TESSUTI TECNICI E SOLUZIONI INNOVATIVE PER OGNI NECESSITÀ E TUTTE LE SITUAZIONI
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©2017, Polartec, LLC. Polartec®, Polartec® Alpha®, Polartec® Neoshell®, Polartec® Delta™ and Polartec® Wind Pro® FR are registered trademarks of Polartec, LLC 2017
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EDITO B Y D AV I D E F I O R A S O
“Gli analfabeti del futuro non saranno quelli che non sanno leggere o scrivere, ma quelli che non sanno imparare, disimparare, e imparare di nuovo.” - Alvin Toffler Imparare a disimparare. Può sembrare una contraddizione, ma queste tre parole ci dicono una cosa importante: si può imparare qualcosa di nuovo disimparando quello che non è più utile, mettendolo in discussione. In un mondo dove tutto cambia a velocità supersonica, la sfida è restare sempre sul pezzo. Per farlo, bisogna riorganizzare il modo di avvicinarsi alla conoscenza, mettendo da parte il superfluo che può diventare un ostacolo. Nel corso della nostra vita abbiamo immagazzinato molte informazioni: opinioni, punti di vista, pregiudizi, metodi, esperienze buone e cattive. Ci portiamo sempre dietro questo bagaglio, che può diventare ingombrante e ostacolare la creatività. Zavorrati come sherpa che salgono il K2, rischiamo di guardare con occhi “vecchi” qualcosa di completamente nuovo. Si fatica ad ammetterlo, ma anche l’oggetto più prezioso nel tempo può diventare una cianfrusaglia che ti complica la vita.
Disimparare significa mettere da parte per fare spazio a qualcosa di più utile. Significa essere disponibili a dialogare con nuove conoscenze e farle proprie. Disimparare non significa dimenticare, niente nasce da zero. Si tratta di continuare ad aggiungere elementi nuovi, modificare quelli vecchi e stabilire nuove connessioni. Non puoi cancellare quello che hai già imparato o le esperienze che hai vissuto. Anzi, tutto questo bagaglio, soprattutto se è molto vario, rappresenta una risorsa importante per trovare soluzioni creative. Se abbandonassimo gli agi e le comodità della nostra esistenza, “disimparando” la religione del comfort per condividere tempi, spazi, logiche e meccanismi di relazione con chi ha un concetto diverso di sostentamento? Come vedremo la nostra vecchia vita al ritorno? E, soprattutto, la vorremmo ancora?
TESTED BY HEART. Il nostro DNA: Absolute Alpine. Il nostro laboratorio: le montagne. I nostri prodotti sono stati completamente collaudati nei dintorni delle tre vette Eiger, Mönch e Jungfrau. Il risultato: un acceleratore di battito con qualità svizzera. Effetti collaterali: l›aumento della produzione di endorfina e adrenalina. Ora tocca a te scoprire la nuova collezione Mammut! www.mammut.ch
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CONTENTS
EDITOR IN CHIEF
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Antonio Isaja, Enrico Santillo, Lisa Filippini,
EDITORIAL COORDINATOR
Simone Natale, Marco Contardi,
Davide Fioraso | davide@tabcommunication.com
Alessandro Belluscio, George Boutall
EDITORS
COMPANY EDITOR
Denis Piccolo | denis@tabcommunication.com
Tab Communication
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Via Paolo Bassi 29 Milano 20159
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al tribunale di Milano il 29/02/2016 al numero 73
PHOTO SENIOR Alberto Bonardi | contact@albertobonardi.com Matteo Pavana | matteo@tabcommunication.com Denis Piccolo | denis@tabcommunication.com PHOTOGRAPHERS & FILMERS
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La Sportiva Ambassador
LA SPORTIVA ® is a trademark of the shoe manufacturing company “La Sportiva S.p.A” located in Italy (TN) - Photos by Damiano Levati, Storyteller Lab
ANTON KRUPICKA
È una ricerca costante. Correre, scalare, attraversare: si tratta di esplorare ciò di cui siamo fatti. Ciò per cui siamo nati. Guardare avanti, sempre.
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THE DAILY PILL B Y D AV I D E F I O R A S O
SCOTT ITALIA AMPLIA I PROPRI CANALI DI COMUNICAZIONE SCOTT Italia mette la freccia e presenta il nuovo progetto SCOTT News. Internet oggi è parte integrante della vita delle persone. E’ il mezzo attraverso il quale i consumatori comunicano, si confrontano, cercano, acquistano ed esprimono loro stessi. E’ per questo motivo che il brand ha deciso di realizzare un nuovo canale di comunicazione che colga in pieno lo spirito di questo cambiamento. SCOTT News è il primo web TG dedicato ai fan: news, approfondimenti, eventi; sono questi gli argomenti che verranno presentati in video clip mensili dai responsabili di linea. SCOTT News sarà rapido e semplice, user-friendly e con un layout grafico in linea con i tempi. L’appuntamento è fissato per ogni 30 del mese su Facebook e Youtube.
UNA NUOVA BRAND IDENTITY PER BOA TECHNOLOGY Nel 2001 Gary Hammerslag ha sviluppato una grande idea per sostituire le allacciature tradizionali con un sistema affidabile e veloce. Oggi Boa è il massimo esperto in ottimizzazione e regolazione del fitting con oltre 83 milioni di chiusure in circolazione. In questa crescita Boa è entusiasta di condividere il nuovo logo e la nuova identità visiva che ha fatto il suo debutto in uno sito web orientato al consumatore. Il nuovo percorso intrapreso si concentra sull’educazione ai clienti finali, mostrando le diverse configurazioni dei brand partner, promuovendo caratteristiche e vantaggi, e fornendo una piattaforma dove comunicare innovazioni, novità aziendali ed eventi.
TOMTOM ADVENTURER VINCE IL PRESTIGIOSO IF DESIGN AWARD 2017 TomTom Sports ha ricevuto l’iF Design Award 2017 nella categoria “Prodotto”, sbaragliando la concorrenza composta da oltre 5.000 candidati provenienti da 59 paesi diversi. TomTom Adventurer è l’orologio GPS pensato per migliorare le prestazioni nelle attività outdoor. Grazie alla funzionalità “Esplorazione del percorso”, il monitoraggio dell’altitudine e una durata prolungata della batteria, con TomTom Adventurer i trail runner e gli escursionisti possono esplorare percorsi di montagna in totale sicurezza. TomTom Adventurer è inoltre dotato di activity tracker 24 ore su 24 (7 giorni su 7) tracciando le pulsazioni cardiache attraverso il cardiofrequenzimetro integrato.
RACE ACROSS AMERICA E SELLE ITALIA ANNUNCIANO LA PARTNERSHIP Il Banff Mountain Film Festival World Tour Italy, rassegna cinematografica che porta in Italia i migliori film del festival di Banff (Canada), giunge quest’anno alla sua 5ª edizione che prenderà il via il 13 febbraio 2017 da Torino. In Italia dal 2013, il festival riscuote un successo di pubblico sempre crescente tra gli appassionati di montagna e attività outdoor. Il tour italiano 2017 prevede un calendario di 28 serate in 26 città, tra cui spiccano Napoli, Pisa e Verona, che il festival toccherà per la prima volta. Ogni serata prevede la proiezione di una serie di emozionanti e coinvolgenti corto e medio metraggi, dove i grandi spazi selvaggi e la natura incontaminata fanno da sfondo alle imprese di atleti ed esploratori, alla ricerca di sempre nuovi modi di vivere l’avventura e di superare i propri limiti. Nella realizzazione dell’edizione 2017, Buff affiancherà gli sponsor Enervit, La Sportiva e Ferrino oltre ai partner tecnici Artech Digital Cinema e Vivaticket.
JO&JOE DEBUTTA CON LA PRIMA OPEN HOUSE DI HOSSEGOR JO&JOE, il nuovo brand di AccorHotels, debutta il 29 maggio. Per questa “Open House”, JO&JOE ha collaborato con Quiksilver e Roxy, marchi iconici di abbigliamento per gli sport da tavola. Obiettivo? Proporre al popolo dei millennials e a chi ama soggiornare in modo spontaneo e condiviso un’esperienza totalmente rivisitata e dirompente. Il grande edificio con un 1 ettaro di spazio verde a 400 metri dal mare interpreta alla perfezione il DNA rivoluzionario di JO&JOE: spazi aperti e comunicanti, arredamento flessibile e modulabile e un design pensato per favorire l’interazione tra gli ospiti. 145 posti letto a partire da 19 euro a notte e menù completo a 10 euro.
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AMER SPORTS ACQUISISCE ARMADA
PATAGONIA: NUOVI AGENTI DI DISTRIBUZIONE IN ITALIA
Amer Sports ha acquisito alcuni aspetti del brand americano Armada, tra cui il marchio, la proprietà intellettuale e i diritti di distribuzione. L’operazione si è conclusa ad una cifra di 4,1 milioni di dollari. I poli produttivi di Amer producevano difatti circa il 30% degli sci di Armada. Fondata da sciatori professionisti nel 2002 e con sede a Park City, Utah, Armada genera un fatturato annuo di circa 10 milioni di dollari. Il marchio sarà posto sotto la guida di uno dei suoi co-fondatori, Hans Smith, e sarà integrato di attrezzature per gli sport invernali con la consulenza di Michael Schineis. L’acquisizione accelererà la posizione di Amer negli Stati Uniti, dove il marchio Armada ha già una solida presenza.
Patagonia riorganizza la propria rete vendita sul territorio italiano; nuovi collaboratori si affiancheranno a quelli storici in occasione della campagna Spring 18. In territorio lombardo, l’agenzia W.S.E di Giulio Beggio subentrerà alla figura storica di Carlo Curtabbi. L’agenzia di distribuzione, dopo una collaborazione con VF/The North Face durata quasi 30 anni, si è dichiarata felice ed orgogliosa di intraprendere questa nuova avventura. In Emilia Romagna, Toscana, Marche e Umbria entrerà Giuseppe Mondini di AB Evolution, mentre la Finetto Rappresentanze conferma il proprio ruolo nel Triveneto. Nel Nord Ovest (Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria) l’incarico resterà nelle mani di Luca Gastaldi e Studio Trend. La zona di Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia e Sardegna sarà invece gestita da Niccolò Allegri mentre La Sport & Fashion di Salvatore Daniele si conferma per Basilicata, Calabria e Sicilia.
THE NORTH FACE: KATH SMITH NUOVA VICE PRESIDENT E GENERAL MANAGER EMEA The North Face ha nominato Kath Smith nuova vice presidente e general manager Emea. La Smith è entrata in carica a fine marzo guidando il team Emea dalla sede europea di Stabio, in Svizzera. Arrivata in The North Face a ottobre 2015 in qualità di Vice President Sales, ha contribuito in modo significativo alla forte crescita del marchio. Nel suo curriculum spiccano esperienze in grandi aziende come Mars, Diageo e il gruppo Adidas, realtà in cui ha ricoperto il ruolo di Managing Director (Adidas e Reebok). Nel corso del suo percorso professionale, Kath ha dato prova di grandi capacità di trasformazione del business volta a garantire crescita e sviluppo.
ECCO SHOES: VENDITE COSTANTI, CRESCITA OMNICHANNEL E NUOVO CEO Il 5% in più di scarpe vendute, il 10% in più delle vendite in negozio, un aumento del 46% nelle vendite online. Sono tutti indicatori che segnalano una crescita solida per il produttore di scarpe danese Ecco, in grado, ancora una volta, di mantenere le vendite totali a 1,2 miliardi di euro, alla pari con i risultati del 2015. I profitti in leggero declino sono anche il risultato delle attività di espansione con l’apertura di 100 nuovi negozi durante lo stesso periodo. Nel prossimo Consiglio di Amministrazione Steen Borgholm sostituirà Dieter Kasprzak nel ruolo di Ceo.
DON’T THINK ABOUT GORE-TEX PRODUCTS W.L. Gore & Associates ha presentato la nuova brand campaign con l’obiettivo principale di spingere il consumatore a seguire le proprie passioni, ogni giorno e con ogni condizione climatica. La campagna “Dont’ think about Gore-Tex products” è fondata sull’idea che l’affidabilità di un indumento è direttamente proporzionale al coinvolgimento con cui è possibile affrontare le attività outdoor preferite nonchè sul fatto che il marchio Gore-Tex possiede tutte le credenziali storiche che permettono ai clienti di affidarsi completamente ai prodotti dell’azienda. La nuova brand campaign è diffusa da Gore Fabrics attraverso piattaforme cartacee e digitali che includono brand storytelling ed editorials, consumer contests e attività di brand engagement, eventi e collaborazioni con professionisti e personaggi del mondo outdoor.
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BEST MADE B Y D AV I D E F I O R A S O
SCRUBBA PORTABLE CLOTHES WASHING SYSTEM La più piccola lavatrice al mondo pesa solo 140 grammi. Scrubba Wash Bag è una sacca in TPU ripiegabile ideale per i viaggi, il campeggio ed il backpacking. Esternamente si presenta come una classica dry-bag, mentre al suo interno nasconde centinaia di piccole sfere. Basta semplicemente riporre panni, acqua e sapone, sigillare la chiusura ermetica e iniziare a strofinare. A modern take on the old fashioned washboard. XT da qualsiasi punto della macchina.
COLUMBIA CANUK TITANIUM OUTDRY EXTREME Unisce la rinomata e premiata tecnologia Columbia OutDry Extreme, con membrana impermeabile e traspirante, alla tecnologia Omni-Heat Reflective, che sfrutta il concetto della termo-riflettività per mantenere leggerezza e protezione. Il modello Canuk è inoltre equipaggiato con la tecnologia Michelin Ice Control per un’avanzata trazione su terreni ghiacciati ed è disponibile in diverse varianti per uomo e donna.
RANGE ROVER CLASSIC REBORN
JUSTIN CASE KAYAK
Rétromobile, uno degli appuntamenti fondamentali nel calendario delle auto storiche, ha ospitato il debutto dell’ultimo lavoro nato nel reparto Land Rover, il Range Rover Classic del 1978 in carrozzeria tre porte. Interamente restaurato dalla casa madre, rientra nell’ambito del programma Reborn. La vettura è un esemplare in tinta Bahama Gold equipaggiato con il 3.5 V8 Rover di origine Buick con carburatori Zenith-Stromberg 175CD. Riportato alle specifiche di fabbrica con il solo impiego di parti originali.
Immaginate un kayak che si può portare sulle spalle, riporre in un armadietto e inserire comodamente nel bagagliaio della vostra auto! Justin Case Kayak rivoluziona il concetto di folding kayaks sostituendo le classiche parti rigide con un telaio tubolare in fibra di carbonio tenuto insieme da connettori stampati in 3D. Il tutto è avvolto da un tessuto in nylon ripstop in grado di supportare un carico di 140 kg. Ha un peso complessivo di 5,7 kg e si monta in meno di 10 minuti.
VAPUR – THE ANTI BOTTLE
FISHER + BAKER ANORAK
L’Anti-Bottle di Vapur è una borraccia flessibile e senza BPA che vuole rivoluzionare il modo di dissetarsi. Composta da tre livelli di plastica ultra resistente e durevole, è creata per stare in piedi quando è piena e per essere arrotolata, piegata e appiattita quando è vuota, rendendola facile da usare e da trasportare. Tutte le Anti-Bottle Vapur sono dotate di un moschettone che puoi agganciare alla cintura e sono congelabili per avere acqua fresca a lungo.
L’approccio di Fisher + Baker al menswear è davvero unico, capace di fondere design su misura con tessuti e specifiche tecniche necessarie ad affrontare le intemperie. Questo anorak originario delle popolazioni Inuit combina tessuti tecnici moderni: shell in cotone impermeabile Ventile e isolamento Polartec Power Wool che mantiene al caldo quando la temperatura scende. Cappuccio regolabile, polsini e vita con bottoni di bloccaggio. Per affrontare con fiducia qualsiasi giornata.
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Distribuito da: NOV.ITA srl www.nov-ita.com
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TOPO DESIGNS MOUNTAIN FLEECE Nessun guardaroba di montagna si può dire completo senza un classico come questo, l’accogliente pullover in pile di Topo Designs dallo stile retrò. Un must-have intramontabile per l’outdoorsmen di città. Tessuto Polartec, trim fit, tasca sul petto, polsini e patch rinforzati in nylon sui gomiti.
