Il pensiero ambientalista irrompe in america latina

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Hugo E. Méndez U. IL PENSIEROAMBIENTALISTA IRROMPE IN AMERICA LATINA. Un'inferenza attraverso gli scritti di Lenín Cardozo Parra. Prima edizione. Non è permesa la riproduzione totale o parziale di questo libro senza la preventiva autorizzazione per scritto dei titolari di copyright. Copyright di questo numero:

 Copertina: Ángel Emiro Sánchez, Primavera, 1996.  Hugo E. Méndez U. 2015.  Editoriale Erato, 2015. Isla Dorada, Maracaibo.

Concetto, Editing, Montaggio e Composizione: Hugo E. Méndez U. hugoemendez21@gmail.com Stampato nella Repubblica Bolivariana del Venezuela. 18 di novembre di 2015: Giornata della festività della Madonna del Rosario di Chiquinquirá. La Vergine Morena. 2


Un'inferenza attraverso gli scritti di LenĂ­n Cardozo Parra

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"Non conosco una persona che non abbia sentito parlare dei miracoli. Gesù, Buddha e santi provenienti da ogni angolo della terra, facitori di eventi straordinari. Libri e libri che raccontano eventi insoliti. Credo che tutti noi abbiamo il potere di cambiare il corso degli eventi, per quanto drammatici ci sembrano, se cambiamo il nostro modo di vedere il mondo. Credo anche nei miracoli che accadono quando molte persone aprono gli occhi e mettono assieme le loro volontà con un obiettivo comune." Edith Monge, giornalista e poeta venezuelana “Io chiamo umano ciò che è più nella natura, quello che è più vicino alle primitive impressioni.” Simón Bolívar (1826) "Solo quando l'ultimo albero sia morto, l'ultimo fiume avvelenato e l'ultimo pesce pescato, vi renderete conto che non si può mangiare il denaro.” Sabiduría indoamericana Le persone abbastanza folli quanto basta per pensare che possano cambiare il mondo sono quelle che lo cambiano. Annuncio «Piensa diferente» de Apple, 1997

“I giunchi sono appassiti nel lago, e nessun uccello canta”. Keats

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Dedicato All'Istituto Niños Cantores di Zulia, nel 40° anniversario della sua fondazione. Oggi giorno della festività di Nostra Signora del Rosario di Chiquinquirá, la Vergine Morena. E in un modo speciale dedico questo libro al mio maestro Mons. Gustavo José Ocando Yamarte, meglio conosciuto come il Padre. Avendo seminato nel mio cuore l'amore a Dio, alla Sapienza e alla mia Patria. Infinitamente riconoscente.

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L’Autore Mgs. HUGO ENRIQUE MENDEZ URDANETA, Giornalista e professore

universitario.

Scrittore

e

ambientalista.

Studi

realizzati nell’Università Pontificia Salesiana di Roma, 1984-1993. Master in Scienze della Comunicazione Sociale, Specializzazione Manager Televisivo, Laurea in Scienze della Comunicazione Sociale; Master in Educazione per la Scuola e la Comunicazione Sociale,

Laurea

in

Scienze

della

Educazione.

Baccalaureato

in

Scienze

dell’Educazione. Libri scritti: El pensamiento ambientalista irrumpe en Latinoamérica. Una inferencia a través de los escritos de Lenín Cardozo Parra, Isla Dorada, Editorial Erato, 2015. Die lange und kurvenreiche Straße von Umweltschützern. Übersetzung: Doris Barboza. Isla Dorada, Editorial Erato, 2015. Árboles emblemáticos del Zulia, Isla Dorada,

Editorial Erato, 2015. 2º edición. Come co-editore, La Metaecología y su horizonte poético, Isla Dorada, Editorial Erato, 2015. El largo y zigzagueante camino de los ambientalistas. Isla Dorada, Editorial Erato, 2015. Di come essere ambientalista e non morire nell’intento. Isla Dorada, Edicciones Erato, 2015. Tesi di laurea: La struttura comunicativa della festa religiosa del popolo. Ricerca e documentazione televisiva dell'Infiorata di Spello. (Lever Franco), 01-01-1993. La integración del niño con handicap en la escuela primaria. Analisís de la literatura italiana. (Natale Zanni), 01-01-1988. Baccalaureato: La concepción universitaria según Andrés Bello. (José M. Prellezo), 0101-86. Redattore responsabile della Pagia web: https://anca24italia.wordpress.com. Giornalista della ONG Fundación Azul Ambientalistas www.azulambientalistas. org, email: hugoemendez21@gmail.com e il Blog:

http://hugoemendez.blogspot.

com

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Ringraziamenti Al Maestro Lubio Cardozo e Ing. Lenín Cardozo Parra per avermi permesso di iniziare questo meraviglioso viaggio che è il viaggio attraverso la natura. Sono tornato a stupirmi. Grazie!!!

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Contenido Dedicato L’Autore Ringraziamenti Contenuto Introduzione

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0. A modo di dialogo: Nell'angolo del pensiero di Hugo E. Méndez U. Intervista a Ing. Lenín Cardozo Parra 1. Mgs. Hugo E. Méndez U. Intervista a Ing. Lenín Cardozo Parra: Essere ambientalista e non morire nell’ intento

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1. Il pensiero Ambientalista: riflessioni di Lenín Cardozo Parra 1. El MANIFIESTO AMBIENTALISTA: cosmovisión del Planeta Azul, la Madre Tierra, Hallp`amama o Pachamama. 2. Io sono ambientalista 3. La lunga e sinuosa strada degli ambientalisti 4. Di come essere un ambientalista e non morire nell’intento 5. Da muralisti conservazionisti a giornalisti ambientalisti 6. Dall’ideologie al pensiero ambientalista 7. 8. 9. 10.

Parliamo il linguaggio del XXI secolo, il linguaggio ambientalista America Latina: ambientalista, al di là delle ideologie América Latina: lo sviluppo sostenibile e la crescita responsabile? Prospettiva ambientale

11. Sociología dell'ambiente, lo spazio necessario delle conoscenze per salvare il pianeta 12. Crisi alimentare, biocarburanti e biocombustibili 13. Il mistero delle due madri 14. Un mondo migliore 15. Chi vive, chi muore, Ave Cesare! 16. Chi sei tu? 17. Meglio promuovere che vietare

26 30 32 34 38 40 42 44 46 50 52 54 58 60 62 65 67

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18. Ecologia della testimonianza 19. 20. 21. 22. 23. 24.

L’amore per le mascotte Le città in bianco e nero L'eredità generazionale Non ci sarà un’altro giorno Il buon povero e la classe media1 C'è bisogno dei poveri, più sono e meglio è!

25. 26. 27. 28. 29. 30. 31.

Otilia la bambina fra la spazzatura I bambini smeraldi di Colombia I bambini gabbiani I Bambini di piombo di Bajos de Haina e La Oroya I bambini i più sensibili alla contaminazione La Terra è viva Grazie alla vita

68 70 72 74 76 78 81 83 85 87 89 91 93 95

2. Il pensiero ambientalista di Lenín Cardozo Parra attraverso le interviste 1. La realtà ambientale in America Latina. Intervista a Lenín Cardozo 98 Parra di Hugo E. Méndez U. 2. Crisi alimentare e il futuro dell’umanità. Intervista a Lenín Cardozo 102 di Hugo E. Méndez U.

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Introduzione Ci sono due tipi di pensieri che hanno cambiato il corso dell'umanità: i pensieri filosofici, artistici, religiosi e i pensieri politici. I primi trascendono perché non rimangono nel circostanziale, diventano verità inconfutabili e riferimenti storici universali; i secondi muovono l'umanità dentro una circostanza o situazione, sono emozionali e pragmatici. Alla fine del diciannovesimo secolo e per tutto il ventunesimo secolo sorgono pensieri, macerati nel corso degli ultimi secoli, che irrompono la logica della vita, tra cui la proposta ambientalista. Questo libro presenta un primo approccio di questo pensiero attraverso le riflessioni di Lenín Cardozo Parra, un scrittore e filosofo latinoamericano delle tematiche ambientali. Un profondo conoscitore della situazione ambientale del suo paese Venezuela e il mondo, fondatore di diversi movimenti ambientalisti e promotore di leggi ambientali. Nel suo libro, "Crítica a la Razón Productiva de la Modernidad y Discurso Filosófico Ambientalista Postmoderno", Maracaibo, Editorial Universidad Cecilio Acosta, 2006, Cardozo gestisce una posizione critica sulla tesi dello sviluppo sostenibile e durevole, perché per lui, questa tesi è diventata sempre più globalizzata e si espanse rapidamente ai paesi del Terzo Mondo. Questa tesi è stata inserita nelle figure amministrative delle istituzioni e le organizzazioni statali e sono stati raccolti risultati per essere esposti in diversi Vertici sulla terra, il tema dello sviluppo sostenibile e durevole, con una visione individuale, razionale e materialista e che punta verso il consumo di mercato, diventa l'emblema del discorso dei paesi sviluppati, essendo attuabile solo per questi paesi.

Per i paesi in via di sviluppo, diventa evidente come proposta

discorsiva, simbolica e promettente del progresso che non corrisponde alla sua realtà ambientale, sociale ed economica. La sua lunga carriera di studioso della materia, risale agli anni '80, quando nei suoi giorni dell'università Lenín Cardozo Parra fondò l'ONG Azul Ambientalistas a Maracaibo, in Venezuela (www.azulambientalistas.org).

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In questo senso è opportuno e necessario scavare un pò di più sulla Fondazione Azul Ambientalistas. Essa è una ONG ambientalista, creata il 1° settembre 1986 presso l’Università di Zulia, Maracaibo, Venezuela, con lo scopo di proteggere l’ambiente. È una organizzazione che realizza azioni dirette non-violente e di ricerca per raggiungere i suoi obiettivi, assumendo i suoi approcci nel rigore scientifico e nelle

iniziative di attivismo riflessione/cittadina attraverso

l'educazione ambientale. È la terza ONG, in longevità, che affronta il tema della tutela dell'ambiente del Continente Americano –la prima, La Società Conservazionista Sierra Club in California, Stati Uniti d’America, nel 1892,

Società, la quale fonda il Parco

Nazionale di Yellowstone; e, la seconda, una fortunata derivazione del movimento post Hippie, chiamato Greenpeace a Vancouver, in Canada, nel 1971, che ha assunto la sfida di riportare i primi esperimenti nucleari nel Pacifico. Ed è qui che entriamo all'elemento filosofico e trascendentale, perché è stato da Azul Ambientalistas dove fu costruito la corrente di pensiero chiamato ambientalismo, 29 anni fa. Prima di loro, la questione della difesa della natura si parlava da un'impostazione naturalista, conservazionista o ecologista. Essendo la prima guidata dalle Società Conservazioniste e l'ultime dagli ecologi e scienziati, ma non c'era uno spazio discorsivo per il cittadino medio. Quindi, questi giovani negli anni '80, davanti alla necessità di chiarire e precisare che è l'ambiente che deve essere difeso (non al “medio” –mezzo- ambiente, come lo chiamano gli europei, perché l'ambiente è un insieme) si sono definiti i cosiddetti "ambientalisti". Gli ambientalisti cominciarono da questa premessa: coloro che preservano e proteggono le aree naturali sono chiamati conservazionisti, se coloro che studiano l'Ecologia sono chiamati ecologisti, quindi i cittadini normali e comuni del pianeta, ma con sensibilità che difendono l'ambiente con passione gli chiameremo ambientalisti. Se è vero che la storia del pensiero universale dell'umanità è segnato dai Greci, attraverso gli scolastici fino il postmodernismo, non ho dubbi che la dominante per secoli a venire sarà il pensiero ambientale.

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Nel nostro Continente, in particolare in America Latina, essere un ambientalista in un paese sottosviluppato, como il Venezuela, dove la sua agenda pubblica è piena di irrisolti problemi sociali, è definitivamente un atto temerario, per non dire quasi eroico, stoico o chisciottesco, è una follia. Eppure, dove apparentemente tutto è contro, la salvezza di questo pianeta è nelle mani degli ambientalisti e questa visione che difende dal punto di vista ambientale "un mondo migliore", nacque da questo subcontinente con Lenín Cardozo Parra. Siamo testimoni eccezionali di un mondo con nuove realtà e sfide che meritano nuove strategie, nuovi pensieri, un altro modo di intendere la vita. Secondo cardozo, definitivamente il futuro sarà influenzato non dalle religioni, né dai paesi egemoni, o aziende o transnazionale, ma dal pensiero ambientalista. Ed a questo io lo chiamo la fine delle ideologie utopiche, una divertente Follia. Ecco vi presentiamo una raccolta di scritti dalla narrativa di Lenín Cardozo Parra da dove viene costruita, secondo il mio giudizio, la piattaforma discorsiva del pensiero ambientalista, il loro impatto e lo sviluppo futuro. Hugo E. Méndez U., giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia Isla Dorada, 18 di novembre di 2015. Giornata della festività della Madonna del Rosario di Chiquinquirá, la Vergine Morena.

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A modo di dialogo: Nell'angolo del pensiero di Hugo E. MĂŠndez U. Intervista a Ing. LenĂ­n Cardozo Parra

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Essere nell’intento.

1 ambientalista

e

non

morire

Mgs. Hugo E. Méndez U. Intervista a Ing. Lenín Cardozo Parra Ing. LENÍN CARDOZO PARRA, Ecologista. Scrittore venezuelano e ambientalista.

Studi

realizzati

nell’Universidad del Zulia, Universidad

Complutense

de

España,

Universidad de Burgos de España. Corsi

post-universitari

in

MBA,

Management Pubblico, Filosofia e Storia. Dottore esecutivo

in

Scienze.

Canal

Azul

Direttore 24

https://anca24latam.wordpress.com/ y Blue Chanale 24 www.bluechannel24.com. Libri escritti: Die lange und kurvenreiche Straße von Umweltschützern. Übersetzung: Doris Barboza. Isla Dorada, Editorial Erato, 2015. Árboles emblemáticos del Zulia, Isla Dorada,

Editorial Erato, 2015. 2º edición. Come co-editor, La Metaecología y su horizonte poético, Isla Dorada, Editorial Erato, 2015. El largo y zigzagueante camino de los ambientalistas. Isla Dorada, Editorial Erato, 2015. Di come essere ambientalista e non morire nell’intento. Isla Dorada, Ediciones Erato, 2015. Desarrollo Sustentable. Mito o Realidad. Maracaibo, Ediciones

Erato, 2007. Crítica a la Razón Productiva de la

Modernidad y Discurso Filosófico Ambientalista Postmoderno. Maracaibo, Editorial Universidad Cecilio Acosta, 2006. PDVSA Dos Pasos Atrás. Maracaibo, Ediciones Erato 2004. 25 Historias Cotidianas. Maracaibo, Ediciones Chepa, 2000. Fondatore e Direttore

Esecutivo

della

ONG

Fundación

Azul

Ambientalistas

www.azulambientalistas.org, email: Leníncardozoparra@gmail.com e il Blog http://Leníncardozo.blogspot.com. Lenín cardozo Parra, sensibile, semplice ma intelligente e profondo conoscitore della situazione ambientale del suo paese Venezuela e il mondo, fondatore di

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diversi movimenti ambientalisti e promotore di leggi ambientali come una sfida per dimostrare quanto danno produce lo stesso uomo per un certo numero di agenti inquinanti che devono essere osservati con grande cura da parte dei governi, così lo dimostra la sua recente proposta che cerca una Legge Penale per la protezione del Lago di Maracaibo e il Lago di Valencia, oggi, è uno degli editorialisti su questioni ambientali più letti in America Latina. La sua lunga carriera di studioso della materia, risale agli anni '80, quando nei suoi giorni dell'università Lenín Cardozo Parra fondò l'ONG Azul Ambientalistas a Maracaibo, in Venezuela (www.azulambientalistas.org). Da questo nuovo spazio Lenín ci assicura che si trova “dove dovrebbe essere" e "facendo quello che deve fare", la tutela dell'ambiente, alla ricerca di ogni spazio possibile per continuare ilsuo lavoro ambientalista verso una vita migliore per tutti. L’ambientalista Ing. Lenín Cardozo ha parlato con me. È vero, che presso l'Università di Zulia è stata fondata la terza ONG Ambientalista più grande d'America?

Sì. 29 anni fa, per l'esattezza il 1º settembre 1986, abiamo fondato presso l'Università di Zulia l’Organizzazione Non Governativa – ONG- “Azul Ambientalistas”. È la terza ONG, in longevità, del continente americano –la prima Sierra Club in California, Stati Uniti d’America, nel 1892 e la seconda Greenpeace in Vancouver, Canada, nel 1971–. È stata un’organizzazione che fa azioni dirette non violente, sostenendo le sue impostazioni nel rigore scientifico e in iniziative di riflessione/attivismo cittadino, attraverso l’educazione ambientale. Interrompe la scena, facendo notare che le mura della città non sono utilizzate esclusivamente per la propaganda politica, ci meritiamo spazi puliti, pieni di opere artistiche o con messaggi cittadini nella ricerca di un ambiente migliore, una 15


migliore qualità di vita. Siamo usciti a recuperare i muri delle strade con più di 300 “murales” con messaggi ambientalisti, ecologici e conservazionisti. Qual è il problema principale della mancanza di interesse per il degrado ambientale?

Nel bilancio di questi primi 15 anni del nuovo millennio, le questioni ambientali e evidenza vari sforzi e accordi dichiarativi compiuti dalle Nazioni Unite e poca o nessuna ulteriore azione, gli stessi paesi invitati a fermare l'aggressione vile che oggi viola, infrange la natura. Adesso sono descritti gli eventi più noti di questo decennio perduto. 1.

Cambiamenti climatici e Club degli inquinatori.

Ci sono stati 20 i Vertici per affrontare il Cambiamento Climatico. Nonostante questo gran numero delle chiamate, dove il Cambiamento Climatico fu una "scomoda verità", il club dei paesi inquinatori, "efficientemente", sono riusciti a concordare, ma solo tra loro, per bloccare tutte le iniziative globali e non permettere avanzare nessuna risoluzione avvincente e coordinata contro il riscaldamento globale. 2.

Il decennio dell'impunità ambientale.

L'inquinamento delle acque da petrolio, mercurio e sostanze tossiche negli ultimi anni, anche con la tecnologia innovativa, fu terribilmente sproporzionato rispetto ai decenni precedenti. Dove oltre ai mari e laghi, oltre la metà dei fiumi del mondo sono contaminati. Il versamento nel Golfo del Messico, viene additata come la più grande tragedia ambientale nella storia. Centinaia di incidente di grandezze importante sono avvenuti in tutto il mondo in questo decennio e non c'è stato nessun tribunale internazionale che giudicasse i responsabili di questi genocidi ambientali. Il sistema giudiziario non esistette per i contaminanti.

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3.

