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Il modello di gestione italiano e vincente nel 2022 La Redazione

La Redazione

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INTERVISTA

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IL MODELLO DI GESTIONE ITALIANO E VINCENTE NEL 2022

In Sport e My Sport sono due dei gruppi nazionali che stanno distinguendosi in questi tempi difficili, andando oltre le criticità del biennio e dimostrando che la costruzione del futuro dipende da buone idee e da una progettualità aggiornata e interpretata da imprenditori e manager capaci

IN SPORT: IL NUOVO LEADER NAZIONALE

In Sport nell’ultimo decennio ha costruito il suo primato come società gestionale di riferimento nel Nord Italia. Una crescita progressiva e consolidatasi superando discretamente anche i durissimi 24 mesi che ci lasciamo alle spalle. Le ragioni del successo sono da individuare nella statura imprenditoriale della proprietà (Claudio Magni, che risponde alle nostre domande), nella qualità del management (Paolo Mele, Davide Cereda e i direttori degli impianti), nell’equilibrio finanziario e nelle scelte di impianti gestionalmente sostenibili. Il tutto, assicurando servizi ben proposti ed aggiornati, garantendo anche risultati agonistici di levatura internazionale.

Una società italiana riesce a superare brillantemente un biennio molto critico. Quale ritiene siano le principali ragioni della vostra capacità di rilancio e di ribadita piena affermazione? Innanzitutto non possiamo dire né tantomeno pensare di essere fuori dal periodo critico. I due anni di crisi pandemica, che speriamo siano avviati alla conclusione (ma non ne abbiamo certezza), hanno letteralmente devastato il nostro settore. È infatti tristemente noto che importanti protagonisti storici del mondo degli impianti natatori abbiano dovuto arrendersi alle conseguenze del Covid-19. Ora siamo nel pieno di una nuova situazione critica dettata dall’aumento smisurato dei costi energetici che rischia di essere un colpo anche più duro per chi conduce strutture notoriamente energivore. E se a tutto questo sommiamo la nuova legge sullo sport, che entrerà in vigore da Gennaio 2023 ed i cui contenuti avranno una ulteriore ripercussione molto importante… il quadro non è proprio entusiasmate! Più che capacità di rilancio parlerei di una importante capacità di tenuta grazie soprattutto ad una attenta ed oculata gestione negli anni precedenti.

In Sport, Segrate fitness e piscine

Come ritenete vada affrontata questa fase ancora critica, ora e per la stagione in corso? Proseguendo con la mentalità elastica che ci ha permesso di adattarci ai numerosi e continui cambiamenti normativi che hanno variato – per esempio – le regole di accesso alle strutture. Agilità e velocità di pensiero operativo e strategico debbono essere imprescindibili. Di pari passo, occorre anche mantenere vivo il dialogo istituzionale con le amministrazioni comunali proprietarie delle strutture ed avere una adeguata pianificazione finanziaria.

Guardando alla stagione 2022-23 e ai prossimi due-tre anni, che previsioni state considerando per mantenere le posizioni attuali o migliorarle?

AGILITÀ E VELOCITÀ DI PENSIERO OPERATIVO E STRATEGICO DEBBONO ESSERE IMPRESCINDIBILI

Come sempre, è opportuno lavorare in una logica di passi graduali. Per prima cosa è fondamentale consolidare le posizioni attuali, mettendo insicurezza a livello contrattuale ed economico-finanziario le concessioni in essere. Una volta fatto questo si deve necessariamente passare alla successiva fase di rilancio attraverso investimenti volti a rendere le strutture sportive sempre più inclusive, efficienti dal punto di vista energetico ed adatte alle attuali esigenze dell’utenza: infatti nonostante la pandemia gli investimenti già previsti sono stati realizzati e nuovi progetti aggiudicati. In merito al modello gestionale, cosa ritenete vada cambiato rispetto al pre-Covid e cosa invece merita di essere confermato e rilanciato? In seguito a questa crisi pandemica abbiamo avuto la conferma che il servizio sportivo - in particolare quello legato all’acqua - rimarrà per fortuna un’attività sempre inevitabilmente ancorata alla presenza e al contatto personale. Alla proposta di spazi sportivi sempre più confortevoli, sicuri, inclusivi, facilmente modulabili e polifunzionali, dovranno far seguito servizi web aggiornati e multi-device per semplificare l’accesso e la fruizione all’utenza.

