CICR | In Azione | Dicembre 2019

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I L C O M I TAT O I N T E R N A Z I O N A L E D E L L A C R O C E R O S S A

IN AZIONE Dicembre 2019 / N° 07

Insieme al loro fianco


SOMMARIO 04

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AGIRE INSIEME

DIALOGO

Dove vanno i vostri soldi? 1277,9 milioni di chf

Le vostre iniziative, i vostri messaggi e le vostre domande. Scriveteci!

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08

FATE UN LASCITO

COME SOSTENERCI

Fare un lascito è dare alle vittime dei conflitti la speranza di una vita migliore.

Diventi Amico del CICR.

HA UNA DOMANDA?

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Desidera reagire a un articolo pubblicato su questa rivista?

IL CICR IN AZIONE

STORIA

Non esiti a scriverci: don@cicr.org

Le loro voci dal terreno.

I bambini raccontano la loro storia a disegni.

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DIETRO LE QUINTE

DOVE VANNO I VOSTRI SOLDI

Un partenariato in perfetta salute.

Budget e operazioni del CICR.

CICR

CICR

IL SERVIZIO DONATORI

Foto di copertina: CICR Myanmar: Ma Win, 52 anni è dovuta fuggire dalla sua casa con i suoi sette figli. Hanno ricevuto dei vestiti dal CICR. «Ero molto preoccupata per la loro salute. Questi vestiti li terranno caldi durante la notte.”

Comitato internazionale della Croce Rossa Servizio donatori Avenue de la Paix 19 CH-1202 Ginevra Tel.: +41 22 730 21 71 Fax: +41 22 730 28 99 E-mail: don@cicr.org Sito web: cicr.org/aiutateci

Impressum Edizione e re da zione: Comitato inte r na zionale de lla Croc e Ros s a I D iret tr ic e de lla re da zione: S y l v ie Pe llet I Ha nno colla borato a qu e sto nume ro: Katherine Roux, Jacqueline Fernandez, e i colleghi della sottodelegazione in Sittwe, Nicole Rosset, Simon Regard, Sigiriya Aebischer Perone, Pascal Nepa, Marie-Jo Girod, Audrey Brasier, Marion Liard I G raf ic a: Bra ndlif t G inev ra I T iratura: 150 0 0 0 copie (f ra nc e se -te de sco -italia no) I Se de de l CICR: Comitato inte r na zionale de lla Croc e Ros s a – Ave nu e de la Pai x 19 – CH-1202 G inev ra 02  |  cicr.org/aiutateci | Dicembre 2019


CICR

EDITORIALE Anche la guerra ha dei limiti

U

n nuovo anno sta volgendo al termine. È stato un anno segnato da un’attualità internazionale preoccupante di cui sono testimoni i nostri circa 18 000 collaboratori sul campo. Ciononostante non perdiamo la speranza e lavoriamo giorno dopo giorno a fianco delle popolazioni vittime dei conflitti armati per alleviarne le sofferenze e aiutarle a ricostruire le loro vite. Il 2019 è stato anche l’anno della ricorrenza del 70° anniversario delle quattro Convenzioni di Ginevra del 1949, Convenzioni che ci hanno conferito il nostro mandato esclusivo e che regolano la condotta delle ostilità per proteggere, tra l’altro, i civili, i feriti e i prigionieri in tempo di guerra. Nel corso degli ultimi 70 anni questi trattati essenziali hanno permesso di salvare un numero incalcolabile di vite e di alleviare le sofferenze in centinaia di conflitti. Nonostante questi trattati siano stati ratificati da tutti gli Stati, sfortunatamente non sono universalmente rispettati. E la loro violazione ha conseguenze disastrose, soprattutto per la popolazione civile. Tuttavia queste Convenzioni sono più attuali e utili che mai. Conformemente al nostro mandato, lavoriamo senza sosta con le forze e i gruppi armati per incoraggiarli a rispettarle nonché con le autorità per favorirne l’integrazione nella legislazione nazionale. I nostri

colleghi incaricati di queste missioni, tra i quali vi sono ex ufficiali e giuristi, assistono quotidianamente a situazioni in cui il diritto internazionale umanitario è stato rispettato e la popolazione civile risparmiata. Purtroppo questi successi non sono sempre visibili e non occupano le prime pagine dei giornali. Eppure, la smobilitazione di migliaia di bambini associati a forze o gruppi armati oppure l’aver potuto far giungere aiuti umanitari a milioni di persone in Siria o l’aver potuto visitare circa un milione di persone incarcerate ogni anno, sono illustrazioni concrete del rispetto del diritto internazionale umanitario. La sua solidarietà permette ai nostri colleghi di continuare ad adoperarsi per rafforzare la protezione dei civili, dei feriti e dei prigionieri, e nel contempo a fornire assistenza e aiuto per ricostruirsi una vita a quegli uomini, quelle donne e quei bambini che lottano per sopravvivere. Tengo a esprimerle la mia sincera gratitudine per la fiducia che ripone nella nostra istituzione. Insieme ridiamo speranza a milioni di persone in tutto il mondo. Auguro a lei e alla sua famiglia buone feste di fine anno.