Catastrofi naturali.

La natura ci ha dato indietro con eccedenza tanta punizione ricevuta e in questo decennio, almeno ogni anno 250 milioni di persone sono state colpite. Soffriamo avvenimenti singolari nella sua magnitudine, come ad esempio lo tsunami in Indonesia nel 2004, di 8,9 gradi della scala Richter con epicentro difronteall'isola indonesiana di Sumatra, il più grande tsunami della storia causando 226,408 morti in dodici paesi che si affacciano sull'Oceano Indiano, nel 2006 lo tsunami sull'isola indonesiana di Giava, lasciando circa 1.000 morti e 110.000 sfollati, di 7.7 gradi di magnitudine, nel 2007, lo tsunami nelle Isole Salomone, causato da due terremoti, uno di 8.1 gradi della scala Richter, seguito da un altro 7,6 gradi, con più di un centinaio di morti e più di 5.409 sfollati. 4.

Crisi alimentare e biocarburanti.

Appare sul mercato internazionale la tecnologia dei biocarburanti, viene avviata lo spostamento di terreni dedicati alla produzione di cibo, per piantare in esse le piante con proprietà di biocarburanti. Prevalgono le regole del mercato della domanda e dell'offerta, perché è più redditizio produrre una tonnellata di biocarburanti, che una tonnellata di patate o riso. Anche se la posta in gioco sia la vita di milioni di persone, prodotto di carestie, che ogni giorno tendono ad essere più alta nei continenti di Asia, Africa e America. In questo decennio, si sono create le condizioni, che gli scienziati agroalimentari hanno chiamato il "tsunami silenzioso", che non è altro che la previsione di grave inflazione alimentare a livello internazionale prodotto della loro crescente scarsità, insieme con la siccità o allagamento di terre fertili dovuto ai cambiamenti climatici. Questo profila, affrontare il nuovo decennio con la carestia senza precedenti nei paesi poveri, che saranno indifesi contro questo nuovo fenomeno. 5.

Acqua potabile.

I conflitti sul controllo dei fiumi, laghi o falde acquifere, sono presenti in questo primo e secondo decennio. Milioni di persone sono morte in tutto il mondo, dovuto alla mancanza di acqua potabile. A questa realtà, si unì gli effetti del cambiamento climatico che avviò un scioglimento accelerato dei ghiacciai, con ciò si perde, la possibilità di avere acqua potabile in futuro perché questo va a mare e si contamina. Le tecnologie di dissalazione che trasformano l'acqua di mare in acqua potabile, in termini di una soluzione di massa, non è disponibile per i paesi

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poveri. Secondo le previsioni scientifiche, per questo nuovo decennio, ci sarà una diminuzione delle precipitazioni. E nel momento in cui avvengano, verranno seguite e concentrate, in modo molto più violenta e la siccità saranno più intense. Tutto indica che le nazioni con capacità militari si preparano nel prossimo decennio per "gestire" i grandi serbatoi di acqua potabile. 6.

Biodiversità.

Il ventesimo secolo si è conclusa con 100 specie in via di estinzione, il primo decennio del XXI secolo 1500 specie in pericolo sono stati inventariati. La deforestazione in Amazzonia, che non ha mai cessato, nonostante le centinaia di proteste e sacrifici di molti ambientalisti, è stata una delle principali minacceche hanno messo in pericolo molte specie della sua flora e fauna. La pesca aggressiva di balene, delfini e tonni diminuisce in proporzioni drammatiche queste popolazioni. In Asia e in Africa, l'inventario delle specie minacciate è stato così grande come quello effettuato in Amazzonia. Anche se l'ONU ha dichiarato il 2010 l'anno

della

biodiversità,

nell'interesse

di

aumentare

la

consapevolezza

dell'importanza e la necessità di proteggere e conservare tutte le specie esistenti sul pianeta, ancora è visibile la mancanza di volontà politica delle nazioni in programmare azione su questo tema fondamentale. Qual è stata la ragione per fondare il Gruppo Ambientalista di LUZ, l’università, Azul Ambientalistas e Habitat?

Assumiamo

frontalmente,

la

denuncia

del

inquinamento

atmosferico prodotto dalle emissioni del Complesso Petrochimico nella regione del Zulia, che impunemente, trabocca senza alcun controllo o filtri, tossici sia nell’atmosfera, così come nel Lago di Maracaibo, producendo un alto tasso di cancro, malattie respiratorie, malformazioni nei feti, malattie degli occhi, tra le altre malattie.

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Simile segnalamento abbiamo mantenuto con l’estrazione del carbone nella Sierra de Perijá, che si trova nella regione di Zulia, dove a parte di aggredire la natura e spiazzare i suoi antichi abitanti, la comunità aborigena della zona, erano e sono ancora i responsabili delle malattie respiratorie che soffrono la popolazione circostante o vicina in cui l’estrazione viene effettuata. È il leader della web Anca 24?, Quanto è importante la presenza nei media per creare consapevolezza ambientalista?

Nel

settore

della

comunicazione,

la

Fondazione

Azul

Ambientalistas ha una squadra di lavoro multidisciplinare che porta avanti due canali di notizie sulla realtà ambientale delle Americhe Canal Azul 24 https://canalazul24web.wordpress.com/ y Blu Channel 24 www.bluechannel24.com) e 4 agenzie di notizie sull’ambiente dalle Americhe ANCA24, Noticias Ambientales, Ecológicas

y

Conservacionistas

desde

las

Américas;

ANCA24

Canada,

Environmental, Ecologists and Conservationists News from the Americas e ANCA24 Italia, Agenzia di Notizie Ambientaliste, Ecologiste e Conservazioniste per le Americhe, ANCA24 Deutsch, Der Erste Umweltagentur Und Erhaltung Ecolog für Amerika. 1. Sito web: http://www.azulambientalistas.org/. 2. NOTIazul: Órgano Divulgativo de la Fundación Azul Ambientalistas. 3. CANAL AZUL 24: https://canalazul24web.wordpress.com/. 4. BLUE CHANNEL 24: https://bluechannel24web.wordpress.com/. 5. ANCA24: Noticias Ambientales, Ecológicas y Conservacionistas desde las Américas. https://anca24latam.wordpress.com/. 7. ANCA24 CANADA: Environmental, Ecologists and Conservationists News from the Americas http://anca24canada.wordpress.com/. 8. ANCA24 ITALIA: Notizie Ambientaliste, Ecologiste e Conservazioniste dalle Americhe http://anca24italia.wordpress.com/.

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9. ANCA24 Deutsch, Der Erste Umweltagentur Und Erhaltung Ecolog für Amerika https://anca24deutsch.wordpress.com/. Secondo il contatore di GOOGLE, al mese ci visitano più di 300.000 internauti ambientalisti. Il tuo profilo parla di una persona che vive nello studio, quanto è importante questo?

Lo studio permette di vedere il mondo da un'altra prospettiva, aiuta a focalizzare la realtà con occhi nuovi e argomenti. È pertanto necessario studiare, indagare permanentemente con disciplina. Ho un Santo o sono devoto di un santo, che fa molti miracoli: "San Studio," a lui gli devono quanto poco o molto ho raggiunto in questa esistenza. Quando si propose gli obiettivi al momento di avventurarsi nelle aree di cui sopra, ha mai pensato di avere successo, nel senso dei risultati? Quali sono stati i risultati della tua lotta?

Essere un ambientalista in un paese sottosviluppato, como il Venezuela, dove la sua agenda pubblica è piena di irrisolti problemi sociali, è definitivamente un atto temerario, per non dire quasi eroico, è una follia. Eppure, dove apparentemente tutto è contro, la salvezza di questo pianeta è nelle mani degli ecologisti, ambientalisti. Viviamo in un mondo di nuove realtà e sfide che meritano nuove strategie, nuovi pensieri.

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Nell’area di educazione ambientale la Fondazione gestiona campagne a livello di scuola, con il suo Programma ECOSCUOLA, e di sensibilizzazione dell’aziende con il Programma ECOAZIENDE. Nel ambito scientifico la

Fondazione Azul Ambientalistas coordina in

collaborazione con il Centro di Educazione Popolare “Jesús Ortega Rosario” (CEP), la Estación Biológica “Pueblos de Aguas” per lo studio della flora costiera e della biodiversità. La Fondazione Azul Ambientalistas, assume con responsabilità la sfida e il sogno della conquista di un mondo migliore. Allarmando e orientando sui problemi ambientali che minacciano la biodiversità, l’ecosistema, la fauna, la flora e tutto ciò che riguarda lo spazio vitale di tutti. Il nostro pianeta TERRA. Cosa dobbiamo fare per migliorare il nostro ecosistema?

Il nostro esempio individuale è il primo passo. E tutto si riferisce a chiederci di essere un cittadino migliore, una persona migliore. Imparare ad apprezzare il fatto che anche in paesi come il nostro, siamo dei privilegiati, perché si ha l'acqua potabile, che abbiamo alcuni servizi inimmaginabili per molte persone nel mondo e questo che sembra quotidiano, irrilevante, è un tesoro. Che la somma di consumo giornaliero di cibo, carburante, tra l'altro, che si traducono a sua volta in una grande produzione di rifiuti, emissioni di gas in atmosfera, acque di scarico che, oltre le nostre case, si filtrano negli acquiferi, fiumi e mari, che hanno un impatto sull'ambiente. Ambiente dove abitatano anche altre comunità non-umane che saranno direttamente colpite, se non controlliamo gli iper consumi.

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Che dobbiamo imparare e spiegare, che la natura ha una rete di corrispondenti, che qualsiasi danno ambientale fatto da noi in qualsiasi parte del mondo, oceani o continenti colpisce dal Polo Nord alla Patagonia. Che il cambiamento climatico, il riscaldamento globale, la diminuzione dello strato di ozono, i terremoti o tsunami, hanno smesso di essere parole o frasi lontane e che ogni giorno ci avvicinano di più alla nostra vita quotidiana. Gli ambientalisti del mondo, ci impegniamo attraverso questo manifesto per compiere le sette azioni sacre per salvare la Terra: 1. Piantare alberi, 2. Proteggere gli animali e la flora, 3. Gode il piacere dell’aria, 4. Rispetta l’acqua, 5. Amministra il fuoco, 6. Ama la Terra e la Mamma Terra, la Hallp`amama o Pachamama e 7. Ama la vita. Difendiamo con tutta la forza dei nostri muscoli, il nostro pensiero, il nostro sentire di patria in cui siamo nati e alla Madre Patria, dove ritorneremo per il viaggio attraverso l’abisso dell’eternità, il Pianeta Azzurro, la Terra. Ci sono politiche ambientaliste a tutti i livelli di governo?

Esistono una miriade di leggi a tutti i livelli di governo, a livello nazionale, regionale e locale che sono sconosciuti dalla maggior parte della popolazione. Nella legislazione Ambientale Venezuelana possiamo trovare le seguenti leggi, norme e regolamenti: Constitución de la República Bolivariana de Venezuela, Ley de Gestión Integral de la Basura, Ley Orgánica de Ambiente, Ley Penal del Ambiente, Ley de Aguas, Ley de Bosques y Gestión Forestal, Ley de Zonas Costeras, Ley de Gestión de la Diversidad Biológica, Normas Técnicas de Ordenamiento para Regular la Captura, Intercambio, Distribución, Comercio y Transporte de Tiburones, Ley de Pesca y Acuicultura, Ley Orgánica de Prevención Condiciones y Medio Ambiente de 22


Trabajo, Ley Sobre Sustancias Materiales y Desechos Peligrosos, Planillas e Instructivos del RASDA, Normas para el Control de Materiales Peligrosos y Manejo de los Desechos Peligrosos, Normas de Clasificación de la Calidad del Agua, Normas para la Clasificación y Control de Calidad de los Cuerpos de Agua y Vertidos de Efluentes Líquidos, Reglamento sobre Guardería Ambiental, Reglamento Parcial de la Ley Forestal de Suelos y Aguas sobre Repoblación, Ley para la Protección de la Fauna Doméstica Libre y en Cautiverio. Per rivedere tutti i permessi che esistono nel Ministero del Potere Popolare per l'Ambiente in Venezuela, Sito web della Sociedad Venezolana de Derecho Ambiental. Ed anche infinità di trattati internazionali in materia ambientale. In questo senso, Azul Aambientalistas ha sollevato come proposta all’Assemblea Nazionale tre leggi : Ley de Diversidad Biológica para el Lago de Maracaibo y Lago de Valencia, Ley Penal para la Protección del Lago de Maracaibo y Lago de Valencia, Ley para el Control de Residuos de Aparatos Eléctricos y Electrónicos. Un ambientalista muore nell’intento, o si salva?

Molti sono morti nell’intento, crimini che di solito restano impuniti. In America Latina, secondo il rapporto Deadly Environment, realizzato dalla ONG Global Witness, è normale che gli omicidi di ambientalisti rimangono impuniti. Ma la ricerca va oltre e spiega che l'America Latina è la regione più pericolosa per coloro che vogliono proteggere l'ambiente. Secondo i suoi dati, ottenuti da fonti ufficiali, le vittime totali segnalati tra il 2002 e il 2014, che sono stati 1208, l'80% sono nel subcontinente. L'America Latina ha, inoltre, i due paesi più pericolosi per gli ambientalisti nel mondo: Brasile, con 548 morti, e Honduras, con 109. Altri paesi della regione con il più alto numero di omicidi di protezione dell'ambiente sono stati il Perù, con 58

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vittime, e la Colombia, con 52. Dove la morte è il climax, ma non l'unico atto violento perpetrato contro gli ambientalisti, che sono sottoposti a minacce, intimidazioni, insulti, percosse e rapina, per esempio. Sebbene il numero di casi registrati della ricerca Global Witness sono considerevoli, penso che sia molto di più di quelli ufficialmente registrati. Sono stati uccisi morti più ambientalisti in questo ultimo decennio che giornalisti di guerra. Oggi, la tutela dell'ambiente è uno dei principali campi di battaglia dei diritti umani. Mentre i governi discutono il testo di nuovi accordi globali, a livello locale ci sono sempre di più persone in tutto il mondo che stanno già rischiando la loro vita per proteggere l'ambiente.

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1. Il pensiero Ambientalista: riflessioni di LenĂ­n Cardozo Parra

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1 Il Manifesto Ambientalista: cosmovisione del Pianeta Azzurro, la Mamma Terra, Hallp`amama o Pachamama L’epoca dei “sistemi” è passata. L’epoca della

costruzione della forma

essenziale del ente partendo della verità dell’essere non è arrivata ancora... M.

Heidegger,

Contributi

alla

filosofia A tutti gli esseri viventi differenti alla razza umana, che d’ora in poi “apellidaremos”, gli «humánidos», che essendo del regno animale o vegetale, ci accompagnano in modo essenziale per questo noi gli diamo il nostro cognome-, nella fantastica avventura sul pianeta Terra. Ai sette miliardi di esseri umani, registrati dall’Organizzazione delle Nazioni Unite all’inizio del secondo decennio del secolo XXI, e a quelli che nasceranno nei prossimi anni. Siamo categorici nel definire l’ambientalismo di oggi come il sacro rispetto per il dono della vita, l’eredità per coloro che vengono. È la ricompensa con il più profondo amore alle nostre due madri, quella biologica e quella naturale (Mamma Terra, Hallp`amama o Pachamama). Il riconoscimento a coloro che sono stati i nostri genitori: alberi, montagne, fiumi, laghi, cielo. È proteggere ai fratelli non-umani: invertebrati, vertebrati, anfibi, il regno vegetale. È chiedere perdono per coloro che sono stati uccisi o rubati per allungare la nostra vita. È la lotta per la vita che dà senso alla vita. È l’opposto alla crudeltà, all’avidità. È la via della pace spirituale, senza sensi di colpa. È l’ultima utopia.

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Un ambientalista ha come missione di vita re-immaginare il mondo, capire e far capire che tutte le specie che lo abitano hanno il diritto alla vita, e anche nell’ultimo secondo o battito di cuore, dobbiamo difenderla con tenacia. Accettare l’esistenza dell’«altro», è il primo impegno. Il quale noi comprendiamo e rispettiamo. L’«altro» può essere una persona che la pensa diversamente da noi, con differenti religioni, status sociale, razza. Ma anche lì devono essere incluse, naturalmente, le diverse specie animali, vegetali, ecosistemi, habitat, l’acqua, l’aria, la terra su cui andiamo tutti i giorni. Il pensiero ambientalista è stato creato in America, l’America ha lanciato al mondo il SOS dell’ambientalismo. America come un continente, porta nei suoi geni una cosmovisione ambientalista, che proviene dai loro antenati indigeni, e nel secolo XX , le prime azioni che hanno interpretato coraggiosamente la difesa della natura, nascono dalla “zaga” di Greenpeace, a Vancouver, a ovest di Canada. Ambientalisti hippies, hanno attirato l’attenzione del mondo per protestare con indipendenza, senza compromessi con i partiti né legami con ideologie esistenti, gli esperimenti nucleari nel Pacifico. Poi l’intolleranza e la persecuzione, di chi hanno governato il paese in quella epoca, hanno costretto alla maggior parte dei suoi fondatori a rifugiarsi in Europa. Era troppo sospettoso, durante la Guerra Fredda, protestare per difendere il pianeta. La proposta ambientalista, non è la terza via, non è il vestito nuovo di una sinistra o una destra che vedono accorciate le loro offerte elettorali. Né, è un culto o una nuova religione. Oggi è l’unica via, per valorizzare la vita. Viviamo nuove realtà che richiedono ad urla nuove strategie. È ripensare un cambiamento nel nostro contratto sociale settario per un contratto naturale inclusivo. Abbiamo bisogno di codici etici globali. Modificare, cambiare il conservatore “senso comune” per un senso ambientale. L’essere umano ha la capacità di reinventarsi e il pianeta richiede di questa metamorfosi, dell’intelligenza per sommare

sforzi e

“sapienze” specifiche,

generali, proprie, imparate o empiriche, ma tutte con un solo obiettivo comune, preservare la Terra. Essere un ambientalista è una posizione di compromesso, ferma e attivista. Non è comportarsi come lo struzzo, che davanti alla

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incomprensione o al pericolo mette la testa in un buco per sfuggire alla realtà. Proteggere le specie –humanus e humánidos– nella natura, è la sfida. L’antica lotta tra la civiltà e la Terra, dovrebbe scomparire radicalmente, sostituirla con la convivenza amorevole, equivalente, mutuamente aportativa tra la Terra e la civiltà -la pace fertile- per salvaguardare il più grande miracolo del Pianeta Azzurro: l’esistenza. In questo sforzo titanico dei migliori uomini e le migliore donne per cambiare il corso del destino del mondo, per rimuoverlo dal futuro disastro nel quale lo ha portato

la follia umana, confluiscono –a livello scientifico, artistico, poetico,

filosofico, umanistico– gli ambientalisti, coloro che lavorano per proteggere la natura, intesa come la diversità di flora e fauna, la bellezza dei paesaggi naturali, un privilegio di cui gode la specie umana, come un luogo di svago, ricreazione e contemplazione che deve essere rispettato così come è stato ereditato nel corso della storia. Gli ambientalisti come attivisti che chiedono una reciprocità attiva e feconda tra l’uomo e l’ambiente, un rapporto generazionale, che non sia basato su un modello di sfruttamento irrazionale e distruttivo delle risorse. Radicali nella difesa del diritto al godimento della vita di tutte le specie. Questo

manifesto conclude con la proposizione di cinque faccende primarie

generali che deve realizzare l’ambientalista, ecologista: 1. Liberare lo spazio in cui viviamo: la casa o un appartamento il più possibile dell’inquinamento ambientale (la preparazione per il riciclaggio dei rifiuti, risparmio energetico, gestire bene l’acqua, mantenere l’ornamento). 2. Il monitoraggio del settore urbano in cui viviamo: rivitalizzare gli spazi verdi (giardini, i viali, piazze, parchi). Riportare gli sversamenti di acqua potabile. Combattere l’inquinamento acustico, ecc. 3. Fare pressione: ogni ambientalista può portare a gli enti governativi (comuni, consigli comunali, consigli legislativi, governi, ministeri, ecc.) le loro proposte, reclami e suggerimenti. 4. Divulgare: tutti gli ambientalisti dovrebbero usare i mass media a sua disposizione (stampa, radio, televisione, social network, aule, spazi

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universitari). Per realizzare tutto ciò che è stato indicato nelle sezioni precedenti così come nuovi contributi e idee. 5. Lo strumento politico: l’ambientalista assumerà, se necessario, funzioni politiche forti per proteggere l’ambiente. Senza paura. Gli ambientalisti del mondo, ci impegniamo attraverso questo manifesto per compiere le sette azioni sacre per salvare la Terra: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7.