Qualche indicazione sullo stato di salute del vostro Gruppo. I numeri riferiti a: quantità impianti oggi rispetto al 2019, addetti coinvolti, numero di iscritti, variazioni sui ricavi (in percentuale) negli ultimi tre anni. Se guardiamo i numeri si nota in maniera ancora più evidente come il nostro gruppo abbia letteralmente attraversato una tempesta. Qualche contratto di gestione, nelle more delle normative del codice degli appalti, è stato inevitabilmente rescisso. Gli iscritti sono calati del 40%, sia in seguito ai lockdown sia per le restrizioni dettate dalle linee guida per le riaperture. Stessa sorte ha subito il comparto dei collabora-

GLI ISCRITTI SONO CALATI DEL 40%, SIA IN SEGUITO AI LOCKDOWN SIA PER LE RESTRIZIONI DETTATE DALLE LINEE GUIDA PER LE RIAPERTURE

tori, che ha visto un crollo su tutta la linea di persone interessate a lavorare nel settore sportivo. Se a questo aggiungiamo il notevole aumento dei costi dovuti alle nuove normative pandemiche e le prime avvisaglie della crisi energetica, i ricavi sono semplicemente il risultato matematico di quanto appena detto.

Quali ritenete siano le scelte fondamentali per affrontare crisi come quella pandemica, ora complicata dal conflitto in Ucraina, e quali le situazioni che invece possono mettere più a rischio le società di gestione? L’elemento cardine della questione – sia in positivo, sia in negativo – è il controllo dei costi di gestione. Questo periodo prolungato di crisi ha ridotto le entrate e, soprattutto, ha fatto lievitare in maniera incontrollata i costi. Se sulle entrate c’è speranza di invertire il trend con una adeguata politica, la vera partita si gioca sui costi. Altrettanto fondamentale – senza timore di ripetermi – è lo sforzo nel coinvolgimento dell'ente pubblico per individuare un nuovo modello di gestione dove lo stesso deve necessariamente essere parte attiva. Una grande attenzione all’innovazione della propria proposta di attività e ad uno sviluppo commercialeadeguato all’attualità, così come investimenti sul risparmio energetico e sulla formazione del personale debbono essere il corollario imprescindibile del nostro agire. La nuova concorrenza sul fronte gestionale (straniera e non solo): fedeli alle vostre scelte, come fronteggiarla e in cosa distinguersi per essere competitivi sugli altri? Premetto che la concorrenza – per di più se proviene da realtà differenti da quella italiana – non è esclusivamente un pericolo bensì può rappresentare un utile stimolo a fare meglio. La nostra scelta è quella di andare alla ricerca del giusto puntodiequilibrio tra la nostra offerta tradizionale, che ha contraddistinto negli anni il “modello In Sport”, e l’inevitabile spinta all’innovazione richiesta dalle esigenze della società attuale.

I parametri per considerare gestibile un impianto nel 2022 ed evitare la corsa poco sensata a vincere appalti ad ogni costo. La lunghezza del contratto, la possibilità di intervento sull’efficientamento energetico della struttura e la polifunzionalità dei servizi disponibili. Nel dialogo con le amministrazioni locali e le istituzioni, spesso complicato in questi due anni, cosa cambia e come ritenete debba modificarsi il rapporto pubblico-privato? La pandemia ha evidenziato l’esigenza ormai imprescindibile di uscire dalla logica tradizionale e spesso rigida del rapporto tra “concedente e concessionario”. Lo sport è un’attività fondamentale per il benessere psico-fisico delle persone nonché uno strumento di prevenzione della salute riconosciuto anche dalla comunità medico-scientifica. Per questo motivo amministrazioni locali e gestori debbono iniziare a ragionare come partner del medesimo servizio rivolto al proprio territorio.

Quanto per voi è importante il mix di offerta acqua-palestra-outdoor e su quali aree oggi puntate maggiormente per interpretare al meglio i nuovi bisogni della clientela? Indubitabilmente la pandemia ha allargato notevolmente la platea dei fruitori delle attività outdoor: un settore non più trascurabile. Ma la “nuova” normalità dovrà necessariamente fare i conti con un ritorno al core business principale: attività natatorie, acquafitness e palestra. La bravura starà nel trovare il giustomix tra questi elementi e cucirlo su misura su ciascun im-

IL SERVIZIO SPORTIVO - IN PARTICOLARE QUELLO LEGATO ALL’ACQUA - RIMARRÀ PER FORTUNA UN’ATTIVITÀ SEMPRE INEVITABILMENTE ANCORATA ALLA PRESENZA E AL CONTATTO PERSONALE

Con riferimento alle vostre convinzioni, cosa dobbiamo cambiare per impostare al meglio le strategie nel medio-lungo periodo? Il pensiero imprenditoriale, oggi più che mai, deve essere attento a cogliere tutti i possibili spunti provenienti da altri settori economici e da altre discipline. Trasversalità, contaminazione delle idee, progettualità innovativa ed ecosostenibile e tanto coraggio.