LUNAR LANTERN Dimenticate qualsiasi lampada alimentata da una batteria integrata da 9900mah agli ioni di litio, si adatta a diventare lanterna sospesa, lampada da appoggio, torcia portatile, luce di servizio notturna. E’ in grado di funzionare fino a 240 ore con una singola carica tramite la presa USB built-in. E dal momento che è impermeabile, non è necessario preoccuparsi di lasciarla fuori durante la notte.
ALIEN BUFFALO TENT 2 metri e 80 di altezza per 19 metri quadrati di superficie in grado di ospitare fino a 14 persone (o comodamente 4 materassini matrimoniali). La Alien Buffalo Tent è realizzata con materiali di ispirazione militare: tubolari in fibra di carbonio, copertura ignifuga e idrorepellente in nylon ripstop con cuciture nastrate, pavimento rivestito in poliestere Oxford 400D resistente all’abrasione. Si richiude nella sua sacca cilindrica da 46x140 cm dal peso complessivo di circa 22 kg.
DEUS EX MACHINA SHERPA SURFBOARD Dalla collaborazione tra il marchio australiano McTavish ed il surfer Harrison Roach, nasce il programma Sherpa di Deus Ex Machina. Partendo da un classico template di fine anni sessanta si è arrivati ad un design compatto e moderno che trasuda emozione. Sherpa è progettata come tavola da surf per gli tutti gli usi: è facile da controllare, genera velocità sul piatto ed è manovrabile sui tubi. Disponibile in cinque diverse lunghezze da 6’8” a 7’2”.
20 YEARS OF AN ICON
KILLER COLLAB B Y D AV I D E F I O R A S O
BREITLING X BENTLEY SUPERSPORTS B55
ASICS JYUNI CAPSULE COLLECTION
La bella avventura di Breitling for Bentley ha avuto inizio nel 2003 con la Continental GT, auto per la quale Breitling ha firmato l’orologio del cruscotto. Da quell’incontro è nata una ricca collezione di cronografi meccanici d’eccezione, come il Bentley Supersports B55 progettato in omaggio alla nuova Continental Supersports. Prodotto in 500 esemplari, il cronografo si distingue a prima vista per il suo look sportivo, la cassa di titanio robusta e leggera, il quadrante in fibra di carbonio e il movimento connesso.
Asics prende ispirazione dalla velocità e dall’identità in continua evoluzione della città di Tokyo, per creare una collezione di abbigliamento unica nel suo genere. Il design ethos di Asics e l’approccio della collezione risultano fortemente legati all’estetica tradizionale e minimalista e al concetto di semplicità. Prendendo spunto dal proprio heritage, la nuova collezione premium fonde funzionalità con uno stile tradizionalmente audace, pur restando focalizzati sul modo in cui le nuove generazioni affrontano la propria vita.
NEW BALANCE X J.CREW LITE PACKABLE JACKET
SUPREME X ARTEK FURNITURE COLLECTION
MONCLER X OFF WHITE BLACK SWAN COLLECTION
Per la sua prima collezione activewear J. Crew si affida ad una collaborazione di spessore. Tra gli oltre 50 articoli che sono stati presentati, questa giacca da uomo comodamente ripiegabile nella tasca sul petto. Il tessuto con tecnologia NB Dry anti-umidità ne fa un capo versatile perfetto per tutte le condizioni meteo. Il cappuccio si può riporre nel collo; il fondo leggermente lungo e il dettaglio asimmetrico riflettente che si attiva col calore danno a questo modello uno stile che potrai portare ovunque.
Non è la prima volta che il marchio newyorkese entra nel salotto di casa, ma questa collezione è probabilmente la più consistente che si sia mai vista. Artek, rinomata azienda finlandese fondata nel lontano 1935, è un nome familiare agli appassionati di design. Sia la panca che gli sgabelli impilabili sono realizzati in legno di betulla con una stampa a scacchiera bianca e nera sulla parte superiore. Non c’è una data di uscita confermata, ma si presume facciano parte della collezione PE 2017.
Virgil Abloh torna a far parlare di sé grazie alla collaborazione del suo marchio Off-White con Moncler. La capsule collection Black Swan, sotto etichetta Moncler-O, è composta da cinque pezzi declinati in altrettante tonalità: giacche a vento, felpe, maglioni, t-shirt, pantaloni e berretti in bianco, nero, blu, argento ed arancione con le caratteristiche strisce di Off-White. La nuova collezione, ispirata ai pescatori del Mare del Nord, fonde streetwear e alta moda creando proposte di stile al tempo stesso basic e cool.
KILLER COLLAB B Y D AV I D E F I O R A S O
RST X IWA 30L DRYBAG
HERSCHEL SUPPLY X INDEPENDENT TRUCK COMPANY
La collaborazione tra RST Events e IWA Brand, marchio italiano di The Paperplane Workshop, nasce dall’unione di intenti di ispirare una nuova generazione di esploratori. 100% PVC impermeabile termosaldato, tasca interna estraibile per laptop o vinili, maniglia esterna e loghi riflettenti. “Nella Iwa Bag abbiamo trovato il perfetto compagno di viaggio customizzandola con il nostro credo: Smile & Dance”.
Guidati da un comune impegno per le cose che durano, Herschel Supply e Independent Truck Company hanno creato una esclusiva con l’offerta di due packables leggeri e resistenti. Sia il Daypack che il Duffle si possono ripiegare nella tasca interna. Sono disponibili in versione Camo, Black o Navy marchiati con l’iconico logo del brand californiano di hardgoods che serve la comunità skateboard mondiale dal 1978.
SLAM JAM X ASICS GEL MAI
MC2 SAINT BARTH CON NATIONAL GEOGRAPHIC
REEBOK X GARBSTORE COMMUTER JACKET
Ops, lo hanno fatto di nuovo! Dopo la 6Thprill dello scorso anno, Asics e Slam Jam tornano con una nuova, futuristica, collaborazione. Ma questa volta hanno messo gli occhi su una silhouette non convenzionale, l’iconica Gel Mai nata alla fine degli anni ‘90. La rivisitazione di questa sneaker all’avanguardia è uscita in due diverse colorazioni (Nero/Blu e Verde/Viola) che ostentando le geometrie in rilievo.
In licenza con National Geographic, MC2 Saint Barth ha presentato il classico boxer in versione nature, con immagini tratte dal mondo vegetale e animale. La label - fondata nel 1994 da due giovani imprenditori milanesi - ha anche allargato la gamma prodotti con una borsa da donna in canvas e, più recentemente, con uno zaino maschile in canvas stone washed con interno foderato in tessuto impermeabile, dettagli in pelle e tasche esterne e interne.
Dalla capsule collection di Reebok e Garbstore, la Commuter Jacket è il primo capo di abbigliamento ad utilizzare la famosa tecnologia brevettata “Pump” presente a livello lombare e del collo. La giacca Commuter è completamente impermeabile grazie ad un tessuto a 3 strati e cuciture sigillate. E’ rifinita con diverse tasche frontali, cappuccio con frontino e inserti riflettenti 3M sul retro.
ECO SEVEN 7 NOTIZIE DAL MONDO GREEN B Y D AV I D E F I O R A S O
PASSI DOLOMITICI: IN VAL DI FASSA 10 GIORNI SENZA AUTO Novità in arrivo per la mobilità sui passi dolomitici. Si partirà innanzitutto dai cosiddetti «Green Days», una decina di giornate senza auto nei mesi di luglio e agosto. In contemporanea, verrà aumentata l’offerta di trasporto pubblico che attraversa la Val di Fassa e raggiunge i valichi, potenziando il servizio da Predazzo a Penia e attivando due nuove linee da Canazei verso il Passo Sella e il Passo Pordoi. È il primo risultato del «Tavolo interprovinciale per i passi dolomitici», di cui fanno parte le Province di Trento e Bolzano, i comuni di Canazei e Selva Val Gardena, i vertici di Apt Val di Fassa e delle associazioni turistiche Gardena e Alta Badia. A tutto ciò si aggiunge l’iniziativa «Fassa E-Motion», progetto valligiano di bike sharing.
IL VILLAGGIO SUGLI ALBERI TRA I MONTI PELATI In Piemonte il sogno della casa sull’albero è diventato realtà. Immerso tra i boschi dei Monti Pelati, un gruppo di persone ha creato il primo villaggio arboricolo d’Italia. Le case, realizzate con le più innovative tecniche di bioedilizia, sorgono su alberi di castagno ad un’altezza di 6-7 metri e si integrano perfettamente nella natura. Sono costruite utilizzando quanto più possibile materiali riciclati o provenienti dal bosco. Il progetto e la realizzazione delle prime case risale al 2002, ma il villaggio è in continua espansione. Gli abitanti sono manager, farmacisti, biologi, infermieri, orafi e ricercatori, che ogni giorno si spostano per andare nei rispettivi posti di lavoro e fare ritorno la sera nel loro piccolo mondo, dove il grande spirito di adattamento e il sacrificio viene ripagato con l’esperienza unica a strettissimo contatto con la natura.
AKU LA FILIERA DELLA PELLE È SEMPRE PIÙ RESPONSABILE La filiera della concia diventa protagonista di un modello di sviluppo innovativo e pionieristico, fondato non solo sulla consapevolezza dell’imprescindibilità di un approccio sostenibile ma soprattutto sull’importanza di estenderlo dalla singola azienda a un intero sistema. Quattro aziende del settore - Conceria Dani, Conceria Laba, il calzaturificio AKU e l’azienda di prodotti chimici Corichem - sono state le protagoniste del progetto di formazione finanziato dalla Regione Veneto giunto ora alla sua fase conclusiva. Per condividere queste conoscenze e buone pratiche di sviluppo, il Distretto della Pelle ha organizzato un ciclo di seminari in cui le aziende che hanno preso parte presenteranno la propria esperienza e i risultati raggiunti. Coadiuvate dagli esperti che le hanno affiancate, parleranno di bilancio di sostenibilità, dichiarazione ambientale di prodotto e del legame tra sostenibilità, strategia d’impresa e marketing.
PATAGONIA – INIZIATIVE SOCIO AMBIENTALI 2016 Per sfatare l’idea che affari e tutela del pianeta siano due cose diametralmente opposte, Patagonia utilizza l’intera azienda come strumento per l’attivismo ambientalista. Un recente esempio concreto è stato devolvere ad organizzazioni che si battono per la tutela dell’ambiente il 100% del ricavato delle vendite effettuate nel giorno del Black Friday. Ciò che è possibile realizzare grazie a questo genere di risorse è stato illustrato in un volume in cui sono evidenziate alcune tra le principali iniziative socio-ambientali sostenute da Patagonia: dall’impiego esclusivo di cotone organico al 100% all’iniziativa Worn Wear, dall’ampliamento della linea di prodotti con certificazione Fair Trade alla creazione di una rete di attivisti e di campagne mediante la piattaforma The New Localism.
ECO SEVEN 7 NOTIZIE DAL MONDO GREEN B Y D AV I D E F I O R A S O
LA GRANDE BARRIERA CORALLINA E’ STATA DICHIARATA MORTA
ADDIO CARBONE, LA DANIMARCA È SEMPRE PIÙ GREEN
La Grande Barriera Corallina australiana è praticamente morta. Nel 2016 la più larga struttura corallina esistente sulla Terra ha visto uno sbiancamento senza precedenti a causa di un temporaneo aumento della temperatura del mare fino a 4 gradi. Tradotto significa sbiancamento del 90% dei coralli e morte di più del 20%. E’ il risultato di uno studio pubblicato su “Nature” nei giorni scorsi, secondo il quale proteggere le barriere dalla pesca e migliorare la qualità dell’acqua non previene lo sbiancamento del corallo quando si verificano importanti aumenti di temperatura degli oceani. Pochi giorni fa è arrivato anche l’allarme lanciato da Greenpeace: l’aumento delle temperature la sta letteralmente “cuocendo viva”. Calore che uccide gli organismi viventi e le alghe all’interno del corallo. Le Nazioni Unite dovranno decidere entro luglio se classificarla “in pericolo”.
Dong Energy, colosso danese per la produzione di energia elettrica (il 50,1 delle azioni è dello Stato), ha deciso di bandire per sempre il carbone della sue centrali. Ci vorranno sei anni per la riconversione graduale degli impianti, che entro il 2023 saranno alimentati da biomasse. Un processo costante, perché Dong Energy dal 2006 a oggi ha già ridotto il consumo di carbone del 73 per cento. Dal 2002 Dong Energy utilizza per le sue centrali combustibile alternativo: pellet e trucioli di legno provenienti da selvicoltura sostenibile, rami e ramoscelli, segatura, paglia e residui della lavorazione dell’industria molitoria. Entro il 2050 la Danimarca punta a soddisfare il 100% del suo fabbisogno energetico con la lotta agli sprechi, le fonti rinnovabili e un sistema di reti elettriche basate su algoritmi, per modulare la produzione e far convergere l’elettricità dove c’è bisogno e quando c’è bisogno.
VOLKSWAGEN PRESENTA IL NUOVO BULLI. ELETTRICO E SELF DRIVING La strada verso il futuro del marchio Volkswagen è ormai tracciata. Al Salone di Detroit la Casa di Wolfsburg ha alzato il velo sulla ID Buzz, la seconda concept car scaturita dal progetto ID, un minivan a trazione 100% elettrica con una autonomia massima stimata in 600 chilometri. Lo stile è una reinterpretazione del leggendario Transporter T1 degli anni Cinquanta, meglio noto come “Bulli”. E così come il suo antenato, il Buzz del futuro offre ampio spazio per otto persone a bordo grazie al posizionamento della meccanica e al passo extra-lungo. I motori elettrici sono due, uno all’anteriore e uno al posteriore, così da avere una potenza totale di 374 CV scaricati a terra con quattro ruote motrici. Quando è il guidatore ad avere il controllo, può contare su un head-up display che proietta le informazioni sul parabrezza usando un sistema di realtà aumentata.
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Scarpone da trekking e backpacking derivato dalla famiglia Trango, ideale per percorsi su sentieri sterrati ed escursioni con zaino a pieno carico. Si differenzia grazie all’innovativa tomaia idrorepellente ed anti-abrasione con tecnologia Thermo Tech Application.
Scarponcino da trekking ed escursionismo veloce in membrana Gore-Tex Surround che racchiude il perfetto connubio tra innovazione e tradizione grazie all’utilizzo della pelle nubuck combinata agli innesti laterali super traspiranti a tecnologia Nano-Cells.
Calzatura da hiking di taglio basso con membrana Gore-Tex Surround concepita per l’escursionismo veloce con carichi leggeri su sentieri sterrati. Genesis appartiene alla linea mountain hiking La Sportiva, un concentrato di tecnologie e soluzioni per l’escursionismo leggero.
Primer GTX è la calzatura di taglio basso dedicata all’utilizzo mountain/fast biking. Adotta soluzioni che sono parte del DNA mountain La Sportiva combinandole a tecnologie ed accorgimenti di derivazione mountain running, approach e mountaineering.
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AKU CLIMATICA SUEDE GTX
Comodo ed estremamente versatile, per passeggiate di fondovalle o su sentieri facili di media montagna. La costruzione asimmetrica della suola, con l’esclusiva tecnologia Aku Elica, garantisce un’ottimale distribuzione del carico sulla superfice plantare .
Calzatura multifunzione per tempo libero attivo a contatto con la natura. La costruzione della tomaia senza soffietto, con l’impiego di materiale elastico per la linguetta e il collarino, assicura un alto livello di comfort nella calzata.
Tomaia in Cordura e pelle scamosciata idrorepellente, fodera in Gore-Tex impermeabile e traspirante. Intersuola in Eva mono densità. L’innovativo disegno del battistrada ad azione autopulente è concepito per dare un ottimo grip su qualsiasi tipo di terreno.
ASOLO FALCON GV
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Tomaia in Cordura e pelle scamosciata idrorepellente 1,8 mm. Fodera in Gore-Tex impermeabile e traspirante. Intersuola in Eva doppia densità.Suola “Redster” Asolo / Vibram Megagrip.
Tomaia in Cordura e pelle scamosciata idrorepellente, fodera in Gore-Tex impermeabile e traspirante. Intersuola in Eva mono densità. L’innovativo disegno del battistrada ad azione autopulente è concepito per dare un ottimo grip su qualsiasi tipo di terreno.
