IED Roma Design - Yearbook 2020-2021

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DESIGN - IED ROMA YEARBOOK

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«Il Design non è mai capriccio. Ha sempre un’utilità. Ma il futuro secondo me è legato allo sforzo di riunire funzionalità, forma, fantasia.» Riccardo Dalisi

Istituto Europeo di Design Via Alcamo 11 00182 Roma www.ied.it

DESIGN IED ROMA - YEARBOOK


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DESIGN IED Roma Yearbook 2020/2021 In acque salmastre / In brackish waters

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Gianfranco Bombaci Roma: Capitale agricola / Roma: rural capital

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Un parco produttivo per la capitale / A productive park for the

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capital Matteo Costanzo Museo delle civiltà / Museum of civilization

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The new smart city: back to the future

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Marika Aakesson 503

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Negative space

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A-typical plan

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Marco Provinciali IED Clear Sky

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Dropl

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The dining room

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Parasite 2.0 Calore domestico / Domestic warmth

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Alessandro Spalletta Exhibit

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Famiglie di lampade / Families of lamps

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Ataraxia

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Dettaglio di 3D printer del DesignLab Foto/Photo A. Cama

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Scuola di design in Via Casilina / School of Design in Via Casilina Foto/Photo M. Schimberni

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IN ACQUE SALMASTRE – IN BRACKISH WATERS Gianfranco Bombaci «Le mangrovie crescono in un clima meraviglioso dove il fiume (di acqua dolce) incontra il mare (di acqua salata). Ora immaginate di essere in immersione e qualcuno vi chiede: “l’acqua è salata o dolce?”. La risposta è che: “Mio caro, non sai dove siamo. Questa è la Società delle Mangrovie. È sia dolce che salata. È acqua salmastra”» Luciano Floridi, TheWebConference 2018 Le tecnologie digitali hanno ormai permeato ogni aspetto della nostra esistenza nello spazio reale. Viviamo in una condizione “Onlife”, ovvero, come afferma Luciano Floridi, una «dimensione vitale e relazionale, sociale e comunicativa, lavorativa ed economica, vista come frutto di una continua interazione tra la realtà materiale e analogica e la realtà virtuale e interattiva». La consapevolezza di questa condizione rende le tecnologie a nostra disposizione potenti strumenti da asservire alle esigenze dei nostri corpi e alle urgenze di un pianeta sofferente: per guardare a un futuro fondato sulle sinergie tra tradizione e innovazione, digitale e materiale, uomo e ambiente. Il Design ha quindi un vasto campo di sperimentazione e innovazione in cui spazi e oggetti acquistano nuovi significati all’interno di sistemi e servizi integrati. È possibile intervenire sui processi di produzione, superando l’dea di standard e immaginando oggetti “cuciti” addosso a ogni singolo utente. Oltre agli esseri umani, è possibile dedicare la progettazione a obiettivi “nature-centered”, sfruttando le tecnologie digitali per comprendere i meccanismi naturali e tentare di compensare le conseguenze della crisi climatica ed ecologica del pianeta. È possibile immaginare nuove tipologie di spazi e nuovi usi, per recuperare le identità territoriali all’interno di dinamiche sociali ed economiche dal respiro globale: i settori del turismo, della filiera agroalimentare, dell’immobiliare residenziale e commerciale offrono opportunità progettuali in cui riscrivere integralmente gli assetti ereditati dal XX secolo. In questo contesto storico, i diversi settori del design, integrati da un approccio sistemico, possono contribuire concretamente in quei processi di trasformazione che, storicamente, sono stati affrontati da altre discipline progettuali come l’architettura e l’urbanistica. I processi di rigenerazione urbana, ormai in cima alle agende politiche ed economiche, hanno bisogno di strumenti progettuali capaci di integrare quelli urbanistici, grazie a un approccio più spiccatamente “user-centered”. Alla pianificazione territoriale si affianca quindi una progettazione dal basso, dalla scala dell’oggetto e dello spazio interno. Gli strumenti del design permettono infatti di intercettare con più precisione la dimensione rituale di chi abita la città, cambiandone gli usi e la percezione dall’interno. È di conseguenza cruciale promuovere una formazione multidisciplinare e capace di stimolare i processi di collaborazione, anche in gruppi fortemente eterogenei, portando specifiche competenze tecniche, ma dimostrando anche spiccate capacità di team building e leadership. Abbiamo acquisito nuovi strumenti e nuovi metodi per raggiungere inediti obiettivi educativi. Insegnare a imparare è la missione per chi vuole formare persone capaci di affrontare la complessità delle nostre società iper-strutturate. Insegnare a guardare oltre è l’imperativo per chi vuole addestrare una nuova generazione di designer capace di affrontare le grandi sfide per uno sviluppo sostenibile.

