The Pill Magazine 38 IT

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25.000 COPIES IN 1100 SHOPS IN ITALY, SWITZERLAND, AUSTRIA, GERMANY, FRANCE, NETHERLANDS, SPAIN AND ENGLAND | X GORE-TEX INFINIUM BY MASSIMILIANO MARZUCCO



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EDITO BY

D AV I D E F I O R A S O

L’editoriale è uno spazio di libertà. All'interno di esso possiamo esprimere il nostro punto di vista su un argomento specifico, un problema, un fatto di rilevante attualità. Non ha veri e propri scopi informativi, quanto di critica, approfondimento, di commento. Insomma, un giudizio sostenuto da un apparato di prove. In molti ne ignorano la

servizi, produttori e fornitori di soluzioni. Una piattaforma dal potenziale illimitato per tutti i settori socialmente rilevanti. ISPO Munich non è solo la più grande fiera multisegmento del mondo, ma è anche il driver e il mezzo di comunicazione per tutti questi sviluppi.

Vi ho già annoiato? All’interno di un editoriale viene posta attenzione, solitamente, ad un argomento di particolare interesse che fa da tema alla rivista. Il suo contenuto deve essere talmente forte e incisivo da essere in grado di lasciare il segno. Beh, io non so quanto interessante possa essere questa volta, ma è sicuramente qualcosa di dovuto. L’uscita in concomitanza di ISPO Munich, ed il conseguente editoriale, è una sorta di ricorrenza, una tradizione che inaugura il nuovo anno. Perché alla fine qui è dove si decide, si direziona e si influenza il futuro. Della nostra rivista e di voi consumatori. Dal 26 al 29 gennaio 2020, più di 2.800 espositori presenteranno le loro ultime novità a Monaco di Baviera, nella più grande fiera sportiva al mondo. 18 padiglioni e 9 segmenti espositivi ricchi di spunti e contatti che abbracciano sport invernali e attività outdoor, salute e fitness, sport urbani e di squadra, visioni e tendenze, innovazioni, concetti e

"Grazie a Dio ero lì, altrimenti mi sarei perso qualcosa".

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PHOTO SIMONE MONDINO

Be Responsibile, Be Active, Be Creative saranno i motti guida della kermesse. Lo sport come nuovo modo di pensare e comportarsi, di affrontare tecniche e soluzioni verso un consumo responsabile e sostenibile. Lo sport come risposta e soluzione alle principali sfide sociali, al benessere della persona. Anche in tempi in cui la performance è esasperata, l’esposizione è eccessiva e la gamma di attività per il tempo libero ha raggiunto il sovraffollamento. Essere attivi non è solo e puro esercizio fisico, ma ci integra consapevolmente con tutte le aree della società. Insomma, argomenti attraverso i quali aprire una nuova prospettiva futura. Abbiamo ancora bisogno di questi eventi commerciali? Evidentemente si. Sono qualcosa che ha saputo trasformarsi nel tempo. Competenze, novità tecnologiche, formazione hanno portato ad una migliore panoramica e comprensione del mercato. Dietro a tutto questo successo, c'è sempre una grande necessità di networking, di cooperazione, di un costante scambio di idee.

potenzialità e lo sottovalutano come strumento di persuasione alla lettura in grado di destare interesse.


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SHOP MAGAZINE MAP www.thepillmagazine.com/magazine-finder

EDITOR IN CHIEF Denis Piccolo | denis@hand-communication.com

C O M PA N Y E D ITO R Hand Communication Corso Francia 17, Torino hello@hand-communication.com

E D I T O R I A L C O O R D I N AT O R S Davide Fioraso , Giulia Boccola , Silvia Galliani E D I T I N G & T R A N S L AT I O N S Silvia Galliani

PRINT L'artistica Savigliano Savigliano - Cuneo - Italy lartisavi.it

THEPILLMAGAZINE .COM Giulia Boccola , Silvia Galliani, Federico Mura PHOTOGRAPHERS & FILMERS Matteo Pavana, Thomas Monsorno, Andrea Schilirò, Denis Piccolo, Patte Schwienbacher, Achille Mauri, Federico Ravassard, Simone Mondino, Alice Russolo

DISTRIBUTION 25.000 copies distribuited in 1100 shops in Italy, Switzerland, Austria, Gemrany, France, Belgium, Spain, England & The Netherlands

C O L L A B O R AT O R S Sofia Parisi, Matteo Rossato, Fabrizio Bertone, Enrico Santillo, Dario Toso, Dario Marchini, Eva Bonk, Luca Albrisi, Antonio Isaja, Marta Manzoni, Luca Schiera, Federico Mura, Tommaso Bernacchi

ADVERTISING hello@hand-communication.com | +39 333.7741506 The Pill rivista bimestrale registrata al tribunale di Milano

SHOP & SUBSCRIPTIONS www.thepillmagazine.com/shop

il 29/02/2016 al numero 73

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PHOTO SIMONE MONDINO

COVER Illustration Massimiliano Marzucco X Gore-Tex Infinium

ART DIRECTION George Boutall | george@evergreendesignhouse.com Francesca Pagliaro, Diego Marmi


Windproof. Warm. Packable. Built for what’s to come.

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ISSUE 38 CONTENTS

T H E D A I LY P I L L

P. 4 8

P. 1 2

FW 20 PRODUCT PREVIEW

P. 5 2

KILLER COLLAB

P. 1 6

MAMMUT EXPEDITION

P. 6 4

ECO SEVEN

P. 2 0

F E R R I N O 15 0 Y E A R S O F O U T D O O R S

P. 6 8

DEUTER

P. 2 4

T H E R E G R E T O F A R E N U N C I AT I O N

P. 74

ARC'TERYX

P. 2 6

MONGOLIA

P. 7 8

GO RE-TE X

P. 2 8

HOME TO HOME

P. 8 4

POLARTEC

P. 3 0

TURN OF MIND

P. 9 0

LEVEL

P. 3 2

CARIE

P. 9 6

PRIMALOFT

P. 3 4

ØKM BEAUTY

P. 1 0 4

UNDER ARMOUR

P. 3 6

BIVOUACS FULL OF EMOTIONS

P. 11 0

ENVIRO SPLITBOARD CAMP

P. 3 7

WADI RUM

P. 11 8

AKU

P. 3 8

OUTFIT

P. 1 2 6

ORTOVOX

P. 4 0

SPORT & STYLE

P. 1 3 2

NIKE TRAIL GENEALOLOGY

P. 4 2

LAST WORD

P. 14 4

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PHOTO SIMONE MONDINO

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P. 8


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THE DAILY PILL BY DAV I D E F I O R AS O

A D A B U D H A B I L A P I Ù A LTA PA R E T E A L M O N D O P E R L’ A R R A M P I C A T A I N D O O R È stata inaugurata ad Abu Dhabi una struttura faraonica del valore di circa 100 milioni di euro che sorge nel bel mezzo dell’isola Yas, luogo da anni dedicato all’intrattenimento turistico. Perfetto esempio di architettura moderna, Clymb è un adventure hub che vanta ben due record: la più grande camera di volo per skydiving indoor mai realizzata, che sviluppa un’altezza di ben 32 metri, e Summyt, la parete da arrampicata indoor più alta di sempre, con i suoi 43 metri di altezza. L’area climbing, sviluppata da Walltopia, si divide in 5 diversi settori e comprende una zona boulder lunga 57 metri.

R A B P R E S E N TA L A S UA P R I M A C O L L E Z I O N E DI ABBIGLIAMENTO DA SCI Rab, azienda inglese leader nel settore dell’apparel e outdoor gear, ha presentato all’Outdoor Retailer Snow Show di Denver la Khroma Ski Collection, la sua prima collezione di abbigliamento da sci. Questa linea high-performance è stata messa in risalto dalla Khroma GTX, una giacca traspirante, resistente e robusta, che utilizza due tipologie di membrana Gore-Tex Pro laminata ad un tessuto riciclato al 100%. Altra novità è la Khroma Kharve, una giacca altamente resistente alle intemperie in Gore-Tex Infinium con isolamento riciclato Stratus. Nel debutto di Rab anche il guanto da backcountry Khroma Tour in pelle Pittards Armor-tan.

T H E N O R T H FA C E A P R E A L M E R C AT O R U S S O Secondo un rapporto pubblicato dal quotidiano russo Vedomosti, The North Face aprirà il suo primo flagship store nel paese attraverso una partnership con Inventive Retail Group, azienda con sede a Mosca che gestisce già l’attività di vendita al dettaglio di Nike. Il primo negozio The North Face in Russia sarà uno spazio di circa 160 mq. Secondo Vedomosti, Inventive Retail Group ha in programma di aprire altri 10 monomarca nei prossimi due anni. I prodotti The North Face sono attualmente disponibili in circa 150 punti vendita, tra cui il grande magazzino Mosca TsUM, la catena Sportmaster e lo specialista Alpindustria.

B A N F F M O U N TA I N F I L M F E S T I VA L W O R L D T O U R I TA LY 41 tappe in 35 città italiane e oltre 17.000 posti disponibili. Un lungo viaggio di due mesi per presentare al grande pubblico i migliori medio e cortometraggi dedicati al mondo della montagna e degli sport outdoor. Torna in Italia il Banff Mountain Film Festival World Tour, la rassegna cinematografica internazionale che presenta le 10 migliori pellicole selezionate tra i film finalisti all’omonima manifestazione canadese. Si inizierà il 10 febbraio 2020 con la première in programma al Teatro Nazionale di Milano per concludere l’8 aprile a Biella. Info, programma, date e biglietti sono disponibili su www.banff.it.

FERRINO: 150 YEARS OF OUTDOORS 150 anni di outdoor, avventure e viaggi condivisi. Fondamentali collaborazioni e importanti innovazioni che hanno portato Ferrino a segnare il mercato dell’attrezzatura outdoor scrivendo pagine importanti dell’alpinismo e dell’esplorazione con la partecipazione a piccole e grandi imprese: dalle indimenticabili spedizioni di Reinhold Messner alle esplorazioni in Antartide di Mike Horn, dalle perlustrazioni del Gruppo Speleologico La Venta alle traversate dei deserti di Carla Perrotti. Una storia di innovazione continua nel settore degli zaini, dei sacchi a pelo e delle tende che ha permesso a Ferrino di consolidare un know how ultracentenario.

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THE DAILY PILL BY DAV I D E F I O R AS O

BLACK DIAMOND LANCIA LA SUA PRIMA COLLEZIONE D I CA L Z AT U R E Black Diamond aggiunge al proprio portafoglio di prodotti la sua prima collezione di calzature da approach per uomo e donna. Session e Circuit sono due modelli lifestyle progettati per il comfort e adatti ad un utilizzo costante tra palestra, falesia, fino alle strade della città. Mission e Technician sono invece due modelli che si concentrano sulle prestazioni, ideali per gestire terreni impegnativi e facili passaggi su roccia. "La linea di calzature Primavera 2020 è un'aggiunta naturale alla nostra collezione di scarpe da arrampicata." – ha dichiarato Derek Gustafson, direttore della categoria footwear.

P O L E R R I A P R E I B AT T E N T I Ad un anno esatto dalla bancarotta, Poler Stuff riapre le porte del suo flagship store di Portland ed è pronto a rilanciare il suo e-commerce. Il nuovo presidente Cape Capener e il co-fondatore Kharma Vella, nominato Product Brand Director, hanno dichiarato che Poler ripartirà da un prodotto sviluppato per l'autunno 2018 ma che non aveva mai raggiunto il mercato. Nell'ambito del processo fallimentare, l’intero pacchetto è stato acquisito dalla holding Pacific & Everest Lifestyle Company, divisione di Primer Group. Un team sta già lavorando a nuovi progetti per la primavera del 2021 che saranno presentati il prossimo giugno.

N O R R Ø N A E H V I T S E R K O F N O R WAY L A N C I A N O N O R R Ø N A H V I T S E R K ADVENTURE Il marchio Norrøna, diventato azionista di maggioranza di Hvitserk of Norway, agenzia con oltre 40 anni di esperienza nel settore, ha lanciato Norrøna Hvitserk Adventure, travel company che offre avventure uniche, coinvolgenti ed esplorative attraverso la natura. Negli ultimi anni, il marchio della famiglia Jørgensen si era concentrato sulla possibilità di offrire ai propri clienti l'accesso a questo genere di attività. In questo modo, Norrøna è ora in grado di offrire tutto l’anno esperienze di viaggio in Norvegia (a piedi, in kayak o sugli sci), insieme alla migliore attrezzatura per supportarle. Per info hvitserk.norrona.com.

TO RAY E PATAG O N I A D I N U OVO I N S I E M E PE R L A N U OVA LINEA TORRENTSHELL 3L Con il debutto della rinnovata linea Torrentshell 3L, nella primavera 2020, l'industria vedrà un nuovo punto di riferimento nella protezione contro gli agenti atmosferici ed il rilancio di una partnership di lunga data. Durante gli anni '90, Patagonia è stato uno dei maggiori utilizzatori della tecnologia Entrant. Negli anni 2000, la domanda di tessuti sempre più leggeri ha portato ad un declino del business tra i due partner, sebbene Toray abbia continuato a fornire soluzioni innovative come Nano-Air. La linea 2020 Torrentshell 3L presenta una nuova membrana più performante e duratura, laminata ad un tessuto riciclato al 100% e derivato da fonti post-consumo.

N I K E D O N A 5 M I L I O N I D I D O L L A R I P E R L’ O B A M A PRESIDENTIAL CENTER Nike Foundation ha donato 5 milioni di dollari per la costruzione di strutture sportive presso il futuro Obama Presidential Center di Chicago. Jorge Casimiro, responsabile dell'impatto sociale e comunitario di Nike, ha dichiarato: “quando il Presidential Center aprirà le porte, sarà il primo a includere una struttura sportiva pubblica. Si tratterà di uno spazio comunitario aperto a residenti e visitatori da tutto il mondo”. Gli altri edifici del campus, ospitato nel Jackson Park, comprenderanno un museo, un forum per incontri pubblici, una biblioteca, nuovi giardini, un parco giochi di due acri, percorsi per fare jogging e passeggiare.

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Wearing is caring L’allevatore di pecore Will (smart guy)guy) Lui lo sa: sono le pecore felici a dare la lana migliore

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Trattiamo sempre bene tutti i membri della nostra famiglia.

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IL NOSTRO IMPEGNO PER UNA LANA EQUO-SOLIDALE La ORTOVOX WOOL PROMISE garantisce che la produzione di lana venga realizzata nel pieno rispetto delle norme fissate in materia di gestione delle fattorie e dei terreni, del benessere animale, del trasporto e della macellazione. Lana prodotta in modo responsabile dalle nostre farm controllate della Tasmania.

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1.BEAUER 3X

2.KINDLING CRACKER

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TRAILER

FIREWOOD SPLITTER

WRENCH

3X è il concept realizzato dal designer Eric Beau. Si tratta di un trailer telescopico che può passare da 1,85 a 4,60 metri in soli 25 secondi. Basta premere un bottone per far uscire dal corpo centrale le due ali che vanno a estendere l’area abitabile da 4 a 12 mq. Una volta aperto, può ospitare comodamente fino a 4 persone; tra le dotazioni due serbatoi per l’acqua, frigorifero da 130L, due armadi e altrettanti pensili.

Un accessorio fantastico per ogni caminetto e braciere; il modo più sicuro, pratico e semplice per spaccare la legna da ardere con minor forza e senza l’utilizzo di un’ascia o di una lama in movimento. Lanciato sul mercato dalla 20enne neozelandese Ayla Hutchinson, Kindling Cracker è realizzato presso una fonderia australiana e costituito da un solido pezzo di ghisa. Disponibile in due differenti misure: Standard o King.

Big Idea Design è una società che progetta attrezzi multifunzione per le persone che vogliono fare di più e trasportare di meno. Ti EDC Wrench è un pocket tool in titanio che funziona come chiave di manovra adattandosi a ben 25 dimensioni di viti e dadi esagonali. Operando con una sola mano, è sufficiente ruotare la testa zigrinata per adattarla alla grandezza desiderata. E’ dotato di un cordino in paracord e una clip da tasca.

4.OSPREY

5 . PATAG O N I A

6.DOLOMITE

SOELDEN PRO BACKPACK

DOUBLE SIDED FLEECE PULLOVER

C I N Q U A N TA Q U AT T R O WA R M 2 W P S H O E S

Soelden Pro è il nuovo zaino da scialpinismo della collezione AW2020. Creato in collaborazione con gli atleti Osprey, è il nuovo punto di riferimento per gli zaini con airbag antivalanga. I materiali tecnologici di prima categoria, la costruzione ultra leggera, il sistema di trasporto straordinariamente comodo e il sistema airbag elettronico Alpride E1 lo rendono la combinazione perfetta per gli sport sulla neve in ambienti estremi.

Morbido e corposo pile di poliestere (riciclato al 35%) a doppia superficie che offre un intenso livello di calore per affrontare le temperature più rigide. Bordo elasticizzato su colletto e zip centro-frontale a 3/4 per infilare e sfilare il capo con facilità. Maniche in stile dolman per offrire volume e un'ampia gamma di movimenti. Tasca sul petto in rete con zip di ispirazione vintage. Polsini e orlo con lavorazione a costine.

Uno scarponcino dal look retrò specificatamente pensato per i climi più freddi. Ispirato dalle forme classiche del modello Cinquantaquattro, è un perfetto mix di stile e performance in grado di garantire la massima prestazione con un design inconfondibile. Isolamento Primaloft riciclato al 90%, membrana idrorepellente, suola Vibram Arctic Grip capace di garantire la massima tenuta su superfici ghiacciate.

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©SALOMON SA. All Rights Reserved. Photo: Jeremy Bernard.

DIVE INTO THE STEEPS. Scope your line. Breath out. Drop in. Find the fall line. Speed up. Feel the stability. Conquer the steeps with confidence.


BEST MADE BY DAV I D E F I O R AS O

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7. S M I T H

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Il prodotto più innovativo e all'avanguardia sul mercato. La struttura Aerocore massimizza simultaneamente protezione e ventilazione. Grazie al sistema BOA FS360 regolabile, Vantage offre un comfort ed una vestibilità ineguagliabile. Combinando tutto questo con la tecnologia AirEvac, che permette l'integrazione con le maschere, ecco la miscela perfetta tra tecnologia e stile. Hybrid SL shell construction e sistema MIPS.

Keith Titanium ha iniziato a progettare, sviluppare e produrre articoli in titanio nel 2005, ispirata dalle caratteristiche uniche di questo materiale ultraleggero, ultraforte, biocompatibile e antibatterico. Oggi, dopo diversi successi e fallimenti, è leader nella progettazione e produzione di utensili di alto livello. Pezzo forte della collezione questo recipiente da 900 ml per cucinare in modo uniforme tramite il vapore.

Conosciuto per i suoi prodotti altamente tecnici e funzionali, il marchio svedese Klattermusen ha introdotto Ull Blot, un leggerissimo

1 0 .WAC AC O P I PA M O K A

1 1.PELICAN

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COFFEE MAKER

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Dispositivo da viaggio all-in-one per preparare e gustare ovunque il tuo caffè preferito. L’acqua calda viene spinta verso il basso attraverso un filtro in acciaio inossidabile, mentre un meccanismo di torsione brevettato genera un effetto sottovuoto che estrae sapori e aromi in una manciata di minuti. Il contenitore ermetico mantiene la bevanda calda fino a 4 ore. Twist'n brew anywhere!

Pelican, brand sinonimo di custodie robuste e resistenti, ha introdotto la prima utility case con ricarica wireless integrata e certificata QI. G40 è progettata per coloro che vogliono proteggere il proprio telefono da acqua, polvere e sporcizia. Può ospitare modelli ingombranti come iPhone Xs Max e Samsung Note 9 ed essere immersa per 30 minuti fino ad 1 metro di profondità. La batteria rimovibile è contenuta nel vassoio posteriore.

Scarpone tecnico per l’alpinismo in quota, escursioni su ghiaccio e arrampicata su cascate. Estrema leggerezza, volumi contenuti, calzata precisa e confortevole. Ghetta realizzata in tessuti tecnici idrorepellenti con membrana H-Dry S-Tech Shoeller, cerniera con nastro termosaldato, scafo interno con Primaloft Gold Insulation, suola Precision AC Tech Roll disegnata e studiata da Scarpa con battistrada in mescola Mont by Vibram.

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zaino da scialpinismo in edizione limitata realizzato in poliammide riciclato e rinforzato in Kevlar. Ha una capienza di 30L, può essere compresso o allungato per adattarsi alle tue esigenze e viene caricato dall'alto con un sistema che consente apertura e chiusura con una sola mano.



KILLER COLLABS BY DAV I D E F I O R AS O

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1 .T H E N O R T H FA C E X B R I T I S H M I L L E RA I N : W I N D JAC K E T

2 . M O R A K N I V X S A N D Q V I S T: SALUNEBB KNIFE

3.ROCKET ESPRESSO X C A R H A R T T: C O F F E E M A C H I N E

The North Face e British Millerain rivisitano due autentici capi outdoor unendo lo stile del brand di Alameda con l’heritage e l’esperienza del leader mondiale nella produzione di tessuti in cotone cerato. Al centro di questa collezione le giacche Sierra e Wind caratterizzate dal tipico color blocking TNF e dal tessuto impermeabile del marchio inglese, ideali per la massima protezione negli inverni più rigidi.

Una combinazione del tutto svedese che racchiude i valori fondamentali di entrambi i marchi: funzionalità, artigianalità, sostenibilità e qualità. Il coltello Classic Original #1 di Morakniv, con il caratteristico manico in legno di betulla, incontra la pelle naturale di alta qualità della fodera Sandqvist. Due materiali destinati a invecchiare e maturare nel tempo. Chiusura con bottone a pressione e portachiavi rimovibile.

Carhartt WIP non è certo il primo marchio a cui penseremmo per una macchina da caffè. Eppure, questa esclusiva collaborazione con Rocket Espresso Milano, realizzata in soli 100 pezzi numerati individualmente, è un assoluto gioiellino progettato per l’ambiente domestico e gli spazi limitati. Ha un corpo in acciaio inossidabile verniciato a polvere in una finitura ruvida e opaca nella classica tonalità di ispirazione militare.

4 . B R I T T W O O D WA R D X V O I T E D : C LO U DTO U C H P I L LOW B L A N K E T

5 . B E X A R G O O D S X JAC O B BROMWELL : VERMONTER FL ASK

6 .T I M B E R L A N D X W O O D W O O D : F L E EC E JAC K E T

Si piega come cuscino, si trasforma in coperta o sacco a pelo, si apre come un mantello. Cloudtouch è la coperta 4 in 1 per il campeggio, i picnic o i festival. E’ realizzata in tessuto riciclato Ripstop Repreve con rivestimento in Teflon EcoElite. Resistente all’acqua e alle macchie, è foderata in pile ultra morbido e isolata con fibra sintetica Featherlight. In questa versione Monadnock c’è la mano dell’artista Britt Woodward.

Da oltre 190 anni Jacob Bromwell produce articoli per la casa e utensili da cucina nel grande stato del Vermont. Ed è qui che nasce questa fiaschetta in rame, stagnata a caldo, avvolta in una pregiata pelle conciata al vegetale e cucita a mano. Ha una capacità di 9 once, o meglio, 6 sorsi del tuo whisky preferito. Viene fornita in una scatola di legno di pioppo con coperchio scorrevole.

Dalla collaborazione fra Timberland e il brand streetwear danese WoodWood nasce questa calda giacca in pile che si combina con gli altri prodotti della linea CLS (Compatible Layering System), ideale per un abbigliamento a strati. Tasche con zip sui fianchi e taschino sul petto in tessuto misto di nylon e cotone che sfoggia i loghi in co-branding. Disponibile anche in verde oliva.

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Distribuito da Socrep.it


KILLER COLLABS BY DAV I D E F I O R AS O

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7. F R E E M A N X C R E S C E N T D O W N W O R K S : S Q U A R E Q U I LT I TA L I A N V E S T

8 .T H E J A M E S B R A N D X AETHER: EDC KIT

9.HODINKEE X LEICA: M10P GHOST EDITION

Le basse temperature innescano sempre qualcosa di nuovo in casa Freeman: il ritorno delle collaborazioni con Crescent Down Works. Questo caldo gilet trapuntato a quadri presenta un isolamento premium in piuma d’oca europea 700-fill certificata secondo lo standard RDS. Shell in cotton nylon 60/40, chiusura frontale con zip a doppio cursore e flap con bottoni automatici.

Una collaborazione che farà felice i fanatici dell’EDC. L’obiettivo di James Brand e Aether Apparel? Mettere insieme tutte le cose di cui hai bisogno per la tua prossima avventura. Il kit coordinato, racchiuso in una pratica custodia idrorepellente, comprende un’edizione limitata del famoso coltello tascabile Ellis con lama da 2,5”, penna a sfera Benton in acciaio inossidabile e taccuino Moleskine personalizzato in co-branding.

