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Quale futuro per le piscine pubbliche? Rossana Prola

Rossana Prola

prola@professioneacqua.it AQUAPOOL

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QUALE FUTURO PER LE PISCINE PUBBLICHE?

La situazione attuale delle piscine pubbliche è critica e si avvia al peggio. Ignorare il problema è inutile, perché da solo non si risolverà

Grandi impianti significano costi energetici elevati, ora quasi triplicati per molti - Plymouth Life Centre

Non che andasse tutto bene prima, ma dal 2020 la situazione delle piscine pubbliche si è improvvisamente aggravata. I problemi legati alle chiusure forzate e al calo degli utenti dovuti alla pandemia sono stati superati in gravità, per quanto sembrasse impossibile, dall’aumento dei costi energetici. Oggi per molti impianti restare aperti è semplicemente impossibile. Si tratta di una elementare operazione algebrica: i costi superano i ricavi. Questa situazione potrebbe essere tollerabile per un breve periodo, se si vedesse la possibilità di una soluzione, ma tale opzione è già stata esercitata nel periodo dell’emergenza sanitaria, durante la quale numerose società di gestione hanno utilizzato i crediti concessi dalle banche. L’indebitamento non consente di esporsi ulteriormente e, quindi, l’unica soluzione è la chiusura. Nei casi più fortunati ci si limita alla chiusura degli impianti, in quelli meno fortunati si arriva alla liquidazione delle società, oppure, se va proprio male, al fallimento. Si potrebbe discutere per ore di quanto fosse nell’aria da anni una situazione non più rosea, di quanto ci fosse la necessità di cambiare strada, di quanto si siano ignorati gli allarmi che pure erano stati lanciati, ma è inutile, perché la situazione è questa e l’abbiamo davanti agli occhi. La realtà è che le piscine chiudono, ed è con questa realtà che si deve fare i conti.

COSA PUÒ FARE IL COMUNE PROPRIETARIO DELL’IMPIANTO? Prima di decidere cosa fare, la cosa da non fare è quella di sottovalutareil problema. È vero che i gestori di piscine si lamentano da sempre, ma alla fine in qualche modo risolvono; però questa volta la cosa è davvero seria. Ignorare il problema da parte dell’Ente proprietario dell’impianto potrebbe portare, nel caso il gestore non sia partico-

L’ENTE PUBBLICO PROPRIETARIO DELL’IMPIANTO HA IL DOVERE DI INTERVENIRE, PER PROTEGGERE IL PROPRIO IMMOBILE E PER SALVAGUARDARE IL SERVIZIO AI CITTADINI

larmente accorto o non abbia alternative, alla situazionepeggiore, cioè al fallimento della società di gestione, con tutte le conseguenze negative che si possono immaginare. L’Ente pubblico proprietario dell’impianto ha il dovere di intervenire, per proteggere il proprio immobile e per salvaguardare il servizio ai cittadini. Come? È difficile stabilire una regola precisa, perché le situazioni variano caso per caso. Per decidere come intervenire è necessaria una analisi preliminare dello stato reale della società di gestione. Nel caso si tratti di una società di capitali va analizzato il bilancio depositato, nel caso si tratti di una associazione sportiva sarebbe il caso di fare tutti gli accertamenti possibili, tra i quali anche l’analisi dei conti bancari. Certamente va evitato il fallimento, se è possibile, per sfuggire alle sue conseguenze nefaste. In questa situazione, offrire al gestore un allungamento della concessione potrebbe non rivelarsi utile. Se la situazione attuale perdura, non serve a nulla. Concordare periodi di chiusura durante

ph Luka Van der Cruyssen da Pexels

NEL CASO ESTREMO IN CUI L’ENTE NON ABBIA NESSUNA POSSIBILITÀ DI VENIRE INCONTRO ALLE ESIGENZE DEL GESTORE LA CHIUSURA DELL’IMPIANTO E LA RESCISSIONE CONCORDATA DEL CONTRATTO POSSONO RIVELARSI L’UNICA ALTERNATIVA POSSIBILE

SE SI STA LAVORANDO IN PERDITA, È NECESSARIO FARE I CONTI CON ATTENZIONE E MOLTO SCRUPOLO, ANALIZZARE LA SITUAZIONE E PREVEDERE SCENARI A LUNGO TERMINE, NATURALMENTE NEGATIVI, PERCHÉ BISOGNA PREPARARSI ALLA EVENTUALITÀ PEGGIORE

i mesi invernali, nei quali l’energia è più costosa, potrebbe essere unaalternativa, con modifiche del contratto di gestione che prevedano riduzioni degli eventuali canoni di concessione da parte del gestore almeno per il periodo di chiusura dell’impianto. Il passaggio degli obblighi di manutenzione straordinaria dal gestore all’Ente proprietario potrebbe rappresentare un ulteriore aiuto. Nel caso estremo in cui l’Ente non abbia nessuna possibilità di venire incontro alle esigenze del gestore la chiusura dell’impianto e la rescissione concordata del contratto possono rivelarsi l’unica alternativa possibile.

COSA PUÒ FARE IL GESTORE? Le società di gestione devono, per prima cosa, evitare di illudersi che la situazione migliorerà presto e che qualcuno, per forza di cose, dovrà intervenire per evitare che si arrivi alla chiusura degli impianti senza trovare una soluzione. Non è così, perché stavolta una soluzione non c’è. Non si può lavorare in perdita, e i Comuni spesso non hanno risorse aggiuntive da destinare agli impianti sportivi, soprattutto a quelli costosi come gli impianti natatori. L’unica cosa da fare oggi è mettere in sicurezza il proprio patrimonio, perché spesso il gestore ha fornito agli istituti di credito garanzie personali, ed evitare di farsi trascinare in un baratro da cui non si riuscirà più a risalire. Se si sta lavorando in perdita, è necessario fare i conti con molta attenzione e molto scrupolo, analizzare la situazione e prevedere scenari a lungo termine, naturalmente negativi, perché bisogna prepararsi alla eventualità peggiore. Se l’unica possibilità è quella di aumentare l’indebitamento, bisogna avere il coraggio di fermarsi. Se invece c’è la possibilità di proseguire, seppure per un tempo breve, vanno messe in atto strategie per allungare il tempo in cui si può resistere, aumentando i profitti. Per fare questo ci sono due strade, che spesso sono intersecate tra loro: aumentare i ricavi e diminuire i costi. È necessaria un’ analisi approfondita di costi e ricavi delle singole attività e dei singoli settori dell’azienda. Sono solo i numeri che possono dire la verità. Le impressioni, le speranze, i sentimenti, sono aspetti che in questo momento, a malincuore, devono essere lasciati fuori dalla porta. Solo i dati e le relative analisi ci potranno dire quale sarà il nostro futuro. 

Con il crescendo di difficoltà il rischio di chiusure definitive delle piscine è molto alto

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