In Sport Cormano Estivo

PUNTIAMO AL GIUSTO PUNTO DI EQUILIBRIO TRA LA NOSTRA OFFERTA TRADIZIONALE E L’INEVITABILE SPINTA ALL’INNOVAZIONE

pianto sportivo anche in relazione alla realtà territoriale di riferimento. Grande attenzione dovrà essere dedicata anche ad implementare la polifunzionalità delle strutture, trovando spazio alle discipline sportive emergenti.

Per una crescita strategica e manageriale ritenete sia utile guardare ad altri settori per trarre spunto ed ispirazione e migliorarsi? Come anticipato prima, guardare gli altri è sempre stato e sarà sempre fondamentale. Individuare i benchmark giusti e carpire tutti gli elementi utili al miglioramento personale e del proprio sodalizio è un’attività che deve essere svolta quotidianamente con grande attenzione. Dai grandi protagonisti del business globalizzato agli startupper più innovativi, tutti possono fornire l’intuizione giusta.

L’agonismo nel vostro progetto e per un modello gestionalmente sostenibile, ora e in prospettiva. Anche in questo aspetto, trovare il giusto equilibrio è la chiave di volta. L’agonismo – specialmente quello di alto livello – è una scelta doverosa per chi fa sport e, con adeguata copertura degli investimenti, diventa importantissimo per la nostra attività istituzionale. Avere una squadra campione del mondo nel nuoto per salvamento e una compagine di nuoto che vanta ben 3 atleti che hanno partecipato ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020 rappresenta uno stimolo eccezionale per tutti gli altri 700 atleti agonisti della nostra Società nonché per tutti gli altri iscritti che frequentano i nostri centri sportivi. Cosa e come devono cambiare sistema ed impiantistica sportiva nazionali perché lo sport abbia più certezze per il futuro? Questa è la classica domanda che avrebbe bisogno di ampio spazio per una risposta adeguata. Sintetizzando: il settore sportivo si è trasformato negli anni senza che le normative lo seguissero di pari passo. Gli standardrichiesti ad Associazioni e Società Sportive Dilettantistiche si è alzato notevolmente costringendo la nascita di un servizio sportivo “professionalizzato” fornito in carenza di un adeguato quadro legislativo, fiscale e giuslavoristico. I continui tentativi di mettere mano alla “legge sullo sport”, che naufragano puntualmente ad ogni cambio di Governo, fanno solo male al

settore. Non c’è la formula magica, ma sicuramente una rappresentanza più coesa e forte potrebbe consentire un passo avanti per farsi ascoltare con più attenzione dalla Politica. Lo Sport è Salute e come tale deve essere tutelato ed incentivato perché abbia finalmente il giusto riconoscimento.

Un vostro suggerimento a colleghi ed operatori per rilanciarsi verso un domani di prospettiva e di piena ripresa. Dare consigli agli altri è sempre un esercizio pericoloso. Rischiando di essere scontato, in questo momento, occorre una pianificazione adeguata in ogni ambito del lavoro, oltre all’impegno per avereimpianti sportivi adeguati. Le altre caratteristiche fondamentali, a maggior ragione in questo momento, sono tanto coraggio e tantissima passione per il mondo dello sport: un’attività – non dimentichiamoci mai – che ci porta ad occuparci del tempo che le persone decidono di dedicare al benessere e al divertimento. 

AMMINISTRAZIONI LOCALI E GESTORI DEVONO INIZIARE A RAGIONARE COME PARTNER DEL MEDESIMO SERVIZIO RIVOLTO AL PROPRIO TERRITORIO

In Sport Giussano estivo con tetto aperto

GRUPPO IN SPORT

ARCORE (MB) BIELLA (BI) IN SPORT SRL SSD

IN SPORT SRL SSD Piscine - Palestra - Calcio - Lido estivo

Piscine - Lido estivo - Palazzetto dello sport

CASSANO D'ADDA (MI) IN SPORT SRL SSD CESANO MADERNO (MB) IN SPORT SRL SSD Piscine - Palestra - Calcio - Tennis - Lido estivo