Ghost Edition è una splendida versione della M10-P, modello che si distingue per fini dettagli quali l’omissione del famoso bollino rosso Leica. Si ispira al Rolex 5512, primo orologio acquistato da Ben Clymers, fondatore del noto e-commerce Hodinkee. E’ caratterizzata da una colorazione grigio opaco con incisioni in smalto bianco, rifinita con un elegante cinturino in corda e proposta con obiettivo Summilux-M 35mm f/1.4.

1 0 . I V Y PA R K X A D I D A S : U LT R A BOOST RUNNING SHOES

1 1.MAAP X 100%: S3 SUNGLASSES

DA N H E N RY X WO R N & WO U N D : 1 9 7 0 L I M I T E D E D I T I O N WAT C H

Due parole: Adidas e Beyoncé. Dopo la rottura con il suo ex socio Philip Green, e dopo aver acquisito al 100% il controllo del brand, arriva per la signora Carter il sodalizio con il partner perfetto, rilanciando così il progetto di fashion athleisure creato nel 2016 e ispirato alle sue radici. Nella nuova collezione la scarpa da running Ultra Boost con tomaia adidas Primeknit in versione burgundy e laccio in stile bungee.

Uno scontro di identità tra due marchi affini: MAAP Cycling e 100%. Il collaudato design del modello S3 viene proposto in due nuove colorazioni limited edition. Lente Gold Mirror resistente ai graffi con protezione UV400 e trattamento idrofobico e oleorepellente. TelaioTR90 resistente, flessibile e leggero personalizzato con logo M-Flag inciso al laser. Fornito con custodia rigida e lente di ricambio trasparente.

Il 1970 è l’offerta più ricercata e rispettata di Dan Henry. Prendendo ispirazione dagli orologi da immersione a doppia corona, questa edizione per Worn & Wound, la principale pubblicazione di settore, presenta una colorazione personalizzata e un fondello inciso a rimarcarne numero di serie e collaborazione. Il tutto è alimentato da un movimento automatico Seiko NH35A con carica manuale. Il prezzo? Eccezionalmente ragionevole.

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RIPSTICK 96

_LIGHT WEIGHT _SMOOTH RIDE _POWERFUL REBOUND The age-old challenge in ski design is creating a lightweight product, offering uncompromising performance at the ski resort that also excels in the backcountry. The Ripstick blurs the line between both, making it the ultimate tool for any experience in the mountains.

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ECO SEVEN BY DAV I D E F I O R AS O

˜ T U T T I G L I I M P I A N T I G O R E FA B R I C S C E R T I F I C AT I I S O 1 4 0 0 1 L. Gore & Associates ha annunciato la certificazione ISO 14001 per il suo impianto produttivo di Putzbrunn, in Baviera. Con questa certificazione, tutti e tre gli stabilimenti dove vengono realizzati i prodotti Fabrics rispettano la norma per il sistema di gestione ambientale riconosciuta in tutto il mondo. La ISO 14001 contribuisce a definire i processi produttivi allo scopo di individuare azioni di miglioramento e sostenerne l’attuazione. Per ottenere la certificazione, lo stabilimento di Putzbrunn adottando una serie di misure nel rispetto di specifici requisiti.

C R E S C E N T M O O N - L A C I A S P O L A D I V E N TA BIODEGRADABILE Crescent Moon Snowshoes, recentemente acquisita da Dunn-Rite, prosegue il proprio percorso di ricerca verso la creazione del prodotto più ecologico possibile, senza compromettere la qualità. Per la stagione invernale 2020/2021, le pluripremiate racchette da neve Eva e Luna diventano biodegradabili grazie alla nuova schiuma Eco-Plastic composta da scarti agroalimentari (come mais e amido di patate) e capace di degradarsi al 50% in soli 4 mesi e al 100% nel giro di un anno. Progettata per resistere a temperature da -20 a 140 gradi Celsius e certificata atossica da SGS.

REPACK - IL PACK AGING RIUTILIZZ ABILE Nel 2016 la produzione di materie plastiche ha raggiunto i 335 milioni di tonnellate, metà delle quali destinate a prodotti monouso e da imballaggio. L'ambizione di RePack? Eliminare i rifiuti creati dall’e-commerce. RePack è un servizio, progettato dalla società finlandese Plan B From Outer Space, che consente la restituzione e il riutilizzo degli imballaggi. Dopo che il consumatore ha ricevuto il suo ordine, RePack può essere piegato in formato busta e lasciato liberamente in qualsiasi casella postale, in qualsiasi parte del mondo. Può essere utilizzato almeno 20 volte e riciclato a fine vita. E’ già disponibile in oltre 50 negozi online, tra cui Zalando, Weekday, Frenn e Makia.

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“It’s not really about the sport itself, it’s about reaching my limits and pushingbeyond them. The same applies to my work, where I encourage others to break from convention and be more creative.” DEUTER AMBASSADOR, LAURA LISOWSKI WITH THE AViANT ACCESS PRO 65 SL. Laura loves all outdoor sports and is always on the lookout for new adventures. The AViANT Access Pro 65 SL is the perfect companion for her: It’s comfortable to carry and quick and easy to pack.

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FA I R W E A R F O U N DAT I O N R I C O N F E R M A IL TITOLO DI LEADER A ORTOVOX Per la seconda volta consecutiva Ortovox è stata insignita del titolo di “Leader” dalla Fair Wear Foundation, organizzazione non profit che punta a migliorare gli standard sociali e le condizioni di lavoro dell’industria tessile. Nonostante la continua crescita e l’apertura di nuovi stabilimenti, il marchio bavarese è riuscito a monitorare il 98% della produzione come previsto dalle direttive FWF. Inoltre, grazie a ProtACT2024, Ortovox ha rimarcato il suo chiaro e tangibile approccio sostenibile. In qualità di membro FWF, l’azienda garantisce, tra i molti altri aspetti, una retribuzione adeguata, condizioni di lavoro sicure e orari di lavoro ragionevoli.

ICEBUG E LE SCARPE DA TRAIL RUNNING PIÙ SOSTENIBILI AL MONDO Dopo il progetto Clean Run promosso tramite la piattaforma Open Innovation, il marchio svedese Icebug apre un altro capitolo nel coinvolgimento della running community: la campagna Kickstarter per la scarpa Outrun, la calzatura da trail running più sostenibile sul mercato. Una provocazione con cui Icebug vuole scuotere l'industria. Outrun, disponibile già da marzo 2020, è realizzata minimizzando le emissioni di CO2, presenta una suola completamente priva di PFC che integra il 15% di gomma riciclata. Ha una tomaia al 100% in poliestere riciclato, mentre l'intersuola è composta in Bloom Foam, biomateriale derivato dalle alghe.

S O ST E N I B I L I TÀ : O D LO P U N TA A L 1 0 0 % Odlo prende una posizione decisa sul tema della sostenibilità, passando all’utilizzo di 100% poliestere riciclato nelle sue linee bestselling Performance Warm Eco e Active Warm Eco. Con questa decisione, il 68% dei baselayer della collezione 2020/2021 verrà realizzato con materiali riciclati o fibre naturali provenienti da materie prime rinnovabili. Da sempre al passo con l’innovazione tecnologica, Odlo presenta anche il nuovo baselayer Active Thermic che introduce la tecnologia di riscaldamento intelligente I-Thermic. Design rinnovato invece per le linee Blackcomb e Natural + Kinship. L’obiettivo di Odlo entro il 2030 è diventare totalmente sostenibile.

HYDRO FLASK ANNUNCIA I BENEFICIARI D E L P R O G R A M M A PA R KS F O R A L L Hydro Flask, leader nella produzione di flasks in acciaio inossidabile, ha annunciato i destinatari del Parks For All Charitable Giving Program. Il marchio donerà più di 500.000 dollari a 16 organizzazioni

senza scopo di lucro le cui mission prevedono la costruzione, la manutenzione e il ripristino degli accessi ai parchi pubblici e agli spazi verdi a livello globale. I progetti spaziano dalla manutenzione dei sentieri alla gestione ambientale, dall'educazione dei bambini all'eliminazione delle barriere architettoniche. Fino ad oggi, Parks For All ha supportato 92 organizzazioni non profit, erogando oltre 1.500.000 di dollari e donando oltre 26.000 bottiglie.

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BY GIULIA BOCCOLA

Deuter, il tuo mondo in uno zaino! Aviant Access Pro 55 SL

Se siete amanti dei viaggi, se amate girare il mondo con lo zaino in spalla, se siete dei veri nomadi, l’Aviant Access Pro 55 SL fa proprio al caso vostro. Questo zaino pratico e versatile proposto da Deuter cela tutti i vantaggi di una comoda valigia. Con il suo accesso frontale, le quattro maniglie e le pareti laterali rinforzate, risulta essere molto resistente e adattabile a qualsiasi situazione. All’interno si può trovare una suddivisione intelligente degli scompartimenti e una borsa separata consigliata per stivare i vestiti già utilizzati, in questo modo tutto il vostro equipaggiamento risulta essere in ordine e al sicuro. Prevede inoltre uno zaino da giorno incorporato, che può essere utilizzato durante i vostri

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viaggi brevi o per la singola giornata. Grazie all’imbottitura extra presente nella cintura della vita, lo zaino risulta molto più confortevole e grazie all’ergonomico pannello posteriore a contatto con la schiena, il peso risulta essere meglio distribuito. Presenta inoltre una tecnologia NFC che permette di collegare il proprio telefono al chip integrato e di registrare il proprio prodotto, favorendo così il ritrovamento in caso di smarrimento. Disponibile in diversi litraggi e differenti colori, questo zaino rappresenta la scelta ideale per chi si sente cittadino del mondo e per chi possiede un’innata disposizione all’avventura. Il mondo è in attesa di essere esplorato.



BY GIULIA BOCCOLA

Arc’teryx migliora la quotidianità Introducendo la Venda Anorak, Arc’teryx presenta un prodotto ancora più versatile, realizzato con una vestibilità specifica per le donne. Prendendo ispirazione dal mondo dell’Outdoor, Arc’teryx, brand Canadese conosciuto per essere sempre all’avanguardia, ha deciso di inaugurare il 2020, con la presentazione di un nuovo guscio disegnato appositamente per il pubblico femminile. La Venda Anorak prende quindi vita grazie ad uno studio che combina soluzioni tecniche ad un’estetica urbana, che la rendono ideale per una moltitudine di occasioni differenti. Progettata per un utilizzo quotidiano, presenta una linea Urban, semplice, minimale e super performante. Una volta indossata, sarà impossibile separarsene. Dallo stile accattivante, è leggera, antivento ed impermeabile: rappresenta la compagna perfetta per sentirsi a proprio agio sia nelle avventure urbane che all’aperto. Dotata di caratteristiche ben riconoscibili nei gusci di Arc’teryx, la giacca a vento Venda Anorak è caratterizzata da un tessuto leggero ed elastico N30s 3L Gore-Tex con tecnologia di supporto Gore C-Knit, che le conferisce una mano morbida abbinata a prestazioni traspiranti. Ideale per proteggersi dalle intemperie, questo guscio presenta una vestibilità rilassata e semplice grazie alla grande apertura laterale che ne facilita l’inserimento, mentre lo Storm Hood regolabile, è in grado di offrire un’ulteriore protezione. Questa giacca, disponibile in tre colorazioni differenti, presenta un taglio asimmetrico che le permette di garantire una copertura extra, una cerniera Water Tight al collo e una spaziosa tasca centrale per stivare i propri oggetti di valore. Un guscio dal taglio semplice e lineare ma dallo stile inconfondibile, adatto per rendere uniche le proprie giornate.

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Gore-Tex Infinium Thermium

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G O R E -T E X INFINIUM THERMIUM

Gore-Tex lancia una nuova tecnologia di calzature adatte all’alpinismo e all’utilizzo a basse temperature. La tecnologia Gore-Tex Infinium Thermium, non impermeabile migliora comfort e protezione, isola infatti il piede dove c’è più bisogno, ovvero intorno alle dita mantenendo i piedi al caldo più a lungo quando fa freddo. I materiali isolanti tradizionali intrappolano l’aria rendendo le calzature ingombranti. Grazie alle eccezionali prestazioni termoisolanti per millimetro, il materiale isolante brevettato Gore-Tex Infinium Thermium è la soluzione più sottile per mantenere i piedi caldi. Questa innovazione offre prestazioni costanti in condizioni di bagnato o asciutto, inoltre, rispetto all‘utilizzo di un comune materiale isolante, la tecnologia Gore-Tex Infinium Thermium garantisce un calore fino a otto volte maggiore nei principali punti di pressione della calzatura. La tecnologia si basa sulla fisiologia umana per sfruttare l’isolamento solo dove è necessario. Le dita sono la zona che perde calore più velocemente, provocando la sgradevole sensazione di avere i piedi freddi. Posizionato nell’area della punta del piede, questo isolamento offre l’equilibrio termico ideale per mantenere i piedi al caldo e fornisce lo stesso calore degli isolamenti tra-

dizionali più voluminosi. È un miglioramento percepibile, comprovato in speciali test di laboratorio e che è stato subito adottato da uno dei brand top di gamma per quanto riguarda l’alpinismo. La Sportiva G5 Evo è uno scarpone ultra-tecnico idrorepellente per alpinismo d’alta quota ed arrampicata su ghiaccio. Facile e veloce da calzare grazie al sistema di chiusura Boa Fit System esterno, è dotato di materiali ad asciugatura rapida. Presenta una ghetta con soffietto in cordura idrorepellente elasticizzato fino all’altezza caviglia ad altissima resistenza all’abrasione. La chiusura del collarino personalizzabile evita l’entrata di ghiaccio e neve mentre la regolazione dell’allacciatura veloce grazie a Boa Fit System esterno posto esternamente alla ghetta con due punti di ancoraggio per una distribuzione della tensione ottimale, permette una chiusura sicura con i guanti e non richiede l’apertura della cerniera. Infine Gore-Tex Infinium Thermium Insulation Technology avvolge lo scafo frontalmente, intersuola compresa, aumentandone la termicità in punta favorendo l’utilizzo dello scarpone anche in situazioni statiche.

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Grazie alle eccezionali prestazioni termoisolanti per millimetro, il materiale isolante brevettato Gore-Tex Infinium Thermium è la soluzione più sottile per mantenere i piedi caldi.


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Polartec Power Air B Y S I LV I A G A L L I A N I

Nel 2018 Polartec, leader nei tessuti innovativi e sostenibili, lancia Power Air, una tecnologia tessile che permette di ridurre di almeno cinque volte la dispersione di microfibre rispetto ad altri pile “premium”.

borazione con il brand outdoor svedese Houdini Sportswear. Houdini Mono Air Houdi sarà infatti il primo prodotto realizzato con Power Air in versione Light, un tessuto leggero e sostenibile, riciclabile e realizzato per il 73% da contenuto riciclato post-consumo e che utilizza l’efficienza dell’aria incapsulata per proteggere le microfibre. Il risultato è un prodotto caldo, confortevole e traspirante che disperde cinque volte meno microfibre di altri pile “mid-layer” di prima fascia.

Si tratta di una costruzione tessile che racchiude microfibre interne, creando sacche d’aria singole simili al pluriball che catturano il calore corporeo. L’involucro a maglia che le avvolge funge anche da barriera di supporto, evitando che le microfibre sfuse fuoriescano nell’ambiente. Le due superfici distinte di Power Air offrono una versatilità di progettazione più ampia rispetto alla maggior parte dei tessuti isolanti. La griglia simmetrica, nel lato interno, trattiene il calore mentre la superficie esterna è liscia, resistente e anti-sfregamento.

Il nome “Mono” deriva dalla costruzione del tessuto con un solo filato, la sua superficie liscia antisfregamento lo rende perfetto per il layering d’inverno, e la sua traspirabilità ne fa un pezzo unico ideale da indossare in una fresca sera d’estate. Houdini Mono Air Houdi si ispira all’iconico Houdini Power Houdi, ed è caratterizzato da uno slim fit elasticizzato, un comodo cappuccio a collo alto e polsini con passapollici. Il collo alto e i morbidi polsini trattengono il calore per garantire un comfort ideale non-stop. Il cappuccio regolabile con visiera favorisce una vestibilità e una protezione su misura per chi la indossa.

Oggi, nel 2020, il brand fa un ulteriore passo in avanti, presentando una versione Light realizzata con un solo filato, completamente riciclabile e con un più alto contenuto riciclato post-consumo, pensato per contrastare il rilascio di fibre tessili inquinanti e per durare più a lungo nel tempo. Polartec Power Air Light verrà lanciato nell’Autunno Inverno 2020, ad Ispo Winter 2020, grazie ad una speciale colla-

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B Y S I LV I A G A L L I A N I

Level women’s flames mitt Il nuovissimo Flames Mitt di Level, parte della collezione Bliss, la linea femminile del brand, è il guanto più caldo sul mercato in arrivo nella prossima stagione.

Il modello Flames, specificatamente disegnato per la donna e certificato Thermoplus 5000, è in grado di offrire le prestazioni più calde in qualsiasi condizione atmosferica. Thermoplus è infatti il marchio di garanzia Level che certifica la capacità di un guanto di limitare la dispersione del naturale calore della mano e garantisce tutta la produzione di guanti del brand, suddividendola per tipologia di utilizzo e per capacità di isolamento fino a temperature di -30°. Scegliendo un prodotto Thermoplus si ha quindi la certezza di indossare un guanto in grado di assicurare il mantenimento ottimale della termicità anche nelle peggiori condizioni climatiche. L’obiettivo di Level è sempre stato quello di progettare prodotti che seguissero le diverse morfologie della mano, offrendo quindi calzate diverse. Guanti assemblati con le migliori fodere, isolamenti, membrane e materiali esterni in maniera tale che la camera d’aria che si va a formare possa creare l’isolamento perfetto e la traspirazione ideale soprattutto per chi ha sempre le mani fredde. La scelta dei materiali adatti per la costruzione di guanti è di fondamentale importanza al fine di ottenere comfort ergonomico ed elevato isolamento termico. L’isolamento e la gestione dell’umidità dei guanti in materiali diversi sono stati testati sia in una camera climatica che in condizioni esterne utilizzando sensori

wireless combinati con termografia all’infrarosso. I risultati ottenuti mostrano differenze sostanziali tra i guanti nelle stesse condizioni ambientali, dimostrando che Level offre un elevato comfort termico in tutti i propri prodotti. La moffola Flames Mitt, in particolare, presenta un look moderno grazie allo speciale taglio femminile preformato ed è realizzata con tre strati di isolamento PrimaLoft, un morbido materiale isolante ed idrorepellente che, diversamente dalla piuma, non trattiene l’acqua e anche in condizioni di elevata umidità mantiene le mani calde garantendo una elevata traspirabilità. La fodera che riveste il guanto è in morbido cashmere, un materiale isolante estremamente soffice e confortevole. Il cashmere è una fibra ottenuta da un particolare tipo di capra. Esso è più fine, più morbido e circa tre volte più isolante della normale lana di pecora, una garanzia nel mantenere le mani calde, asciutte e donare il massimo comfort per poter passare tutta la giornata sulla neve. Flames Mitt presenta inoltre una costruzione 3D, ovvero una fabbricazione anatomica speciale che garantisce una vestibilità naturale. La tecnica di realizzazione delle dita riduce la possibilità di pieghe sui palmi e garantisce una sensibilità elevata. Completa il tutto un polsino in spessa pelliccia che assicura calore e comfort ottimali. Un modello ideale per aggiungere un tocco di glamour a tutti i look invernali.

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La scelta dei materiali adatti per la costruzione di guanti è di fondamentale importanza al fine di ottenere comfort ergonomico ed elevato isolamento termico.


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Relentlessly Responsible

e la Circolarità delle fibre PrimaLoft Bio PrimaLoft Bio Performance Fabric è il nuovo arrivato nelle fila delle tecnologie biodegradabili del brand statunitense leader mondiale nella ricerca e sviluppo innovativo di soluzioni per il comfort basate su materiali per l’isolamento e tessuti ad alte prestazioni. B Y S I LV I A G A L L I A N I

Si tratta di un tessuto sintetico in fibre biodegradabili riciclate al 100% che si disgregano in luoghi come discariche e oceani, attirando i microbi naturali di questi ambienti anaerobici che smaltiscono le fibre in maniera più rapida. Questo processo abbatte gli elementi base del poliestere per trasformarlo in un materiale ad alte prestazioni, senza compromettere la sua integrità originale. Un modo concreto per combattere il crescente problema delle microplastiche che invadono oceani e terreni. Le sue fibre sono infatti rinnovabili e funzionali ad un'economia circolare, e si inseriscono perfettamente nella missione del brand Relentlessly Responsible. Ad oggi PrimaLoft ha salvato dalle discariche oltre 90 milioni di bottiglie di plastica trasformandole in un’avanzata tecnologia di isolamento. Dal 2020 il 90% dei prodotti d’isolamento del brand avranno almeno il 50% di contenuto riciclato, senza con questo compromettere qualità e performance. “L'intenzione di PrimaLoft Bio è stata sem-

pre quella di affrontare l'eventuale fine della vita di un capo in modo efficace, trovando una soluzione per il problema delle microplastiche” ha dichiarato Mike Joyce, presidente e CEO di PrimaLoft. “La biodegradabilità è una soluzione di fine vita che funziona in maniera armonica con il modello di circolarità. Con la capacità di rinnovare le nostre fibre stiamo contribuendo all'economia circolare, la prossima frontiera della sostenibilità”. PrimaLoft dal 2007 utilizza fibre di poliestere riciclato provenienti da bottiglie di plastica. Attraverso questo processo di riciclaggio meccanico tradizionale è possibile creare nuovi materiali ad alte prestazioni. Tuttavia, questo metodo non può essere utilizzato ripetutamente senza sacrificare le caratteristiche prestazionali del poliestere e continuare a utilizzare risorse naturali aggiuntive. Ecco perché PrimaLoft ha cercato nuovi modi per chiudere il sistema: sono nati così Primaloft Bio Performance Fabric e Primaloft Bio Insulation, entrambi disponibili sul mercato a partire dall’autunno 2020.

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Inoltre il brand ha recentemente unito le forze con l’organizzazione ambientale Parley for the Ocean, impegnandosi in un progetto strategico che trasformerà la plastica intercettata da isole remote, spiagge e comunità costiere in prodotti isolanti ad alte prestazioni per l’industria tessile. Sono 8 milioni le tonnellate di plastica che inquinano gli oceani annualmente. Tutto ciò ha un impatto enorme che fa registrare la morte di 1 milione di uccelli e di 100.000 mammiferi marini ogni anno. Anche le conseguenze economiche sono immense: nello stesso periodo la plastica causa danni per 8 miliardi di dollari agli ecosistemi marini. La collaborazione con PrimaLoft come partner ufficiale della catena di fornitura Parley nella rete globale, ad esempio con adidas, è un passo fondamentale in questa lotta. PrimaLoft farà il possibile per incorporare e implementare la strategia AIR (Avoid. Intercept. Redesign), per ridurre l'impronta plastica dell'azienda e unire le forze nella lotta contro l'inquinamento marino della plastica.


PRIMALOFT® È UN MARCHIO REGISTRATO DI PRIMALOFT, INC. ©2019 PRIMALOFT, INC.

Ecco PrimaLoft® P.U.R.E.™ Il nuovo standard di tecnologia produttiva che utilizza l’aria invece che il calore dei forni per produrre PrimaLoft®. Il risultato? Una drastica riduzione delle emissioni di carbonio in tutto il mondo. Un brillante cambiamento nel nostro processo, che fa e farà una enorme differenza per l’ambiente. P.U.R.E. ha inaugurato una nuova era di collaborazione tra noi e Madre Natura, dimostrando ancora una volta cos’è possibile quando si è inesorabilmente responsabili - Relentlessly Responsible™ in ogni aspetto della nostra attività.