Piantare alberi, Proteggere gli animali e la flora, Gode il piacere dell’aria, Rispetta l’acqua, Amministra il fuoco, Ama la Terra e la Mamma Terra, la Hallp`amama o Pachamama. Ama la vita.

Difendiamo con tutta la forza dei nostri muscoli, il nostro pensiero, il nostro sentire di patria in cui siamo nati e alla Madre Patria, dove ritorneremo per il viaggio attraverso l’abisso dell’eternità, il Pianeta Azzurro, la Terra. Fondazione Azul Ambientalistas

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2 Io sono un ambientalista Dedicato a Antulio Rondón, Elio Ríos, Beatriz e Gustavo Nava Carrasquel. Alla fine degli anni '80 consideriamo apertamente

assumere

la

difesa

dell'ambiente che era piuttosto una novità nel Zulia. Iniziamo questa epica

avventura

dipingendo

murales nella città di Maracaibo con slogan su ciascuno dei problemi ambientali che ci riguardavano. Abbiamo preso parte dell'impeto dei giovani muralisti cileni, figli di coloro che sono stati al riparo in questa terra generosa prima del trauma della caduta di Allende, che nel frattempo studiavano con noi presso l'Università di Zulia. Nella città ci chiedevano chi eravamo, anche se nell’università ci chiamavamo Movimiento 20 (20 punti per gli studenti e 00 punti per i partiti politici), ma fuori del campus universitario non aveva senso esprimeci come un movimento studentesco, perché il tema ambientale era un tema universale che andava al di là di ogni confine accademico, sociale o politico. Decisamente dovevamo concettualizzarci, definire la nostra ragione d'essere. Non potevamo chiamarci ecologisti, perché non eravamo ecologisti, né biologi, né naturalisti, né scienziati e tanto meno conservazionisti, perché non stavammo conservando qualcosa in particolare, abbiamo voluto vedere noi stessi come un semplice cittadino con bisogno di esprimerci nella protezione dell'ambiente, ipotizzando azioni di strada e sfida, esponendo ai predatori e inquinatori nella regione. Finalmente abbiamo concluso che se ci preoccupava l’ambiente ci avremo chiamato ora e per sempre "ambientalisti".

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Così è nato il concetto di "made in Zulia, dall'Università di Zulia dal Venezuela". A quasi 30 anni da definirci come donchisciotti della natura, oggi, ci sono oltre 8,5 milioni di siti web in tutto il mondo che parlano degli ambientalisti. Tuttavia, siamo pochi, ma non così pochi come prima.

Come il cicala Tante volte mi cancellerano, tante scomparsi, al mio funerale andai, solo e piangendo. Feci un nodo del fazzoletto, ma mi dimenticai dopo che non era l'unica volta e continuai cantando. María Elena Walsh, poetessa argentina

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3 La lunga e sinuosa strada degli ambientalisti Il lungo cammino di quelli che difendono la vita di ogni specie fino all'ultimo battito. Questa è la ragion d’essere degli ambientalisti. Va oltre le parole, lo enunciativo. Convinzione e affetto è quello che ci muove. É l'energia che ci dà l'ispirazione per andare avanti, per attingere alla forza da dove non se ne ha più per svolgere il compito, la missione. Senza molto stridore ma con fermezza se va avanti su cosa si deve fare. Noi ambientalisti contribuiamo a un mondo migliore per tutti gli esseri che viviamo sul pianeta. In questo mondo c'è posto per tutti e tutti sono importanti, tu sei qui per un periodo, con un senso di essere. La natura ci messe molto tempo per perfezionare ogni specie, avrà la sue ragioni per farlo. É troppo banale continuare a pensare che l'uomo continui ad essere al centro del mondo o l'universo. Noi siamo uno in più, forse con molta più organizzazione, che abbiamo imparato presto a sviluppare strumenti, ma questo non significa che questo primato dà a noi il diritto di sterminarci o sterminare ai non-umani. Crudeltà, avidità, invidia, rancore, comportamenti unici della razza dell'homo sapiens. Secoli fa, abbiamo perso la possibilità di guardare le altre specie per imparare da loro. A quanto pare l’unico importante è solo ciò che accade tra gli esseri umani. La questione della tutela ambientale, è al di là del bene e del male. Della politica o dell’economia. Sebbene per questo se dovrà capire la politica e l'economia. O tutte le conoscenze necessarie.

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Non so se sono verdi o blu o qualsiasi colore che sicuramente lo avranno, di quello che sono convinto è che l'impegno ambientale c’è ed è la mappa o percorso di questo lungo cammino dei pellegrini e apostoli del nuovo secolo.

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4 Di come essere un ambientalista e non morire nell’intento Essere un ambientalista in un paese sottosviluppato, dove la sua agenda pubblica

è

piena

di

irrisolti

problemi sociali, è definitivamente un atto temerario, per non dire quasi

eroico.

Eppure,

dove

apparentemente tutto è contro, la salvezza di questo pianeta è nelle mani degli ambientalisti. Viviamo in un mondo di nuove realtà e sfide che meritano nuove strategie, nuovi pensieri. Quindi scrivo queste righe nel caso in cui alcuni decidono di unirsi a noi in questa causa. Un ambientalista ha come missione della vita re-immaginare il mondo, capire e far capire che tutte le specie che lo abitano hanno gli stessi diritti e opportunità, oggi e domani. La vita di coloro che abitano questo pianeta è un diritto, che fino all'ultimo secondo dobbiamo difendere con tenacia. Cioè, noi accettiamo l'esistenza del”altro”. Il quale noi comprendiamo e rispettiamo. L’”altro” può essere una persona che la pensa diversamente da noi, con diverse religioni o fedi e razze. Ma anche, possono essere le diverse specie animali, ecosistemi, habitat, che vivono e convivono con noi su questo pianeta. La causa ambientale, anche così incompresa è un ministero, è un apostolato, un atteggiamento missionario, la cui ragione è risvegliare la coscienza, la riflessione, nell'ambiente, nelle loro comunità, oppure lì dove si abbia la possibilità di interagire con gli altri le numerose difficoltà in materia ambientale che oggi sta vivendo la nostra città, stato, paese, continente e pianeta.

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E come possiamo contribuire ad aumentare la consapevolezza ambientale? Il nostro esempio individuale è il primo passo. E tutto si riferisce a chiederci di essere un cittadino migliore, una persona migliore. Imparare ad apprezzare il fatto che anche in paesi come il nostro, siamo dei privilegiati, perché si ha l'acqua potabile, che abbiamo

alcuni servizi

inimmaginabili per molte persone nel mondo e questo che sembra quotidiano, irrilevante, è un tesoro. Che la somma di consumo giornaliero di cibo, carburante, tra l'altro, che si traducono a sua volta in una grande produzione di rifiuti, emissioni di gas in atmosfera, acque di scarico che, oltre le nostre case, si filtrano negli acquiferi, fiumi e mari, che hanno un impatto sull'ambiente. Ambiente dove abitatano anche altre comunità non-umane che

saranno

direttamente colpite, se non controlliamo gli iper consumi. Che dobbiamo imparare e spiegare, che la natura ha una rete di corrispondenti, che qualsiasi danno ambientale fatto da noi in qualsiasi parte del mondo, oceani o continenti colpisce dal Polo Nord alla Patagonia. Che il cambiamento climatico, il riscaldamento globale, la diminuzione dello strato di ozono, i terremoti o tsunami, hanno smesso di essere parole o frasi lontane e che ogni giorno ci avvicinano di più alla nostra vita quotidiana. Come organizzarsi per difendere la causa ambientale? L’esperienza ci dice che il modo più diretto per partecipare, di sentirsi utile per il nostro sforzo è quello di motivarci e incoraggiare ad organizzare o aiutare a creare gruppi di volontariato o brigate ambientali, scolastiche, universitarie, comunitarie e cittadine, nel nostro ambiente. Di seguito si presenta una “mappa”, nei diversi livelli di organizzazione, che permette realizzare modeste iniziative o attività, ma che insieme, hanno l’effetto di sensibilizzazione, riflessione di non essere soli su questo pianeta, e che il nostro contributo, piccolo o grande, sarà un contributo importante per l'ambiente in cui viviamo. 35


1.- Diventa un «nouvelle» ricercatore ambientale e giornalista: In un primo livello di organizzazione, si può essere molto utile per l’ecologia e l’ambiente, essendo un «nouvelle» ricercatore o giornalista ambientale, aiutando la vostra comunità a conoscere le varie preoccupazioni su questi temi. Sicuramente in molti mass media o mezzi di informazione, i vostri contributi saranno presi in considerazione. 2. - Creazione di brigate ambientalisti: Le brigate ambientaliste sono gruppi di giovani o adulti che si conformano per attività specifiche, ad esempio, dipingendo murales su temi ecologici (in pareti ad alta visibilità), mantenere nei cartelloni le informazioni aggiornate sulle questioni ambientali della regione, paese o del mondo. Organizzare eventi speciali di raccolta dei rifiuti o di rifiuti solidi dalle spiagge, fiumi e aree che possono influenzare la qualità della vita nell'ambiente. Assistere nel diserbo del terreno, la distribuzione delle informazioni scritte negli angoli affollati della città su un incidente che merita la solidarietà immediata dei cittadini (ad esempio per creare consapevolezza sul consumo di acqua, elettricità, ecc.) Raccogliere fondi per sponsorizzare uno eco-tour, per esempio assistere l’osservatorio ornitologico, organizzare visite al giardino botanico, acquario, zoo, tra gli altri. Offrire colloqui, conferenze o videoconferenze, su varie questioni ambientali. 3.- Creazione di gruppi o organizzazioni Ambientalisti: I gruppi ambientalisti sono organizzazioni più permanente nel tempo, in cui la conservazione dell'ambiente in una condizione accettabile per la vita non potrebbe capirsi senza gruppi dedicati a questi compiti in modo organizzato: Il suo lavoro è molteplice: ricerca, informazione e sensibilizzazione, denuncia, reporting, pulizia, conservazione e riforestazione.

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La ragione di essere dell’esistenza di queste organizzazioni può essere in difesa di un problema, tema in particolare o di

portata globale, ad esempio, ci sono

organizzazioni che si dedicano alla difesa di una specie animale (uccelli, balene, tartarughe, delfini, animali domestici) o flora, ecosistemi, o una località, così come esistono organizzazioni i che il loro obiettivo principale è quello di sensibilizzare a tutti sui problemi ambientali che attualmete ha il pianeta. Questi raggruppamenti possono essere di natura scientifica o divulgativo. Azul Ambientalistas, per esempio, è un’organizzazione ambientale, fondata nel 1986 nelle aule universitarie per effettuare ricerche, proposte, denunce e proteste contro il deterioramento del nostro ambiente. Promuovendo, inoltre, i valori e le conoscenze per lo sviluppo sostenibile della conservazione dell'ambiente.

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5 Da muralisti conservazionisti a giornalisti ambientalisti Nella metà degli anni ottanta, ci dichiariamo

ambientalisti,

e

abbiamo iniziato un concetto di murale

conservazionista

nelle

diverse e sobrie pareti della città di Maracaibo,

regione

del

Zulia,

Venezuela. Si ha deciso di inserire le icone in cui il criterio è stato uno, dargli ad ogni parete un senso pulito ed estetico, introducendo figure di fogliame e la fauna della regione. Fino ad allora le mure della città erano coperte con le vecchie campagne pubblicitarie elettorali obsolete. Abbiamo avuto una difesa tenace di ogni spazio conquistato e molti scontri con i partiti politici durante la campagna elettorale, loro hanno tentato senza successo di investirci con i suoi partidari o “sporcatori” di muri. Un poco più di 400 “murales” sono stati registrati nei primi 10 anni. Negli anni successivi, abbiamo cercato di risvegliare la coscienza ambientalista cittadina, sviluppando iniziative giornalistiche solitarie di attualità sulla conservazione ecologica e ambientale. Per lungo tempo abbiamo conservato intere pagine sui giornali locali, o semplicemente fornendo ai giornali dei nostri scritti. Siamo andati avanti con l'azione di denuncia, perché tutto ci sembrava troppo "leggero", di fronte alle contingenze ecologiche o ambientali contemporanie. La vergognosa via del carbone che attraversa la città da un capo all'altro, lasciando particelle di carbone, le allergie e ogni sorta di malattie respiratorie, ad ogni passo che facevano i loro camion funerali. Le emissioni incontrollate di gas inquinante del Complesso Petrochimico il Tablazo che producono prurito, congiuntivite, asma, i bambini con atrofie, e decine di morti 38


strane sono state registrate dai mass media come "normali eventi della città." Amen, il cemento polveroso da San Francisco, avvelenando ai cittadini. E, naturalmente, la più grande vittima della nostra pigrizia nazionale, la nostra incapacità di essere produttivi, di cercare altre fonti di sviluppo, il nostro Lago di Maracaibo. Questo prossimo 25 luglio, tra l'altro, compiera 100 anni ininterrotti di avvelenamento di petroleo. Il testimone adesso lo porta la terza generazione di Azul Ambientalistas, son passati 29 anni, e quelli che non sono invecchiati sono gli stessi problemi che per oltre due decenni ci seguono opprimendo. La sfida è ora quella di informare, con qualsiasi mezzo e in tempo reale, comunicare, dare l'allarme. Montato sulle autostrade dell'informazione, il cyberspazio, con le loro reti sociali. Oggi continuiamo a sentirci efficaci, adesso da CANAL AZUL 24, da BLUE CHANNEL 24, da Facebook con gli Azul Ambientalistas, facendo giornalismo ambientale, difendendo la nuova bandiera di umanità che ha avuto inizio 29 anni fa.

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6 Dall’ideologie al pensiero ambientalista Alla fine del secolo XIX, sono nate le ideologie che hanno definitivamente spostato il pensiero religioso. Queste ideologie,

scoppiano

fratturando

l'umanità e rendono il secolo XX il centro di discussioni tra la teoria comunista

e

capitalista.

Mentre

emersero sfumature da entrambe le parti,

questi

approcci

hanno

polarizzato il pensiero politico, fino all'arrivo del secolo XXI stesso. Il nuovo capitalismo, il capitalismo del XXI secolo, il nuovo socialismo, il socialismo del XXI secolo sono gli ultimi sussulti degli indebolite ormeggi o ancore, di chi come lo struzzo, davanti al panico, mette la testa in un buco per evitare la realtà. Una sorta di incapacità per non capire, i bisogno sempre più tuonanti ed evidenti, di una popolazione che cerca di interpretare i segni drammatici inviatici dalla natura. La popolazione mondiale di esseri umani aumenta in modo esponenziale e le risorse si esauriscono geometricamente. In 50 anni, nessuno sarà d'accordo, in una di queste ideologie anacronistiche, perché l'attenzione si concentrerà su come sopravvivere in un mondo praticamente distrutto dall'egoismo degli uomini, che non è mai stato in grado di trovare un equilibrio, per riciclare i suoi consumi esagerati, di riconoscere l'esistenza degli altri abitanti del pianeta terra. Ci rimarrà soltanto abitar gli oceani, facendo trame nei mari, come spazi per la produzione alimentare e produzione di acqua potabile. Il XXI secolo, scopre l'umanità, che ha vissuto immersa nella cultura della loro fretta, assorta nel suo mondo sotterraneo e si risveglia proprio ora di maniera tempestiva, piene di scosse, cercando di interpretare ciò che era invisibile nei suoi primi momenti della sua realtà e che oggi gli diventa travolgente. Come sono i 40


ricorrenti fenomeni naturali che stordiscono alle diverse concentrazioni di persone che vivono nei continenti. I combustibili fossili e idrici sempre più esauriti, la scarsità di cibo e acqua potabile. Questa nuova realtà per molti, richiede dall'inizio di questo nuovo secolo, nuove strategie, nuove idee e approcci. La luce alla fine del tunnel sarà l'ideologia ambientalista, che governarà all'umanità fino alla fine del suoi tempi.

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7 Parliamo il linguaggio del XXI secolo, il linguaggio ambientalista Rimangono indietro, predizione

le

presunte

scientifiche

"pazze",

cercano senza successo di spiegare i loro concetti parsimoniosi, che solo loro capiscono, il caos che soffre oggi la Terra e le azioni incompresi e presumibilmente degli

attivisti

“sproporzionate” ecologiste

o

ambientalisti, cercando di attirare l'attenzione a ciò che stava per accadere in ciascuno dei nostri continenti. L'anno 2012, ha mostrato la punta di un iceberg, in termini di catastrofi naturali, ma anche ha evidenziato, le obsolete azioni degli aiuti umanitari. Intere città e popoli distrutti e solo le azioni "solidali" di raccolti, tende e promesse. Nel 2012, inizio con fenomeni atmosferici, fino ad allora inspiegabile, che hanno prodotto la morte contemporaneamente in diverse regioni del mondo, migliaia di uccelli, nonché il verificarsi di sisma e terremoti del tutto insolito, come è stato lo storico di questi eventi. La questione ambientale è passata da essere, qualcosa che a pochi ha interessato, alla grande preoccupazione del nuovo secolo. La situazione è diventata più complessa in modo che le varie scienze sono state costrette a convergere ad affrontare dal punto di vista transdisciplinare, la organicità del discorso e sostenere le emergenti categorie e concetti di questa nuova realtà. Allo scopo di produrre le uscite, le risposte ad un problema unico, che è quello di salvarci e salvare il resto delle specie viventi sul pianeta.