Tomaia in pelle scamosciata 1,8 mm idrorepellente + poliestere. Fodera in Gore-Tex, intersuola in Eva mono densità, suola Vibram Megagrip. Consigliata per light hiking, passeggiate su sentiero, camminate estive ed invernali.
COLUMBIA PEAKFREAK XCRSN II XCEL MID OUTDRY Uno straordinario supporto con ammortizzazione e trazione invidiabili. Tomaia in tessuto con sovralaminature sintetiche termosaldate; costruzione impermeabile traspirante OutDry con suola Omni-Grip a elevata aderenza.
TREKKING CHOICE BY DENIS PICCOLO
SALEWA MOUNTAIN TRAINER MID GTX
SALEWA MOUNTAIN TRAINER GTX
ZAMBERLAN 1996 VIOZ LUX GTX RR
ZAMBERLAN 320 NEW TRAIL LITE EVO GTX
Scarpone da trekking con protezione impermeabile e traspirante Gore-Tex e suola Vibram WTC. Dotato di intersuola ergonomica BLight e gambetto Flex Collar per fornire maggiore flessibilità e comfort in discesa.
Scarpa bassa da trekking con tomaia in pelle e fodera impermeabile e traspirante Gore-Tex. Grazie all’aderenza offerta dalla suola Vibram Alpine è indicata per affrontare sentieri rocciosi e vie ferrate.
Scarpone da backpacking realizzato con pellame toscano di alta qualità e con uno spessore tra i 2,6mm ed i 2,8mm. La tomaia in pelle pieno fiore ingrassato con trattamento Hydrobloc offre un ottimo controllo del microclima interno.
Scarpone versatile e flessibile per condizioni e terreni misti. Il design a la sua imbottitura assicurano ottimo comfort. Tomaia realizzata con un unico pezzo di pelle Nabuk bottalata e fodera Gore-Tex Extended Comfort.
TECNICA T-ROCK GTX
TECNICA ACONCAGUA II GTX
LOWA VANTAGE GTX MID
CRISPI CROSSOVER TREK GTX
Calzatura estremamente leggera e flessibile ma con un ottimo supporto caviglia e torsionale. Tomaia in pelle scamosciata e tessuto, fodera Gore-Tex Performance Comfort, suola Vibram XS Trek Compound. Vibram XS Trek Compound.
Maggiore flessibilità e leggerezza grazie alla nuova suola ed intersuola introdotta da questa stagione. Tomaia in pelle scamosciata e tessuto, fodera Gore-Tex Performance Comfort, suola Vibram XS Trek Compound.
La scelta ideale per escursioni impegnative oppure un trekking da rifugio a rifugio. La combinazione di materiali quale scamosciato e Cordura antiabrasione lo rendono ancora più leggero. Il sistema “FlexFit” accompagna la flessione della caviglia.
Tomaia in camoscio idrorepellente strutturata su un unico pezzo di pelle sagomato sul collo del piede per permettere una calzata facile. Fodera Gore-Tex Extended Comfort Footwear e soletta estraibile Air Mesh Evo. Suola Vibram con inserto ammortizzante.
GRISPORT SCAM V23
MEINDL PIEMONT GTX
MERREL MOAB FST MID GTX
ICEBUG GDTS3
La nuova linea Ranger nasce per offrire all’escursionista prodotti di alta qualità. Eccezionale dal punto di vista del confort e con contenuti tecnologici all’avanguardia. Garantisce performance elevate anche nei terreni più impegnativi. .
New entry della linea Comfort Fit - Wellness, caratterizzata dalla particolare forma brevettata che rende la camminata più comoda, offrendo maggior spazio per i polpastrelli e le dita dei piedi, a fronte di un appoggio stabile del tallone.
La calzata eccezionale delle Moab, rivisitata con un nuovo stile atletico e intersuola ancor più leggera per un comfort che dura tutto il giorno. Suola Vibram MegaGrip e membrana impermeabile Gore-Tex.
Soffice imbottitura sul collare e sulla linguetta, ha una forma del piede ergonomica che rende la camminata confortevole e precisa. Il Sistema Boa® aggiunge ulteriore comodità La suola RB9X fornisce una trazione eccellente anche su superfici bagnate e sconnesse.
TREKKING CHOICE BY DENIS PICCOLO
CAMELBAK FORGE DIVIDE 0.5L
BUFF PACK RUN CAP Cappello ultra-leggero, soli 30g, realizzato in Fastwick Extra Plus ad asciugatura rapida e alta traspirabilità. La piccola visiera è realizzata in poliuretano indeformabile. Assicura protezione solare UPF 50.
Borraccia termica in acciaio. E’ chiusa ermeticamente da un tappo a tenuta stagna con chiusura automatica che si può aprire a pressione, per abbeverarsi frequentemente con una sola mano. E’ proposta in 8 colorazioni nel formato 0.5 litri.
BUFF HIGHUV PROTECTION
MASTERS DOLOMITI ALU DOLOMITI GT CALU
Realizzato in Coolmax ExtremePerformance, è ideale per tutte le attività estive all’aria aperta. Assicura il 95% di protezione dai raggi solari e facilita la riduzione della temperatura corporea. Trattamento antibatterico e anti odore Polygiene.
Per l’escursionista esperto ed appassionato, bastoni dal grande potenziale. In tre sezioni (ø16-14-12mm). Anima d’allumio rivestita di fibra di carbonio (GT Calu), lega d’alluminio 7075 (Alu) entrambi montano manopola Palmo e con sistema di chiusura Clamper.
MAMMUT TBASE
HAGLOFS NEJD 55
OSPREY TALON
VAUDE ZERUM
THULE CAPSTONE
Lo zaino da trekking più attrezzato nel segmento Core, costruito per lunghi viaggi. Mantiene gli elementi essenziali sempre a portata di mano, grazie a scomparti e zip di accesso. Realizzato con il sistema di regolazione Instant +.
Zaino da montagna leggero, comodo ed eccezionalmente versatile. Dotato di schienale AirScape per un maggiore comfort ed areazione e del sistema Stow-on-the-Go™ per poter riporre i bastoncini da trekking in movimento.
Uno zaino da trekking di medio volume e dal peso ridotto (1180 g), realizzato in materiale ecologico: una soluzione sostenibile per l’uomo e la natura. Vaude propone lo Zerum nelle dimensioni di 38, 48+ e 58+ litri di volume.
Uno zaino ancora più comodo dotato di sistemi di regolazione ottimizzati. La tecnologia MicroAdjust permette agli escursionisti di personalizzare la vestibilità dello zaino senza toglierlo dalle spalle, regolando la lunghezza del tronco in movimento.
TREKKING CHOICE BY DENIS PICCOLO
SALEWA PUEZ SUPERSTRETCH HOODY
SALEWA PEDROC DELTA DRY
PATAGONIA NANO AIR LIGHT HYBRID VEST
LA SPORTIVA CHRONO SHIRT
Midlayer full-zip in tessuto Polarlite stretch a 4 vie. Pensato per offrire protezione durante le escursioni in montagna, ha un design che garantisce massima libertà di movimento anche se usato sotto un guscio protettivo.
Maglia è realizzata con il nuovo tessuto PolartecDelta, studiato per regolare la temperatura corporea e permettere il naturale raffreddamento della pelle. con la tecnologia Polygiene® si inibisce la crescita di microorganismi che causano i cattivi odori.
La parte frontale del gilet dona protezione e calore grazie all’imbottitura FullRange da 40 g/m², che resta calda anche se bagnata, racchiusa all’interno di una fodera tessuta ad armatura semplice e a una leggera ma resistente shell anti-pioggia in 100% nylon ripstop.
Stile e performance si incontrano nella camicetta Chrono Shirt dedicata ai fast hikers. Le linee asimmetriche frontali combinano funzionalità e design creando tasche molto versatili per il contenimento di piccoli oggetti..
SALEWA PUEZ 2/1 PANT
HAGLOFS RUGGED II MOUNTAIN
PATAGONIA STRIDER PRO -5
LA SPORTIVA TAKA
Il Puez 2/1 Pant è un versatile pantalone in softshell per l’escursionismo e il trekking, da trasformare in short in un attimo anche senza togliere gli scarponi. Il tessuto stretch a 2-vie trattato DWR (durable water repellent) garantisce eccellente libertà di movimento.
Pantalone ibrido, stretchy, estremamente resistente e senza fluorocarburi! Inserti rinforzati in tessuto a 4 vie con membrana impermeabile. 95% Poliammide 5% Elastane. Ideale per qualsiasi uscita di trekking, semplice o più impegnativa.
Tessuto operato di 100% poliestere ad ultra-rapida asciugatura, dotato di trattamento DWR, slip anti-odore incorporato. Inserti in rete offrono ottima traspirabilità nelle aree chiave, 5 tasche di facile accesso tengono al sicuro tutti i piccoli oggetti essenziali.
Pantalone bermuda da montagna perfetto per attività come hiking e trekking. Accessoriato con tasche porta oggetti ed inserti che aumentano la traspirazione in fase dinamica.
BY DENIS PICCOLO V I A S A N G I O VA N N I 2 P I A C E N Z A
CIAO VINCENZO. QUANDO E PERCHÉ L’IDEA DI APRIRE ? L’idea c’è sempre stata, fin da quando ero molto giovane. Il negozio ha preso forma centinaia di volte nella mia testa, mi piaceva l’idea del contatto con la gente e mi piacevano i tessuti: da piccolo passavo i pomeriggi nella tintoria dei miei nonni nel centro storico di Parma e mi affascinava vedere mio nonno cambiare colore alle cose. Crescendo ho preso una strada diversa ma il pensiero del negozio non l’ho mai abbandonato. Per anni mi sono sentito ripetere che aprire un’attività commerciale non era una buona idea, poi mi sono stancato e ho aperto: era il 25 settembre 2015, nel pieno della crisi. Alcuni mi danno del pazzo altri del temerario, io penso che realizzare un sogno sia come fare un figlio, se non ci metti un po’ di follia non lo fai mai. COME MAI HAI CHIAMATO IL NEGOZIO “OUTLANDERS” Dopo aver fatto il grafico pubblicitario per 15 anni la mia creatività ha avuto un black out e non riuscivo a far uscire il logo e il nome del negozio: quando una cosa tua è molto diverso, ci sei dentro al 100% ma nonostante questo non riesci a focalizzare alcune cose. Ho coinvolto Luca, amico ed ex collega, che nonostante un brief un po’ confuso è riuscito a tirar fuori nome e logo centrando in pieno l’obiettivo. QUALE SIGNIFICATO ATTRIBUISCI ALLA PAROLA OUTDOOR ? La parola outdoor ha un significato vasto ed ognuno la interpreta a modo proprio. Per me significa senza pareti, senza confini ma senza il bisogno di pensare esclusivamente a cose estreme: per
quanto mi riguarda outdoor è anche una semplice passeggiata con il cane. QUANTO È IMPORTANTE IL MARKETING ? L’immagine è molto importante, le persone devono essere invogliate ad entrare e io per primo devo aprire la porta ogni giorno con la sensazione di entrare in un bel posto. Ed è così, ogni giorno mi emoziono quando apro la porta. La struttura del negozio è nata dalla mente diabolica di un amico architetto specializzato nel lavorare il legno: una grotta che ricorda la montagna ma che al tempo stesso è accogliente e calda. I clienti restano a bocca aperta, esattamente come me dopo aver visto il progetto. L’odore del legno è persistente e insieme ad altri elementi come le casse e i chiodi che reggono le scarpe, rende l’ambiente rustico quanto basta per non sentirsi mai fuori posto. Ci sono negozi nei quali ci si sente a disagio, Outlanders è l’opposto. TI PIACE MOLTO MISCHIARE STILI ? Il mix outdoor e street è nato da me stesso: come dico sempre, ho voluto creare un negozio che rispecchiasse l’immagine del mio armadio di casa, solo più ordinato e più pieno. Mixare capi tecnici a capi urban è diventato ormai quasi una necessità: il guscio in Gore-Tex è perfetto per chi va al lavoro in bici ed è stato ridisegnato anche per chi al lavoro indossa giacca e cravatta. “ONE OF A KIND” One of a Kind significa unico nel suo genere ed è questo che è
Outlanders: non esiste un altro negozio dove trovare lo stesso mix di stili e dove si respira la stessa aria. One of a kind è quello che desidero anche per i miei clienti, che si distinguano dalla massa.
QUALI SONO I BRAND PRINCIPALI CHE PROPONETE ? I brand principali sono Haglofs, Peak Performance, Under Armour, Asics, Holy Freedom, Fjallraven, Brixton, Dickies e Poler Stuff.
SECONDO QUALE CRITERIO SCEGLI I BRAND ? IL PUBBLICO CHE AMA VIVERE ATTIVITÀ ALL’ARIA APERTA E NELLA NATURA SI STA RINGIOVANENDO O È SOLO UNA SENSAZIONE ?
Mi informo e leggo molto. Per conquistarmi, e dunque per entrare da Outlanders, un brand deve rispondere ad alcuni semplici requisiti: qualità, stile, trasparenza e affidabilità. Preferisco vendere un pezzo in meno di un marchio in cui credo e che mi stimola piuttosto che 10 pezzi di un capo che non mi appaga.
È vero, i giovani amano sempre di più la vita all’aria aperta. Non a caso sono ritornati molto i van tipo Wesfalia, per spostarsi liberamente.
C’È QUALCHE BRAND CHE CREDI SIA SOTTOVALUTATO ?
COSA CERCA MAGGIORMENTE LA VOSTRA CLIENTELA ?
Sicuramente Fjallraven, marchio svedese conosciuto molto all’estero ma ancora molto di nicchia qui in Italia. Il pezzo più conosciuto è lo zaino Kanken, un prodotto icona apprezzato sia dai giovanissimi che dagli adulti, ma l’azienda ha tantissimo altro che vale la pena scoprire. Inoltre, al momento, è uno dei brand più green in circolazione. Anche Poler Stuff è un brand interessante, forse più young, legato all’aspetto “romantico” del camping.
La clientela da noi cerca la competenza: si fidano perché sanno che non c’è improvvisazione. E poi il clima che si respira da Outlanders è unico: ci si siede sui gradini, spesso si beve una birra e si chiacchiera. Io voglio che le persone entrino volentieri e si sentano a casa… poi se comprano sono anche più contento, vero!
IL VOSTRO PUNTO DI FORZA ?
La moto. L’ho venduta 6 anni fa e non c’è stato giorno senza che ne sentissi la mancanza. Mi mancano l’aria sulla faccia e le manopole tra le mani. Il giorno in cui parcheggerò la mia moto davanti alla vetrina di Outlanders il mio sogno sarà completamente realizzato.
La nostra forza è l’unicità. Avremmo potuto mettere sugli scaffali marchi ultra noti e stravendere giocandocela sullo sconto, ma in una città piccola come Piacenza sarebbe stato un gioco al massacro. Abbiamo scelto la strada più in salita inserendo marchi anche sconosciuti e le soddisfazioni ci stanno ripagando della fatica.
IL TUO SOGNO NEL CASSETTO ?
MICHAEL PICCOLRUAZ ITW DENIS PICCOLO PICS THOMAS MONSORNO
MICHAEL PICCOLRUAZ NASCE A GARDENA NEL 1995, ED È LA FORZA TRAINANTE DELLA NAZIONALE ITALIANA BOULDER. NEL 2014, A SOLI 18 ANNI, È ENTRATO NELLA RISTRETTISSIMA CERCHIA DEGLI ATLETI IN GRADO DI SCALARE UN 9A VENEDO A CAPO DEL PROGETTO “HELMUTANT” NELLA DURA FALESIA GRANITICA DELLA SAUSTALL, VAL SENALES. CIAO MICHAEL. CHI SEI ? Mi chiamo Michael Piccolruaz, ho 21 anni e vivo un po’ in Val Gardena un po’ a Merano e un po’ ad Innsbruck. La Val Gardena è il posto dove sono cresciuto e dove mi sento veramente a casa. Merano è la città dove ho frequentato la scuola superiore e dove vive la mia ragazza Alexandra. Innsbruck invece è dove studio geologia, mi alleno e spendo gran parte del mio tempo. QUANDO È NATA LA TUA PASSIONE ? La mia passione per l’ arrampicata in generale è nata tanto tempo fa. Mio padre è guida alpina e ha iniziato a portarmi nelle montagne quando ancora non andavo a scuola. A 6 anni ho iniziato a scalare in palestra e ho fatto i miei primi “allenamenti”, praticando prevalentemente la disciplina Lead, l’unica prevista per le gare internazionali giovanili. Nel 2011 poi c’è stata la prima coppa europea di boulder giovanile, proprio a Merano, dove sono riuscito a piazzarmi secondo. E’ lì che ho capito quale sarebbe stata la mia strada. QUALI CONNESSIONI CI SONO TRA LE DUE DISCIPLINE ? Nella disciplina Lead si scala con una corda su delle vie che possono essere lunghe fino a17-18 metri. Nel Boulder si scala senza corda fino un altezza di 4-5 metri con dei materassi a protezione. L`unica vera connessione tra le due discipline è che si deve superare delle vie di arrampicata molto difficili.
