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4.2 I principi

Quelli di Tufte sono una serie di criteri che possono essere applicati alla maggior parte delle rappresentazioni visive. Afferma che una visualizzazione dati è una rappresentazione ben costruita di dati interessanti, è qualcosa che riunisce numeri, grafici e un messaggio. Ha lo scopo di presentare idee complesse e comunicarle con chiarezza, precisione ed efficacia.

«I disegni migliori sono intriganti, attirano lo spettatore nella meraviglia dei dati, a volte per la potenza narrativa, a volte per l’immenso dettaglio, e a volte per l’elegante presentazione di dati semplici ma interessanti».

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Tufte basa le sue considerazioni su quattro argomenti principali:

I. Eccellenza grafica II. Integrità visiva III. Rapporto inchiostro dati IV. Eleganza estetica

I. Una visualizzazione grafica dovrebbe:

Mostrare i dati; Introdurre lo spettatore a pensare alla sostanza piuttosto che alla metodologia; Evitare di distorcere i dati; Presentare molti numeri in un piccolo spazio, ricordando che quantità non corrisponde a qualità!#; Creare insiemi che raggruppino dati in maniera coerente;

24 A Tufte si deve l’invenzione degli sparklines, informazioni grafiche ad alta risoluzione che condensano in piccole dimensioni un’enorme numero di dati. Un esempio di sparklines sono i grafici degli indici di borsa sul sito del Wall Street Journal.

Incoraggiare l’occhio a fare confronti; Rivelare i dati attraverso diversi livelli; Integrare al set di dati delle descrizioni verbali.

Gli scopi saranno dunque: descrizione, esplorazione, tabulazione e decorazione. La sfida più difficile è quella di creare rappresentazioni che da un lato riproducano in maniera fedele i dati e dall’altro facilitino l’utente nel raggiungere l’obiettivo prefissato.

Un progetto di visual design è valido se comunica molto con poco.

L’eccellenza grafica è la rappresentazione di dati interessanti, un insieme di sostanza, statistica e progettazione.

II. L’immagine non dovrebbe distorcere i dati o creare false rappresentazioni. Come abbiamo già ribadito in precedenza ogni giorno siamo sommersi da grandi quantitativi di dati, e dovremmo in qualche modo avere la certezza che siano veri, è molto più probabile che in un mondo sovraffollato di informazioni a prevalere siano quelle false. Egli fornisce sei principi di integrità grafica: • La rappresentazione dei numeri, misurata fisicamente sulla superficie del grafico stesso, deve essere direttamente proporzionale alle quantità numeriche misurate. • L’etichettatura chiara, dettagliata e completa dovrebbe essere utilizzata per sconfiggere la distorsione grafica e l’ambiguità. Scrivere spiegazioni dei dati sul grafico stesso. • Etichettare gli eventi importanti nei dati.

Il fattore menzogna è definito come:

«Show data variation, not design variation».

Mostra le variazioni dei dati, non quelle di progetto. Un’altro modo per confondere la variazione di dati con la

11. Edward Tufte, The Visual Display of Quantitative Information, p. 69. variazione del disegno è quello di utilizzare aree per mostrare dati unidimensionali.

«alcuni elementi grafici distorcono i dati sottostanti, rendendo difficile per lo spettatore apprendere la veritá. Ma la grafica dei dati non si discosta dalle parole o da qualsiasi altro mezzo di comunicazione che può essere usato per ingannare»!$ .

Alcuni consigli per mantenere un’integritá visiva:

Nelle esposizioni di denaro in serie temporali, le unità di misura monetaria standardizzate sono migliori delle unità nominali. Il numero di variabili rappresentate non deve superare il numero di dimensioni nei dati. Un grafico non deve citare dati fuori dal contesto.

Ciò significa che non bisogna mentire attraverso la grafica, per renderla più gradevole. Questo argomento verrà ripreso da Alberto Cairo.