Digital technologies have now permeated every aspect of our existence in real space. We live in an “Onlife” condition, that is, as Luciano Floridi states, a “vital and relational, social and communicative, working and economic dimension, seen as the result of a continuous interaction between real-life and analogue reality and virtual and interactive reality”. Awareness of this condition makes the technologies at our disposal powerful tools to be subservient to the needs of our bodies and the urgencies of a suffering planet: to look to a future founded on the synergies between tradition and innovation, digital and material, humanity and environment. Design therefore has a vast field of experimentation and innovation in which spaces and objects acquire new meanings within integrated systems and services. It is possible to intervene in production processes, going beyond the idea of standards and imagining objects “tailored” to each individual user. In addition to humans, it is possible to devote design to “nature-centred” objectives, using digital technologies to understand natural mechanisms and attempt to compensate for the consequences of the planet’s climate and ecological crisis. It is possible to imagine new types of spaces and new uses, to recover territorial identities within social and economic dynamics with a global scope: the sectors of tourism, the agri-food industry, residential and commercial real estate offer design opportunities in which to completely rewrite the assets inherited from the 20th century. In this historical context, the different fields of design, integrated by a systemic approach, can contribute concretely to those transformation processes that, historically, have been addressed by other design disciplines such as architecture and urban planning. Urban regeneration processes, now at the top of political and economic agendas, need design tools capable of complementing urban planning, thanks to a more usercentred approach. Urban planning is therefore complemented by a bottom up, design from the scale of the object and the interior space. Indeed, the tools of design make it possible to intercept the ritual dimension of those who inhabit the city more precisely, changing its uses and perception from within. Consequently, it is crucial to promote a multidisciplinary training that stimulates collaborative processes, even in highly heterogeneous groups, bringing specific technical skills, but also demonstrating strong team-building and leadership skills. We acquired new tools and new methods to achieve new educational goals. Teaching how to learn is the mission of those who want to train people capable of dealing with the complexity of our hyperstructured societies.Teaching how to look beyond is an imperative for those who want to train a new generation of designers capable of tackling the great challenges for sustainable development.

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ROMA: CAPITALE AGRICOLA – ROME: A RURAL CAPITAL Progetto di tesi/Thesis project con/with Roma Capitale

Interior Design Centro Ricerche sulla filiera agroalimentare Relatore/Advisor: Matteo Costanzo Correlatore/Co-Advisor: Marco Provinciali Model Making: Marco Galofaro Tecnologia/Technology: Giulio Aleandri Comunicazione/Communication: Claudio Castaldo, Claudio Esposito Product Design Service Design per il consumo e la promozione di cibi locali / Service design for promotion and consuming of local food Relatore/Advisor: Francesco Subioli Comunicazione/Communication: Alessio Tommasetti Design della Comunicazione Campagna di comunicazione: strategia e creatività / Comunication strategy and creativity Relatore/Advisor: Andrea Lamberti Zanardi

Barbara Farletti e Antonia Alessia Mariconda Cerealia: dalla tradizione all’innovazione

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No European city has as much green space as Rome. With its fifty thousand cultivated hectares, Rome is the largest agricultural municipality in Europe. Rome boasts a thousandyear-old rural vocation, which also extends to a gastronomic tradition which is appreciated all over the world. However, the enormous potential that its territory might achieve has so far not been properly exploited. Now is the time to capitalise on this heritage to initiate a restart phase that will make agribusiness a powerful and sustainable driver of local development and a factor of international recognition and appeal.The research was articulated through various contributions, developed by the School of Design and the <School of Communication. The Interior Design department has designed the conversion of a series of buildings in the S.Maria della Pietà complex in Rome into a Bio-Food Research Centre.The Product Design department designed a system of services and products related to Food Design topics. Finally, the Communication Design Department developed a campaign to position Rome as the European Capital of Agribusiness: Logo and Brand Identity, Communication Campaign, Eventsand Actions.

