IED Roma Design - Yearbook 2019-2020

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DESIGN IED ROMA - YEARBOOK

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Accelerazioni / Accelerations | Gianfranco Bombaci

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Tempo di Ricarica / Charging time

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Station X | Alessandro Casadei

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Un design di sistema sostenibile / A sustainable system design

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Marika Aakesson Sensibilità Aumentate / Augmented sensibility

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Leggere lo spazio / Reading space | Marco Provinciali

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La casa luminosa / The lumionous house | Tommaso Arcangioli

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VALICO | Giulio Montalto

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Otrivio | Ludovico Sambucci

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Venchi Experience | Vincenzo Di Siena e Mattia Darò

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Bugs Hotel | Silvia Cioli e Luca D’Eusebio

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Torcè in China | Francesco Subioli

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Kitchen Stories | Alessandro Spalletta

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The Time is now! New citizen 1.5

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Superdomestico | Antonio Buonsante e Federico Casati

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Do it yourself design | Mauro Del Santo

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New Modern | Niccolò Ornaghi e Francesco Zorzi

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Outdoor furniture | Niccolò Adolini

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Corridors | Nicolà Munaretto e Guido Tesio

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Kids Furniture | Mauro Del Santo

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Design Lab

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Dettaglio di 3D printer del DesignLab Foto/Photo A. Cama 4


Il design è un’espressione meravigliosa di libertà. La libertà di mettersi in gioco ogni volta rispetto a situazioni nuove, intuire soluzioni che non si vedono, scoprire, ogni giorno di più, chi siamo e in cosa siamo migliori. Migliori nell’immaginare la vita di altri. L’anno che si è concluso di situazioni nuove ne ha proposte decisamente molte. Come studenti avete avuto la necessità di misurarvi con condizioni di contesto estreme e di misurare la vostra libertà con la capacità di risolvere problemi complessi e inimmaginabili prima. Esattamente quello che deve saper fare un bravo progettista. Vi auguro un futuro professionale che sappia alimentare questa libertà ogni giorno, nutrendola di passione, follia e un profondo senso di responsabilità. Design is a wonderful expression of freedom. The freedom to get involved every time into new situations, to imagine solutions that are not visible, to discover every day who we are and what we are better at. Better in imagining the life of others. The year that has ended has definetely proposed many new situations. As students you have had the need to measure yourself with extreme conditions and to measure your freedom with the ability to solve complex and previously unimaginable problems. Exactly what a good designer must be able to do. I wish you a professional future able to nourish this freedom every day, feeding it with passion, foolishness and a deep sense of responsibility. Laura Negrini Direttrice IED Roma

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Scuola di design in Via Casilina / School of Design in Via Casilina Foto/Photo M. Schimberni

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ACCELERAZIONI – ACCELERATIONS Gianfranco Bombaci

“Design must be an innovative, highly creative, cross-disciplinary tool responsive to the needs of men. It must be more researchoriented, and we must stop defiling the earth itself with poorlydesigned objects and structures.” ― Victor Papanek, “Design for the Real World”

L’anno accademico 2019-2020 è stato diviso in due parti uguali dal drammatico avvento della pandemia che ha travolto l’intero pianeta. Improvvisamente le nostre vite sono state proiettate in una dimensione di isolamento e distanza. Anche le attività didattiche si sono dovute velocemente riconfigurare in una dimensione digitale, sino a quel momento solo timidamente esplorata. I nostri spazi domestici si sono trasformati in aule, con non poca invadenza, privandoci di quella dimensione esperienziale e umana che è fondamento di ogni processo di apprendimento. Tuttavia, se il primo semestre ha potuto godere appieno delle dinamiche didattiche proprie di una scuola basata sull’esperienza e sull’applicazione immediata e pratica dei contenuti teorici e metodologici appresi, la seconda parte dell’anno ha rivelato potenzialità inaspettate. L’intera comunità di studenti, docenti e staff, dopo una prima fase di disorientamento, ha in breve tempo dimostrato capacità di adattamento e, soprattutto, di reazione alle limitazioni imposte dalle misure di contenimento del virus. Tutti i corsi si sono conclusi entro l’anno accademico e i progetti sviluppati hanno dimostrato la medesima qualità degli anni precedenti. Nuovi strumenti e una nuova organizzazione del tempo e dello spazio didattico, nonché nuovi comportamenti e dinamiche educative hanno prodotto un’incredibile accelerazione nell’evoluzione dei processi di apprendimento. Ben presto abbiamo tutti compreso di avere l’opportunità di innovare le competenze trasferite nella didattica introducendo skills più immateriali, ma repentinamente diventati molto concreti: mentalità multi-culturale, capacità comunicative e di collaborazione, adattabilità, networking, team building e critical thinking. L’emergenza ha accelerato i tempi di una trasformazione in atto dando luogo a un corto circuito progettuale potenzialmente liberatorio proprio per il disegno degli spazi e degli oggetti. Il corpo umano, al centro della progettazione di ogni designer, è stato infatti costretto ad acquistare una nuova dimensione spaziale, una nuova prossemica o, in altre parole, un diverso uso che gli individui fanno dello spazio sociale e personale. Il modo in cui organizzeremo, nel prossimo futuro, lo spazio e la galassia di oggetti attorno a noi avrà un ruolo cruciale, non solo per tornare progressivamente ad una nuova normalità, ma per tracciare una nuova rotta per l’intero genere umano. Una storica opportunità si presenta ai designer del futuro: ripensare il proprio ruolo e tornare a lavorare per il mondo reale, per assicurare a tutti gli uomini e a tutte le donne un ambiente più giusto, più equo, più sicuro e rispettoso del pianeta che, generosamente, ci ospita.

The 2019-2020 academic year was divided exactly into two equal parts by the dramatic advent of the new coronavirus pandemic that swept the entire planet. Suddenly our lives were thrown into a dimension of isolation and distance. Even the didactic activities had to be quickly reconfigured in a digital dimension, hitherto timidly explored. Our domestic spaces have been transformed into classrooms, with no little intrusiveness, depriving us of that experiential and human experience that is the foundation of every learning process. However, if the first semester was able to fully enjoy the teaching dynamics of a school based on experience and on the immediate and practical application of the theoretical and methodological contents, the second part of the year revealed unexpected potential. The entire community of students and teachers, after an initial phase of disorientation, quickly demonstrated the ability to adapt and, above all, to react to the limitations imposed by the virus containment measures. All courses were completed within the academic year and the projects developed have demonstrated the same quality as in previous years. New tools and a new organization of time and didactic space, as well as new educational behaviors and dynamics have produced an incredible acceleration in the evolution of learning processes. Soon we all understood that we had the opportunity to innovate the skills we use to teach by introducing more intangible competences, which suddenly became very concrete: multi-cultural mindset, communication and collaboration skills, adaptability, networking, team building and critical thinking. The emergency has accelerated the timing of an ongoing transformation, giving rise to a designing short circuit precisely in the design of spaces and objects. The human body, at the heart of every designer’s project, has in fact been forced to acquire a new spatial dimension, a new proxemics or, in other words, a different use that individuals make of social and personal space. The way in which we will organize, in the next future, space and the galaxy of objects around us, will play a crucial role, not only to gradually return to a new normality, but to trace a new way for the entire human race. Future designers have a historic opportunity: to rethink their role and get back to work for the real world, to ensure to all men and women an environment that will be fairer, rightfull, safer and respectful of the planet which, generously, hosts us. 7


TEMPO DI RICARICA – CHARGING TIME Progetto di tesi/Thesis project con/with EnelX

Interior Design Progetto di una Stazione di ricarica elettrica a Corso Francia, Roma / Design of a charging station in Corso Francia, Rome Relatore/Advisor: Alessandro Casadei Correlatore/Co-Advisor: Marco Provinciali Model Making: Marco Galofaro Lighting Design: Adriano Caputo Tecnologia/Technology: Giulio Aleandri Comunicazione/Communication: Claudio Castaldo, Claudio Esposito Product Design Design di un servizio e di un erogatore di energia per le stazioni di ricarica urbane / Service and product design of a charging pump for urban charging station Relatore/Advisor: Marika Aakesson Comunicazione/Communication: Alessio Tommasetti Prototipazione/Prototyping: Mauro Del Santo

A.Caroli, M.Conte, A.Cutecchia, Vista notturna della stazione di ricarica/Night view of the station 8

INTERIOR DESIGN


Promoting such principles as sustainability, flexibility and innovation is a great opportunity to help create a better immediate future through daily practices and habits. As a result of these considerations, the automotive world has been changing and a growing number of people are deciding to switch to electric vehicles. Developed in collaboration with ENEL X, the thesis project explored multidisciplinary design strategies aimed at enhancing and disseminating services connected with the use of alternative energy in urban mobility. Three IED Departments were involved in the thesis – Design, Visual Arts and Communication. Building on the common theme of transmitting values related to sustainability, they worked on the implementation of existing urban charging stations, awareness campaigns and interactive content to be conveyed in different formats and contexts. More specifically, the thesis project investigated the opportunities for building EV charging stations on public land, starting with EnelX JuicePoles, the recharging stations currently available in many urban areas. In the Product Design course, students designed new prototypes of JuicePole stations, investigating innovative forms of user experience, among other things. The Interior Design course focused on the design of an innovative type of electric charging station that offers integrated services with a high content of technological innovation. The Visual Arts and Communication Departments contributed to the project by developing audio-visual content and an overall strategy for communicating brand values.

A.Caroli, M.Conte, A.Cutecchia Vista interna della stazione di ricarica/ Interior view of the station

CHARGING TIME

La valorizzazione dei principi di sostenibilità, flessibilità e innovazione costituiscono una grande opportunità per contribuire al miglioramento del nostro immediato futuro, attraverso pratiche e abitudini quotidiane. Grazie a queste premesse il mondo dell’automotive sta cambiando e sempre più persone decidono di passare all’utilizzo di mezzi elettrici. Sviluppato in collaborazione con ENEL X, il progetto di tesi ha esplorato strategie di progettazione multidisciplinare che mirano alla valorizzazione e diffusione di servizi legati all’utilizzo di energia alternativa nella mobilità urbana. La tesi ha coinvolto tre Dipartimenti IED: Design, Arti Visive e Comunicazione che, attraverso il tema comune della trasmissione dei valori legati alla sostenibilità, hanno lavorato alll’implementazione delle attuali stazioni urbane di ricarica, a campagne di sensibilizzazione e a contenuti interattivi da veicolare in diversi formati e contesti. Nello specifico il progetto di tesi ha indagato le possibilità legate alla ricarica su suolo pubblico partendo dalle JuicePole di EnelX, le postazioni di ricarica già presenti in molti contesti urbani. Il corso di Product Design ha quindi progettato nuovi prototipi di postazioni JuicePole, indagando forme innovative anche di user experience. Il corso di Interior Design si è concentrato sulla progettazione di una innovativa tipologia di stazione di ricarica elettrica con servizi integrati ad alto contenuto d’innovazione tecnologica. I Dipartimenti di Arti Visive e Comunicazione hanno invece contribuito al progetto sviluppando contenuti audio-visivi e una strategia complessiva di comunicazione dei valori del brand.

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– STATION X Alessandro Casadei

Tra i cambiamenti epocali che la transizione ecologica porterà in dote nel corso dei prossimi anni ci sarà anche il dover rivedere alcuni piccoli gesti che per anni abbiamo reiterato in modo quasi meccanico.

TEMPO DI RICARICA

– One of the ground-breaking changes that the ecological transition will bring about over the next few years is the need to rethink certain small gestures that we have been repeating almost mechanically for years.