DOMINIK STILLHART DIRETTORE DELLE OPERAZIONI DEL CICR   cicr.org/aiutateci | Dicembre 2019 | 03


AGIRE INSIEME

Mari Aftret Mortvedt/CICR

LE VOSTRE DONAZIONI NEL 2019

I VOSTRI DONI DI SPERANZA

Grazie di cuore per il vostro sostegno su cui abbiamo potuto contare anche quest’anno. La vostra grande generosità ci ha permesso di intervenire in aiuto di milioni di persone vittime dei conflitti in ogni parte del mondo. Non dimentichiamole! Anche se alcuni di questi conflitti non occupano più le prime pagine dei giornali, gli uomini, le donne e i bambini che ne sono vittime continuano a soffrire nonostante facciano prova di una forza, di una resilienza, di una generosità e di uno spirito di aiuto reciproco degni di ammirazione, come constatato ogni giorno dai nostri 18 000 collaboratori sul campo. Che si tratti della Siria, della Repubblica Democratica del Congo, dello Yemen o di Myanmar, i combattimenti spesso obbligano i civili a scappare per trovare rifugio lontano dalle loro case. I genitori fanno fatica a sovvenire alle necessità dei propri figli. Inoltre le infrastrutture sanitarie e idriche sono spesso danneggiate o addirittura distrutte, peggiorando ulteriormente la situazione della popolazione. Ottobre 2019, nel nord-est della Siria: l’inasprimento dei combattimenti ha conseguenze drammatiche per i civili che, a decine di migliaia, scappano dalle città e dai villaggi situati vicino alla frontiera turco-siriana. Oum Ali, 38 anni, è una di queste persone sfollate. «Avevamo appena finito di mangiare quando abbiamo sentito un’enorme esplosione molto vicino a casa nostra», racconta. «I miei bambini, ancora piccoli, sono scoppiati a piangere. Con

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«AVEVAMO APPENA FINITO DI MANGIARE QUANDO ABBIAMO SENTITO UN’ENORME ESPLOSIONE MOLTO VICINO A CASA NOSTRA. CI SIAMO SUBITO MESSI IN CAMMINO. CI SONO VOLUTI DUE GIORNI PER ARRIVARE A HASSAKEH. CI SENTIAMO UN PO’ PIÙ AL SICURO, MA NON ABBIAMO POTUTO PORTARE VIA NIENTE CON NOI, NÉ CIBO, NÉ ACQUA, NÉ MATERASSI.» OUM ALI, 38 ANNI, SFOLLATA CON LA SUA FAMIGLIA

mio marito li abbiamo fatti uscire di casa e ci siamo subito messi in cammino. Ci sono voluti due giorni per arrivare a Hassakeh, dove abbiamo trovato rifugio. Ci sentiamo un po’ più al sicuro, ma non abbiamo potuto portare via niente con noi, né cibo, né acqua, né materassi.» Agosto 2019, a Aden (Yemen): dopo diversi giorni di combattimenti che hanno provocato numerosi morti e centinaia di feriti, gli ospedali della città sono messi a dura prova.


AGIRE INSIEME

DOVE VANNO I VOSTRI SOLDI? 1277,9 MILIONI DI CHF

Nel 2019 avete risposto ai nostri numerosi appelli e di questo vi siamo profondamente riconoscenti. Ecco qualche esempio di ciò che abbiamo potuto fare grazie a voi (in milioni di CHF). SIRIA Distribuzione di viveri a oltre 870 000 persone e di articoli domestici essenziali a circa 500 000 persone.

YEMEN

69.4

Accesso facilitato all’acqua potabile per quasi 4,9 milioni di persone, con una riduzione dei rischi di contrarre malattie trasmesse dall’acqua.

187.6 46.7

127.4 77.3

52.2 66.4

51.3

45.4 105.0 SUD SUDAN

Fatehi Hamid/CICR

Noura Oualot/CICR

Distribuzione di sementi, attrezzi e reti da pesca a circa 81.0 420 000 persone per aiutarle a sovvenire alle proprie necessità.

62.8

101.0 138.7

65.7

Le nostre 15 operazioni di grande portata nel 2019 (in ordine decrescente) Siria

Libia

Sud Sudan

Somalia

Iraq

Myanmar

Nigeria

Israele e territori occupati

Yemen

Mali

Repubblica Democratica del Congo

Libano

Afghanistan

Repubblica Centrafricana

Ucraina

Altre: 585,1 milioni

«Quando i servizi di base non sono più garantiti, le conseguenze per la popolazione possono risultare fatali. Numerosi feriti non hanno potuto raggiungere l’ospedale. Una persona ha chiesto a un collaboratore del CICR se poteva procurargli un generatore per il suo anziano vicino che ne aveva imperativamente bisogno per far funzionare il suo apparecchio per l’ossigeno. I conflitti abbondano di storie come queste che non vengono mai raccontate, storie di persone che soffrono in silenzio», spiega Mathias Kempf, responsabile della missione del CICR a Aden. Giugno 2019, in Sud Sudan: Luka è arrivato in un campo di fortuna dopo essere fuggito dal suo villaggio d’origine in cui erano scoppiati dei combattimenti. «C’era la guerra», racconta il giovane ventottenne. «Non avevo nessun altro posto dove andare.» Come molte persone sfollate, Luka ha paura di tornare a casa e preferisce rimanere nel campo anche se non ha alcuna prospettiva. «Mi accontento di mangiare ciò che mi danno», prosegue. «Se non ricevo niente, non mangio.»

cicr.org/aiutateci  cicr.org/aiutateci || Dicembre 2019  2019 | 05 |  05


DIALOGO

I VOSTRI MESSAGGI Ha domande o osservazioni da fare? Desidera reagire a un articolo pubblicato sulla rivista? Non esiti a scriverci! Saremo lieti di rispondervi in questa rubrica.