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Under Armour HOVR Machina

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Per la nuova stagione Under Armour presenta UA HOVR Machina, una scarpa che permette di tenere monitorato in tempo reale il proprio allenamento. Tutti i runner sono sempre alla ricerca di quel vantaggio in più dato da una scarpa da corsa ad alta ammortizzazione per le gare di lunga distanza o da una scarpa da corsa leggera per una corsa più veloce. Under Armour ha cercato di risolvere questo problema e di trovare il perfetto equilibrio tra ammortizzazione e ritorno di energia, inserendo queste caratteristiche in un un unico prodotto che garantisse massima velocità e una corsa fluida, in modo da portare la competitività ai massimi livelli. UA HOVR Machina mixa la velocità di una scarpa da corsa con il vantaggio di avere un trainer a distanza sempre a disposizione. Come tutte le calzature 2020 Under Armour è infatti collegata digitalmente, permettendo a chi la indossa, di tracciare e analizzare la propria corsa. Dal 1 febbraio 2020 Under Armour introdurrà una funzione personalizzata di allenamento con trainer in tempo reale che aiuterà ogni runner a gestire meglio il rischio di infortunio e a migliorare le loro prestazioni. Si avrà a disposizione un allenatore personalizzato che fornisce un feedback istantaneo per raggiungere gli obiettivi preposti. Gli atleti potranno inoltre misurare l'angolo di battuta del piede e il tempo di contatto con il terreno, grazie ad un'analisi post gara ed avere quindi una visione più approfondita della loro forma, particolarmente utile nelle corse più lunghe. Tutte queste features saranno disponibili con una connessione senza interruzioni e facile da usare con MapMyRun, una delle più grandi comunità digitali di salute e fitness del

mondo, che conta 270 milioni di utenti. Venendo alla scarpa in sé, UA HOVR Machina ha come caratteristiche principali leggerezza e reattività. Ciò che dà alla scarpa la sua velocità di rotazione è la piastra di propulsione a molla in Pebax a 2 punte, riempita di carbonio, progettata per mantenere un passo veloce a qualsiasi distanza. La scarpa è inoltre dotata di una nuova intersuola non ingabbiata e di tutti i vantaggi di un ammortizzatore UA HOVR morbido, senza alcun peso extra. La gabbia supporta UA HOVR sotto l'intersuola, mentre i lati non sono ingabbiati, risparmiando peso e fornendo comunque un’ammortizzazine reattiva. La rete a compressione Energy Web contiene e modella la schiuma UA HOVR per restituire l'energia utilizzata. La tomaia in mesh è estremamente leggera e traspirante per la massima velocità mentre la suola in gomma piena copre le zone ad alto impatto per una maggiore durata con meno peso. I pods in gomma al carbonio sotto il tallone offrono una maggiore trazione e durata nelle zone d’urto 36

ad alto impatto. Con la stessa durata e la stessa vestibilità dell'affidabile UA HOVR Infinite e circa il 20% in più di ammortizzazione UA HOVR, la nuova UA HOVR Machina fornisce un ritorno di energia maggiore per aiutare a rendere l'ultimo miglio più veloce.


Enviro Splitboard Camp

BY DENIS PICCOLO

Lo scorso inverno nascevano - rigorosamente sottobanco - gli Ingloriousplitboarder, un gruppo di rider con un forte desiderio anticompetitivo. Nella loro “dichiarazione di nascita” si leggeva:

Noi siamo senza gloria. Perché non ci importa arrivare su una cima e nemmeno dei metri di dislivello percorsi, quello che ci importa è “andare”; versare sudore e sputare sangue, ridendo. Non siamo fatti per la gloria, perché odiamo l’egoismo e disdegniamo la competizione fine a se stessa, lottando contro il demone del protagonismo. Non siamo fatti per la velocità, ci piace muoverci rapidi, ma con la lentezza necessaria per apprezzare ogni momento e per sentirci in contatto con i luoghi che attraversiamo. Diamo uguale importanza ad ogni attimo trascorso in natura, sulle nostre split. Sia esso in un bosco, in un canale ripido o in alta montagna. In compagnia di amici, di sconosciuti o in totale solitudine. In powder o sulla crosta. Per noi il “quanto” non conterà mai più del “come”. Per noi LA cima non conterà mai più di UNA cima. Per noi la prestazione non conterà mai più di un momento condiviso. Non siamo una crew, non siamo un club, e

nemmeno un’associazione. Siamo un libero collettivo di splitboarder che non vuole essere inquadrato o incasellato. Perciò non siamo nemmeno questo. Siamo - semplicemente - senza gloria. Perché la gloria non fa per noi. Esattamente a un anno di distanza, dopo alcuni raduni spontanei, gli Inglorious hanno deciso di organizzare il primo Enviro Splitboard Camp, un appuntamento in grado di esprimere al massimo la loro filosofia. L’obiettivo del camp, infatti, non è stato solo quello di condividere due giorni di splitboarding in zone incontaminate all’interno del Parco dello Stelvio ma anche - e soprattutto - creare una continuità tra attività outdoor e tematiche ambientali. Così Luca Albrisi e Luca Dalpez - supportati dalla Guida Alpina Tiziano Canella e in collaborazione con l’associazione ambientalista Selva Urbana - hanno proposto due giorni di gite in split alternati alla visione di documentari e momenti di discussione riguardanti alcune delle principali tematiche ambientali legate ai

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territori montani. Questo primo camp, denominato “Hug a Tree” edition, era appunto dedicata agli alberi e alla loro fondamentale importanza all’interno del sistema naturale. A tale scopo sono state esplorate zone della Val di Peio caratterizzate dalla presenza di larici secolari - che gli Inglorious hanno anche abbracciato - ed è stato proiettato il documentario Treeline, incentrato sulle sorprendenti caratteristiche degli alberi e il loro modo di fare sistema. In tal modo è stato possibile contemporaneamente approfondire aspetti ambientalisti teorici, toccare con mano zone strettamente interessate da tali tematiche e ipotizzare possibili azioni concrete da attuare. L’intento dei prossimi appuntamenti sarà quello di affrontare tematiche ambientali diverse sulla base dei territori scelti e delle problematiche ad essi connessi ma mantenendo lo stesso spirito Inglorious. #INGLORIOUSPLITBOARDER #THEOUTDOORMANIFESTO # TA K E ACT I O N


B Y S I LV I A G A L L I A N I

AKU Minima Designed to Reduce Esattamente in questi giorni, ad ISPO Winter 2020, Aku sta presentando al mondo la sua nuova ed innovativa calzatura a basso impatto ambientale. Parliamo del modello Minima, vincitrice del prestigioso riconoscimento ISPO Award Gold che premia la miglior calzatura outdoor urban lifestyle per la stagione Autunno/Inverno 2020.

Uno scarponcino invernale dal design ispirato alle tradizionali scarpe da montagna che è stato premiato per l’importante valore espresso nella ricerca di soluzioni progettuali a basso impatto ambientale, confermando il ruolo leader dell’azienda di Montebelluna sul tema della sostenibilità e dell’impegno responsabile. Abbiamo raggiunto Giulio Piccin, responsabile prodotto di Aku, per saperne di più su questo prodotto innovativo e che getta le basi per uno standard di riferimento nella progettazione e produzione di calzature responsabili. Ciao Giulio, come nasce il modello Minima? Minima è stato il punto di arrivo di uno studio durato più di due anni. Siamo la prima e unica azienda del settore outdoor ad aver calcolato e certificato il grado di impatto ambientale di una scarpa, il nostro modello Bellamont Plus, secondo il protocollo EPD Environmetal Product Declaration, un modo per capire quali sono gli impatti reali dalla produzione di materie prime fino al fine vita di un prodotto. Grazie a questa analisi abbiamo identificato che una delle aree di maggior

impatto è la pelle e ciò ci ha portato a concentrarci sul tipo di pelle che riducesse al minimo la nostra impronta. Abbiamo selezionato un pellame che la conceria chiama Zero Impact, un prodotto metal free e che viene realizzato attraverso un processo di concia innovativo in quanto riduce l’utilizzo di acqua. Inoltre è la stessa conceria a recarsi al macello a prendere i pellami freschi, evitando cosi che questi vengano salati per bloccare il processo di degradazione. Un processo lungo e complicato che porta ad avere una riduzione d’impatto significativo. L’altro aspetto fondamentale sui cui ci siamo concentrati è stato quello di trovare un sistema per utilizzare meno pelle possibile. Con la conceria Dani, nostro partner da anni, abbiamo lavorato ad un pellame che non solo fosse Zero Impact ma che fosse finito non solo sulla parte superiore ma anche sul retro. Questo perché il pellame pieno fiore, laddove c’è un difetto, non può essere utilizzato e non viene accettato dal cliente e dal consumatore. Le parti scartate quindi sono state riprese e rovesciate per realizzare collarini e talloni. Quindi il prodotto è stato disegnato

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perché potesse vestire lo scarto senza danneggiare l’estetica del prodotto. Un modo per dare anche più carattere al prodotto, l’idea era che non esistesse più un design puramente estetico ma che all’interno dei processi di creazione dovesse esserci sempre una connessione con l’agire responsabile, trovare un sistema nuovo per fare dei passi avanti nella riduzione del nostro impatto. Sostenibilità e impegno responsabile sono temi molto dibattuti ultimamente. Spesso ci si chiede se non siano solo una moda del momento. Il lavoro che avete fatto con Minima, al contrario, è stato un processo lungo e complicato che fa trasparire invece quanto questi aspetti siano fondamentali per Aku. È così perché facendo scarpe da montagna siamo abituati a fornire un prodotto non ad un semplice consumatore ma ad un’utilizzatore che è consapevole e acquista un prodotto per le sue qualità e la sua durata. Siamo totalmente fuori dal tema della moda dove la spinta maggiore è quella di convincere un consumatore a cambiare il più velocemente possibile il prodotto perché diventa obsoleto. Abbiamo prodotti in


collezione da 40 anni e la fortuna di essere un produttore locale. Ogni nostro modello è disegnato, sviluppato e prodotto da noi, quindi abbiamo un contatto veramente diretto con i fornitori di materie prime. Nel caso della conceria Dani, che ci fornisce il pellame, c’è un rapporto di partnership, anche loro spingono molto sui temi della responsabilità sociale e ambientale e con loro possiamo lavorare anche su progetti fuori dal comune. Minima è la conclusione di uno studio importante ma anche il punto di partenza per un nuovo standard di riferimento nella produzione di calzature responsabili. Esatto, si tratta di un progetto costantemente work in progress. Il design delle calzature di Aku nasce con la dedizione alla responsabilità, con l'obiettivo di ridurre gli scarti di pelle durante la produzione riutilizzandoli in vari componenti del prodotto, mentre le emissioni di CO2 prodotte durante l'intero ciclo di vita di Minima sono state compensate sostenendo le iniziative delle Nazioni Unite per climateneutrality (UNFCCC). Noi abbiamo fatto quello che secondo le Nazioni Unite sono i primi due passi

fondamentali che ogni brand dovrebbe fare. La prima cosa è calcolare il proprio impatto ambientale. La seconda è quello di ridurlo. Il terzo passaggio, che deve essere funzionale ai primi due, è compensare quello che non si è riusciti a ridurre. Una volta che avremmo raggiunto i quantitativi d’ordine andremo a compensare la CO2 emessa e per farlo utilizzeremo proprio la piattaforma delle Nazioni Unite. Tutto questo senza considerare il fatto che la conceria stessa svolge già a sua volta un’azione di compensazione sui pellami che ci fornisce. Progetti futuri? Avete in programma di applicare gli studi compiuti per Minima anche ad altri modelli? Potrebbe essere. È un concept che ha richiesto molto tempo quindi ora che abbiamo visto che funziona potremmo pensare anche di estendere questa lavorazione ad altri modelli. Il premio di ISPO Award Gold è un riconoscimento che oltre a farci molto piacere, ci ha confermato ancora una volta che la direzione intrapresa è quella giusta.

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Siamo la prima e unica azienda del settore outdoor ad aver calcolato e certificato il grado di impatto ambientale di una scar pa, il nostro modello Bellamont Plus, secondo il protocollo EPD Environmetal Product Declaration, un modo per capire quali sono gli impatti reali dalla produzione di materie prime fino al fine vita di un prodotto.


BY DENIS PICCOLO

Ortovox da sempre ha come aspetto centrale e portante della sua mission aziendale la sicurezza. Con questo termine non ci si riferisce solo alla protezione offerta attraverso i prodotti del brand, ma anche a quella delle persone, dell’ambiente e del mondo animale. La sostenibilità si può e deve essere declinata anche attraverso un attento controllo delle farm tasmaniane produttrici di lana o in montagna, un compito destinato a durare nel tempo e da perseguire con convinzione e dedizione.

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Ortovox Wool Promise


NO AL MULESING. • CONSERVARE L A N AT U R A . • RAPPORTI PERSONALI E DIRETTI CON A L L E VATO R I E C O LL A B O R ATO R I . • TRASPARENZA F I N O A L L’ O R I G I N E PER I COMMERCIANTI E PER I CLIENTI.

L

’impegno per la lana equosolidale è un aspetto che distingue Ortovox dal 1988. La protezione di uomini e di animali ha portato il brand, dopo oltre due anni di trattative con allevatori, fornitori e produttori, a fondare la Ortovox Wool Promise (OWP) che definisce il proprio standard per la lana. Questo standard si concentra sul benessere degli animali, sulla gestione delle farm e del territorio e anche sul trasporto e la macellazione. Oltre 60 indicatori vengono controllati nelle farm nel corso di audit annuali da revisori indipendenti e certificati. Inoltre Ortovox riunisce una volta l’anno i diversi gruppi di interesse della catena di commercializzazione della lana e offre una piattaforma per discussioni critiche, trasparenza e per nuovi approcci risoluti.

1.

No al mulesing. Ovvero una pratica chirurgica utilizzata negli allevamenti ovini che consiste nell'asportazione di una parte di pelle della zona perianale degli animali. Il mulesing provoca inutile dolore e stress agli animali. In Europa è vietato, mentre in Australia e Nuova Zelanda, da cui proviene quasi il 90% della lana mondiale, questa tecnica viene ancora messa in atto. Ortovox, fornendosi solo da allevamenti 100%

mulesing free e svolgendo un attento controllo sulle sue farm, mette al primo posto il benessere degli animali e per la OWP ha definito inoltre altri 64 punti mirati a garantire il benessere delle proprie pecore.

2.

Conservare la natura. La lana è una fibra naturale e quindi un prodotto olistico. È parte integrante del ciclo naturale per questa ragione è fondamentale che gli allevatori pratichino un tipo di agricoltura sostenibile in modo da creare delle fondamenta ottimali per la salute degli animali e dell’uomo, sia oggi che per le generazioni future.

3.

Rapporti personali e diretti con allevatori e collaboratori con cui Ortovox ha stipulato contratti pluriennali e presso cui effettua regolarmente visite in loco. Dal 2010 infatti il brand ricava la lana Merino per il mountainwear da sei 60.000 pecore di sei farm selezionate in Tasmania, tutte aziende che soddisfano le alte esigenze di qualità e seguono le ampie e dettagliate direttive dello standard per la lana di Ortovox Wool Promise. Il rapporto con gli allevatori è improntato sull’amicizia e sulla fiducia reciproca, una collaborazione stretta e amichevole che diventa fonte di sempre nuove forze per cambiare le cose.

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4.

Trasparenza fino all’origine per i commercianti e per i clienti. È infatti possibile tracciare lo sviluppo dei prodotti Ortovox fino alla loro origine, dalle farm di pecore della Tasmania. Trasparenza e controllo della complessa catena di approvvigionamento rappresentano una grande sfida, ma contemporaneamente anche una questione che sta molto a cuore al brand e per questa ragione diventa di fondamentale importanza sapere chi sono le persone dalle quali tutto ha avuto inizio: ovvero allevatori e produttori della lana pulita.

La protezione di uomini e di animali ha portato il brand, dopo oltre due anni di trattative con allevatori, fornitori e produttori, a fondare la Ortovox Wool Promise (OWP) che definisce il proprio standard per la lana.


Nike Trail Genealogy. La storia di Nike nel mondo del trail running inizia nel 1978, quando una squadra composta dai migliori alpinisti americani, indossando scarpe Nike, raggiunge il campo base della seconda vetta più alta del mondo, il K2. La prima vera scarpa da trail running di Nike, infatti, nasce in modo quasi casuale. Nel 1978, John Roskelley e Rick Ridgeway sono fra i membri della prima spedizione statunitense che raggiunge la vetta del K2 senza l'uso di ossigeno supplementare. Nike decide di donare al loro progetto $10.000 nonostante ai tempi non avesse ancora una linea di prodotti dedicata all’outdoor o al trail running, in compenso fornisce loro un paio delle sue nuove scarpe da running, le Nike LDV, per la scalata al campo base di 10 miglia.

runner. Sin dall'inizio, Nike ha puntato sulle caratteristiche che ancora oggi contraddistinguono i suoi modelli da trail running: leggerezza, trazione, materiali innovativi, allacciature ergonomiche.

1984 Nike Escape Ma bisognerà attendere il 1984 per avere la prima scarpa specificatamente progettata per un uso outdoor/ trail. Stiamo parlando del modello Nike Escape disegnato dallo stesso Mark Parker. Erano gli albori del trail running, e Parker e tutti gli altri pionieri di questa disciplina indossavano solamente scarpe estremamente robuste che all'epoca erano sinonimo di stabilità.

Le LDV erano leggere e comode, completamente l’opposto dei tradizionali scarponi da hiking estremamente pesanti. Sui quei sentieri accidentati e rocciosi le LDV performavano meglio delle classiche scarpe da montagna in quanto erano più comode, più flessibili e più traspiranti. Roskelley e Ridgeway tornano dalla spedizione entusiasti e con numerosi suggerimenti per Nike su come adattare i loro design per la creazione di scarpe da trekking leggere.

“Ho letteralmente steso un foglio sul cofano di un'auto e ho disegnato la scarpa” ha successivamente raccontato Parker. La scarpa nasce prendendo in prestito alcuni elementi del modello da running Pegasus, che lui stesso aveva recentemente progettato, aggiungendogli uno stabilizzatore più pesante e una tomaia che risultasse più durevole. Parker realizza alcuni modelli campione facendoli testare dai suoi compagni di pista che rimasero sorpresi dal risultato. L’Escape riceve immediatamente recensioni entusiastiche e viene quindi messa in produzione per la stagione successiva.

In quegli anni, Mark Parker, footwear designer e appassionato di trail running, era alla ricerca di scarpe da corsa uniche per la disciplina che amava. Fu lui a progettare la prima scarpa da trail running ufficiale dell’azienda, testata dai trail

B Y S I LV I A G A L L I A N I

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J O H N R O S K E L L E Y E R I C K R I D G E WAY D U R A N T E L A P R I M A S P E D I Z I O N E STAT U N I T E N S E C H E RAG G I U N G E L A V E T TA D E L K 2 C O N L E N I K E L DV

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1989 Nike Air Wildwood ACG

1997 Nike Air Terra Sertig & Air Terra Albis

In pochi anni il trail running prende sempre più piede e Nike, nel 1989, lancia il suo secondo modello specificatamente ideato per questa disciplina. Nike Air Wildwood ACG, diversamente dalla Escape si differenzia per i suoi colori vivaci presentando una suola costruita per terreni accidentati e una tomaia interamente sintetica perfetta per pioggia e fango. I materiali sono leggeri, ideali anche in condizioni di bagnato, mentre i pannelli microforati assicurano traspirabilità.

Degli stessi anni sono anche i modelli Nike Air Terra Sertig e Air Terra Albis, sempre opera dello stesso Peter Fogg. Il primo modello combina elementi di una scarpa da trail running con uno scarpone da trekking, grazie a punta e parafango resistenti all'abrasione e tomaia in mesh traspirante. Intersuola a profilo molto basso con l'unità Zoom Air nell'avampiede e un'unità Air-Sole di grande volume nel tallone, uniti alla speciale costruzione podolare, offrono stabilità consentendo al piede di reagire e rispondere su superfici irregolari.

1993 Nike Air Pegasus RD

1999 Nike Air Terra Goatek

Combina le migliori caratteristiche del modello Air Pegasus ad una maggior robustezza ideale per gli ambienti outdoor. Incorporando materiali impermeabilizzanti, rinforzando la suola e la punta del piede, la Pegasus RD è la scarpa ideale per passare dalla strada ai sentieri.

L'ultima a chiudere il millennio, che presenta una tecnologia della suola unica e innovativa chiamata gomma adesiva G-Tek. La costruzione della gomma è in cuscinetti in uno schema che ricorda gli zoccoli di una capra di montagna che si arrampica su ripide scogliere, da cui deriva anche il nome Goatek. La scarpa presenta anche un distacco mediale dal tallone alla punta e una tomaia resistente all'acqua e all’abrasione.

1997 Nike Air Humana Progettata dal famoso designer Peter Fogg, si tratta della prima scarpa da trail ad incorporare un rivestimento in tessuto attorno all'intersuola. Altamente innovativa, l'intersuola in tessuto offre una resistenza laterale all'abrasione e maggiore stabilità. Le scanalature flessibili dell'avampiede garantiscono una flessibilità combinata con una configurazione bidirezionale della trazione perfetta durante ripide salite o discese. L'unità Air e l'avampiede Zoom Air la rendono inoltre una scarpa ammortizzata altamente confortevole, ideale sia su percorsi trail che sulle strade di città.

2005 Nike Air Oriziba Nike Air Oriziba Inaugura la nuova era di Nike Trail Running. Questa scarpa prende il nome da Pico de Orizaba, la montagna più alta del Messico e la terza più alta del Nord America e presenta materiali innovativi nella tomaia quali Gore-Tex XCR per una maggiore impermeabilità ma senza comprometterne la traspirabilità grazie alla speciale costruzione. L’unità Zoom Air nel tallone e nell'avampiede ne fanno una scarpa dalla grande ammortizzazione e assorbimento degli urti.

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RUNNER CON LA NIKE ESCAPE

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SKETCHES DELLA NIKE AIR ORIZABA

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Arriviamo ai giorni nostri con i modelli Nike Air Zoom Terra Kiger e Nike Zoom Terra Wildhorse giunte ad oggi alla loro quinta edizione.

Nike Air Zoom Terra Kiger 5 È una scarpa pensata per essere utilizzata su terreni difficili e rocciosi, grazie alle alette multidirezionali dalla forma netta e decisa e il battistrada in gomma morbida che facilitano il contatto con i percorsi e offrono maggiore trazione su superfici bagnate. La tomaia traforata allontana l'umidità e permette maggiore traspirabilità.

Nike Zoom Terra Wildhorse 5 È una scarpa da trail progettata per offrire il massimo comfort, leggerezza e stabilità. Assicura un'andatura ideale su terreni accidentati, grazie al tessuto multistrato e traspirante. Il robusto piatto suola protegge il piede, mentre l'unità Zoom Air nel tallone ammortizza il passo su sentieri e sterrato. Ad oggi si tratta probabilmente della scarpa da trail running più conosciuta dell'azienda di Oregon e la scelta preferita per i corridori di montagna.

Nike Pegasus 36 Trail Ultima aggiunta in casa Nike Trail è infine Pegasus 36 Trail. Con un look rinnovato e nuove performance, la crossover più versatile di Nike ritorna per la prima volta dopo diversi anni. Nike Air Zoom Pegasus 36 Trail prende ispirazione dalla mitica Pegasus e presenta la stessa forma, lo stesso fit e la stessa sensazione della corsa su strada. La tomaia traforata in mesh assicura comfort e traspirabilità, mentre le unità Zoom Air ammortizzano il passo. Infine le alette sulla suola assicurano la massima trazione per la corsa in salita.

Il perfetto punto di arrivo di una storia iniziata molti anni fa grazie all’amore per la vita all'aria aperta che ha da sempre contraddistinto il DNA del brand e che contribuisce a rendere Nike quello che è ancora oggi.

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Angus Rowley. Wool Guru.

BY DENIS PICCOLO

Anima selvaggia di Mons Royale. Guru del merino. Allevatore e Freeskier. Dalla natura incontaminata di Lake Wanaka, in Nuova Zelanda, Mons Royale immagina e crea capi tecnici in lana merino dalle alte prestazioni e dallo stile inconfondibile. Indumenti tecnici che annullano il compromesso tra performance ed estetica, progettati con cura ed indossabili nelle più diverse situazioni, dallo sport alla vita di tutti i giorni. Ma anche per pascolare le pecore, proprio come fa Gus Rowley! Se un giorno vi capitasse di incontrarlo, da una prima e rapida occhiata vi sembrerà sicuramente tutto fuorché che un normale allevatore di pecore: le sue braccia, ricoperte da una serie ben visibi-

le di tatuaggi, ed il suo stile ricordano molto chi ha vissuto a pieno la scena punk skate/ surf/snow negli anni ’90. Ovviamente anche il suo pick up (con cui trasporta le sue amate pecore) è dotato di una spiccata personalità, i finestrini sono ricoperti di adesivi Armada Skis e di vari ski resort. Gus è un amico di vecchia data di Hamish Acland, fondatore di Mons Royale e suo fedele compagno di scorribande in freeride, nel corso degli anni i due hanno stretto un legame inscindibile ma la cosa che li avvicina di più oggi non è la loro passione per lo sci ma sono le pecore: migliaia e migliaia di pecore!

