NOVITÀ
BALLET INSIDE MODERN CLASS
Un nuovo percorso IDA per includere le basi della danza classica nelle classi di modern e contemporaneo di Valentina Poggi
Perché chi studia danza contemporanea dovrebbe praticare danza classica? E quale è il modo più corretto per inserire nozioni di balletto in un percorso che privilegia altre tecniche? Ne abbiamo parlato con la docente Laura Nardi, diplomata all’Accademia Nazionale di Roma, da sempre versatile danzatrice e, come coreografa di danza contemporanea, vincitrice di numerosi riconoscimenti in numerosi festival e concorsi di rilievo nazionale.
Nell'immagine sopra: Laura Nardi
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EXPRESSION DANCE MAGAZINE
Laura, cosa rispondi a chi pensa che la tecnica classica sia addirittura d’ostacolo a chi ricerca un movimento naturale e non vincolato alla forma? Direi che non c’è conflitto, anzi sono certamente di più i vantaggi per chi ha la fortuna di inserire nel suo programma di studio elementi di base del balletto nonostante il suo obiettivo non sia quello di fare il danzato-
re classico. Per un ragazzo/a che aspiri al professionismo, prendere parte ad una classe di danza classica è un po’ come prendere le vitamine: la danza classica aiuta a migliorare la prestazione fisica, la coordinazione, la consapevolezza dello spazio e permette di lavorare alla sbarra su forza ed elasticità in maniera simmetrica su ambo i lati del corpo. Come può un insegnante di contemporaneo aiutare i propri studenti ad impadronirsi della tecnica di base della danza classica? Spesso si rinuncia ad introdurre un training di balletto in percorsi formativi di modern o contemporaneo per paura di spaventare gli allievi che scelgono questa disciplina dopo aver avuto approcci traumatici con la danza classica oppure con allievi che nutrono pregiudizi di base verso una disciplina percepita come troppo rigida e dogmatica. Poi, avendo poche