Il cambiamento nelle città e nella vita delle persone passa anche attraverso la modifica di piccole abitudini come il rifornimento della propria automobile. Cambia il tipo di carburante e cambia anche il tempo necessario per riempire il serbatoio. Un tempo che può essere impiegato per altre attività. Il tema del progetto di tesi degli studenti di Interior Design è stato la progettazione di una stazione di ricarica per veicoli elettrici capace di promuovere i principi della mobilità sostenibile. Gli studenti si sono misurati con un tema di grandissima attualità che in gran parte risulta ancora inesplorato visto che la prima stazione di servizio in Italia per veicoli elettrici sarà proprio la stazione di Enel X a Corso di Francia a Roma. Nella prima parte del corso i giovani progettisti si sono concentrati sul lavoro di ricerca analizzando da una parte l’area d’intervento e le sue connessioni con la città circostante, e dall’altra i riferimenti storici e tipologici delle stazioni di servizio cercando di fissarne le caratteristiche intrinseche. Il tema progettuale è poi stato sviluppato in piccoli gruppi alcuni dei quali hanno preso parte a team di lavoro interdisciplinari insieme agli studenti dei corsi di Product Design, Comunicazione e Arti Visive. Agli studenti è stato chiesto di elaborare delle proposte che, tenendo conto delle richieste del cliente, contenessero elementi innovativi sia dal punto di vista architettonico che da quello funzionale. Ogni gruppo di lavoro ha sviluppato il proprio percorso progettuale cercando di definire prima di tutto cosa può diventare oggi una stazione di servizio, quali nuove funzioni può accogliere e in che modo può essere gestita. Il risultato di tutta questa ricerca progettuale è un vasto campionario di proposte che indagano in varie direzioni il tema di tesi. Accanto al tema centrale dell’interior design ciascun gruppo ha impostato il proprio lavoro mettendo l’accento su elementi diversi come la comunicazione, la declinazione della Brand Identity o l’architettura sostenibile. Tutti i gruppi si sono dovuti poi confrontare con l’allestimento degli spazi esterni. Quello che nelle aspettative del committente non era altro che uno spazio per il parcheggio e la ricarica è stato ripensato come una nuova piazza urbana, come un landmark a scala territoriale o come uno spazio polifunzionale che possa ospitare eventi, concerti e addirittura un cinema drive in. Il fatto che il lavoro degli studenti si sia svolto quasi in contemporanea con la definizione del progetto da parte dei tecnici incaricati da Enel X per la realizzazione della stazione di servizio è stato per tutti i partecipanti al corso uno stimolo supplementare e un ponte ideale che ha trasportato i giovani designer verso la loro prima esperienza professionale. 10

Change in cities and in people’s lives is achieved – among other things – by changing small habits, such as how we refuel our cars. The type of fuel changes and so does the time it takes to fill the tank. That time can be used for other activities. The topic of the Interior Design thesis project was the design of an EV charging station capable of promoting the principles of sustainable mobility. Students took on a highly topical issue that is still largely unexplored, considering that the Enel X station on Corso di Francia in Rome is the very first service station for electric vehicles in Italy. In the first part of the course, the young designers focused on research work. On one hand, they analysed the project site and its connections with the surrounding city, and on the other hand they investigated the historical and typological references of service stations in an attempt to identify their intrinsic characteristics. Students developed the design theme in small groups, some of which were part of interdisciplinary work teams which included students from the Product Design, Communication and Visual Arts courses. Students were asked to formulate proposals that took into account the client’s requirements and contained innovative architectural and functional elements. Each work group set their own path for the design process, as firstly they tried to define what a service station can become today, what new functions it can accommodate and how it can be managed. Such extensive research work on the project topic yielded a broad range of proposals that investigate the thesis topic in several different directions. In addition to the central theme of interior design, each group placed emphasis on different aspects in their work, such as communication, brand identity and sustainable architecture. All groups were then confronted with a task they had never attempted before – the design of outdoor spaces. What the client expected to be a space for parking and charging vehicles was reinvented as a novel urban square, a landmark on a territorial scale or a multifunctional venue for events, concerts and even a drive-in cinema. The fact that the students were working on their projects basically during the same period as Enel X engineers were defining the project for the service station gave course participants added motivation and provided a virtual bridge for the young designers to cross in their transition towards their first professional experience. INTERIOR DESIGN


CHARGING TIME

Petricca, Taji, Zhu, Spaccato Assonometrico della Stazione / Axonometric of the station

Petricca, Taji, Zhu, Vista interna / Interior view 11


TEMPO DI RICARICA Isceri, Forte, Scaiola, Render interno della stazione di ricarica/Interior view of the charging station 12


CHARGING TIME

Isceri, Forte, Scaiola, Render notturno del “rack” di ricarica/Night view of the charging “rack”

Isceri, Forte, Scaiola, Render degli spazi pubblici esterni/Render of the public outdoor spaces 13


RICOGNIZIONE SULLE STAZIONI DI SERVIZIO NEL XX SECOLO

TEMPO DI RICARICA

1930, Bertrand Goldberg, GAS Station, Chicago

1936, Arne Jacobsen, Skovshoved Petrol Statio, Copenaghen

1952, Mario Bacciocchi, Stazioni Agip (grande), Italia

1952, Mario Bacciocchi, Stazioni Agip (piccola), Italia

1964, Eliot Noyes, Stazioni di servizio Mobil, USA-UK

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INTERIOR DESIGN


INVESTIGATION ON XX CENTURY’S SERVICE STATION

1969, Jean Prouvé, Stazioni di servizio Total, Francia

CHARGING TIME

1968, Costantino Dardi, Stazioni di servizio Kaaba, Italia

1969, Ludwig Mies van der Rohe, Nuns’ Island gas station, Montre

1970, Vittorio de Feo, Stazione tipo Esso, Italia

1997, Norman Foster, Stazione tipo Repsol, Spagna

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UN DESIGN DI SISTEMA SOSTENIBILE – A SUSTAINABLE SYSTEM DESIGN Marika Aakesson Il percorso di tesi è partito da una ricerca e un’analisi della mobilità delle città in Europa e nel mondo per comprendere quali sono i problemi, le esigenze e le criticità.

TEMPO DI RICARICA

– The thesis path began with the students researching and analysing urban mobility in Europe and worldwide in order to understand what the issues, needs and criticalities are.

L’idea di una smart city che supporti anzitutto i cittadini nel fare scelte più sostenibili è stata al centro del progetto di tesi sviluppato dal corso di Product Design per Enel X. Il progetto è infatti andato oltre il design della sola colonna di ricarica per auto elettriche (EV) per affrontare un design di sistemi che fornisca servizi e prodotti sostenibili. In particolare sono stati analizzati la sharing mobility, la mobilità elettrica e la micro mobilità. Per quanto riguarda le colonnine di ricarica EV i problemi maggiori riscontrati sono stati l’ingombro e l’inquinamento visivo percepiti da chi non usufruisce ancora del servizio. Gli stessi problemi sono stati riscontrati per la micro-mobilità free floating. Molte infatti le lamentele da parte dei cittadini per l’occupazione di marciapiedi e suolo pubblico in modo non appropriato. L’idea è che un’accettazione e scoperta delle postazioni di ricarica da parte di tutti i cittadini potrebbe produrre un effetto positivo su tutto il mercato di mobilità elettrica. Per quanto riguarda la micro-mobilità free floating il problema si risolverebbe facendo ritorno ai docking station sfruttando le colonnine stesse. In seguito il focus della ricerca è stato spostato sugli stili di vita dei cittadini, per capire quali sono le esigenze e quali servizi sono già presenti e quali sono ancora da inventare. Il percorso del progetto di tesi è stato influenzato dall’impatto della pandemia nella primavera 2020: alcuni problemi riscontrati pre-pandemia sono stati enfatizzati dalla nuova situazione e dalle nuove regole imposte ai cittadini. Da parte degli studenti è nato il desiderio di trovare soluzioni alla nuova situazione e in particolare ai temi legati al lavoro, allo studio e alla vita insieme forzata all’aperto, all’uso della micro-mobilità in risposta alla scarsa volontà di usare autobus affollati, all’acquisto online e infine alle criticità delle consegne a domicilio. Per ognuno di questi problemi sono nati progetti di colonnine di ricarica con: monopattini integrati, box integrati per delivery, illuminazione per il marciapiede, parcheggi per le biciclette, panchine con stazioni da lavoro con prese elettriche, illuminazione a LED e wifi. Il design della colonnina di ricarica EV è basato sull’ analisi della user-experience, sia dell’interfaccia della colonnina che dell’app del servizio usato per fare la ricarica. L’obiettivo è stato creare prodotti e servizi accattivanti e user-friendly, per tutti e per tutte le età e abilità, con la speranza di fidelizzare nuovi utenti e fare finalmente prediligere forme di mobilità alternative e sosostenibili. 16

At the core of the thesis project developed by the Product Design course for Enel X was the vision of a smart city that first and foremost provides support for citizens to make more sustainable choices. In fact, the project expanded beyond the original task of designing an electric vehicle (EV) charging post and addressed a system design that provides sustainable services and products. In particular, sharing mobility, electric mobility and micro-mobility were analysed. The main issues encountered with EV charging posts were the perceived bulky overall dimensions and visual pollution experienced by those who do not yet use the service. The same issues were encountered with free-floating micro-mobility. As a matter of fact, citizens have been filing copious complaints about the inappropriate occupation of pavements and public land. The idea is that promoting acceptance and educating citizens about charging stations could have a positive effect on the whole e-mobility market. As far as free-floating micro-mobility is concerned, the problem would be solved by using the charging posts to re-introduce docking stations. The focus of the research was then shifted to the lifestyles of citizens in order to identify their needs and understand what services are already in place and which ones are yet to be invented. The path of the thesis project was affected by the pandemic in spring 2020, as certain issues that had been identified before the pandemic became more apparent under the new circumstances and the new rules imposed on citizens. The students were keen on finding solutions to the new scenario and were especially interested in issues connected with work, study, having to meet up outdoors under the new rules, the use of micro-mobility as a result of a reluctance to use crowded buses, online shopping, and lastly the criticality of home deliveries. The different projects addressed every single one of these problems providing charging posts with integrated scooters, integrated delivery boxes, pavement lighting, bicycle parking, benches with workstations and electric sockets, LED lighting and wifi. The design of the EV charging post was based on an analysis of user experience with both the post interface and the charging service app. The objective was to create user-friendly products and services that would appeal to people of all ages and abilities, in the hope of gaining the loyalty of new users and convince them to finally favour alternative and sustainable modes of mobility. PRODUCT DESIGN


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CHARGING TIME

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Testa1 Guarnizione Guarnizione Cover LED Runner LED Scocca 1 Tassello spina Cover tassello Guarnizione Guarnizione Scocca 2

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Guarnizione Cil. telescopico Sportello ispez. Serratura Guarnizione Guarnizione Scocca fissa Guarnizione Tappo S. fissa Guarnizione

Lorenzo Evangelista e Gianluca M. Parisi, Juice X Il progetto esplora la possibilità di eliminare l’inquinamento visivo delle colonnine: una colonna per la ricarica elettrica telescopica installata nella pavimentazione del marciapiede emerge al momento dell’utilizzo e scompare quando inutilizzata. The project explores the possibility of eliminating the visual pollution in the city: a telescopic electric charging pole installed in the pavement of the sidewalk emerges when used and disappears when not in use. 17


TEMPO DI RICARICA Valerio Cruciani e Gabriele Fioroni, Air Juice JuiceAir è un punto di ricarica per auto elettriche a soffitto dedicato aI grandi parcheggi dei centri commerciali. I diversi moduli permettono la massima adattabilità allo spazio, al numero e alla disposizione delle auto che devono servire. JuiceAir is a ceiling-mounted charging point for electric cars dedicated to large car parks in shopping malls. The different modules allow maximum adaptability to the space, number and arrangement of the cars they are supposed to serve. 18

PRODUCT DESIGN


CHARGING TIME Andrea Igliozzi e Roberto Coladomenico, VIK Vik è un servizio di sharing economy che comprende punti di ricarica e una flotta di monopattini elettrici smart che possono essere usati per percorrere il last mile mentre l’auto è in ricarica. Vik is a sharing economy service that includes charging points and a fleet of smart electric scooters that can be used to travel the last mile while the car is charging. 19


TEMPO DI RICARICA

Lo sposta del bracc proprio ve

Umberto Carpani e Edoardo Perrotti, Nuova Juice Pump La Nuova Pump riduce notevolmente l’ingombro rispetto al modello precedente, utilizzando la facciata frontale interamente come spazio pubblicitario. L’interfaccia è studiata per agevolare l’utilizzo da parte del cliente. The New Pump significantly reduces the dimensions compared to the previous model, using the front side entirely as advertising space. The interface is designed to facilitate use by the customer. 20

PRODUCT DESIGN


Stato Juice Pole: ricarica illuminazione guasto tecnico simultanea terminata in corso urbana diurna

Stato Juice Pole: ricarica illuminazione guasto tecnico simultanea terminata in corso urbana diurna

CHARGING TIME

iurna

Umberto Carpani e Edoardo Perrotti, Juice Pole 3.0 L’interazione con la colonnina di ricarica avviene senza alcun bisogno di display, ma rendendo intuitiva la fase di caricamento attraverso l’ausilio di un illuminazione LED. The interaction with the charging station takes place without any need for a display, but making the charging phase intuitive through the aid of LED lighting. 21