“Sono il primo fan di Mons Royale! Dal primo giorno e fino in fondo: anche quando trattavo la lana per un altro marchio già ammiravo le linee dei loro capi e la loro filosofia. Con il tempo poi è diventato un marchio di successo e quando Hamish ha voluto coinvolgermi direttamente come fornitore in primo luogo e poi per aiutare nel raccontare la storia della nostra lana e della sua certificazione ZQ, ho detto assolutamente sì. Credo molto nella certificazione ZQ! E’ il segno distintivo più alto nell’industria della lana per il benessere degli animali e per l’utilizzo responsabile del territorio: aiuta a rendere coscienti i consumatori riguardo all’acquisto dei loro capi e all’impatto che essi provocano in natura. L’acquisto di un capo in merino proveniente da un’azienda sotto il programma ZQ è la scelta più intelligente per chi desidera un capo tecnico e affidabile ma sostenibile e ad impatto ambientale zero”. - ANGUS ROWLEY

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Gus fa sembrare l'allevamento di pecore merino un'esperienza bellissima, poetica ma allo stesso tempo dura ed impegnativa. Quando lo si sente parlare mischia in un turbine di entusiasmo aneddoti di vita vissuta durante il pascolo estivo nelle Alpi meridionali neozelandesi in terreni di media alta montagna, dove le pecore pascolano libere a contatto con la natura con i suoi venti, le sue temperature a volte rigide e le improvvise piogge, e le discese in freeride, magari sugli stessi terreni.

Esperto di montagna, di lana e di sci è orgoglioso di allevare le sue pecore con rispetto e passione in un ambiente come questo perché vivono quasi come animali selvatici; possono esprimersi totalmente come se fossero libere al 100%, il loro benessere è per lui una vera priorità! Forse lui non lo sa o forse semplicemente non da peso alla cosa ma rappresenta una nuova via nell’allevamento: quella che collega con una linea ben visibile le persone che acquistano ed utilizzano il prodotto ai marchi che lo realizzano fino ai singoli allevatori ed alle loro pecore!

La certificazione ZQ merino dei prodotti Mons Royale. ZQ Merino è il marchio che certifica la lana etica nel mondo. Rappresenta una migliore qualità della vita per gli animali, per il nostro pianeta, per noi e per voi. Gli allevatori ZQ credono nell’allevamento sostenibile e vivono per i valori ZQ. Ogni prodotto certificato dal marchio ZQ è eco sostenibile, etico, tracciabile e si basa su 5 valori fondamentali: 1. Benessere degli animali. Le pecore ZQ Merino vivono libere in natura, curate, idratate, mai sottoposte a forti stress. Oltre a questo le pecore ZQ non vengono nutrite con mangimi, non vengono in contatto con cibo OGM ed ovviamente il mulesing - una dolorosa asportazione di un lembo di pelle nella zona perianale atto a prevenire infestazioni da parassiti - non è praticato da nessun allevatore ZQ. 2. Sostenibilità ambientale. La lana ZQ Merino proviene solo da allevatori che soddisfano i più alti standard ambientali. Tutti gli agricoltori ZQ sono valutati e controllati da formatori e revisori di terze parti qualificati a garantire il rispetto di rigorosi standard. 3. Fibra di qualità. Ogni vello è selezionato a mano da esperti classificatori di lana per garantire che solo le fibre più fini vengano inserite nel filato. Il processo ZQ garantisce che la qualità della lana sia coerente nei test di bianchezza, resistenza, bassa variazione e contaminazione. 4. Responsabilità sociale. Gli allevatori ZQ Merino sono legati, grazie alla loro passione e dedizione, a un’attenta gestione del territorio, con particolare attenzione alla salute ed alla sicurezza. 5. Tracciabilità. La lana ZQ Merino è tracciabile dalla fattoria da cui proviene fino al capo finito. Gli agricoltori sono collegati ai brand che acquistano la loro lana e viceversa!

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From the future BY GIULIA BOCCOLA

Special FW 20 preview

adidas

Alpina

Arc’teryx

PRIMEKNIT JACKET

5W1NG

ALPHA SV JACKET

Giacca tecnica e performante creata da adidas Terrex per il fast hiking. Progettata con un unico pezzo di tessuto a maglia senza cuciture, garantisce la massima libertà di movimento e protezione dagli elementi. Ventilazione mirata e regolazione della temperatura grazie alla mappatura del corpo.

Una vera leggenda. Gli occhiali che hanno riscosso più successo negli anni ’80 sono ancora in circolazione e si adattano a diverse applicazioni. L’ampio campo di versione e le lenti Quattroflex garantiscono la massima vestibilità. All’avanguardia e polarizzati, sono fatti per ispirare.

Un performer collaudato in severe condizioni alpine, è stato costruito con il nuovo Gore-Tex Pro impermeabile, antivento e traspirante con una tecnologia più robusta, è infatti il Gore-Tex Pro più durevole e resistente di sempre. Tecnologia di localizzazione Recco integrata e StormHood riprogettato.

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FW 20 preview 1.

2.

Black Diamond

Camp

1. SESSION APPROACH

2. TECHNICIAN APPROACH

CORSA RACE

Progettata per ogni attività giornaliera, dalla palestra, alla falesia alle uscite cittadine. La scarpetta integrata avvolge il piede come un calzino e la tomaia in maglia traspirante ne regola la temperatura. Il tallone elasticizzato e pieghevole permette un più facile inserimento del piede.

Scarpa da avvicinamento ultraleggera e performante, con una calzata di precisione che permette di gestire i terreni più tecnici. Tomaia EnduroKnit ultra traspirante e resistente per un miglior controllo della temperatura e suola in gomma BlackLabel Mountain per fornire la massima aderenza.

Realizzata per le competizioni di scialpinismo, questa piccozza esalta il significato di leggerezza. Il risultato è stato ottenuto riducendo in più punti lo spessore del materiale del manico e rimuovendo l’inserto antineve. Non risulta adatta all’utilizzo su ghiacci e terreni misti molto impegnativi.

Crazy

DMD

PULL NEUTRON MAN

YETI

Felpa tecnica da utilizzare come secondo strato. Altamente traspirante, è leggera e versatile, è la perfetta compagna da avere nello zaino quando si fa alpinismo. Realizzata in HP3D

Progettato con materiali e tecnologie all’avanguardia, offre un elevato grado di protezione e comfort. Sistema di ventilazione posteriore e mousse al suo interno di alta qualità per un miglior

è molto resistente e grazie alla sua costruzione a nido d’ape funge da termoregolatore. Dal fit atletico.

assorbimento degli urti. Tre calotte diverse per il massimo della vestibilità.

Dachstein

Deuter

SP 02 GTX W

FREERIDER PRO

Un prodotto altamente tecnico che ha integrato fibre Spectra estremamente resistenti e leggere. Mid cut invernale impermeabile grazie alla membrana in Gore-Tex, fodera in morbido pile e suola Vibram Ghiaccio con mescola Arctic Grip per una trazione completamente nuova.

Per ogni avventura invernale. Questo zaino oltre ad avere un’ampia apertura a cerniera sul pannello posteriore, rendendo quindi più facile l’accesso al contenuto e senza dover sganciare l’attrezzatura legata al suo esterno, è anche dotato di una chiusura roll top in grado di offrire 10L extra.

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FW 20 preview

1.

2.

Dynafit

Dolomite

1 . B L A C K L I G H T P R O Larghezza centrale

di 80 mm, nucleo in Paulonia con costruzione in carbonio leggero e il peso minimo di 900 gr lo rendono lo sci ideale per chi punta in alto. Nuovo sistema Pin Skin dove le pelli non si agganciano più all’estremità ma sono fissate allo sci tramite un pin e il relativo inserto.

E9

2 . AT TAC C O S P E E D S U P E R L I T E 1 5 0

MIAGE PEAK GTX

Attacco speed dedicato agli amanti della salita. In alluminio e con il peso di soli 150 gr, è molto versatile e offre la possibilità di regolazione su valori DIN da 4 a 13. Affidabile e sicuro in ogni condizione, presenta un’elevata capacità di trasmissione dell’energia sullo sci.

Precisione, comfort e leggerezza, queste le caratteristiche essenziali che lo rendono il nuovo punto di riferimento per gli alpinisti. La fodera Gore-Tex Insulated Comfort Duratherm garantisce impermeabilità e isolamento termico, mentre la suola Peak FC è garanzia di ammortizzazione e grip eccellente.

1.

2.

1 . M I M M O Maglia da uomo a manica lunga

dotata di cappuccio. Confortevole e dalla vestibilità regolare, presenta due ampie tasche laterali e il logo ricamato sulla parte frontale. Realizzato interamente in Italia, fa parte della nuova collezione autunno/inverno 2020. R O N D O Il nuovo pantalone d’arrampicata della linea urbana pensato per l’uomo e realizzato in velluto per affrontare le giornate autunnali più fredde. Dalla vestibilità sottile, offre il massimo del comfort e un’ottima libertà dei movimenti. Realizzato in Italia, presenta vita e fondo gamba regolabili. 1.

Zamberlan

Gregory

3 0 3 0 Modello ramponabile ideale per le spedizioni alpine è realizzato in cordura elastico tecnico e presenta una fodera in Gore-Tex Insulated che garantisce un ottimo isolamento e grazie al Boa Fit System, è possibile stringere e allentare la tensione con un semplice gesto e senza togliersi i guanti.

TA RG H E E

F T Il nuovo zaino da sci alpinismo dotato di un innovativo sistema di trasporto degli sci che, grazie al sistema di gancio a frizione Fast Truck, sulle brevi distanze, permette di fissarli in modo rapido senza togliere lo zaino. Schienale e imbottitura progettati per l’uso alpino e sistema di sospensione FusionLite.

EIGER

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FW 20 preview 1.

2. 2. 1.

Fjällräven 1 . E X P E D I T I O N L AT T H O O D I E

2 . E X P E D I T I O N L AT T H O O D I E W

Ideale per il trekking e altre attività invernali, questa giacca imbottita è stata pensata sia come secondo strato, da utilizzare sotto un guscio per fornire calore extra sia come strato esterno quando le condizioni sono più miti. Realizzata in nylon riciclato al 100%, è leggera e comprimibile.

Questa giacca progettata appositamente per un pubblico femminile, risulta più sciancrata e morbida. Compagna ideale per qualsiasi attività invernale è realizzata in nylon riciclato al 100%, mentre l’imbottitura, composta da uno strato isolante ultraleggero, è in poliestere riciclato al 100%.

1.

2.

Elan R I P S T I C K Progettato per i terreni più impegnativi e per soddisfare le esigenze degli skier più attenti, il Ripstick combina un rinforzo in carbonio sulle lamine interne per una maggiore potenza e stabilità alle alte velocità in curva, insieme a delle barre in carbonio nel nucleo di legno per diminuirne il peso. 1.

Ferrino 1. RUTOR 30

2. INSTINCT 30+5

Lo zaino Fast&Light ideale per le attività alpinistiche dotato di una tasca frontale per la pala e la sonda, di uno scomparto porta ramponi o porta corda nella parte inferiore di facile accesso, di un cappuccio amovibile e di asole porta sci, porta piccozza e porta casco. Per ogni condizione e avventura.

Dalla linea essenziale, è ideale per ogni forma di alpinismo. In Dyneema, è resistente alla trazione e alla lacerazione e presenta un rapporto tra peso e resistenza ineguagliabile grazie all’accoppiamento tra tessuto DCF e poliestere 50D. Performante e solido grazie agli inserti in SuperFabric.

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1 . R I P S T I C K W O M E N Lo sci rivisto e reso

ancora più performante per soddisfare le skier più esigenti. Questo sci ad alte prestazioni fonde perfettamente una costruzione leggera per una sciata morbida e fluida ad una versatilità senza pari. Ideale in pista come in backcountry. Leggero, vivace e stabile.


FW 20 preview

Haglofs

Hanwag

Karpos

VASSI GT X PRO

BANKS WINTER

MARMOLADA JACKET

La giacca progettata da sciatori per sciatori, per affrontare il freeride ad altissimo livello. Studiato per resistere alle difficili condizioni invernali delle zone nordiche, è resistente, traspirante e impermeabile grazie alla membrana in Gore-Tex Pro a tre strati. Riflettore Recco incorporato.

Realizzato al 100% con pelle Nabuk certificata Gold Working Group, questo scarpone da hiking offre il massimo del comfort durante le escursioni invernali. Dal taglio alto, presenta una morbida fodera in Gore-Tex, una suola Vibram Ice Trek e un plantare caldo ed isolante.

Giacca da sci alpinismo ideale anche per l’arrampicata impegnativa, grazie alla sua costruzione con diversi tessuti che fornisce una maggiore traspirabilità e una maggiore protezione dove serve. Impermeabile e traspirante è realizzato anche con un tessuto ripstop antivento.

1.

La Sportiva

2.

A R A G O N Scarpetta d’arrampicata ideale per le strutture indoor che presenta una allacciatura a doppio velcro ideale per i principianti e per tutti coloro che prediligono la comodità. Confortevole e veloce da calzare presenta una tomaia in pelle sfoderata per una maggiore adattabilità al piede.

1.

G 2 E V O Lo scarpone ideato per l’alpinismo estremo e per quei lavori prolungati a basse temperature. Lo scafo interno presenta una struttura isolante a 4 strati e l’allacciatura avviene tramite il Double Boa Fit System che si trova all’interno della ghetta per la parte superiore e all’esterno per la parte inferiore. 1.

3.

4.

S T E L L A R Scarpone femminile da sci alpinismo leggero e versatile grazie alla tripla compatibilità con attachi Tour, Trab TR2 e attacchini tech. Ampia escursione di movimento della caviglia grazie allo snodo EZ Flex Overlap Tongue, chiusura sicura e rapida grazie al Swing Lock closure system. 3.

4 . J A C K A L G T X Calzatura per la corsa inver-

nale in membrana Gore-Tex con tecnologia Invisible Fit dedicata alla corsa sulle ultra distanze grazie all’ammortizzazione garantita dell’intersuola in Eva ad alto ritorno di energia Infi nitoo Technology. Dal fit confortevole e dall’ampia calzata.

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FW 20 preview

Kayland

Keen

Lafuma

CROSS GROUND GTX

REVEL IV MID POLAR

L A P L A N D WA R M PA R K A

Scarpone ultraleggero da backpacking progettato per le lunghe distanze. Offre il massimo del comfort e un ottimo effetto cushioning grazie all’intersuola in Eva a doppia intensità, mentre la suola Vibram Fourà Evo permette una corretta rullata del piede. Ergonomico, confortevole, tradizionale e innovativo.

Un prodotto versatile, pensato per affrontare al meglio le escursioni invernali. Progettato con un nuovo stile sia per uomini che per donne, in grado di offrire grandi esperienze in montagna, sia sulla neve che sui sentieri. Scarponcino dal taglio medio, confortevole e a favore della sostenibilità.

Novità della collezione FW20, questa giacca è molto rispettosa dell’ambiente, presenta infatti l’imbottitura in Repreve realizzata dal riciclo di bottiglie di plastica e il tessuto esterno è in poliestere riciclato per il 50%. Moderna, è calda e impermeabile grazie alla membrana Climactive.

1.

2.

Lowe alpine

Masters

EDGE

1. SKITOUR PRO CALU

2. SKIMO CARBON

L’Edge fa parte dell’iconica gamma di zaini daypack riprogettata per la stagione FW20. Molto versatile è compatibile con i laptop ed è dotato del sistema di trasporto Air Contour che grazie alla schiuma perforata e alla struttura a rete distanziatrice garantisce una maggiore traspirabilità e un migliore comfort.

Con l’intenzione di dedicare più attenzione alle esigenze dello sci alpinista, Masters per la collezione 2020/2021 propone questo modello in CaluTech per garantire il massimo della leggerezza, della resistenza e della flessibilità. Manopola Palmo in Eva con allunga e come novità il passamano imbottivo.

Questo bastone rappresenta la novità dell’intera collezione. Non solo pesa al pezzo 163 gr, ma è anche l’unico composto dal tubo in fibra di carbonio al 100% con una finitura 3K. Presenta una manopola in sughero e allunga in morbida Eva, il passamano Comfort e una rotella con puntale in tungsteno.

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FW 20 preview

Lowa

Millet

Leki

S A A N A G T X W Modello alla moda, dal

TRILOGY 30 E-1

PAC E M A K E R L I T E

Leggerezza e robustezza per questo zaino da alpinismo che incorpora il nuovo sistema airbag elettrico di Alpride e che rappresenta lo zaino più leggero presente sul mercato. Ha la possibilità di rimuovere il sistema e di estendere il suo volume. Funzionale e versatile, è l’ideale per lo sci alpinismo e il freeride.

Bastoncino specializzato per il Nordic Walking che garantisce un trasferimento diretto di potenza, una presa sicura e il massimo del comfort. Caratterizzato da un contenuto in carbonio pari all’85% e da un diametro sottile di soli 14mm. Shark Frame Strap ridisegnata, realizzata in rete traspirante.

design elegante e casual per coloro che vogliono spezzare il grigiore invernale. Dotata di una fodera confortevole in Gore-Tex Partelana, mantiene i piedi caldi anche nelle giornate più rigide. Collo in loden e lacci nella stessa tonalità della scarpa.

1.

Mons Royale

2.

1 . Y O T E I P O W D E R H O O D L S Baselayer al 100% in lana merino

che rappresenta un mix di stile, comodità e alte prestazioni, che grazie al passamontagna integrato, lo rende il capo perfetto per le uscite in nevi fresca. Dal tessuto biodegradabile, offre una vestibilità slim fit e garantisce il massimo del calore nelle condizioni più fredde. 2 . B E L L A T E C H H O O D Baselayer realizzato in tessuto Ultra Light

in lana Merino Air Con, traspirante e resistente agli odori. Un capo comodo e termoregolatore, per restare sempre caldi e asciutti. Il capo necessario da indossare sotto la giacca per affrontare al meglio le giornate fredde invernali.

1.

Montura A I R A C T I O N H Y B R I D J A C K E T Ideata per svolgere attività outdoor dinamiche quali l’alpinismo e l’arrampicata, questa giacca da uomo è super resistente alle intemperie ed è realizzato in nylon new Gore-tex Active 3 strati. Presenta un cappuccio e una base dotati di elastico e diverse tasche con zip. 1.

Giacca da uomo impermeabile realizzata in tessuto nylon stretch Gore-Tex Pro 3 strati ideale per l’alpinismo e svariate attività outdoor. Presenta delle aperture con zip sotto le braccia per una maggiore areazione e per accedere ai capi indossati al di sotto. 2. ANTON PRO JACKET

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2.


FW 20 preview 1.

2.

Ortovox 1 . T O U R R I D E R Lo zaino da sci alpinismo leggero e dal design pulito.

Veste aderente e offre grande libertà dei movimenti. Realizzato in poliestere senza PFC presenta uno scomparto dedicato alla sicurezza con alloggiamento pala e sonda separato dal comparto principale. 2 . H A U T E R O U T E Lo zaino da sci alpinismo di riferimento e ora

anche migliorato. Pratico, leggero e dal design pulito presenta uno schienale anatomico che segue il profilo del corpo per garantire la massima aderenza anche a pieno carico. Realizzato in nylon senza PFC.

Odlo

Nordica

Mountain Hardwear

PERFORMANCE WARM ECO

HF ELITE

S K Y R I D G E G O R E -T E X J A C K E T

Odlo diventa sempre più sostenibile, utilizzando il poliestere al 100% riciclato e presenta una nuova linea di baselayer con alcune innovazioni tecniche, tra cui il body mapping senza cuciture che combina l’integrazione organica delle strutture 3D con le strutture a rete. Confortevole e dal look moderno.

Lo scarpone ideato per gli sciatori senior che risponde al motto “Keep it Simple” da calzare senza l’aiuto delle mani. Performante, comodo e di facile utilizzo. Dotati di suola Michelin per una maggiore sicurezza in fase di camminata e di un sistema di riscaldamento integrato Therm-ic.

Giacca guscio che presenta un tessuto 2L Gore-Tex impermeabile e traspirante con rinforzi in alcune aree per affrontare le giornate più impegnative della stagione. Cappuccio compatibile con il casco grazie alla regolazione del cordoncino a tre vie e due ampie tasche sul petto con zip.

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1. AREON JACKET

Elegante ed eco friendly, questa giacca a tre strati elasticizzati offre una traspirabilità mirata durante lo svolgimento di attività ad alta intensità e presenta il nuovo guscio rigido di origine biologica realizzato con i rifiuti della canna da zucchero riutilizzati e convertiti in poliestere. 1. HORSE JACKET

Giacca ibrida innovativa, elegante, confortevole e versatile adatta per le avventure all’aperto e per le esplorazioni urbane. La tecnologia Pertex Quantum fornisce una protezione leggera, calda ed antivento, mentre la Polartec Power Stretch aumenta la libertà di movimento. Un vero must have!

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FW 20 preview

Oxyburn CALZA ESCAPE

Questa calza permette di abbreviare il tempo di recupero della tonicità muscolare e di velocizzare lo smaltimento dell’acido lattico. La sua struttura garantisce una perfetta vestibilità e una protezione totale del piede. Lo strato in polipropilene Dryarn è antibatterico e traspirante.

Peak Performance

Outdoor Research

V E R T I C A L P R O J A C K E T Giacca sviluppata in stretta colla-

borazione con i loro sciatori professionisti, è realizzata con il nuovo Gore-Tex Pro, più traspirante e resistente abbinato al nuovo Gore-Tex Pro Stretch su schiena e collo per un comfort ancora maggiore. Sistema Recco integrato.

ARCHANGEL JACKET

Ideato per l’arrampicata alpina, questa giacca utilizza la nuova generazione di tessuti Gore-Tex Pro, impermeabili ed elasticizzati, nella parte superiore della schiena e nel cappuccio, per garantire la massima mobilità. Traspirante e durevole.

V E R T I C A L P R O P A N T Pantalone a salopette dal profilo basso

realizzato in Gore -Tex Pro e Gore -Tex Pro Stretch sulle ginocchia per un maggiore comfort. Dotato di tutto ciò che serve in montagna in termini di protezione, libertà di movimento e stile. Impermeabile, antivento e traspirante.

PrAna

Rab

Super Natural

POLAR ESCAPE

KHROMA

STORM HOODIE

PrAna presenta il pile super morbido in poliestere riciclato al 100%. In stile Teddy Bear, è accogliente, caldo e super morbido. La capsule comprende tre modelli: la Polar Escape Vest, la Jacket e l’Half Zip. Offre un elevato comfort di vestibilità, è permeabile all’aria ed è ad asciugatura rapida.

Rab ha creato la sua prima collezione d’abbigliamento per lo sci alpinismo e Khroma rappresenta l’evoluzione del brand in questa direzione. Ideale per lo sci alpinismo è impermeabile, traspirante, calda e confortevole e disponibile in 15 differenti stili per uomo e donna.

Combina la lana merino e il poliestere che insieme offrono il massimo del comfort, dello stile e della funzionalità. L’elasticità naturale della lana merino e la durata del poliestere, consentono una forma stabile e un prodotto durevole. Il fit è regolare e la superficie al tatto è morbida e confortevole.

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FW 20 preview 1.

Salewa

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1 2. SELLA RESPONSIVE 3L JACKET

Guscio a tre strati per l’alpinismo e lo sci alpinismo, dotato dell’innovativo Powertex Responsive, un tessuto leggero, impermeabile, traspirante, anti vento e anti abrasione che nasconde al suo interno una miscela di minerali che riciclano l’energia emessa dal corpo per un più rapido recupero dalla fatica. 3 . D I A D E M M I L D Il sacco a pelo del brand

altoatesino che presenta l’innovativa tecnologia Responsive, sviluppata per riattivare l’energia emessa dal corpo umano tramite una

miscela di minerali, che donano un prolungato comfort termico e un più rapido recupero dalla fatica. 3.

4 . M T N T R A I N E R 2 W I N T E R G T X Lo scarponcino che ha vinto l’Ispo Gold Award 2020 per la categoria hiking footwear. Confortevole e versatile che combina la funzionalità dei materiali naturali con tecnologie innovative. Intersuola con tecnologia Responsive per un miglior comfort termico e un più rapido recupero dalla fatica.

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Smith

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1 . A LT U S

Il casco moderno a basso profilo ricco di nuove funzionalità che offre una vestibilità ottimale grazie al sistema VaporFit e che vanta una costruzione ultraleggera In Mold con la protezione della tecnologia Koroyd e Mips per un miglior assorbimento degli urti. 2. SQUAD MAG

Sei punti di contatto magnetici per sostituire facilmente la lente cilindrica. Tecnologia ChromaPop per una maggiore nitidezza e precisione visiva data dalla tecnologia AirEvac che riduce l’appannamento e offre una vestibilità comoda. Montatura Respondive Fit per adattarsi a qualsiasi fisionomia.