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Discipline come la biologia, la botanica, la zoologia, l’ecologia, la tassonomia, la geografia, la geologia, l'astronomia, l'oceanografia, la meteorologia, l’idrologia, la medicina, l'antropologia, la sociologia, la filosofia, tra le altre, oggi costruiscono il linguaggio del XXI secolo, in grado di spiegare queste contingenze naturali. Portando così ad un linguaggio più coerente per l'analisi, il nuovo linguaggio delle scienze, il linguaggio ambientalista. La sfida è quella di imparare, insegnare e trasferirlo. Noi missionari di questo nuovo linguaggio, abbracciando questa causa come un ministero dobbiamo predicare, con tutti i mezzi che abbiamo, la profondità di ciascuno dei suoi concetti, la sua logica e le sue azioni. È l'ultimo Vangelo, la possibilità di unire gli sforzi e fermare gli squilibri ambientali che si sono susseguiti per tutto il XX secolo e finora. Non c’è modo di ignorare la realtà ambientale del pianeta. La stessa Madre Terra è stata incaricata di farci pagare costosa la nostra indifferenza, il nostro consumo predatore ed egocentrico stile di vita. Siamo sempre più soli, con minori opportunità di sognare un futuro che noi abbiamo, con il nostro modo di vita irresponsabile, condannato a l’incertezza. Dobbiamo imparare, quindi, il linguaggio dell’armonia, dell’equilibrio e la ponderazione. È parlare del convivere, del riconoscimento dell’esistenza di altri esseri viventi. È il linguaggio piú puro, sincero, creativo, senza sfumature ideologiche di questa tappa dell'umanità, che ci permetta di essere d’accordo, di essere assertivo, per non fallire nella diagnosi, e non improvvisare sulle azioni. Il linguaggio ambientalista, è la lingua suprema, perché è il linguaggio della vita.

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8 America Latina: ambientalista, al di là delle ideologie America

Latina

è

stata

molto

sfortunata nel fatto di copiare modelli politici europei. Noi latino amercani, ogni volta che copiamo sbagliamo, con tendenza al peggio. Siamo stati felici prima che arrivassero al continente gli uomini a cavallo. Dal culto alla natura siamo

diventati

repubblicani

a

monarchici, volte,

nazionalisti,

capitalisti,

socialcristiani,

socialdemocrati, comunisti

poi

utopici

socialisti o

puri, classici,

imperialisti, anti imperialisti o pro di qualcuno o di qualsiasi cosa dovevamo essere, infine, troviamo difficile essere noi stessi. E non in conformità con i fallimenti noti di questi approcci (alcuni di loro hanno fino a 100 anni di "prova" nel continente), la creatività ci ha portato a riemergere molte di queste ideologie rugose, grinzose, ponendoli come una novità o come articoli "fashion" che sono ormai del secolo XXI. Cioè, abbiamo rilanciato "il marchio". Gli stessi europei concludono, che il mondo non è stato meglio in quella presunta distinzione tra destra e sinistra. Il filosofo italiano Norberto Bobbio, ha ripetutamente espresso che la vecchia sinistra dello Stato aveva privilegiato l’uguaglianza (che non ha ottenuto) e la Libertà (che ha calpestato). Qualora la destra tradizionale ha continuato a difendere che ciò che conta è il diritto alla libertà (che cercano sempre di controllare), quindi la parità, l’uguaglianza, oltre ad essere irraggiungibile, è indesiderabile chiudono le forze economiche del mercato. E a sua volta, la nuova sinistra ha sostenuto la necessità di coniugare la libertà con l'uguaglianza.

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Il sociologo inglese Anthony Giddens, ha detto che le idee della sinistra sono vecchie e obsolete, e quelle della nuova destra hanno anche fallito. Pur ritenendo che la divisione destra-sinistra è inadeguata perché ignora problemi vitali, riconosce che loro resistono a scomparire. Non basta fare appello a un centrosinistra per risolvere i problemi, in quanto vi sono problemi che richiedono politiche radicali. Egli conclude che il socialismo di stato, come il neoliberismo globalizzato hanno fallito. Quindi, questo piatto di spaghetti ideologico è compreso solo dagli europei. America, come continente,

porta nei suoi geni una cosmovisione del mondo

ambientale, che proviene dai loro antenati indigeni, e nel XX secolo, le prime azioni hanno interpretato coraggiosamente la difesa della natura, che sorgono dal coraggio e la difesa di Greenpeace, a Vancouver nel Canada occidentale. Ecologisti Hippies, attirano l'attenzione del mondo per protestare in maniera indipendente, senza impegni di partito o di collegamenti con le ideologie esistenti, le prove nucleari nel Pacifico. Poi l’intolleranza e le persecuzione di chi hanno governato quei paesi, nell’epoca, costrinsero la maggior parte dei suoi fondatori a cercare rifugio in Europa. Era troppo difidente , durante la Guerra Fredda, protestare per difendere il pianeta. La proposta ambientalista, non è la terza via, né è il nuovo vestito di una sinistra o una destra che sono venute a meno nelle loro offerte elettorali. Né, si tratta di una setta o una nuova religione. È l'unico modo, per apprezzare la vita. Viviamo nuove realtà che richiedono ad urli nuove strategie. È ripensare un cambiamento nel nostro contratto sociale settario per un contratto naturale inclusivo. Richiedima di codici di etica globale. Bisogna cambiare questo conservatore "senso comune" per un senso ambientalista. L'essere umano ha la capacità di reinventare se stesso e il pianeta richiede di questa metamorfosi. Essere un ambientalista significa rispettare la coesistenza tra noi, in armonia con tutte le specie e proteggere il nostro unico habitat, la Terra. Ma è pur sempre un atteggiamento impegnato, fermo e attivista. Noi non agiamo come lo struzzo, che davanti al rischio o l’incomprensione mette la testa in un buco per sfuggire alla realtà. Proteggici come specie e la natura, è la sfida.

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9 America Latina: lo sviluppo sostenibile e la crescita responsabile? América

Latina

ha

una

realtà

continentale e subcontinentale, ben diversa dal resto dei continenti o sub-continenti differenza

del

mondo.

fondamentale

è

La nella

ottica o prospettiva di vedere il mondo, interessi locali o regionali, e i gruppi etnici che le abitano, perche uno vede ciò che sa. Abbiamo il più grande polmoni vegetali, giungle e foreste del mondo cosí come la maggiore quantità di terra che non sono stati ancora sfruttate, inoltre abbiamo grandi risorse naturali come l’acqua, il petroleo e le miniere. Le nostre preoccupazioni ambientali sono specifici e le soluzioni principali devono promuovere la crescita responsabile e inclusiva di tutte le specie che ci vivono e viviamo sul pianeta. Il riscaldamento globale, l’indebolimento dello strato di ozono, e di altre questioni importante e complesse ambientale, cessano di essere la nostra priorità data l’impassibilità davanti alla deforestazione incontrollata dell’Amazzonia, gli interventi umani che accelerano la siccità dei nostri laghi e fiumi, le grandi isole dei rifiuti solidi, l’inquinamento atmosferico da anidride carbonica nelle nostre città, tra le altre situazioni rilevanti. Siamo quindi di fronte a realtà diverse che meritano diverse strategie. Lo sviluppo sostenibile proposto dall’ONU, esprime la preoccupazione per l’imminente esaurimento delle risorse naturali nel corso del tempo, frutto di un consumo eccessivo di queste società, si propone un modelo di consumo più “equilibrato”, in funzione di garantire alle generazioni future lo sfruttamento delle stesse risorse. Questo concetto è stato accolto con applausi e acclamazioni e copiati

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in ciascuna delle costituzioni delle nazioni dei paesi latinoamericani, fino al punto tale che si organizzarono studi di master nell’Università del Centro e Sud America per approfondire “le considerazioni del caso”. Questo approccio continua ad essere, fino ad oggi, la spina dorsale del pensiero ambientale e politico che ci ha governato. Ma di quale generazioni future parla questa proposta? Delle generazioni future Latine o africane? Questa tesi è la difesa delle generazioni future, ma dei figli, nipoti e pronipoti che nascosno nei paesi sviluppati. A questi paesi non l’importa niente le nostre generazioni native, amerindi o africane. Loro credono ancora nel pensiero unico, basato sul principio che l’espressione della vita ruota solo attorno ad un specie, la specie del Caucaso –LORO-. Un ragionamento totalmente egocentrico e di esclusione. America Latina, richiede un altro approccio, orientato alla crescita responsabile e multispecie. Ma per andare in questa direzione, dobbiamo iniziare la costruzione di un nuovo discorso o riflessione su tematiche ambientali, sulla base della nostra realtà. Perché fino ad ora, non siamo stati assertivi nelle soluzioni dei nostri problemi ambientali, perché la nostra logica per l'analisi è supportata dalla struttura concettuale di altre realtà ambientali. Mi avvalo di una analogia musicale, per spiegarmi meglio. La musica fino alla metà del secolo XIX, non poteva che scriversi, sul concetto di ritmo binario (2/4, 4/4) che vengono utilizzati in marce militari o ternari (3/4) che sono utilizzati in valzer viennesi, tra gli altri. Data l’incapacità di scrivere, in queste categorie binarie e ternarie questi ritmi latini e/o africani, sono stati ripensati e sono stati creati i ritmi composti (5/8, 6/8, 7/8, 10/8, 11/8 ... 17/8), che non è oltre che la somma o combinazione di diversi modi di ritmi binari e ternari, e d’allora è che hanno imparato a conoscere i nostri ritmi in tutto il mondo. Lo stesso accade quando si cerca di analizzare la realtà ambientale in America Latina partendo dai “ritmi marziali viennese”.

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Nell’interesse di contribuire alla costruzione di concetti che permettono di dare un supporto teorico linguistico al discorso ambientale latino-americano e per potere cosí sviluppare gli strumenti di analisi necessari per la diagnosi e la ricerca di Ecosoluzioni, lascio alla discrezione del lettore, dieci concetti per il nuovo glossario ambientale. Ecco i dieci concetti. 1. Ambientalista Azurro: Denominazione tecnica del colore del pianeta Terra vista dallo spazio. 2. Ecosoluzione: strategie per affrontare con successo le azioni per proteggere le specie e il recupero di spazi distrutti. 3. Crescita responsabile: è la capacità dei popoli amerindi, africani e asiatici per

soddisfare

le

loro

esigenze

di

consumo,

da

una

visione

biogenerazionale. 4. Biogenerazione: è il diritto naturale che hanno tutte le specie di alungare la loro esistenza futura nelle stesse condizioni che hanno nel presente. 5. Crescita Responsabile Biogenerazionale: è La capacità dei popoli amerindi, africani e asiatici per soddisfare le loro esigenze di consumo senza compromettere il futuro di tutte le specie che interagiscono in queste comunità. Questo concetto nasce in contrasto con il concetto di Sviluppo Sostenibile creati dai pensatori dei paesi sviluppati per esprimere il loro bisogno di controllare il loro consumo, con lo scopo di garantire alle sue future generazioni di continuare a sfruttare la stessa ricchezza e le risorse che attualmente ottengono dai territori dell'America Latina, Africa e Asia. 6. Iberoambientalisti: I cittadini di lingua spagnola che difendono i diritti naturali, presenti e futuri di tutte le specie che abitano il pianeta. 7. Latinoambientalisti: I cittadini di subcontinente latino-americano che difendono i diritti naturali, presenti e futuri di tutte le specie che interagiscono nella loro comunità o ecosistema. 8. Atmosfere intervenute: sono le alterazioni che si verificano nell'atmosfera del continente latino-americano a causa delle emissioni eccessive e continuo tossiche prodotte nelle loro città. 9. Mexatmosfera: È l'intervento più aggressivo dell’atmosfera che ha il subcontinente americano in una città. Città del Messico, per la sua condizione geografica di valle intrappolati tra le montagna, ha un

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inquinamento fotochimico che colpisce il 80% della popolazione, con livelli di ozono sopra 0,30 ppm con particelle in sospensione di 10 micron. 10. Desertificazione Amazonica: Processo di desertificazione senza precedenti che si verifica in Amazzonia a causa della predazione, la deforestazione, la biopirateria e l’incendio di alberi. L'Amazzonia è il polmone del mondo, con la più grande foresta pluviale, il fiume più lungo, il flusso d'acqua potabile più grande del mondo e la più grande diversità di fauna e flora. L’impatto della desertificazione dell’Amazzonia è molto più che la generazione di terre secche e aride. E il più grande crimine generazionale della vita planetaria.

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10 Prospettiva ambientale Lavoriamo da molti anni in una linea

di

ricerca

che

abbiamo

chiamato “Prospettiva Ambientale”, che non è altro che visualizzare le contingenze future dal presente. Con la finalità di generare coscienza ecologica,

conservazionista

e

ambientalista per prevenire ciò che apparentemente si presenta come una

tendenza

o

fenomeni

irreversibili nel medio o lungo termine. La “Prospettiva Ambientale” è un approccio, supportato da giornalismo investigativo, pubblicazioni di ricerca, interviste di scienziati e specialisti che presentano le loro idee attraverso i social network. Mi appoggio anche nella narrazione letteraria per intrattenere e catturare l’attenzione del lettore, poiché per molti può essere un pò noioso leggere su questi temi, a causa della mescolanza dei concetti tecnici delle differenti saperi delle scienze. Gli articoli o lavori realizzati da questo approccio non sono fantascienza. Sono chiare megatendenze in materia di ambiente. Dietro ogni, articolo o lavoro pubblicato, ci sono le opinioni di decine di scienziati preoccupati, cercando di allertare al mondo che continua guardando con indifferenza questi temi. L’agenda pubblica dei governi nazionali o locali, ancora fanno delle tematiche ambientali, snobismo, un discorso, un dovrebbe essere. Ma il potere economico è quello che alla fine punta la bilancia e non è precisamente l’ambiente

il

beneficiario. Difendere il pianeta si merita tutte le strategie possibili. La “Prospettiva Ambientale” è una di loro. 50


Annesso alcuni titoli di pubblicazioni realizzate dal punto di vista di questo approccio per illustrare meglio e incoraggiare, a coloro che coraggiosamente ancora mi leggono. In spagnolo: 1. 2. 3. 4.

http://Leníncardozo.blogspot.com/2010/09/futurama.html http://Leníncardozo.blogspot.com/2010/09/no-amanecio-mas.html http://Leníncardozo.blogspot.com/2010/09/legado-generacional.html http://Leníncardozo.blogspot.com/2010/11/pronostican-la-gran-guerra-porel-agua.html 5. http://Leníncardozo.blogspot.com/2010/11/en-el-2030-las-monedas-fuertesseran-el.html In italiano: 1. https://anca24italia.wordpress.com/2012/05/08/663/ 2. https://anca24italia.wordpress.com/2012/02/10/non-ci-sara-unaltro-giorno/ 3. https://anca24italia.wordpress.com/2012/03/02/leredita-generazionale/ 4. https://anca24italia.wordpress.com/2012/04/11/il-manifesto-ambientalistacosmovisione-del-pianeta-azzurro-la-mamma-terra-hallpamama-opachamama/ 5. https://anca24italia.wordpress.com/2012/04/09/la-fondazione-azulambientalistas-uno-spazio-per-cambiare-il-mondo/

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11 Sociologia dell'ambiente, lo spazio necessario delle conoscenze per salvare il pianeta Se

alcuna

disciplina

della

conoscenza nel secolo XXI, ha un ruolo da protagonista, quella è la sociologia, sociologia ambientale in particolare. Questo approccio, lo afirma, il loro potenziale e la loro capacità di sistematizzare le diverse conoscenze che oggi sono coinvolti nella

discussione

delle

problematiche ambientali. Questo apre una strada per gli uomini e le donne che abbracciano la professione che studia le società e la loro interazione con ecosistemi naturali. Non è più possibile concepire il ruolo di una società, se non vista da una prospettiva di integrazione con la realtà ambientale. È comprendere la costruzione sociale basata sull'adattamento di ogni società con il suo ambiente naturale. Questa nuova prospettiva che collega gli studi di atteggiamenti, abilità, strategie e comportamenti delle società alle problematiche ambientali e le sue relazioni con i territori, spazi e luoghi stanno ripensando la politica di sviluppo che finora non hanno integrato questi elementi in modo chiaro e stanno diventando veri paradigmi di analisi. Viene quindi posto in primo piano, la Sociologia dell'ambiente, come lo spazio per affrontare lo transdisciplinare, sistematizzare il discorso, e categorie emergenti e concetti del sapere diversi, per costruire un corpo teorico e metodologico, capace di essere assertivo in diversi studi, diagnostici e approcci della realtà socioambientale. Da dove cominciare? Questioni come la cultura dei rifiuti, l'uso corretto dell'acqua e le sue

implicazioni sociale, l’ordinamento e gestione delle aree naturali, il

cambiamento climatico o gli atteggiamenti e i comportamenti sociali sulle abitudini

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sostenibili, la comunicazione ambientale, l’educazione ambientale, tra i tanti altri argomenti fanno parte del piÚ ampio programma della nuova sociologia. Il ruolo della Sociologia Ambientale, si ri fa alla sociologia tradizionale e oggi rappresenta uno strumento strategico delle nuove conoscenze nella ricerca cooperativa delle azioni necessarie da intraprendere, per salvare il pianeta.