SENSIBILITÀ AUMENTATE – AUGMENTED SENSIBILITY Progetto di tesi/Thesis project con/with Centro Regionale Sant’Alessio

Relatore/Advisor: Tommaso Arcangioli Correlatore/Co-advisor: Marco Provinciali Model Making: Marco Galofaro Tecnologia/Technology: Giulio Aleandri Comunicazione/Communication: Claudio Castaldo, Claudio Esposito

P. Frassanito, A. Rossetti, Con-senso, Dettaglio dei pavimenti tattili/Detail of tactile floor 22


Il tema del Progetto di Tesi è stato il disegno di un co-housing all’interno del Centro Regionale S. Alessio - Margherita di Savoia per i Ciechi, una storica istituzione che dalla seconda metà dell’Ottocento realizza attività volte all’inclusione sociale dei ciechi e degli ipovedenti. Lo studio progettuale si è concentrato limitatamente all’ultimo piano dell’ala Ovest dell’Istituto che ad oggi ospita sei alloggi dedicati a padri separati ipovedenti in emergenza abitativa. Al momento gli ampi spazi a disposizione, tra i quali anche una grande terrazza ed un giardino esterno, necessitano una riprogettazione basata su nuove idee abitative, capaci di valorizzare l’immobile e innescare dinamiche volte all’integrazione e all’abbattimento delle barriere culturali e fisiche. Come approcciare un tema tanto delicato? Quale la via per comprendere appieno le concrete necessità dell’abitare per chi ha disabilità visiva? Come progettare uno spazio “buio”? Quali potrebbero essere le conseguenze delle nostre scelte architettoniche? Possono queste far emergere le reali abilità più che essere meramente di supporto alle disabilità? E in ultimo, quale la possibile narrazione di un progetto architettonico ad un interlocutore con disabilità visive? Per tentare di dar risposta a questi complessi interrogativi, allo studente è stato chiesto di rivolgere il primo momento progettuale alla comprensione, attraverso un’operazione di sperimentazione ed una di ricerca. Così, nel primo sopralluogo dell’edificio, gli studenti hanno potuto fare un’esperienza al buio guidati dal personale del Sant’Alessio, durante la quale hanno svolto ordinarie attività che si effettuano in casa (la colazione ad esempio), ma in una stanza totalmente priva di luce. La ricerca svolta nei primi mesi di corso invece ha focalizzato l’attenzione nella rilevanza che la parola assume nel descrivere un progetto di uno spazio ad una persona non-vedente. Per quanto riguarda la redazione finale del progetto in sede di diploma, lo studente ha affiancato alla consueta comunicazione del progetto, affidata a disegni immagini e modelli, altri strumenti di comunicazione che non fossero esclusivamente visivi e che potessero con più efficacia far da guida ai nostri interlocutori: un testo presentato sotto forma di audioguida, un video con prevalenze sonore e descrittive, dei modelli tridimensionali quali piante e sezioni tattili.

The theme of the Thesis Project was the design of a co-housing unit in the building that hosts the S. Alessio - Margherita di Savoia Regional Centre for the Blind, a historic institution engaged in promoting the social inclusion of the blind and visually impaired since the second half of the 19th century. The scope of the design project was limited to the top floor of the west wing of the Institute, which currently accommodates six housing units for separated visually-impaired fathers facing housing problems. The large spaces available include a large terrace and an outdoor garden, and are currently in need of a redesign that draws on new living space concepts, capable of enhancing the value of the property and initiating dynamics conducive to integration and the removal of cultural and physical barriers. How to approach such a sensitive issue? How can we gain a full understanding of the concrete living needs of the visually impaired? How to design a ‘dark’ space? What could be the consequences of our architectural choices? Can we use our choices to bring out existing abilities rather than simply provide a supportive environment for disabilities? Lastly, what is the possible narrative of an architectural project addressed to a visually impaired audience? In an attempt to answer these complex questions, students were asked to dedicate the first project step to understanding through experimentation and research. Consequently, students were given the opportunity of experiencing life in the dark as they were led by Sant’Alessio staff through their first onsite inspection, and carried out day-to-day home activities – such as having breakfast – in a blacked-out room. On the other hand, research work in the first months of the course focused on the relevance of words when describing a space design project to a visually impaired person. When drafting the final project for their graduation, students supplemented the communication methods usually adopted in a project, such as drawings, images and models, with other communication tools that were not only visual and could provide the intended audience with more effective guidance: a text presented in the form of an audio guide, a video with a prevalence of sound and descriptions, three-dimensional models such as tactile layout plans and cross-section models. 23

AUGMENTED SENSIBILITY

A. Filippi, D. Rossi, In my way modello tattile/tactile model Foto/Photo A. Cama


SENSIBILITÀ AUMENTATE

Esercizio/Exercise n.1 Traduzione in pianta della descrizione verbale della propria abitazione. Confronto tra ricostruzione e pianta reale. Plan based on the oral description of the house. Confrontation between real and trascripted plan

LEGGERE LO SPAZIO – READING SPACE Marco Provinciali

έκφρασις: derivato di έκφράζω «descrivere con eleganza», da έκ «fuori» e φράζω «parlare; designare un oggetto inanimato con un nome» La ricerca parte dalla considerazione che la parola assume una rilevanza particolare nel descrivere un progetto di uno spazio ad una persona non-vedente. Per indagare il rapporto che intercorre tra il linguaggio grafico con cui siamo abituati a comunicare i nostri progetti e quello verbale sono stati affrontati due esercizi di traduzione dal testo al disegno. Il primo si è sviluppato in due fasi: dapprima una descrizione testuale della propria casa, mirata a far comprendere al lettore l’organizzazione, la dimensione e la forma degli spazi e degli oggetti che li occupano. Queste descrizioni sono state poi tradotte in piante da un compagno che non conoscesse la casa oggetto della descrizione. I risultati dell’operazione sono poi stati messi a confronto con le reali piante delle abitazioni. Dall’esercizio è emersa l’importanza della definizione di un sistema di riferimento (generalmente l’asse di ingresso all’abitazione), a partire dal quale si sviluppa un percorso descrittivo. Se il primo esercizio ha quindi approfondito la dimensione didascalica della descrizione di uno spazio, il secondo ne ha affrontato l’aspetto più evocativo e psicologico. In questo caso i testi da cui è partita la traduzione grafica in piante, sezioni ed assonometrie sono stati estratti da romanzi novecenteschi, per lo più caratterizzati da una rispondenza tra il carattere dei personaggi e la natura degli spazi in cui si svolge la vicenda. Lo scopo di questi due esercizi, per certi versi complementari, è quello di restituire la complessità, ma anche le potenzialità immaginifiche dell’operazione di descrizione non-grafica di uno spazio architettonico. 24

The research starts from the consideration that words take on special relevance when describing the design of a space to a visually impaired person. In order to investigate the relationship between the graphic language we normally use to communicate our projects and verbal language, two exercises requiring students to translate text into drawings were used. The first exercise included two phases: firstly, students were required to draft a textual description of their homes, such to provide the reader with an understanding or how spaces were organised, of their size and shape and of the objects that occupy them. Each description was then translated into a layout plan by a fellow student who was not familiar with the home being described. The results of the exercise were then compared with the actual layout plans of the homes. The exercise showed how important it is to define a reference system – normally, the axis of entry to the home – to base a descriptive path on. While the first exercise explored the didactic aspect of the description of a space, the second one addressed its more evocative and psychological aspects. In this case, the texts which students were required to translate graphically into plans, cross-section views and axonometric projections were taken from 20th century novels, and mostly characterised by a correspondence between the personalities of the characters and the nature of the spaces in which the story takes place. The two exercises are somewhat mutually complementary and aim to expose the complexity, as well as the imaginative potential of formulating a non-graphic description of an architectural space. INTERIOR DESIGN


AUGMENTED SENSIBILITY Esercizio/Exercise n.2 Ricostruzione grafica in piante, sezioni ed assonometrie di spazi estratto da Le Cose di Georges Perec, 1965. Graphic elaboration in plan, section and axonometric of spaces based on “Things” by Georges Perec, 1965.

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SENSIBILITÀ AUMENTATE A. Filippi, D. Rossi, In my way, Viste interne/Interior views 26

INTERIOR DESIGN


AUGMENTED SENSIBILITY C. Aureli, B. Fiorentini, Tienimi per mano, vincitore IED Design Award 2020/winner of IED Design Award 2020 27


F. Cupellini, F. Di Giorgio, Sensability modello tattile/tactile model Foto/Photo A. Cama

LA CASA LUMINOSA – THE LUMINOUS HOUSE Tommaso Arcangioli “Il rispetto per la dignità intrinseca, l’autonomia individuale e l’indipendenza delle persone; la non-discriminazione; la piena ed effettiva partecipazione e inclusione all’interno della società; Il rispetto per la differenza e l’accettazione delle persone con disabilità come parte della diversità umana e dell’umanità stessa; la parità di opportunità; l’accessibilità; la parità tra uomini e donne; il rispetto per lo sviluppo delle capacità dei bambini con disabilità e il rispetto per il diritto dei bambini con disabilità a preservare la propria identità.” I principi della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità sono stati spunto iniziale e fine ultimo della progettazione da parte degli studenti. Ad ognuno di essi è stato chiesto, come primo atto progettuale, di definire uno scenario possibile per una nuova forma di abitazione in comune, individuando sia il target a cui rivolgere l’attenzione sia la strategia abitativa. Intenzioni quindi che hanno puntato alla differenziazione ed eterogeneità dei progetti da sviluppare, sia per fascia di età o status sociale degli ospiti che per tipologia ricettiva. Alcuni studenti hanno immaginato e proposto sistemi abitativi rivolti ai bambini e le loro famiglie, altri ad anziani, a giovani in adolescenza o tra gli ospiti anche ai cani guida, esplorando le possibili dinamiche e relazioni tra i singoli, sempre considerando quali conseguenze sociali l’atto del fare architettura può provocare. I lavori hanno indagato nuovi modelli abitativi che potessero garantire lo svolgersi della vita privata e quella della collettività simultaneamente, in ambienti strettamente riservati e largamente condivisi. Alcuni progetti hanno considerato l’ambiente interno come una piccola città, un microcosmo diviso in aree comuni per garantire l’integrazione e la convivialità, altri, puntando allo svilup28

po della sensibilità e dell’abilità, hanno progettato stanze particolari all’interno del piano dedicate ai bambini così come ai loro genitori, ognuna con una differente tematica. Ed ancora, un altro progetto ha proposto un sistema ricettivo assimilabile a quello dell’ostello, dove però tutti gli ambienti sono riconfigurabili attraverso pareti mobili, generando di volta in volta differenti scenari possibili. Una particolare attenzione è stata posta al sistema di orientamento e segnaletica tattile. In uno dei lavori l’elemento architettonico diviene lo strumento capace di infondere sicurezza nella percorrenza dell’intero piano. Il corrimano, elemento talvolta indispensabile nell’orientamento e deambulazione di ciechi ed ipovedenti, si declina in più forme divenendo passo dopo passo altro da sé (seduta, mensola, piano di lavoro ecc.) senza mai perdere soluzione di continuità. Costruzione di scenari di vita alternativi e di situazione, concepimento degli spazi dell’abitare per definire nuove relazioni umane, disegno di elementi architettonici e di design sensibili, contestualizzazione del dettaglio mai fine a sé stesso; tutti questi sono i principi che hanno dato sostanza al Laboratorio di Tesi. La progettazione, in questo senso, può essere considerata come atto per determinare l’arte di vivere. INTERIOR DESIGN