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Salomon 1 . S H I F T P R O 1 1 0 W Ideato per le vere

amanti della velocità e della neve polverosa, ma che amano anche fare fatica occasionalmente con qualche risalita. Questo scarpone a 4 ganci combina stabilità, potenza e versatilità per poter godere di ogni aspetto della montagna. Dal design anatomico. 2 . S H I F T P R O 1 3 0 Lo scarpone che com-

bina la stabilità e la potenza di uno scarpone da sci alpino con la versatilità di uno scarpone da sci alpinismo. Dal design anatomico, lo scarpone avvolge il piede garantendo una calzata facilitata e grazie al suo peso, di 1,63 kg è piuttosto leggero per la risalita.

S T A N C E 8 8 W Lo sci da donna più stretto della gamma ideale per zigzagare tra gli alberi ma anche per disegnare due curve in pista. Grazie al nucleo in legno di Karuba e pioppo, lo sci è leggero, resistente e capace di infondere sicurezza in ogni situazione. 3.

4 . S T A N C E 9 0 Lo sci creato per dare il

massimo in qualsiasi condizione e pensato per gli amanti dell’all mountain. La costruzione Metal Twinframe, che utilizza due piastre in titanio, per garantire maggiore aderenza delle lamine e la tecnologia C/FX, creano uno sci resistente, sicuro e in grado di assorbire le vibrazioni.

Scott

Ternua

SUPERGUIDE

DYNAMIC JACKE T

Sono gli sci icona nella famiglia Scott, resi ancora più performanti per l’inverno 20/21. Una struttura leggera in Paulonia con inserti in Faggio e rinforzi in Carbonio e Aramide, lo rendono leggero e agile in salita, mentre la sciancratura tridimensionale assicura stabilità sulle discese più ripide.

Giacca da uomo confortevole, calda e traspirante, realizzata con un tessuto approvato Bluesign. Impermeabile e anti vento offre un’ottima libertà di movimento. Presenta un cappuccio in tessuto bi-elastico, una protezione per il mento, due tasche ed orli regolabili tramite una coulisse elastica.

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FW 20 preview

Wild Tee

Uyn

Trezeta

L AVA JACKET

SKYON MAGMA JACKE T

SHAN WP

Giacca a vento leggera e confortevole, indispensabile per proteggersi dalle intemperie. Realizzata in tessuto elasticizzato nero con effetto crespo, che muovendosi, apre e chiude le pieghe del tessuto, rivelando la sua anima arancione. Comprimibile, si può piegare nella tasca interna.

Unica nel suo genere, combina in perfetta sinergia una struttura principale in tessuto bistretch, anti vento e impermeabile ad inserti in Membrain 115, il primo materiale al mondo ad unire l’elasticità e la traspirabilità di un tessuto knit con le proprietà idrorepellenti di una membrana intelligente.

La calzatura termica impermeabile pensata per un utilizzo sulla neve, compatibile con le ciaspole e adatta al clima rigido, al contempo leggera e robusta. Interamente waterproof presenta una tomaia trattata con tecnologia water stopper e una tecnologia Heat Saver per mantenere i piedi al caldo.

Asolo

Briko

Mico

NUUK GV

STORM 2.0

SKI M1

Ideale per le escursioni in montagna e per le passeggiate in città in condizioni di neve e ghiaccio, grazie alla sua tomaia in mesh e poliestere è in grado di offrire comfort e protezione, mentre impermeabilità e traspirabilità grazie alla fodera in Gore-Tex Insulated Comfort. Suola Crystal con mescola Arctic Grip.

Dal design semplice e pulito questo casco punta l’attenzione sui dettagli. Combinando diversi materiali come il policarbonato e l’Abs, rappresenta il mix perfetto tra leggerezza e sicurezza. Garantisce un’ottima calzata grazie allo Slim Rollfit, che ne assicura la vestibilità ad ogni tipologia di testa.

Calza realizzata in maglia di polipropilene Dryarn per la gestione massima dell’umidità e Lycra per un comfort elevato di calzata. Rinforzi anatomici in Thermolite per una maggiore protezione dal freddo e fascia elastica anti torsione alla caviglia. Protezioni localizzate per i muscoli tibiali e peronei.

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Mammut Expedition Antarctica B Y S I LV I A G A L L I A N I

La penisola antartica è remota, fredda, ostile. Tuttavia, è anche un paradiso per tutti gli amanti di sci e alpinismo.

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aro North, atleta del Mammut Pro Team, è andata alla scoperta di questa terra incontaminata e delle sue innumerevoli isole coperte di neve. Con lei la guida alpina Guillaume Martina e il capitano Mark van de Weg raccontano il loro viaggio verso la penisola antartica nella web serie di quattro episodi di Mammut. L'idea di recarsi in Antartide è stata del fotografo che ha accompagnato Caro in questa avventura, aveva già esplorato quelle terre in passato ed era rimasto immediatamente incantato dai luoghi selvaggi, lontani da qualsiasi civiltà, estremamente eccitanti e attraenti. Dal primo episodio, andato online il 27 dicembre scorso, abbiamo potuto seguire Caro, Guillaume e Mark nel loro viaggio dalla Patagonia verso il famigerato Drake Passage, circumnavigando Capo Horn con una piccola barca a vela, una vera e propria sfida in quanto si tratta di uno dei passaggi più famosi in mare aperto, rinomato per il suo clima rigido e le acque turbolente. 4 o 5 giorni di navigazione lontani dalla terra ferma, senza sapere a cosa si va incontro, un'esperienza feroce e impressionante. Le previsioni meteorologiche devono essere attentamente studiate e pianificate, ma rimane sempre e comunque un velo di incertezza legato all’essere completamente esposti alla potenza del mare. La barca a vela come un guscio di noce lanciato su e giù sulle onde, ma forse in questo sta la sua estrema bellezza. Li abbiamo poi seguiti mentre approdavano infine in Antartide, un ambiente completamente diverso che da quello che si può trovare altrove. Per settimane alla vista appaiono solo bianco, blu e grigio. Non ci sono colori. E, oltre alle stazioni di ricerca, non c'è civiltà. Sei estremamente lontano dalla terraferma e completamente dipendente dalle tue risorse. I paesaggi sono selvaggi e aspri, i ghiacciai, i crepacci e i cumuli di neve appaiono insormontabili. Ci sono poche informazioni e poche mappe a riguardo ed il tempo atmosferico può cambiare da un minuto all’altro. Abbiamo visto Caro, Guillaume e Mark sciare sulla polvere su discese mozzafiato, seguiti da tempeste ghiacciate con onde ruggenti e visibilità minima. Poi praticare ice climbing sulle formazioni rocciose e di ghiaccio. Li abbiamo seguiti in un mese di impressioni, esperienze e sentimenti assolutamente incredibili che lasciano vividi ed indelebili ricordi.

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Li abbiamo seguiti in un mese di impressioni, esperienze e sentimenti assolutamente incredibili che lasciano vividi ed indelebili ricordi.


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Ferrino, 150 years of outdoors BY GIAN LUCA GASCA

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Tutto è iniziato grazie a un’invenzione, come nella più classica delle storie italiane. Centocinquanta anni fa Cesare Ferrino, nel suo negozio di vernici al numero 107 di via Nizza a Torino, mise a punto una formula con cui impermeabilizzare tele e tessuti. Un’idea che avrebbe rivoluzionato il mondo dell’outdoor,

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a partiamo dall’inizio: nell’Italia di fine Ottocento la montagna non era un passatempo per tutti, era un terreno di gioco per pochi. Per nobili e avventurieri con la possibilità di trascorrere lungo tempo lontano dalle faccende della vita quotidiana, un mercato decisamente piccolo e, nell’immediato, non molto interessato a cambiare le proprie abitudini in termini di prodotti. I primi clienti di Ferrino furono così altre realtà come la Fiat o l’Esercito Italiano. I primi utilizzarono le tele impermeabili per realizzare le capote delle automobili mentre i secondi per coprire e riparare i mezzi militari. Gli esploratori arrivarono qualche anno dopo, sul finire del secolo. Furono nomi famosi come quello del celebre Duca degli Abruzzi, o del fotografo biellese Vittorio Sella e ancora l’himalaysta Mario Piacenza.

breve tempo Cesare Ferrino trasformò la sua azienda allargando il settore di competenza alla manifattura delle tende impermeabili per l’outdoor. L’obiettivo fu quello di renderle resistenti, leggere e facilmente trasportabili, adatte quindi a vivere avventure in autosufficienza, in luoghi dove sarebbe stato necessario spostarsi frequentemente portandosi tutto il materiale sulle spalle. Nacquero così vari modelli come la tenda Alpina, resistente a forti venti; o la Sangone, piccola ed economica.

La vera rivoluzione Nelle estati degli anni 60 carovane di auto lasciavano le grandi città del nord alla ricerca di aria fresca e ambienti incontaminati, era il periodo delle chiusure estive che svuotavano i centri urbani per riempire montagne e zone costiere. Chi partiva facilmente aveva tra i suoi bagagli una tenda marchiata Ferrino o un qualche accessorio da campeggio dell’azienda torinese. È stata questa una delle prime vere rivoluzioni del marchio, unitamente alle grandi imprese himalayane degli anni Settanta e Ottanta.

Le loro esplorazioni nei luoghi remoti del Pianeta oggi appartengono alla storia, raccontano di un’epoca romantica alla scoperta della vaste aree bianche della Terra. Di un’avventura incognita che oggi non esiste più. Per queste loro esperienze avevano bisogno di un nuovo tipo di tenda, di un riparo che fosse impermeabile, resistente e facilmente trasportabile e chi, se non Cesare Ferrino, sarebbe stato capace di accontentarli?

Ferrino è ormai diventata un’azienda leader nel settore outdoor, è conosciuta e in molti la utilizzano, anche tra gli scalatori himalayani. Per questo sul finire degli anni Settanta un giovane Reinhold Messner decide di contattarla per chiedere una tenda su misura. Il ragazzo sta inseguendo il sogno di essere il

Furono i primi a portare all’estremo le tende Ferrino, a testarle in condizioni proibitive segnando indelebilmente quella che fu la direzione imprenditoriale dell’impresa. In

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cesso personale o semplicemente per poter dire che l’impossibile non esiste. Ferrino offre loto ripari sicuri, calorose culle di vita nella bufera che imperversa. Forse è questo il vero carattere distintivo di Ferrino, quello che da 150 anni identifica l’azienda in modo univoco. Ferrino è una famiglia. Lo si vede osservando la filiera produttiva, l’impegno messo nel processo di sviluppo dei nuovi prodotti: dall’idea ai test sul campo fino alla commercializzazione, ogni fase è seguita con cura. La stessa che ogni giorno viene messa nelle riparazioni che l’azienda realizza per i clienti affezionati agli zaini, alle tende, ai sacchi a pelo con cui portano avanti le loro piccole avventure personali. Traguardi in cui Ferrino è orgogliosa di esserci, esattamente come è orgogliosa di essere al fianco di uomini e donne che ogni giorno si spendono per gli altri. Da cinquant’anni offre infatti supporto a missioni umanitarie e di aiuto alle popolazioni colpite da guerre o calamità naturali attraverso una linea di prodotti studiata per il primo soccorso.

primo uomo a scalare tutte 14 le montagne che si alzano sopra gli ottomila metri e per farlo ha bisogno di prodotti studiati ad hoc per le sue necessità, tra cui tende forti, leggere e in grado di resistere alle condizioni atmosferiche estreme che si incontrano dove l’aria si fa rarefatta. Quando si rivolge a Ferrino lo fa con le idee chiare: gli serve una tenda geodetica, a forma di cupola, per sopportale i forti venti dell’Himalaya. L’azienda lo accontenta e nel frattempo comprende le potenzialità di questo settore, capisce quanto interfacciarsi con figure come Messner possa giovare nello studio di nuove soluzioni. Inizia così una proficua attività di dialogo con alpinisti ed esploratori che continua ancora oggi. Gli alpinisti sono contenti di poter lavorare con l’azienda, di poter mettere mano a quelli che saranno i prodotti con cui affronteranno le loro sfide; e la stessa cosa vale per Ferrino che può così trarre ispirazione per nuove progettualità. Quando nell’ottobre del 1986 Reinhold Messner completa la sua cavalcata sui 14 ottomila Ferrino è con lui esattamente come lo è con Silvio Mondinelli nel 2004, quando l’alpinista bresciano diventa il secondo italiano a salire tutti gli ottomila senza ossigeno supplementare. Ferrino è sempre stata orgogliosa protagonista di questi traguardi e continua a esserlo tutt’ora offrendo la sua esperienza e la sua competenza ai polacchi impegnati nella difficile sfida al K2 invernale, l’ultima grande impresa dell’himalaysmo classico, come anche allo scalatore basco Alex Txikon che dopo aver raggiunto per primo (insieme a Simone Moro e Ali Sadpara) la vetta del Nanga Parbat invernale continua a ricercare primati nella stagione più fredda e difficile. Ferrino è una famiglia per tutti questi ragazzi (ed ex ragazzi) che ogni giorno sfidano se stessi inseguendo un sogno per gloria, suc-

Flessibilità, innovazione e continua ricerca sono le tre caratteristiche dell’azienda torinese che quest’anno compie 150 anni. Un secolo e mezzo di esperienza che tutti i giorni viene messa sul tavolo nell’ideazione del prodotto del futuro, senza mai dimenticare il legame con il consumatore. Per questo da ormai 26 anni Ferrino organizza campi tendati in quota dove poter testare i prodotti d’alta gamma, quelli della linea Highlab, di cui fanno parte le attrezzature studiate per resistere in condizioni estreme. Il parere di alpinisti, trekker, ma anche di semplici camminatori, conta. Conta perché è grazie a loro se il piccolo negozio di Cesare Ferrino si è trasformato divenendo nel tempo una garanzia per l’outdoor, in termini di qualità e affidabilità.

Flessibilità, innovazione e continua ricerca sono le tre caratteristiche dell’azienda torinese che quest’anno compie 150 anni. Un secolo e mezzo di esperienza che tutti i giorni viene messa sul tavolo nell’ideazione del prodotto del futuro.

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Il dispiacere della rinuncia T E X T BY L EO N A R D O PA N I Z Z A PHOTOS BY ELISA BESSEGA

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ono le 8 di sera, il sole sta calando e sto infilando i piedi nei calzini bagnati e freddi prima di metterli nelle scarpe gelate. La vecchia stufa non è riuscita ad asciugare nulla in poco più di mezz’ora. Mi guardo attorno e mi sembra di essere in un edificio abbandonato abitato da qualche senzatetto. Immondizie buttate nel cassettone della legna, qualche fornello, una branda con dei vestiti logori ammucchiati, quattro litri di grappa sullo scaffale. Com’è che sono arrivato fin qui?

che respira, poi gli inconfondibili pietroni che rendono il Lagorai un luogo sacro, un lastricato di qualche strano tempio in cui la natura regna sovrana, con le proprie bellezze e difficoltà. Ci voltiamo spesso, per vedere le pale di San Martino, il Catinaccio, la Marmolada, il panorama è infinito, si scorgono persino le tre cime di Lavaredo in lontananza. Dopo 8 ore di cammino quasi ininterrotto ci fermiamo al bivacco Paolo e Nicola, è comodissimo, ben isolato, funzionale, dotato dei giusti comfort. Mentre scaldiamo un po’ d’acqua per reidratare la cena guardiamo il cielo stellato e intravediamo Malga Valmaggiore, altro luogo dove i lavori di riqualificazione sono già a buon punto.

Sono a Malga Lagorai, punto nevralgico del discusso progetto di riqualificazione che interessa diverse strutture lungo il trekking di oltre 80 chilometri che da passo Rolle arriva fino alla Panarotta, in Trentino. È il terzo giorno che cammino sotto la pioggia battente e dopo 44,3 chilometri sono costretto ad abbandonare. Metto il frontalino e inizio ad avviarmi a piedi verso Ziano, mi mancano più di 10 chilometri da fare su una strada forestale per incontrare un amico che mi porterà a casa. Alcune settimane prima di partire per la Translagorai Elisa ha iniziato ad essiccare zuppe, cous cous e barrette energetiche per riuscire ad essere completamente indipendenti e cercare di avere meno immondizie possibili da portare nello zaino. A fine essicazione abbiamo 1,5 kg di scorte che occupano uno spazio veramente ininfluente, da dividere per 3 notti e 4 giorni. Sono così contento quando carico lo zaino: con tenda, sacco a pelo, materassino, pane, qualche salsiccia e un po’ di formaggio comprati a Predazzo sono sotto i 15 kg totali.

La mattina successiva siamo in piedi alle 5, dobbiamo sfruttare la primissima parte della giornata perché è prevista pioggia. Infatti arriviamo al Bivacco Coldosè dopo alcune ore con i vestiti fradici. L’acqua aumenta e a malincuore decidiamo di fermarci per un giorno. Anche questo fa parte del gioco e già sapevamo che una delle principali attrattive del Lagorai era la sua asprezza, la difficoltà a percorrerlo, la possibilità di vivere sensazioni che in molte montagne, come in città, non hanno più spazio. La solitudine, la paura, il senso di limite imposto dalla natura, la necessità di scegliere, sono situazioni che è sempre più difficile sperimentare. E mentre si è disposti a sorvolare su questa mancanza in luoghi così spettacolari come le Dolomiti, non si sarebbe disposti a farlo in una catena che non presenta scorci altrettanto estetici. Il Lagorai è brutto e cattivo, ma proprio in questa caratteristica risiede la sua attrattiva, non è una montagna che è possibile svendere o addomesticare troppo facilmente.

Raggiungiamo Passo Rolle con i mezzi pubblici e mano a mano che ci allontaniamo dalla strada provo la sensazione di essere inghiottito da un essere vivente, prima il bosco

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Siamo fermi da alcune ore e le cose da fare non mancano, la legna da tagliare, ordinare e pulire pentole e tazze, riempire le taniche di acqua alla fonte. Il bivacco va custodito da chi lo abita, è qualcosa che vive con le persone che lo occupano. Non c’è bisogno di gestire i bivacchi, piuttosto di educare chi li utilizza.

È buio e continua a piovere. Mentre scendiamo nella notte penso al dispiacere provocato dalla rinuncia. Quello che ci siamo proposti di fare non era una grande impresa, certo, ma attraversare il Lagorai senza lasciare traccia, utilizzando solo cibo essiccato in autonomia voleva essere un messaggio, una dimostrazione del fatto che è possibile muoversi rispettando la vocazione dei luoghi. La montagna non è qualcosa da piegare per assecondare le proprie volontà, non dev’essere solo successo. La rinuncia ci insegna che in fondo siamo solo gocce di pioggia che finiscono in un grande lago.

Il giorno dopo anticipiamo la sveglia, dobbiamo muoverci molto e il meteo sembra peggiorare. Partiamo alle 4 con i frontali e scendiamo nel bosco, abbassandoci di quota ci inoltriamo nel territorio di esplorazione di M49–Papillon, l’orso che da alcuni giorni batte la zona in cerca della libertà. Le nostre strade si incrociano per caso e mi chiedo se in fondo non cerchiamo la stessa cosa. Inizia a piovere e procediamo in silenzio, concentrati, la macchina fotografica di Elisa smette di funzionare a causa del freddo. Dopo qualche ora troviamo riparo per un pasto veloce al bivacco Teatin: poche assi di legno che chiudono l’ingresso di quella che è una grotta umida e fredda.

Ora bisogna avere il coraggio di stare sotto l’acquazzone, con i propri mezzi e con l’entusiasmo di un alpinismo giovane che difficilmente può essere misurato attraverso i canoni dell’alpinismo classico. Nelle Dolomiti, ad esempio, è oggi possibile praticare un’arrampicata che non danneggi la roccia, e mentre i mostri sacri dell’arrampicata si ostinano a mettere chiodi e trapanare, sempre più giovani praticano il Trad Climbing cercando di non lasciare traccia del proprio passaggio. Così anche noi siamo passati rispettando quello che è uno degli ultimi luoghi incontaminati del Trentino. Arrivando all’auto ci rendiamo conto che Giovanni è il primo essere umano che vediamo da giorni, la montagna è fatta di vette, tempi, prestazioni, discussioni, ma anche di amici disposti a sacrificarsi per rendere meno faticoso un fallimento e noi ci auguriamo di non essere gli ultimi a poterla vivere così.

Nei pressi di cima Litegosa scorgiamo delle chiazze bianche, è neve. La prendo tra le mani, stiamo assistendo alla prima nevicata della stagione. Arrivati al bivio per la malga decidiamo senza nemmeno parlarci che scenderemo di quota, passare una notte in tenda in queste condizioni non è proprio possibile e proseguire in cresta è diventato pericoloso. Sono le 5 di pomeriggio e camminiamo ormai da 10 ore sotto la pioggia quando raggiungiamo Malga Lagorai. La legna umida si accende a fatica nella vecchia stufa. Poi il cellulare suona, è Giovanni, un compagno di numerose imprese che, senza tante parole, si propone di venirci a prendere a Ziano di Fiemme. Da dove siamo noi dista altre 3 ore. Tutto ben tracciato su larga forestale. Dopo un breve consulto decidiamo di prendere la strada in discesa e per un’ultima volta rimettiamo i vestiti bagnati addosso.

Ancora una volta ci rendiamo conto di quanto la vita in montagna sia severa e quanto ancora possa insegnare a noi, nuove generazioni, perché è nel caos cittadino che le idee si incontrano e fioriscono, ma è nella solitudine del Lagorai che riusciamo ad afferrarle per diventarne consapevoli.

La montagna non è qualcosa da piegare per assecondare le proprie volontà, non dev’essere solo successo. La rinuncia ci insegna che in fondo siamo solo gocce di pioggia che finiscono in un grande lago.

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Mongolia on foot. The right speed to look at life. BY M A R TA M A N ZO N I

Da sapere: La Mongolia è il Paese con la più bassa densità di abitanti al mondo. Circa un terzo della popolazione è nomade. La religione predominante è il buddismo tibetano. La capitale è Ulan Bator. Gran parte del suo territorio è coperto da steppe, con montagne a Nord e a Ovest e il deserto del Gobi a sud.

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L’ultima volta che abbiamo incontrato Tamara Lunger stava per iniziare l’estate. Ci aveva raccontato della sua decisione di fermarsi per un anno e di avere pianificato la sua prossima, inusuale, spedizione: una prova del nove per capire se poteva fidarsi ancora del suo corpo, un viaggio a piedi in Mongolia.

Raccontaci che percorso avete fatto. «Io e il mio amico Franz eravamo sul confine Nord-Ovest, abbiamo camminato da Zengel, a piedi, fino ai monti Altaj, e siamo saliti sul Malchin Peak (4.050m). Di solito facevamo colazione e verso le 8.30 partivamo, spesso camminavamo fino alle 20 di sera. Una difficoltà che abbiamo incontrato è stato capire i nomi dei luoghi nei quali ci trovavamo, perché quelli sul GPS non corrispondevano a quelli sulla cartina». Come avete impostato la spedizione? «Volevamo essere completamente autonomi, quindi avevamo con noi tutto quello che ci occorreva, comprese le tende e il cibo. Abbiamo portato lo stretto indispensabile per evitare che lo zaino fosse troppo pesante. Mangiavamo praticamente solo noodle soup e abbiamo patito un po’ la fame ma non mi era gravoso, anzi è stato un modo per liberarmi di tanti pesi. Avevo già sofferto la fame in spedizione ma in quell’occasione era stato diverso, ero stata presa dal panico. In Mongolia invece era solo una liberazione». La Mongolia è un Paese incontaminato, con poche connessioni. Come vi siete organizzati? «Siamo partiti senza piani particolari, volevamo fare un viaggio free-style, improvvisando. Abbiamo viaggiato dal 10 al 30 settembre, quasi in bassa stagione, senza incontrare turisti. Solitamente non è permesso viaggiare nel Paese senza guida ufficiale ma Franz e io siamo riusciti a trovare un accordo, secondo il quale ogni giorno ci dovevamo collegare per trenta minuti con i militari, che così sapevano dove ci trovavamo. Le persone locali non sono abituate a vedere turisti e quando ci incontravano erano piene di gioia, ospitali, e desiderose di aiutarci. Non potevamo parlare perché nessuno conosceva l’inglese però erano molto aperti, erano curiosi e ci facevano tante domande».