Comitato internazionale della Croce Rossa Rivista dei donatori Avenue de la Paix 19 CH-1202 Ginevra E-mail: don@cicr.org

L’anno scorso più di 800 di voi hanno fatto sentire il loro caloroso sostegno alle nostre squadre sul campo. I vostri messaggi ci sono arrivati dritti al cuore: è bello sapere che possiamo contare sulla vostra incrollabile generosità, che ci permette di essere vicini alle comunità che hanno bisogno del nostro aiuto e di offrire loro un po’ di speranza.

CICR

La vostra umanità in azione

Vendita di cioccolato per il popolo yemenita Profondamente toccati dalle conseguenze del conflitto sulla popolazione dello Yemen, studenti e insegnanti del Liceo cantonale di Porrentruy, nel Giura, hanno organizzato una vendita di cioccolato artigianale. Dato che il CICR è una delle poche organizzazioni umanitarie svizzere presenti in Yemen, il liceo ha deciso di devolvergli l’intero ricavato della vendita di cuori di cioccolato. I nostri più sentiti ringraziamenti agli studenti e al personale docente. Se volete organizzare anche voi una raccolta fondi a favore del CICR visitate la pagina cicr.org/eventi, dove troverete tutte le informazioni necessarie.

Le vostre domande Perché inviate la rivista avvolta in una pellicola di plastica?

Per l’invio della nostra rivista abbiamo preso in considerazione diverse possibilità. Da studi recenti, pubblicati in Svizzera e in Francia, è emerso che in definitiva la plastica è la soluzione più ecologica (a patto che gli imballaggi vengano raccolti separatamente e inceneriti). Altre organizzazioni che si impegnano a favore dell’ambiente hanno fatto la stessa scelta.

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vlad Kutepov

Il CICR si adopera per integrare la sostenibilità attraverso un’azione adeguata, efficace ed ecologicamente responsabile massimizzando al contempo l’impatto positivo dell’aiuto umanitario.


FATE UN LASCITO PER RIDARE ALLE VITTIME DELLA GUERRA LA SPERANZA DI UNA VITA MIGLIORE In veste di responsabile di lasciti e donazioni al CICR, ho spesso la fortuna di conoscere persone che hanno preso la generosa decisione di fare una donazione postuma. Quando qualcuno mi chiede quanto contano le donazioni per la nostra organizzazione, la prima cosa a cui penso è l’altruismo di queste persone.

tempo debito (ha intenzione di vivere ancora a lungo!), di contribuire a salvare vite umane.

CICR

LORO LO HANNO FATTO, PERCHÉ NON VOI?

E poi c’è Giulio, un signore di 87 anni di origini italiane che durante la Seconda guerra mondiale è stato deportato insieme al padre per costruire aerei in Germania. Giulio ha visto suo padre, indebolito dalla fame e dalle malattie, deperire poco a poco sotto i suoi occhi. Per onorare la memoria del genitore, il cui ricordo lo commuove ancora, Giulio ha deciso di sostenere con un lascito le attività di assistenza a favore delle persone più vulnerabili che soffrono la fame in Sud Sudan.

CICR Ibrahim Sherkhan/CICR

Infine c’è Nuala, delegata del CICR per oltre 15 anni, che ha dedicato tutta la sua vita agli altri. Senza dire nulla al CICR, Nuala ha deciso di portare avanti il suo impegno a favore delle vittime dei conflitti anche dopo la sua morte. La sua donazione ha permesso di finanziare le attività di riabilitazione fisica a Gaza per un anno. Nuala era molto legata alla sua famiglia, che ha rispettato le sue ultime volontà. Marie-Jo Girod, responsabile lasciti e donazioni

Il mese scorso mi ha contattato Thierry, che desidera fare un lascito al CICR. Durante la sua carriera di giornalista ha avuto occasione di vedere all’opera i nostri delegati sul terreno. Anche Thierry avrebbe voluto essere uno di loro, almeno per qualche anno, ma il destino ha deciso altrimenti: ha infatti incontrato la donna della sua vita, con la quale ha messo su famiglia qui in Svizzera. Oggi, pensando al CICR nel suo testamento, ha deciso di passare dalle parole ai fatti e, a

Fare un lascito è dare alle vittime dei conflitti la speranza di una vita migliore Pensare al CICR nel vostro testamento è uno dei modi più belli che avete per ridare un futuro alle vittime dei conflitti. Grazie alla vostra generosità, tra molti anni saremo ancora qui, a fianco dei più bisognosi.

CICR

In segno di ammirazione e riconoscenza nei loro confronti, desidero condividere con voi alcune testimonianze che ho avuto modo di raccogliere negli ultimi tempi.

Se volete maggiori informazioni su come predisporre un lascito a favore del CICR, naturalmente senza impegno, rivolgetevi a Marie-Jo Girod al numero di telefono 022 730 33 76 o tramite e-mail all’indirizzo mgirodblanc@icrc.org. Sarà felice di aiutarvi. www.cicr.org/lascito

IL VOSTRO LASCITO, LA NOSTRA AZIONE, LA LORO VITA OLTRE LA GUERRA. cicr.org/souteneznous | Décembre   cicr.org/aiutateci  cicr.org/aiutateci || Dicembre 2019  2019 | 07 |  07


Paulin Bashengezi/CICR

NEL CUORE DELL’AZIONE: DIVENTATE ANCHE VOI AMICI DEL CICR E RIDATE SPERANZA E DIGNITÀ ALLE VITTIME DEI CONFLITTI ARMATI AIUTATECI A INTERVENIRE A FAVORE DELLE VITTIME DEI CONFLITTI ARMATI

In quanto membri del Circolo degli Amici, nel corso dell’anno beneficerete di numerosi privilegi: inviti a conferenze ed eventi del CICR, informazioni periodiche sulle nostre attività e contatto con la realtà operativa della nostra organizzazione.