“Respect for inherent dignity, individual autonomy including the freedom to make one’s own choices, and independence of persons; non-discrimination; full and effective participation and inclusion within society; respect for difference and acceptance of persons with disabilities as part of human diversity and humanity; equality of opportunity; accessibility; equality between men and women; respect for the evolving capacities of children with disabilities and respect for the right of children with disabilities to preserve their identities.” The principles of the United Nations Convention on the Rights of Persons with Disabilities were the starting point and final goal of the students’ projects. Each student was asked to use the first project step to define a possible scenario for a new form of shared housing, identifying both the intended target audience and the housing strategy. This led to a broad differentiation and heterogeneity of the projects developed, in terms of both age group and social status of the guests and of the type of accommodation. Some students have imagined and proposed housing systems for children and their families, others for the elderly, teenagers or catering to guide dogs, exploring possible dynamics and relationships between individuals, always taking into account the potential social consequences of the act of making architecture. The projects investigated new housing models enabling residents to carry on their private lives and community life simultaneously in strictly private and widely shared environments. Some projects treated the interior environment as a small city, a microcosm divided into common areas to ensure integration and conviviality; others aimed for the development of sensitivity and skills by designing

special rooms – each with a different theme – dedicated to children and their parents on the floor. Yet another project proposed an accommodation system similar to that of a hostel, however with mobile walls that allowed for the floor layout of all rooms to be reconfigured, creating different possible scenarios every time. Special attention was paid to tactile signs and orientation system. In one of the projects, the architectural element was turned into a tool capable of instilling confidence when walking across the entire floor. The handrail, an element that is sometimes indispensable for the orientation and mobility of blind and visually impaired persons, takes many different forms as you walk alongside it and turns into different objects – a seat, a shelf, a work desktop, etc. – as it runs uninterrupted. Building alternative life scenarios and living situations, living spaces conceived to define new human relationships, designing sensitive architectural and design elements, defining details in light of the surrounding context and never as an end to themselves: these are the principles that informed the Thesis Workshop. When viewed in this light, design can be considered as an act to determine the art of living. 29


SENSIBILITÀ AUMENTATE F. Cupellini, F. Di Giorgio, Sensability, modello/model, assonometria alloggio/unit axonometric 30

INTERIOR DESIGN


AUGMENTED SENSIBILITY P. Frassanito, A. Rossetti, Con-senso, viste interne/interior views 31


VALICO

Progetto di tesi di/Thesis project by Giulio Montalto

TESI PERSONALE

Relatore/Advisor: Marika Aakesson Correlatore/Co-Advisor: Pier Daniel Procopio Prototipazione/Prototyping: Mauro del Santo, Francesco Pizzo Comunicazione/Communication: Alessio Tommasetti

G. Montalto, Valico Blackmanta, Progetto di sneaker innovativa/Innovative sneacker design 32

PRODUCT DESIGN


Il progetto Valico intende sviluppare un brand di calzature che unisca all’interno dei suoi prodotti una ricerca estetica mirata all’originalità, alla comodità, alla performance e al benessere dell’utente. Il concept è nato da una lunga ricerca che spazia dalle calzature del Nord Europa, caratterizzate da una forte componente tecnica e di stampo prettamente sportivo, fino ad approdare al mondo calzaturiero asiatico, in particolar modo al mondo giapponese, esplorando e attingendo dalle forme dei sandali, quali Geta, Tengu geta, Zori ed infine jika-tabi. L’ampia ricerca ha portato allo sviluppo di un primo concept di scarpa che racchiude in esso tutti i parametri esplorati. La scarpa progettata presenta quindi uno stile estetico che richiama il mondo delle calzature del sol levante e viene realizzata con materiali che ne esaltano le proprietà tecniche, agevolando l’utente nella camminata e riducendo le pressioni in quei punti del piede che vengono sollecitati maggiormente. Blackmanta è il nome del primo prototipo di calzatura targato Valico. La scarpa si compone di tre elementi: - La suola della Blackmanta è formata da un unico blocco in Grind plastic, materiale che deriva dalla triturazione di gomme di scarpe da ginnastica riciclate. La suola viene termoformata e vengono realizzati sui lati quattro fori sagomati per applicare il sistema di chiusura della calzatura. - La scarpetta interna assomiglia ad un calzino con fondo semirigido, anch’esso in grind plastic, mentre il lato maglia superiore viene realizzato in PET riciclato e cotone sostenibile. La scarpetta è stata progettata per poter essere utilizzata anche in assenza della suola. - Il sistema di chiusura è stato pensato rapidito e comodo. Sono stati progettati due fasce in velcro che passano attraverso i fori sagomati della suola in punti in cui il piede esercita maggiore spinta durante la camminata. I lacci possono essere stretti in maniera trasversale o essere chiusi ad incrocio.

The Valico project aims to develop a footwear brand offering products that incorporate aesthetic research focused on originality, comfort, performance and the well-being of the user. This concept was born after extensive research ranging from Northern European footwear, characterised by a marked technical content and sports vocation, to Asian footwear industry, with special regard to Japanese footwear, exploring and drawing inspiration from the shapes of Geta, Tengu geta, Zori and finally jika-tabi sandals. Such extensive research work led to the development of an initial shoe concept that encompasses all of the parameters explored. The aesthetic style of this shoe is reminiscent of footwear from the land of the rising sun. Its materials enhance its technical properties, make for a comfortable stride and reduce the pressure on those foot areas that are exposed to higher stress. The name of the first Valico footwear prototype is Blackmanta. The shoe is made up of three elements: - The Blackmanta sole is a single piece of Grind plastic, a material obtained by shredding rubber from recycled sneakers. The sole is thermoformed and features four moulded holes on the sides to accommodate the shoe fastening system. - The shoe liner resembles a sock with a semi-rigid bottom, and is made of grind plastic, too, whereas the top mesh is made of recycled PET and sustainable cotton. The liner has been designed for use also without the sole. - The fastening system is designed for speed and comfort. Two Velcro straps have been designed to pass through the moulded holes in the sole at the locations where the foot exerts more outward pressure when walking. The laces are designed to be run in a bar or also a diagonal pattern. 33

VALICO

G. Montalto, Valico Blackmanta, Diverse colorazioni della scarpa/Different colours


Blackmanta è interamente realizzata in materiali di recupero o con alto potenziale di riciclo, favorendo così un bassissimo impatto sull’ambiente, mantenendo però un alto valore percepito che è insito nella mission dei più grandi brand di calzature. Blackmanta is entirely made of recycled materials or with high recycling potential, thus favoring a very low impact on the environment, while maintaining a high perceived value that is inherent in the mission of the most important footwear brands. 34

PRODUCT DESIGN


35

VALICO


OTRIVIO

Progetto di tesi di/Thesis project by Ludovico Sambucci

TESI PERSONALE

Relatore/Advisor: Marika Aakesson Correlatore/Co-Advisor: Francesco Subioli Prototipazione/Prototyping: Mauro Del Santo, Francesco Pizzo Comunicazione/Communication: Alessio Tommasetti

L.Sambucci, Otrivio, format gastronomico 36

PRODUCT DESIGN


Otrivio è un format gastronomico che unisce innovazione produttiva e tradizione del territorio. Il concept nasce all’interno del panorama dei Castelli Romani, carpendo le caratteristiche produttive della panificazione e la scelta dei prodotti e degli ingredienti tipici della zona. Il format si compone di diversi elementi: - L’impasto otrivio deriva dalla panificazione velletrana e segue le stesse proporzioni di ingredienti e tempistiche di cottura. - I prodotti otrivio vengono realizzati mediante stampi in terracotta e metallo che donano ai prodotti una forma originale e necessaria per realizzare l’intero concept. - Per agevolare il fornaio nella fase di inforno degli stampi è stata progettata una pala in metallo ad hoc che riduce gli sforzi da parte del lavoratore e aumenta la manovrabilità degli stampi in fase di inforno. - Un otrivio è un prodotto da forno a legna realizzato in stampi in terracotta e metallo che, tramite la loro conformazione, gli donano la forma di tre cavità cieche di pane unite insieme da sottili lembi di impasto. I castelli Romani si compongono di 16 comuni che per convenzione vengono riassunti in 4 sottoaree, Tuscolano, Lanuvino, Appio e Artemisio. Queste quattro zone hanno dato il nome e l’origine a quattro ricette composte da ingredienti presenti nelle zone di appartenenza. Il packaging è stato progettato per rispondere alle esigenze di trasporto per un prodotto con una forma così specifica. Il materiale utilizzato è un eco carta rigida che viene fustellata per creare un singolo foglio sagomato e di facile assemblaggio. L’esperienza Otrivio non è solo produrre cibo, ma creare una nuova modalità di degustazione. Per fare questo, sono stati progettati un bicchiere, una caraffa ed un vassoio porta otrivio che potranno essere acquistati dall’utente. Creare questi prodotti è stato necessario per completare il concetto di esperienza che Otrivio offre, dando la possibilità all’utente di portare a casa propria l’intero servizio ed avere per sé il proprio set. Per acquistare gli otrivio e i prodotti del set, è stata progettata un servizio a domicilio tramite applicazione.

Otrivio is a gastronomic format that combines production innovation and local tradition. The concept was born against the backdrop of the Castelli Romani – the renowned Alban Hills area south-east of Rome – and draws on local bread making techniques, and a selection of local products and ingredients typical of the area. The format consists of several steps that were carefully analysed: - The Otrivio dough is derived from traditional bread making in the Velletri area and uses the same ingredient proportions and baking times. - Otrivio products are made using terracotta and metal moulds that lend them an original shape that is essential for the whole concept. - To make it easier for the baker to place the moulds in the oven, a special metal peel was designed to reduce the strain on the worker and facilitate handling the moulds when placing them in the oven. - An otrivio is a bakery product baked in a wood-fired oven using a mould made of terracotta and metal whose particular shape lends it the form of three bowls of bread held together by thin flaps of dough. The Castelli Romani encompass 16 municipalities, which by convention are grouped into 4 sub-areas, Tuscolano, Lanuvino, Appio and Artemisio. These are the names of four recipes that use ingredients from the corresponding areas. The packaging has been designed to meet the transport requirements for a product with such a specific shape. It is made of rigid eco-paper that is die-cut to create a single moulded sheet which is easy to fold into shape. The Otrivio experience is not just about producing food, it is also about creating a new way of tasting food. A special glass, carafe and a tray to hold the otrivio have been designed and can be purchased by the user for this purpose. Creating these products was necessary to round off the concept of the Otrivio experience, with the user taking the whole set home and have their set. An application was designed to purchase the otrivio and the items of the set and have them home delivered. 37

OTRIVIO

L.Sambucci, Il set Otrivio


I prodotti Otrivio vengono realizzati mediante stampi in terracotta e metallo che donano ai prodotti una forma originale e necessaria per realizzare l’intero concept. Otrivio products are made using terracotta and metal molds that give the products an original and necessary shape to achieve the entire concept.

Il format alimentare è completato da una App attraverso la quale comporre le ricette del proprio Otrivio, ordinare ed accedere allo shop online dei prodotti Otrivio. The food format is completed by an App, which can be used to select the recipes inside your Otrivio, palce the order and access the online shop to buy Otrivio products. 38

PRODUCT DESIGN


1.00 Ø15.00

453.00

30.00

240.00

3.00 Ø30.00

2300.00

169.00

Ø15.00

R3.00

Ø15.00

Ø6.00

15.00

OTRIVIO

R4.00

30.00 R0.50

2.00 2.00

20.00 217.00

Per agevolare il fornaio nella fase di inforno degli stampi è stata progettata una pala in metallo ad hoc che riduce gli sforzi da parte del lavoratore e migliora la manovrabilità degli stampi in fase di inforno.

