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Leggendo leggende Santi, diavoli, streghe e folletti nella tradizione popolare italiana
iannone
978-88-516-0117-1
Mauro Gioielli
www.cosmoiannone.it
Comprendere il testo Zoom LavorIncorso GrammaticAttiva
gioielli leggendo leggende
In questo volume leggerai di fatti inverosimili, alcuni di essi francamente strampalati e divertenti. Oppure, incontrerai vicende terribili, frutto delle credenze e delle superstizioni religiose che poco hanno a che vedere con la fede autentica. Sentirai parlare di storie di vita quotidiana in cui il soprannaturale si mescola alla realtĂ con grande naturalezza. Tutte vicende che ci rimandano a un patrimonio di valori e di esperienze che ci aiutano a capire e a crescere. Ci rimandano a un passato, non molto lontano, nel quale la sfera del soprannaturale aveva un ruolo importante nella vita degli uomini.
Cosmo Iannone Editore
Mauro Gioielli
leggendo leggende San t i , d iavo li , s t r eg h e e fo lle t t i n e ll a t r ad iz i o n e p o p o l ar e i taliana
Cosmo Iannone Editore
Sommario
Introduzione Il bove del ver sacrum San Leo e la corsa dei buoi La grotta di San Michele San Berardino Il Santone salva gli emigranti San Giorgio salva la città San Martino, corna e vino Sant’Antonio incendia il mare San Barbato, il noce, la serpe e la superstizione longobarda Maria la rossa Tengo ferro La vecchia maledetta Il sale e le streghe I due gobbi Le sette gatte Il tocco della janara La pianeta delle fate Pesco del tesoro Il lupo mannaro Il lupo mannaro e la mappa La chiesa di San Nicola Re Bove Il dragone
7 15 16 18 19 20 21 23 26 29 33 35 37 39 41 43 45 47 49 50 51 53 55 57
L’abbazia di San Vincenzo al Volturno La leggenda del fiume Biferno Come nacque Mazzamauriello Tre torte per Mazzamauriello La fontana della sposa Il forte Cacciatore e la bella Laureana Il tesoro nel bosco Zio Fagiolino Il tesoro del brigante Il rifiuto di Papa Celestino V La sposa di rugiada
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Le leggende
San Giorgio salva la città Scheda p. 106
Durante le numerose e acerrime lotte cittadine medievali, le truppe nemiche dapprima assediarono la città presa di mira, portando le genti alla fame e alla disperazione, quindi l’assaltarono. Incalzati dal pericolo e in preda allo sgomento, tutti volsero al cielo i loro fervidi voti per essere salvati. L’invasione nemica era dilagata per tutta la città, quando le campane di ogni chiesa presero a suonare spontaneamente a festa, facendosi udire per ogni luogo, e si vide apparire su di un bianco palafreno, un fiero cavaliere con elmo, corazza e spada lucente. Era San Giorgio! Poi, dietro di lui, si vide sorgere miracolosamente un folto esercito di guerrieri celesti nascenti dalle pietre e dai sassi del selciato. A quella vista, i nemici, atterriti, fuggirono precipitosamente. E la città, con tutta la sua gente, fu salva.