ITW
UN “POSTO INDIMENTICABILE” DOVE HAI ARRAMPICATO. Il posto preferito dove ho scalato fino adesso è nel Colorado. Il Colorado è pieno di massi di roccia che aspettano di essere scalati e la natura dove si trovano questi sassi è fantastica. Se potessi partire adesso e scegliere dove andare, tornerei la. SE NOMINO LA PAROLA CLIMBING COSA TI PASSA PER LA TESTA ? Se nomini la parola Climbing non mi passa per la testa niente di speciale, semplicemente perché penso all’ arrampicata tutto il giorno. Se non studio o guardo un film penso sempre al prossimo allenamento o al prossimo trip o a una certa via o un certo boulder che sto provando da qualche parte. Tutta la mia vita gira intorno alla parola Climbing. TI ISPIRI A QUALCHE ATLETA IN PARTICOLARE ? Adesso non ho più un idolo in particolare come lo avevo da bambino ma ci sono certamente tanti arrampicatori che mi ispirano nel loro stile di arrampicata e nei loro successi. Adam Ondra, Daniel Woods, Tommy Caldwell, Tomoa Narasaki, Alex Honnold…sono tutti arrampicatori di stili diversi che mi ispirano in maniera diversa con quello che fanno. Ma non è che voglio diventare come loro, mi danno la motivazione per migliorare nel mio stile personale. I TUOI RISULTATI MIGLIORI ? I miglior risultati sono stati il 2° posto alla Coppa del Mondo di Boulder a Kazo (Giappone) nel 2016 e il 5° posto al campionato Europeo di Boulder ad Eindhoven (Paesi Bassi) nel 2013, dove ho vinto la Coppa Europa giovanile. Ho ottenuto un 6° posto alla Coppa del Mondo ad Innsbruck nel 2014 e un terzo posto al Master Internazionale di Sheffield (UK) quest’ anno. Sempre nel 2013 ho vinto il campionato italiano e la Coppa Italia. LE TUE PASSIONI OLTRE A QUESTE ? Non pratico molte altre attività oltre all’arrampicata visto che la maggior parte del tempo è occupata dagli allenamenti e dalle gare. Quando sono libero studio o mi trovo con gli amici per un gelato o un caffé. Ultimamente ho iniziato con lo slackline se il tempo è bello. RACCONTAMI UNA TUA GIORNATA TIPO. La mattina inizia con una buona colazione di prodotti biologici Alce Nero. Dopo colazione vado in palestra di arrampicata per un paio di ore di allenamento. Nel primo pomeriggio vado all’università o studio un po’ prima di tornare in palestra per il secondo allenamento. La sera mi rilasso. PROGETTI FUTURI ? Il progetto più grande per il futuro prossimo è un viaggio in Sudafrica a Luglio. Con tre amici sarò li per quattro settimane a scalare su alcuni dei massi più belli che offre il nostro pianeta. Il progetto più grande a lungo termine, in cui dovrò metterci tanto lavoro, è l’Olimpiade di Tokyo nel 2020, dove il nostro sport farà parte per la prima volta. Sarà molto difficile qualificarsi, ma penso che, lavorando bene, sia possibile.
COLUMBIA VERBIER COURMAYEUR TESTED TOUGH BY CARLO BONARDI
JACKET: POWDER KEG PANT: POWDER KED SHOES: CANUK TITANIUM OMNI-HEAT OUTDRY
Verbier e Courmayeur sono i luoghi scelti da Columbia per testare la collezione Titanium Fall 17: noi vi abbiamo preso parte. Con il Tested Tough di Columbia confermiamo che oggi un equipaggiamento adeguato rende possibile vivere l’outdoor con serenità. Così è stato in questo viaggio con Columbia: dalle vette di Verbier, meta dei più grandi sciatori di freeride e dove ogni anno si svolge la finale del Free-Ride-World-Tour, alla discesa nella Valle Blanche sul versante francese del Monte Bianco, ammirando le vette raggiunte dai più grandi scalatori e dove il mitico Walter Bonatti ha percorso vie ancora oggi possibili solo a pochi. Discese estreme con panorami entusiasmanti che in ogni condizione metereologica, anche difficile, sono piacevolmente affrontabili grazie ad un aggiornato-adeguato equipaggiamento. Durante le giornate a Verbier la pluri-campionessa del mondo di freeride Gèraldine Fasnacht, atleta Columbia, ci ha fatto da guida portandoci su vette e discese e ci ha illustrato, senza risparmio di divertimento, ogni angolo e dettaglio del percorso e della montagna che stavamo vivendo. Ci ha raccontato le sue avventure e illustrato il progetto che attuerà in questa Primavera intorno al Mondo, tra voli con la tuta alare e discese estreme in snowboard. Al suo seguito il compagno di viaggio e fotografo David Carlier. La sera ci siamo avventurati facendo hiking sulla neve, abbiamo cenato in un rifugio e ammirato Verbier dall’alto. Calzavamo lo scarpone Columbia Bugaboot con suola Michelin e tecnologia Ice Control: estrema l’aderenza su neve compressa e ghiaccio, ottima la stabilità e la flessibilità nel passo in salita con basse temperature. Cuciture termosaldate e tecnologia OmniHeat danno allo scarpone impearmeabilità, estrema leggerezza e grande traspirabilità lasciando i piedi asciutti. Durante queste
giornate a varie quote abbiamo affrontato, tra sole ed ombra, picchi notevoli di temperature: la traspirabilità dell’Omni-Tech impermeabile e il rivestimento riflettente Omni-Heat fanno in modo che l’asciutto e la temperatura corporea siano sempre ottimali: i risultati sono effettivamente incredibili anche con l’aggiunta delle confortevoli rifiniture. E’ chiaro e tangibile che la collezione Titanium è il risultato di una ricerca tecnologica dei materiali. Grazie anche ai feed-back del team atletico sciistico freeride americano e canadese, è stato possibile ai progettisti creare una collezione che fonde funzionalità e stile per migliorare le prestazioni atletiche. Da Verbier il nostro viaggio è proseguito per Courmayeur. Qui abbiamo risalito il Monte Bianco e ridisceso con gli sci dal versante francese. La mattina successiva abbiamo fatto trail running percorrendo un tratto della Ultra-Trail du MontBlanc, una delle prime corse al mondo di questo genere. Piedi asciutti e caldi, grip solido con la scarpa da trail running Columbia Montrail Colorado II Outdry Ex che, con la membrana esterna, dà contemporaneamente impermeabilità e traspirazione. Il confort è rafforzato dalla sua tomaia senza cuciture e dal collarino di schiuma. Una scarpa stabile, confortevole e reattiva come questa fa sì che un percorso fino ad oggi complesso, bagnato ed accidentato, si semplifichi. Il Centro Servizi di Courmayeur si è preso cura dell’intero gruppo di Columbia ed ha provveduto, con un programma molto gradevole, alle spedizioni sul Monte Bianco e dintorni. In tutto questo il progetto di Columbia è chiaro: rendere possibile a tutti l’outdoor, fino a ieri ostico e possibile solo ad alcuni; l’outdoor da cui tutti possiamo trarre ispirazione per capire e rispettare il sistema naturale che ci circonda e di cui facciamo parte.
TOPO DESING ITW B Y D E N I S P I C C O L O - J E D D R O S E C O -F O U N D E R T O P O
COME, QUANDO E DOVE NASCE TOPO DESIGNS ? Essendo cresciuto in Wyoming, mi è sempre piaciuto passare del tempo all’aria aperta e sono sempre stato interessato all’attrezzatura con cui poterlo fare. Una decina di anni fa, ho sentito l’esigenza di “qualcosa che fosse fatto come le cose con cui son cresciuto”: uno stile classico, funzionale, duraturo e con una connessione diretta al brand che sta dietro al prodotto. Così ho cominciato a pensare, disegnare, sviluppare e cucire zaini nella cantina di casa mia a Fort Collins, mentre Mark cercava dei contatti n Colorado; risorse e partner che sarebbero serviti a produrre i primi zaini. Fummo fortunati nel trovare piccole aziende locali disponibili a lavorare con noi per produrre i primi prodotti. COSA RAPPRESENTA TOPO DESIGNS ? Proviamo a fare dei prodotti semplici, classici, ispirati a chi siamo e a dove viviamo.
Produciamo cose che noi stessi vorremmo, così che sia di ispirazione per tutto quello che facciamo. Vogliamo prodotti che durino nel tempo e che possano essere usati in città così come in montagna. Niente è così frustrante come quando un prodotto si rompe e ti lascia per strada, specialmente in mezzo al nulla. Tutto ciò ci motiva a fare cose che durino. QUALI SONO I PRODOTTI DI CUI SIETE PIÙ ORGOGLIOSI E SODDISFATTI ? Ora come ora, se dovessi sceglierne uno, direi che sto usando la nuova versione del nostro Y-Pack e mi piace veramente tanto. Questo è proprio un modello che rappresenta anima e cuore di quello che abbiamo sempre fatto: è semplice, funzionale, con un design fantastico e senza tempo. FATE TANTISSIME COLLABORAZIONI ?
Non ci sembra di avere un nostro cliente standard; penso si tratti semplicemente di cercare qualcosa che possa funzionare in tanti aspetti della propria vita. Dato che l’assortimento di Topo Designs è così vasto di modelli e colori, abbiamo sempre qualcosa per tutti.
Quando pensiamo a delle collaborazioni non abbiamo nessuna strategia di base per quanto riguarda con chi vogliamo lavorare o perché. Ci piace collaborare con marchi che crediamo siano forti: sia per i loro prodotti che per le persone che ci sono dietro. La miglior cosa possibile è fare un set di prodotti che incapsulino entrambi i marchi e accrescano la storia reciproca con qualcosa di nuovo, ma parlando al tempo stesso a entrambi i loro clienti.
CHI È IL VOSTRO TARGET ?
ESISTE IL FANATISMO SPORTIVO NEL MONDO OUTDOOR ?
Io e Mark, così come il resto del team Topo Designs, siamo (e speriamo di esserlo per sempre) il nostro stesso target tipico.
Tutti i mercati ha un qualcosa di fanatico, che può veramente essere figo. Penso che quello che ha funzionato alla perfezione
CHI COMPRA TOPO DESIGNS ?
per noi di Topo Designs è l’approcciarsi all’outdoor come un luogo molto accessibile da parte di tutti. Se sei un fanatico, bene, se sei solamente qualcuno a cui piace stare nella natura, ottimo. Entrambi gli approcci sono parte della stessa cosa e dove ti vuoi piazzare è solo una tua scelta. Noi non vogliamo che le persone si sentano come se debbano essere degli atleti estremi per uscire e godersi la vita all’aria aperta. COSA SIGNIFICA LA PAROLA “OUTDOOR” ? Outdoor significa stare fuori, che tu stia arrampicando in montagna o passeggiando con il cane giù per un sentiero. Uscire e fare qualsiasi cosa che ti piace fare, ecco cos’è per noi l’outdoor. QUANTO I GIOVANI DI OGGI SI APPROCCIANO ALLA NATURA E ALLE ATTIVITÀ OUTDOOR RISPETTO AL PASSATO ? La cosa bella nell’interesse verso le attività outdoor è stato il recente cambiamento nell’approccio della gente. Sono tutti meno preoccupati di venire marchiati come “gente da outdoor”. Così, al posto di dire “oh, sono uno skier, un climber o un pescatore”, la gente semplicemente scia, arrampica, pesca e fa tutto quello che deve fare nella vita normale in maniera spontanea e integrata. QUANT’È IMPORTANTE IL CONTATTO CON LA NATURA PER VOI ? La natura è una grossa parte di chi siamo come brand ma la parola in sé assume un significato diverso per ognuno di noi. Proviamo a presentare prodotti che possono essere incorporati in qualsiasi ambiente, in modo che non distolgano dall’esperienza ma si
integrino al 100% in qualsiasi cosa. Vogliamo spingere la gente a sporcarsi le mani, dallo zappare in giardino fino all’arrampicarsi in montagna. DA DOVE VI ISPIRATE ? Ispirazione creativa e colore arrivano dall’essere un osservatore. I migliori designer e le persone dei migliori brand in circolazione stanno sempre attente a quello che c’è intorno a loro. Dal camminare tra gli scaffali di un supermercato al sedersi sulla sponda di un fiume. Praticamente ogni spazio e ogni luogo possono ispirare con delle situazioni e dei colori, basta solo stare attenti. CI PIACE TANTISSIMO LO ZAINO KLETTERSACK ! Volevamo progettare e produrre qualcosa che potesse servire in qualsiasi situazione e avesse uno stile classico, da andarci sia in ufficio che nei boschi, non sentendosi mai fuori luogo. PROGETTI FUTURI E COLLABORAZIONI ? Stiamo progettando collaborazioni con alcuni vecchi amici e altri di nuovi. Dai progetti più classici come Woolrich a nuove collaborazioni con Opinel.
