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EDITORIALE

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STAMPA 3D

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QUI DA CINQUE ANNI

Quando sono entrata al Vittorini, cinque anni fa, mai mi sarei aspettata di dover scrivere da direttrice del Giornalino il mio ultimo editoriale. Eppure eccoci qui.

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Ormai sono cinque anni che sono al Vittorini, l’ho visto cambiare nel tempo, ho visto nascere e morire diverse attività, ho fatto parte di diversi gruppi: giornale, collettivo, teatro, coro; ho partecipato a diversi corsi ed incontri come il piGroup, workshop scientifici, laboratori di informatica e di lingua francese. Posso dire di aver vissuto il Liceo più di chiunque altro, sono stata anche all’interno dell’amministrazione facendo la rappresentante d’istituto. Sono cresciuta e maturata molto in questi anni: ho imparato tanto dai miei professori, non solo a livello culturale ma anche a livello umano; ho amato e odiato i miei prof, alcuni non vedevo l’ora di vederli, altri invece mi hanno fatto venire un’ansia incredibile con tanto di mal di pancia pre-interrogazione, ma ognuno di loro mi ha dato qualcosa e per questo gliene sarò eternamente grata.

Ho conosciuto tanti studenti, dai 1997 bocciati quando ero al primo anno ai 2007 che hanno fatto la primina quest’anno. 10 anni di differenza sono tanti, i vittoriniani sono cambiati molto nelle diverse annate che si sono succedute. Un po’ mi mancano le vecchie quinte, quelle che guardavo con ammirazione, quelle che hanno contribuito alla mia crescita e partecipazione alle diverse attività e che ho sempre cercato di eguagliare anche se probabilmente non ci sono mai riuscita.

Ho tanti bei ricordi, soprattutto con la redazione de L’He. Sono entrata nel giornalino a settembre 2016, quando ero ai primi giorni della mia vita al Liceo; ricordo che la prima riunione si tenne in aula Cic, quella con il divano, e io entrai molto timidamente salutando a sguardo basso il primo ragazzo di quinta che incontravo e le sue due compagne di classe, devo dire che furono molto accoglienti e soprattutto contenti di avere una nuova persona giovane nel giornale, dico giovane perché nella redazione ai tempi erano tutti del triennio e poi c’ero io di prima. Mi raccontarono un po’ degli aneddoti di redazione finché non arrivarono gli altri membri del giornale. All’epoca non esisteva il ruolo del direttore, ma c’era comunque un ragazzo che sia per carisma che per bravura era come se lo fosse e devo ammettere che è da lui che ho sempre preso esempio. I miei primi due anni furono i migliori per la redazione, eravamo legatissimi e abbiamo fatto uscire più numeri che in tutti gli altri anni sommati insieme. La qualità era altissima e siamo riusciti a vincere diversi premi. Ma il secondo fu anche l’anno degli scandali: avevamo nascosto diversi messaggi non politically correct tra le pagine, intervistato attrici porno, fatto copertine con donne completamente nude e infine un articolo un po’ troppo offensivo verso alcuni professori che costarono al primo direttore il suo posto e non fu più membro del giornale. Rimasi sola. Tutta la vecchia redazione, composta soprattutto da quinte, ormai era andata. Per la prima volta mi sentii persa e quindi decisi di seguire il mio mentore; presi le redini del giornale e diventai rappresentante d’istituto. Non ero preparata ad essere direttrice così presto, non penso di essere stata brava quanto avrei voluto ma ho fatto di tutto perché non morisse e nonostante il covid che ci ha colpiti in quarta sono riuscita insieme alla nuova redazione e alle mie due co-direttrici a farlo sopravvivere fino ad ora e spero che durerà ancora per un po’.

Come rappresentante invece credo di essere stata migliore di quanto mi aspettassi, sono riuscita a fare tutto quello che volevo fare e anche di più. Ma partiamo dall’inizio della candidatura. Le assemblee di presentazione erano due per ogni ora e si svolgevano in contemporanea, io non potevo sdoppiarmi o dividermi come hanno sempre fatto le altre liste quindi a turno dei miei compagni e altri amici mi sostituivano nell’assemblea in cui non c’ero e in una di queste successe il finimondo: una delle mie proposte era quella di rendere ricaricabili le chiavette anche nelle macchinette di Donati 7 (quello del Bar ndr.), in quel momento infatti non si poteva, e l’ex rappresentante contestò questa mia proposta con il mio assistente dicendo che questa cosa non si potesse fare. Per difendermi ma non avendo argomentazioni per farlo sulla proposta il mio referente iniziò a litigare a suon d’insulti (potete trovare i meme su Spotted). Giorni dopo venni eletta e per puro caso venne a vedere la scuola l’amministratore delegato della società delle macchinette e io lo intercettai subito grazie alla DSGA. Io ho tanti difetti, ma una cosa la so fare molto bene: parlare. Sono riuscita a far capire che la possibilità di ricaricare le chiavette anche in Donati 7 sarebbe stato nell’interesse della sua società e quindi in meno di una settimana avevamo le macchinette nuove.