Piscine - Palestra - Wellness - Lido estivo

CONCOREZZO (MB) IN SPORT SRL SSD

Piscine - Palestra - Calcio - Roller skating CORMANO (MI) SPORT ACTIVE SRL SSD Piscine - Palestra - Wellness - Acquascivoli - Lido Estivo CRESCENTINO (VC) IN SPORT SRL SSD Piscine - Beach Volley GIUSSANO (MB) SPORT ACTIVE SRL SSD Piscine - Palestra - Wellness - Acquascivoli - Lido estivo LECCO (LC) IN SPORT SRL SSD Piscine - Palestra - Calcio - Rugby - Atletica - Palazzetto dello sport ISE BARANZATE (MI) AEROSPORT SRL SSD Piscina MELZO (MI) IN SPORT SRL SSD Piscine - Palestra - Beach Volley - Lido estivo PONZONE (VALDILANA - BI) IN SPORT SRL SSD Palazzetto dello sport SEGRATE (MI) IN SPORT SRL SSD Piscine - Palestra - Acquascivoli - Lido estivo SEREGNO (MB) IN SPORT SRL SSD Piscine - Tennis - Lido estivo SONDRIO (SO) PROGETTO NUOTO SSD A RL Piscine - Fitness TREZZANO SUL NAVIGLIO (MI) IN SPORT SRL SSD Piscina VALDILANA (BI) IN SPORT SRL SSD Piscina - Palestra VARALLO (VC) IN SPORT SRL SSD Piscine - Palestra - Lido estivo VARESE (VA) PROGETTO NUOTO SSD A RL Piscine - Area polifunzionale esterna - Palazzetto del ghiaccio

VERCELLI (VC) VERONA (VR) IN SPORT SRL SSD

IN SPORT SRL SSD Piscine

Piscine - Palestra - Lido estivo

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LEADERSHIP INTERVISTA

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La Sciorba durante l'evento agonistico nazionale Nico Sapio

MY SPORT: LA FORZA DEL NETWORK

My Sport è il frutto di un progetto lungimirante che oggi permette di unire sotto un unico brand 16 impianti nel territorio ligure. È un modello che sta rivelandosi d’esempio per tante società di gestione, per la filosofia di network che guida questa realtà. Sicuramente era già protagonista qualche anno fa, ma dalle difficoltà pandemiche ha tirato fuori il meglio, dando nuovo slancio alla propria strategia. La differenza la fa il vertice, guidato da Massimo Fondelli affiancato da Luca Carlassara, due manager dalle capacità rilevanti che hanno saputo avvalersi di uno staff di primordine, senza fare voli pindarici. Con consapevolezze ben riepilogate dallo stesso Fondelli e che sono alla base del successo di My Sport nella qualità gestionale, nella selezione degli impianti ritenuti sostenibili e nell’impegno profuso anche in ambito agonistico.

Una società italiana riesce a superare brillantemente un biennio molto critico. Quale ritiene siano le principali ragioni della vostra capacità di rilancio e di ribadita piena affermazione? Credo che in questa fase “superare brillantemente il biennio” corrisponde a dire …”siamo ancora vivi” e la principale ragione è che la pandemia ci ha colpiti in un momento di particolare solidità economica e finanziaria. Se ci fosse capitato qualche anno prima, quando eravamo nel pieno degli investimenti, avremmo avuto molti più problemi. Sono comunque tempi duri e far quadrare i bilanci è veramente arduo. Come ritenete vada affrontata questa fase ancora critica, ora e per la stagione in corso? Nel primo lockdown, abbiamo usato il tempo di chiusura per formare il personale, siamo stati loro vicini ed abbiamo condiviso il momento rassicurando che saremmo usciti tutti insieme. Ora che si sono aggiunti altri fattori di incertezza (caro bollette e guerra) bisogna puntare ancora di più sulla professionalità del personale.

Guardando alla stagione 2022-23 e ai prossimi due-tre anni, che previsioni state considerando per mantenere le posizioni attuali o migliorarle? Data la situazione ci sono due possibilità: o si sta fermi, si mettono al

minimo i costi, si azzerano gli investimenti e si aspetta che passi, o si rilancia investendo e puntando su una prossima ripresa. La prima risposta ti dà più resistenza e più tempo, la seconda è più rischiosa e se la ripresa ritarda … Da quando è iniziata la pandemia abbiamo acquisito nuovi impianti e i prossimi anni li passeremo cercando di consolidare le posizioni. Stiamo analizzando molto bene tutti i bandi per scoprire se ci sono delle buone opportunità per migliorare i nostri impianti. Cerchiamo di concentrarci sulla comunicazione, sull’innovazione organizzativa con nuove soluzioni e strumenti online, infine abbiamo commissionato uno studio sul mercato del bacino d’utenza per intercettare le esigenze.