ARON LAZZARO
LIFE IS LIKE A MOUNTAIN PATH
B Y D AV I D E F I O R A S O
IL JOHN MUIR TRAIL (JMT) NON HA BISOGNO DI PRESENTAZIONI. E’ UNO DEI PERCORSI DI LUNGA DISTANZA PIÙ FAMOSI AL MONDO; SI ESTENDE NELLA CATENA MONTUOSA DELLA SIERRA NEVADA ATTRAVERSANDO LA YOSEMITE VALLEY, KINGS CANYON E IL SEQUOIA NATIONAL PARKS. DA HAPPY ISLES ALLA CIMA DEL MOUNT WHITNEY SVILUPPA UFFICIALMENTE 338 KM ED UN DISLIVELLO COMPLESSIVO DI CIRCA 14.000 M. PER GRAN PARTE DELLA SUA LUNGHEZZA PERCORRE I BACKCOUNTRY E LE AREE SELVAGGE DELLE HIGH SIERRA CALIFORNIANE IN UN PAESAGGIO ALPINO DI ALTA MONTAGNA. LO SCORSO OTTOBRE ARON LAZZARO È PARTITO PER UNA DELLE AVVENTURE PIÙ IMPORTANTI DELLA SUA VITA, COME PRIMO ITALIANO A TENTARE L’ATTRAVERSATA IN SOLITARIA ED AUTOSUFFICIENZA, NEL PERIODO AUTUNNALE, DI UNA DELLE REGIONI PIÙ SELVAGGE E REMOTE D’AMERICA. SE SI CREDE IN UN SOGNO LO SI PUÒ RAGGIUNGERE, NON IMPORTA QUANDO, MA COME. ALLA SCOPERTA DEL JOHN MUIR TRAIL: INSEGUENDO UN SOGNO Se pensate che certe cose siano difficili da realizzare o persino impossibili, allora questa esperienza potrebbe darvi degli spunti interessanti, forse incoraggiarvi. Ho imparato che non dobbiamo lasciare nulla di intentato e che i limiti stanno solo nella nostra mente. Mai avrei pensato di fare un viaggio in solitaria, dall’altra parte del mondo, immerso in una natura potente e sconosciuta, senza aver mai preso un aereo per volare così lontano, verso un’incognita su tutto. Sono assolutamente convinto che bisogna saper ascoltare il nostro corpo e la nostra mente; ci mandano segnali precisi e sta a noi interpretarli in maniera corretta. All’inizio della scorsa estate mi sono ritrovato a dover fare i conti con uno stato d’animo irrequieto; mi mancava qualcosa, avevo necessità di spaziare oltre le mie amate montagne, non solo con l’immaginazione. Dovevo ampliare le mie conoscenze, i miei confini e sopratutto mettermi alla prova. La scintilla che ha innescato tutto è stato il documentario Valley Uprising sull’epopea dello Yosemite. Racconti, storie e aneddoti di quei posti leggendari mi hanno convinto a comprare un biglietto aereo. “L’obiettivo che avevo maturato era quello di esplorare la Sierra Nevada attraverso il famoso John Muir Trail.” WELCOME TO CALIFORNIA Lascio alle spalle l’aeroporto internazionale di San Francisco, per scoprire una città a dir poco spettacolare; ero senza parole, spaesato, non potevo crederci. Abituato da sempre alla tranquillità delle mie vallate, mi trovavo in uno scenario che avevo visto solo sui libri, sulle riviste o in tv. Mi ripetevo spesso “Aron adesso sei dall’altra parte del mondo” e sorridevo perché era quello che volevo. Sorridevo continuamente, passo dopo passo, senza paura. Ho trascorso le prime due notti in uno dei tanti ostelli, orientandomi su come raggiungere Yosemite. Non avevo programmato nulla, di proposito, avevo solo voglia di vivere il momento fino in fondo. Grazie al potere dei social, alla stazione di Madera mi aspettava un nuovo amico italo-americano, Nilo, originario delle Dolomiti, con il suo inarrestabile fuoristrada d’epoca. Dopo due ore di guida ero immerso in una natura a me sconosciuta,
senza sapere come mi avrebbe accolto. Ottenuto il permesso di permanenza dai rangers mi sono attrezzato per affrontare la prima notte sotto la parete nord del celeberrimo Half Dome. Un solo pensiero aveva iniziato a girare ridondante nella mia mente: la presenza dell’orso. Non sapevo come avrei gestito le emozioni in un incontro ravvicinato con questa meravigliosa creatura, nonostante fosse già successo sulle montagne di casa durante uno dei tanti allenamenti. Ma qui era diverso, in questi posti l’uomo è ospite, con tutta la sua reale fragilità. “Faccio una passeggiata notturna per avere un primo approccio con questo nuovo mondo. Ho la necessità di aprire un dialogo intimo con questa natura che mi sta ospitando. La serata è tersa e decisamente affollata per i miei gusti. Ma lentamente arriva la quiete e scopro di non essere solo nemmeno scrutando il cielo stellato: decine di scalatori con le loro torce frontali sono appesi sulle pareti verticali di granito. Continuo a passeggiare nel silenzio di questa atmosfera magica sfruttando al massimo i sensi per cercare rumori in mezzo al bosco. Non avverto nulla, tranne il mio cuore che batte forte.” LA GRANDE CAMMINATA Sveglia all’alba, decisamente fredda, mi preparo velocemente e con lo zaino carico di viveri inizio il mio lungo cammino. Un grosso cartello riassume in miglia le distanze delle varie destinazioni, senza particolari sconti: per il JMT sono ben 211, circa 340 km. Poco importa se aveva nevicato prima del mio arrivo, ero fiducioso e volevo provarci. Macino chilometri su chilometri felicissimo. La giornata è stupenda, i miei occhi assorbono come se non ci fosse un domani, totalmente devoto e immerso nella contemplazione della natura. Durante una meritata pausa al Little Yosemite Camp decido di riempire le bottiglie d’acqua e riprendo immediatamente il cammino con destinazione Tuoloumne Meadow. Passo dopo passo, senza rendermene conto, sono già a 3000 metri di altezza: molta vegetazione e, ahimè, anche molta neve caduta pochi giorni prima. Sprofondavo ad ogni passo e faticavo a trovare la traccia senza l’ausilio del GPS. Arrivato a Cathedral Pass con il tramonto avevo percorso in un solo giorno quasi 40 km con 2500 metri di dislivello positivo, in ritardo secondo la tabella di marcia. “Pianto la tenda per la notte e in religioso silenzio ascolto quello che la natura mi sta regalando; sono nel cuore selvaggio del Parco di Yosemite, mi sento osservato, lo percepisco, ma non ho paura. Sono molto stanco, non sto dormendo bene; apro gli occhi bruscamente a causa di fortissimi latrati, davvero penetranti. Un branco di coyote sta girando intorno alla mia tenda, mi si è gelato il sangue, ho gli occhi sbarrati, paralizzati, il cuore a mille e l’unica cosa che ho fatto istintivamente è quella di aprire il coltello a serramanico e tenerlo vicino a me; forse stupidamente, ma mi ha dato conforto.” Il giorno seguente muovo spedito verso il Lyell Canyon, sotto un sole meraviglioso, ma con non poca difficoltà in mezzo alla neve. Procedo troppo lentamente secondo i miei piani e arrivato al Donohue Pass, morsicando un panino senza troppa fame, prendo una decisione sofferta: a queste condizioni devo rinunciare al JMT, sarebbe
impossibile completarlo in una settimana. Una buona mezz’ora di tentennamenti e il sogno svanisce. Arrivato a quel punto, non potevo tornare indietro e tantomeno perdermi d’animo. Studio sulla cartina un sentiero che dal Waugh Lake porta verso il Gem Pass, sotto montagne di 4000 m. Mi piaceva l’idea, era una valida alternativa, potevo salire lassù. Le prime luci del giorno mi regalano una grande emozione: durante la notte un orso aveva seguito le mie tracce, ma non mi ero accorto di nulla. Il sole arriva puntuale accompagnato da un buon tè caldo. Incredibile come la nostra mente sfoderi a sorpresa capacità di adattamento e come il corpo reagisca a determinati stimoli; ero sorpreso, non mi conoscevo ancora. Salgo con facilità alcuni pendii seguendo linee intuitive, tra la neve, arrivando in poco tempo sulla cima del Mount Wood: 3853 metri e un panorama indescrivibile, tra la catena dei Minarets e l’enorme lago salato di Mono Lake. Lassù mi sembrava di volare, la natura mi aveva prima messo alla prova, poi accolto a braccia aperte. L’ho ringraziata con lacrime di gioia. L’obiettivo di fare il JMT in una settimana non era realizzabile a causa della neve che rallentava il passo. Le scorte calcolate per 7/8 giorni sicuramente non sarebbero bastate e non volevo fare stupidaggini; avevo tentato la sorte, ma era la natura a dettare le regole, come sempre. Felice comunque per la meravigliosa ascesa e il regalo che avevo ricevuto, sono tornato alla tenda per trascorrere l’ultima notte tra i monti Minarets. “La mattina seguente ripercorro senza esitazioni il tracciato di andata fino a Little Yosemite Camp, il mio campo base per poter esplorare, nei giorni successivi, tutte le cime della zona. Salgo in velocità l’Half Dome, il Clouds Rest, il Fletcher Peak, il North Dome e il Sentinel Dome. Concretizzo in questo modo una settimana strepitosa.” Senza fretta, rientro nell’affollata valle, dopo oltre una settimana di emozioni e sudore. Sotto una bella doccia, decido che è tempo di incontrare il JMT più a sud, attraverso il Sequoia National Park. IL SEQUOIA NATIONAL PARK Uscito dalla valle di Yosemite, con un comodo servizio bus raggiungo nuovamente la famiglia di Nilo a Coursegold. Noleggio un auto presso la cittadina di Oackurst e guido qualche ora verso sud, entrando a Grant Grove per visitare le sequoie giganti e la pianta più grande del mondo: il Generale Sherman. Comprendi che la natura è capace di tutto e la realtà a volte supera la fantasia. Camminare con il naso all’insù ai piedi di una pianta larga come un condominio e alta quasi 90 metri, ti fa pensare a quanto siamo spesso arroganti e irrispettosi nei confronti del nostro prezioso habitat. Non si smette mai di sognare ad occhi aperti in questi posti, è impossibile non farlo; a conferma di questo, poche ore dopo scopro un comodo punto panoramico chiamato Mono Rock. In compagnia di alcuni fotografi ed un ragazzo austriaco di nome Harald aspettiamo un tramonto che si rivelerà infuocato, sublime, dando spazio a tutte le emozioni possibili immaginabili. ALTA PEAK E PEAR LAKE Si avvicina la notte e dopo una piacevole e conviviale cena improvvisata con i miei nuovi amici, scelgo
scrupolosamente un posto dove parcheggiare l’auto e decido di soffermarmi a Wolvertone; questa volta niente tenda, ma un comodo bagagliaio. All’alba mi aspetta un facile ma lungo trekking sull’ Alta Peak, una montagna particolare per forma e colori, alta circa 3400 m. Durante la salita, un’aquila plana maestosa sopra di me, mi controlla, vede che sono felice. In cima troverò una piuma, forse la sua, che ora conservo come portafortuna. Sono fermamente convinto che, lungo il percorso della nostra vita, ci sono segnali ben precisi a cui dobbiamo fare caso. Questi, ci guideranno verso la strada migliore. Ero attrezzato, preparato e deciso a continuare per una lunga cresta, evidente e meravigliosamente panoramica. Nessun sentiero, nessuna traccia, completamente fuori dall’ordinario. Avevo trovato la mia dimensione e non desideravo altro. Ho realizzato un’esplorazione sulle Tablelands dopo il suggestivo Moose Lake; in fondo, alla mia destra, verso est, mi aspettava il Mount Withney. Per due giorni mi sono gustato intensamente una sensazione di solitudine inusuale, il silenzio era pressoché totale. Verso il rientro, sdraiato sulle rive del Pear Lake, fissavo il cielo ipnotizzato e giocavo con la mia mente. Ero quasi capace di sentire con l’immaginazione lo scorrere dell’aria tra le ali di quell’aquila che mi seguiva, un piacevole smarrimento e abbandono dei sensi, il tempo non esisteva più. Mi aspettava un lungo cammino di rientro, decine e decine di chilometri prima di arrivare a Wolvertone dov’era parcheggiata la mia auto, pronta per essere guidata fino a Lone Pine, base di appoggio per la salita sulla montagna più alta della California, la mia ultima meta. IL MONTE WITHNEY Il JMT comprende, per i più allenati, la cima più alta della California, i 4421 m del Mount Withney. Arrivato nel piccolo villaggio di Lone Pine, mi oriento senza fatica recandomi presso il visitor center, dove recupero il permesso dai rangers. Grazie alle loro informazioni, scopro di avere un solo giorno utile a causa delle condizioni meteo. Stava arrivando un’ imminente perturbazione, caratterizzata da forti venti e possibili burrasche. Normalmente, a causa delle distanze da percorrere e della quota, sono necessari due giorni, bivaccando in una delle tappe intermedie. Non avendo molta scelta, nonostante le perplessità dei rangers, decido di salire direttamente la cima. Trovo posto al Lone Pine Campground collocato a quasi duemila metri di altezza, incastonato tra le desertiche e suggestive Alabama Hills, famose per i molti film che hanno fatto la storia del cinema. Dormo la mia ennesima notte in auto, ma prima di chiudere gli occhi, avvolto dal mio caldo saccoapelo, abbasso il finestrino e mi soffermo ad ammirare le miriadi di stelle, meravigliosamente uniche. All’alba mi preparo pigramente; il sole sorge in fretta e scalda tutto ciò che incontra, anche il mio entusiasmo. Bevuto l’ultimo sorso di té caldo, mi avvio fino al Withney Portal Campground. Stringo i lacci, metto lo zaino in spalla e in pochi minuti parto. Salgo per un sentiero evidentissimo,
molto bello, ma decisamente lungo. Infiniti zig zag prima di arrivare alla base della grande parete granitica del Mount Withney; ero completamente distratto dalla grandiosità del posto in cui mi trovavo. Escursionisti avevano dormito in tenda, come buona norma, a metà percorso, a circa 3500 metri, ma non li invidiavo, almeno per il freddo. Avevo riposato bene e nonostante la neve e la quota, sono arrivato in vetta in nemmeno quattro ore e mezza. Sapevo che dovevo farlo velocemente, e così è stato. “29 ottobre 2016. Dalla vetta si spazia ovunque, il panorama è impressionante, in particolare verso la Death Valley. Tra le fortissime folate di vento gelido ed un sole accecante, a fatica faccio qualche foto e saluto i due alpinisti saliti prima di me. Siamo ubriachi per la quota e con i volti congelati, ma riusciamo a comunicarci qualche frase di gioia.” Il brutto tempo in lontananza stava arrivando, ma ormai ero tranquillo, dovevo solo scendere e stavo realizzando con incontenibile entusiasmo che avevo concluso la mia prima grande avventura in solitaria tra i Parchi e le montagne della California, lontano da casa, in totale autonomia. L’obiettivo era l’intero JMT, non è stato così, ma bisogna saper accogliere anche questo tipo di sconfitte personali; sono indubbiamente preziose esperienze che ti cambiano la vita, in meglio. Spesso ci sottovalutiamo, vivendo ingabbiati nella routine, credendo che sia impossibile voltare pagina. Ci vuole un pizzico di coraggio e magari scopriamo doti nascoste che mai avremmo immaginato di avere, perché tutti possiamo, tutti dobbiamo, essere protagonisti attivi della nostra preziosa vita, senza rimpianti senza lasciare dubbi su qualcosa di intentato. La mia vuole essere solo una testimonianza, fortunatamente e per mia scelta, vissuta per la maggior parte del tempo tra le mie amate montagne. Doverosi ringraziamenti alle ditte che mi hanno fornito i materiali tecnici per affrontare al meglio questa mia avventura: Camp Cassin e La Sportiva.
THE NORTH FACE SLIDING FIRE SAM SMOOTHY INTERVIEW
B Y D AV I D E F I O R A S O
SAM SMOOTHY, VICTOR DE LE RUE E XAVIER DE LE RUE, FREERIDER DEL TEAM THE NORTH FACE, HANNO SPINTO GLI SPORT SULLA NEVE AD UN NUOVO LIVELLO. NEL CORSO DELLA LORO SPEDIZIONE NEL PACIFICO MERIDIONALE, SI SONO MESSI ALLA PROVA NELLA DISCESA DEL MONTE YASUR, UN VULCANO ANCORA ATTIVO NELL’ARCIPELAGO DI VANUATU. I MEMBRI DEL TRIO, LA CUI AVVENTURA È RACCONTATA NEL FILM SLIDING FIRE, HANNO DOVUTO FARSI STRADA LUNGO LA FACCIATA DEL VULCANO, AFFRONTANDO NUMEROSI RISCHI ED EVITANDO DI ESSERE INGHIOTTITI DA TEMPESTE DI CENERE.