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Quali sensazioni hai provato durante il viaggio? «Ho percepito una connessione straordinaria con le persone e la natura, mi sentivo amata in quel contesto così selvaggio e quando sono tornata in città ho provato molta nostalgia. È stato un viaggio introspettivo e profondo e quando è terminato non volevo tornare nella civiltà. Durante le altre spedizioni ero contenta quando riuscivo finalmente a farmi una doccia, mentre questa volta non volevo proprio separarmi dall’ambiente puro e autentico nel quale mi trovavo». Come ha reagito il tuo corpo? «Per me era importante fare una spedizione dove la meta non fosse la vetta di una montagna. Dovevo capire se potevo fidarmi ancora del mio corpo, perché erano anni che avevo problemi alle ginocchia e ultimamente anche alla schiena. Ogni giorno abbiamo camminato con uno zaino pesante per molte ore e ho sentito che finalmente, dopo tutto il lavoro che avevo fatto su me stessa, il mio corpo giocava in cordata con me. Mi sono resa conto che anche se durante tutto l’anno precedente non mi ero allenata, mi sentivo in forma. Ho pensato che se avessi ripreso ad allenarmi in maniera più intelligente e consapevole, ascoltandomi di più, sarebbe andata sempre meglio». Quali attività hai praticato durante lo scorso anno? «Ho arrampicato molto, e credo che mi sia servito a dimenticare il dolore. Quando pratichi resistenza provi spesso male da qualche parte, e pensi molto, quando scali invece sei immersa nel movimento, completamente concentrata, e questo mi ha dato la possibilità di non pensare troppo al malessere fisico». Quali impressioni hai avuto della popolazione locale? «Un giorno siamo passati davanti a un Gher (abitazione ‘mobile’ tradizionale delle popolazioni


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Quando vedi realtà diverse dalla tua intuisci che forse in occidente non abbiamo ancora compreso il senso della vita. Bisogna assaporare di più i momenti, godersi le persone care e cercare di realizzare i propri sogni. Guardarsi allo specchio la mattina e vedere una persona felice.

nomadi n.d.r.) e quando la famiglia ci ha visti ci ha chiesto se volessimo entrare per bere un tè. Noi abbiamo ringraziato declinando l’invito perché dovevamo proseguire. Poco dopo le due bambine della famiglia ci hanno raggiunto di corsa consegnandomi un sacchetto pieno di formaggio, allontanandosi subito dopo. Mi sono commossa perché ho pensato che fosse un gesto meraviglioso, di una genuinità e spontaneità difficile da trovare oggigiorno. Mi ricordo le bambine di cinque anni che preparavano da mangiare e i bambini che a dieci anni andavano al pascolo con greggi di capre». C’è un aneddoto in particolare del viaggio che vuoi condividere? «Abbiamo sempre dormito in tenda tranne una notte, quando ci ha ospitati una famiglia nel loro gher. La casa era modesta e umile e loro persone semplici e gioiose, abbiamo condiviso i pasti chiacchierando un po’ a gesti e poi ci hanno fatto coricare nella loro sala». Quali riflessioni hai fatto durante le lunghe ore di cammino? «Quando vedi realtà diverse dalla tua intuisci che forse in occidente non abbiamo ancora compreso il senso della vita. Bisogna assaporare di più i momenti, godersi le persone care e cercare di realizzare i propri sogni. Guardarsi allo specchio la mattina e vedere una persona felice. Lo stile e la qualità della vita influenzano molto lo stato d’animo e per questa ragione ho deciso di dire molti più no: ora quando prendo una decisione mi ascolto di più e devo sentire che è davvero la scelta giusta per me e per arrivare a questa consapevolezza avevo bisogno di isolarmi e conoscere me stessa. Mi sembra che molte persone oggi non sappiano più chi sono, ci sono troppe distrazioni, inoltre siamo sempre più distanti dalla natura, che è la nostra fonte di vita». Hai mai pensato di costruirti una famiglia? «Da piccola credevo che a

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vent’anni avrei avuto dei figli, un marito e una casa, poi le cose sono andate diversamente. C’è stato un periodo durante il quale quando mi parlavano di figli mi indispettivo ma credo fosse un modo per proteggermi perché forse ogni donna, nel suo profondo, ha questo desiderio. Ora non ci penso più, quello che accadrà sarà la cosa giusta». Con quale metodo riprenderai gli allenamenti? «Dopo la Mongolia mi dovrò concentrare sulla resistenza perché per la stagione invernale devo essere veloce e forte, soprattutto di gambe, e devo capire se il mio corpo è pronto per affrontare una spedizione». Cosa ti sei portata a casa dalla Mongolia? «A volte la vita è dolorosa, ma spesso la sofferenza è legata a una lezione che devi imparare, il perché lo capirai magari tra qualche anno. Ho attraversato un periodo difficile, durante il quale avevo molti dubbi e punti di domanda: non sapevo se il mio corpo mi avrebbe permesso di fare altre spedizioni, se gli sponsor sarebbero rimasti con me, quale sarebbe stato il mio futuro. Quando ho deciso di dedicare un periodo a me stessa ho capito subito che ero sulla giusta strada. Ho fatto un corso di auto-guarigione, che mi ha insegnato ad amarmi e accettarmi per come sono. Attraverso la Kinesiologia ho cambiato alimentazione, poi sono stata due settimane in Sri Lanka a fare meditazione e yoga. Nel momento in cui comprendi il significato del tuo percorso ottieni una nuova energia, che ti permette di realizzare i tuoi desideri. Adesso è passato più di un anno e sono soddisfatta, vedo già i primi risultati. La Mongolia mi ha regalato di nuovo la fiducia in me stessa. Non sapevo come sarebbe finito questo viaggio, ma ero positiva e ora posso dire di essere felice di com’è andata».


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TEXT BY ALICE RUSSOLO PHOTOS BY NICK PESCETTO - ALICE RUSSOLO S E S T R I E R E - S A U S E D ' O U L X - I TA LY

Home to Home ***

3 DICEMBRE. SAUZE D’OULX. H A G I À N E V I C ATO TA N TO. U N I N IZ I O S TAG I O N E CON I FIOCCHI. LETTERALMENTE.

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"Partiamo da Sestriere, la prima meta è il Pitre de l’Aigle 2529m. 530m di dislivello per scaldare le gambe prima della discesa verso Pragelato." ***

T

anti fiocchi di neve. La voglia di mettere gli sci ai piedi è tanta. Alcuni di noi si sono già tolti degli sfizi. Ma si sa, all’inizio di ogni cambiamento, piace sognare. Per noi si tratta del cambio di stagione. L’autunno ha già deciso di lasciare spazio all’inverno e noi tutti pianifichiamo come sfruttarlo al meglio.

Dopo il bosco ed un attraversamento di un ruscello comincia la seconda salita, verso il Col Bourget, 2404m. Saliamo in pendii aperti, il cielo si è leggermene velato, l’umore è alto, le gambe girano bene, fresche da inizio stagione, la compagnia è ottima. Mi piace pensare a come ci siamo trovati, alcuni si sono in realtà ritrovati, altri si sono conosciuti ieri. Mi piacciono le coincidenze e le opportunità ed anche il saperle cogliere. Nick voleva fare del freeride con Marco, Jonny era con Nick. Ale ospita Nick e Jonny. Sisa è amica di Marco ed Ale e hai dei ricordi di sci club con Nick.

Sisa volerà in Giappone, Nick vuole andare alle Lofoten, Ale spera che le sue giornate libere dal lavoro che lo obbliga a Torino coincidano con grandi nevicate. Jonny, ligure, scia 5 giorni all’anno e dice che il suo inizio stagione con neve fresca oltre le ginocchia è già stato meglio di ogni possibile aspettativa. Marco ed io vorremmo incastrare Giappone Lofoten, Etna, Corum Olimpique tour della Meje e chi più ne ha più ne metta in un unico inverno.

A me è saltato un lavoro nel momento perfetto. Raggiungo Marco, scio con Sisa, finalmente conosco di persona Nick. Estranei fino a ieri ma amici da subito. La forza della condivisione. Soprattutto quelle di esperienze che lasciano il segno. Non devono essere estreme, non devono essere a 2000 km da casa. Basta che siano vere.

È bello sognare ad occhi aperti. Ma gli occhi apriamoli veramente. Siamo noi 6. Gli impianti sono chiusi, ha nevicato per quasi una settimana di fila e non c’è anima viva in giro. Abbiamo la Via Lattea per noi ed in questo momento non ci sono Giappone o Lofoten che tengano.

Arrivati al Col Bourget le opzioni sono due. C’è un po’ di vento. Quindi o scendiamo subito, facendo però una discesa più breve, o proseguiamo un’altra mezz’ora in cresta verso Punta Triplex, 2507m, godendo poi così di una discesa più lunga. Inutile esplicitare cosa abbiamo scelto all’unanimità.

Decidiamo di fare “la Traversata”: Sestriere - Sauze D’Oulx. Metà di noi sono locals, fauna locale dell’alta Val Susa. Metà “stranieri”. Nessuno però ha mai fatto questo giro e l’idea di avventurarci in qualcosa di nuovo e diverso, dietro la porta di casa, ci gasa un casino.

Pellando lungo la cresta le nuvole se ne vanno ed inizia a profilarsi un tramonto da paura. Il Fraiteve in controluce davanti a noi, la Rognosa alla nostra sinistra ed una miriade di montagne che ci circondano. Spunta il Monviso laggiù in fondo. Ci sono solo le montagne, il tramonto e noi.

Partiamo da Sestriere, la prima meta è il Pitre de l’Aigle 2529m. 530m di dislivello per scaldare le gambe prima della discesa verso Pragelato. Le nevicate dei giorni precedenti hanno reso più affascinante il panorama intorno a noi. I larici sono ancora rossastri e con il bianco creano un contrasto di colori affascinante. Sono caduti quasi due metri di neve in poco tempo, è farinosa, invitante tanto quanto potenzialmente instabile.

Foto di rito alla fine della seconda salita, qualche curva sotto punta Triplex e via verso il bosco del Barrakan. Gli ultimi raggi del tramonto illuminano il sottobosco. Atmosfera fiabesca, ed anche la neve è da favola. Altri 1000 metri di discesa. Marco è di Sauze. Ale e Sisa di Cesana. Si può dire che queste sono le loro zone. Vedere l’entusiasmo nei loro occhi, sentirli commentare ed apprezzare questa esperienza genera tanta soddisfazione quanto quella che ci ha regalato il giro che abbiamo fatto.

La gita scelta è perfetta per le condizioni attuali poiché i pendii più ripidi si trovano nel bosco. E sia chiaro, non è un ripiego. Chi non ha mai sciato in questo sottobosco non sa cosa si perde. I larici hanno rami alti ed il tronco pulito.

La chiave sta nello stimolare la curiosità a voler scoprire qualcosa di nuovo, proprio in quei posti che abbiamo visto talmente tanto da dare quasi per scontati: diamo per assodata la loro bellezza senza però spesso viverli fino in fondo.

Adatto per tirare dei drittoni, come piace ad Ale, per farci slalom, quello che ama la Sisa nazionale, o per cercare una linea di pillow per far sbizzarrire il freestyler che è in Marco.

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Guardare lontano ma anche rendersi conto di ciò che si ha vicino. La chiave sta nel cercare di vivere di esperienze e non di cose, da condividere con chi ha fame degli stessi ingredienti.Le gambe sono stanche, gli occhi e il cuore sono felici. Sisa la stessa sera prima di addormentarmi mi scrive.

odierna che mi ripeteva: non c’è bisogno di essere estremi, basta essere consistenti. Diventando grande ho capito che ció di cui ho bisogno sono tutte quelle piccole cose che prima di chiudere gli occhi mi ricordano quanto sia fortunata. Ma non fortunata con la solita retorica, fortunata nel senso di grata di essere nata nella parte del mondo dove la genuinità di un giro in montagna ti fa scendere una lacrima”

“C’è una cosa che mi sono sempre ripetuta crescendo. Nella mia testa ogni volta che stavo per fare qualcosa spuntava tra un pensiero e l’altro una faccina paragonabile ad una emoji

*** "La chiave sta nello stimolare la curiosità a voler scoprire qualcosa di nuovo, proprio in quei posti che abbiamo visto talmente tanto da dare quasi per scontati"

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Turn of mind Il cambio di prospettiva è la chiave per tracciare una nuova linea. BY LUCA ALBRISI PHOTO AARON SCHWARTZ

Il bello delle curve è che non arriverai mai a farne una perfetta.

non bastano, dobbiamo prima di tutto predisporre noi stessi ad abbracciare il cambio di prospettiva.

Ti ci puoi avvicinare, certo, ma mai arriverai alla consapevolezza dell’assoluta perfezione.

Quando Nicholas Wolken mi ha descritto il progetto video di Turn of Mind invitandomi a partecipare, ho intuito fin da subito che si sarebbe trattato di una grande occasione per poter vivere un’esperienza di “contaminazione” che spaziasse dal riding alla condivisione di idee e teorie in grado di generare nuove prospettive.

Eppure, più continui a fare curve - più continui a cercare posti speciali dove fare curve - più ti rendi conto che la tua evoluzione tecnica, e spirituale, sta proprio in quella ricerca. Che la tua estasi coincide con quell’avvicinarsi al momento di perfezione in cui tutto il tuo corpo e tutta la tua mente, diventano curva.

D’altronde i presupposti c’erano tutti: tre splitboarder attivi sul lato ambientalista ma con formazioni completamente diverse - Nicholas psicologo, io filosofo e James scienziato ambientale - le nostre split, un paio di slitte cariche di cibo e una baita nel bel mezzo del nulla circondata solo da montagne magnifiche.

Per qualche istante puoi prevaricare la tua identità di soggetto e varcare le barriere individuali, fondendoti in qualcosa che è contemporaneamente te, e al di fuori di te. Un vero cambio di prospettiva presuppone questo diventare altro e riuscire, anche solo per pochi istanti, ad avere un punto di vista completamente estraniato da ciò che è, solitamente, la percezione di noi stessi.

L’idea era quella di raggiungere il nostro rifugio e prenderci qualche giorno per parlare di teorie ambientali, visioni del mondo, possibili azioni concrete e, ovviamente, snowboard, linee e stile.

Ci sono diversi modi per stimolare questo processo. Viaggiare, dedicarsi alla creatività, ma anche confrontarsi a mente aperta con chi ha convinzioni diverse dalle nostre. Gli stimoli esterni però

Dopotutto credo che la crisi ambientale attuale debba essere affrontata un po’ come il nostro viaggio.

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altri uno snowboard solido, alcuni sci larghi mentre altri ancora amano stuzzicadenti in carbonio. Ma tutte, in fondo, sono persone che hanno nella propria natura una profonda passione per scivolare giù da delle montagne.

La soluzione di approccio dovrà essere infatti affrontata da persone “di azione” ma dalle diverse competenze e formazioni. Pensare di percorrere solo la strada scientifica o solo quella umanistica non credo possa portare a risultati reali. Se vogliamo essere in grado di costruire un futuro capace di abbandonare il sentiero attuale per tracciare linee migliori, dovremo essere in grado di fondere le nostre diverse competenze e i nostri diversi approcci così da permetterci di innescare quel gigantesco e profondo cambio di prospettiva, riguardo noi stessi e il nostro rapporto con il mondo, senza il quale non avremo futuro. La cosa curiosa di questo viaggio è stato accorgersi di come i nostri percorsi apparentemente così diversi portassero spesso a conclusioni simili tra loro. Come a dimostrare che le differenza di stili non possono che valorizzare la particolarissima natura umana. In fondo alcuni preferiscono una split,

Quello che cambia è solo la prospettiva con cui vediamo queste differenze. Da vicino sono più evidenti ma da un punto di vista più globale, siamo tutti parte di un’unica realtà. In modo molto simile dobbiamo renderci conto - come donne e uomini - di appartenere a un sistema molto più esteso del nostro “semplice” essere umani e provare a destituirci da quella posizione di centralità che ci siamo auto-conferiti. Credo che questo sia il cambio di prospettiva centrale della nostra esistenza e la nostra vera sfida per il futuro. Ho sempre avuto un approccio molto filosofico all’outdoor e, partendo dalle tesi di Arne Naess e della Deep Ecology, sono sempre stato convinto che questo potesse essere uno strumento in grado di riavvicinarci ad una visione biocen

"Quello che cambia è solo la prospettiva con cui vediamo queste differenze. Da vicino sono più evidenti ma da un punto di vista più globale, siamo tutti parte di un’unica realtà."

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stra traccia per arrivare a quel profondo cambio di prospettiva che ci permetta di ri-pensarci come parte di quell’ambiente nel quale amiamo scivolare e disegnare le nostre linee in armonia con il tutto. trica del mondo, secondo la quale qualunque essere vivente possiede pieno diritto alla propria realizzazione. Questo viaggio ha però aggiunto altri punti di vista alla mia visione dimostrandomi come altre strade completamente diverse dalla mia - come per esempio quella psicologica che sta tracciando Nicholas - portino a conclusioni molto simili su come un nostro riavvicinamento alla realtà naturale (e un nostro riconoscerci come parte di essa) non solo ci possa giovare ma sia necessario alla nostra sopravvivenza rappresentando l’unico modo per perseguire una nostra esistenza sostenibile su questo pianeta. È l’incrociarsi di tutte queste tracce che ci porta a considerare centrale l’esperienza in natura, proprio perché rappresenta una chiave per raggiungere quel riavvicinamento. Che si tratti di andare in split, con degli sci o semplicemente a piedi, abbiamo bisogno di seguire e disegnare la no-

Ma se davvero riconosciamo il profondo valore di queste nostre esperienze dobbiamo essere pronti a fare qualche passo in più. Dobbiamo essere pronti a batterci in difesa di questi spazi. E non perché siano fondamentali per la pratica delle nostre attività ma per l’importanza che hanno di per sé. Non perché abbiano un valore economico, ma piuttosto perché tramite essi possiamo giungere a quel Turn of Mind che ci permette di riconoscere noi stessi. Perché in fondo - cambiando prospettiva - questi luoghi non sono altro che noi e noi, non siamo altro che questi stessi luoghi.

"Che si tratti di andare in split, con degli sci o semplicemente a piedi, abbiamo bisogno di seguire e disegnare la nostra traccia per arrivare a quel profondo cambio di prospettiva che ci permetta di ripensarci come parte di quell’ambiente nel quale amiamo scivolare e disegnare le nostre linee in armonia con il tutto."

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Carie ITW DENIS PICCOLO PHOTO FEDERICO RAVASSARD WITH MARZIO NARDI, ACHILLE MAURI E FEDERICO RAVASSARD

Carie è un buco frutto di un tarlo che risponde al nome di “arrampicata". Carie è quello che resta del processo di degenerazione di un tessuto, in questo caso di un luogo.

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CAR I E È U N B U CO FR UT TO D I U N TAR LO C H E R I S PO N D E AL N O M E D I “AR RAM PI CATA". CAR I E È Q U E LLO C H E R ESTA D E L PROC ESSO D I D EG E N E RA Z I O N E DI UN TESSUTO, IN QUESTO CASO DI UN LUOGO.

In questi due concetti è sintetizzato questo progetto, che affonda le sue radici nell'immenso serbatoio d'ispirazione che è l'arrampicata. Il suo scopo è quello di osservare un luogo apparentemente lontano e in antitesi con le bellezze naturali e trovare il "bello" attraverso l'arrampicata. Abbiamo utilizzato questa disciplina come mezzo di interpretazione di questi spazi. Carie non è un inchiesta, non è una denuncia né una presa di posizione ma uno sguardo su quel mondo da parte di un gruppo di arrampicatori attratti dall'estetica che questi luoghi posseggono, dalla loro storia e dalle loro contraddizioni.

Quando nasce Carie. M : È un progetto che nasce tanti anni fa da una mia ossessione, ovvero quella di dare vita a questi spazi in cui regna il vuoto e spesso l'abbandono. Sono fette di paesaggio che l'uomo ha sfruttato e poi abbandonato che per me conservano un forte potere attrattivo. Per questi luoghi, che altro non sono che delle ferite nella montagna, l'arrampicata può essere la cura. Il magnete che attira la creatività. Abbiamo interpretato le linee senza scavare appigli ma arrampicando su gli quelli già esistenti che l'uomo aveva scavato per altri fini. Questo è stato il modo in cui ci siamo messi in gioco. Adattandoci a quello spazio senza alterarlo ma utilizzando i mezzi che l'arrampicata ci consente: corde, moschettoni, chiodi e friend. Ci tengo a ricordare che questo era un progetto che avrei voluto portare a termine anche con Adriano Trombetta, con il quale l'avevo immaginato. Purtroppo "La Montagna" l'ha preso con sé. Chi c’è dietro Carie? MARZIO NARDI

Arrampicatore da 35 anni, sono stato uno dei primi campioni italiani di ar-

rampicata sportiva, ma molto presto ho abbandonato le competizioni per inseguire con l'arrampicata la creatività: cercare luoghi da chiodare, tracciare gare, scolpire appigli, filmare. Raccontare l'arrampicata e come essa si manifesta nelle sue più svariate forme. Nel 1997, con il Bside ho creato una delle prime sale d'arrampicata in Italia. ACHILLE MAURI

Nato a Lecco non troppo tempo fa. Vado in montagna da quando sono piccolo grazie a una solida tradizione di famiglia, e attraverso il mio lavoro di videomaker/fotografo cerco di analizzare il rapporto tra uomo e ambiente in tutte le sue forme. Carie è stato per me un unione tra etica, estetica ed “atletica”. F E D E R I C O R AVAS SA R D

25 anni, torinese. Ai miei nonni ho detto che faccio il fotografo, ma nella pratica la fotografia è solo uno dei mezzi con cui cerco di raccontare qualcosa. Per il momento lavoro principalmente nel mondo degli sport outdoor, anche se da grande non ho ancora capito bene cosa vorrei fare.

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Siete tutti e tre climber, quale espressione di climbing vi piace e quale no? M : Quello che più mi piace è la sua mancanza di confini. La possibilità di rimescolare le carte e fare una cosa nuova o almeno diversa da quella fatto la volta prima. La possibilità di portare questo gesto ovunque dando in significato nuovo alle cose. Non sopporto il rischio di stereotipare le cose a cui sta andando incontro anche l’arrampicata, e poi non sopporto più le scarpe strette. Non ho particolare predisposizione nei confronti di uno stile di arrampicata. Amo l’ambiente in cui essa viene praticata e aver la possibilità di cambiarlo è una fortuna. Di certo le cave hanno aperto in me una quarta dimensione, nel bene e nel male. A:

Personalmente mi piace variare il più possibile: falesia sportiva, trad, grandi vie alpinistiche e palestra quando sono in città. Non ho particolari preferenze, al massimo ciò che fa la differenza è il periodo dell’anno. Un aspetto dell’arrampicata che non mi fa impazzire è, purtroppo, l’impoverimento “culturale” degli ultimi anni dell’arrampicata indoor, un mondo che ha iniziato a essere frequentato da persone che hanno più a che fare con il crossfit e non sembrano particolarmente interessate alla roccia. F:

Filmando questo progetto cosa vi siete trovati di fronte? A : Innanzitutto ci sono stati due generi di approcci filmici a questo lavoro: uno prettamente “sportivo”, focalizzato sul gesto atletico dei climbers e della loro armonica interpretazione delle linee. La scelta del tiro era estremamente determinata dalla bellezza estetica e di come essa risultava attraverso l’obiettivo. A quel punto si innescava una sorta di silenziosa complicità tra noi e gli scalatori, interrotta solo da: “ Buono o rifacciamo? Rifaccia-

mo…”. Il nostro tempo speso in parete è stato equivalente al loro, escluse quelle volte che “Tuono Blu” (nick name di Roberto Gianocca, il “Dronista”) volava libero per i cieli toscani. Il secondo approccio del documentario, invece, è stato molto più documentaristico. Le persone che abbiamo coinvolto e quindi ascoltato sono state scelte unicamente da noi, attraverso una naturale selezione. Siamo stati curiosi fin dall’inizio, a mio parere non troppo onniscienti, ma questo spetta al pubblico a dirlo. Con quanta forza uno sport come il climbing può denunciare delle forti tematiche ambientali? F : Rispetto ad altre discipline, l’arrampicata ha il doppio vantaggio di essere intrinsecabilmente legata al territorio e di essere facilmente comprensibile ad un pubblico di non addetti ai lavori se raccontata nella chiave giusta che di sicuro non è quella della performance sportiva, e in questo l’ha dimostrato il successo trasversale di Free Solo. L’idea di Carie è quella di utilizzare l’arrampicata come specchietto per le allodole, attrarre il pubblico attraverso le scene di azione per poi trattare argomenti più seri, ad esempio quello della cavatura. Il pubblico outdoor è di base molto attento alle tematiche ambientali, bisogna solo trovare il modo di catturare la sua attenzione e in questo lo sport si presta molto bene, una sorta di infotainment. Quanto e in che modo lo sport, sopratutto quello outdoor, può influire e aiutare il pianeta? E quanto permette di sensibilizzare le persone che non hanno ancora affrontato il tema? F : Storicamente lo sport ha già dimostrato di poter essere in grado di influenzare politica e società, basti pensare al gesto di Tommie Smith e John Carlos alle Olimpiadi di Messico

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’68 o, più recentemente, alle influenze di Putin nel sistema olimpico russo o la vicenda di Colin Kaepernick. È un linguaggio globale, che si presta bene a una diffusione attraverso un pubblico trasversale. Nel caso degli sport outdoor, poi, il messaggio viene rafforzato grazie alla spettacolarizzazione dell’ambiente in cui si svolge pratica. Da un pò di tempo sembra che tutte le aziende siano preoccupate delle problematiche ambientali, realtà o marketing? F : Sicuramente per alcune aziende il green è un trend orientato ad ottenere benefici in termini di fatturato, così come lo era stata un paio di anni fa una certa attenzione al pubblico femminile. Allo stesso tempo, però si è venuta a creare una consapevolezza collettiva tale da fare in modo che i brand, per essere apprezzati, debbano assolutamente rispondere a certi requisiti di sostenibilità ambientale. Lo stesso vale per i consumatori, che ora orientano i loro acquisti in modo più mirato, quindi ben venga. Certo, poi questa filosofia andrebbe applicata anche al di fuori del mondo dell’outdoor, che di per sé è veramente una formica.