In merito al modello gestionale, cosa ritenete vada cambiato rispetto al pre-Covid e cosa invece merita di essere confermato e rilanciato? L’asticella si è alzata e quindi sarà più difficile gestire gli impianti natatori. Il modello gestionale deve cambiare, deve migliorare. Abbiamo provato a mettere in discussione tutto (orari, giorni di apertura, servizi), ma non mi aspetto molto da quest’analisi, mi aspetto invece molto dalla comunicazione e dal marketing dove abbiamo investito come non mai.

Qualche indicazione sullo stato di salute del vostro Gruppo. I numeri riferiti a: quantità impianti oggi rispetto al 2019, addetti coinvolti, numero di iscritti, variazioni sui ricavi (in percentuale ) negli ultimi tre anni. Il Consorzio ha acquisito la gestione di 5 strutture di proprietà pubblica. Poi con la costituzione della rete “Maker srl” il cerchio si è allargato. Si contano in gestione 16 impianti sportivi, di cui 15 a prevalenza acquatica. Addetti coinvolti: un totale circa di 120 dipendenti e 450 collaboratori sportivi. Le società, seppur con il Covid, hanno mantenuto le occupazioni preesistenti, alcune addirittura le hanno incrementate aprendo nuove unità operative o incrementando il personale penORA CHE SI SONO AGGIUNTI ALTRI FATTORI DI INCERTEZZA (CARO BOLLETTE E GUERRA) BISOGNA PUNTARE ANCORA DI PIÙ SULLA PROFESSIONALITÀ DEL PERSONALE

sando a nuovi progetti rivolti alla comunicazione e al marketing. Contiamo sulla Liguria 15.000 tesserati.

Fatturati:

2019 anno base 100% 2020 -41% in media 2021 -35% in media 2022 -28% in media (confronto primi 2 mesi)

Quali ritenete siano le scelte fondamentali per affrontare crisi come quella pandemica, ora complicata dal conflitto in Ucraina, e quali le situazioni che invece possono mettere più a rischio le società di gestione? Penso che la gente tornerà nelle piscine, soprattutto se sapremo migliorarci nelle proposte e nell’accoglienza, ma credo che quello che ci farà più male sarà la stabilizzazione dei prezzi dell’energia a livelli che faranno saltare i conti economici degli impianti natatori. Noi abbiamo dato incarico all’Università di Genova di studiare un modello specifico per Sciorba che porti l’impianto ad essere totalmente auto-sufficiente e che azzeri le emissioni di Co2. Sappiamo che sarà impossibile, ma mi aspetto comunque delle buone soluzioni che ci aiuteranno ad avvicinarci al risultato.

Con riferimento alle vostre convinzioni, cosa dobbiamo cambiare per impostare al meglio le strategie nel medio-lungo periodo? Dobbiamo puntare ancora sulle risorse umane. Purtroppo attualmente costruiamo le strutture aziendali su “fondamenta di argilla”: abbiamo collaboratori ai quali chiediamo professionalità, ma non possiamo dare loro sicurezze contrattuali decenti. Dobbiamo cambiare il nostro mondo di “dilettanti” in un mondo di “professionisti”. Per ora è impossibile, ma credo che se non imboccheremo quella strada rimarremo un settore marginale. Spero che la Politica sarà all’altezza della situazione.

Scuola nuoto bambini

DA QUANDO È INIZIATA LA PANDEMIA ABBIAMO ACQUISITO NUOVI IMPIANTI E I PROSSIMI ANNI LI PASSEREMO CERCANDO DI CONSOLIDARE LE POSIZIONI

La nuova concorrenza sul fronte gestionale (straniera e non solo): fedeli alle vostre scelte, come fronteggiarla e in cosa distinguersi per essere competitivi sugli altri? La concorrenza straniera dei grandi gruppi ci aiuterà a migliorare più in fretta, pena l’essere mangiati. Non sono così convinto che i modelli importati siano sicuramente vincenti. Uno dei loro punti di forza è sicuramente la capacità finanziaria rafforzata dai grandi numeri. Per questo noi, già da anni, cerchiamo di aggregarci per fare massa. Non è facile, ma credo che stia diventando necessario…