COME NASCE L’IDEA DI QUESTO VIAGGIO ? Eravamo a casa di Xavier De Le Rue a Capbreton per parlare di un surf trip estivo in qualche paradiso tropicale. Xavier mi aveva messo al lavoro per tinteggiare casa sua, ed avevo un sacco di tempo per pensare. Ad innescare il tutto è stato il filmato di questo ragazzo neozelandese che sciava sulla cenere. Come me, anche Xavier vive per viaggiare ed esplorare posti nuovi, per trovare nuove prospettive sul nostro sport; quando ne abbiamo parlato, tutto questo ha acquisito un senso ed è nata l’idea di un viaggio unico, apparentemente sciocco, un sogno impossibile. Abbiamo studiato un piano e siamo riusciti a convincere The North Face a renderlo realtà. Ancora oggi non ci posso credere. COM’E’ STATO IL VIAGGIO FINO ALL’ISOLA ? Dalla Nuova Zelanda non c’erano molti voli disponibili e trasportare il materiale fino a Tanna Island si è rivelata un’operazione piuttosto difficile e costosa. Ma dal finestrino di quel piccolo Cessna, quando ho visto comparire l’isola di punto in bianco, ho saputo che avevamo fatto centro. La logistica ha rappresentato un enorme lavoro di squadra. Xavier e Beanie (De Le Rue) hanno organizzato un sacco di cose e fatto arrivare moltissima attrezzatura. Will e
Jase di CoLab Creative hanno speso tonnellate di tempo cercando di capire come effettuare le riprese, tra permessi e cose del genere. Victor De Le Rue doveva semplicemente raggiungerci dalla Scozia, ma il suo viaggio si è trasformato in un enorme missione e ci ha tolto dai guai recuperando l’attrezzatura di Xavier persa dalla compagnia aerea. Io ero già li con una settimana di anticipo per cercare la giusta location, organizzare l’alloggio e risolvere altri problemi che avrebbero potuto compromettere il viaggio. QUALI SONO STATE LE PRIME IMPRESSIONI DEL VULCANO ? L’isola di Tanna è incredibile, così selvaggia e bella; ero rapito in una sorta di atmosfera da Lost World, La vegetazione è così lussureggiante, ma intorno al vulcano tutto il verde è smorzato da un sottile strato di cenere. Mi sono ritrovato davanti questo enorme cumulo nero che spargeva nel cielo nuvole di cenere e roccia. Era abbastanza intimidatorio e mi sono reso conto allora che non sarebbe stato così facile come pensavo! COME TI SEI SENTITO ALLA PRIMA DISCESA ? Nel mio primo giro ero abbastanza nervoso, il che era abbastanza divertente. C’era questo vento ululante che rendeva
la salita davvero faticosa. Ero agitato per i frammenti di roccia incandescente che cadevano e che avrebbero davvero incasinato la mia giornata se qualcosa fosse andato storto! Era un posto così primordiale, su cui stare solo ai bordi del cratere, guardando in basso, per poi agganciare gli sci e partire. COME CI SI SENTE A SCENDERE GIÙ DA UN VULCANO ? Per me è stato così surreale, come se non dovessi fare ciò che in effetti stavo facendo. Era la tipica situazione in cui ti senti davvero un pesce fuor d’acqua. Gli sci non rispondono allo stesso modo lungo tutto il percorso e ti trovi costantemente in tensione nel tentativo di governarli al meglio. Poi va considerato l’aspetto mentale: sentire il vulcano che prende vita proprio mentre sei vicino alla cima, sentire il terreno che trema mentre guardi la tempesta di cenere e rocce che comincia a cadere frustata dal vento, cercando di captare eventuali rocce che potrebbero colpirti. E’ stato tutto abbastanza biblico in un certo senso. COM’E’ IL CONFRONTO CON LA NEVE ? Purtroppo non è affatto bello come la neve, quindi non funziona come soluzione al cambiamento climatico. Tutto è più lento,
bisogna fare attenzione alle lamine e occorre schivare le rocce. Per rallentare bisogna creare un enorme attrito sulle basi dello sci. Tenere tutto sotto controllo è stato molto duro per le gambe, già a metà le mie cosce urlavano di smettere. COSA HAI INDOSSATO PER SCENDERE ? Ho provato ad imitare Hunter S. Thompson in quella scena di “Paura e Delirio a Las Vegas” dove cercava di coprirsi da un enorme tempesta di sabbia. Oltre al Buff mimetico sul visto ho utilizzato un combinato occhiali e casco Giro, una camicia con stampa hawaiana ed i miei fidati pantaloni Free Thinker di The North Face. Ho scelto un paio di sci Volkl One, pensando che il rocker mi avrebbe aiutato a scivolare meglio sulle ceneri. I miei risultati....inconcludenti. CHE DANNI HA RIPORTATO IL VOSTRO EQUIPAGGIAMENTO ? E’ stata dura per tutto! I miei sci erano completamente rovinati, polverizzati sino al nucleo. Nella maschera la visuale era ormai compromessa, totalmente esfoliata dalla cenere portata dal vento. I droni ne sono usciti abbastanza malconci dal tentativo di volare attraverso le nuvole di cenere. Ma il danno peggiore lo hanno subito le telecamere. Le lenti si sono graffiate, tutte le ghiere di messa a fuoco potevano a malapena ruotare, sono state messe a dura prova dalla sabbia e dalla cenere e hanno dovuto essere pulite accuratamente dai residui. HAI INCONTRATO PERSONE INTERESSANTI NELL’ISOLA ? Abbiamo incontrato una vera leggenda laggiù. Si chiamava Fred e stava costruendo un campeggio nella giungla, su questa collina che domina la pianura vulcanica. Gli avevo chiesto di fornirci assistenza e inizialmente sembrava un po’ nervoso, ma se l’è cavata egregiamente! Ci ha aiutato in tutto ciò di cui avevamo bisogno. Lui era molto cordiale e siamo stati davvero entusiasti di averlo incontrarlo. Stava lavorando davvero sodo per rendere il campo di Yassur Roaring un bel luogo in cui tutti potessero godere al massimo della visita. Avevamo programmato di stare lì un paio di notti, ma abbiamo trascorso la maggior parte del nostro viaggio insieme. Aveva con sé tutta la famiglia, e sua madre ci ha preparato del cibo sorprendente fresco! Suo figlio Frankie ci ha girato intorno tutto il tempo, arrivando a metà del vulcano a piedi nudi! Quando lo abbiamo lasciato piangeva ed ero davvero triste nell’abbandonarlo. Vorrei tornare a Tanna Island solo per stare ancora con Fred e la sua famiglia. Guardando il vulcano gettare lava rossa ogni notte dal piccolo rifugio che Fred aveva costruito era una cosa eccezionale, nel senso originario del termine. QUALCHE ANEDDOTO DIVERTENTE DEL VIAGGIO ? La mia storia preferita riguarda i giorni trascorsi da solo su una spiaggia di proprietà di “Chief Jack”. Un giorno è venuto a chiedermi se avevo fatto colazione, ma ero a corto di rifornimenti. E’ salito su questo albero sopra la mia tenda e ha gettato giù un po’ di avocado, mi ha mostrato come romperle con il machete e mangiare la noce all’interno. Infine, ha preso un’attrezzatura da immersione fatta in casa, una fiocina d’acciaio affilato ed è andato a nuotare per alcune ore, tornando con un polpo che si contorceva. Ha tagliato un tronco di bambù e infilato il polpo da un’estremità. Io nel frattempo avevo acceso il fuoco e abbiamo gettato il bambù sui carboni. Jack ha scavato tre grandi patate dolci e raccolto una noce di cocco da li vicino. Ho scoperto che stavo praticamente vivendo nel suo giardino. Sono arrivati alcuni dei suoi più cari amici, che mi hanno regalato delle sigarette avvolte intorno alla foglia di tabacco. Non riuscivo a capire molto del loro inglese ma ci siamo seduti, abbiamo banchettato ed è stato uno dei migliori pasti della mia vita. Ero seduto lì con questi ragazzi esilaranti, raccontando storie che non potevano capire, e ridendo di questi locali che senza successo cercavano di caricare un grande maiale su una piccola imbarcazione. Si sono bloccati sulla barriera corallina scatenando l’inferno. Il miglior pasto di sempre.
AKU FACTORY
INSIDE FACTORY ITW & PICS DENIS PICCOLO I N T E R V I E W E D V I T T O R I O F O R AT O
DOVE INIZIA LA STORIA DI AKU ? E’ la tipica storia di un’impresa familiare del nord est nata nei primi anni ’70 su iniziativa di un artigiano locale, Galliano Bordin, per la produzione di calzature da sci nordico. A partire dai primi anni ’80 l’azienda cambia tipologia di prodotto e inizia la specializzazione nel trekking con il marchio Aku. I PRIMI MODELLI, LE PRIME SODDISFAZIONI E LE PRIME DELUSIONI. Dopo l’esperienza iniziale nel settore delle calzature per il fondo nascono i primi modelli per ’escursionismo leggero che si presentano da subito con una forte carica innovativa. Il primo vero successo dell’azienda è infatti una calzatura tutt’ora presente in collezione dopo oltre 30, che per prima sperimenta l’utilizzo della membrana Gore Tex essendo prodotta utilizzando una combinazione di tessuto e pellame. Il modello Slope Gtx, questo il nome del prodotto icona del nuovo brand Aku, presenta caratteristiche di leggerezza e comfort mai provati fino a quel momento e si impone dunque, a partire dalla metà degli anni ’80, all’attenzione dei negozianti e degli amanti della montagna più attenti all’innovazione e alla qualità, come modello di assoluto riferimento. AKU REALIZZA PRODOTTI DEDICATI AL MONDO DI CHI VIVE, LAVORA E AMA LA MONTAGNA. CHE ORDINE DI IMPORTANZA HANNO QUESTE TRE COSE NEL VOSTRO MODO DI REALIZZARE CALZATURE ? La vita, il lavoro e il rapporto consapevole con l’ambiente in generale, non solo la montagna, sono i capisaldi dell’ispirazione da cui nascono i prodotti Aku. Non esiste un ordine d’importanza fra questi elementi, sono l’espressione di un unico impegno che si lega indissolubilmente con la passione per la tradizione manifatturiera di chi ha fondato ed ancora oggi governa l’azienda. ETICA E SOSTENIBILITA’. DOVE E COME SIETE IMPEGNATI ? L’impegno responsabile di Aku si estrinseca tanto sul piano del prodotto, con un’intensa attività di ricerca verso nuove formule di progettazione, sviluppo e organizzazione del ciclo produttivo secondo logiche che favoriscano la sicurezza, il contenimento dell’impatto ambientale e il benessere del lavoratore, quanto sul piano sociale, esprimendo uno speciale attivismo verso iniziative dirette alla salvaguardia e valorizzazione di un rapporto consapevole fra individuo e natura. Un particolare fronte di impegno è oggi rappresentato dal tema della trasparenza sull’origine del prodotto e di tutte le sue componenti. E’ prevista infatti per il prossimo mese di giugno, in occasione della fiera
Outdoor di Friedrichshafen, l’ufficiale pubblicazione del rapporto di impatto ambientale (EPD) di Bellamont Plus, uno dei modelli più evoluti sul piano della ricerca per la sostenibilità. Un’iniziativa che apre la strada alla definizione di una vera e propria mappatura sull’origine delle componenti di ogni calzatura in collezione, con l’obiettivo di garantire quindi la massima trasparenza e informazione per il consumatore finale. DA NATURAE A CAMMINA CON I GUFI. DA OLTRE LE VETTE AL BIVACCO FANTON. COLLABORATE ATTIVAMENTE IN DIVERSE ATTIVITA’, SPECIE A LIVELLO LOCALE. L’attivismo a livello locale è un istinto che parte dal DNA dell’azienda, ancora oggi intimamente radicata nella propria comunità di origine, benché proiettata da tempo sul mercato internazionale. Il forte legame con le proprie origini e quindi con i temi e le iniziative espressione della cultura locale è quindi un tratto essenziale dell’identità di Aku ed un inequivocabile connotato della propria autenticità. QUANTE PERSONE LAVORANO IN AKU ? Attualmente Aku occupa circa 300 addetti nei due stabilimenti di Montebelluna, in Italia, e Cluj Napoca, in Romania, all’interno dei quali è concentrata oggi il 100% della produzione dei modelli in collezione. QUALI LINEE PRODUCETE IN ROMANIA E QUALI IN ITALIA ? In Italia la produzione è specializzata nei modelli da alpinismo, backpacking e caccia, con una componente non trascurabile di modelli da escursionismo leggero realizzati con la tecnica dell’iniezione. In Romania vengono invece realizzati la maggior parte dei modelli da trekking, escursionismo e tutta la linea casual che prende il nome di Mountain Inspired. BELLAMONT, FEDA E BADIA. PROPRIO QUESTO SEGMENTO VI STA DANDO IMPORTANTI SODDISFAZIONI. La linea Mountain Inspired è in questo momento la nostra chiave di successo, ma con una tendenza a sviluppare un interesse sempre crescente anche su altri mercati, primo fra tutti la Cina. Ciò è dovuto alla combinazione di design e qualità manifatturiera che, nel caso dei modelli della speciale famiglia di prodotti denominati Plus, si unisce al particolare impegno verso la riduzione dell’impatto ambientale, la tracciabilità e l’utilizzo pressoché esclusivo di fornitori locali, secondo una logica di filiera corta che rappresenta uno degli obiettivi strategici dell’azienda sul piano produttivo.
CHE NUMERI RACCONTA LA PRODUZIONE ? Produciamo oltre 300.000 calzature all’anno, nelle due linee di produzione del montato e dell’iniettato. DALL’ ASIA AL NORD AMERICA. DISTRIBUZIONE ? Oggi distribuiamo i propri prodotti in oltre 30 mercati fra Europa, Asia e Nord America. Il mercato di riferimento in termini assoluti rimane l’Italia, seguita a ruota dalla Germania, che sta segnando negli ultimi anni i maggiori tassi di crescita. In questi due mercati, oltre al Belgio, l’azienda opera in forma diretta per mezzo di propri agenti plurimandatari. In tutti gli altri mercati la presenza del marchio è garantita da distributori particolarmente attivi come nel caso della Polonia in Europa e del Giappone, in Asia, che si attestano oggi come i mercati più importanti dopo appunto Italia e Germania. A PROPOSITO. CI HA INCURIOSITO IL REPORT SU ISPO 2017. Sicuramente il nuovo modello Climatica Gtx ha raccolto un notevole interesse da parte del pubblico internazionale presente ad Ispo, che ha dimostrato di apprezzare in modo particolare il design davvero unico di questa nuova proposta disegnata per un utilizzo ibrido e multi stagionale, grazie alle eccellenti performance in termini di impermeabilità e traspirazione offerte dalla tecnologia Gore Tex Surround. COLLABORATE CON I MIGLIORI PRODUTTORI COME GORETEX, VIBRAM, MICHELIN ECC.ECC. COME INTERAGITE CON LORO ? Gore Tex e Vibram sono due partners storici, capaci di aggregare valore alla progettazione e alla produzione di ogni calzatura con il nostro marchio. Con Vibram, in particolare, la partnership da sempre si sviluppa partendo dalla progettazione, portando alla realizzazione di suole esclusive frutto del nostro desing e della esperienza produttiva Vibram. A questa partnership da poco si è aggiunta la collaborazione con Michelin, che rappresenta oggi un nuovo fronte di sviluppo e arricchimento qualitativo per il nostro marchio. Con Michelin è stata sviluppata una suola esclusiva che deriva dai pneumatici per mountain bike e che Aku ha declinato con successo su tre famiglie di prodotti tecnici, tutti dedicati all’ escursionismo leggero. DA QUESTA ESTATE VEDREMO LA NUOVA SUOLA MICHELIN PULSAR SU DIVERSI MODELLI DELLA LINEA MULTITERRAIN. Sono tre famiglie di prodotti made in Italy – La Val, Montera e Pulsar - tutte dedicate all’escursionismo leggero, che confermano la specializzazione di AKu in questo ambito di attività. Con
l’importante novità di una suola specificamente sviluppata per noi in collaborazione con Michelin, partendo dall’esperienza maturata nei pneumatici fuoristrada per la mountain bike. Michelin è un marchio storico con una straordinaria esperienza nelle mescole per pneumatici che ha deciso di entrare nel mercato dell’outdoor selezionando i migliori partner del settore calzaturiero adottando scelte di carattere produttivo particolarmente interessanti per un brand come Aku, visto che la suola Pulsar viene prodotta in Italia. L’ESCLUSIVA TECNOLOGIA AKU ELICA. DI COSA SI TRATTA ? La capacità di garantire il massimo comfort e la naturalezza nella calzata, è da sempre uno dei principali valori riconosciuti dei nostri prodotti. Ciò si deve in gran parte al fatto che la forma sulla quale Aku costruisce le proprie calzature è da sempre disegnata e realizzata riproducendo fedelmente la naturale anatomia del piede, tanto nella parte superiore che nella pianta. Questo sistema, che tecnicamente prende il nome di Elica (definizione biomeccanica del movimento di appoggio e spinta del piede durante la camminata), fino a ieri limitato alla costruzione di tomaia e sottopiede, è da oggi applicato anche alla costruzione dell’intero blocco suola, generando un sistema integrato composto da forma - sottopiede di montaggio - intersuola e battistrada che ricalca la forma anatomica della pianta del piede e asseconda la normale inclinazione di tallone e avampiede riducendo impatto e sforzo durante la camminata. PER GLI AMANTI DELLA MONTAGNA PIÙ ESTREMA, QUAL’E’ IL VOSTRO MODELLO PIU’ TECNICO ED EVOLUTO ? Si chiama Serai Gtx ed è una calzatura moderna, studiata per l’alta montagna e per l’arrampicata su ghiaccio. Si caratterizza per un ottimo bilanciamento fra comfort di calzata e precisione tecnica, oltre che per un’eccezionale leggerezza dovuta all’utilizzo di materiali moderni come il tessuto Kevlar di parte della tomaia e il bordone protettivo in Liba Smart.