Eva Pilipp/CICR

Il Circolo degli Amici del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) riunisce i donatori più fedeli della nostra organizzazione. Entrando a far parte del Circolo contribuirete al più grande movimento umanitario del mondo e ridarete speranza e dignità a migliaia di vittime dei conflitti armati. Insieme rappresentiamo spesso l’ultima risorsa per arginare le conseguenze della guerra.

«Ho preso la decisione di sostenere finanziariamente il CICR quando ero ancora una giovane infermiera ventenne. Ho un legame molto forte con il Circolo degli Amici del CICR. In qualità di membro, ho potuto conoscere più da vicino gli orrori della guerra e nel contempo rendermi conto di quanto siamo privilegiati. Ciò ha fatto nascere in me un immenso senso di gratitudine.

ational de la Croixer Paix 19

Rouge (CICR)

Sono rimasta particolarmente colpita dallo scambio telefonico che abbiamo avuto in diretta con l’équipe di Aleppo, in Siria, durante l’ultima conferenza annuale del Circolo tenutasi a Zurigo, così come dalla visita al centro logistico di Ginevra, dove abbiamo potuto vedere le protesi per i bambini.

LES AMIS DU CICR

INVITATION AMIS DU CICR

Mari Aftret Mortvedt/CICR

ELLE DU CERCLE DES CONFÉRENCE ANNU E 2019, GENÈVE MARDI 19 NOVEMBR

Sono riconoscente a tutti coloro, donne e uomini, che si adoperano per la pace e si impegnano per alleviare le sofferenze delle vittime dei conflitti. Sostenere queste persone per me è un dovere, quello di aiuto reciproco che accomuna tutti gli esseri umani.»

Testimonianza di una donatrice zurighese,

membro del Circolo degli Amici del CICR

Oggi il Circolo degli Amici conta oltre un centinaio di membri. Unitevi a loro! Per maggiori informazioni vi preghiamo di rivolgervi a Audrey Brasier, responsabile del Circolo degli Amici del CICR, telefonicamente al numero +41 22 730 34 70, o tramite e-mail all’indirizzo abrasier@icrc.org — Pagina web: cicr.org/amici 08  |  cicr.org/aiutateci || Dicembre 2019 08 | cicr.org/aiutateci


IL CICR IN AZIONE

LE LORO VOCI

CICR

DAL TERRENO

CICR

Myanmar – Nell’agosto del 2017, una serie di attacchi coordinati nello Stato di Rakhine e i successivi episodi di violenza hanno scatenato una delle più gravi crisi umanitarie della storia recente. Oltre 700 000 persone si sono rifugiate in Bangladesh, a cui si sono aggiunti migliaia di sfollati interni. La fragile tregua è stata interrotta nel dicembre del 2018 da nuovi scontri, questa volta tra l’esercito del Myanmar, il Tatmadaw, e le milizie locali dell’Arakan. Decine di migliaia di persone sono state costrette a fuggire e la situazione umanitaria, già molto precaria, è ulteriormente peggiorata.

Anche se nello Stato di Rakhine sono presenti diverse organizzazioni umanitarie, il CICR e i partner del Movimento hanno un accesso privilegiato alle popolazioni colpite, a cui forniscono aiuto sotto diverse forme. Lo scopo dei programmi di assistenza del CICR è permettere alle comunità di diventare autosufficienti, in modo sostenibile e senza rinunciare alla propria dignità. Nello Stato di Rakhine, e ovunque operiamo, adeguiamo la nostra risposta alle esigenze specifiche degli abitanti, nel rispetto della cultura e della situazione locale. In alcuni casi le nostre squadre si adoperano soprattutto a soddisfare i bisogni primari delle famiglie fornendo cibo, acqua, ripari e servizi igienici; in altri il CICR distribuisce sussidi che permettono alle persone di avviare piccole attività con cui guadagnarsi da vivere. Sia che si tratti di aiutare una comunità ad affrontare un’emergenza che di promuovere la sostenibilità a lungo termine, pianifichiamo con la massima cura ogni nostro intervento. Adottiamo un approccio olistico, attingendo alle competenze di tutte le nostre squadre di tecnici per elaborare un programma il più efficace possibile. Abbiamo chiesto ai nostri colleghi della sottodelegazione di Sittwe di raccontarci come si svolgono le loro giornate. Ecco le loro storie: farete scoperte molto interessanti!   cicr.org/aiutateci  cicr.org/aiutateci || Dicembre 2019  2019 | 09 |  09


IL CICR IN AZIONE

Mi occupo di coordinare il programma EcoSec a Sittwe. Lavoriamo insieme agli altri team per individuare le necessità più urgenti. I nostri colleghi della logistica fanno in modo che i prodotti ordinati rispondano ai requisiti di qualità del CICR e che gli articoli di cui abbiamo bisogno siano disponibili in magazzino. Nelle zone rurali in cui operiamo le difficoltà sono molteplici: strade in pessime condizioni, servizi pubblici praticamente inesistenti ecc. Le nostre attività di distribuzione possono anche essere ostacolate da eventi climatici imprevedibili. Cerchiamo comunque di cavarcela in tutte le situazioni per arrivare il prima possibile dove c’è bisogno di noi.