La sposa di rugiada Scheda p. 183
Un giovane guerriero sannita di nome Hotis, bello d’aspetto, ardimentoso e fiero, capo dell’antichissimo popolo che occupava il vasto territorio pentro, cavalcava un giorno lungo le sponde di un lago del Matese per distrarsi dalle amarezze che lo tormentavano: egli era solo, senza una compagna; era capo del suo popolo e non aveva un erede. Giunto presso una boscaglia, vide una pianta di melograno carica di fiori rossi. Volle coglierne uno, ma il fiore, come per magia, gli sfuggi volando lontano e lasciandogli nel cavo della mano solo una fresca rugiada. Ne colse un secondo, poi un terzo e poi altri ancora, ma tutti finirono come il primo, e lasciarono nel palmo della mano la candida spuma. Meravigliato dallo strano fenomeno, seguì i fiori mentre si allontanavano, e giunse davanti all’ingresso di una grotta, dove, sull’erba folta, dormiva un’affascinante giovinetta. Hotis rimase ammirato a guardare la fanciulla, poi si avvicinò e le carezzò i neri capelli. Al dolce contatto la giovane si destò e sorrise all’uomo, il quale, attratto dalla grazia del viso della ragazza, la baciò appassionatamente. Ma quella bocca, pur fatta di carne, aveva la forma di un fiore di melograno e, come i fiori prima colti, anch’essa racchiudeva la strana rugiada. Poi, Hotis fece montare la fanciulla sul suo destriero e la portò con sé al villaggio. Giuntovi, presentò al popolo la giovane che il destino gli aveva fatto incontrare e che egli aveva deciso di sposare. Il matrimonio fu celebrato e dopo nove mesi gran-
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di preparativi fervevano nel villaggio in attesa di un pargoletto. Le donne alzarono mille invocazioni alla Madre Matuta affinché proteggesse la sposa. Ma quest’ultima non mise al mondo un bimbo, bensì un fiore di melograno pieno di rugiada. Hotis fu sconvolto dal dolore per non aver avuto un erede. Accecato dall’ira ordinò che la donna fosse rinchiusa nella stessa grotta dove l’aveva incontrata. E lì, infatti, venne gettata insieme al fiore. Un mese dopo, un imponente esercito di una regione vicina, mosse guerra ai Pentri, invadendone il territorio. I Sanniti furono presi dal panico, perché oramai non ricevevano più il comando da un capo ardimentoso e fiero, ma da un uomo imbelle, affranto dal dolore. I nemici avevano già invaso le valli ai piedi del Matese e si apprestavano all’attacco definitivo. I Pentri non nutrivano più alcuna speranza di salvezza e già pensavano alla resa, quando si udì un boato nelle viscere del Matese. Il monte si squarciò e da un largo crepaccio sgorgò improvvisamente un fiume. Le acque, nella loro impetuosa violenza, cominciarono ad inondare la valle travolgendo l’intero esercito invasore. Tutti i guerrieri nemici perirono annegati, mentre i Pentri, sui colli circostanti, assistevano alla scena. Fu allora che essi videro galleggiare sulle acque molti fiori di melograno che la corrente trasportava lungo la valle. A quella vista, Hotis corse alla grotta dove aveva fatto rinchiudere la sua sposa. La liberò e le chiese perdono. La donna riabbracciò il consorte e gli raccontò che, in quella grotta, dal fiore partorito era venuta fuori una enorme massa di rugiada che, sciogliendosi, aveva creato il fiume che aveva travolto i nemici.
Schede didattiche
Le sette gatte
Comprendere il testo I convegni delle streghe posso avvenire in luoghi diversi dai soliti, come in questo caso. Dove?
Le streghe si riuniscono per fare cosa?
Qual è la reazione dello zappatore?
Qual è la prova certa della colpevolezza della donna?
Quale destino tocca alla donna?
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Zoom In questo racconto ritorna il tema del processo contro le streghe e del loro sacrificio sul rogo. In aggiunta troviamo esplicitata un’altra credenza e cioè quella secondo la quale le streghe avevano la capacità di trasformarsi in animali. In particolare, gli animali preferiti dalle streghe erano i gatti, considerati dalle credenze popolari come una sorta di consiglieri delle streghe. Le streghe si trasformavano in animali per fuggire o per nascondersi. A volte volavano in groppa agli animali per recarsi al sabba. Nel tempo si consolidò un atteggiamento ostile nei confronti di questo felino, a tal punto che i poveri animali venivano arsi vivi insieme alle padrone in odore di stregoneria. E per tutto il Medioevo questa fu una pratica molto diffusa. Amare i gatti nell’epoca della stregoneria poteva essere molto pericoloso, perché gettava un’ombra di sospetto. Accarezzare un gattino, per esempio, poteva costituire una prova inconfutabile di stregoneria durante i processi dell’Inquisizione. I gatti, da divinità adorate nell’antico Egitto e nell’antica Roma, divennero così esseri malefici in combutta con il Diavolo e con le streghe. Ci fu addirittura una bolla papale nel 1233 con la quale si considerava il gatto come una incarnazione di Satana. La notte di San Giovanni migliaia di gatti venivano bruciati nelle pubbliche piazze di tutta Europa. Il gatto non era l’unico animale associato alle streghe. Vi erano anche il serpente, il caprone, il rospo, la civetta, i pipistrelli. Le streghe compivano sacrifici di animali con i resti dei quali preparavano filtri e pozioni magiche. L’Illuminismo mise fine a queste credenze e il gatto venne addirittura utilizzato come cacciatore di topi portatori di gravi malattie.