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12 Crisi alimentare, biocarburanti e biocombustibili Per

gli scienziati agricoli si sta

avvicinando a passo giganteschi la crisi

alimentare,

"tsunami Josette

silenzioso". Sheeran,

denominato Secondo Programma

Alimentare Mondiale, un organismo delle Nazioni Unite, un'ondata di inflazione dei prezzi degli alimenti si muove per il mondo, lasciando disordini e indebolendo governi nella sua scia. Ciò è confermato dalle statistiche che mostrano, che per la prima volta in 30 anni stanno emergendo proteste per il cibo, la mancanza di cibo, simultaneamente in molti luoghi . Ad esempio, in Bangladesh si hanno intensificato i disordini, la Cina comincia a sentire i rigori di queste carenze, i loro poveri, quelli che vivono con 1 “dollaro” al giorno, stanno tirando fuori i bambini dalla scuola e riduciendo le verdure per poter pagare il riso. Coloro che vivono con ½ “dollaro” al giorno stanno riduciendo la carne e verdure e uno o due pasti, in modo da poter comperare una ciotola di riso. E quelli più bisognosi, che vivono con ¼ “dollaro” al giorno affrontano il disastro. In molti luoghi, la scarsità tradizionalmente di cibo significa in questi momenti carestia massiva. Le misure della crisi attuale sono la miseria e la malnutrizione. Le classi medie nei paesi poveri stanno rinunciando all'assistenza sanitaria ed eliminando la carne, per poter mangiare tre pasti al giorno. Circa un miliardo di persone vivono con redditi non superiori a ½ “dollaro” al giorno. Secondo le stimazioni, se il costo degli alimenti aumenta del 20% (in America Latina e in Africa, questi prezzi sono aumentati molto di più), 100 milioni

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di persone potrebbero essere costretti a tornare al livello di povertà assoluta. In alcuni paesi, ciò annullarebbe tutto quello che è stato acquisito nella riduzione della povertà negli ultimi dieci anni di crescita. Dato che i mercati alimentari sono agitati, i conflitti civili sono in aumento, la crisi alimentare potrebbe diventare una sfida alla globalizzazione. A questa variabile macroeconomica che noi chiamiamo il cibo, ora deve aggiungere l'impatto della produzione sempre più accelerata di biocarburanti. Mentre i biocarburanti sono stati pensati come chiave per combattere i cambiamenti climatici, essi (i biocarburanti) sono ottenuti da coltivazioni che a volte sono fondamentale per il sostentamento alimentare dei paesi sottosviluppati. I coltivi per la produzione di biocarburanti, l´opzione energetica che si fa strada per la fornitura di benzina o gasolio come combustibile, cominciano ad avere una forte opposizione sociale. Le ONG provenienti da diversi paesi produttori di materie prime (semi di soia in Argentina e Brasile, ed olio di palma dall'Indonesia e dalla Malaysia) hanno denunciato le devastazioni della agricoltura industriale e coltivazioni energetiche: la deforestazione, lo spopolamento delle campagne, perdita di biodiversità, inquinamento delle acque, il sovraffollamento nelle città e la fame. Hanno inoltre avvertito che questi prodotti vegetali necessari da parte dei paesi sviluppati per i suoi automovili, sono vitali per il sostentamento fondamentale e la sua sicurezza alimentare dei paesi in via di sviluppo. Un rapporto delle Nazioni Unite ha avvertito che la corsa a produrre quantitativi di biocarburanti (dal mais, canna da zucchero, soia o palma) sta causando più deforestazione, più fame e facendo più poveri alle popolazioni rurali. Le Nazioni Unite non si oppone a impianti di carburante, ma teme che questa fonte di energia si sta sviluppando fuori di controllo e senza limiti di tutte le sue conseguenze. Per Jorge Rulli, ricercatore argentino "I biocarburanti si accentuano e aggravano gli attuali disordini di un modello agricolo che ha causato danni sociali e ambientali, così come la povertà in molti paesi", altrettanto spiega come “monoculture hanno provocato spostamenti massicci di popolazione alle città e la contaminazione dei campi”.

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L'industria agricola impiega a pochi lavoratori, e la disoccupazione rurale alimenta la disoccupazione urbana. Infine Rulli ha detto "trasformaremmo i nostri campi di soia in nuovi campi petroliferi". Nei paesi in cui hanno già cominciato i coltivi per produrre la materia prima per i biocarburanti, si comincia a notare la speculazione della terra; i prezzi sono diventati più costosi e non c’è dove mettere il bestiame, che cominciarono ad occupare le pianure e il ciglio della strada. " Inoltre il

suddetto rapporto delle Nazioni Unite indica anche che i coltivi

energetici (cereali e canna da zucchero per l'etanolo, e oli di soia o di palma, dedicati a biodiesel) possono causare uno squilibrio nella catena alimentare. Il pericolo è che sianno destinati a questo scopo le terre, le acque e altre risorse a scapito delle merci. La scarsità e l'aumento dei prezzi potrebbe aggravare le condizioni dei poveri. In Messico, l'aumento dei prezzi delle tortillas di mais (l'alimento base della dieta messicana) a causa della deviazione di grano per la produzione di etanolo degli Stati Uniti ha suscitato grande inquietudine. In Brasile, l'espansione della canna da zucchero per produrre etanolo ha trovato una resistenza inaspettata da parte del governo locale di Rio Verde (città prospera nello stato centrale di Goiás) e le imprese agricole, che hanno deciso di imporre al coltivo di canna da zucchero un limite del 10% dei terreni agricoli del comune. Ciò rappresenta 50.000 ettari, otto volte l'area già occupata dalla canna di zucchero nel comune, per la fornitura di una vecchia distilleria di alcool o etanolo. Per loro questo monocoltivo di canna è "uno tsunami verde che spezza la catena produttiva agro-alimentare" e "provoca tragedie sociali" e ambientali, se non sono controllati. Inoltre, l'Unione europea, non molto indietro e ha intenzione diimportare grandi quantità di materie prime (palma, soia) provenienti da foreste tropicali, paludi e altri ecosistemi, e denunciare i gruppi ambientali europee. Per loro "I biocarburanti sono una minaccia per le foreste", e mettere in guardia dei pericoli che incombono sul Ecuador, Colombia e Brasile. In Indonesia prevede di sviluppare i biocarburanti (legata alla politica europea) di prevedere moltiplicando per 43 la produzione di olio di palma, che ha distrutto 20 milioni di ettari di foresta tropicale, secondo Veterinari Senza Frontiere. Da questo spazio, dalle notizie di Channel Azul 24 e da Azul ambientalistas; proponiamo che la soluzione inizia con l'educazione ambientale, l`unica uscita per

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prendere coscienza e fare del risparmio energetico una proposta di vita. C'è accordo sul fatto che con i biocarburanti ci sono due pericoli eminente. Oltre alle conseguenze negative sulla produzione alimentare nel mondo e l'impatto sugli ecosistemi si stanno creando false aspettative e false speranze tecnologiche. Il pericolo è che si abbassi la guardia sul risparmio energetico e consumo responsabile, che sono le soluzioni chiave di cui abbiamo bisogno per mitigare il cambiamento climatico e avvicinarci ad un società più giusta, più armoniosa con l'ambiente.

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13 Il mistero delle due madri La vita dell'umanità è governata da due grandi misteri, il mistero delle due madri. Noi non siamo nati da una sola madre, ma da due madri, la madre biologica e la madre Terra. Questa grande umanità si potrebbe aver chiesto mai seriamente. Da dove veniamo? Come abbiamo ottenuto il dono della vita? È la nostra esistenza chi l’ha reso possibile? Tutto, per la grazia di questi due grandi misteri. Siamo nati dal grembo di una donna, che è la nostra madre biologica e siamo usciti dalla pelle della Madre Terra. Come facilmente perdiamo il confine del amore e il rispetto nel rapporto quotidiano con le nostre madri. Nostra madre biologica, è una persona così vicina, a volte ci sembra, una sorella o un amica, una zia. O semplicemente assumiamo, per scontato, che è una persona incondizionale ed è lì per aiutarci e punto. Abbiamo avuto il lusso, molte volte, di confrontarla, irrespetarla o investirla. Incomprensioni e abusi, è ciò che ha ricevuto da noi il corpo che ci ha dato la vita. Lei, che è l'origine di tutto e senza la sua esistenza, nulla fosse accaduto. Nella misura in cui siamo diventati indipendenti, noi progressivamente la togliamo dalle nostre vite. L'abbiamo condannata con la nostra indifferenza. Perché ora abbiamo "nuove responsabilità" o perché doviamo vivere "la nostra vita". Come facilmente ci dimentichiamo

di quella parte di noi che tanto

dipendeva dalla sua protezione. Questa è la legge della vita? E, in caso affermativo, chi ha scritto questa legge? Lo stesso accade con la Madre Terra. La madre delle nostre madri. È il corpo dove appare e si sviluppa la nostra esistenza. È il tutto dall'inizio alla fine. Lí siamo nati

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e lí torneremo alla fine del ciclo. Mai ci stacchiamo di essa, anche se la ovviamo, li facciamo del male, e la contaminiamo. In quale momento è successo, non lo sappiamo, ma la grande massa di questa umanità indifferente non conosce la sua esistenza. Parlare della Terra, si tratta di una semplice materia scolastica. Chi prega alla Madre Terra? Avranno le madri alcun minuto ogni giorno nei nostri pensieri? Pensare a questi due misteri, è un punto di partenza, per smettere di essere una umanità così banale, egoista e ingrata. Che cosa siamo diventati? Dobbiamo riprendere o scoprire –per molti–, il vero significato di essere in grado di amare e venerare le nostre madri. È incontrarci con il più puro sentimento, in grado di darci la saggezza per amare il resto dell'umanità e di tutte le specie sorelle che hanno gli stessi diritti per essere nati dalla stessa madre terra.

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Un mondo migliore

14 “Da qualche parte nei meandri dell'universo scintillante, disperso in innumerevoli sistemi solari, c'era una volta un astro in cui animali intelligenti inventarono la conoscenza. Fu il minuto più arrogante e mendace della "Storia Universale": ma, dopo tutto, soltanto fu un minuto. Dopo brevi respiri della natura, il astro diventò rigido e gli animali intelligenti dovettero perire”. F. Nietzsche, Sobre verdad y mentira en sentido extramoral

Una parte della nostra vita transita tra sogni, desideri e utopie. Un'altra si consuma in avere presente. Anche, se qualcosa dentro di noi, cerca di lasciare un'eredità come una testimonianza della nostra presenza nel mondo dei vivi. Per alcuni, lasciare discendenti, qualche foto, uno scritto o benessere materiale, la missione è compiuta. Per altri, il senso dell'esistenza e di trascendere come esseri viventi su questo pianeta, passa attraverso nel fare contributi sinceri per migliorare il mondo in cui viviamo e creare basi che ci permetterà di muoverci verso un futuro migliore per il nostro mondo e il resto della specie . E 'possibile creare un mondo migliore partendo dal presente? Un mondo migliore è una costruzione dinamica e permanente che come generazione, anche quando ci disperda una cultura della fretta, la amministrazione di un presente che assorbe gran parte delle nostre energie, è il grande impegno per la continuità della vita, che non doviamo ignorare o dimenticare.

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Contribuire a cambiare le cose a favore, non è compito esclusivo di scienziati, insegnanti, filosofi, poeti e uomini di stato. Tu dalla tua modesta trincea di vita, puoi fare la tua parte. Difendere l'ambiente, proteggere la loro specie, piantare alberi, frenare l’iper consumo, impartire educazione ambientale, tra l'altro, è un modo di mettersi a lavorare per fare che un mondo migliore accada. Qualcosa che possiamo fare d'ora in poi, sarĂ la vera impronta. Alla fine del ciclo, di questo meraviglioso pellegrinaggio attraverso la Terra, diremo quando in retrospettiva ci domanderemo: Cosa abbiamo fatto per rendere questo mondo migliore? Spero che tu, caro lettore, insieme a molti altri possiate dire che avete contribuito a migliorare il nostro unico mondo. En

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15 Chi vive, chi muore, Ave Cesare! La ragione di tutto ambientalista o pensatore umanista del secolo XXI, è difendere il diritto al godimento del dono della vita, di tutte le specie che abitano il pianeta. E come il primo obiettivo di vita sarà quello di sfidare essa

razza

centrismo

del

genere

umano, che ha auspicato il diritto di decidere chi vive e chi muore in questo mondo, al miglior stilo dei più sanguinari e crudeli imperatori romani. Tra di noi, abbiamo inventato credenze, fatto assunzioni di buoni stili di vita e da lì, puniamo o applichiamo la pena di morte. In Medio Oriente, ad esempio, se una donna guarda la TV da sola, o ha un partner senza matrimonio o semplicemente decide di avere rapporti sessuali, ciò implica pene che vanno da 100 frustate o morte per lapidazione in qualsiasi strada in queste popolazioni. A nome di alcune presunte regole "superiori" di convivenza, scritte secoli fa, troncano vite. Allo stesso modo con la morte si punisce a coloro che sono coinvolti in proteste o definiti come dissidenti. Inoltre ammazziamo a quelli che hanno una religione diversa, quello è stato l'argomento per "giustificare" il genocidio dei popoli della ex Jugoslavia, per citarne un caso. La parola scritta in un libro, risalente ad una concezione del mondo abbastanza obsoleta della realtà di oggi, ha il potere di obbligarci, o lo si usa per ridurci. Oppure, se politicamente, in regimi non democratici, non si dimostra assoluta lealtà. Esecuzioni extra sommarie, è comune, quando si detiene il potere per mezzo della forza o di autorità concepita da presupposti lignaggi dati dalla grazia divina. Re,

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principi, imperatori, presidenti o generali vitalizi, con un semplice sussurro ad uno dei suoi assistenti, decide la vita di chi disturba. Ci sono regioni in Africa, dove il costo di un proiettile è superiore alla vita di una persona. L'unione letale di polvere da sparo con il piombo, ha ucciso più persone di quante la somma di tutte le morti per le catastrofi ed epidemie in Africa. E le mutilazioni fatte con il machete in mano, un anno qualsiasi del passato decennio, supera tutte le teste che rotolavano lungo la Rivoluzione francese. Ovviamente le altre specie dovrebbero tremare davanti alla nostra presenza. Centinaia di elefanti muoiono, per estrarre i suoi canini, e migliaia di altre specie per il turismo di caccia. In alcuni paesi in Asia, le morte extra sommarie per il dissenso politico, supera, sopraffanno le morte accadute nell'occupazione di Iran, solo che si nascondono, il controllo dei media, lo silenzia. Viene conservato così, il godimento di pochi amazzando a molti. Mentre per le altre specie, decine di migliaia di delfini all'anno vengono catturati per trasformarli in sushi. Subiscono lo stesso destino migliaia di squali, dove l'interesse principale è quello di tagliarli la sua pinna dorsale per fare la "famosa" zuppa di pinne di squalo. Negli ultimi 20 anni, nell'Oceano Pacifico la popolazione di balena è stata ridotta al 20%. Allo stesso modo e senza rimorsi, alcune città costiere del Pacifico, utilizzano per esche da pesca, cani vivi attraversati tra le sue fauci da due ganci. Nel Nord dell'Europa, nei Paesi Bassi, vengono uccisi centinaia di una varietà di delfini, in un evento di carattere pubblico, per continuare una tradizione e dimostrare virilità tra i giovani. Globalmente tale attività è denominata "marea rossa". Allo stesso modo, gli europei hanno iper cacciato il tonno rosso, lasciandolo nella lista delle specie in estinzione. Inoltre, senza parole, l'accordo stipulato tra Canada e Cina per esportare grasso di foca. Il massacro di questi animali indifesi, lontano da fermarsi, ora l'interesse per il loro grasso compromette la sua esistenza, eliminando a sua volta, uno dei nutrienti chiave nella catena alimentare degli orsi polari. In Occidente alleviamo per il nostro consumo: mucche, cavalli, maiali e asini. In India, fortunatamente per la specie, sono venerate. 63


In Nord America, la caccia di frodo, ridotte le popolazioni di bufali e di puma a piccole fattorie e giardini zoologici, rispettivamente. In America Centrale, sempre di più si riduce la popolazione delle tartarughe marine, a causa di spiagge utilizzate da questa specie per la deposizione delle loro uova, queste spiagge vengono intervenute da una folla incontrolla, che cercano le uova per scopi commerciali. A proposito degli animali adottati come animali da compagnia, la loro aspettativa di vita dipende da chi li proteggono. Qui l'impunità assoluta quando si tratta di decidere se vivere o morire. E per quanto riguarda il resto della fauna, la super popolata razza umana sembra di avere la vile missione nel futuro, di finirla, senza eccezione. Gli uccidiamo direttamente, interveniamo il loro habitat, lasciandoli senza cibo, condannandoli così a morire dovuto all'inanizione. Ci uccidiamo e ammazziamo a l’altre specie guidati da sentimenti ignobili. L'avarizia, l'avidità, il profitto, l'arroganza, l'odio, la vendetta, la gelosia, la paura di essere sfollati, il piacere e la curiosità di vedere o sentire all’altro essendo accantonato muro, terrorizzato o in agonia. Gli esseri umani, ci auto caratterizziamo come gli esseri più intelligenti e superiori del pianeta. Ma veniamo meno, nei nostri elogi, che ci mancò, auto coronarci anche, come i più crudele e sanguinari della terra. Qui sicuramente nessuna specie ci avrebbe vinto!!!

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Chi sei tu?

16 Chi sei tu, per farti attribuire il diritto

di

offendere

la

natura?

L'oltraggi, saccheggi e umili. Per infangare la vita di tutte le specie. E decidere chi vive e chi muore. Chi ti ha dato questo potere? Cosa sei, una divinità o un dio, che ancora non lo so? Perché il resto delle specie devono appredere la tua lingua, adattarsi alle tue leggi, contratti, tribunali, leggere i tuoi annunci? Sei il proprietario del l'aria che respiriamo? È la tua aria? Non ti importa rarefarlo, riempirlo di tossici, renderlo mortale. Chi ti ha detto quella mensogna che l'acqua fresca è solo tua? Quante migliaia di specie ancora dovranno morire di sete, perché non possono accavallare i tuoi recinti, accedere ai serbatoi? Chi ti ha detto, che i fiumi, mari e oceani devono essere utilizzati come discarica? Gli alberi sul pianeta sono anche della tua proprietà? Chi ti dà il diritto di disboscare l'Amazzonia o le foreste boreali. Non puoi

vivere senza leggere i

giornali o usare la carta per fermare il taglio di 4.000 milioni di alberi che l'industria consuma ogni anno? Chi ti ha dato l'impunità di uccidere milioni di specie marine, quando fai esperimenti nucleari negli oceani? Gli hai avvertiti precedentemente, a tutti questi esseri viventi, che volevi esercitare la tua supremazia? Perché ti danno fastidio i puma, giaguari, lupi e coccodrilli? Che gli ammazzi solo per il piacere della caccia. Ti piace così tanto l'avorio, che sei in grado di uccidere più di 70.000 elefanti l'anno per le loro zanne, per la solo banalità di avere a casa alcuni piccoli pezzi di decorazione? Ti impazziscono le morbide pelli dell’iontre, orsi, castori, foche, leopardi, visoni, martore, ermellini, volpi e cincillà che non ti

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preoccupano la vita di oltre 15 milioni di questi animali che muoiono ogni anno? Credi davvero di avere bisogno di esse afrodisiaco, per giustificare lo sterminio di quasi tutta la popolazione di rinoceronti e così estrarre dal suo corno la polvere che ti darebbe il vigore sessuale? E che cosa non va con la tua bocca? Sarà che ti viene l'acquolina in bocca, a mangiare i 20.000 delfini che all'anno peschi e torturi per poi prepararli come sushi? O uno dei tuo più grande piaceri è ungerti di creme abbellenti per le rughe, fatte con le quasi 2.000 balene che cacci nello stesso periodo? Di quante vite ancora ne hai bisogno in modo che tu possa vivere? Tu sei quello che dicono le tue azioni. Il tuo arrogante, creduto e imperiale modo di vivere, non è autosufficiente, tormentando il proprio genere, è necessario anche, decimare o finire con le altre specie. Coraggiosa razza umana, che senza alcun orgoglio io, anche, rappresento.