Masterplan del Centro Ricerche Bio agroalimentari Dall’alto a sinistra in senso orario: la foresteria e l’azienda vinicola; il frantoio; il mulino; il foro; il mercato; il ristorante; la banca dei semi; la fattoria didattica Masterplan of the Bio Agri-food Research Center Clockwise from top left: the guesthouse and the winery; the oil mill; the mill; the forum; the market; the restaurant; the seed bank; the farm ph: G.Aleandri

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ROME: A RURAL CAPITAL

Nessuna città europea ha la stessa estensione di verde di Roma. Con i suoi cinquantamila ettari coltivati Roma è il più grande comune agricolo d’Europa. Roma vanta una vocazione rurale millenaria, che si estende anche verso una tradizione gastronomica apprezzata in tutto il mondo. Tuttavia l’enorme potenziale che potrebbe esprimere il suo territorio finora non è stato opportunamente valorizzato. È il momento di far leva su tale patrimonio per dar vita a una fase di ripartenza che faccia dell’agroalimentare un driver di sviluppo locale, potente e sostenibile, e un fattore di riconoscibilità e attrattività internazionale. La ricerca si è articolata attraverso diversi contributi, sviluppati dalla Scuola di Design e dalla <Scuola di Comunicazione. Il dipartimento di Interior Design ha progettato la riconversione di una serie di padiglioni del complesso di S. Maria della Pietà a Roma in Centro Ricerche Bio-Agroalimentari. Il dipartimento di Product Design ha progettato un sistema di servizi e prodotti legati ai temi del Food Design. Il Dipartimento di Design della comunicazione ha infine elaborato una campagna di posizionamento di Roma come Capitale Europea dell’Agroalimentazione: Logo e Brand Identity, Campagna di Comunicazione, Eventi e Azioni.


UN PARCO PRODUTTIVO PER LA CAPITALE – A PRODUCTIVE PARK FOR THE CAPITAL Matteo Costanzo

ROMA: CAPITALE AGRICOLA

Il nuovo parco di Santa Maria della Pietà potrebbe diventare l’epicentro del sistema produttivo agricolo dell’intera regione. – The new park of Santa Maria della Pietà could become the epicenter of the agricultural production system of the entire region. Questo lavoro è il risultato del progetto svolto a Roma sul complesso dell’ex ospedale psichiatrico di Santa Maria della Pietà. L’attuale parco è composto da più di 40 padiglioni, alcuni dei quali ospitano oggi delle funzioni di natura pubblica, mentre molti altri necessitano invece di una completa ristrutturazione. La strategia è stata quella di selezionare alcuni di questi padiglioni e trasformarli in una rete di elementi produttivi, per realizzare un centro permanente di divulgazione e studio sulla produzione agricola a Roma e nella sua campagna, dal titolo Agroma. Roma è potenzialmente il più grande comune agricolo d’Europa grazie al suo esteso territorio naturale e produttivo che l’avvolge. Il nuovo parco di Santa Maria della Pietà potrebbe quindi diventare l’epicentro del sistema produttivo agricolo dell’intera regione. I padiglioni, connessi tra loro da un percorso circolare preesistente, posizionato al centro dell’area, svolgono un ampio ventaglio di funzioni, così articolate: Il Foro; Il Mulino; Il Frantoio; Il Ristorante; La Foresteria; La Fattoria; Il Mercato; La Banca dei Semi. Santa Maria della Pietà viene interpretata come il primo parco produttivo di Roma in grado di creare un polo di promozione e programmazione per un rinnovato equilibrio tra la vita quotidiana nella città e la ricca realtà produttiva del suo paesaggio naturale.

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This work is the result of the project carried out in Rome on the former psychiatric hospital complex of Santa Maria della Pietà. The current park consists of more than 40 buildings, some of which now house functions of a public nature, while many others are in need of complete renovation. The strategy was to select some of these buildings and transform them into a network of productive elements, to create a permanent centre for the dissemination and study of agricultural production in Rome and its countryside, entitled Agroma. Rome is potentially the largest agricultural municipality in Europe due to its extensive natural and productive territory. The new Santa Maria della Pietà park could thus become the epicentre of the agricultural production system for the entire region. The buildings, interconnected by a pre-existing circular pathway, positioned in the centre of the area, perform a wide range of functions, broken down as follows: The Forum; The Mill; The Oil Mill; The Restaurant; The Guesthouse; The Farm; The Market; The Seed Bank. Santa Maria della Pietà is interpreted as Rome's first production park capable of creating a magnet for promotion and planning for a renewed balance between daily life in the city and the richproductive reality of its natural landscape. INTERIOR DESIGN