III. Un’altro criterio a cui, secondo Tufte, bisogna prestare molta attenzione è la quantità di elementi presenti in un grafico. È importante non sovraccaricare il lettore con troppe informazioni che potrebbero risultare non necessarie, se non addirittura dannose, al fine dell’apprendimento. L’uso di alcuni ornamenti inutili (bordi, riquadri, sfondi, effetti 3D ecc.) o di prospettive superflue non rende i grafici stessi più attrattivi, anzi, non fa altro che distogliere l’attenzione da ciò che il grafico vuole comunicare. Pertanto andrebbero sempre evitati quei grafici che, invece di illustrare dati, sono delle mere composizioni artistiche. Va data primaria importanza all’esposizione dei dati, non alla grafica. Per evitare di rappresentare informazioni ridondanti e inutili sul grafico, Tufte definisce un criterio molto semplice sulla massimizzazione dell’inchiostro utile. In pratica, bisogna calcolare quanto inchiostro viene usato per rappresentare, in

25 «Another way to confuse data variation with design variation is to use areas to show one-dimensional data», Edwarde Tufte, The Visual Display of Quantitative Information, Graphics Press, 1983.

11.

modo univoco e non ridondan- te, i dati reali e confrontarlo con la quantità di inchiostro usato per arricchire visivamente i grafici con decorazioni ed altri elementi grafici. Viene fornita la seguente relazione:

Andrebbero evitati quei grafici che invece di illustrare i dati sono una mera composizione artistica. Più il rapporto della relazione si avvicina a 1, migliore è il grafico. Portavoce del minimalismo Tufte nei suoi primi libri suggerisce addirittura di eliminare le griglie e persino le porzioni delle barre in un grafico a barre, questo poiché vive in un’epoca in cui l’appariscente prevaleva sul funzionale, e il figurativo e il divertente predominavano sull’intellettuale e sull’astratto. In questo modo si creeranno informazioni visive chiare, facili da comprendere e di conseguenza più belle ed eleganti.

IV. Secondo Tufte l’eleganza estetica si raggiunge solamente quando la complessità dei dati corrisponde alla semplicità del design. L’interpretazione di Tufte dell’eleganza estetica non si basa sulla “bellezza fisica” di una visualizzazione di informazioni ma piuttosto sulla semplicità del design che evoca chiaramente la complessità dei dati.

«Ciò che è da ricercarsi nel design per la visualizzazione di dati è la chiara rappresentazione della complessità; non la complicazione del semplice; piuttosto il compito del progettista è mostrare il sottinteso e il difficile, ovvero rilevare il complesso».

Oltre a consigliare, Tufte è molto abile nel criticare, soprattutto quando si parla di “chartjunk”. Con questo termine, coniato da egli stesso, definisce quei diagrammi o tavole spazzatura, che hanno come unico

risultato quello di distrarre l’utente. Egli è molto severo riguardo questo tema, crede che i promotori di chartjunk considerino i numeri qualcosa di estremamente noioso e hanno bisogno di ornamenti che li rendano più accettabili.

«Se i numeri sono noiosi, allora avete i dati sbagliati».

Cairo in questo caso si domanda se il chartjunk è tutto da buttare. Egli analizza un esperimento in particolare, riguardo delle indagini della University of Saskatchewan. Venti studenti sono chiamati a leggere due grafici, uno è quello originale di Nigel Holmes!% e il secondo è la versione semplificata di Tufte (fig.12). I partecipanti dopo tre settimane riuscivano a ricordare ancora la “tavola spazzatura”, come la definì Tufte, ossia il grafico di Holmes, piuttosto che quello semplificato. Holmes ha lavorato alla rivista Time dal 1978 al 1994, creando ciò che ha chiamato “grafica esplicativa” per accompagnare la cronaca. Usando umorismo ed emozione nelle sue grafiche illustrative, egli ha presentato i dati in modi memorabili e accattivanti per catturare l’attenzione del lettore. Non a caso Tufte cita la marcia di Napoleone nella campagna di Russia raffigurata da Minard come esempio di eleganza grafica. I grafici eleganti sono disegnati in modo professionale, con grande attenzione al dettaglio, evitano decorazioni prive di contenuto, scegliendo un formato ed un design appropriati. I dettagli complessi devono essere facilmente accessibili e servono a mostrare dati.

Riassumendo i principi di Tufte, bisognerebbe:

• Mostrare i dati; • Massimizzare il rapporto dati-inchiostro;

26 Nigel Holmes introdusse l’infografica nella cultura popolare alla fine degli anni ‘70.

12. In alto il grafico originale di Holmes, sotto la versione semplificata di Tufte.

12.

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