WRAPPED IN THE WOODS T E X T FA B R I Z I O B E R T O N E
PICS DENIS PICCOLO
E‘ domenica mattina. Oggi io e quattro amici, Ale Giangi Alex e Matte, abbiamo in programma una camminata in montagna, un trekking leggero, niente di impegnativo, giusto quattro passi per respirare un pò d’aria buona e mettere alla prova del materiale. Il tempo non sembra promettere bene, le montagne sono coperte e a ben guardare c‘è anche un pò di tormenta sulle cime. Carichiamo gli scatoloni sul Defender e partiamo. Si è alzato il vento e in un attimo le nuvole spariscono lasciando spazio al sole. Raggiunta Paesana (CN) imbocchiamo la strada in direzione di Pian Mune, e poi su, fino alla piccola frazione di Pratoguglielmo.
Il sentiero che abbiamo intenzione di imboccare parte proprio da qua. Scegliamo l’abbigliamento e le scarpe da indossare, mettendo a punto ognuno il proprio outfit. Iniziamo a camminare preceduti da ‘’Honey’’, il cane di Ale, una bellissima cucciola di Chow Chow e ci immergiamo in un fitto e bellissimo bosco; castagni che poi lasciano spazio a larici e abeti man mano che si sale. I colori del bosco in questa stagione hanno abbandonato il bianco della neve e stanno prendendo le tonalità accese del verde. Il sentiero che abbiamo preso ci porterà al Rifugio Bertorello, in borgata Droe, 1375 m di altitudine. La nostra “guida” Honey continua a farci da avanscoperta e, in tutta calma, tra una chiaccherata e l’altra,
TREKKER: ALEXANDRO BORDINO SHOES: LA SPORTIVA GENESIS GTX JACKET: LA SPORTIVA HAIL JKT PANT: LA SPORTIVA CLIPPER PANT BACKPACK: LA SPORTIVA MNT HIKING POLER: LA SPORTIVA NEPAL LITE TREK
TREKKER: FABRIZIO BERTONE ( PAG SUCCESSIVE ) SHOES: AKU CLIMATICA HYBRID VEST: PATAGONIA NANO AIR LIGHT SHORTS: PATAGONIA STRIDER PRO -5” BACKPACK: PATAGONIA LIGHTWEIGHT BLACK HOLE 26L POLER: MASTERS DOLOMITI GT CALU SOCKS: GM
continuiamo il cammino concedendoci qualche deviazione fuori traccia per mettere alla prova le nostre calzature. La luce del sole che filtra tra gli alberi ci regala qualche scorcio veramente caratteristico e ci prestiamo a qualche scatto fotografico. Ai lati del sentiero diverse meire abbandonate incuriosiscono la nostra cagnolina, che non perde occassione per dedicarsi all‘esplorazione. Dopo un’ora raggiungiamo il Bertorello, una costruzione tipicamente alpina incastonata in una piccola radura tra gli alberi; regala un panorama veramente bello, che spazia dalla pianura al colle di Gilba. Ci accoglie Franca, che gestisce il rifugio, e ci rifocilliamo con una bella fetta di torta al cioccolato. Dopo alcuni bicchierini di liquore decidiamo di ripartire e nonostante l‘ora avanzata proseguiamo imboccando il sentiero che porta al colle. Le tonalità della luce sono cambiate e il sole basso ci regala variazioni cromatiche che meritano alcuni secondi di contemplazione. Attraversiamo diversi ruscelli mettendo alla prova l‘impermeabilità delle nostre scarpe. Giunti in cima, al tramonto, ringraziamo i gusci antivento: una leggera brezza che si è alzata ha fatto scendere notevolmente la temperatura. Qualche scatto fotografico e anche Honey sembra voler farci capire che è ora di rientrare.
TREKKER: GIANLUCA COSTA SHOES: ASOLO FALCON GV JACKET: SALEWA PUEZ LIGHTSHELL JACKET SHORTS: SALEWA FANES DRY SHORTS BACKPACK: SANDQVIST POLER: MASTERS DOLOMITI ALU CANTEEN: CAMELBACK SOCKS: GM
TREKKER: MATTEO LINGUA SHOES: MAMMUT CHUCK LOW JACKET: MAMMUT KENTO HS HOODED PANT: MAMMUT RUNBOLD BACKPACK: MAMMUT LITHIUM ZIP 24L POLER : MASTERS SHERPA CALU
Raggiungiamo il parcheggio al buio e ci sentiamo soddisfatti e rallegrati da questa bella camminata. I materiali testati hanno funzionato al meglio e si sono rivelati fantastici. Carichiamo tutto in macchina e via in direzione della pianura. Ci aspettano una bella pizza, una birretta e ancora qualche risata tra amici. SALEWA - MOUNTAIN TRAINER GTX Scarpa classica da alpine approach con tomaia in pelle scamosciata resistente all’usura e fodera impermeabile e traspirante GORE-TEX Extended Comfort. Protezione durante le escursioni e il trekking su terreni tecnici come fango, erba e neve. ASOLO - FALCON GV Tomaia in Cordura e pelle scamosciata idrorepellente 1,8 mm. Fodera in Gore-Tex, intersuola in Eva doppia densità e suola “Radiant” Asolo/Vibram Megagrip. Battistrada ad azione autopulente concepito per dare un ottimo grip su qualsiasi tipo di terreno. MAMMUT - CHUCK LOW Calzatura ultraleggera e multifunzionale, in Nubuck di alta qualità e morbido tessuto Soft Shell. La suola gripex assicura una presa extra, mentre il sistema brevettato Rolling Concept dona ammortizzazione e supporto simultaneo. AKU - CLIMATICA GTX Calzatura moderna e versatile, progettata per offrire il massimo comfort interno in condizioni di variabilità climatica. Adatta per uno stile di vita attivo, per attività outdoor leggere, viaggio e per utilizzo quotidiano in città LA SPORTIVA - GENESIS GTX Calzatura da hiking di taglio basso con membrana Gore-Tex Surround: concepita per l’escursionismo veloce con carichi leggeri su sentieri sterrati. Il perfetto equilibrio tra modernità e tradizione grazie all’utilizzo della pelle con innesti laterali a tecnologia Nano-Cells.
TREKKER: ALESSANDRO MARGHERON SHOES: SALEWA MOUNTAIN TRAINER GTX HOODY: SALEWA PUEZ SUPERSTRETCH HOODY PANT: SALEWA PUEZ 2/1 PANT BAGPACK: SALEWA ALPTREK 45+5 POLER: MASTERS SHERPA CSS
SEA OF PORTOFINO T E X T D AV I D E G R A Z I E L L I - P I C S D E N I S P I C C O L O
RUNNER: DAVIDE GRAZIELLI SHOES: SCARPA SPIN T-SHIRT: WILD TEE EAGLE HAT: WILD TEE TECH TRUCKER WATCH: SUUNTO SPARTAN SOCKS: GM le batterie antiaeree che si possono raggiungere con una salita faticosa, testimonianze concrete che dal mare non arrivava solo la pace ed il sostentamento. Può far impressione sbucare nel borgo dopo una corsa e sentirsi osservati dall’andirivieni di turisti e vacanzieri, specchiandosi increduli nelle vetrine delle boutique di lusso; ma basta andare fino al Faro per ritrovare la pace ed una vista impressionante sulle Cinque Terre ed oltre. Oppure inerpicarsi nella Valle dei Mulini dove il contrasto con l’ambiente artefatto dei locali alla moda di Paraggi è quasi sbalorditivo: mulini e frantoi dove confluiva il frutto del duro lavoro su terreni strappati al monte, con appena sotto le discoteche ed i ristoranti della dolce vita. Eppure il Monte noi lo amiamo così, con i suoi contrasti e le sue incoerenze. Un po’ come noi liguri, d’altronde. E continuiamo ad andarci, lamentandoci magari per l’affollamento nelle belle giornate di primavera, ma non riuscendo a nascondere un sorriso quando il turista straniero fissa l’orizzonte con lo sguardo rapito. E continuiamo a portarci gli amici quando ci vengono a trovare: per farli sognare e fargli vivere anche solo per una giornata quella sensazione di tranquillità che dona l’orizzonte aperto. Per vedere nei loro occhi un po’ di quel blu quando dopo la corsa è ora di tirare fuori focaccia e birre per levarsi la polvere dalla bocca. Sapendo che quel blu se lo porteranno a casa. E prima o poi ritorneranno, pronti a rincorrere il tramonto verso Semaforo Nuovo o gettarsi nella discesa ripida verso l’Abbazia. Perché il Monte, una volta che lo conosci, resta lì nei tuoi pensieri.
Il promontorio di Portofino, semplicemente “il Monte” per noi locali, è un po’ come quel vecchio amico che sai sempre dove trovare nel momento del bisogno. Un ammasso di conglomerato, bosco, uliveti e macchia mediterranea che si staglia verso il mare e rientra ingombrante in ogni vista della Riviera di Levante. Lì immobile, a fermare anche le nuvole, a volte. Quasi a segnare una sorta di spartiacque tra il Golfo Paradiso e la placida Camogli, l’operosa Recco, i paesini delle valli appena dietro e la parte di là, quella dove ci sono le palanche, con il borgo, “Santa”, Rapallo e Chiavari. Un confine non dichiarato ma tangibile, tanto che i marinai dicevano “Cae mugge, passou u munte de Purtufin turnu franco e fantin”: care mogli, passato il Monte di Portofino, torno libero e scapolo. Come se oltre quella punta, si uscisse dall’orizzonte conosciuto e familiare e si rivolgesse lo sguardo al mondo.
La varietà di terreno del Monte, è stato un banco di prova perfetto per testare i materiali che avevamo a disposizione.
Ma il Monte tutto questo non lo sa, e resta lì, coi suoi bei sentieri di terra battuta soffice che a noi runners fanno sognare la California, e quegli strappi improvvisi o le scalinate che ci ricordano che siamo sempre nella ripida Liguria. Una ragnatela di vie che collegano luoghi chiave del promontorio. Dalla Cala dell’Oro, dove i pirati saraceni approdavano per rifornirsi di acqua, e dove si narra il terribile Dragut avesse nascosto il bottino dei saccheggi dei paesi della costa, alla splendida San Fruttuoso e la sua Abbazia affacciata su un insenatura naturale raggiungibile solo a piedi o via mare, che rivela tutto il suo fascino in certe sere di primavera quando i turisti se ne vanno con i traghetti e il borgo resta in silenzio a specchiarsi nel mare limpido. O Punta Chiappa, con le sue case aggrappate al monte, la tonnara e la lunga lingua di roccia che si protende nel mare che affascinava anche Byron; e per contrasto
SCARPA - SPIN & NEUTRON Se Scarpa è una new entry nel mondo dell’alpine running e del trail in generale, si vede che il know-how dell’azienda di Asolo nell’ambito ha portato subito ad un prodotto di altissimo livello. La novità del 2017 è la Spin, scarpa leggera e performante caratterizzata dalla costruzione con sistema Sock-Fit LW che permette alla tomaia di essere fasciante senza appesantire la scarpa grazie agli inserti in TPU applicati. La calzata è comoda, con linguetta integrata ed una leggera imbottitura sul tallone, e non manca un po’di protezione in punta dagli urti accidentali con sassi e rocce. Pensata per andature veloci e runners reattivi, l’anima della Spin si rivela se guardiamo la suola: Vibram Megagrip e tassellatura scarna ma aggressiva, suddivisa in tre zone di utilizzo. Scarpa minimale come concezione (drop basso, pesi leggeri),
RUNNER: MARIA CARLA FERRERO SHOES: SCARPA SPIN WMN T-SHIRT: WILD TEE WAVES SOCKS: GM
RUNNER: FRANCESCO ALEMANNO SHOES: LA SPORTIVA BUSHIDO T-SHIRT: LA SPORTIVA APEX TANK SHORT: LA SPORTIVA GUST GLASSES: CÉBÉ S’TRACK L SOCKS: GM
RUNNER: FILIPPO CANETTA SHOES: SCARPA NEUTRON T-SHIRT: WILD TEE SNAKE SHORT: WILD TEE SOCKS: GM
RUNNER: MICHAL LAZZARO RAFINSKI SHOES: MAMMUT MTR-201 II MAX T-SHIRT: MAMMUT MTR 201 PRO SHORT: MAMMUT MTR 201 TECH GLASSES: ALPINA S-WAY CM WATCH: TOM TOM ADVENTURER GPS SOCKS: GM
ma non a scapito dell’ammortizzazione, perchè l’intersuola con trailplate integrato ed inserto in Eva ad alta densità offre comunque tutto il comfort necessario anche su distanze più lunghe. Per chi desidera più sostanza sotto il piede, e più protezione, specie sul tecnico, Scarpa propone Neutron. Il peso sale di poco, siamo a 300 gr contro i 250 gr della Spin, ma l’impostazione, pur restando una scarpa molto reattiva grazie all’inserto in Tpu nell’arco plantare, è quella di una tuttofare. Ottima in discesa, dove i rinforzi applicati nella tomaia danno stabilità e la forma affusolata precisione anche sul tecnico, su terreno corribile resta scattante grazie ad una suola reattiva, sempre in Vibram Mega Grip, accoppiata ad un intersuola ammortizzata ed il drop basso (6mm) che la rende scattante. La linguetta imbottita e la fascia di contenimento nella zona posteriore la renderanno comoda anche dopo ore, mentre le protezioni applicate su puntale e tacco vi proteggeranno quando la lucidità viene a mancare. La classica scarpa da ultra. MAMMUT - MTR 201-II MAX Ultratrail che sono anche il terreno preferito della nuova nata in casa della ditta svizzera Mammut, la MTR 201-II MAX. Si nota subito l’impostazione massimalista, con intersuola super ammortizzata (ma con drop basso da 6 mm), una certa attenzione alla stabilità laterale ed il sistema Rolling Concept che crea le condizioni per avere una rullata continua e controllata. Data la sua predisposizione alle lunghe distanze, Mammut ha posto particolare cura nel comfort di calzata, dove grazie al memory foam, al mesh altamente traspirante ed il FeetMap si è cercato
di evitare punti di pressione e sfregamento nel piede, anche dopo ore o in condizioni critiche. La suola presenta tassellatura pronunciata in Gripex, con il sistema Sonar, che la rende adatta a tutti i terreni montani. Completa la scarpa l’allacciatura MTR Speed Lace System. LA SPORTIVA - BUSHIDO E tornando in Italia, Bushido, la via del guerriero, è la scarpa che La Sportiva ha sul mercato per lo sky running o comunque per gare tecniche, dure e cattive. Leggera (305 gr) e studiata con la solita cura che la ditta della Val di Fiemme mette nei suoi prodotti, si presenta alla vista molto tirata, con profilo basso (drop 6 mm) ed una linea scattante. Il sistema di costruzione Stp Control, con le applicazioni in Tpu a creare una sorta di scheletro sulla tomaia, danno stabilità ed una calzata precisa e fasciante senza sacrificare gli spazi nella pianta. La fascia centrale che divide la suola dà reattività in fase di spinta, anche grazie ad un’intersuola in Eva a compressione che risponde in maniera ottimale e alla suola in FrixionXT a doppia mescola che garantisce tenuta anche sui terreni più sconnessi. La linguetta integrata e la suola Ortholite a cui oramai l’azienda trentina ci ha abituato la rendono comoda, ma una volta nei piedi si capisce subito che la Bushido chiede spinta e velocità. Una vera racer pensata per la montagna.