ROME: A RURAL CAPITAL Barbara Farletti e Antonia Alessia Mariconda, The Mill Sopra/Above: visita esterna del campo di grano che circonda il padiglione Sotto/Below: spazi distributivi / connection spaces

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Area di produzione: frantoio

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Defogliatore

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Caldaia biomassa

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Lavatrice

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Trituratore

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Frangitore

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Vasca nocciolino

Gramola

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Vasca sansa umida

Decanter

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Vasca acque vegetazione

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Serbatoio

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Pedana meccanica

ROMA: CAPITALE AGRICOLA

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Livia Mazzocchetti, Il Frantoio / Oil Mill Sopra/Above: pianta della zona produttiva / Productive zone plan. In basso/Below: area degustazione / Tasting area

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ROME: A RURAL CAPITAL Livia Mazzocchetti, Il Frantoio / Oil Mill In alto/Above: area produzione / Productive area In basso/below: area consumazione / Tasting area

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TEMPO DI RICARICA 14

INTERIOR DESIGN


ROME: A RURAL CAPITAL Riconversione del padiglione 6 di Santa Maria della Pietà / Renovation of Pavillion 6 in Santa Maria della Pietà Il Ristorante: All in green progetto di Luca Piotto Piotto e Lorenzo Cervoni. Pagina a fianco / On the ledt: area destinata alla coltura aeroponica / Area for aeroponic cultivation In questa pagina / This page: Area per la coltivazione di ortaggi da frutto / Area for vegetable cultivation Sotto/Below: modello dell’area degustazione / Model of tasting area - Foto/Ph. Antonio Cama

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Cellule abitative

La foresteria:Alloggio riconversione del padiglione 11 Santa Maria della Alloggio Pietà - progetto di Elisa D’Angelo, Giulia Di Meo eAlloggio Gabriele6Soricelli. 4 5 Sopra: camera. Sotto: tipologie di cellule abitative mq 56 mq 57 mq Nella pagina57 affianco: azienda vinicola

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INTERIOR DESIGN


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ROMA: CAPITALE AGRICOLA Roma Agricola progetto di Yuan Fangzheng - format di Street Food In questa pagina: app, ristorante mobile e packaging ispirato alla tradizione degli origami. La confezione si presta ad una doppia funzione a seconda del verso di apertura; da un lato contenitore, dall’altro presa per agevolare il consumo del pasto.

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PRODUCT DESIGN


ROME: A RURAL CAPITAL Green Lab - progetto di Gabriel Ferrara, sistema di divulgazione della coltivazione idroponica. Green è il laboratorio ospitato all’interno di Santa Maria della Pietà, pensato per sensibilizzare gli studenti delle scuole medie a nuove modalità di coltivazione e favorirne l’apprendimento attraverso la conoscenza della coltura idorponica. sopra: gadget per la coltivazione idroponica in casa Le pareti fibrose assicurano la crescita delle piantine per uso alimentare.

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ROLL UP

In questa pagina: Campagna di posizionamento del nuovo Centro di Ricerche Bio-agroalimentari realizzata dagli studenti di Design della Comunicazione IED Roma: Viola Saracini, Giulia Bellissimo, Uendi Ramazzani, Virginia Stamegna, Ilaria Lombardo, Igor Santi, Trimarchi Marissa, Ilaria Restaneo A fianco: Brand Identity e campagna Social

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SUB-BRANDS I loghi degli elementi sono loghi fluidi, vivono all’interno delle forme che li rappresentano. La fluidità rappresenta il cambiamento che si fa nella fase di crescita, come un seme cambia e può diventare un albero o un frutto i nostri loghi cambiano e si adattano alle forme che li ospitano.

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MUSEO DELLE CIVILTÀ – MUSEUM OF CIVILIZATIONS Progetto di tesi/Thesis project con/with MUCIV - Museo delle Civiltà di Roma Relatore/Advisor: Silvia La Pergola e Alessandro Casadei Correlatore/Co-advisor: Mattia Darò Model Making: Mario Boni e Giampaolo Barberi - Architalab Tecnologia/Technology: Giulio Aleandri Comunicazione/Communication: Claudio Castaldo, Claudio Esposito

Muciv - progetto a cura di Maria Cocina Teche espositive in arenaria e vetro extrachiaro, settore Africa