È un progetto che nasce tanti anni fa da una mia ossessione, ovvero quella di dare vita a questi spazi in cui regna il vuoto e spesso l'abbandono. Sono fette di paesaggio che l'uomo ha sfruttato e poi abbandonato che per me conservano un forte potere attrattivo. Per questi luoghi, che altro non sono che delle ferite nella montagna, l'arrampicata può essere la cura. Il magnete che attira la creatività. Abbiamo interpretato le linee senza scavare appigli ma arrampicando su quelli già esistenti che l'uomo aveva scavato per altri fini. Questo è stato il modo in cui ci siamo messi in gioco.

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ØKm Beauty BY SIMONE MONDINO & ROMINA MANASSERO I D U E VAG A M O N D I VA LVA R A I TA - C U N E O - I TA LY

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Spesso ci dimentichiamo della fortuna di essere italiani e della bellezza che abbiamo intorno ogni giorno. Negli ultimi anni, tuttavia, sta sempre più crescendo la consapevolezza di quante possibilità e di quanta bellezza ci sia qui da noi, nel cuneese.

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roppe volte anzi troppo spesso ci capita di partire per un viaggio e raramente si tratta di una destinazione o di un’esperienza a portata di mano. Questo volere sempre più allontanarsi, quasi a scappare per staccare la spina o chissà per quale altro motivo, ci porta a trascurare la nostra terra natia, le nostre montagne, le nostre vallate. Le snobbiamo ma senza dubbio non con cattiveria, si tratta solo di un automatismo presente in ognuno di noi. Spesso ci dimentichiamo della fortuna di essere italiani e della bellezza che abbiamo intorno ogni giorno. Negli ultimi anni, tuttavia, sta sempre più crescendo la consapevolezza di quante possibilità e di quanta bellezza ci sia qui da noi, nel cuneese. Due telefonate, una chiacchierata telefonica ed ecco che è tutto organizzato: si va per una settimana in Val Varaita, in compagnia del Val Varaita Trekking, alla ricerca della pace ma soprattutto della bellezza di una vallata anche in veste invernale. Chilometro dopo chilometro saliamo di quota avvicinandoci sempre più alla neve. Ormai, come ogni anno, è sempre più inverno a novembre che a dicembre ed è così anche in questi giorni prossimi al Natale. La nostra continua ricerca della positività ci fa pensare che la neve verrà a trovarci. Tra ravioles, birre artigianali e risate le giornate scorrono velocemente, scoprendo scorci nuovi e fuggendo dai rovesci di pioggia e dalla nebbia mentre inseguiamo timide occhiate di sole. Un maledetto flusso di libeccio infatti condiziona l’atmosfera della vallata ma fortunatamente le abbondanti precipitazioni nevose di novembre ci permettono di esplorare nuovi sentieri come quelli del vallone di Gilba, il versante del Meira Paula ma anche quelli più tradizionali nel bosco dell’Alevè, a Chianale e a Bellino. Una scoperta della vallata in compagnia di alcuni gestori dei rifugi, una “scusa” per socializzare, conoscere e ca

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pire come stia cambiando la montagna, un modo per entrare in contatto con coloro che la montagna la “vivono” veramente e non la sfruttano come moda passeggera. Così ci si ritrova ad aiutar alcuni a portare in quota i rifornimenti in vista del boom turistico delle festività, a sistemare addobbi natalizi nel bosco, a preparare piatti tipici o semplicemente a brindare al termine della giornata tutti insieme. Una montagna viva, vera e pura proprio come piace a noi. Una settimana veramente full-immersion nella vita della valle, un’autentica riscoperta di bellezze locali troppe volte dimenticate che meritano rispetto e maggior valorizzazione. Dalle prime luci dell’alba alla notte è un girovagare continuo tra vecchi borghi e boschi incantati e mentre tutto corre intorno a noi arriva sua maestà, la neve, a farci fermare, a farci capire che si può vivere la montagna ancor più a rilento, in silenzio, apprezzandone ogni sua sfaccettatura. La legna scoppietta nei camini, i sorrisi di chi vive in quei posti che spesso sembrano abbandonati ma che sono più vivi che mai, e, fuori dalla finestra, i fiocchi lentamente si accumulano trasformando il paesaggio intorno a noi. Alcuni pensano che la neve possa dividere ma in realtà se la si sa affrontare e vivere unisce letteralmente tutto e tutti. Uscire, indossare le ciaspole e partire verso qualsiasi meta, avvolti nel silenzio più assoluto sentendosi vivi, veri e presenti e, seppur per un istante, parte di una comunità. “Che fretta c’è, godiamoci questo caffè, questi fiocchi in faccia, questi sorrisi” uno stile di vita che sempre più viene dimenticato andandolo a cercare in destinazioni lontane quando invece è proprio lì, davanti a noi, sotto casa. Sarebbe bello capirlo sempre più perché le nostre montagne devono tornare a vivere come una volta, devono tornare a sorridere come i loro abitanti che ancora ci credono nonostante i mille sacrifici e soprattutto che resistono ogni giorno, sempre. Quassù non vivo in me, ma divento una parte di ciò che mi attornia. (Lord Byron)

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Alcuni pensano che la neve possa dividere ma in realtà se la si sa affrontare e vivere unisce letteralmente tutto e tutti.


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Bivouacs full of emotions PHOTOS & TEXT BY ROMINA MANASSERO E SIMONE MONDINO I D U E VAG A M O N D I

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k Fin da quando eravamo piccoli il legame per le nostre montagne è sempre stato molto forte e in questo ultimo anno verso quelle di casa ancora di più.

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bbiamo la fortuna di vivere in Italia ed in particolar modo in provincia di Cuneo, proprio quell’angolino a sud ovest del Piemonte dove il turismo di massa non è ancora così presente come in altre zone.

la, il Monte Matto, l’Asta giusto per citare alcune delle vette che hanno scritto pagine stupende di alpinismo con sfide avvincenti circondate da un’indiscussa bellezza. Proprio qui, in questo angolo di Piemonte sorge il Bivacco Guiglia che spunta fuori dal tappeto di nuvole con il suo colore rosso quasi a richiamare un’alba altrettanto incantata.

Qui a due passi dalla Francia, le vallate sembrano a tratti non finire mai con le loro mille sfaccettature selvagge, con i sentieri che si inerpicano lungo pendii più o meno esposti e dove è possibile a tratti vedere il mare della Costa Azzurra. Autentica magia del Parco Naturale delle Alpi Marittime dove è possibile praticare l’outdoor al ritmo delle stagioni.

Quella notte saremo solamente in tre perché all’imbrunire ci raggiungerà con la sua frontalina un giovane ragazzo degli scout di Savona intento a percorrere una traversata di più giorni in solitaria. Sembra di conoscersi da tempo, si crea subito un’atmosfera famigliare e come sempre il tempo scorre velocemente mentre il fuoco lentamente si spegne lasciando spazio ad una coperta incredibile di stelle sopra di noi e di nuvole ai nostri piedi.

Ci piace vivere la montagna a “modo nostro” ovvero con lentezza e rispetto, circondati dal silenzio e dalla solitudine. Camminare per ore ed ore, risalire i pendii fino ad arrivare alla meta, fermarci, osservare e ripartire senza alcuna fretta, senza stress ma sempre alla ricerca della bellezza e del buon umore.Ecco quindi l’idea di tornare a frequentare maggiormente i bivacchi, di fotografarli e di raccontarli. La legna che scoppietta in una notte di luna piena, le nuvole basse, i camosci che incuriositi si avvicinano come vecchi amici… quell’atmosfera intima e pura che fa tornare in mente l’alpinismo di un tempo e ci fa battere forte il cuore. Attorno a noi: l’Argentera, il Corno Stel-

Non solo trekking e fotografie ma anche un occhio più sensibile verso madre natura, a noi tanto cara che ci ha portato, proprio nei pressi del bivacco, a raccogliere parte dell’inciviltà dell’essere umano che dimentica troppe volte i propri rifiuti a monte. Sarà forse complice di una mancata educazione o di una leggerezza ma che purtroppo compromette la bellezza autentica della montagna e ne rovina la sua essenza.

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E’ buffo incontrare lungo i sentieri alcuni signori quasi increduli nel vederci portare a valle una borsata di rifiuti di ogni genere ma, è più forte di noi, non riusciamo a sorvolare su tanta cattiveria e ci sentiamo in colpa sempre più verso la natura, la montagna.

percorso. Questa volta saremo soli, in uno scenario decisamente più montano fatto di pietre, muschi e nevai mentre alle nostre spalle dominano il celebre Canalone di Lourousa e la parete nord del Corno Stella. Mentre si fa notte è difficile riconoscere i suoni della montagna, ma in questa solitudine assoluta ci sentiamo a casa e in piena sicurezza. In lontananza qualche pietra che rotola verso valle, forse i nostri amici camosci del tramonto.

Ogni volta salendo, chilometro dopo chilometro, ci si dimentica velocemente della frenesia della pianura, il peso dello zaino sulle spalle quasi non si fa sentire perché la mente si fa sempre più leggera e la sensazione di libertà che si prova su quei sentieri è difficile da esprimere a parole.

Fuori la legna raccolta lungo la pietraia scoppietta allegramente mentre osserviamo stelle cadenti, nuove costellazioni e ci ricarichiamo completamente di fronte a tanta bellezza. A tratti sembra quasi di esser protagonisti di un film, noi due in un bivacco stupendo a 2235 metri di quota dove ogni gesto diventa speciale ed indimenticabile.

Bastano anche poche ore di cammino per sentirsi isolati dal mondo, sconnettersi con il resto per imparare a riconnettersi con il nostro IO più profondo. Riscoprire l’essenziale: un libro, una candela, una buona pasta e fagioli che bolle sul fornelletto acceso mentre la giornata volge lentamente al termine con gli ultimi timidi raggi di sole illuminano le vette più alte regalando sfumature che scaldano il cuore.

Fuori la legna raccolta lungo la pietraia scoppietta allegramente mentre osserviamo stelle cadenti, nuove costellazioni e ci ricarichiamo completamente di fronte a tanta bellezza.

Da quassù, dal Bivacco Varrone, si intravedono dei ragazzi che montano una tenda nei pressi del Lagarot proprio al confine della vegetazione di larici e faggi che caratterizza la prima parte del

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Ogni volta le emozioni cambiano proprio come i paesaggi che incontriamo, come le forme dei bivacchi, i colori del cielo ed i nostri stati d’animo. Cerchiamo di godere a pieno di ogni istante ed al tempo stesso di renderlo perfetto prima di ripartire e ritornare nel mondo frenetico della pianura. E non importa se le ore di cammino sono più di cinque perché sappiamo già che quando arriveremo lassù, al Bivacco Moncalieri, saremo circondati dalle più belle montagne del Piemonte: l’Argentera, il Monviso in lontananza ed il Gèlas uno dei due ghiacciai più meridionali dell’intero arco alpino, secondo solamente al vicino Clapier. Salendo tra zigzag continui immersi negli ontani si arriva dopo ore di cammino al Lago Bianco del Gèlas dove inizia la neve a tratti. Solo gli occhi più esperti riescono a intravedere il bivacco da qui perché si mimetizza completamente, complice anche il suo rivestimento in lamiera. Il caldo durante l’intera salita è stato terrificante, il termometro della macchina al parcheggio segnava quasi trenta gradi a milleduecentometri, follia.

care la pianura ed il sole sparisce dietro la Regina delle Marittime decretando così la fine di una nuova giornata. Scendendo incontriamo un giovane avventuriero francese che ci terrà compagnia tutta la serata raccontando la sua escursione di tre giorni tra passi e vette decise di volta in volta strada facendo senza alcun limite di tempo. Anche questa è la montagna. Poche ore di sonno perché la voglia di vedere l’alba è irrefrenabile, saliamo nuovamente verso il passo dei ghiacciai, fornelletto acceso e la caffettiera borbotta inondandoci di aromi arabici mentre il sole sorge di fronte a noi rischiarando la valle e restituendoci quelle forme conosciute che fino a pochi istanti prima si nascondevano con la notte. E’ incredibile ed a tratti indescrivibile quello che proviamo. Ogni istante sarebbe da immortalare ma non solo con la macchina fotografica ma bensì con il cuore e gli occhi.

I bivacchi uniscono, fanno conoscere le persone, ti fanno crescere… sono come i libri: costudiscono ricordi, raccontano storie e possono veramente far uscire la parte migliore di noi insegnandoci a migliorare ogni giorno sempre di più.

Il cielo brontola in lontananza verso la pianura quando decidiamo di salire ancora un po’ per goderci il tramonto direttamente al Passo dei Ghiacciai. E’ emozione pura perché sono anni ed anni che sognavamo di raggiungere questo posto. Una leggera brezza fa svolazzare le bandierine tibetane mentre il nostro sguardo si incanta nell’ammirare a sinistra l’Argentera, a destra sotto di noi il bivacco ed i laghi incontrati salendo e sotto i nostri piedi il ghiacciaio del Gèlas che scende verso valle. I temporali si spengono lentamente quasi a soffo-

“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi.” (Marcel Proust)

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Wadi Rum BY MAT TEO PAVANA

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In arabo significa letteralmente “Valle della Luna”, anche se dall’oblò dell’aereo si ha più la sensazione di partecipare al primo ammartaggio dell’umanità. Lo percepisci dalla mancanza di un fiume gonfio e blu e dalla fortissima presenza della terra dallo spettro cromatico della lava, con sfumature dal rosso al bruno al nero cenere.

Eppure, una volta che cammino su quel suolo, ammiro meravigliato il candore della sabbia bianchissima e tanto fine da non percepirla al tatto. L’unicità del Wadi Rum sta proprio nella sua natura selvaggia, nella complessità dei meccanismi della vita dei beduini e nella desolazione sulle cime dei torrioni di arenaria. Purtroppo, come qualsiasi luogo esteticamente sublime, non manca la macabra influenza occidentale che nel corso degli anni si è tradotta in un villaggio tecnologico per simulare la vita su un altro pianta o in un tour “zero stress” con il culo poggiato su una jeep.

"L’unicità del Wadi Rum sta proprio nella sua natura selvaggia, nella complessità dei meccanismi della vita dei beduini e nella desolazione sulle cime dei torrioni di arenaria. Purtroppo, come qualsiasi luogo esteticamente sublime, non manca la macabra l’influenza occidentale che nel corso degli anni si è tradotta in un villaggio tecnologico per simulare la vita su un altro pianta o in un tour “zero stress” con il culo poggiato su una jeep."

Fortunatamente sono riuscito a fuggire da tutto questo. Anche se per poco ho assaporato il vero spirito del Wadi Rum, il tutto assieme a un team geograficamente variegato e motivatissimo. Assieme a me Matteo Faletti, Matteo Piccardi, Claudio Migliorini, Alessandro Beber, Lisa Angelini, Mirco Grasso e Dimitri Anghileri. Accenti diversi sono il presupposto fondamentale per un viaggio interessante, sono quella risata in più a fine giornata per un detto sconosciuto e incomprensibile. Il Wadi Rum è un paese povero, composto da 2000 abitanti ma in continua crescita per l’alto tasso di natalità. I bambini camminano scalzi e la sporcizia sulle strade è un problema prima culturale che ambientale, ma nessuno ovviamente sembra curarsene più di tanto dal momento che le priorità sono altre. Ogni famiglia ha una jeep con la quale trasporta i turisti all’interno del deserto a velocità invidiabile al primo classificato della Parigi Dakar. I beduini che vivono fuori dal villaggio possiedono dromedari con i quali spostarsi o, più semplicemente, guadagnare qualche dinaro in più come attrazione sempre per noi stupidi turisti occidentali. Quello che non manca mai è il sorriso che gli abitanti riservano a uno maccheronico “as-salamu alaykum”. Qualche millennio fa questa valle era attraversata da un fiume che ne avrebbe lasciato solo dei grossi cumuli, in questo caso le pareti da arrampicare, il nostro parco giochi. Già all’inizio degli anni ’80 gli arrampicatori da tutto il mondo esplorarono parte di questo ampissimo deserto che si estende tra i confini dello stato di Israele e l’Arabia Saudita. Il territorio è vasto e orientarsi nei canyon scavati dall’acqua e dal vento è complicato senza una guida locale. Atayek è stato colui che non solo ci

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ha ospitato nella sua casa, ma che ci ha scarrozzato tra una parete e l’altra, orgoglioso di mostrarci i cavalli della sua nuova auto. Atayek è nato e cresciuto in Wadi Rum. Ora guadagna ospitando climbers. Atayek è l’uomo da contattare nel caso in cui vorreste andare a scalare in Giordania senza però perdere in qualità dell’esperienza. Menù fisso in base a quello che offre la terra (e che comunque riserva delle piacevoli sorprese), un materasso impolverato sul quale appoggiarsi con il sacco a pelo e poco altro per abituarsi all’idea che per stare bene basta davvero poco. Ho scoperto un ritmo di vita che mi ha quasi messo a disagio per la sua lentezza. Eppure, in quel modo di vivere, ho riscoperto una parte di me stesso che credevo non esistesse più: la pace del tempo lento. Provo una sensazione spiacevolmente piacevole quando la realtà mi viene sbattuta in faccia. Considero un privilegio non aver visto le fotografie di un luogo, non averne neanche sentito parlare. Alle volte lo faccio apposta: non cerco informazioni per poter vivere al meglio l’esperienza; impossibile alle volte per chi, come me, è vittima e complice dei social. Guardare un’immagine su Instagram infatti fa scaturire automaticamente il pregiudizio del luogo e l’annientamento della scoperta. Se la curiosità è stata da sempre un’indole genetica dell’essere umano, per me sembra essersi tramutata in un esercizio, un’arte da affinare per non vivere nel superfluo. Dio se è difficile. La curiosità sta nel sapere il meno possibile, nel riservarsi e nel regalarsi ignoranza. Le maggiori alleate della curiosità sono la sensibilità e l’empatia, che costituiscono la quarta e la quinta dimensione della ricchezza interiore, quello che poi tecnicamente dovrebbe farti crescere.

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"Qualche millennio fa questa valle era attraversata da un fiume che ne avrebbe lasciato solo dei grossi cumuli, in questo caso le pareti da arrampicare, il nostro parco giochi. Già all’inizio degli anni ’80 gli arrampicatori da tutto il mondo esplorarono parte di questo ampissimo deserto che si estende tra i confini dello stato di Israele e l’Arabia Saudita."


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Il breve viaggio in Wadi Rum è stata quindi la ricerca del mio tempo perduto e non solo un viaggio di amicizia e di scoperta. Mi rendo conto, ora più che mai, che nonostante io faccia di tutto per astrarmi il più possibile dai meccanismi della stressante vita occidentale, ne sono incapace e mi ritrovo spesso a lamentarmi della mia vita caotica, senza un equilibrio, in sospensione. La soluzione sta lontana anni luce, come se mai ci potessi arrivare. La semplice immersione in un mondo e in un tempo diverso però mi ha aiutato a migliorare. È solo una questione di consapevolezza. La scalata, come nessun altro sport che io abbia mai avuto la fortuna di esercitare, è l’emblema della concentrazione sull’attimo presente, unico ed irripetibile. La scalata mi ha e mi aiuta tuttora a isolarmi dal superfluo, dall’inutile, nonostante dallo stesso Lionel Therray venisse definita proprio con il termine “la conquista dell’inutile”. La caratteristica introspettiva della scalata unita alla ricerca di un ambiente isolato è stata per me una boccata d’aria fresca, un rimettere le cose al proprio posto, un consiglio spassionato a climbers e non.

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"Il breve viaggio in Wadi Rum è stata quindi la ricerca del mio tempo perduto e non solo un viaggio di amicizia e di scoperta. Mi rendo conto, ora più che mai, che nonostante io faccia di tutto per astrarmi il più possibile dai meccanismi della stressante vita occidentale, ne sono incapace e mi ritrovo spesso a lamentarmi della mia vita caotica, senza un equilibrio, in sospensione."


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Powder Hound BY DENIS PICCOLO

M O D E L PAT R I C K D E LO R E N Z I

JAC K E T T H E N O R T H FAC E B R I G A N D I N E F U T U R E L I G H T B I B T H E N O R T H FAC E B R I G A N D I N E F U T U R E L I G H T GOGGLE ALPINA SKIS DYNAFIT SE VEN SUMMIT BOOTS DYNAFIT HOJI FREE 1 10 126


S H E L L S A L E WA A N T E L A O P O W E R T E X 3 L S H E L L J A C K E T PA N T S A L E WA A N T E L A O P O W E R T E X 3 L S H E L L PA N T JAC K E T S A L E WA O R T L ES 2 T I RO LWO O L C E L L I A N T J AC K E T G LOV ES S A L E WA O R T L ES 2 P R I M A LO F T G LOV ES B AC K PAC K S A L E WA R A N D O N N É E 3 2 G O G G L E S M I T H I / O M A G X T N F P O L E S S A L E WA C A R B O N I U M A S C E N T PIGEZZ A SALE WA ALPINE-X SKIS DYNAFIT SE VEN SUMMIT BOOTS DYNAFIT HOJI FREE 1 10 127


JACKET PICTURE ORGANIC CLOTHING DEMAIN JACKE T BIB PICTURE ORGANIC CLOTHING ZEPHIR BIB G L O V E S L E V E L T E M P E S T I -T O U C H B A C K PA C K M A M M U T D U C A N 2 4 G O G G L E A L P I N A H E L E M T A L P I N A S P L I T B U R T O N B O O T S B U R T O N A R VA M A M M U T B A R R Y V O X S S H O V E L M A M M U T A L U G AT O R P R O L I G H T PROBE

M A M M U T P R O B E A LU G ATO R FA ST LO C K 128


J AC K E T L A S P O R T I VA M A R S J A C K E T H O O DY L A S P O R T I VA A R C A D E H O O DY PA N T L A S P O R T I VA A R R O W PA N T G LOV E S L A S P O R T I VA A L P I N E G LO V E S B AC K PAC K L A S P O R T I VA C O U R S E B A C K PA C K H A R D G O O D S S K I B O OT S HEADBAND L A SPORTIVA

DIAGONAL HEADBAND POLES MASTER SKI TOUR PRO CALU

SKIS DYNAFIT SE VEN SUMMIT BOOTS L A SPORTIVA SKORPIUS CR 129

GARMIN INREACH


J AC K E T A R C ’ T E R Y X S A B R E A R J A C K E T PA N T A R C ’ T E R Y X S A B R E A R PA N T G L O V E S L E V E L T E M P E S T I -T O U C H B A C K PA C K M A M M U T D U C A N 24 G O G G L E S M I T H I / O M A G X L SKIS EL AN RIPSTICK BOOTS DYNAFIT HOJI FREE 1 10 GARMIN INREACH 130


J A C K E T PATA G O N I A M A C R O P U F F H O O DY B I B PATA G O N I A P O W S L AY E R G L O V E S L E V E L T E M P E S T I -T O U C H B AC K PAC K PATA G O N I A D E S C E N S I O N I S T

PAC K 4 0 L CA P PATAG O N I A R ECYC L E D WO O L E A R F L A P C A P

GOGGLE SMITH I/O MAG XL POLES MASTER SKI TOUR PRO CALU SPLIT BURTON BOOTS BURTON 131


WOOLRICH A R T I C PA R K A

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Over the winter SPORT & STYLE

La neve scivola via, inghiottita dai prati che presto saranno verdi. Pronti per una nuova stagione, pronti per essere abbagliati da una nuova luce.

PHOTOS

DENIS PICCOLO LO C AT I O N

VA L M A I R A - E L VA

- I TA LY

MODEL

SIMONE IANNELLI

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CANADA GOOSE

PHOTOJOURNALIST JACKET

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CANADA GOOSE

SEAWOLF JACKET

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HOLUBAR M U STA N G

T H E N O RT H FAC E HEADPOINT ANORAK

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REWOOLUTION

COOPER JACKET

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TOPO DESIGNS

K L E T T E R S AC K B AC K PAC K

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M A M M U T D E LTA X

SKYTREE HS HALF ZIP HOODED JACKET

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SPORT & STYLE SELECTION BY DENIS PICCOLO

1.CANADA GOOSE

1.