CICR

Pianifichiamo le nostre attività nei minimi dettagli, senza ovviamente tralasciare l’aspetto della sicurezza. L’incolumità del nostro personale è infatti la priorità numero uno. Prima di partire per una missione sul terreno le squadre della sottodelegazione si riuniscono per elaborare un piano d’azione. Il successo dei nostri sforzi dipende dal sostegno degli addetti alla logistica e all’amministrazione, il cui compito è garantire che i prodotti richiesti e i mezzi di trasporto necessari siano disponibili, tenendo presente che in questa regione gli aiuti vengono spesso consegnati per mezzo di imbarcazioni. Do il via libera solo quando sono certa che siamo tutti pronti, che le condizioni di sicurezza sono accettabili e dopo aver ricevuto l’approvazione delle autorità locali. Le squadre mi aggiornano regolarmente su come procedono le missioni sul campo.

Joel Ogsimer,

originario delle Filippine, ha iniziato a lavorare per il CICR dopo che il super tifone Haiyan ha distrutto la sua città nel 2014. Attualmente Joel è il delegato del CICR per la sicurezza economica (EcoSec) presso l’ufficio di Sittwe.

CICR

CICR

Nel mio ruolo di viceresponsabile della sottodelegazione di Sittwe mi assicuro che tutte le attività di assistenza si svolgano senza intoppi e in maniera coordinata, in funzione delle necessità delle persone che dobbiamo aiutare. Inviamo squadre multidisciplinari sul terreno affinché parlino direttamente con le comunità interessate per capire quali sono le loro esigenze e facciano un resoconto globale della situazione. Dopodiché, insieme alle comunità, decidiamo i tipi di aiuto più indicati.

Minzayar Oo/CICR

Charlie-Jil Zuercher,

originaria della Svizzera, è la viceresponsabile del nostro ufficio a Sittwe. Charlie-Jil lavora per il CICR dal 2016 ed è felice e orgogliosa di fare parte di un’organizzazione che affonda le sue radici proprio in Svizzera.

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IL CICR IN AZIONE

CICR

Bhanu Adhikari,

originario del Bhutan, è delegato per la logistica.

originario dello Stato di Rhakine, fa parte del nostro team EcoSec. Attualmente la mia squadra è impegnata ad assistere 6 000 famiglie che vivono in sei campi per sfollati. Distribuiamo cibo e altri articoli di prima necessità come utensili per cucinare, coperte, teloni impermeabili, stuoie, zanzariere e kit per l’igiene. Cerchiamo anche di aiutare le persone ad avviare piccole attività fornendo sementi, concime e attrezzi per coltivare la terra. Infine, distribuiamo sussidi in contanti affinché le famiglie riescano a mantenersi, rilanciando al tempo stesso l’economia locale.

CICR

Il mio team collabora assiduamente con la Croce Rossa del Myanmar. Non potremmo farcela senza l’aiuto dei nostri colleghi. Sono molto orgoglioso di lavorare per il CICR. Credo fortemente nel mandato, nell’imparzialità e nella neutralità della nostra organizzazione e nel suo modo di operare, rispettoso delle norme e procedure di cui si è dotata. Le nostre squadre sono composte da persone provenienti da Paesi e culture diverse, ognuna con il proprio bagaglio di esperienze, e questo significa che possiamo imparare molto gli uni dagli altri.

La nostra squadra si è insediata da poco, ma è formata da persone straordinarie. Oggi siamo in dieci e sono orgoglioso di come impariamo e cresciamo tutti insieme. La squadra di logistica si occupa della fornitura e del trasporto dei prodotti per la sottodelegazione. Cerchiamo, per quanto possibile, di comprare da produttori del posto, a patto naturalmente che la qualità sia all’altezza dei nostri standard. In questo modo contribuiamo all’economia locale. La gestione delle scorte è sempre un rompicapo visto il poco spazio a disposizione, l’umidità ecc. Per questo dobbiamo controllare attentamente tutti i prodotti in modo da evitare perdite e sprechi. CICR

Ye Win Chit,

Nelle situazioni di emergenza lavoriamo giorno e notte, mobilitando fornitori e trasportatori e assicurandoci che camion e imbarcazioni siano pronti per la distribuzione degli aiuti. Dobbiamo essere flessibili perché non sempre le cose vanno come previsto e spesso ci tocca fare cambiamenti all’ultimo minuto. Ogni distribuzione richiede ore e ore di pianificazione e un grosso lavoro di follow-up: trattative, appalti, stesura di contratti, definizione di procedure, calcoli, migliaia di telefonate e, naturalmente, resoconti meticolosi e aggiornamento costante dei nostri registri.

www.icrc.org/supportus    cicr.org/aiutateci  cicr.org/aiutateci | | |December Dicembre 2019  2019 | 11 |  11


CICR

CICR

CICR

IL CICR IN AZIONE

originario di Sittwe, è uno dei capitani delle imbarcazioni del CICR.

CICR

Il mio lavoro consiste nel trasportare le nostre squadre dove c’è bisogno di loro. La priorità assoluta è la sicurezza dei miei passeggeri. La difficoltà maggiore del trasporto su acqua è rappresentata dal tempo: dobbiamo fare attenzione alle maree, alla velocità del vento e alle condizioni meteorologiche generali. So che le comunità locali si fidano del CICR e lo rispettano per la qualità del suo lavoro.