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The study, understanding and dissemination of historical development and the relationships between the different cultures that make up our complex society are at a core of a criminal and international debate. Italy established a museum with this ambition in 2016 with the creation of the MuCiv - Museo delle Civiltà (Museum of Civilisations). The museum was created through the integration of several important collections that had hitherto belonged to independent museums, namely: the “Luigi Pigorini” Prehistoric Ethnographic Museum; the “Lamberto Loria” Museum of Popular Arts and Traditions; the “Alessandra Vaccaro” Museum of the High Middle Ages; and the “Giuseppe Tucci” Museum of Oriental Art. Added to these is the future ItaloAfrican “Ilaria Alpi” Museum (formerly the Colonial Museum).The aim of the thesis project was to develop design hypotheses that would allow the enhancement of the collections and spaces that now house the MuCiv. Together with the museum’s curatorial team, three areas of focus were identified, covering different disciplines of museum design and themes. In particular, the thesis project focused on the definition of a new exhibition strategy for the permanent Ethnographic section and on the in-depth study of some aspects related to the implementation and integration of the exhibition design of the Italo-African section, which is currently underway.The Interior Design department focused on the new design of the permanent Ethnographic Section, housed on the first floor of the Palazzo delle Scienze and now divided by geographical area into three sections: Africa, the Americas and Oceania. In addition, there is the ethnographic part of the Tucci Museum’s collections. In particular, the paths and spatial and thematic connections between the different areas, the concept of the museum display, the illustrative apparatus and the interaction between objects and visitors were rethought, also by means of immersive, sound and visual solutions.

Maria Cocina Riprogettazione atrio piano terra Muciv Museo delle Civiltà di Roma

MUSEUM OF CIVILIZATIONS

Lo studio, la comprensione e la divulgazione dello sviluppo storico e delle relazioni che intercorrono tra le diverse culture che compongono la nostra complessa società sono oggi al centro di un grande dibattito internazionale. L’Italia si è dotata nel 2016, con l’istituzione del MuCiv – Museo delle Civiltà, di una realtà museale con questa ambizione. Il museo nasce dall’integrazione tra diverse importanti collezioni fino ad allora appartenenti a realtà museali indipendenti, ovvero: il Museo Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini”; il museo delle arti e tradizioni popolari “Lamberto Loria”; il museo dell’alto Medioevo “Alessandra Vaccaro”; il museo d’arte orientale “Giuseppe Tucci”. A questi si aggiunge il futuro Museo Italo Africano “Ilaria Alpi” (ex Museo Coloniale). L’obiettivo del progetto di tesi è stato lo sviluppo di ipotesi progettuali che permettano la valorizzazione delle collezioni e degli spazi che oggi ospitano il MuCiv. Insieme al team curatoriale del museo sono state individuate tre aree di intervento che interessano diverse discipline della progettazione e tematiche del museo. In particolare il progetto di tesi si è concentrato sulla definizione di una nuova strategia espositiva per la sezione permanente Etnografica e sull’approfondimento di alcuni aspetti legati all’implementazione ed integrazione del progetto di allestimento della sezione Italo Africana, in corso di realizzazione. Il dipartimento di Interior Design si è concentrato sul nuovo progetto di allestimento della Sezione permanente Etnografica, ospitata al primo piano del Palazzo delle Scienze e oggi divisa per aree geografiche in tre sezioni: Africa, Americhe e Oceania. A queste si aggiunge la parte etnografica delle collezioni del Museo Tucci. In particolare sono stati ripensati i percorsi e le connessioni spaziali e tematiche tra le diverse aree, il concetto di display museale, gli apparati illustrativi e l’interazione tra oggetti e visitatore anche attraverso soluzioni immersive, sonore e visive.

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MUSEO DELLE CIVILTÀ

Angelica Fenoaltea e Flavia Marrazzo Esploso assonometrico complessivo In basso: Render del ristorante

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INTERIOR DESIGN


MUSEUM OF CIVILIZATIONS

Angelica Fenoaltea e Flavia Marrazzo Planimetria sala Oceania, In basso: modello, Ph. A. Cama Render del foyer

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INTERIOR DESIGN

MUSEO DELLE CIVILTÀ


MUSEUM OF CIVILIZATIONS Despite Italy - progetto di Sara Lupo da Cruz Nella pagina a fianco: vista allestimento Museo Ilaria Alpi per l’esposizione delle collezione coloniale italiana. Sotto: modello ph. A. Cama

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PRODUCED BY AN AUTODESK STUDENT VERSION

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Exhibiti

Museo Ilaria Alpi: Komplexità - progetto di Sarah Kakal e Jiaxin Tang Un percorso continuo tra una sequenza di stanze ospita la narrazione di una memoria celata.