PHOTOJOURNALIST JACKET

Creata in collaborazione con i fotoreporter per affrontare le avventure più incredibili. Questa giacca non ha paura di nulla, brutto tempo, viaggi di lunga durata o temperature fredde. Qualità Canada Goose per un capo che è destinato a durare nel tempo.

3.

→ canadagoose.com

2.HOLUBAR M U STA N G

Tessuto tecnico nylon Limonta antineve pioggia e vento a tinta unita. Chiusura con zip nascosta a doppio cursore e bottoni a pressione logati. Due tasche verticali con zip sul fronte. Logo Holubar ricamato sulla manica sinistra e label applicato sul retro del colletto.

3.

→ holubar.com

3.CANADA GOOSE SEAWOLF JACKET

Leggera ma eccellente contro pioggia, vento e il brutto tempo. Lunghezza intermedia, con pannelli riflettenti per quando nelle ore più buie si esplora la città.

5.

→ canadagoose.com

4.FORTELA J H O N D E N I M V I N TAG E

Denim di altissima qualità in tessuto selvedge giapponese cimosato, fit regular, zip fly e lavaggio stone washed. Disegnato e ispirato da Alessandro Squarzi.

4.

→ fortela.it

5 . M A M M U T D E LTA X SKYTREE HS HALF ZIP HOODED JACKET

Anorak estremamente leggero, trasparente ed impermeabile, con dettagli riflettenti. Il massimo della tecnologia e della qualità del brand Svizzero in un unico capo. → mammut.com

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SPORT & STYLE SELECTION BY DENIS PICCOLO

6.

6.REWOOLUTION COOPER JACKET

Realizzata nell’esclusiva gabardina lavabile 100% Reda Active Merino Tela Cargo Membrane, dallo stile unico, che reinterpreta il formale con incursioni sportive e outdoor, per un capo urban contemporaneo e fuori dagli schemi.

7.

→ rewoolution.it

7. T H E N O R T H F A C E HEADPOINT ANORAK

Iconico Anorak a blocchi di colore The North Face con la tradizionale etichetta Black Box per questo modello antivento con cappuccio ripiegabile. La finitura idrorepellente ti protegge in caso di pioggia o maltempo. Non passerai inosservato nel tuo quartiere.

8.

→ thenorthface.com

8 .T O P O D E S I G N S K L E T T E R S AC K B AC K PAC K

Backpack da 25L in nylon e cordura, con soli 900g di peso ideale per la città ma anche per le brevi gite in montagna, stile e dettagli tipici di Topo. → topodesigns.com

9 .W O O L R I C H

9.

A R T I C PA R K A

Iconico parka rivisitato in versione estiva, tessuto water repellent, cappuccio con coulisse, chiusura zip coperta da patta con bottoni, tasche scaldamani e polsini con elastico. Special feature: la frase stampata sul retro riguardo la storia del parka. → woolrich.eu 10.

10.RED WING IRON RANGER

Boot che è diventato un icona americana grazie al suo stile, la sua costruzione lo rende durevole nel tempo, compagno di viaggio di infinite avventure. → redwingheritage.com

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815 Outdoor European Shop Italy 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. 31. 32. 33. 34. 35. 36. 37. 38. 39. 40. 41. 42. 43. 44. 45. 46. 47. 48. 49. 50. 51. 52. 53. 54. 55. 56. 57. 58. 59. 60. 61. 62. 63. 64. 65. 66. 67. 68. 69. 70. 71. 72. 73. 74. 75. 76. 77. 78. 79. 80. 81. 82. 83. 84. 85. 86. 87. 88. 89. 90. 91. 92. 93. 94. 95. 96. 97. 98. 99. 100. 101. 102. 103. 104. 105. 106. 107. 108. 109. 110. 111. 112. 113. 114. 115. 116. 117. 118. 119. 120. 121. 122. 123. 124. 125. 126. 127. 128. 129. 130. 131. 132. 133. 134. 135. 136. 137. 138. 139. 140. 141. 142. 143. 144. 145. 146. 147. 148. 149. 150. 151.

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CUNEO DARFO BOARIO TERME DESENZANO DEL GARDA DIMARO FOLGARIDA DOBBIACO DOBBIACO DOLZAGO DOMODOSSOLA DOMODOSSOLA DOMODOSSOLA DUEVILLE FAENZA FAENZA FAI DELLA PAGANELLA FALCADE FANO FAVRIA FELTRE FERMO FERRARA FINALE LIGURE FINALE LIGURE FINALE LIGURE FINALE LIGURE FINALE LIGURE FINALE LIGURE FINALE LIGURE FIRENZE FIRENZE FIRENZE FIRENZE FIRENZE FIUMALBO FORLÌ FORLÌ FORMIGINE FOSSANO FOSSATO DI VICO GENOVA GENOVA GENOVA GENOVA GENOVA GENOVA GENOVA GENOVA PRA' GIAVENO GODEGA S. URBANO GRADISCA D’ISONZO GRAVELLONA TOCE GROSSETO GUSSAGO ISEO ISERA ISERNIA IVREA IVREA IVREA L'AQUILA L’AQUILA LA VALLE AGORDINA LA VILLA LANA LECCO LECCO LIMONE PIEMONTE LISSONE LISSONE LIVIGNO LIVIGNO LIVIGNO LIVIGNO LIVIGNO LIVIGNO LIVIGNO LIVIGNO LOCATE DI TRIULZI LONATO LONGARONE LUCCA LUCCA MADONNA DI CAMPIGLIO MANARO SUL PANARO MANAROLA MANTA MANTOVA MATELICA MEOLO MERANO MERANO MERANO MERATE MESTRE MEZZOLOMBARDO MILANO MILANO MILANO MILANO MILANO MILANO MILANO MILANO MILANO MILANO MILANO MILANO MILANO MILANO MODENA MODENA MOENA MONDOVÌ MONIGA MONTEBELLUNA MONTEBELLUNA MONTEBELLUNA MONTESILVANO MORBEGNO MORBEGNO MORI MUCCIA NAPOLI NATURNO NEMBRO NEMBRO NICHELINO NICOLOSI NICOLOSI NOICATTARO NOVA LEVANTE OLGIATE OLONA ORIO AL SERIO ORIO AL SERIO ORIO AL SERIO ORIO AL SERIO ORTISEI ORTISEI ORTISEI ORZINUOVI OSIMO OSPITALETTO OVINDOLI PADOVA PADOVA PADOVA PALAZZOLO SULL’OGLIO PARCINES PARMA PARMA PAVULLO NEL FRIGNANO PERGINE VALSUGANA PERNATE PERTOSA PERUGIA PERUGIA PESCARA PESCARA

309. 310. 311. 312. 313. 314. 315. 316. 317. 318. 319. 320. 321. 322. 323. 324. 325. 326. 327. 328. 329. 330. 331. 332. 333. 334. 335. 336. 337. 338. 339. 340. 341. 342. 343. 344. 345. 346. 347. 348. 349. 350. 351. 352. 353. 354. 355. 356. 357. 358. 359. 360. 361. 362. 363. 364. 365. 366. 367. 368. 369. 370. 371. 372. 373. 374. 375. 376. 377. 378. 379. 380. 381. 382. 383. 384. 385. 386. 387. 388. 389. 390. 391. 392. 393. 394. 395. 396. 397. 398. 399. 400. 401. 402. 403. 404. 405. 406. 407. 408. 409. 410. 411. 412. 413. 414. 415. 416. 417. 418. 419. 420. 421. 422. 423. 424. 425. 426. 427. 428. 429. 430. 431. 432. 433. 434. 435. 436. 437. 438. 439. 440. 441. 442. 443. 444. 445. 446. 447. 448. 449. 450. 451. 452. 453. 454. 455. 456. 457. 458. 459. 460. 461. 462. 463. 464. 465.

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PESCASSEROLI PIACENZA PIACENZA PIACENZA PIANCOGNO PIETRAMURATA PIETRASANTA PIEVE D’ALPAGO PIEVE DI SOLIGO PIEVE DI TORREBELVICINO PINEROLO PINEROLO PINEROLO PINZOLO PINZOLO PISOGNE PISTOIA PONT SAINT MARTIN PONTE FELCINO PONTE SELVA DI PARRE PORDENONE PORDENONE POVE DEL GRAPPA POZZA DI FASSA PRATA CAMPORTACCIO PRATO PRATO NEVOSO PREDAZZO RAVENNA RAVENNA REGGIO EMILIA REGGIO EMILIA RIETI RIMINI RIO DI PUSTERIA ROCCA DI MEZZO ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMAGNANO SESIA RONCADELLE RONCO BRIANTINO RORETO DI CHERASCO ROVERETO ROVERETO ROVERETO RUFFRE' - MENDOLA S. CRISTINA SAINT CHRISTOPHE SAN CANDIDO SAN CANDIDO SAN CASSIANO SAN CASSIANO SAN GIULIANO MILANESE SAN LEONARDO IN PASSIRIA SAN MARTINO BUON ALBERGO SAN MARTINO DI CASTROZZA SAN MARTINO DI CASTROZZA SAN MARTINO DI CASTROZZA SAN MARTINO DI CASTROZZA SAN PANCRAZIO SAN PAOLO SAN VENDEMIANO SAN ZENO NAVIGLIO SANSEPOLCRO SANT'AMBROGIO SARZANA SASSUOLO SAUZE D’OULX SAVIGNANO SUL RUBICONE SCHIO SCHIO SCHIO SCOPPITO SELVA GARDENA SELVA VAL GARDENA SENIGALLIA SERAVALLE SCRIVIA SESTO SESTO SAN GIOVANNI SETTIMO VITTONE SIENA SIENA SIGNORESSA SILEA SISTIANA SIUSI SIUSI SOLDA SONA SONDRIO SONDRIO SONICO SPILAMBERTO ST. NIKOLAUS ULTEN STEZZANO SUZZARA TARVISIO TAVAGNACCO TEMU TERAMO TERNI TERNI TESERO TEZZE SUL BRENTA TIRANO TOLMEZZO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORINO TORRE PELLICE TORRI DI QUARTESOLO TRENTO TRENTO TRENTO TRENTO TRENTO TRENTO TRENTO TRENTO TREVISO TRIESTE TRIESTE TRIESTE UDINE VAL DI VIZZE 19 VALDAORA VALLES VALMASINO VALMONTONE VALSESIA VERNAZZA VERONA


466. 467. 468. 469. 470. 471. 472. 473. 474. 475. 476. 477. 478. 479. 480. 481. 482.

MONTURA VERONA THE NORTH FACE VERONA CONTROCORRENTE MARATONANDO OLIUNID VICENZA GILIOLI SPORT MONDO MONTAGNA VERTICAL NO LIMIT DHO SPORT ROSSI SPORTLAND VILLANUOVA AFFARI & SPORT VILLASANTA ZABLE SPORT BAROLI SPORT HERBERT PLANK SPORT LA SPORTIVA TABIA SPORT

VERONA VERONA VIADANA VIAREGGIO VICENZA VIGNOLA VIGNOLA VILLAIR-AMERIQUE VILLANOVA MONDOVI VILLANOVA MONDOVI VILLANUOVA SUL CLISI VILLASANTA VILLATORA DI SAONARA VILLENEUVE VIPITENO ZIANO DI FIEMME ZOLDO ALTO

Germany 483. 484. 485. 486. 487. 488. 489. 490. 491. 492. 493. 494. 495. 496. 497. 498. 499. 500. 501. 502. 503. 504. 505. 506. 507. 508. 509. 510. 511. 512. 513. 514. 515. 516. 517. 518. 519. 520. 521. 522. 523. 524. 525. 526. 527. 528. 529. 530. 531. 532. 533. 534. 535. 536. 537. 538. 539. 540. 541. 542. 543. 544. 545. 546. 547. 548. 549. 550. 551. 552. 553. 554. 555. 556. 557. 558. 559. 560. 561. 562. 563. 564. 565. 566. 567. 568. 569. 570. 571. 572. 573. 574. 575. 576. 577. 578. 579. 580. 581. 582.

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ANSBACH ASCHAFFENBURG ASCHAU AUGSBURG BAD REICHENHALL BAD TÖLZ BERCHTESGADEN BERLIN BERLIN BERLIN BERLIN BERLIN BIELEFELD BISCHOFSWIESEN BONN BONN BREMEN CELLE COBURG DORTMUND DRESDEN DUISBURG DÜSSELDORF DÜSSELDORF ERFURT ERLANGEN FELDKIRCHEN WESTERHAM FLENSBURG FRANKFURT AM MAIN FREIBURG FREIBURG FREIBURG FULDA FÜSSEN GARMISCH-PARTENKIRCHEN GARMISCH-PARTENKIRCHEN GARMISCH-PARTENKIRCHEN GMUND-MOOSRAIN HAMBURG HAMBURG HAMM HANNOVER HEILBRONN HINTERTUX HOLZKIRCHEN / GROSSHARTPENNING HÖXTER IFFELDORF JEVER KARLSRUHE KAUFBEUREN KEMPTEN KIEL KÖLN KÖLN KONSTANZ LANDSBERG AM LECH LANDSHUT LEIPZIG LEIPZIG LIMBURG LÖRRACH MAINZ MANNHEIM MARKTOBERDORF MENDEN MÜNCHEN MÜNCHEN MÜNCHEN MÜNCHEN MÜNCHEN MÜNCHEN MUNICH MÜNSTER MURNAU NEUSTIFT NÜRNBERG OBERSTDORF OBERSTDORF OLDENBURG PADERBORN PASSAU PENZBERG PFORZHEIM RAVENSBURG REGENSBURG REGENSBURG ROSENHEIM STUTTGART STUTTGART TORFHAUS (HARZ) TRAUNSTEIN TRIER TÜBINGEN ULM WERTHEIM WESEL WIELENBACH WILHELMSHAVEN WÜRZBURG ZWEIBRÜCKEN

583. 584. 585. 586. 587. 588. 589. 590.

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Austria

591. 592. 593. 594. 595. 596. 597. 598. 599. 600. 601. 602. 603. 604. 605. 606. 607. 608. 609. 610. 611.

PATAGONIA INNSBRUCK ROCKNROLL MOUNTAIN ROCKNROLL MOUNTAIN SPORTLER BERGSPORT ZIMML ALPINAUSSTATTER SALEWA STORE LINZ SALEWA STORE HÖRHAGER SPORT HILBRAND SALEWA OUTLET PARNDORF SALEWA STORE SAALFELDEN SALEWA STORE SCHLADMING SPORT4YOU PETE SPORT PETE SPORT KAMAX BOOTS BERGWERK SALEWA STORE WIEN STEPPENWOLF HIGH LIFE HANDELS ONSIGHT BERGSPORT

INNSBRUCK KIRCHDORF IN TIROL KIRCHDORF IN TIROL KUFSTEIN LIENZ LIENZ LINZ MAYRHOFEN MITTELBERG PARNDORF SAALFELDEN SCHLADMING SÖLDEN ST. ANTON AM ARLBER ST. ANTON AM ARLBERG ST. ANTON ARLBERG STEYR WIEN WIEN WÖRTHERSEE ZAMS

Switzerland 612. 613. 614. 615. 616. 617. 618. 619. 620. 621. 622. 623. 624. 625. 626. 627. 628. 629.

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BASEL BERN BERN-BREITENRAIN CANOBBIO ECUBLENS LUCERNE LUGANO PONTRESINA SAMEDAN SIERRE ST. GALLEN VERBIER ZERMATT ZERMATT ZERMATT ZURICH ZURICH ZURICH-OERLIKON

France 630. 631. 632. 633. 634. 635. 636. 637. 638. 639. 640. 641. 642. 643. 644. 645. 646. 647. 648. 649. 650. 651. 652. 653. 654. 655. 656. 657. 658. 659. 660. 661. 662. 663. 664. 665. 666. 667. 668. 669. 670. 671. 672. 673. 674. 675. 676. 677. 678. 679. 680. 681.

AU VIEUX CAMPEUR CYRIL'S SPORT SNOWLEADER ANNECY PICTURE THE NORTH FACE ANNECY CHULLANKA ANTIBES PEYTAVIN SPORT SPORTS AVENTURE AU VIEUX CAMPEUR EKOSPORT PATAGONIA CHAMONIX THE NORTH FACE CHAMONIX SNOWLEADER CHAMONIX ARC’TERYX CHAMONIX SNELL SPORTS COQUOZ SPORTS SNELL SPORT SNOWLEADER D'AVENTURE EN AVENTURE ENDURANCE SHOP EPINAL LE SHOP TWINNER S'CAPE FONTAINEBLEAU APPROACH GAP ALTITUDE SPORT OUTDOOR AU VIEUX CAMPEUR MONTAZ AU VIEUX CAMPEUR LABÈGE ESPACE MONTAGNE SNOWLEADER LYON AU VIEUX CAMPEUR LYON THE NORTH FACE LYON AU VIEUX CAMPEUR MARSEILLE CAP RUNNING CHULLANKA THE NORTH FACE NANTES ALTICOOP AU VIEUX CAMPEUR PARIS THE NORTH FACE PARIS THE NORTH FACE PARIS OPERA THE NORTH FACE PARIS ALPY'RANDO ENDURANCE MONTANIA SPORT TWINNER SAINT GERVAIS ESPACE MONTAGNE AU VIEUX CAMPEUR AU VIEUX CAMPEUR THE NORTH FACE STRASBOURG AU VIEUX CAMPEUR THONON CHULLANKA TOULOUSE TERRE DE MONTAGNE

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Spain 682. 683. 684. 685. 686. 687. 688. 689. 690. 691. 692. 693. 694. 695. 696. 697. 698. 699. 700. 701. 702. 703. 704. 705. 706. 707.

TRAILXTREM ALCOBENDAS EL REFUGIO DEPORTES DIAGONAL ALMERIA VILADOMAT ALP SPORTS CAMP BASE INTERPERIE CAMP BASE NUS CUYLÁS BARCELONA EQUIPA'T GROWOLD MONTANYÀ SALEWA STORE BARCELONA SHARMA CLIMBING THE NORTH FACE BARCELONA VÈRTIC BARCELONA BARRABÉS RÍOS RUNNING BERGA SERAC SPORT HAMAIKA MOUNTAIN THE NORTH FACE BILBAO ARMERIA Y AVENTURA DEL SUMMIT MOUNTAIN ESPORTS ROC VERTICAL AL COXINILLO MACHAPUCHARE ARISTARUN

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ALCOBENDAS ALICANTE ALMERÍA ANDORRA LA VELLA BARCELONA BARCELONA BARCELONA BARCELONA BARCELONA BARCELONA BARCELONA BARCELONA BARCELONA BARCELONA BARCELONA BENASQUE BERGA BETXÍ BILBAO BILBAO BULLAS BURGOS CANILLO CHULLILA COLLADO VILLALBA CÓRDOBA

708. 709. 710. 711. 712. 713. 714. 715. 716. 717. 718. 719. 720. 721. 722. 723. 724. 725. 726. 727. 728. 729. 730. 731. 732. 733. 734. 735. 736. 737. 738. 739. 740. 741. 742.

GOMA 2 TECNIC ESPORTS ANDORRA TRAMUNTANA ESPORTS ESPORTS NABES DEPORTES SHERPA GRANADA ILLA SPORTS DEPORTES CHARLI JACA BLACKISARD MOUNTAIN K2 PLANET CUYLÁS MADRID DEPORTES KOALA OUTDOOR SIN LÍMITE THE NORTH FACE MADRID DEPORTES LA TRUCHA RÍOS RUNNING MANRESA VÈRTIC SABADELL VÈRTIC MANRESA EVORUNNER FACTOR 2 CARVING ESPORTS CAMP BASE C17 LA SPORTIVA RODELLAR CAMP BASE SANT CUGAT AGOSTI XTREME SPORT PEREGRINOTECA.COM DEPORTEMANIA TANGOSENLAROCA.COM DEPORTES AITANA L’AVENTURA THE NORTH FACE VALENCIA DEPORTES ALVARADO TERRA DEPORTE AVENTURA SALEWA OUTLET VILADECANS CAMP BASE VITORIA DEPORTES GAIKAR KIROLAK

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743. 744. 745. 746. 747. 748. 749. 750. 751. 752. 753. 754. 755. 756. 757. 758. 759. 760. 761. 762. 763. 764. 765. 766. 767. 768. 769. 770. 771. 772. 773. 774. 775. 776. 777. 778. 779. 780.

BEVER ALMERE BEVER AMERSFOORT BEHIND THE PINES BEVER AMSTERDAM BEVER AMSTERDAM CARL DENIG KATHMANDU AMSTERDAM MONK AMSTERDAM THE NORTH FACE BEVER APELDOORN BEVER ARNHEM BEVER ASSEN BEVER BREDA BEVER DEN HAAG BEVER DEN HAAG HUNA OUTDOOR SHOP BEVER DEVENTER BEVER DOETINCHEM BEVER EINDHOVEN MONK EINDHOVEN BEVER ENSCHEDE RENÉ VOS OUTDOOR BEVER GRONINGEN SOELLAART BEVER HENGELO BEVER HILVERSUM BEVER HOUTEN BEVER NIJMEGEN KATHMANDU NIJMEGEN OUTDOOR & TRAVEL BEVER ROTTERDAM BEVER S-HERTOGENBOSCH BEVER STEENWIJK BEVER TILBURG BEVER UTRECHT KATHMANDU UTRECHT THE NORTH FACE UTRECHT ZWERFKEI OUTDOOR

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Netherlands

England 781. 782. 783. 784. 785. 786. 787. 788. 789. 790. 791. 792. 793. 794. 795. 796. 797. 798. 799. 800. 801. 802. 803. 804. 805. 806. 807. 808. 809. 810. 811. 812. 813.

SNOW+ROCK BIRMINGHAM SNOW+ROCK BRIGHTON THE NORTH FACE BRISTOL SNOW+ROCK CHERTSEY SNOW+ROCK DARTFORD SNOW+ROCK DIDSBURY SNOW+ROCK WIRRAL THE NORTH FACE EDINBURGH SNOW+ROCK EXETER SNOW+ROCK BRISTOL SNOW+ROCK GATESHEAD THE NORTH FACE GLASGOW THE NORTH FACE GUILDFORD SNOW+ROCK HEMEL SNOW+ROCK KENSINGTON NEEDLE SPORTS SNOW+ROCK LONDON SNOW+ROCK LEEDS THE NORTH FACE COVENT THE NORTH FACE LONDON COTSWOLD OUTDOOR ELLIS BRIGHAM MOUNTAIN COTSWOLD OUTDOOR SNOW+ROCK LONDON SNOW+ROCK LONDON SNOW+ROCK LONDON THE NORTH FACE VICTORIA SNOW+ROCK LONDON SNOW+ROCK MANCHESTER PATAGONIA MANCHESTER SNOW+ROCK PORT SOLENT SNOW+ROCK ROMFORD THE NORTH FACE

BIRMINGHAM BRIGHTON BRISTOL CHERTSEY DARTFORD DIDSBURY EASTHAM EDINBURGH EXETER FILTON GATESHEAD GLASGOW GUILDFORD HEMEL KENSINGTON KESWICK KNIGHTSBRIDGE LEEDS LONDON LONDON LONDON LONDON LONDON LONDON LONDON LONDON LONDON LONDON MANCHESTER MANCHESTER PORTSMOUTH ROMFORD SHEFFIELD

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LAST WORD BY DAV I D E F I O R A S O

“Non v'è nessuno al mondo che sia felice, se non chi gode liberamente d'un vasto orizzonte” – Damodara

Viviamo tutti sotto lo stesso cielo, ma abbiamo esistenze e punti di vista differenti. Siamo simili perché tutti appartenenti a questa terra, siamo diversi perché ognuno percorre o sceglie la sua strada, il suo scopo, il suo pensiero. C’è chi lascerà tracce d'intelletto e ragionevolezza, chi di superficialità. Chi mirerà a illuminare la strada e chi a calpestarla. Chi vede e non comprende, chi osserva col cuore e guarda oltre.

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PHOTO SIMONE MONDINO

Pazzi, insaziabili vagabondi con lo sguardo rivolto all’orizzonte, dove nascono tutti i sogni, dove si mostra l’incanto del nuovo giorno. Attraversatori della notte, costantemente in movimento verso destinazioni diverse, consapevoli che la sete non avrà mai fine. Che non esiste alcun giro del mondo, che non esiste alcuna navigazione verso luoghi distanti, e non esiste neppure alcun mare, ma soltanto l’intensa e inevitabile vita che continua a spostare più in là il punto da raggiungere.


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