Anaïs Pagot,

originaria della Francia, è una dei delegati alla protezione del CICR. Il lavoro di protezione che svolgiamo qui è molto delicato. Partecipiamo a missioni di valutazione insieme ai nostri colleghi di EcoSec, Acqua & Habitat e Salute. Il compito del mio team è dialogare con le comunità per capire quali rischi corrono in modo da trovare soluzioni per mitigarli. Siamo particolarmente attenti ai gruppi esposti a rischi specifici, come donne e bambini, ma anche anziani, disabili e sfollati.

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La mia squadra è spesso presente sul terreno, dove cerca di parlare con il maggior numero di persone possibile per ascoltare le loro storie e capire le loro necessità. Così facendo possiamo valutare meglio l’assistenza di cui hanno bisogno, monitorare l’impatto nel tempo ed eventualmente apportare modifiche. Discutiamo anche con le autorità e i leader locali di vari argomenti, ad esempio di sicurezza, accesso, protezione dei civili e così via. Un altro degli scopi delle squadre di protezione del CICR è assicurarsi che i diritti dei civili, dei detenuti e dei feriti vengano rispettati. Le testimonianze di prima mano che raccogliamo, e che trattiamo con la massima riservatezza, aiutano il CICR a rendersi conto delle difficoltà che la popolazione deve affrontare e a individuare la risposta più idonea. La squadra di protezione è spesso la prima a valutare la situazione. In un conflitto, siamo una sorta di interfaccia tra i civili e le autorità. La nostra analisi confluisce nel dialogo bilaterale riservato che il CICR intrattiene con le autorità e con altri soggetti in grado di influenzare la situazione. CICR

Kyaw Myo Thu,


IL CICR IN AZIONE

Myaint Naing,

Raphael Boreham,

originario del Regno Unito, lavora per il CICR da sei anni.

Mi piace molto lavorare per il CICR, non ci sono mai due giorni uguali. Ho avuto modo di conoscere molte regioni del mio Paese e mi sono state affidate responsabilità sempre maggiori. Per me è un onore e un privilegio dare una mano ai miei connazionali, che hanno dovuto superare tante prove. Per aiutare davvero chi soffre ci vogliono solidarietà e comprensione.

Cho Maung,

originario del Myanmar, è funzionario del Movimento, addetto alla cooperazione. Sono responsabile delle relazioni con la Croce Rossa del Myanmar e coordino la partecipazione dei volontari alle nostre attività sul terreno. Abbiamo fornito corsi di formazione in vari programmi come i primi soccorsi, EcoSec e Acqua & Habitat. Dagli scontri nel 2018 i bisogni sono aumentati: per questo ho partecipato all’assunzione e alla formazione di centinaia di volontari i quali, provenendo dalle comunità con cui lavoriamo, sono spesso in ottimi rapporti con le autorità locali e possono accedere a luoghi altrimenti difficili da raggiungere. A seconda del tipo di progetto, ci sono in media tra 10 e 15 volontari che, a turno, collaborano con noi. In alcuni casi, quando ad esempio le squadre del CICR non hanno facile accesso, i volontari svolgono le attività autonomamente affinché gli aiuti giungano a destinazione.

In pratica aiuto il CICR a familiarizzarsi con la cultura locale in modo che abbia un’idea di cosa sta succedendo nel Paese. Mi occupo inoltre di informare i miei colleghi sugli aspetti chiave del contesto in cui operano e cerco, per quanto possibile, di anticipare gli eventuali rischi per il nostro lavoro. Nel complesso ritengo che l’immagine del CICR sia migliorata rispetto al passato e che oggi la popolazione ci accetti e ci conosca meglio.

Shane Wilkes,

originario dell’Australia, è il delegato Acqua & Habitat della sottodelegazione. Il lavoro mio e della mia squadra è molto vario. Come hanno detto i miei colleghi, tutti contribuiamo alla valutazione dei bisogni. Cerchiamo di dialogare il più possibile con le comunità organizzando visite nei villaggi, colloqui personali e gruppi di discussione. Dobbiamo assicurarci di fornire i servizi giusti alle persone giuste nel momento giusto. CICR

Gli ultimi due anni con il CICR sono stati frenetici e carichi di emozioni e sono fiero di fare parte di questo team. Ma soprattutto sono molto orgoglioso di aiutare a migliorare i rapporti con la Croce Rossa del Myanmar, di formare più volontari e, in generale, di promuovere l’accettazione del Movimento della Croce Rossa nella società birmana.

Il mio lavoro consiste nel monitorare il contesto politico, economico e sociale. Seguo attentamente i mezzi di comunicazione locali, comprese le fonti tradizionali come giornali, radio e televisione, e naturalmente i social media. Mi occupo anche di registrare tendenze, eventi e dichiarazioni, informando i team su che cosa sta accadendo e mettendoli in guardia da eventuali pericoli. Come hanno spiegato i miei colleghi, il CICR dialoga con le comunità attraverso i suoi rappresentanti e sui social media, onnipresenti nell’era digitale. Si tratta di canali importanti non solo per la comunicazione di informazioni, ma anche per sapere che cosa pensa la gente e promuovere il dialogo. CICR

originario del Myanmar, è addetto alla protezione e lavora con Anaïs.