PRODUCED BY AN AUTODESK STUDENT VERSION

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INTERIOR DESIGN


MUSEUM OF CIVILIZATIONS Museo Ilaria Alpi: In(sospeso), progetto di Mirtilla Corvini e Lorenzo Ariaudo Un sequenza di tende riorganizza lo spazio in una serie di portali traslucidi.

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THE NEW SMART CITY: BACK TO THE FUTURE

Progetto di tesi di/Thesis project con/with FN Compositi Patrocinio/Patronage Comune di Spoleto

Relatore/Advisor: Marika Aakesson Correlatore/Co-Advisor: Francesco Subioli Prototipazione/Prototyping: Mauro del Santo, Francesco Pizzo Comunicazione/Communication: Alessio Tommasetti

Rebecca Fraioli e Chiara Antonini, e-Colibrì. Person mover

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PRODUCT DESIGN


VERSO LA DIMENSIONE DEI 15 MINUTI – TOWARDS A 15 MINUTES DIMENSION Marika Aakesson Le nuove opportunità di lavorare da casa hanno fatto aumentare il desiderio di cercare alternative sociali ed economiche alle grandi città. – The new opportunities to work from home have increased the desire to seek social and economic alternatives to large cities.

The countryside, villages and small historic towns have become attractive places for everyday life. Therefore, the need has emerged for a transformation of services and mobility in small villages. This transformation brings the village closer to the concept of the “15-minute city”, which defines a smart and connected city capable of offering its citizens a full range of services at a distance of no more than 15 minutes from their homes. In addition to convenience and reduced travel stress, there is a growing awareness of the need to protect the ecosystem and the quest for a sustainable lifestyle. The thesis project in Product Design explores the topic of sustainable mobility in villages and historic centres, in collaboration with FN Compositi, a company specialising in the design andproduction of means of transport made of composite materials. Sustainable mobility is a challenge for historic cities because it has to adapt to the historic cultural heritage and function in contexts with many height differences and small, narrow streets.The project identified the city of Spoleto as an ideal case study for the research and development of the feasibility study. Spoleto is special because of its morphology, the extension of its historic centre, its rich cultural agenda and the large influx of tourists it attracts every year. In addition to this, the Umbrian village is already a virtuous example of sustainable mobility: its historic centre is closed to vehicle traffic and an alternative mobility system has been created thatconsists of dedicated areas for parking private cars connected to the historic centre via treadmills and escalators.The designs are clearly inspired by the great Italian transport classics but with innovative elementsthat differentiate them in form, materials, functionality and user-friendliness.

THE NEW SMART CITY

La campagna, i borghi e le piccole città storiche sono diventati luoghi attraenti dove spendere la propria vita quotidiana. Emerge quindi la necessità di una trasformazione dei servizi digitali e della mobilità dei piccoli borghi. Una trasformazione che avvicina il borgo al concetto della “città dei 15 minuti”, che definisce una città smart e collegata capace di offrire ai suoi cittadini una serie completa di servizi a una distanza dalla propria abitazione che non superi i 15 minuti di tempo per essere raggiunta. Alla comodità e alla riduzione dello stress per gli spostamenti, si aggiunge una crescente consapevolezza della necessità di salvaguardare l’ecosistema e la ricerca di uno stile di vita sostenibile. Il progetto di tesi in Product Design esplora il tema della mobilità sostenibile nei borghi e centri storici, grazie alla collaborazione con FN compositi, un’azienda specializzata nel design e la produzione di mezzi di trasporto in materiali compositi. La mobilità sostenibile è una sfida per le città storiche perché deve adattarsi al patrimonio storico culturale e funzionare su contesti con molti dislivelli e con strade piccole e strette. Il progetto ha individuato la città di Spoleto come caso di studio ideale per la ricerca e lo sviluppo dello studio di fattibilità. Spoleto è particolare per la sua morfologia, l’estensione del centro storico, la sua ricca agenda culturale e il grande afflusso turistico che attrae ogni anno. A questo si aggiunge che il borgo umbro è già un esempio virtuoso di mobilità sostenibile: il suo centro storico è chiuso al traffico carrabile ed è stato creato un sistema di mobilità alternativa che consiste in aree dedicate al parcheggio delle auto private collegate con il centro storico tramite tapis roulant e scale mobili. I progetti si ispirano chiaramente ai grandi classici del trasporto italiano ma con elementi innovativi che li differenziano nella forma, nei materiali, nelle funzionalità e nella facilità d’uso.