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LavorIncorso
Streghe e maghi nella letteratura La figura della strega ha avuto un grande successo nella letteratura di tutti i tempi. Molti personaggi sono streghe o possono essere assimilati ad esse. Ti propongo solo alcuni esempi, sui quali puoi fare un lavoro di approfondimento con i tuoi insegnati. 99 99 99 99
La maga Circe nelle avventure di Ulisse Le maghe nel Macbeth di Shakespeare Medea Mago Merlino alla corte di Re ArtĂš
La maga Circe La maga Circe è una figura mitologica greca assimilabile alla figura della strega a causa dei suoi poteri magici. Ha infatti il potere di trasformare gli uomini in animali: porci, cani, leoni.
Antefatto Ulisse giunge nell’isola di Eea che appare, a un primo sguardo, selvosa e deserta. Un gruppo di uomini capeggiato da Euriloco va in perlustrazione e durante il tragitto, attirati da una voce melodiosa, gli uomini entrano in un palazzo. Tutti entrano, tranne Euriloco, il quale torna indietro ad avvisare Ulisse che agitato si reca di persona dalla maga.
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[…] Ed io mi diressi alla casa di Circe: andavo e il mio cuore era molto agitato. Mi fermai davanti alla porta della dea dai bei riccioli; fermatomi lì, gridai: la dea sentì la mia voce e subito uscita aprì le porte lucenti. Mi invitò: la seguii col cuore angosciato. Mi guidò e fece sedere su un trono con borchie d’argento, bello, lavorato: c’era sotto uno sgabello per i piedi. In un vaso d’oro mi preparò un beverone, perché lo bevessi: un farmaco ci mise dentro, meditando sventure nell’animo. Poi me lo diede e lo bevvi, ma non mi stregò; mi colpì con la verga, mi rivolse la parola, mi disse: Va’ ora al porcile, stenditi con gli altri compagni – Disse così; io, tratta la lunga lama lungo la coscia, assalii Circe, come fossi bramoso di ucciderla. Lei con urlo corse, mi afferrò le ginocchia E piangendo mi rivolse alate parole: Chi sei, di che stirpe? dove hai città e genitori? Mi stupisce che bevuti i miei farmaci non fosti stregato. Nessun altro sopportò questi farmaci, Chi li bevve, appena varcarono il recinto dei denti: Una mente che vince gli inganni hai nel petto. Certo Odisseo tu sei, il multiforme, […] Odissea, Libro X La maga Circe ha dunque gli stessi poteri di una strega. Ma il suo maleficio non riesce contro Ulisse. Come mai? Scoprilo leggendo il resto del racconto con l’insegnante di Lettere. Fornisci la risposta corretta nello spazio vuoto:
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Zoom L’episodio di Circe ci riconduce a un mondo arcaico, ai racconti fiabeschi di figure femminili di natura divina dotate di poteri tremendi in grado di ammansire animali feroci e di miscelare filtri e pozioni magiche con i quali imporre il proprio potere sugli uomini, soggiogandoli o trasformandoli addirittura in animali. La popolarità delle streghe è oggi arrivata anche nelle fiction per bambini e ragazzi. Pensa alla serie televisiva Streghe. Anche la narrazione per ragazzi ha i suoi personaggi cult. Pensa alle streghe di Harry Potter oppure a La saga delle streghe Mayfair. I romanzi di Celia Rees, Il viaggio della strega bambina e Se io fossi un strega, sono incentrati tutti su questa figura. Un libro più difficile ma ugualmente interessante è La chimera di Sebastiano Vassalli. Che cosa sono le Witches? Che potere hanno? Racconta qualche episodio delle loro avventure.
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Il lupo mannaro e la mappa
La condizione di lupo mannaro è un male che deve essere nascosto anche ai familiari. È quel che succede al protagonista di questo racconto.
Comprendere il testo Che cosa dice il protagonista alla moglie, quando sente sopraggiungere i primi sintomi della trasformazione?
Come la donna riesce a placare la furia dell’animale?
La donna capisce che suo marito è un lupo mannaro. Da che cosa?
