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Piscine pubbliche: sarà possibile andare ancora avanti così? Rossana Prola

Rossana Prola

prola@professioneacqua.it AQUAPOOL

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PISCINE PUBBLICHE: SARÀ POSSIBILE ANDARE ANCORA AVANTI COSÌ?

È necessario ripensare alla gestione degli impianti natatori di proprietà pubblica

ph Bethan Laker

Prima il Covid, ora il costo dell’energia, non c’è davvero pace per gli impianti natatori pubblici. In questi anni di crisi ininterrotta, si è manifestata una debolezza intrinseca del sistema che era già affiorata ma che era rimasta sotto controllo: la crisi l'ha manifestato in tutta la sua gravità. La domanda è: è possibile gestire impianti natatori pubblici con una società sportiva, avendo come priorità gli aspetti sportivi e sociali della attività? I fatti rispondono: dipende. Dipende dalla redditività dell’impianto e dalla serietà della società di gestione. Laddove la gestione è stata portata avanti comunque in modo seriamente imprenditoriale, le agevolazioni fiscali e lavoristiche offerte dallo stato di società sportiva si sono trasformate in maggiore utile. Laddove invece tali agevolazioni sono state indispensabili per proseguire l’attività, in molti casi si è rischiato il fallimento. In più, hanno retto solo le piscine con un corretto rapporto tra bacino d’utenza e contributo offerto al o ricevuto dal Comune proprietario. Le “cattedrali nel deserto” o le piscine costruite in project financing in luoghi dove la concentrazione di impianti è già alta sono a rischio chiusura o sono già chiuse.

La piscina è un'azienda oppure è un servizio pubblico Non si tratta di una domanda, ma di una affermazione. Un impianto natatorio pubblico non può più essere quella sorta di ibrido che è stato finora, perché questo modello ha dimostrato tutta la sua fragilità. O viene gestita in modo imprenditoriale oppure è un servizio pubblico. Anche la forma della società di gestione ha la sua importanza, poiché tra una società sportiva e una società di capitale pura le logiche di approccio al mercato e alla attività sono completamente diverse e sono incompatibili tra loro, per quanto si sia creduto per molti anni di poter gestire lo sport sociale con un approccio imprenditoriale.

ph MYRTHA POOLS Piscina Seven Infinity Gorgonzola ROSSANA PROLA

Piscine pubbliche: serve un cambio di modello o sarà impossibile che il sistema regga

La piscina come azienda Se la piscina è un'attività imprenditoriale deve rendere dal punto di vista economico, deve guadagnare. E non poco, visto i rischi che si corrono. Quindi, se il Comune decide di dare in affidamento una piscina, bisogna fare bene i conti e dal Piano Economico Finanziario deve risultare un utile considerevole. Utile, non eventuale avanzo di gestione. Utile inteso come guadagno per un imprenditore, senza nascondersi dietro ad un dito, senza pensare alle attività sociali, agli sconti per le scuole, ai disabili gratuiti o agli spazi acqua da concedere alle società locali a prezzi irrisori. La piscina deve guadagnare, in modo che la società che la gestisce possa capitalizzarsi per affrontare i momenti difficili. Allo stato attuale delle cose l’eventuale guadagno viene tenuto nascosto e a volte negato, perché non si deve dire che chi gestisce lo sport guadagna del denaro. Il PEF deve quindi essere redatto con molta attenzione, da consulenti preparati e che conoscono il settore, così come il capitolato speciale d’appalto, che non deve contenere clausole non compatibili con l’attività imprenditoriale. Una scelta opportuna sarebbe inoltre quella di privilegiare le società di capitale, perché è di capitale che si ha bisogno in momenti di crisi come questo.

La piscina come servizio pubblico Se invece il Comune proprietario non vuole rinunciare agli aspetti sociali della fruizione della piscina da parte dei suoi cittadini, deve essere del tutto consapevole che i bei tempi nei quali le società sportive offrivano contributi di gestione, si occupavano di manutenzione ordinaria e straordinaria, costruivano impianti nuovi, sono finiti. Ormai, tutto questo non esiste più, i servizi sociali costano, come tutti gli altri servizi. Allo stesso modo in cui si appalta il servizio di pulizia di una scuola, si appalteranno i servizi di gestione della piscina, singolarmente o tutti insieme, ma a fronte di un costo, fisso o variabile che sia. Il costo fisso può essere quello delle operazioni di gestione con i ricavi incassati direttamente dal Comune, ed in questo caso si può

È POSSIBILE GESTIRE IMPIANTI NATATORI PUBBLICI CON UNA SOCIETÀ SPORTIVA, AVENDO COME PRIORITÀ GLI ASPETTI SPORTIVI E SOCIALI DELL'ATTIVITÀ?

ricorrere ad un appalto di servizi. Il costo variabile può essere quello di una concessione di servizi, nella quale sia però previsto un “paracadute” per il gestore in caso di situazione avversa. In questo caso, il controllo del piano economico del gestore da parte del Comune deve essere per forza di cose rigoroso, così come il controllo dei servizi offerti.

Le vie di mezzo sono interrotte Come una autostrada che termina nel vuoto, la via percorsa fino ad oggi ha dimostrato che basta un alito di vento per farla crollare. Certo, più che di vento oggi si può parlare di tempesta perfetta, ma non si può negare che la crisi si sentiva nell’aria già da tempo. Le considerazioni su ciò che è avvenuto potrebbero continuare per molto tempo, ma non hanno senso. Bisogna guardare avanti, e trovare le soluzioni possibili. A parere di chi scrive, le soluzioni possibili sono due: o si delega al privato, ma lo si fa veramente, scegliendo una società di capitali e mettendola in condizioni di guadagnare, oppure ci si impegna molto di più di quanto fatto finora nel seguire gli aspetti gestionali e nel subentrare alla società sportiva nel caso in cui si verifichi una situazione straordinaria, come quella che stiamo vivendo. 

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