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Introduzione

Il mio elaborato di tesi analizza le teorie e le caratteristiche dell’information design, evidenziando l’emergere di nuove idee e mezzi, che sono la conseguenza di un processo di trasformazione, in risposta alla necessità di determinare nuove modalità di descrizione e rappresentazione dei dati. Analizzerò anche i modelli storici antecedenti alla nascita di discipline come l’information design.

1linguaggio visivo 2

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Un linguaggio viene definito tale poiché è un sistema di comunicazione che permette di trasmettere informazioni da un’emittente ad un ricevente o destinatario. Secondo questo ragionamento anche le rappresentazioni grafiche di dati rientrano nella categoria di linguaggio; il loro scopo principale è infatti quello di veicolare informazioni, un messaggio trasmesso da un emittente ad un destinatario. Il canale che viene usato in questo caso è la vista. Il registro, che solitamente è il livello espressivo utilizzato in una specifica situazione, nelle rappresentazioni grafiche può essere identificata come l’insieme di tratti che collegano una rappresentazione al contesto in cui viene impiegata. I contesti possono essere raggruppati in quattro categorie: quello delle analisi reportistiche, quello delle comunicazioni scientifiche, quello delle inchieste giornalistiche e quello artistico. Per quanto riguarda il pubblico la comunicazione avviene su diversi tipi di livelli: didattico, divulgativo, tra esperto ed esperto, o tra esperto e profano. Parlando di comunicazione dovremmo accennare al codice, esso è una sorta di dizionario che associa il significante al significato. La capacità di decifrare un segno dipende dal nostro bagaglio culturale, se l’emittente e il destinatario comunicano attraverso lo stesso codice sarà possibile lo scambio di informazioni. Il codice a sua volta potrà essere stabilito in modo artificiale, per esempio i segnali stradali, o un codice spontaneo, ossia quello che sviluppiamo a seconda l’ambiente che ci circonda, un ambiente condiviso con altri individui che avranno acquisito il nostro stesso codice.

Il linguaggio visivo è forse un linguaggio più limitato di quello parlato, ma certamente più diretto. Tutti riceviamo continuamente comunicazioni visive dal quale possiamo trarne significato senza l’uso di parole. Il linguaggio genere una comunicazione, in questo caso una comunicazione visiva.

«La comunicazione visiva è la trasmissione di un messaggio tramite un’immagine (e perciò è chiamata a volte comunicazione iconica, dal greco eikon, “immagine”), che rappresenta in maniera metaforica la realtà. La comunicazione per immagini permette di raggiungere il massimo effetto comunicativo nel più breve tempo possibile, grazie al suo forte potere di richiamo, alla sua spesso immediata comprensibilità e alla facilità di memorizzazione»1 .

1 Prette De Giorgis.

Munari paragona la conoscenza della comunicazione visiva all’insegnamento di una nuova lingua, una lingua di immagini.

«Conoscere la comunicazione visiva è come imparare una nuova lingua, una lingua fatta solo di immagini che hanno lo stesso significato per persone di qualunque nazione e quindi di qualunque lingua».

La comunicazione visiva avviene tramite la trasmissione di segni. Oggi più che mai abbiamo la necessità di comunicare attraverso essi, poiché hanno la funzione di fornire segnali organizzati la dove la comunicazione parlata o scritta risulterebbe eccessiva. Si pensa possa esserci un ritorno al pittogramma, i segni sono infatti diventati sempre più indispensabili alla comunicazione umana. Lo scopo della rappresentazione schematica è l’analisi o la scomposizione di un oggetto o di un avvenimento nelle sue parti, piuttosto che la sua mera descrizione verbale o rappresentazione fotografica. L’immagine vera viene stilizzata. Possiamo analizzare quelli che sono gli stadi della stilizzazione, fino ad arrivare alla schematizzazione: 1. Siamo di fronte ad un immagine, un illustrazione semplificata che mostra le parti essenziali di un oggetto, essa può essere la rappresentazione del primo livello di schematizzazione, dal momento in cui avviene un distacco con la realtà . 2. Nel secondo livello abbiamo la rappresentazione di un tipo di diagramma che consiste nella sezione trasversale di un motore. La figura è già molto lontana dalla realtà, poiché non sarà mai possibile vedere l’oggetto da questo punto di vista. 3. La terza rappresentazione è uno schema elettrico, in esso scompare del tutto la forma esterna dell’oggetto e viene spiegato il funzionamento di una sola parte. In questo tipo di

1. Adrian Frutiger, Segni & simboli: disegno, progetto e significato (p. 192). schema sono iscritti dei segni non facilmente comprensibili, in quanto si tratta di segni scientifici e tecnici. 4. L’ultimo esempio illustra un grafico con dei valori distribuiti su una griglia; la distribuzione di questi dati su un piano bidimensionale ci permette di fissare visivamente determinate relazioni ai punti di incrocio degli elementi. Le linee di connessione tra i punti rendono immediatamente comprensibile al lettore la situazione.!

Questo è l’esempio di come un semplice grafico può aiutarci nella comprensione di ciò che non può essere chiaramente descritto solo a parole. Oggi quello di trasformare le rappresentazioni visive di dati, di informazioni in un vero e proprio linguaggio è una vera e propria sfida:

«con il tempo le visualizzazioni potrebbero rivelarsi il miglior modo di veicolare conoscenza prodotta nell’era digitale»."

Le visualizzazioni, come afferma Willers, producono sapere attraverso nuovi stili di linguaggio. Un altro studioso, Ortiz è addirittura arrivato ad affermare in un suo articolo del 2005, che con le nuove pratiche di design dei dati siamo giunti alla vigilia di una nuova forma di

scrittura.

2 Adrian Frutiger, Segni & simboli: disegno, progetto e significato, Stampa Alternativa, 1998.

3 Comunicare con i dati, Mara Pometti, Francesco Tissoni.

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