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17 Meglio promuovere che vietare Un percorso importante ha avuto l'evoluzione ambientalista

del

pensiero

contemporanea

nel

mondo. Ăˆ passato da essere una delle espressioni del movimento hippie degli anni '60 e '70, ad una riflessione trasversale nel lavoro dei cittadini e la gestione e lo sviluppo delle politiche

pubbliche.

Il

pensiero

ambientale ha smesso di essere un brevetto esclusivo di alcuni guru, istituzioni o organizzazioni. Tuttavia, la sensibilità ambientale non ha ancora raggiunto tutti gli angoli. Questo è il grande compito da svolgere, con una prospettiva positiva e proattiva perchÊ gli ambientalisti non siamo neanche i nuove profeti del disastro. Dobbiamo vederci e assumeci come parte dei creatori del mondo in cui viviamo. Cosa fare per adempiere questo mandato di vita? Miglior promuovere che vietare. Dobbiamo assumere la guida partendo dalla conoscenza ma sempre con proposte promettenti e creative, per essere promotori di cambiamento di atteggiamento, con soluzioni, presentando alternative valide e reali. Dobbiamo ora, con la nostra dedizione e impegno assumere il ruolo di moderni missionari nella ricerca permanente di altre persone per la difesa e l'armonia con il mondo naturale. Continuiamo ad essere persone di pace e di amore, ma anche promotori di mondo migliore per tutti (umani e non umani).

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18 Ecologia della testimonianza La Ecologia della testimonianza è un modo per proteggere nella memoria collettiva, sia stampata, fotografica, cinematografica, di quanta ricchezza naturale,

–alberi,

animali,

fiumi–

avevamo ma da questa testimonianza, da questi testimoni passivi, potremmo tornare ad avere, di tornare alla vita, creando le condizioni per questo, perché

abbiamo

almeno

la

registrazione risolta scientificamente. Qualcosa di simile a l'idea di Jurassic Park, ma con il vantaggio di essere nella stessa epoca, il Quaternario, quindi non si trattata, di un salto indietro nella storia naturale, ma di una continuità in cui solo è necessario un ingrediente affermativo: la volontà per salvare il pianeta. Per quanto riguarda Venezuela si hanno salvaguardato le zone della ecologia della testimonianza, con abbondanti informazioni scientifiche registrate, vale la pena alcuni di questi esempi, anche se vi è di più: El manual de plantas usuales de Venezuela de Henry Pittier, Fauna descriptiva de Venezuela (Vertebrados) de Eduardo Rohl, Flora tropical ornamental de Jesús Hoyo, Flora de los páramos de Venezuela de Volkmar Vareschi, Árboles ornamentales de Caracas de Leandro Aristeguieta, Enumeración sistemática de las especies de moluscos hallados hasta ahora en los alrededores de Caracas y demás partes de la República de Adolfo Ernst, Guía de aves de Venezuela de William Phelps, Aves Venezolanas de Katherine Phoeb, Colibríes de Caracas de Ralph Dessau, Peces de los llanos de Venezuela de Antonio Machado Alison, Peces marinos de Venezuela de F. Cervigon.

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Invito ai lettori a informarci (azulambientalistas@gmail.com) di testimonianze, ecologiche totalizzante, stampate o filmiche dei loro rispettivi paesi o regioni, perchĂŠ la somma di questa conoscenza sarebbe una sorta di confine immaginario o il limite oltre il quale verrebbe intrapresa con giuste e scientifiche ragioni la ricostruzione della natura persa, della vita sul pianeta.

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19 L'amore per le mascotte Dedicato ai cani di Gricelda infinitamente grato per amare gli animali domestici. Ad Argos, cane di Lord Byron. Chi sviluppa l'amore per le mascotte, ha scoperto uno dei sentimenti più puri associati con le emozioni, i sentimenti e gli affetti. É adottare ad un

altro

essere

e

adattarsi

a

convivere con una specie diversa da quella umana. Connessioni senza linguaggio

ed

intuitiva.

Sono

sentimenti eterni che ci professano, incondizionali e assoluti. Dal punto di vista umano, sono i bambini che non crescono mai, dal punto di vista delle mascotte, forse, noi siamo eterni amici per giocare e accompagnarci, come i “giocattoli” del film “Toy Story”, regia di John Lasseter. Essi –le mascotte– non conoscono né passato né futuro, solo vivono e godono il presente con coloro che li forniscono protezione. Presente, dove l'emozione principale è aspettarci, incontrarci, trovare il nostro sguardo e secondi di attenzione. L'attesa può essere ore o decenni, ma sempre ci aspettano. E se non arriviamo mai, mantengono il dolore della mancanza e la speranza di incontrarci di nuovo, fino all'ultimo giorno della loro esistenza. Nell'Iliade, Argos il cane di Ulisse, lo riconobbe dopo 20 anni, e nell'emozione muore di cuore. La favola diventa realtà quando noi conosciamo la storia di Hachiko, cane giapponese di Odate, che spero ogni sera per dieci anni presso l'ingresso della stazione ferroviaria di Shibuya, al suo padrone morto, fino a quando venne la sua morte.

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Egilda Parra, ricercatrice sulle "Credenze delle non Scienze", afferma che in alcune culture si ritiene che gli esseri umani quando muoiono, chi li riceve, in quell’altra tappa della vita, sono gli animali che avevano e che hanno compiuto il loro ciclo di vita sotto la protezione di queste persone, e lo fanno in ringraziamento al tempo dedicato, e si incontreranno per darvi il benvenuto. Il simbolismo di quello che significano le mascotte, in molte latitudini, non è gratuito. Gran parte della storia dell'umanità ne rende conto. Oggi, ci sono persone in Asia, che quando alle mascotte muoiono i loro proprietari, sacrificano agli animali per risparmiarli il dolore della mancanza. Per fortuna in Occidente, tali pratiche non esistono, ma quello che è certo è che molti di questi poveri animali sono completamente senza protezione in assenza dei suoi protettori. Le mascotte, tra le sue bontà e vantaggi, e che essi si integrano facilmente nella famiglia o se adattano alla solitudine dei loro padroni. Stimolano il sentimento di amicizia, fiducia e sicurezza. La particolare interazione con loro, ci distoglie ed elimina lo stress. Questi singolari animali hanno poca comprensione delle delusioni, depressioni o la nostra visione del cosmo, ma sentono o percepiscono ciò che accade. La loro intuizione dà loro la capacità di individuare il pericolo e l’allarme. E se di grandi pericoli dobbiamo fare riferimento, con le mascotte ci sbarazziamo di essere vittime di istinti umani in genere come l'invidia, l'orgoglio, la vendetta, la crudeltà, l'odio, tra molti altri. Ragione aveva il poeta inglese Lord Byron nel condannare: "Più conosco gli uomini, più amo il mio cane". Se non avete avuto ancora la possibilità di scoprire il mondo degli animali domestici, delle mascotte, è il momento. Dagli alla tua vita questo privilegio.

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20 Le città in bianco e nero Cammino per le strade e viali della mia città e mi rendo conto che il colore predominante è il nero o il bianco. Viviamo in città che a poco a poco hanno perso il colore. Anche se ci sono sfumature di grigio o marrone, il pezzo forte rimane il nero o il bianco. Presumo che questa scoperta sottile fa parte del mio ingresso

alla

vecchiaia,

perché

comincio a vedere le cose da un altro punto di vista. Quando si è molto immerso in questi mondi interiori, in questa cultura dalla fretta, non c'è tempo per dettagliare i colori particolari o sfumature. Da

bambino, le tonalità verdi prodotti di tanti

alberi vicino a casa mia, mi

impressionavano, mi facevano sognare ad occhi aperti. Ora, questi stessi spazi dove giocavo e consumivo le ore più felici della mia vita, no esitono più. Hanno asfaltato e fatto parcheggi, costruito edifici, case o centri commerciali, in fine, questi “luoghi incantati” sono conservati solo nella mia mente. Essere immersi in un’esperienza urbana non significa necessariamente castrare l’opportunità di condividere con il mondo naturale. Le nostre città hanno da tempo perso questo senso, ci allontaniamo dalla armonia con l’ambiente e privilegiamo di vivere nelle nuove “caverne” realizzata di cemento, blocchi e calcestruzzo. Il godimento e la contemplazione di foreste o aree verdi all’interno o al di fuori della città, non esistono più o sono sempre meno. Abbiamo bisogno di avvicinarci di nuovo a quella natura che è anche il rifugio per le altre specie, la casa di tutti in modo da poter goderla, valorizzarla, proteggerla e

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difenderla. Andiamo a cercare quei colori che oggi sono assenti. Non piÚ città in bianco e nero che ci circondano, che ci intrappolano e ci riempino di vuoto, di solitudine e di isolamento. Che finisca quel destino di nascere e vivere senza i colori della vita. Ritornare alla natura, è il primo principio. La Natura con i suoi colori che ancora ci aspetta.

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21 L'eredità generazionale Ho

50

anni

e

ho

una

figlia

adolescente. La possibilità che i miei nipoti raggiungano almeno la mia età è ancora incerto. Anche quando entrambe le famiglie, materna e paterna

è

ricorrente

avere

una

famiglia ottuagenaria e centenaria. Ma al di là della nostra genetica della longevità, l'ambiente sarà il fattore determinante. Da

continuare

il

percorso

che

portiamo, la qualità della vita di mia figlia sarà compromessa, ma quella dei miei nipoti sarà incerta. Entro 50 anni, gli scienziati stimano che il mondo aumenterà la sua temperatura di 4° C in più, portando come conseguenza la scomparsa del ghiaccio del Artico, così come gli orsi polari e pinguini. Il livello del mare si alzerà e si sommergeranno città come New York, Boston, Miami, Los Angeles, San Francisco, Vancouver, Buenos Aires, Sao Paulo, Rio de Janeiro, Recife, Dhaka, Città del Capo, Cairo, Dubai, Mumbai, Singapore, Bangladesh, le Filippine, Shanghai, Sydney, Perth, Auckland, Hong Kong, città giapponesi, Vladivostok, Amsterdam, Londra, Dublino, Bilbao, San Sebastian, Santander, Ferrol, la Coruña, Rias Baixas, tra le altre città che sono a piedi di costa. Altrettanto si stimano innumerevoli mega terremoti durante questo periodo. Questa geografia incontrollata impattarebbe direttamente ai più importanti acquifere di acqua dolce che attualmente conosciamo. I cambiamenti climatici pregiudicarebbe anche la maggior parte delle specie marine, riducendo drasticamente o scomparendo la specie. Inoltre, causarebbe la scomparsa della foresta amazzonica, che parallelamente il tasso di deforestazione e la combustione sta facendo, le prolungate siccità, portando la morte della vegetazione. Allo stesso modo influenzano sul resto delle “humedales” e foreste minori. Molte delle specie 74


che conosciamo oggi, si vedranno solo in archivi fotografici e videografici. Come conseguenza dalla perdita irreversibile della biodiversità a livello mondiale. Attualmente, secondo la Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), circa due milioni di persone muoiono ogni anno a causa delle conseguenze di inquinamento atmosferico che provoca problemi respiratori e cardiaci, infezioni polmonari e cancro. In 50 anni, si stima che alte concentrazioni di CO2, come altri gas nell'atmosfera avrà un effetto esponenziale, facendo di

questo tipo di

inquinamento la principale causa di decessi nel mondo, si stimano circa 100 milioni di morti all'anno. Sulla questione alimentare, questo sarebbe influenzato dalla crescita della popolazione mondiale. Entro il 2012, la popolazione mondiale è stimata a 7.000 milioni, fra 50 anni la popolazione potrebbe aumentare di 2 miliardi di persone in più, cioè, saremo in 9 miliardi di persone. A quel punto dovremo produrre più cibo con meno spazio di quello che abbiamo oggi per la coltivazione. Cosa fare? Sembra che si tratti di pura finzione? o continuaremo ad invecchiare dietro a questa realtà? È l’egoismo personale che sicuramente governa la nostra vita e non ci permettono di costruire una eredità per le nostre future generazione? La partecipazione dei cittadini nella difesa della natura è in porta. Unisciti a noi oggi nell’azione in materia ambientale, bisogna dare tutto per i nostri figli, i nostri nipoti e le generazioni future. Camminiamo insieme in questa crociata per la vita.

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22 Non ci sarà un’altro giorno Oggi non si è fatto giorno, così come da tempo non si fa giorno per nessuno. Nel 2010, le parti per milione (ppm) di CO2, secondo gli scienziati le ppm sono salite in 395, ovvero 45 ppm in più dello standar per

garantire

sopravvivenza

la

come

nostra

specie.

Gli

scienziati dicono che il limite di sicurezza per l'umanità è di 350 ppm di CO2 nell'atmosfera. Le Nazioni Unite lo stesso anno cerco di limitare il livello di CO2 a 450 ppm, ma i loro sforzi non sono stati ascoltati. Tutto questo, a causa di bruciare combustibili fossili sopra la soglia dello standar. L'anidride carbonica è la causa principale dell’effetto serra nell'atmosfera, avendo come conseguenza il riscaldamento globale, che accelera lo scioglimento dei ghiacciai, aumento della siccità continenti, il consumo delle foreste, facendo finire specie e gli ecosistemi. In quegli anni arrivare ai 350 ppm significava trasformare il mondo. Significava anche costruire pannelli solari al posto di centrali a carbone, piantare alberi invece di tagliare le foreste tropicali, aumentare l'efficienza e diminuire i nostri consumi eccessivi, il riciclo del 99%, tra tante altre cose. Perciò tornare a 350 nuovamente significava proporre

migliaia di

soluzioni diverse. A llora

mancò il valore

collettivo, l'azione dei cittadini a difendere l'ambiente. Quello che è vero, che 50 anni dopo, il CO2 ci togliò le albe, i 5000 ppm che abbiamo ora, ci lasciano senza visibilità e senza ossigeno. Oggi viviamo in città sotterranee con atmosfere artificiali controllate. Quello che era iniziato come città Moll come La Villa sotterranee di Montreal che ha iniziato con 32 chilometri di gallerie collegando a 41 lotti (circa 12 chilometri

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quadrati), PATH a Toronto, con 371.600 metri quadrati e 27 chilometri di passaggi, Chikigais in Giappone con 81.765 metri quadrati, Forum des Halles a Parigi, con 300 chilometri di passaggi e il Palazzo Comunale in Australia con 4 chilometri quadrati, sono

diventate i portali delle città emergente che abbiamo dovuto

costruire per sopravvivere, all'atmosfera già insostenibile che copriva i continenti. Ma non tutti abbiamo avuto spazio in quelle città, più della metà della popolazione umana scomparse, a conseguenza dalla mancanza di ossigeno. E quelli che ancora rimaniamo in vita, soffriamo le nuove malattie prodotte della mancanza dei raggi solare e grazie a

respirare l'ossigeno riciclato. La nostra aspettativa di vita si è

ridotta a 30 anni, così si è accordato di dare almeno 3 decenni di possibilità di vivere a ciascuno degli abitanti di queste città. Ogni persona quando arriva ai 30 anni deve scrivere il suo epitaffio o il pensiero finale. Questo è il nostro: Per me non c'era l’alba nè il giorno, nessun colore, ho vissuto in grigio e così morirò. Non ho eredità per le generazioni future. Quella fu la mia eredità.

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23 Il buon povero e la classe media1 La

povertà

e

alimentare

la

sono

produzione per

gli

ambientalisti, un punto cruciale di attenzione,

perché

comportamento

definisce

dell'umanità

il nei

prossimi decenni e il suo impatto sul resto della specie. Una povertà irrazionale

senza

alimentare,

sarebbe

produzione come

una

nuvola di insetti cavallette su una coltura di mais. Quando si parla di povertà, e che cosa significa nel nostro continente, possiamo dedurre che l'ultima cosa che desidera la maggior parte dei popolo latinoamericano, è quello di essere poveri. Tuttavia, le politiche dei governi così chiamati di "solidarietà" o solidale, sono dirette verso il consolidamento della povertà. Continuano nella convinzione che i poveri, vogliono rimanere poveri o piuttosto “poveri confortevoli”. L'intelligenza politica di questi governi non hanno preso la briga di scoprire quali sono le reali aspettative di coloro che oggi si difiniscono come poveri. Essa si basa su ipotesi, modelli o visioni del mondo completamente obsolete. La realtà "vera" è che tutti aspirano ad essere di classe media. E la globalizzazione si è incaricata di far vedere i suoi diversi vantaggi. La classe media stessa, ha come la sua massima

1

Concetti per capire questo articolo::

Povertà confortevole: quando le persone che non lavorano o non hanno determinata professione, sono estremamente soddisfatti con le cose che ricevono dal governo. È una povertà generazionale, perché i loro figli si sentono che sono nella povertà media, ma in modo transitorio.

Povertà media: Coloro che aspirano ad essere classe media. Classe media: Segmento della popolazione, che lottano per mantenere il loro standard di vita medio.

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aspirazione, di essere una solida classe media. Oggi il desiderio di essere ricchi, non è ciò che muove o commuove la volontà delle persone. Così troviamo una miriade di strategie e di sforzi del governo, come i programmi sociali, missioni educative, mediche, case di alimentazione, case di interesse sociale, tra gli altri. Tutto sotto un unico obiettivo, rafforzare la povertà e la lealtà al non cambio. Il riferimento politico, è stato quello di seguire ai governi che hanno lottato e controllato alla povertà per forza. Riflessione obbligatoria: in America Latina, siamo diventati esperti nel fare offerte per i poveri, incoraggiandoli ad essere credenti fedeli della sua condizione storica, con lo scopo di essere bravi poveri, e ora hanno cominciato a scoprire, che l'offerta è sempre meno lusinghiera. L'altro capitale politico comincia a svanire e si continua a pensare che il collettivo ciò che desidera è quello di essere classe media. La visione ideologica, è ancora imposta e non permette considerare che con la stessa dedizione che si ha studiato "ai re della povertà" possono essere riviste, le nazioni che hanno sviluppato strategie sociali ed economiche per avere classe media. Esempi, molti: in America, ci sono paesi senza dubbio, che hanno lavorato per avere una forte classe media. La sua struttura di governo, è progettata per sviluppare e mantenere la loro classe media. Altrettanto, questi governi forniscono opportunità, programmi e anche le missioni al fine di rinforzarlì. E non è proprio "l'impero". Sicuramente i sostenitori della povertà estrema direbbero, che come può avere classe media se ci sono ancora i poveri, e che fino a non finire con i poveri, non vi è alcuna prospettiva di una classe media. Cioè, il dialogo/“trabalengua” di non finere mai. Le attuali strategie, continuano a mantenere la povertà confortevole, cioè una porzione di poveri che ogni giorno è minore. Inoltre, ad essere una generazione di poveri confortevole senza continuità generazionale. La maggior parte delle aspettative c’è l’ha la così chiamata povertà media, che non accetta lo status di povertà confortevole e aspira ad essere classe media.