A metal shovel has been designed In order to facilitate the baker in the baking phase of the molds. It reduces the worker’s efforts and improves the maneuverability of the molds during the baking phase. 39


VENCHI EXPERIENCE Progetto di tesi/Thesis project con/with Venchi

Interior Design Pop-up store in Chengdu Relatore/Advisor: Vincenzo Di Siena Correlatore/Co-advisor: Mattia Darò Model Making: Mario Boni, Giampaolo Barbieri Tecnologia/Technology: Giulio Aleandri Comunicazione/Communication: Alessio Tommasetti Product Design Service e Packaging design sostenibili / Service and Packaging sustainable design Relatore/Advisor: Francesco Subioli Correlatore/Co-advisor: Marika Aakesson Tutor: Chen Zhao Comunicazione/Communication: Massimiliano Zanni

V.Costa, Armonia modello/model Foto/Photo: A. Cama 40

INTERIOR DESIGN


Come può Venchi far parte di scenari globali e vendere l’esperienza del gelato in modo ancor più efficace? E può la stessa esperienza influenzare il progetto dello store? – How can Venchi be an active player in global scenarios and sell the gelato experience even more effectively? And can that experience influence the design of stores? Il progetto di tesi è nato dalla collaborazione con la storica cioccolateria Venchi che ha chiesto agli studenti di progettare un pop-up store con l’obiettivo di aumentare la notorietà del marchio nel mercato cinese. La location prevista è lo Shopping Mall dove viene spesso speso il tempo libero alla ricerca di entertainment, “eat – tertainement”, gioco e divertimento. L’obiettivo è stato quello di sviluppare delle proposte che raccontassero in modo originale il marchio, l’italian lifestyle e la passione per il cioccolato rimanendo fedeli ai valori dell’azienda e coerenti con la comunicazione del Brand. I progetti hanno quindi sviluppato proposte creative, studio di fattibilità, elenco dei materiali suggeriti con stima di costi, studio delle operations con particolare attenzione alla facilità di montaggio /smontaggio / trasporto. Per iniziare a studiare il tema di tesi si è cominciato a discutere ed analizzare il fenomeno dell’iper-globalizzazione, la fase più acuta e radicale del processo di globalizzazione, che si intende cominciata intorno al 1990, vista come un vero e proprio modo di vivere. Infatti la globalizzazione, che è un fenomeno che viene da lontano, non ha portato solo a dinamiche socio-economiche e culturali sulla società, in una continua e determinata ricerca di semplificazione degli scambi tra le distanze geografiche, ma ha cambiato e plasmato il nostro stile di vita, cercando di farci assumere un profilo ben definito soprattutto dalle nostre esperienze, come si dice, “vendibile”. Il culmine è forse l’esperienza dei social network in cui la nostra personale vita diventa un “prodotto” di marketing, rielaborato da algoritmi per costruire un’identità comunicativa. La comunicazione precede la realtà, noi vendiamo le nostre esperienze. Dall’invenzione del gelato attribuita all’architetto-chef rinascimentale Bernardo Buontalenti alla mitizzazione del gelato cinematografico, come Audrey Hepburn sulle scalinate di Piazza di Spagna in Vacanze Romane, alle nuove invenzioni pasticciere dei gelati come dolci, dai petali ai fiori fino ai panini o i tramezzini, con biscotti, frutta secca, innesti salati fino ad una sorta di parabola di “musealizzazione” del fenomeno gelato, oggi indiscutibilmente tra i più rinomati prodotti identitari dello stile italiano nel mondo: dall’invenzione di sofisticati packaging all’esportazione di una sorta di “letteratura pubblicitaria” dal sapore del vecchio classico. L’esperienza iniziale del corso ha portato gli studenti a sviluppare queste ricerche collezionandole sotto forma di un libro di oltre 250 pagine (un wild book) dal carattere fortemente visivo, utilizzando collage, foto, slogan, grafici per rimarcare l’identità visiva alla base dei presupposti progettuali. Il lavoro progettuale è poi proseguito dallo studio delle dimensioni dello store, determinate sulla base delle richieste fatte da Venchi, e da qui ogni gruppo di progettazione ha sviluppato il design del proprio pop-up seguendo le proprie idee legate alla spazialità e all’immagine finale che si voleva ottenere. Per questo sono stati approfonditi lo studio e la scelta dei materiali, le soluzioni di dettaglio e le questioni tecnologiche ed impiantistiche legate anche all’illuminazione tanto dello spazio quanto dei prodotti.

The thesis project was the result of a collaboration with Venchi, a world-renowned Italian company that asked students to design a pop-up store to sell chocolate products in a shopping mall in Chengdu, China, aimed at increasing brand awareness in the Chinese market. This choice was based on the knowledge that the Chinese public has the habit of attending shopping malls in search of entertainment, “eat–tertainment”, games and fun in their leisure time. The aim was to develop proposals that would tell the story of the brand, and convey Italian lifestyle and the passion for chocolate in an original way, while remaining true to the company’s values and consistent with the brand’s communication style. The projects included creative proposals, feasibility study, a list of suggested materials with cost estimates, a study of operations with great emphasis on ease of assembly/disassembly/transport. Before examining the thesis topic, the phenomenon of hyper-globalisation was discussed and analysed as the most acute and radical phase of the globalisation process, which is deemed to have begun around 1990 and is considered to be a way of life proper. As a matter of fact, globalisation – a phenomenon whose roots reach far into the past – has not only given rise to socio-economic and cultural dynamics in society in a relentless effort to simplify exchanges between geographical distant places, it also changed and shaped our lifestyle, trying to force on us a well-defined profile based on our experiences – a profile that would be “saleable”, as they say. The climax of this is perhaps the social media experience, with our personal lives becoming a ‘product’ for marketing purposes, which is processed by algorithms to build a communicative identity. Communication supersedes reality as we sell our experiences. Ranging from the invention of gelato allegedly by Renaissance architect-chef Bernardo Buontalenti, to the creation of the myth around it in cinema, with Audrey Hepburn on the Spanish Steps in Roman Holiday, to the latest confectioner’s style inventions with ice-cream as a dessert, from petals and flowers to sandwiches, with cookies, nuts, salted garnish through to nearly transforming gelato into a museum item; gelato is unquestionably one of the most iconic Italian-style products in the world today, as evidenced by the invention of sophisticated packaging to the dissemination of a sort of ‘advertising literature’ with an old-style Italian classic flavour. The research work of students in the initial section of the course was collected in a book of over 250 pages (a wild book) with a strongly visual character that uses collages, photos, slogans and charts to emphasise the visual identity underlying project assumptions. The next project step was focused on the definition of store dimensions based on Venchi’s requirements, and then each work group developed the design of its own pop-up store based on own ideas consistent with the space layout and final image they had in mind. To this end, the research and selection of materials, detailed solutions and issues connected with the technology and installations for lighting both spaces and products were examined in depth. 41

VENCHI EXPERIENCE

> Vincenzo Di SIena e Mattia Darò


ExplodedExploded view view Main Elements

Main Elements

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steel structure

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corian table

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Section A Scale 1:20

steel panels

steel structuresteel structure

0,27

3,66

0,27

0,3

0,49

0,3

0,3

corian table steel panels

corian table

porcelain tiles porcelain tiles

refrigerated display’s engine

Floorim porcelain stoneware large slabs 120x120 cm

0,24 0,24 0,52

custom table top finished in corian 12 mm thick high gloss

0,08

curvilinear clear glass showcase 1 cm thick

0,03

L shaped steel frame brushed nickel finish

0,03

3,08

1,15

corian table

V.Costa, Armonia, vista interna e dettaglio/interior views and detail 42

INTERIOR DESIGN


Front view

VENCHI EXPERIENCE

29

Section BB’ 1:20

Erco Wallwasher Eclipse V48 Erco minirail 48V track

Erco Spotlight Eclipse V48 Logo

Exhibit unit Modul 4 Exhibit unit Glass counter Storage unit Modul 3

Choccolate fountaine Storage unit Modul 2 Counter storage space

MAIN ENTRANCE plywood floor

Structural beam

M.B. Barelli, R.Ricter, Sweet Dreams, modello, vista interna e dettaglio/model, interior views and detail, Foto/Photo: A. Cama 43 50


VENCHI EXPERIENCE

MONTAGNA

Questo è un espositore per cioccolato. Al fine di far sentire i clienti il prodotto in tutti gli aspetti.

贡 gong Materiale: carta ondulata

MONTAGNA

Questa è la parte combinata del banco di mostra. 6cm

6cm

10cm

È progettato un packaging per gli amanti dell'arte rinascimentale italiana e incarna l'arte italiana. 160cm

16cm

Materiale: legno e stoffa. 120cm 108cm

Huang Jingmi, Dan Yinci, Packaging lampada e espositore onda/ Lamp packaging and wave displayer 44

30cm 21cm

12cm

34cm

PRODUCT DESIGN


VENCHI EXPERIENCE

di busta

Anno Accedemico 2019/ 2020

Tang Lu, Mou Junxi Il packaging a ventaglio e scatola con pinze per afferrare le barre di cioccolata / Folding fan packaging and box with plier to get the chocolate bars 45


BUGS HOTEL Progetto del 2° anno/2nd Year project in Interior Design Docenti: UAP Architetti - Silvia Cioli e Luca D’Eusebio Foto/Photo: Giulio Aleandri

M.Corvini, A.Menichetti Hotel for butterflies 46

INTERIOR DESIGN


Un piccolo oggetto, dal grande significato ecologico che può essere costruito in vari modi, sia con materiali di riciclo, sia attraverso l’utilizzo di tecnologie più raffinate come una stampante 3D. Il bug hotel è un rifugio artificiale per insetti. Averne uno nell’orto, sul balcone o in giardino è prima di tutto una difesa della biodiversità poiché è come dare ospitalità a un esercito di alleati nella lotta biologica contro le molte infestazioni delle piante. Costituisce una difesa dai diserbanti e pesticidi ma anche dall’inquinamento generale dell’habitat umano. Il bug hotel deve rispettare una serie di caratteristiche ma potrà assumere dimensioni diverse ed essere sistemato agevolmente in contesti diversi, appoggiandolo a terra, sospeso oppure a parete.

A small object with great ecological significance that can be built using various methods, either with recycled materials or using more sophisticated technologies such as 3D print. The bug hotel is an artificial shelter for insects. Placing one in a vegetable garden, on the balcony or in the garden is first and foremost a defence of biodiversity, as this gesture amounts to giving hospitality to an army of allies in the biological fight against the plethora of existing plant pests. It is a defence against herbicides and pesticides as well as against the general pollution of the human habitat. The bug hotel has to meet a number of requirements, but it can come in different sizes and is easily placed in different locations, on the ground, suspended or mounted on a wall. 47

BUGS HOTEL

Moamena Wahdan, Lola Abruzzese Hotel for bee


BUGS HOTEL

R.Maslowsky, L. Fisher, A. Chenevier Hotel for ants

E. Chevassus, A. Niefer Hotel for bee 48

INTERIOR DESIGN


M.Corvini, A.Menichetti Hotel for butterflies 49

BUGS HOTEL

L. Ariaudo, S. Lupo da Cruz, S. Kakal Hotel for ants


TORCÈ IN CHINA Progetto di tesi/Thesis project con/with Torcè

Service e Packaging design sostenibili / Service and Packaging sustainable design Relatore/Advisor: Francesco Subioli Correlatore/Co-advisor: Marika Aakesson Tutor: Chen Zhao Comunicazione/Communication: Massimiliano Zanni

Format di gelateria per il marchio Torcè per introdurre il gelato italiano di alta qualità nel mercato cinese attraverso un design di sistema capace di intervenire negli aeroporti, nelle stazioni, nei centri commerciali e su strada.

Ice cream format for the Torcè brand to introduce the Italian high quality ice cream in the Chinese market through a system design capable of intervening in airports, stations, shopping malls and on the road.

Bian Jingnan, Yang Yuping, Tang Hao Scatola della felicità / Happiness box 50

PRODUCT DESIGN


MODELLI REALI

MENU | APP

LANGUAGE

DETTAGLI INTERNI

Bian Jingnan, Yang Yuping, Tang Hao Food, Service e Interior Design 51


App

TORCÈ IN CINA

Vista esterna

Abbigliamento

Lu Shujia, Wu Junyi, Chen Sicheng, Chen Yanxingyi Food, Service, Interior Design, divisa/uniform Dispenser automatico/Automathic dispenser 52

PRODUCT DESIGN


TORCÈ IN CHINA Liao Junting, Zhong Shiyun, Wang Yiai Packaging per takeaway e uniformi

53


KITCHEN STORIES

La cucina come luogo d’incontro e di condivisione – The kitchen as a meeting and sharing place con/with FABER Progetto del 3° anno/3rd Year project in Product Design Docente/Teacher: Adriano Spalletta

F. Brunone, G. Montalto Alba è una cappa Smart.Il suo funzionamento è completamete regolato da una interfaccia posta sul piano a induzione. – Alba is a Smart cooker hood. It’s fully controlled by a controller installed on the induction hob 54

PRODUCT DESIGN


Cucinare fa parte della cultura dell’uomo e il luogo e il modo in cui prepariamo e consumiamo il nostro cibo racconta chi siamo e chi vogliamo essere. Nella storia dell’uomo, lo sviluppo della tecnologia e la produzione industriale ha influenzato il nostro comportamento legato al cibo: il luogo dove cuciniamo e mangiamo ha cambiato dimensione e gli oggetti al suo inetrno. Spesso non cuciniamo più, ma riscaldiamo cibo pronto oppure acquistiamo la nostra cena attraverso una App e ci viene consegnato a casa o al lavoro. Il modo di vivere il cibo è legato anche al luogo in cui viene preparato e consumato. Lo spazio può rendere l’esperienza conviviale o isolante: dalle grandi cucine contadine, un tempo focolare della casa e luogo di condivisione –nelle quali le famiglie si ritrovavano per cucinare, mangiare, socializzare, lavorare e condividere– al TV dinner nato negli anni 50 per mangiare seduti sul divano ed essere intrattenuti, insieme ma allo stesso tempo ognuno isolati con gli occhi fissati sulla TV. Negli ultimi anni i programmi televisivi e i reality show ci mostrano chef stellati, con numerosi follower, ma che rendono comunque l’atto di cucinare un atto per pochi selezionati. Guardiamo a questi show mangiando con gli occhi mentre ingurgitiamo un take-away. Estremi che sono conseguenze di uno sviluppo dello stile di vita dovuto a tanti fattori, tecnologici e sociali. Agli studenti di Product Design e Interior Design è stato chiesto di sviluppare una ricerca sugli stili di vita contemporanei per poi studiare tre condizioni: un Cohousing per anziani, un Campus universitario,un Coworking. In questi tre contesti hanno poi immaginato lo spazio della cucina del prossimo futuro, cercando di recuperarne la natura conviviale e condivisa.