CICR

In quanto delegato Acqua & Habitat il mio compito è garantire alle vittime di un conflitto l’accesso ad acqua pulita, servizi igienicosanitari e ripari. Forniamo inoltre ripari in situazioni di emergenza e costruiamo ponti e pontili per migliorare non solo l’accesso ai servizi sanitari e alle scuole, ma anche per favorire il commercio locale.

www.icrc.org/supportus  cicr.org/souteneznous | Décembre   cicr.org/aiutateci  cicr.org/aiutateci | | |December Dicembre 2019  2019 | 13 |  13


IL CICR IN AZIONE

CICR

LE COMUNITÀ CHE AIUTIAMO

CICR

CICR

Dinanzi al perdurare del conflitto nello Stato di Rakhine, le comunità di accoglienza forniscono un sostegno prezioso agli sfollati e, in generale, alle vittime degli scontri. U Ba Win è il direttore della scuola del villaggio di Auk Myat Hle. Ecco le sue parole: «Qui il problema principale è l’acqua potabile: durante la stagione secca molte persone devono camminare ogni giorno 30 minuti per andare a prendere l’acqua. Se non si arriva a un cessate il fuoco, la situazione peggiorerà per tutti.»

Mentre guarda sua figlia indossare la sua nuova giacca pesante, Ma Win, 52 anni, racconta la fuga dallo Stato di Rakhine: «Siamo arrivati qui in barca, ci abbiamo messo due ore. Ho sette figli. Quando siamo dovuti fuggire ero preoccupata per la loro salute. Questi abiti li terranno caldi durante la notte e i pantaloni lunghi li proteggeranno dalle zanzare.» La famiglia di Ma Win ha trovato rifugio nel campo di War Taung, dove il CICR ha recentemente distribuito indumenti per l’inverno.

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Hla Yamin Eain/CICR

«QUI IL PROBLEMA PRINCIPALE È L’ACQUA POTABILE: DURANTE LA STAGIONE SECCA MOLTE PERSONE DEVONO CAMMINARE OGNI GIORNO 30 MINUTI PER ANDARE A PRENDERE L’ACQUA. SE NON SI ARRIVA A UN CESSATE IL FUOCO, LA SITUAZIONE PEGGIORERÀ PER TUTTI.» U BA WIN, DIRETTORE DELLA SCUOLA DEL VILLAGGIO DI AUK MYAT HLE

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RACCONTI

I BAMBINI RACCONTANO LA LORO STORIA A DISEGNI In occasione della Giornata mondiale del bambino africano il 16 giugno, l’ufficio del CICR a Bukavu (Repubblica democratica Del Congo) ha organizzato un concorso di disegno a cui hanno partecipato 56 bambini del centro di transito del BVES1 e un centinaio di bambini disabili del centro di riabilitazione fisica Heri Kwetu. Molti di questi bambini hanno conosciuto da vicino la violenza e vengono da esperienze traumatiche. Li abbiamo invitati a raccontarci in immagini che cosa è successo loro prima di arrivare nei centri. Il risultato ha superato le nostre aspettative e non è stato facile scegliere tra i numerosi disegni: ognuno di essi, infatti, racconta una storia forte e commovente. Di seguito una piccola selezione. 1. Ufficio per il volontariato al servizio dell’infanzia e della salute (http://www.bves-rdc.org/) * Nomi di fantasia

«UN GIORNO IL NOSTRO VILLAGGIO È STATO ATTACCATO DA UOMINI ARMATI CHE MI HANNO PORTATA VIA. DA ALLORA NON HO PIÙ RIVISTO LA MIA MAMMA. SONO SICURA CHE PIANGE TUTTI I GIORNI», RACCONTA CLAUDINE*. IL CICR E I SUOI PARTNER FANNO DI TUTTO AFFINCHÉ LA PICCOLA POSSA RIABBRACCIARE PRESTO SUA MADRE.

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Per informazione Il BVES accoglie bambini estremamente vulnerabili. Molti di loro sono stati a contatto con le forze armate o con gruppi armati. Il CICR contribuisce al loro reinserimento sociale e fa in modo di riunirli con le famiglie di origine. Il CICR sostiene il centro Heri Kwetu, dove i pazienti ottengono apparecchiature ortopediche e sedute di riabilitazione fisica per ritrovare l’autonomia perduta e un posto nella società.


RACCONTI

David*, 12 anni, vive attualmente presso il centro di transito del BVES. Nel suo disegno illustra come è stato separato dai suoi genitori. Grazie al CICR potrà presto ritornare nella sua famiglia.

Jeanne* è in cura presso il centro di riabilitazione fisica Heri Kwetu. Attraverso il suo disegno ci racconta di essere stata ferita a un piede da una pallottola vagante durante un attacco al suo villaggio. Purtroppo quando è arrivata in ospedale era già troppo tardi: i medici non sono riusciti a salvarle la gamba, che ha dovuto essere amputata. Oggi Jeanne sta imparando di nuovo a camminare con l’aiuto di una protesi.

Louis* ha disegnato diverse situazioni che possono rendere disabile una persona. «Di tutte queste situazioni ho già assistito a incidenti stradali, assalti con il machete e combattimenti. Sono cose brutte da vedere.»

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DIETRO LE QUINTE

UN PARTENARIATO IN PERFETTA SALUTE

Per affrontare queste sfide, il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) è costantemente alla ricerca di nuovi mezzi per rispondere ai bisogni umanitari delle persone vittime dei conflitti. Il partenariato tra il CICR e gli Ospedali universitari di Ginevra (Hôpitaux universitaires de Genève, HUG), firmato nel 1999 e rinnovato nel 2015, permette di fornire una migliore assistenza medica alle vittime dei conflitti armati e di altre situazioni di violenza.