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Negli ultimi anni, i governi solidale hanno raggiunto la vetta di accettazione tra i poveri, ma misteriosamente ha cominciato a declinare un pò tale approvazione. Nel più interno, si è trasferito un connettore invisibile emozionale, guidato dai poveri medio che aspirano altre soluzioni, le opportunità diverse all’attuale offerta. La classe media deve essere intesa come una tendenza globale di organizzazione dei cittadini, così come sono le proteste o conflitti che oggi sono in crescita per questioni ambientali. Che tra l'altro, chi li lideriza è la stessa classe media. Questa classe media ha dimostrato la forza, la resistenza e la coerenza davanti ai trasgressori del loro spazio. Marx, al tempo, ha dato grandezza alla classe media, ha detto che dovuto ad essa la Storia ha avuto un balzo in avanti, passando di colpo dal oscurantismo e la gerarchia del sangue al pensiero moderno e universale; tuttavia, non ha scommesso per la loro sopravvivenza. Questa classe media, timida e discreta, ha sopravvissuto al convulso XX secolo e oggi rinnovata, aggiornata, è il grande riferimento sociale. Se la classe media è stata in grado di saltare l'arretratezza medievale in questo senzo specifico, perche ora, che è il punto di riferimento più importante, non può detronizzare la povertà come stile di vita? Perché continuare ancora ad essere poveri, se abbiamo tutto per essere classe media? L'uscita è una sola: Primo: non escludere questa ipotesi. Secondo: O si apre il dibattito, per accettare di lavorare in parallelo con strategie che abbiano lo scopo di sviluppare la classe media o ci prepariamo ad essere spostati da coloro che interpretano la vera aspirazione del “povero confortevole”.

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24 C'è bisogno dei poveri, più sono e meglio è! Immaginatevi un paese o una città o uno stato senza poveri. Non è possibile.

Più che un sogno per i

politici ed imprenditori sarebbe un vero

incubo.

La

povertà,

gli

conviene a tutti. A tutti coloro che ne hanno bisogno come un modo per rimanere in politica usando la massa lavorale

per

fare

ricchezza.

La

povertà è buona per gli imperialisti e anti-imperialista, “pitiyankees” o anti-yankees. E se è povertà estrema è meglio. I guadagni sono di più. La povertà è docile, malleabile, manipolabile, sensibile, emozionale, confortevole, ingenua e molto buona, per essere trasportata da speranze terrestre e extraterrestre. La povertà è uno stile di vita. Più che fisica, la povertà è mentale, è una credenza collettiva, dove tutti sono apparentemente disabili, incapaci di avvalerci dei suoi propri mezzi, di avanzare nella vita o progredire. Si percepice come uno stato sonnolento della mente, che fa muovere il corpo quasi istintivamente. Per non dire, primitivamente. La povertà inoltre, cresce,

si

riproduce in solitudine o indotta. Ma sia qualsiasi delle sue forme, è sempre utile. Chi ha per se un pezzo di povertà controllata, ha un cammino sicuro verso il successo. Qui se compie il proverbio: dimmi quanta povertà controlli e vi dirò quanto è la vostra ricchezza. Contra la povertà, tutti noi lottiamo, tutti noi vogliamo salvare i poveri. Moriamo e viviamo per aiutare i poveri. Chi non ama i poveri? Ma tanta preocupazione perché? Semplice: Gestire, manipolare la povertà è uno dei migliori affari del mondo. È la grande industria. È avere soggetti, servi a buon mercato, eserciti di zombie privati, seguaci eterni, incondizionali sotto la promessa 81


che la povertà scomparirà un giorno, a condizione che siano guidati dal suo padrone, leader, pastore, capo, genitore, o come si faciano chiamare i proprietari di quella povertà in particolare. Quello che non sanno i poveri, è che gli ultimi interessati nel porre fine alla povertà sono gli stessi che promettono di combatterla. La povertà è come la storia del "cocco". Ecco che arriva il cocco, andiamo tutti a combattere il "cocco", dice il leader, e sorpresi a tutti con la sua eloquenza, il coraggio e bravura, ma che nessuno amazzi al "cocco", perché senza il "cocco", non ci sarebbe un leader da seguire e finirebbero i benefici. La povertà è una verità che tutti lo sanno ma nessuno lo dice. Lo sanno gli stessi poveri, e

i coproprietari di quelle povertà. Ma si nasconde, si fa finta,

tutti

chiudono un occhio alla povertà, per che scorra senza molti ostacoli, il rapporto perverso tra la povertà e coproprietari. La povertà ha anche dato il suo contributo al linguaggio dell’umanità, a coniare le sue stesse parole e di integrarle al linguaggio quotidiano: “cachifo”, “cachifiando”, poveretto, povero diavolo, "in cobrito", “pelao”, "senza soldi", "morto di fame”. affamati, “piedi in terra", miserabile, “lambuceo”, e tante altre. Con la povertà è nata una nuova scienza: Amministrazione della Povertà, con il suo Master Business Poor proprio, con molto più potenziale e futuro che la consumata Amministrazione di Azianda e il suo Master Business Administration. Infine, abbiamo scoperto che il mondo non è diviso tra ricchi e poveri. Il mondo è diviso tra coproprietari di povertà e la povertà che si avicina al miglior offerente. O meglio, povertà confortevole. Coloro che non siamo allineati a nessuna di queste categorie, siamo solo alcuni poveri disadattati.

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25 Otilia la bambina fra la spazzatura Otilia dai 4 anni, accompagnava a tutti i suoi fratelli e a sua mamma a scavare tra la spazzatura, uscivano dal primo mattino fino al tramonto quando niente era più visibili. Abitavano in una tenda improvvisata fatta di cartone, tabelle di legno e “zinco”, a pochi metri dal recinto già caduto di uno dei lati della discarica principale di spazzatura . Per alimentarsi durante il giorno, “pescavano” i sacchi degli avanzi di cibo che venivano lansciati dai banchi di fast food della città. Decine di bambini facevano lo stesso che i cani e avvoltoi che lì abitavano. In questo ambiente Otilia lasciò la sua infanzia, lì muore all’età di 13 anni di un’infezione che avanzò con il passare del tempo e non fu mai curata. Della città, Otilia, solo ha conosciuto lo scarico principale di spazzatura. In America Latina così come Otilia circa 500 mila bambini lasciano la loro infanzia e adolescenza nelle discariche di spazzatura. Il subcontinente con i suoi 11 mila Comuni ospitano circa 12 mila discariche pubbliche, che sono diventate spazi senza leggi, controllati dai gruppi che commercializzano queste risorse. Nelle discariche comunale lo sfruttamento infantile è più che evidente. I governi locali, non ignorano questa realtà, ma fanno poco o nulla per fermarla. Per loro, è un problema di molti, ma non è la priorità. Incoraggiare il lavoro infantile è uno dei più vile, crudele e codarda azione di coloro che professano il soggiogamento umano. Manipolare presunti sentimenti di affetto, protezione, paternalismo o maternalismo con lo scopo nascosto del

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guadagno: è assolutamente inaccettabile. Per questi schiavisti moderni, la vita umana diventa semplicemente un valore d’uso. Ci sono molte questioni di carattere etico, che territorialmente richiedono risposte urgenti: Può Latinoamerica crescere come subcontinente sapendo che nei suoi 11 mila Comuni si pratica la schiavitù infantile? Dove sono quelle leggi subcontinentale che decisamente fermino a coloro che deliberatamente rubano l’infanzia e l’adolescenza a 500.000 bambini? Se questi castratori di futuro agiscono nel presente impunemente contro coloro che dovrebbero far parte della prossima generazione di leader, che considerazione si può presumere a favore della vita dei non-umano o “humánidos”? Ci sono diverse politiche sociali per proteggere l’infanzia? In una societá solidaria come quella che professiamo possono esistere bambini con futuro vs bambini senza il diritto alla vita? Possiamo ignorare ancora che ci sono migliaia di bambini scavando nella spazzatura, in strada o nelle fogne, lavorando nelle miniere o dedicati a chiedere l’elemosina? È ora che i pachidermi della politica subcontinentale, smettano di agire come uno struzzo e tirino fuori la testa dal piccolo buco dove c’è l’hanno e guardino a suoi fianchi.

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26 I bambini smeraldi di Colombia Circa di 10.000 bambini dai 10 ai 15 anni di età lavorano filtrando con pala e setaccio gli avanzi e rifiuti di rocce e fango provenienti delle miniere di smeraldi nel comune di Muzo, a 90 chilometri a nord di Bogotà, Colombia. Sono pietre di un verde intenso, considerate da gemmologi come quelle della più alta qualità nel mondo. Il lavoro consiste nel trovare piccoli smeraldi o polvere di loro sfuggiti dal filtro della miniera, usando i bambini per tagliare sui tunnel troppo stretti. La vita in questa città gira intorno allo sfruttamento di smeraldi e per questa comunità miniera “ognuno pratica la miniera dove si vuole, senza contare sulla comunità”, “ognuno lavora per conto proprio senza dipendere da altre famiglie o associarsi con loro”. E, naturalmente, sono i genitori stessi che inducono i loro figli, piuttosto minori, al compito di estrarre lo smeraldo. Diventando così, in una delle località del paese con la più alta popolazione analfabeta. Lo stimolo alla scuola semplicemente non esiste. Allo stesso modo, la povertà e sovraffollamento è il denominatore comune in Muzo (media di 10 persone per stanza). Nei casi in cui l'abuso sessuale tra fratelli o genitori ai figli, è all'ordine del giorno. Lo sfruttamento di smeraldi richiede ai bambini un grande sforzo fisico e li sottopone a rischi diversi che mettono in pericolo la loro integrità fisica (visto che sono sottoposti a temperature estreme, gli odori tossici o la presenza di polveri nell'aria, punture di insetti e/o morsi di animali, rumori o vibrazioni permanenti)

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oltre all’impatto psicologico prodotto da questa situazione, il che dimostra una violazione flagrante dei loro diritti umani ad essere bambini. In Colombia, i bambini e le bambine di questa città mineraria, batte il record nelle malattie respiratorie, è la località con il maggior numero di minorenni malati. Poche opportunità esistono per questi bambini. Ci sono quelli che dicono che il loro futuro degli abitanti di Muzo è l’avidità, l'ignoranza, l'impunità, gli interessi e complicità collettiva. Ogni volta che vedremo un orecchino, una collana o un anello di smeraldo, cerchiamo di osservare bene queste pietre, certamente nella sua forma più densa, più intima, scopriremo la forma del viso di uno di questi bambini rimasti senza futuro.

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I bambini gabbiani

27 I pescatori si avvicinano a riva con le loro barche, dopo un affaticato lavoro di routine. Sono come le 2 del mattino. Una sorta di comitato di accoglienza li attende, decine di bambini

e

adolescenti

di

età

compresa tra 6-16 anni. A dire il vero, a chi si aspettano sono ai gamberetti e i piccoli pesci che portano

queste

barche.

Nella

“trance” di rimuovere il carico della barca fino a pesarlo, tutti i pesci e gamberetti che cadono per terra sono loro. Si tratta di una tradizione tra i pescatori che va di generazione in generazione: cioè “il fatto di lasciar prendere quello che cade per terra non va discusso con i bambini”, così come hanno fatto loro quando erano bambini li chiamano i “picoteros”, una similitudine per descrivere l’atto di beccare il carico dei pescatori che fanno i gabbiani. In questo caso, è come quando si rompono le “piñatas” ei bambini si gettano a terra per trovare le caramelle e giocattoli di piccole dimensioni, la differenza che qui i piccoli tesori provengono dal mare. Essi possono raccogliere fino a 2 chili di gamberetti in ogni arrivo delle barche (l’altra carica arriva verso le 5 del mattino), che poi sono rivenduti lì. Puliscono anche le barche di possibili gamberi, pesce o granchi persi. La stragrande maggioranza di questi bambini finiscono per andare a dormire circa le 6 del mattino e si svegliano in fretta verso mezzogiorno per cercare di andare a scuola nel turno pomeridiano, ma la stanchezza stessa li fa crollare e finiscono per ingrossare l’enorme lista di abbandono della scuola di quei villaggi di pescatori.

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Queste condizioni particolari, per la sua propria cultura, richiede un trattamento diverso per la loro educazione, devono essere trattati come “bambini speciali”. La Stazione Biologica “Pueblos de Agua”, creata dalla Fondazione Azul Ambientalistas insieme con l’Istituto Nazionale di Ricerca del Venezuela –Regione Zulia– e il Centro di Educazione Popolare “Jesús Rosario Ortega”, ha iniziato nella comunità Capitano Chico di Santa Rosa de Agua, al’ovest del paese, un programma di reinserimento dei figli dei pescatori al sistema scolastico attraverso la creazione di una Ecoaula di livellamento, che mira a portare i bambini, secondo la loro età, all’anno scolastico corrispondente. Con un programma speciale di sessioni di non più di 45 minuti, in modo individualizzato e divertente, si cerca di rafforzare le debolezze cognitive e prepararli a portare alla scuola secondaria. Tra l’altro, i mesoni e sedie in aula sono fatti dalla stessa comunità.

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28 I Bambini di piombo di Bajos de Haina e La Oroya Le città Bajos di Haina, a circa 20 chilometri

a

ovest

di

Santo

Domingo, Repubblica Dominicana e La Oroya, situata 175 km da Lima, nel dipartimento di Junin in Perù, sono le città più inquinate da piombo del continente Americano. Il denomina-tore comune di queste due città dell'America Latina, è che il 99% dei suoi bambini hanno livelli di piombo nel sangue tre volte di più che il livello massimo fissato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. L'origine del problema è l’ossido di piombo e la scoria residuale nel suolo contaminato. Essendo quest'ultima, che è visibilmente presente sulle superfici di questi due comunità, allo stesso modo, sono stati identificati altri metalli pesanti come arsenico, cadmio, antimonio e anidride solforosa che sono permanentemente "abbono" di queste terre, acidando di più questi suoli. Col tempo il piombo ha migrato

e

contaminato

gli

stratti

più

bassi

del

sottosuolo,

e

quindi

l'approvvigionamento idrico, che a loro volta, hanno contaminato cibo e tutto quello che è trattato con queste acque. Le polveri che contengono piombo entrano nelle case, trasportati da correnti d'aria. Il che rende che l'esposizione sia diretta attraverso l'ingestione di polvere di piombo contaminato. Questi entrano nel corpo dei bambini in aggiunta alla loro vie respiratorie, attraverso le le sue mani e la bocca. La popolazione infantile di queste due città evidenza riduzione del quoziente intellettivo –QI–, lentezza nella crescita del corpo, problemi di udito gravi, gravi

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problemi comportamentali o di attenzione, scarso rendimento scolastico e danni renali. In generale, queste comunità hanno l'asma, bronchite, raffreddore, infezioni diarroiche acute, danni irreversibili al sistema respiratorio, diversi tipi di cancro, effetti negativi sullo sviluppo e danni agli organi vitali. L'aspettativa della popolazione è di 35 anni. Il più basso al mondo, superando alcune popolazioni dell'Africa, dove l'aspettativa di vita è a soli 40 anni. L'altro grande comune denominatore di queste due comunità, è che non ci sono dolenti per gli effetti sulla salute, la dignità, l'integrità e i diritti dei bambini.

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29 I bambini i più sensibili alla contaminazione Secondo l'Organizzazione Mondiale della

Sanità

(OMS),

ogni

anno

muoiono circa 10 milioni di bambini, essendo il maggior numero di questi decessi, risultano direttamente da esposizione

ad

ambienti

contaminati. Tra le cause principali: il consumo di acqua non potabile, scarsa igiene e l'esposizione

ad

atmosfere

contaminate, questi sono le più noti. La maggior parte di queste vittime erano bambini sotto i 5 anni, dove il 74% delle morti erano dovute a diarrea, infezioni respiratorie e le malattie cardiovascolari. Tali impatti aumentano secondo la regione. Nei paesi sottosviluppati, le cattive condizioni di salute e l'inquinamento ambientale sono direttamente proporzionali alla mortalità, morbilità e disabilità nell'infanzia, e questi indicatori, a loro volta, sono legati a malattie respiratorie acute, malattie diarroiche, lesioni fisiche, intossicazioni, malattie trasmesse dagli insetti e le infezioni perinatali. Inoltre, l'esposizione a rischi ambientali nocivi per la salute dei bambini, può iniziare prima della nascita. Il piombo nell'aria, il mercurio nei prodotti alimentari, così come altre sostanze chimiche, possono avere effetti a lungo termine, spesso irreversibili, come l'infertilità, aborti spontanei e difetti di nascita. L’esposizione delle donne ai pesticidi, solventi e inquinanti organici persistenti possono incidere sulla salute del feto. Confrontando tutta la popolazione colpita da ambienti inquinati, l'impatto maggiore è ricevuto dai bambini, a causa delle loro dimensioni, respirano più aria (e più inquinante) rispetto agli adulti.

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Essendo i suoi polmoni in sviluppo, le vie respiratorie si restringono a causa della presenza di contaminanti. Inoltre, questo è aggravato perché, loro respirano più velocemente e più profondamente quando sono attivi. Permettendo, che l'inquinamento ambientale raggiunge le zone più sensibili dei polmoni. Oggi, 600 milioni di bambini sotto i cinque anni occupano l'attenzione del mondo e rappresentano la continuità della razza umana. Un futuro, che in linea di principio, è nelle mani delle loro madri, e solo di coloro che godono, di buona salute e sono in grado di fornire un ambiente sano, pulito e sicuro che permetta di proteggere il diritto alla vita dei loro figli. Gli altri responsabili delle decisioni sono quelle a livello internazionale, regionale e nazionale, insieme alle organizzazioni non governative, le comunità e le famiglie, che devono unire le forze perche i grandi pericoli ambienteli siano riconosciuti, combattuti e ridotti. Questo può includere l'azione politica, e determinato impegno per la promozione, la prevenzione e la partecipazione all'interno della comunità verso un ambiente che si armonizza con la vita dei bambini, dagli altri esseri umani e le altre specie.