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Lo scooter sharing eColibri di Rebecca Fraioli e Chiara Antonini è stato sviluppato con l’obiettivo di rendere il servizio accessibile e comodo a un’utenza allargata. Le tre ruote migliorano la stabilità del mezzo e lo scavalco basso rende facile la salita e la discesa dal veicolo. Il vano bagagli sotto il sedile agevola la presa e l’appoggio oltre ad essere un posto sicuro dove inserire lo smartphone. L’interfaccia del navigatore sullo scooter e l’App sono studiate per essere facilmente comprensibili a tutti gli utenti. Lo scooter elettrico è realizzato in materiali compatibili con l’economia circolare: corpo in compositi di fibra di lino Bcomp® e colle naturali, sella in Vegea®, pelle realizzata con scarti di uva.

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The eColibri scooter sharing by Rebecca Fraiolo and Chiara Antonini was developed with the aim of creating a service accessible and convenient to an extended group of users. The scooter has three wheels to improve the stability of the vehicle and has a low overpass to make getting in and out of the vehicle easy, it has a luggage compartment under the seat, a safe compartment to insert the smartphone. The navigator interface on the scooter and the App are designed to be easily understood by all users. The electric scooter is made of materials compatible with the circular economy: body in Bcomp® linen fiber composites and natural glues, Vegea® saddle, leather made with grape waste. PRODUCT DESIGN


THE NEW SMART CITY Il progetto Humi di Giuia Crastolla e Sara Ragozzino Humi è un servizio di person mover sharing. Il veicolo è stato studiato per rispondere alle esigenze di persone da 18 a 99 anni. Le quattro ruote, piccole, rendono il veicolo stabile e lo scavalco basso facilita l’entrata e l’uscita dal veicolo. Il sedile interno ribaltabile offre la possibilità di guidare sia in piedi sia da seduti. Il suo look giocoso lo rende attraente anche a persone giovani. La tettoia infine permette di ripararsi dalle intemperie.

Giuia Crastolla and Sara Ragozzino Humi’s project is a person mover sharing service. The vehicle has been designed to meet the needs of people aged 18 to 99. The four small wheels make the vehicle stable and the bass step facilitates entry and exit from the vehicle. The internal folding seat offers the possibility to drive standing or seated. Its playful look makes it attractive even to young people. Finally, the canopy allows to shelter from the elements.

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ll progetto Bullet di Federico Tommasetti ambisce a raggiungere varie fasce d’età, target diversi ma specifici, in modo tale da avere un mercato preciso ma allo stesso tempo ampio, che spazia dal giovane studente con uno zaino in spalla a una mamma che intende spostarsi velocemente per svolgere le sue commissioni, o ancora, un uomo di mezza età diretto a lavoro al mattino.

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The project Bullet by Federico Tommasetti had been targeted various age groups, in order to have a precise but at the same time broad market, which ranges from young students with a backpack or a mom who wants to travel quickly to run her errands, or a middleaged man headed for work in the morning.

PRODUCT DESIGN


THE NEW SMART CITY Il personal mover SWAN di Tommaso Pelaia è in monoscocca di fibra di carbonio. Rende il tragitto divertente, avvincente, curioso e propone un nuovo stile. Capace di poter affrontare salite, sanpietrini e discontinuità con la massima stabiltà e senza rischi di cadute dona alla mobilità un nuovo pubblico.

SWAN by Tommaso Pelaia is a personal mover in carbon fiber monocoque. It makes the movement and the journey funny, engaging, curious and proposing a new style. Capable of being able to face climbs, cobblestones and discontinuities with maximum stability and without risk of falls, thus giving the new mobility a new audience.

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Design di un arredo in metallo per la casa con/with Metallum e Lama srl Docente di progettazione/Design Teacher: Marika Aakesson Grafica e Layout: Anna Llarin

Alaa Mohamed, Landtop, dettaglio/detail

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PRODUCT DESIGN


Stefano Crescentini CEO di Metallum Archidesign by L.A.M.A. srl.