Baron Nkoy/CICR

Questa collaborazione si prefigge di ottimizzare le competenze di ognuna delle istituzioni. Gli HUG forniscono il loro know-how nel settore della ricerca, propongono delle formazioni e mettono a disposizione personale qualificato, e il CICR fornisce le competenze mediche adeguate alle situazioni estremamente difficili e precarie dei Paesi in conflitto, nel tentativo di far fronte a tutte le sfide che ne conseguono.

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Wassy Kambale/CICR

Per i milioni di persone che vivono nei Paesi in guerra, l’accesso alle cure mediche è una questione di sopravvivenza. Tuttavia questo accesso è lungi dall’essere generalizzato. Alcune delle cause principali: le numerose strutture mediche solo parzialmente operative, la grave mancanza di materiale sanitario, nonché l’impossibilità, per una parte del personale medico, di recarsi in zone pericolose.

Dal 1999 gli HUG mettono a disposizione del CICR personale medico, sanitario e paramedico qualificato e competente. Specialisti degli HUG (chirurghi, fisioterapisti, medici psichiatri, operatori sanitari ecc.) hanno formato i loro omologhi negli ospedali sostenuti dal CICR in ogni parte del mondo. Simon Regard, medico urgentista agli HUG, di ritorno da una missione nell’est della Repubblica Democratica del Congo, il cui obiettivo consisteva nel valutare il programma di primo soccorso del CICR (in collaborazione con la Croce Rossa svedese), spiega: «A mio parere, portare soccorso è l’azione umanitaria più diretta che si possa immaginare. È la strada scelta da Henry Dunant a Solferino: quella più diretta per salvare delle vite e alleviare le sofferenze. I primi soccorsi trasmettono un formidabile messaggio di speranza, di coesione e di solidarietà alle comunità colpite dalla guerra. Al di là dei gesti tecnici, si tratta soprattutto di promuovere un comportamento di reciproca assistenza e di rafforzare le competenze locali. Se ben gestito, un programma di primo soccorso ha conseguenze positive anche in termini di accesso, in quanto permette di instaurare e mantenere un dialogo con certi portatori di armi. È inoltre uno strumento molto concreto per promuovere il rispetto del diritto internazionale umanitario. In un tale contesto il formatore può inoltre menzionare i diritti dei feriti e l’obbligo dei portatori di armi di prestare loro soccorso.


DIETRO LE QUINTE L’esperienza acquisita al CICR in questo campo mi ha permesso di integrare questa visione più ampia dei primi soccorsi – la promozione dell’aiuto spontaneo – nel programma cantonale di promozione della salute e di prevenzione dello Stato di Ginevra. Inoltre, nel quotidiano, il partenariato HUG-CICR favorisce l’esposizione degli operatori sanitari ad altri contesti: apertura ad altre culture, acquisizione di strumenti specifici, lavoro focalizzato sugli obiettivi e non sui mezzi. Tutto ciò è possibile grazie al lavoro sul campo.»

Mari Aftret Mortvedt/CICR

Gli HUG e il CICR, in collaborazione con Medici Senza Frontiere (MSF) e con l’Aiuto Umanitario (AU) svizzero, hanno organizzato una formazione per i collaboratori degli HUG che partecipano a missioni umanitarie. L’obiettivo è familiarizzarli con i principi e l’impegno umanitari delle organizzazioni nonché con le modalità di gestione della sicurezza.

Nicole Rosset, responsabile del coordinamento delle partenze in missione umanitaria presso gli HUG, spiega: «Questa formazione è importante per informare il nostro personale riguardo alle questioni di sicurezza di cui dovrà tenere conto sul campo, come, ad esempio, le restrizioni relative agli spostamenti professionali o personali, gli eventuali coprifuoco ecc. Il nostro personale ha una grande capacità di adattamento, ma non bisogna dimenticare che queste sono circostanze eccezionali. Ho potuto constatare che i miei colleghi di ritorno a Ginevra da una missione del CICR erano estremamente fieri di avervi potuto contribuire. Sentivo che quest’esperienza accresceva il loro impegno e la loro apertura. Gli HUG dispongono di mezzi e di tecnologie d’avanguardia. Riteniamo di avere la responsabilità sociale di aiutare le persone molto meno fortunate di noi e quella di trasmettere i valori umanistici di Ginevra e della Svizzera.»

Da oltre 15 anni il Servizio di medicina tropicale e umanitaria degli HUG garantisce l’assistenza medica ai collaboratori di organizzazioni umanitarie, in particolare a quelli del CICR, prima e dopo ogni missione. Il personale medico e sanitario di questo servizio è costituito da specialisti competenti nella diagnosi di malattie rare nei nostri Paesi. La loro esperienza permette inoltre loro di individuare i traumi psicologici legati alla complessità dei contesti in cui lavora il CICR. Il centro informa il CICR riguardo alle epidemie che colpiscono il pianeta e fornisce le raccomandazioni sulle misure da adottare. Per far fronte all’epidemia di Ebola, ha recentemente vaccinato i primi operatori che sono

intervenuti nella Repubblica Democratica del Congo. Si tratta dell’unico centro in Svizzera a fornire questo vaccino. Gli HUG, il CICR e l’Università di Ginevra (UNIGE) hanno inoltre sviluppato programmi di formazione continua e di insegnamento a distanza nonché seminari tematici. Il corso HELP (Health Emergencies in Large Populations – Emergenze sanitarie in grandi popolazioni) è stato elaborato in partenariato con l’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS), gli HUG e l’UNIGE per rafforzare la professionalità degli operatori umanitari che lavorano in situazioni di emergenza e promuovere l’etica professionale e i principi umanitari.

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