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Nel secondo racconto si dice che il giovane era malato di licantropia. Quindi si parla di malattia e non di maleficio o magia. Già nell’antica Grecia il grande filosofo Galeno di Pergamo (129-200 ca.), nonché il più famoso dei medici dell’antichità, associò la licantropia a una malattia.
Leggi un brano della sua opera […] i lupi mannari escono di notte nel mese di febbraio, imitano in tutto i lupi o i cani […] Tuttavia si possono riconoscere le persone affette da tali malattie da questi sintomi. Sono pallidi e malaticci di aspetto e hanno gli occhi secchi e non lacrimano. Si può notare che hanno gli occhi incavati e la lingua arida e non emettono saliva per nulla. Sono anche assetati e hanno le tibie piagate in modo irreparabile a causa delle continue cadute e dei morsi dei cani […] È opportuno in vero sapere che questo morbo è della specie della melanconia […]. Si farà evacuare il sangue fino alla perdita dei sensi e si nutrirà l’infermo con cibi molto succosi. Ci si può avvalere d’altra parte di bagni di acqua dolce. Galeno di Pergamo, Ars Medica Nella Psichiatria moderna la licantropia è considerata un delirio, la malattia di chi immagina appunto di essere un licantropo.
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Costruiamo una mappa a stella mettendo al centro la parola lupo.
SCIAMANI CAPPUCCETTO ROSSO
(si vestivano con pelli di lupo)
NEL MONDO GRECO (dea Latona)
LUPO MEDIOEVO
SAN FRANCESCO ANTICA ROMA
(demonizzazione del lupo)
(lupercalia, vexillifer, lupa capitolina)
Alcuni collegamenti contenuti in questa mappa sono stati già trattati. Altri li lascio al tuo lavoro di approfondimento con gli insegnanti e con i compagni di classe. Tuttavia, voglio suggerirti alcuni spunti di riflessione, che possono eventualmente arricchire gli elementi a tua disposizione.
San Francesco e il lupo di Gubbio Conosci sicuramente questa leggenda che testimonia l’amore del Santo per gli animali, per gli esseri viventi in genere e per tutto il Creato. L’atteggiamento del Santo nei confronti del lupo è “rivoluzionario”, se consideri che egli è vissuto in un’epoca, il Medioevo, nella quale il lupo è considerato un essere demoniaco e in quanto tale incute terrore e per questo viene sterminato. San Francesco invece con il suo gesto predica l’amore universale, mettendosi contro la mentalità dell’epoca. Del resto il Cantico delle creature, da lui scritto, è testimonianza della fede assoluta in Dio e dell’amore per i viventi.
Si può proporre la lettura del Cantico di San Francesco e insieme commentare i diversi passi.
Cappuccetto rosso Quale ruolo ha il lupo nella narrazione?
E, soprattutto, che fine fa il lupo?
Adesso continua tu. Cerca altri racconti o testimonianze artistiche con al centro la figura del lupo. In riferimento alla figura del lupo, ti propongo un altro schema operativo, che mette in evidenza come la sua immagine sia cambiata nei secoli.
IL LUPO Prima del Cristianesimo
È venerato e onorato per le sue qualità predatorie, è amico dell’uomo nella caccia, collabora con i gruppi umani, si mostra più dotato dell’uomo.
Dopo il Cristianesimo
Diventa un essere diabolico, feroce, malvagio; è una personificazione del maligno e quindi va ucciso; da amico dell’uomo, diventa un suo antagonista.
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A che cosa è dovuto questo cambiamento? Probabilmente è avvenuto lentamente con le graduali trasformazioni delle comunità umane dal nomadismo alla sedentarietà. Diventato stanziale, l’uomo si dedica all’agricoltura e all’allevamento e il lupo da compagno di caccia, si trasforma in predatore delle sue greggi, cioè in un pericolo per la sopravvivenza dei gruppi umani. Quindi brutalmente estromesso dalla comunità umana. Nel Medioevo il lupo subisce un ulteriore processo di radicale estromissione. I licantropi, gli uomini che diventavano lupi erano in realtà dei malati di mente. A volte erano affetti da ipertricosi, malattia che fa crescere i peli del corpo in modo smisurato. Ma questa pelosità in eccesso era interpretata come un segno chiaro e inoppugnabile di licantropia. Per questo miglia di uomini furono processati e uccisi, mentre erano solo dei malati mentali.
Appunti
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