Altra grande mia iniziativa della quale sono orgogliosa è quella di

portare i tornei sportivi tra i Licei Milanesi e anche qui ci sono delle storie da raccontare. Io e i miei colleghi dovevamo trovare chi avrebbe potuto aiutarci ad organizzare questi fantomatici tornei, contattai i rappresentanti di altre scuole che mi diedero il contatto di Clash of Schools e fissammo con loro un incontro. La Preside nello stesso giorno, praticamente alla stessa ora ci fissò altri due appuntamenti con altre due associazioni per farci confrontare i prezzi e i diversi modelli e scegliere il migliore, in quanto è necessario confrontare sempre almeno tre opzioni. Prima arrivarono i due gruppi che avevano presentato un preventivo scritto alla preside, uno era organizzato da degli adulti sulla cinquantina, l’altro da un ragazzo che organizzava anche le feste in discoteca. Poi arrivò Marco di Clash che spazzò via i volantini delle altre associazioni dal tavolo e mise i suoi insieme ad altri gadget. Ci fece subito una migliore impressione e tutti e quattro concordammo che Clash fosse la scelta migliore: un’associazione sportiva fatta da studenti per studenti che aveva anche delle attività culturali, tutti ragazzi giovani e, punto bonus, belli. Con Clash abbiamo partecipato anche al contest teatrale di Scuole in Scena e lo abbiamo anche vinto. Quest’associazione si è trasformata piano piano nel mio nuovo stile di vita, ci sono entrata e ormai lavoro con loro ogni giorno da due anni.

Ma il mio anno più bello è stato il quarto, nonostante il covid. La mia quarta è stata piena di tante cose, è stato l’anno con più cambiamenti in assoluto. Mi sono fidanzata con un ragazzo del quinto anno, il migliore amico del fidanzato della mia migliore amica, ed è stato bellissimo. Grazie a lui ho trovato un gruppo di amici più grande che anche adesso sono persone a me molto vicine. Io e Nicco, l’attuale rappresentante d’istituto, abbiamo rifondato il Collettivo, che per chi non lo sapesse è un gruppo di ragazzi politicamente orientati che organizzano assemblee e attività in favore della scuola, o almeno così dovrebbero fare. Ho concluso il mio mandato di rappresentante rendendo permanente la cassa studentesca con riempimento del fondo annuale pari al 3% del contributo volontario. Ho realizzato un video di benvenuto per i primini, ai quali tengo molto, per cercare di coinvolgerli come sto facendo con questo editoriale nel vivo del Liceo. Ho continuato a lavorare con Clash e ho ricominciato a dedicarmi al giornale creando e sistemando il nostro sito e facendo entrare la nostra redazione in Emergo, il giornale che racchiude tutte le redazioni studentesche italiane.

Poi è arrivato il covid e ci ha portato via molto, vi ha portato via molto. Io non sono una che critica le decisioni del governo, né voglio creare vittimismo negli adolescenti. C’è stato un cambiamento, grande. Vi siete persi parte della vita del Liceo ma la recupererete e trasformerete. Magari sarà migliore perché sarete sicuramente più consapevoli di quello che è veramente importante.

Fino ad ora vi ho raccontato le mie vicende, forse un po’ perché egoisticamente vorrei essere ricordata ma anche per augurarvi di vivere il Liceo come l’ho vissuto io: con passione. Ci saranno momenti brutti, magari anche tanti, riceverete critiche, brutti voti, la segreteria non funzionerà ecc… ma credetemi queste cose non importeranno più dopo. Vi ricorderete solo i momenti più belli come io ricordo tutte le persone che vedevo sorridere tra i corridoi, i panini di Angela, i fidanzati baciarsi contro i muri di cartapesta, i panini di Angela, le battute dei professori durante le lezioni, i panini di Angela, i gruppi di persone che giocavano a calcio in cortile, i panini di Angela, la fila di persone che chiacchieravano davanti alle macchinette, le persone che si nascondevano nei posti più improbabili per fumare, chi dopo l’esame di maturità saliva sul tetto del Vitto, le ragazzine che facevano di tutto per passare davanti al ragazzo di quinta per il quale avevano una cotta, il personale ATA che ci da consigli e tutti gli amici che ho conosciuto e incontrato e ho già detto i panini di Angela? Mi auguro che queste cose un giorno possiate viverle anche voi, una volta superata questa situazione.

Godetevi la scuola, cercate di conoscere nuove persone, partecipate a tutte le attività che potete perché credetemi, questi saranno gli anni in cui definirete chi siete e non c’è modo migliore di farlo che insieme agli altri. Il Vittorini diventerà la vostra nuova casa e sarà una parte di voi quando ve ne andrete.

Con affetto, l’ormai vecchia direttrice del Nostro giornale Vittoriniano.

Silvia Picca

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