Cooking is part of human culture, and where and how we prepare and consume our food tells of who we are and who we want to be. Throughout human history, the development of technology and industrial production has influenced our food behaviour: the place where we cook and eat has changed size and the objects inside it have changed, too. Rather than actually cooking, it is becoming increasingly common to simply reheat ready-made food or buying dinner using an app and having it delivered to our home or workplace. The way we experience food is affected, among other things, by the place where our food is prepared and where we eat it. That space can make for a convivial or isolating experience: compare the large farmhouse kitchens that once were the home’s hearth and a place for sharing where families gathered to cook, eat, socialise, work and share, to the TV dinner born in the 1950s with people eating while sitting on the sofa and being entertained, together yet isolated with eyes fixed on the TV. In recent years, TV and reality shows have been featuring Michelin star chefs, who have many followers and yet turn the act of cooking into an act for a select few. We watch these shows and eat with our eyes while gulping down takeaway food. Such extremes are the consequence of how lifestyle developed due to many technological and social factors. Product Design and Interior Design students were asked to research contemporary lifestyles and then investigate three scenarios: a co-housing unit for the elderly, a university campus, a co-working space. They then imagined the kitchen space of the near future in these three contexts, trying to recover its convivial nature and vocation as a space for sharing. 55

KITCHEN STORIES

Quali sono le esigenze delle persone, dei luoghi e degli oggetti per preparare e consumare il cibo oggi e nell’immediato futuro? – What are the needs of people, places and objects for preparing and consuming food today and in the near future?


KITCHEN STORIES V. Cruciani, G. Fioroni, Cappa Titano 56

PRODUCT DESIGN


KITCHEN STORIES

La cappa sarà dotata di sensori di rilevamento delle variazioni termiche. Tale sensore invierà i dati allo schermo, il quale li rappresenterà graficamente tramite istogrammi colorati simili agli equalizzatori volumetrici. Questo permetterà di realizzare un elemento di arredo che varia in base al posizionamento dei piani cottura, al numero e all’intensità dei fuochi utilizzati.

M.G. Barbi, L.Sambucci, Piani ad induzione mobili per facilitare il co-living. La cappa è dotata di sensori di rilevamento delle variazioni termiche. Mobile induction hobs to facilitate co-living. The hood is equipped with sensors for detecting thermal variations. 57


THE TIME IS NOW! New Citizen 1.5 con/with Greenpeace e Detox - CID

Progetto Speciale multidisciplinare con le sedi IED Italia Coordinamento/Coordination Chiara Campione, Fabrizia Capriati, Andrea Cavicchi, Sara Sozzani Maino, Claudia Mauri, Italo Marseglia, Andrea Nardi, Giovanni Ottonello, Paola Pattacini, Olivia Spinelli, Igor Zanti. Direzione artistica/Artistic direction Marika Aakesson, Italo Marseglia, Paola Pattacini, Alessandro Timpanaro

G. Balloi, E. Dini, L.Evangelista, C.Grimaldi, Urban Flow – The Liquid Man In a dystopian scenario in which the Earth has reached its limit, nature is saturated with human intervention. Furthermore, globalisation has destroyed every border between countries, the Urban Flow collection recounts a mankind of the future who mends its primordial relationship with nature. The superfluous is eliminated. Everything is essential, sinuous, flexible. 58

INTERIOR DESIGN


G. Balloi, E. Dini, L.Evangelista, C.Grimaldi, Urban Flow – The Liquid Man

Gli studenti IED delle Scuole di Moda, Design e Comunicazione delle sedi italiane sono stati chiamati a ragionare sull’identità del cittadino contemporaneo 1.5 (dove 1.5 indica l’aumento massimo della temperatura media globale, secondo gli accordi di Parigi, per limitare i cambiamenti climatici) e per lui disegnare nuove collezioni moda uomo etiche e sostenibili, progettare degli oggetti di design e ideare una campagna di comunicazione per raccontare il progetto nel suo insieme.

The IED students of the Schools of Fashion Design, Design and Communication Design were asked to think about the identity of the contemporary citizen 1.5 (where 1.5 indicates the maximum increase in the global average temperature, according to the Paris agreements, to limit climate change ). For this new citizen they designed new ethical and sustainable men’s fashion collections, new objects and a communication campaign to tell the project as a whole.

Inevitabile il cambio in corsa delle attività a causa dei mesi di lockdown: un mondo 1.5 prima soltanto immaginato è divenuto reale e il lavoro da sempre svolto a scuola e nei laboratori è stato necessariamente adattato alle nuove esigenze e riorganizzato a distanza. Gli studenti di Comunicazione hanno quindi raccolto la sfida di “isolarsi” nelle proprie case e trasformato l’idea iniziale di una campagna di comunicazione in un racconto del lavoro di resilienza portato avanti a distanza.

The change in the program due to the months of lockdown was inevitable: a world “1.5” previously only imagined has become real and the work that has always been carried out at school and in laboratories has necessarily been adapted to new needs and reorganized remotely. Students of Communication therefore took up the challenge of “isolating themselves” in their own homes and transformed the initial idea of ​​a communication campaign into a story of the resilience work carried out at a distance.

I designer hanno quindi lavorato in team multidisciplinari alla creazione di personas rappresentative di mondi e linguaggi diversi da cui poi sono state realizzate sei capsule collection – sotto la Direzione Creativa di Italo Marseglia, fashion designer e Alumnus IED Roma – complete dei concept di product design per il Green Market di Greenpeace, che in futuro potranno orientare comportamenti sostenibili.

The designers then worked in multidisciplinary teams to create personas representing different worlds and languages ​​from which six capsule collections were then created - under the Creative Direction of Italo Marseglia, fashion designer and Alumnus IED Rome - complete with product design concepts for Greenpeace’s Green Market, which can guide sustainable behaviour in their future use. . 59


U. Carpani, E. Deiana, A. Diop, M. Tassoni, IN/OUT – The Human bacterium The concept starts from the study of biomimicry, the discipline that studies and imitates the biological and biomechanical processes of nature and living beings as a source of inspiration for the improvement of human activities. We decided to investigate the correlation that exists between the concept of bacterium – among the most widespread and necessary living forms on Earth which gave rise to life. 60


C. Fasani, G. Montalto, V. Nicoletti, M. Pollastrelli, SYNOPSIS – The Activist Designer In a future characterised by climate change, citizen 1.5 will find himself/herself living in overcrowded cities. Co-living will become a solution to cope with rapid urbanisation. The phenomenon of sharing will be even more necessary. The concept starts from this and develops a strong anti-consumerist component. Imagine smart and functional clothes, clothing capable of adapting to new needs, allowing a more comfortable lifestyle. A second skin capable of protecting in an increasingly polluted environment 61


SUPERDOMESTICO Progetto del 3° anno/3rd Year project in Product Design Docente/Teacher: Casatibuonsante Architects - Antonio Casati e Federico Buonsante Tecnologia/Technology: Giulio Aleandri

Z. Cheng, Box 62

INTERIOR DESIGN


Assistiamo oggi a un cambiamento cruciale nel modo in cui viviamo e utilizziamo l’ambiente domestico. La dimora, ricettacolo di desideri e ambizioni, culti e rituali, sta perdendo la sua aura a seguito delle nuove richieste del mercato, supportata da piattaforme come Airbnb. Come scritto sul sito web della società, la piattaforma offre “il modo più semplice per trarre profitto dal proprio spazio, mostrandolo a milioni di persone”. Una volta che lo spazio privato è inteso come un bene di consumo che segue i processi di domanda e offerta, si omologa, per adattarsi al mercato e diventare più competitivo, per assecondare un numero crescente di gusti degli utenti e per realizzare quanto più profitto possibile. Un altro fattore cruciale che contribuisce a rimodellare lo spazio domestico, e l’idea di domesticità, è la tendenza crescente a lavorare sempre più da casa. I lavori, sempre più intangibili per via del collegamento a dispositivi connessi in rete, non alterano più, come in passato, la morfologia dello spazio domestico, rimanendo una pratica che ha poca influenza sullo spazio che lo ospita. Quello che però cambia è il rapporto tra uomo, ambiente e rituali domestici che nascono da questa connessione. Per rispondere a questa nuova tendenza, gli spazi della città si ibridano: i grandi spazi di fabbriche e uffici si trasformano in loft e co-working. Il “look domestico” permea le sale d’attesa di banche, lounge di hotel, ristoranti e bar favorendo questa nuova ossessione per la domesticità. I confini tra interno ed esterno, pubblico e privato si riducono fino a scomparire. Il messaggio è abbastanza chiaro: sentirsi a casa ovunque, lavorare ovunque. Con SUPERDOMESTICO si intende lo stile dominante e contemporaneo. Superdomestico si rivolge a tutti e risponde ad ogni esigenza. È generico. È informale. È super confortevole. È casuale. È dotato di aria condizionata. È iperconnesso. Superdomestico è il luogo della super produzione. È la super casa. Non è radicato in alcuna tradizione o cultura. Non è magico né religioso. Superdomestico è il linguaggio della super globalizzazione.

Nowadays we are witnessing to a crucial shift in the way we live and use the domestic environment. The abode, receptacle of desires and ambitions, worships and rituals, is losing its aura following new market demands, supported by platforms like Airbnb. As written on the society’s website, the platform offers “the easiest way of making profit from your own space, showing it to millions of people”. Once the private space is intended as a consumer good that follows supplyand demand processes, it homologates itself, in order to adapt to the market and become more competitive, to match an increasing number of user’s taste and to make as much profit as possible. Hence another crucial factor that contributes to reshape the domestic space and the idea of domesticity nowadays is the growing tendency of working more and more by home. Jobs, which are increasingly getting more intangible because of the link to network-connected devices, don’t alter anymore, as in he past, the morphology of the domestic space, remaining a practice that has little influence on the space that host. However, what changes is the relation between man, environment and the domestic rituals that arise from this connection. In order to respond to this new trend, the city’s spaces hybridize: the large spaces of factories and offices are converted into lofts and co-working. The “domestic look” permeates the waiting rooms of banks, hotel lounges, restaurants and bars encouraging this new obsession for domesticity. Boundaries between inside and outside, public and private are reduced until they disappear. The message it’s pretty clear: feeling at home everywhere, to work everywhere. With SUPERDOMESTICO we intend the dominant and contemporary style. Superdomestico addresses to everyone and responds to every need. It’s generic. It’s informal. It’s super comfortable. It’s casual. It’s air-conditioned. It’s hyperconnected. Superdomestico is the place of super production. It’s the super house. It’s not rooted in any tradition or culture. It’s not magical nor religious. Superdomestico is the language of super globalization. 63

SUPERDOMESTICO

B. Barelli Atelier residence n.1


A

BB’

A’

B

SUPERDOMESTICO

R. Richter, The green house

SUPERDOMESTICO

AA’

297277

SUPERDOMESTICO

A. Futoma, Visual acoustic

B

0

A

1

2

3

A’

4

ALEKSANDRA FUTOMA MATRICOLAN Nº 293983 Design 3 - Interior Design - IED Roma

BB’

B’

V. Costa, Eclipse 64

INTERIOR DESIGN


65

SUPERDOMESTICO


DO IT YOURSELF DESIGN Corso di Modellistica del 1 anno / 1st Year Model Making Course Docente/Teacher: Mauro Del Santo

A. Clemente, Postazione Covid 66

PRODUCT DESIGN


R. Botta, Sfila Guanto

Il corso di Modellistica e le attività laboratoriali di sperimentazione hanno un ruolo chiave nella formazione degli studenti di Design. All’inizio del lockdown abbiamo fatto una scelta inaspettata: abbiamo deciso di non fermarli e sfruttare l’occasione per dimostrare la potenzialità creativa dei nostri studenti. Abbiamo tenuto il corso online nel periodo di chiusura più severa. L’esperienza è stata molto particolare e sentita quanto la sua conclusione. Abbiamo iniziato condividendo una lettura di Enzo Mari dal libro “Design Fai Da Te - Idee contro la crisi. Il contenuto stimolante e sorprendentemente attuale ci sembrava perfetto per il contesto che stavamo vivendo. Come prima esercitazione, abbiamo deciso di realizzare una nuova versione del manuale con le istruzioni per costruire oggetti utili nel periodo della quarantena. L’attività di sperimentazione, richiesta da un corso pratico di Modellistica, è stata così possibile anche fuori dal laboratorio, sfruttando ciò che potevamo avere a disposizione, giocando con la creatività e i materiali scovati negli unici posti raggiungibili: supermercati, giornalai, farmacie e i ferramenta per i più fortunati. Abbiamo realizzato i progetti, abbiamo creato set fotografici con smartphone e usato i software presi dai laboratori per impaginare tutto in un manuale sinceramente imperfetto, ma ricco. Il risultato finale racconta tanto. Mostra il saper fare dei ragazzi, nonostante tutto, ma soprattutto porta con sé una storia di resistenza, creatività, emozioni, ricordi. Sicuramente, rappresenta un momento che, sono convinto, rimarrà nei ricordi dei ragazzi e miei, anche per come si è concluso, con la coincidenza dell’esame finale e il giorno dell’ultimo saluto a Enzo Mari.