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La Terra è viva

30 Per

lo

scienziato

inglese

James

Lovelock, finora non si è potuto dimostrare

il

contrario

alla

sua

ipotesi, che la Terra come un pianeta è un essere vivente. Secondo il ricercatore, ci sono prove per dimostrare che l'intera biosfera del pianeta terra, fino all'ultimo essere che lo abita, possono essere considerati come una singola entità su scala globale in cui tutte le parti sono così legate, e a sua volta sono così indipendenti come le cellule del nostro corpo. Questa teoria è stata chiamata da Lovelock, l'ipotesi di Gaia (in onore all'antica dea della terra). Tuttavia, la stragrande maggioranza della comunità scientifica ritiene che le questioni sollevate da Lovelock confina con la fantascienza. A queste critiche, l’osato ricercatore manifesta che le sue prove indicano che dai batteri agli elefanti, balene, le sequoie e ogni essere vivente, sono esseri autonomi, che vivono in una grande entità vivente. Altre considerazioni, indipendenti, ma che consentono di illustrare quanto vicino potrebbe essere Lovelock. Lui ritiene che la Terra come un pianeta è un essere vivente, le indagini come quelle di Carolyn Bohach, una microbiologa presso l'all'Università dell'Idaho, dice, la ricercatrice, che i nostri corpi (riferiti al corpo umano) contengono 10 volte più batteri che cellule umane (i batteri sono molto più piccoli, in modo che occupano meno spazio). Negli esseri umani ci sono circa 10 milioni di cellule e in condizioni normali si possono avere fino a 100 miliardi di microrganismi, per lo più batteri. Se il nostro corpo contiene più di 200 tipi di cellule, solo nella pelle abbiamo essa diversità di

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specie microbiche, senza contare le 400 o più specie diversi che vivono nel colon. Tutti i batteri che vivono all'interno di un essere umano potrebbe facilmente riempire un contenitore di due litri. Cioè, portiamo qualcosa come due chili di ospiti o invitati, che vivono in tutto il nostro corpo. Niente di strano fosse, che una comunità batterica, con intelligenza propria, che abita nel nostro organismo, oggi potrebbe considerare, se sono o no, parte di un altro essere vivente di dimissioni così enormi che non possono capire. Così come accade agli esseri umani. Se l'ipotesi di Lovelock è confermata, che vergogna con la signora Terra, che ci ha così gentilmente dato rifugio, e che oggi è costantemente aggredita da questi "acari" ingrati che ci facciamo chiamare razza umana. Peggio semplicemente impossibile!!!

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Grazie alla vita

31 Abbiamo più di un anno, quasi ininterrottamente, lavorando sulla progettazione e costruzione di un percorso interpretativo all'interno di una maestosa foresta di costa, per fornire ai difensori della natura, quello che è attualmente uno dei più bei parchi di mangrovie che esiste in Venezuela, si chiama "Tierra de Sueños", che si trova alla periferia del villaggio di palafitte chiamato Santa Rosa de Agua, ad ovest del paese.

A zero metri sul livello del mare e con una umidità che fa svenire al più forte, il volontariato dei bambini, i giovani e gli adulti hanno un parco tematico naturale, dove i visitatori riconoscono didatticamente la flora e la fauna di questo monumento simbolo. Il parco ha ecoguide, guardie forestali e tutta la comunità che appoggia questa iniziativa. Per dare più presenza all'ingresso del parco, si è deciso di fare della strada principale della comunità, avendo una lunghezza di circa 500 metri, una eco strada, dove tutte le facciate delle case e pareti dei cortili sono state dipinte simultaneamente con colori caldi, oltre a svolgere murales che alludono alla biodiversità di questi spazi. Abbiamo iniziato questo lavoro artistico, un buon giorno a metà mattina, perché c'era un ritardo tra la squadra, il fatto è che a una temperatura superiore ai 41 gradi Celsius e con un sole che ci "achicharraba" – bruciava-, a mala pena siamo riusciti ad avanzare dipingendo le prime facciate, i primi 50 metri con i colori concordati. Quel giorno sono andato a letto presto, non ho potuto con l’insolazione, avevo un mal di testa insopportabile, ero febbrile e una vena sul lato destro della fronte

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sembrava così gonfia che ho pensato di esplodere. Inoltre le braccia, collo e viso mi bruciavano particolarmente. Quasi immobile per il disagio e l’oscurità ho ringraziato per l'opportunità che la vita mi ha dato di essere utile. In modo da mettere al servizio della comunità la mia conoscenza, le mie relazioni e le mie risorse e conseguire così la creazione del Parco Tierra de Sueños e la sua imponente ecocalle. In questa comunità di pescatori di origine indigena, gli affetti sono parsimoniosi, essi sono cauti nei rapporti interpersonali, tuttavia, oggi lì percepisco orgogliosi delle cose che accadono associate al parco, c'è un senso di realizzazione collettiva, comprensione di ciò che si desidera. Sempre più persone si uniscono a questo compito ambientale. Credo che in questo luogo, ho smesso di essere "un visitatore curioso" adesso per fino mi salutano con il mio nome, "ciao Lenin, come va!?”

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2. Il pensiero ambientalista di LenĂ­n Cardozo Parra attraverso le interviste

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La realidad ambiental en America Latina. Entrevista a Lenín Cardozo Parra por Hugo E. Méndez U.

Ing. LENÍN CARDOZO PARRA, Ecologista. Scrittore venezuelano e ambientalista. Corsi postuniversitari in MBA, Management Pubblico, Filosofia e Storia. Dottore in Scienze. Direttore esecutivo Canal Azul 24 https://anca24latam.wordpress.com/ e

Blue

Chanale

channel24.com.

24

www.Blue

Fondatore

della

ONG Azul Ambientalistas www. azulambientalistas.org,

email:

leníncardozoparra@gmail.com e il Blog http:// leníncardozo.blogspot.com/. Hugo E. Méndez U.: Lenín, ho seguito la tua carriera professionale come scrittore e professionale sulle questioni ambientali, ho letto i tuoi articoli, libri e ricerche su tematiche ambientali

latinoamericana.

Quindi,

da

una

prospettiva

globale, ti domando: Pensi, che i problemi ambientali in America Latina sono problemi ambientali molto differenti nel resto del mondo? Lenín Cardozo: L’America Latina è una realtà continentale e subcontinentale, ben diversa dal resto dei continenti o subcontinenti del mondo. La differenza fondamentale è nella ottica o prospettiva di vedere il mondo, interessi locali o regionali, e i gruppi etnici che le abitano. Abbiamo il più grande polmoni vegetali, giungle e foreste del mondo cosí come la maggiore quantità di terra che non sono stati ancora sfruttate, inoltre abbiamo grandi risorse naturali come l’acqua, il petroleo e le miniere.

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Le nostre preoccupazioni ambientali sono specifici e le soluzioni principali devono promuovere la crescita responsabile e inclusiva di tutte le specie che ci vivono e viviamo sul pianeta. Il riscaldamento globale, l’indebolimento dello strato di ozono, e di altre questioni importante e complesse ambientale, cessano di essere la nostra priorità data l’impassibilità davanti alla deforestazione incontrollata dell’Amazzonia, gli interventi umani che accelerano la siccità dei nostri laghi e fiumi, le grandi isole dei rifiuti solidi, l’inquinamento atmosferico da anidride carbonica nelle nostre città, tra le altre situazioni rilevanti. Siamo quindi di fronte a realtà diverse che meritano diverse strategie. Hugo E. Méndez U.: Da questo punto di vista, potremmo dire allora che l’idea di sviluppo sostenibile non è applicabile alla realtà latinoamericana?

Lenín Cardozo: : Lo sviluppo sostenibile proposto, è la tesi dei paesi sviluppati, preoccupati per l’imminente esaurimento delle risorse naturali nel corso del tempo, frutto di un consumo eccessivo di queste società, si propone un modelo di consumo più “equilibrato”, in funzione di garantire alle generazioni future lo sfruttamento delle stesse risorse. Questo concetto è stato accolto con applausi e acclamazioni e copiati in ciascuna delle costituzioni delle nazioni dei paesi latinoamericani, fino al punto tale che si organizzarono studi di master nell’Università del Centro e Sud America per approfondire “le considerazioni del caso”. Ma di quale generazioni future parla questa proposta?, delle generazioni future Latine o africane?, Questa tesi parla delle generazioni di questi paesi sviluppati, perche si parla ancora del pensiero unico, basato sul principio che l’espressione della vita ruota solo attorno ad un specie, la specie del Caucaso – LORO-. Un ragionamento totalmente egocentrico e di esclusione.

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Hugo E. Méndez U.: È pronta l’America Latina con i suoi pensatori, filosofi e scienziati per creare la sua teoria o un metodo per l’analisi ambientale nel subcontinente?

Lenín Cardozo: Negli ultimi 20 anni, filosofi, scienziati, politici e gruppi ambientalisti sono entrati nell’agenda pubblica in America Latina, chiedendo un posto nel dibattito. Leonardo Boff, Marina Silva, Carlos Minc, Marcos Reigota del Brasile; Ernesto Guhl, John Casavelos, Miguel Grinberg, Andrés Carsen, Gustavo Rivollier dell’Argentina; Luz Beatriz Gaviria, Jesús Hidrobo, Anibal Patiño, Isaia

Tobasura,

Hildebrando

Velez,

Gustavo

Wilches

di

Colombia, Ricardo Navarro, Camacho Hernandez, Jorge Emilio González, Homero Aridjis del Messico, Juan Grau di Cile, Egilda Parra, Elio Ríos di Venezuela, tra gli altri, con il loro contributo ci è stata aperta la strada per conquistare il pensiero ambientale proprio. Hugo E. Méndez U.: Qual è la proposta o la strada da seguire?

Lenín Cardozo: Stimolare dallo spazio o l’opportunità più piccola alla più grande, la sensibilizzazione, la coscienza cittadina e la partecipazione attiva dalla prospettiva ecologica, conservacionista e ambientalista.

Hugo E. Méndez U.: E sul piano ideologico, si potrebbe pensare che la mancanza di nuove bandiere sulla sinistra in America Latina, hanno fatto che questo approccio politico si avicini o rifugia nel discorso ambientale, attraverso la militanza e 100


l’attivismo di gruppi ecologici e ambientalisti? Faccio questa citazione, per la nascita dei partiti Verdi nella regione, tale come il partito Verde del Brasile, Cile, Colombia, Guatemala, Messico ed Argentina, tra gli altri, dove molti dei suoi attivisti sono stati uomini che hanno abbracciato in passato le bandiere della sinistra? Lenín Cardozo: Il diritto alla vita di tutte le specie, non è una bandiera di qualsiasi ideologia particolare. La riconciliazione, il consenso, la madre dell’unità ideologica è quella di essere iniziato dalla necessità di salvare il pianeta insieme. I partiti verdi e le associazioni ambientaliste, gli ecologisti o conservacionisti sono spazi di partecipazione dei cittadini. Se le persone di sinistra hanno trovato rifugio in queste organizzazioni o di destra o di centro, presumo che saranno sempre benvenute, perché la tutela ambientale ha bisogno di tutti. Hugo E. Méndez U.: Per concludere, non voglio lasciare questa intervista senza chiederti: cosa pensi dovrebbe essere la posizione dei giornalisti e dei mass media sul risveglio di una consapevolezza ambientale pubblica?

Lenín Cardozo: I giornalisti, i mas media e la comunicazione, dovrebbero anche essere educati sulle questioni ambientali. È lo spazio per il giornalismo investigativo e il giornalismo di rivendicazione. Altrettanto, i mass media hanno un forte impegno etico con i cittadini, nella programmazione che generano consapevolezza sui diversi problemi ambientali nella regione del paese, e del pianeta.

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Crisi alimentare e il futuro dell'umanità. Intervista a Lenín Cardozo Parra di Hugo E. Méndez U.

Ing. Lenín Cardozo Parra, un scrittore e filosofo latinoamericano il più letto delle

tematiche

ambientali.

Un

profondo conoscitore della situazione ambientale del suo paese Venezuela e il

mondo,

fondatore

di

diversi

movimenti ambientalisti e promotore di leggi ambientali. La sua lunga carriera di studioso della materia, risale agli anni '80, quando nei suoi giorni dell'università fondò l'ONG Azul Ambientalistas a Maracaibo, in Venezuela (www.azulambientalistas.org). Attualmente, Direttore esecutivo Canal Azul 24 https://anca24latam.wordpress. com/ e Blue Chanale 24 www.bluechannel24.com. Fondatore della ONG Azul Ambientalistas www.azulambientalistas.org, email: leníncardozoparra@gmail. com e il Blog http://leníncardozo.blogspot.com/. Hugo E. Méndez U.: Lenin all'inizio di questo nuovo secolo, l'umanità è davvero consapevoli del significato dei problemi ambientali di oggi?

Lenin Cardozo: Grazie Hugo, per la possibilità chi mi dai ancora una volta, consentendomi di condividere queste idee. In linea di massima direi che il 21° secolo, sorprende l'umanità, che viveva sommersa nella cultura della fretta, assorta nei suoi propri sotterranei e ora si sveglia sbalordita, cercando di interpretare, ciò che era invisibile nei primi momenti della sua realtà e che oggi trova travolgente. Come ad esempio i ricorrenti fenomeni naturali che stordiscono alle diverse concentrazioni di persone 102


che vivono nel continente. Le sempre più esaurite energie fossili e idraulica, la carenza di cibo e acqua potabile. Questa nuova realtà per molti, richiede all'inizio di questo nuovo secolo, nuove strategie, nuove idee, nuove proposte e nuovi approcci. Hugo E. Méndez U:. Tu parli che ora affrontiamo un tsunami silenzioso associato con la crisi alimentare, in base a quali criteri sostieni questa impostazione?

Lenin Cardozo: Scienziati agroalimentare hanno sottolineato che si sta avvicinando ad un ritmo rapido sempre di più la crisi alimentare, chiamata il "tsunami silenzioso". Un'ondata di inflazione dei prezzi alimentari si muove attraverso il mondo, lasciando, nella sua scia, disordini e indebolimento dei governi. Ciò è confermato dalle statistiche che mostrano che per la prima volta in 30 anni stanno emergendo manifestazioni per gli alimentari, per mancanza di cibo, in molti luoghi e simultaneamente. Ad esempio: In Bangladesh si sono intensificati i disordini; la Cina comincia a sentire i rigori di queste carenze nei loro poveri, quelli che vivono con 2 $ al giorno, stanno tirando fuori i loro bambini dalla scuola e riducendo il consumo delle verdure per permettersi di pagare il riso. Coloro che vivono con 1 $ al giorno stanno riducendo il consumo di carne, verdure e uno o due pasti, in modo da permettersi di pagare una ciotola di riso. E quelli veramente bisognosi, che vivono con il

0,5 $ al giorno, affrontano il disastro. In molti luoghi, la carenze

tradizionalmente di alimenti, significa in questo momento inedia di massa. Le misure della crisi attuale sono miseria e malnutrizione. Le classi medie nei paesi poveri stanno rinunciando all’assistenza sanitaria ed eliminando la carne, in modo da poter mangiare tre pasti al giorno. Conseguenza, della diminuzione per logorio naturale, delle terre coltivabili, lo spostamento di colture tradizionali per colture di materie prime per biocarburanti e la crescita della popolazione.

103


Hugo E. Méndez U.: Gli attuali problemi ambientali a che punto pensi che influenzeranno il futuro della produzione alimentare?

Lenin Cardozo: Come diretta conseguenza del scioglimento dei ghiacci polari, l’acqua dell'oceano aumenterà e le inondazioni costiere si avranno intensificato a tal punto che se produrrà uno spostamento massivo dei suoi abitanti verso terraferma dei continenti. Cioè, ci siamo incontrati con un futuro di alta popolazione umana trasferita in nuove terre, e anche molte falde acquifere filettati dall'acqua salata. Il tasso di crescita della popolazione attuale, che ci mette più di 3 miliardi di nuove persone nei prossimi 50 anni, ci fa dedurre che avremo meno terra per l'agricoltura e maggiore popolazione che richiederà cibo. A questo dobbiamo aggiungere tutti le terre coltivabili, che non avremo, perché saranno al servizio della produzione di biocarburanti o biocombustibili. È inaspettato, le ripercussioni che avrà nel mondo produrre coltivazioni per elaborare carburanti. Cioè, disboscamento, spopolamento delle campagne, perdita di biodiversità, l'inquinamento delle acque, il sovraffollamento delle città e la fame. ONG provenienti da diversi paesi hanno denunciato i produttori della materia prima vegetale, necessaria per i paesi sviluppati per i loro parco automobilistico, diminuendo drasticamente la produzione di coltivazioni vitali per il sostentamento base e la sicurezza alimentare dei paesi non sviluppati. Hugo E. Méndez U:. Spiegaci, per favore,

quali sono queste

strategie per ripensare la futura realtà alimentare?

Lenin

Cardozo:

Senza

voler

cadere

nella

fantascienza,

è

perfettamente concepibile che in un prossimo futuro il dollaro, euro,

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yen o yuan, lascieranno di essere il leader del commercio e saranno rimpiazzati dal litro di acqua potabile e dalla ciotola di riso o fagioli. La scarsità di questi elementi definirà il nuovo equilibrio di potere nel mondo umano. Le potenze con maggior capacità militare, controlleranno i serbatoi di acqua dolce e di terra per la coltivazione che rimarranno nei loro continente. Le guerre per il controllo del petrolio, sarà solo storia. Hugo E. Méndez U:. Cosa fare?

Lenin Cardozo: Finora, l'agenda politica globale, prende con indifferenza le questioni ambientali. La sicurezza alimentare, la crescita della popolazione e l'acqua sono problemi distanti che non danno voti nel immediato. Difficile, per non dire missionario o chisciottesco, la strada degli ambientalisti, nel avvertire quello che ci aspetta. La soluzione comincia attraverso l'educazione ambientale, unico modo per diventare consapevoli di questa realtà e di quello che ci aspetta. Quello che facciamo nel presente, da quello più locale, dal quotidiano, sarà il fattore determinante. Le carestie future potranno essere fermate dallo sviluppo di iniziative che promuovono la sicurezza alimentare in ogni comunità, regione o nazione. Con una legislazione efficace, l'uso razionale del territorio, la valutazione della produzione locale e la tutela degli agricoltori.

-FIN105


Hugo E. Méndez U. IL PENSIEROAMBIENTALISTA IRROMPE IN AMERICA LATINA. Un'inferenza attraverso gli scritti di Lenín Cardozo Parra. Prima edizione. Non è permesa la riproduzione totale o parziale di questo libro senza la preventiva autorizzazione per scritto dei titolari di copyright. Copyright di questo numero:

 Copertina: Ángel Emiro Sánchez, Primavera, 1996.  Hugo E. Méndez U. 2015.  Editoriale Erato, 2015. Isla Dorada, Maracaibo. Concetto, Editing, Montaggio e Composizione: Hugo E. Méndez U. hugoemendez21@gmail.com Stampato nella Repubblica Bolivariana del Venezuela. 18 di novembre di 2015: Giornata della festività della Madonna del Rosario di Chiquinquirá. La Vergine Morena.

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