ROSSO PORFIDO T E X T & P I C S M AT T E O PAVA N A
Nascosti da una fitta vegetazione e da un ingresso nella vallata molto stretto, lontano da occhi indiscreti, esistono torrioni di porfido che sorgono alla base del torrente Avisio che scorre lentamente sotto di essi. Questo corso d’acqua nasce direttamente dalla Marmolada e percorre la Val di Fassa, la Val di Fiemme, la Val di Cembra, fino a sfociare nell’Adige nell’omonima valle, dopo un percorso di quasi 90 chilometri. All’altezza dell’abitato di Segonzano, conosciuto per le sue piramidi formatesi dall’opera combinata di azioni erosive delle acque correnti, ci sono altre piramidi, meno conosciute e più compatte, subito adocchiate dalla comunità di climbers locali. Il porfido non è una roccia facile da arrampicare, spesso liscia e alle volte umida per azione del torrente. Scalare su porfido, soprattutto quando non si è abituati a scalarlo, può essere ostico, questo perché la scalata è per lo più in aderenza, occorre fidarsi dei piedi; sicuramente la scalata su calcare o granito è più intuitiva e richiede meno tecnica. Nell’ultimo numero di The Pill Magazine mi ero promesso con Pietro e Stefano che ci saremmo rivisti presto. E così è stato, anche se solo in parte per questo numero (Stefano non è potuto venire per forze di causa maggiore). Mi ritrovo con Pietro al parcheggio Area Zuffo, a Trento Centro. Ad accompagnarlo c’è Camilla, una ragazza milanese con la grande passione per gli sport outdoor, tanto da essersi tatuata “Life is Simple” con tanto di tenda e falò sul polso sinistro. Ad accompagnare me invece c’è Martin, un ragazzo all’apparenza timido ma che si trasforma in un grande compagno di avventure (e perché no, anche di baraonde) non appena prende confidenza con chi gli si presenta davanti. Sta studiando per diventare maestro di sci e vuole masticare la montagna giorno dopo giorno.
CLIMBER: CAMILLA FRABRETTI T-SHIRT: LA SPORTIVA DANCING ON THE ROCK PANT: LA SPORTIVA TEMPLE SHOES: LA SPORTIVA KATAKI HARNESS: BLACK DIAMOND LOTUS HARNESS CHALK BAG: 8BPLUS MOTITZ BAG: OSPREY
CLIMBER: MARTIN GIOVANAZZI T-SHIRT: E9 MOVEONE FLEECE: 45 PANT: E9 BLAT2 SHOES: SCARPA DRAGO APP. SHOES: SALEWA FIRETAIL 3 GTX HELMET: SALEWA LA SPORTIVA - KATAKI La Kataki è l’evoluzione della più famosa Katana Laces: ridefinita in termini estetica e performance. Scarpetta perfetta per coloro che hanno bisogno di un buon sostegno del proprio peso sulla pianta e consigliata per inclinazioni miste, sia verticali che strapiombanti. La nuova tecnologia S-Heel™ permette il pieno sfruttamento degli agganci di tallone grazie alla sua perfetta stabilità in torsione, accentuandone prestazione e adattabilità. Il nuovo concetto con cui la Kataki è stata pensata viene rinforzato dal P3 System, il sistema di costruzione che permette di mantenere inalterata la forma arcuata della scarpetta. SCARPA - DRAGO La Drago è l’incarnazione del binomio di leggerezza e morbidezza, uniti per la massima performance per arrampicata sportiva su strapiombi e bouldering. Nonostante la Drago sia una scarpa molto gommosa, rimane integra e flessibile per gli amanti delle scarpe morbide. Il PcbTension System mantiene inalterato la forma arcuata della scarpetta. SALEWA - FIRETAIL 3 GTX Firetail 3 GTX è una scarpa da avvicinamento polifunzionale, affidabile e resistente. La Firetail è la scarpa ideale per attraversare terreni misti, siano essi sterrati o rocciosi. Il design e i materiali della scarpa permettono comfort e resistenza alle abrasioni e quindi durabilità nel lungo periodo. Il fatto che sia in Gore-Tex aggiunge prestazione in caso di pioggia e/o terreni umidi/bagnati.
Accendiamo i motori e partiamo. La strada non è molta, si e no una ventina di chilometri, eppure è incredibile come l’ambiente muti in una semplice sfumatura che dal grigio dei palazzi si tramuti in un verde primavera. Ci immergiamo nel bosco fitto, risalendo il torrente sulla destra fino ad arrivare a una larga piazzola da cui riusciamo a intravedere quei torrioni color rosso scuro, che sembrano quasi bruciati dal sole e dal riverbero che rimbalza sull’acqua. Un ponte tibetano dai sottili fili d’acciaio ci separa dalla base della falesia. Siamo carichi come muli e fatichiamo passo dopo passo per guadagnarci la base, quella solida della falesia. In questo momento mi godo nel vedere i menti alzati e gli occhi spalancati di Pietro, Camilla e Martin. Sono sicuro di aver sentito un “minchia che figata” provenire dalla bocca di uno di loro. Il sole primaverile filtra fortemente tra gli alberi e riscalda velocemente la roccia porfirica, rendendo difficoltosa l’arrampicata. Escono le lucertole mentre noi al contrario ci rifugiamo nell’ombra. Qui non si scala male e i ragazzi sembrano divertirsi. La giornata trascorre velocemente: tra una via e l’altra ci sono racconti, tante risate e accenti diversi. Il sole scappa velocemente dietro il crinale portando ombra e frescura in tutta la vallata. Si alza una brezza fresca che ci raffredda i muscoli e che ci costringe a rivestirci. Il livello dell’acqua si alza velocemente e il torrente prende vita grazie anche alla presenza di vivace coltura ittica. A Pietro e Camilla spetta un lungo viaggio, motivo per cui, una volta sceso il sole, decidiamo di fare ritorno verso casa. Come usciamo nuovamente da quella strettissima valle i caldi raggi del sole sono lì pronti a riabbracciarci. A quel punto ad abbracciarci siamo solo noi quattro, che ci salutiamo e fissiamo di rivederci presto, magari in occasione del Melloblocco.
CLIMBER: PIETRO BARELLI T-SHIRT: LA SPORTIVA SLAB PANT: LA SPORTIVA BOLT SHOES: LA SPORTIVA KATAKI
NAVIGLI SUNSET PICS DENIS PICCOLO TEXT DARIO MARCHINI
Metti un pomeriggio di aprile lungo il Naviglio Martesana. Cinque compagni di squadra che si sfidano lungo l’alzaia col sole al tramonto. Michele, Stefano, Christopher, Marcello, Gabriele. Cinque stili di corsa. Cinque modi di interpretarla. E per ognuno una scarpa diversa per disegnare la propria strada. Un circuito urbano in cui esprimere al meglio le proprie capacità, scattando in salita o allungando lungo i rettilinei che intersecano la ciclable semideserta. Ombre che si intrecciano macinando chilometri. Si guardano, si inseguono, chi accelerando supportato dalle reattività dei propri piedi, chi giocando tutto sulla resistenza delle proprie gambe. Passi che rimbombano nel verde silenzio degli alberi, accompagnato solo dal leggero fruscio dell’acqua che scorre lungo il canale. Movimenti asimmetrici, che compongono una strana sinfonia di colori. Ma un unico obiettivo per tutti. Arrivare là dove finisce la strada. 361° – SENSATION 2 Obiettivo di 361° è quello di dare qualcosa in più, un grado che fa la differenza, che ti fa migliorare ogni giorno. Ed è ciò che promette di fare anche la Sensation 2. Una scarpa stabile, per correre a lungo, ma che regala la “sensazione” di essere diversa. Più leggera. Più comoda. Più reattiva. La tomaia è in Air Mesh traspirante, con una linguetta anatomica che accarezza il piede e lo abbraccia. L’intersuola, basata sul brevetto Quickfoam di 361°, è composto da una miscela di EVA e gomma incapsulata in un una pellicola di poliuretano che ne evita lo schiacciamento e mantiene l’efficacia più a lungo, maggiorato di 2 mm nella parte laterale, per garantire la stabilità che le caratterizza. La base di appoggio è ampia e comoda, ma la calzata rimane comunque stretta e anatomica. Il drop è di 9 mm ed il peso importante: 326 gr per il modello da uomo e 280 gr per quello da donna. Sensation 2 è la classica scarpa stabile, ma con sensazioni da superleggera. Adatta per chi corre a lungo o per chi ha qualche chilo in più. Nata per sorprendere. MIZUNO – WAVE RIDER 20 È stata la prima scarpa a vestire la tecnologia Wave che oggi è il principale segno di riconoscimento di ogni scarpa Mizuno. Uno dei modelli preferiti dai runners amatoriali che corrono la maratona. Non troppo bassa e leggera, come le scarpe da gara che indossano i top-runner, ma nemmeno strutturata come le scarpe da allenamento che possono diventare invadenti quando si vuole correre esprimendosi al meglio. Il nuovo Wave non è più realizzato in materiale plastico rigido, ma nella nuova mescola più reattiva CloudWave, direttamente immersa in una intersuola in U4icx durevole e reattiva. La forma convessa fornisce una migliore ammortizzazione, con un incremento dichiarato attorno al 9%. Inoltre la forma a U fornisce una buona stabilità senza essere rigida. Nella tomaia sono state utilizzate tre diverse densità di mesh nelle diverse zone del piede per offrire traspirabilità e robustezza solo dove servono. Il peso rimane davvero ridotto, con soli 270 gr (240 gr per le donne) nonostante un drop tradizionale di 12 mm. Wave Rider 20 è destinata principalmtente ai maratoneti neutri e più efficienti, anche se è possibile sfruttarla al meglio su distanze più brevi dai diecimila alla mezza maratona. Per correre bene.
RUNNER: MICHELE SHOES: 361° SENSATION T-SHIRT: 361° PANT: 361° GLASSES: SALICE HEADBAND: BUFF UV SOCKS: GM
RUNNER: CHRISTOPHER SHOES: MIZUNO WAVE RIDER 20 T-SHIRT: MIZUNO PANT: MIZUNO GLASSES: CÉBÉ S’TRACK M BAG: CAMELBAK ULTRAPRO VEST CAP: BUFF PACK RUN VISOR SOCKS: GM
UNDER ARMOUR – SPEEDFORM GEMINI 3 Diversa. E’ la prima impressione che regala Gemini 3 ancora prima di essere indossata. Uno stile ricercato e lontano dai classici canoni delle scarpe da running. La sua “pelle” è composta da un nuovo mix di Engeenered Mesh morbido e traspirante nella parte anteriore e da Threadborne nella fasce centrale del piede per renderla più ferma. La linguetta asimmetrica e in materiale elastico avvolge comletamente il collo del piede, rendendolo un tutt’uno con la scarpa. La schiuma compressa Charged Cushioning dell’intersuola (non estraibile come in tutti i modelli Under Armour) regala reattività e durabilità maggiorate, un’ammortizzazione ottimale e il massimo ritorno di energia. La talloniera è composta da Micro G, una schiuma solida che garantisce stabilità nella fase di appoggio. Il differenziale è di soli 8 mm, com’è tendenza per tutti nuovi modelli che strizzano un occhio sia a velocità che a durata, mentre il peso è nella media, 280 gr nell’uomo e 232 gr per la donna. Una scarpa che sembra essere nata per tutti, da chi la vuole sfruttare per gli allenamenti quotidiani a chi la vorrebbe invece come compagna di lunghi viaggi. Ma sempre con stile.
RUNNER: MARCELLO SHOES: UNDER ARMOUR GEMINI 3 T-SHIRT: UNDER ARMOUR PANT: UNDER ARMOUR BAG: CAMELBAK ULTRA 10 VEST CAP: BUFF PACK RUN VISOR GLASSES: ALPINA S-WAY CM WATCH: SUUNTO SPARTAN ULTRA SOCKS: GM
HOKA ONE ONE - CLIFTON 3 Torna su strada la super-ammortizzata di casa Hoka. Veloce e leggera. Punta ampia per garantire maggiore vestibilità e comfort, geometria Meta-Rocker (a dondolo) dell’intersuola per un appoggio più naturale ed efficiente del piede, assenza di cuciture su una tomaia traspirante ma resa ancora più resistente e intersuola in schiuma CMEVA, per fornire un assorbimento degli urti senza eguali (fino a due volte e mezzo rispetto ad una scarpa da running tradizionale) e garantire una durata superiore. Peso medioleggero con i suoi 245 gr per la scarpa da uomo e 215 gr per la donna e drop limitato a soli 5 mm. Clifton 3 è una scarpa da corsa su strada adatta per chi ha un appoggio neutro e un peso medio. Ideale sia per chi percorre brevi e medie distanze, sia per chi ne fa un utilizzo normale uscendo dalle due alle quattro volte alla settimana. Non solo ammortizzazione, per imparare a correre. BROOKS – TRASCEND 4 Con Transcend, Brooks aveva presentato quattro anni fa al grande pubblico la sua nuova filosofia nella costruzione di scarpe, la Stride Signature (oggi ribattezzata Run Signature), che punta ad avere scarpe sempre più in grado di adeguarsi allo stile di corsa di ogni singolo runner, non il contrario. Nuovo simbolo di questa filosofia è la costruzione di un’intersuola nel nuovo Super DNA dotata di una sorta di binari all’interno dei quali il piede si può muovere in modo naturale, come se si trovasse in una scarpa neutra. L’intersuola è costruita come una culla, dotata di guide laterali esterne, che mantengono il piede ben dritto anche quando lo stile di corsa lo porterebbe a inclinarsi in modo eccessivo. Allo stesso tempo la talloniera è stata rinforzata nella parte interna per ridurre la pronazione. La suola è molto larga, ampia nella parte centrale della scarpa, per fornire maggiore stabilità nel momento dell’appoggio. Il tessuto a maglie molto larghe è stato lavorato con il sistema di stampa 3D Fit Print, in modo da ottenere una tomaia priva di cuciture, ma comunque strutturata. L’interno è felpato ed imbottito, per garantire una calzata confortevole. Il peso è da scarpa strutturata, 309 gr (249 gr per il modello da donna), per un drop di 11 mm. Trascend 4 è consigliata a runners pesanti o a chi cerca una scarpa comoda e con un’ottima ammortizzazione. Adatta dai dieci chilometri fino alle ultramaratone, ma anche per l’allenamento quotidiano. Pensata per pronatori, ma non solo.
RUNNER: GABRIELE SHOES: HOKA HOKA ONE CLIFTON 3 T-SHIRT: HOKA HOKA ONE PANT: HOKA HOKA ONE GLASSES: CÉBÉ S’TRACK SOCKS: GM
RUNNER: STEFANO SHOES: BROOKS TRANSCEND 4 T-SHIRT: BROOKS PANT: BROOKS CAP: BUFF PACK RUN BAG: CAMELBAK ULTRA 10 VEST SOCKS: GM
LAST WORD PIC MARKUS ZIMMERMANN
«Ero completamente staccato dal mondo. Non c’era nient’altro oltre alla scalata. Nessuna meta, nessun futuro, nessun passato. Solo l’arrampicata, qui e ora. Un colpo di piccozza dopo l’altro. Un passo dopo l’altro. Vedevo solo la mia piccozza, come entrava più o meno in profondità nella neve o nel ghiaccio. Il mio campo visivo era ristretto. Guardavo il mondo come attraverso un tunnel. Ero lì in mezzo a quella gigantesca parete con un equipaggiamento limitato. Mi sentivo leggero, ma anche molto esposto. Sapevo che il minimo errore significava una morte sicura. Ma non avevo paura di fare errori. Mi davo degli ordini e guidavo quella persona che stava scalando la parete sud dell’Annapurna. Se fosse caduta, non avrei avuto l’impressione di essere io». U E L I S T E C K (1 9 76 - 2 0 1 7 )
LOST IN PREALPS real unsupported bicycle trail
DISTANZA
DISLIVELLO PERCORRIBILITĂ€
200 km
7000 D+
99%
Da Bassano del Grappa a Vittorio Veneto, attraversando luoghi incontaminati e borghi storici.
Quattro cime: Monte Grappa Cesen Col Visentin Pian del Cansiglio
Il percorso, sviluppato per la maggior parte lungo sentieri e strade secondarie, è percorribile con biciclette gravel e mountainbike.
Enjoy your bikepacking weekend! lostinprealps.com
#exploretheborder
Mantiene la temperatura ideale sia durante l’azione sia nelle pause di riposo.
La costruzione Body Mapping ottimizza le prestazioni usando materiali traspiranti, antivento e resistenti all’acqua solo dove servono.
Imbottitura Polartec ® Alpha ® 40g - prodotta in esclusiva per SALEWA con materiale riciclato - in combinazione con il tessuto Polartec ® Power Grid ®.
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Leggera, calda e traspirante. La Pedroc Alpha Jacket è ideale per restare nella propria zona di comfort durante le attività in montagna ad alta intensità. La costruzione ibrida combina il tessuto Polartec ® Power Dry ® con l’imbottitura Polartec ® Power Grid® da 40g - prodotta in esclusiva per SALEWA con materiale riciclato - per off rire un’eccellente controllo della temperatura corporea. La costruzione Body Mapping ottimizza l’uso di materiali per proteggervi con un peso piuma. salewa.com
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