The Model Making Course and the experimental laboratory activities play a key role in the training of Design students. At the beginning of the lockdown, we made an unexpected choice: we decided not to stop them and take the opportunity to demonstrate the creative potential of our students. We held the online course during the most stringent closing period. The experience was very special and as heartfelt as its conclusion. We started sharing a reading from Enzo Mari’s text in the book ““Design Fai Da Te - Idee contro la crisi”. The stimulating and surprisingly current content seemed perfect for the condition we were experiencing. As a first tutorial, we decided to make a new version of the manual with instructions for building useful items during the quarantine period. The experimentation activity, required by a practical modeling course, was thus possible even outside the laboratory, exploiting what we could have available, playing with creativity and materials found in the only reachable places: supermarkets, newstand, pharmacies and hardware stores, for the lucky ones. We have carried out the projects, we have created photographic sets with smartphones and used the software taken from the laboratories to layout everything in a sincerely imperfect, but rich manual. The final result tells a lot. It shows the know-how of the students, despite everything, but above all it brings with it a story of resistance, creativity, emotions, memories. Surely, it represents a moment that, I am convinced, will remain in the memories of the boys and mine, also for how it ended, with the coincidence of the final exam and the day of the last farewell to Enzo Mari. 67

DO IT YOURSELF DESIGN

A. Giraldi, Bright V-Chat


NEW MODERN

Una speculazione formale sugli interni del condominio di via Quadronno 24 a Milano – A formal speculation on the interiors of the condominium in via Quadronno 24 in Milan Progetto del 2° anno/2nd Year project in Interior Design Docenti: Raumplan - Nicolò Ornaghi e Francesco Zorzi Foto/Photo: Giulio Aleandri

Allestimento presentazione finale/Final presentation set up Foto/Photo: G. Aleandri 68

INTERIOR DESIGN


The New Modern workshop worked on the project by Angelo Mangiarotti and Bruno Morassutti at Via Quadronno 24 in Milan. This is perhaps the most representative building of Milan’s heroic modernist season during the years of post-war reconstruction and economic boom. While the structural system of the complex at Via Quadronno 24 consists of a traditional frame with pillars set back from the outer contour, the internal partitioning system was designed to be completely flexible and customisable. This internal partitioning concept makes it possible to customise the internal spaces of the apartments and to choose three different solutions for the external shell, alternating wooden infill panels, glass doors and windows or metal balconies. Students were asked to formally reinterpret the interior architecture of the building at Via Quadronno 24, whose architectural plan exclusively uses wooden elements or real furniture as partitions. During the week-long workshop, students built upon the current configuration of the standard floor layout, and were free to choose whether to bring the historical concept of a customisable configuration to the extreme or completely depart from it. The new partition systems conceived by the students will be characterised by formal and material uniformity – a modular system of stainless steel plates assembled with dry joints. All partitions will therefore take the form of furniture with formal architectural/partitioning qualities that will resonate with Mangiarotti and Morassutti’s original design.

Catalogo di arredi Furniture catalogue Foto/Photo: G. Aleandri

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NEW MODERN

Il workshop New modern ha lavorato sul progetto di Angelo Mangiarotti e Bruno Morassutti in via Quadronno 24 a Milano, forse l’edificio più rappresentativo dell’eroica stagione del modernismo milanese negli anni della ricostruzione e del boom economico post-bellico. Se il sistema strutturale del complesso di via Quadronno 24 è costituito da un’ orditura tradizionale composta da pilastri arretrati rispetto al filo esterno, il sistema distributivo interno è stato concepito come completamente flessibile e personalizzabile. Una concezione della distribuzione interna questa, che concede la possibilità di personalizzare le spazialità interne degli appartamenti e di scegliere tre diverse soluzioni per l’involucro esterno, avvicendando pannelli ciechi di tamponamento in legno, serramenti vetrati o loggiati metallici. Gli studenti sono stati chiamati a reinterpretare formalmente l’architettura degli interni dell’edificio di via Quadronno 24, che presenta una pianta architettonica divisa esclusivamente da elementi lignei o veri e propri mobili divisori. Nella settimana di workshop gli studenti sono intervenuti sulla configurazione attuale del piano tipo decidendo autonomamente se radicalizzare, oppure al contrario negare, la storica configurazione personalizzabile degli interni del caso studio. I nuovi sistemi distributivi pensati dagli studenti saranno caratterizzati da uniformità formale e materica; un sistema modulare di lastre in acciaio inox montate grazie ad incastri a secco. Tutti gli interventi si configureranno quindi come mobili dalle qualità formali architettonico/ distributive che di volta in volta reagiranno al progetto originario di Mangiarotti e Morassutti.


OVER STUDIO

Pianta di Via Quadronno 24 di Morassutti e Mangiarotti – Via Quadronno 24 plan by Morassutti and Mangiarotti piazza Vetra 22 20123 Milano

BUGS HOTEL

30/09/2019 Milano

WORKSHOP - TEMA GENERALE

OVER 3 / 8STUDIO

30/09/2019 overagency.com Milano

WORKSHOP - TEMA GENERALE

Pianta degli appartamenti senza arredi – Plans of the appartments without furniture

2m

0

2m

0

2m

0

piazza Vetra 22 20123 Milano

0

2m

Assonometrie dei sistemi modulari in acciaio / Axonometric of the steel modular systems

70

0

25

50cm

INTERIOR DESIGN

2m

1m

0

2m

4/8

overagency.com


NEW MODERN Modelli dei nuovi sistemi modulari divisori / Models of the separeting new modular systems Foto/Photo: G. Aleandri

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OUTDOOR FURNITURE con/with UnoPiù

Progetto del 3° anno/3rd Year project in Product Design Docente/Teacher: Niccolò Adolini

Gli studenti partecipanti al programma di cooperazione accademica tra IED e la Sichuan Normal University di Chengdu hanno lavorato a una nuova serie di arredi per esterno per la storica azienda italiana Unopiù.

Liu Yang, Chen Junxi Shi, Aluminium furniture 72

The students of the academic cooperation program between IED and Sichuan Normal University in Chengdu worked on a new series of outdoor furniture for the historic Italian company Unopiù. PRODUCT DESIGN


OUTDOOR FURNITURE

Liu Yang, Chen Junxi Shi, Aluminium furniture, models

Liu Yang, Chen Junxi Shi, Aluminium furniture, render

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UNOPIÙ Li Yuting , Deng Yaling, Tang Ziheng Flare, Render e modello 74

PRODUCT DESIGN


OUTDOOR FURNITURE He Jinglin, Blue bay, modello e render 75


CORRIDORS Progetto del 2° anno/2nd Year project in Interior Design Docenti: Studio Ganko - Nicolà Munaretto e Guido Tesio

Allestimento presentazione finale/Final presentation set up Foto/Photo: Guido Tesio 76

INTERIOR DESIGN


A corridor is a means to appropriate and control space. A corridor introduces one and only one direction, it is connected with the concept of sequence, with a before and an after, a forward and a backward, a right and a left. A corridor reduces and simplifies space; hence its success as a device to organise space and create hierarchies. Rhythms of inclusion and exclusion, regimes of proximity or distance develop along corridors. Contemporary culture has a problematic relationship with corridors. While corridors are an essential means to satisfy its most pragmatic needs for efficiency and rationalisation, they are also an obstacle to the pursuit of its highest ideals of freedom and flexibility. A typological paradigm of a modern reorganisation of society – as in hospitals, prisons, office buildings, boarding schools, collective housing, etc. – the corridor soon became synonymous with segregation and anonymity as the open-plan model grew in popularity. Due to its ambivalent quality as a space that connects but at the same time segregates – that regulates yet at the same time ignores the areas it runs across – the corridor remains confined to the margins of architectural research which, unable to get rid of it completely, has largely decided to ignore it. As necessary as it is secondary, the contemporary corridor is not so much an object of design as an object of regulatory requirements. The corridor is no longer a space to be occupied, it is an evacuation mechanism. The design exercise required students to design 10 corridors located on 10 different floors of a 10-storey building. Each group of students was given complete freedom in imagining the purpose for each floor of the building. However, students were only allowed to design the distribution corridor.

V. Di Gregorio, G. Vallenza

CORRIDORS

Il corridoio è uno strumento di appropriazione e controllo dello spazio. Il corridoio introduce una e una sola direzione, si lega all’idea di sequenza, di un prima e di un dopo, di un avanti e di un indietro, di una destra e di una sinistra. Il corridoio riduce e semplifica lo spazio; da cui il suo successo come dispositivo di organizzazione e gerarchizzazione. Lungo il corridoio si sviluppano ritmi di inclusione ed esclusione, regimi di prossimità o distanza. La cultura moderna intrattiene col corridoio un rapporto problematico. Strumento fondamentale per la soddisfazione dei suoi più pragmatici bisogni di efficientamento e razionalizzazione, il corridoio è al contempo un ostacolo per il perseguimento dei suoi piu’ alti ideali di libertà e flessibilità. Paradigma tipologico di una moderna riorganizzazione della società (ospedali, carceri, edifici per uffici, collegi, abitazioni collettive, etc.) con l’imporsi del modello della pianta libera il corridoio è presto divenuto sinonimo di segregazione ed anonimato. Nella sua ambivalenza di spazio che connette ma al contempo segrega – che regola ma al contempo ignora le regioni che attraversa - il corridoio rimane relegato ai margini della ricerca architettonica che, non potendosene realmente sbarazzare, ha per lo piu’ deciso di ignorarlo. Tanto necessario quanto secondario, il corridoio contemporaneo non è tanto un oggetto di progettazione, quanto oggetto di prescrizioni normative. Il corridoio non è più uno spazio da occupare ma un meccanismo di evacuazione. L’esercizio progettuale ha previsto il disegno di 10 corridoi, localizzati a 10 diversi piani di un edificio di 10 piani. A ciascuno gruppo di studenti è stata data massima libertà nell’ immaginare il programma funzionale ospitato a ciascun piano dell’edificio. Non gli è stato però concesso che di disegnarne il corridoio di distribuzione.

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CORRIDORS

V. Di Gregorio, G. Vallenza

S. Marigliani, V. Maiorano

L. Piotto Piotto, L. Cervoni

B. Stella. L. Mazzocchetti

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INTERIOR DESIGN


CORRIDORS Viste dei modelli dei diversi corridoi/View od the different corridors’ models

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KIDS FURNITURE Corso di Modellistica del 2 anno / 2nd Year Model Making Course Docente/Teacher: Mauro Del Santo

A. Fanelli, Il Mulino 80

PRODUCT DESIGN


The purpose of the model making course is to give the students the first opportunity to create working prototypes born from their original ideas. The goal is to understand the complexity to be faced in order to be able to transform a new idea into a real product. A process that brings them to face those multiple aspects that affect the success of a project, such as functionality, manufacturability, ergonomics, aesthetics, environmental sustainability, and which can only be verified through tangible verification. Students are entrusted with a design theme, in this case the creation of children’s furniture, and a specific production technology: laser cutting. The creative work for the development of the product idea is only a first part of the activity. Much of the work is dedicated to the study of construction details, to the verification of the project through intermediate study models and to the development of executive drawings that mark the most delicate and formative passage for the students. Using industrial digital fabrication machines, computer-made drawings are transformed into prototype parts. It is at this stage that students encounter problems and inaccuracies in their drawings and learn the consequences of a careful and concrete approach to computer work and, more generally, to production-oriented design work. Through this direct experience, students understand and acquire the skills necessary to transform creative work into concrete projects which, in their future as Product Designer, they will no longer have to produce alone, but which they will be able to control and prepare for industrial production.