I parametri per considerare gestibile un impianto nel 2022 ed evitare la corsa poco sensata a vincere appalti ad ogni costo. Abbiamo appena deciso di non partecipare più a bandi dove l’unico parametro richiesto dall’Ente appaltante è l’offerta economica, perché se fai i conti corretti, non vinci. Ci sarà sempre qualcuno che per incompetenza farà un’offerta più alta. I parametri principali sono sempre gli stessi: • personale 30% - 40% • utenze: una volta avrei detto 15% - 20% oggi bisogna raddoppiare le percentuali. • locazione 8% -12%

Nel dialogo con le amministrazioni locali e le istituzioni, spesso complicato in questi due anni, cosa cambia e come ritenete debba modificarsi il rapporto pubblico-privato? Credo che ogni realtà, ogni Comune, abbia il suo dialogo, ma in generale direi che le Amministrazioni tendono sempre di più a togliere o abbassare dal bilancio i costi per gli impianti sportivi. Il problema è che non lo dichiarano, anzi dicono il contrario, dicono che lo sport è necessario e utile, ma poi alle parole non seguono i fatti. Io faccio l’am-

Vasca da 50 metri coperta, Sciorba indoor

ministratore, se questa è la realtà io provo a fare di tutto per non aver bisogno delle Amministrazioni. Preso atto di quanto sopra io vorrei che le amministrazioni ci controllassero di più e meglio; invece, dopo che hanno affidato un impianto, se lo dimenticano.

Quanto per voi è importante il mix di offerta acqua-palestra-outdoor e su quali aree oggi puntate maggiormente per interpretare al meglio i nuovi bisogni della clientela? Generalizzando posso dire che, nel nostro gruppo, gli impianti che performano meglio sono quelli che hanno piscine piccole e palestre grandi. Con i lock-down si sono rivalutati gli spazi all’aperto, ma non so quanto durerà se passa definitivamente la pandemia. È vero che la clientela è sempre più esigente e quindi poter offrire un mix sarebbe importante, ma dipende dall’impianto che hai.

Per una crescita strategica e manageriale, ritenete sia utile guardare ad altri settori per trarre spunto ed ispirazione e migliorarsi? Il nostro mondo ha bisogno come il pane di rinnovarsi. Dobbiamo i trovare nuove energie, nuove ispirazioni, ma è difficile provare ad attirarle da altri settori. Il problema, secondo me, è a monte: perché un manager dovrebbe lasciare l’industria per venire a lavorare nel nostro mondo? Pochi soldi, mercato ristretto, incertezze contrattuali. I giovani non riusciamo ad attrarli perché non abbiamo nulla da offrire loro anche se il nostro settore avrebbe un fattore di crescita interessante nei prossimi anni.

L’agonismo nel vostro progetto e per un modello gestionalmente sostenibile, ora e in prospettiva. Teoricamente lo sport agonistico dovrebbe essere l’unico scopo societario, ma poi si è così coinvolti dai problemi gestionali che passa in secondo piano. La sua sostenibilità dipende dal livello che vuoi raggiungere. Personalmente partecipare non è nel mio DNA e vorrei fare squadrecompetitive, ma le risorse devono essere commisurate, troppi hanno fatto il passo più lungo della gamba. Noi, per cercare di essere più competitivi, abbiamo unito le forze ed abbiamo concentrato l’agonismo di vertice in una Società. Le altre fanno la formazioni degli atleti e poi le eccellenze le raduniamo in un’unica squadra. Niente di nuovo… già Gross in Veneto lo ha elaborato molti anni or sono. Cosa e come devono cambiare sistema ed impiantistica sportiva nazionali perché lo sport abbia più certezze per il futuro? Preso atto che le amministrazioni non intendono o non possono più finanziare le gestioni, devono costruire impianti che possano mantenere un equilibrio economico. Ci deve essere proporzione tra gli spazi sportivi e gli spazi commerciali e devono costruire impianti tendenti all’auto-sufficienza energetica, devono essere accoglienti e rispondenti alle sempre maggiori pretese della clientela.

Un vostro suggerimento a colleghi ed operatori per rilanciarsi verso un domani di prospettiva e di piena ripresa. Non credo ci sia un suggerimento buono per tutti e comunque io non lo conosco. Gli amministratori di questi tempi hanno veramente pochi margini di manovra. 

DOBBIAMO CAMBIARE IL NOSTRO MONDO DI “DILETTANTI” IN UN MONDO DI “PROFESSIONISTI”: SE NON IMBOCCHEREMO QUELLA STRADA RIMARREMO UN SETTORE MARGINALE

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