F. Tomassetti, Tavolo

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KIDS FURNITURE

La finalità del Corso di modellistica è di fornire agli studenti la prima opportunità di realizzare prototipi funzionanti nati da loro idee originali che sviluppano durante le prime lezioni del corso. L’obiettivo è di comprendere la complessità da affrontare per riuscire a trasformare un’idea nuova in un prodotto concreto. Un processo che porta a scontrarsi con quei molteplici aspetti che condizionano la riuscita di un progetto, come funzionalità, producibilità, ergonomia, estetica, sostenibilità ambientale, e che possono essere verificati solo tramite un riscontro tangibile. Agli studenti è affidato un tema progettuale, in questo caso la realizzazione di arredi per bambini, e una tecnologia di produzione specifica: il taglio laser. Il lavoro creativo per lo sviluppo dell’idea di prodotto è solo una prima parte dell’attività. Molto del lavoro è dedicato allo studio dei dettagli costruttivi, alla verifica del progetto tramite modelli di studio intermedi e allo sviluppo dei disegni esecutivi che segnano il passaggio più delicato e formativo per gli studenti. Usando macchinari industriali di fabbricazione digitale, i disegni fatti al computer si trasformano nelle parti del prototipo. È in questa fase che gli studenti riscontrano problemi e imprecisioni dei loro disegni e imparano le conseguenze di un approccio attento e concreto al lavoro fatto al computer e, più in generale, al lavoro di progettazione orientato alla produzione. Tramite questa esperienza diretta, gli studenti comprendono e acquisiscono le capacità necessarie per trasformare il lavoro creativo in progetti concreti che, nel loro futuro di Product Designer, non dovranno più produrre da soli, ma che sapranno controllare e preparare per la produzione industriale.


KIDS FURNITURE

R. Fraioli, Arredo trasformabile

F. Campagnola, Culla 82

PRODUCT DESIGN


KIDS FURNITURE

E. Avogadri, Lavagna/Tavolo

N. Mastrogiacomo, Separet 83


DESIGN LAB

Le stanze delle meraviglie dove le idee prendono forma e materia – The wonder rooms where ideas take shape and matter

Il laboratorio di prototipazione rapida Rapid prototyping labs Foto/Photo: A. Cama 84


DESIGNLAB EQUIPMENTS

Scanner 3D Sense 2

Scanner 3D GScan

Roland MDX-40

BCN 3D Sigmax

Scanner 3D semi professionale adatto per la scansione veloce di oggetti di medie dimensioni con la possibilità di rilevare, oltre alla forma, anche i colori e le texture.

Scanner 3D professionale a luce bianca strutturata adatto per la scansione di oggetti da medie a grandi dimensioni con una precisione di rilevazione fino a 0,2 mm

Fresatrice CNC a tecnologia sottrattiva adatta per realizzare parti con diversi materiali tra cui tutte le plastiche rigide, legno e alcuni metalli non ferrosi.

Stampante 3D FDM professionale con due estrusori indipendenti e piano riscaldato. Adatta per realizzare modelli larghi, con una buona definizione e un'ampia varietà di materiali.

Makerbot replicator

Formlab Form2

Stampante 3D FDM semi professionale capace di usare materiali con qualità tecniche specifiche non lavorabili con le comuni stampanti a filamento.

Stampante 3D SLA adatta per realizzare modelli estremamente precisi e dettagliati con materiali trasparenti, rigidi o elastici, e cere calcinabili per la gioielleria.

Ultimaker S5

Formlab Form2

Ultimaker S5

Beethefirst

Beethefirst

Stampante 3D FDM semi professionale portatile. Adatta per imparare e fare dimostrazioni e per realizzare veloci modelli di piccole dimensioni.

Ultimaker S5

Stampante 3D FDM professionale di grandi dimensioni con doppio estrusore e piano riscaldato. Adatta per realizzare modelli di medie e grandi dimensioni in tempi rapidi con materiali diversi e alta risoluzione.

Makerbot Replicator Z18 Stampante 3D FDM professionale di grandi dimensioni . Adatta per realizzare modelli molto alti e con tempi di produzione ridotti.

Taglio laser HS-1390 PRO

3D Systems ProJet MJP 2500

Macchina a taglio laser CO2 di grande formato, 1200 x 900 mm, adatta per lavorare, in tempi rapidissimi, lastre fino a 1,2 cm di spessore. La sorgente laser consente di tagliare materiali organici tra cui il legno la plastica e i tessuti.

Stampante 3D industriale PolyJet adatta per realizzare modelli di presentazione o tirature limitate di prodotti ad altissima qualità che non richiedono successivi lavorazioni di rifinitura.

Il laboratorio si sviluppa su due livelli ed è composto da un’area attrezzata per la produzione “artigianale,” uno spazio per la verniciatura professionale e da un laboratorio altamente tecnologico, dotato di stampanti 3D di ultima generazione, laser-cutter, foam-cutter CNC, fresa CNC, scanner 3D e strumenti per la prototipazione meccatronica (Arduino). Tra le ultime e più importanti tecnologie messe a disposizione degli studenti, c’è la nuovissima stampante 3D della 3D System, con tecnologia MultiJet Printing (MJP), e lo scanner 3D a luce strutturata Gscan. Il laboratorio, e il lavoro dei ragazzi, è seguito a tempo pieno da professionisti con esperienza decennale nel settore della progettazione e della formazione accademica.

The laboratory is organized over two levels and is composed of an area equipped for “artisan” production, a space for professional painting and a highly technological laboratory, equipped with the latest generation of 3D printers, laser-cutter, foam-cutter CNC, CNC milling machine, 3D scanner and tools for mechatronic prototyping (Arduino). Among the latest and most important technologies made available to students, there is the brand new 3D System 3D printer, with MultiJet Printing (MJP) technology, and the Gscan structured light 3D scanner. The labs, and the work of the students, is followed full time by professionals with decades of experience in the design and academic training sector. 85


DESIGN LAB

Il laboratorio di prototipazione rapida/ Rapid prototyping labs Foto/Photo: A. Cama

Sala verniciatura/ Painting room Foto/Photo: A. Cama

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DESIGN LAB Il laboratorio artigianale/ Artisanal labs Foto/Photo: A. Cama 87


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Direttore IED ROMA / Director of IED Roma Laura Negrini IED DESIGN Coordinamento Design IED Roma / IED Roma Design Coordinator Gianfranco Bombaci Coordinamento Corso Triennale in Product Design Product Design Undergraduate Course Coordinator Marika Aakesson Coordinamento Corso Triennale in Interior Design Interior Design Undergraduate Course Coordinator Marco Provinciali Faculty Office Sveva Brunetti Riccardo Budelli Segreteria Didattica / Secretary Marta Seghezza Gaia Zangrilli Design Lab Mauro Del Santo Francesco Pizzo Tutor IED-SNU Chen Zhao International Student Desk Stefano Pedrotti Valeria Puntillo

IED DESIGN Yearbook a.a. 2019-2020 Curatore / Curated by Gianfranco Bombaci Layout Valentina Costa Copyediting Viviana Borioli Traduzioni / Translations imagine traduzioni Font Leon sans di Jongmin Kim, 2019 Roboto slab di Christian Robertson, 2013 Stampato presso/Printed by Tiburtini S.r.l. Aprile/April 2021 © Tutti i diritti riservati/ All rights reserved Immagine di copertina: M. Alba, K. Ferulli, “Tempo di Ricarica”, progetto di tesi in Interior Design, in collaborazione con EnelX. Cover image: M. Alba, K. Ferulli, “Charging Time”, graduation project in Interior Design, in collaboration with EnelX.

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2019/20 IED Design Diplomati/Graduates Nadia Alkaraguli Nour Han Abdel Halim Michela Alba Valeria Amendola Carola Aureli Maria Giovanna Barbi Maria Beatrice Barelli Giulia Benedetti Jingnan Bian Claudia Botti Fabio Brunone Alberto Caroli Umberto Carpani Domitilla Cascino Milani Yanxingyi Chen Sicheng Chen Junxi Chen Ziye Cheng Costanza Cobianchi Roberto Coladomenico Monica Conte Miriam Conte Valentina Costa Valerio Cruciani Federico Cupellini Federica Cusumano Angela Cutecchia Francesca D’Ambrosio Yinci Dan Francesco De Biase Yaling Deng Maria Sole Di Belardino Federico Di Giorgio Marina Diaz Gonzalez Dingchuan Dong Lorenzo Evangelista Elisabetta Fefè Yi Fei Alessandro Ferrante Katia Ferrulli Asia Filippi Beatrice Fiorentini Gabriele Fioroni Fabiana Firmani Roberto Forte Paola Frassanito Wanchun Fu Luisa Fusconi Aleksansdra Futoma Julia Paulina Gancarz Antonella Greco Jinglin He Jingmi Huang Rita Iannotta Isceri Andrea Igliozzi Siria Lepri Qianyun Li Yuting Li Junting Liao Jingyu Liu Yuxi Liu Yang Liu Ziwei Liu Luying Liu Shujia Lu Steffi Matthew

Lorenzo Merlonghi Giulio Montalto Cristiana Morzetti Junxi Mou Francesca Murolo Simone Palumbo Martina Paolantoni Gianluca Parisi Erminia Passariello Davide Patruno Edoardo Perrotti Cristina Petricca Fabrizia Antonia Ponzo Filiberto Porcelli Sofia Prinzi Aurora Ranieri Raffaella Ricter Arianna Rossetti Diletta Rossi Petya Sabcheva Luca Salvo Ludovico Maria Sambucci Edoardo Scaiola Kristel Taji Hao Tang Ziheng Tang Lu Tang Shuyao Wang Yiai Wang Junyi Wu Yan Wu Yuping Yang Tingru Yu Shiyun Zhong Xingbei Zhu 2019/20 IED DESIGN Docenti/Teachers Marika Aakesson Niccolo’ Adolini Giulio Aleandri Mario Alessiani Roberto Alma Francesca Angelini Valentina Angelini Elisabetta Antonellis Ilaria Aprile Tommaso Arcangioli Nicola Auciello Giampaolo Barberi Giusy Bellapadrona Giovanni Bellotti Jacopo Benci Andrea Luigi Bentivegna Mario Boni Marco Bonanni Barbara Brocchi Floriana Cannatelli Adriano Caputo Matteo Carbonoli Alessandro Casadei Claudio Castaldo Lorenzo Catena Anna Cestelli Guidi Alessandro Ciocci Silvia Cioli Francesco Colangeli Marcello Coppa

Alessandra Corvini Daniele Costa Jacopo Costanzo Luigi Cuppone Domitilla Dardi Mattia Daro’ Mauro Del Santo Francesca Delicato Luca D’Eusebio Patrizia Di Costanzo Onorato Di Manno Paolo Di Pasquale Vincenzo Di Siena Claudio Esposito Laura Federici Fabio Ferone Benedetta Gaiani Benjamin Gallegos Gabilondo Davide Gallina Marco Galofaro Andrea Gattini Alessandra Glorialanza Giulia Grechi Giulio Gualtieri Peter T. Lang Silvia La Pergola Luca La Torre Ana Llarin Gabriele Lungarella Daniele Mancini Mauro Merlo Nicolà Munaretto Valeria Murru Niccolò Ornaghi Giulio Pernice Riccardo Petrachi Marco Pietrosante Marco Pietrosanto Patrizia Polimeni Ludovica Proietti Marco Provinciali Adriano Rachele Alessandra Reggiani Emanuele Remediani Andrea Ricci Florindo Ricciuti Giorgio Sadolfo Pasquale Salerno Giampiero Sanguigni Eliana Saracino Eva Schenck Rocco Smaldone Arianna Sodano Alessandro Spalletta Francesco Subioli Andrea Tanci Vincenzo Tattolo Eleonora Tempesta Aldo Testi Guido Tesio Alessio Tommasetti Pietro Valentini Valentina Vinotti Giuseppe Vultaggio Massimiliano Zanni Giovanna Zinghi Francesco Zorzi 91


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