Il progetto 50³ è nato dalla collaborazione fra Metallum e il corso di Product Design con l’obiettivo di dare nuova linfa vitale all’azienda e di offrire agli studenti la possibilità di esprimere le loro intuizioni creative all’interno di una dimensione e un materiale predefinito: piccoli mobili e complementi d’arredo di 50x50x50cm in metallo. Il progetto ha rappresentato un’occasione per scoprire nuove forme del metallo per l’arredo plasmato dalle visioni degli studenti IED ispirati dalle nuove esigenze del vivere contemporaneo mutate rapidamente negli ultimi due anni. Utilità, sostenibilità e multifunzionalità hanno guidato le scelte degli studenti che hanno sviluppato 16 progetti studiando i processi di produzione per la riduzione degli scarti, alla ricerca dell’essenziale materico in un gioco di forme, geometrie e alternanze di pieni e vuoti strutturali. Metallum ha premiato i giovani designer con la prototipazione dei loro progetti e con una mostra sul Roof Garden delle Industrie Fluviali nel quartiere Ostiense. I progetti sviluppati da Alessia Clemente, Francesco Giunta e Marta Carrozzi sono stati selezionati e premiati dall’azienda. «L’importanza della collaborazione tra competenze diverse nello sviluppo di un progetto è un punto focale del nostro corso e per gli studenti è importante farne esperienza diretta sul campo», afferma Marika Aakesson, docente e coordinatrice del corso triennale di Product Design. E aggiunge: «Gli studenti hanno imparato che il designer non lavora “per” le aziende, ma “con” le aziende.»

The 50³ project emerged from the collaboration between Metallum and the Product Design course with the aim of breathing new life into the company and offering students the opportunity to express their creative intuitions within a predefined dimension and material: small 50x50x50cm metal furniture and furnishing accessories.The project was an opportunity to discover new forms of metal for furniture shaped by the visions of young IED talents inspired by the new demands of contemporary living that have changed rapidly in the last two years.Utility, sustainability and multi-functionality guided the choices of the students who developed 16 projects by studying production processes to reduce waste in search of material essentials in an interplay of shapes, geometries and alternating full and empty structural volumes. Metallum rewarded the young designers with the prototyping of their projects and an exhibition in the Roof Garden of the Industrie Fluviali in the Ostiense district. The projects developed by AlessiaClemente, Francesco Giunta and Marta Carrozzi were selected and awarded by the company. “The importance of collaboration between different skills in the development of a project is a focal point of our course and it is important for students to experience this directly in the field”, says Marika Aakesson, lecturer and coordinator of the three-year Product Design course. Before adding: “The students learnt that the designer does not work ‘for’ companies, but ‘with’ companies”.

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«Condividere in azienda la creatività e l’entusiasmo dei giovani designer di IED mi ha proiettato con occhi e mente nel mondo del futuro». «Sharing the creativity and enthusiasm of IED’s young designers at the company has projected me into the world of the future, with my very own eyes and mind.».


Davide Girotti, SIT La forma si ricava tramite taglio a laser su lamiera dei disegni in piano; in seguito si procede con le curvature delle forme trapezoidali in successione sui loro cateti fino a chiudere la scocca superiore con una saldatura per essere poi pronta all’utilizzo.

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The shape is produced by laser cutting the flat drawings on sheet metal; then the shapes are curved on their cathets until the upper body is closed with a welding and then ready for use. PRODUCT DESIGN


503 Alessia Clemente, G Il carattere modulare di G, come Genesi, ne garantisce la possibilità di molteplici composizioni e connessioni. Il singolo in stretta relazione di vicinanza con i propri simili, auspica il superamento del tempo presente ove sembra imperare il concetto di distanza.

The modular character of G, like Genesi, guarantees the possibility of multiple compositions and connections. The individual in a close relationship of closeness with similar objects hopes to overcome the present time where the concept of distance seems to reign

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Francesco Giunta, Roma Le sue forme scultoree lo rendono facilmente riconoscibile e legato alla città eterna. È un oggetto estremamente trasversale, pronto ad entrare in ogni spazio o ambiente poichè capace di adattarsi.

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Its sculptural forms make it easily recognizable and linked to the eternal city. It is an extremely transversal object, ready to enter any space or environment as it is capable of adapting. PRODUCT DESIGN


503 Sopra: Kael - progetto di Marta Carrozzi. Tavolo basso che ha come punti focali la multifunzionalità e la linearità. Sotto: Appo progetto di Alessandro Giraldi. Grazie alla sua forma permette di espandere gli orizzonti del notebook,

Above: Kael - progetto by Marta Carrozzi. The focal points of the coffee table are multifunctionality and linearity. Below: Appo - design by Alessandro Giraldi. Thanks to its shape it allows to expand the horizons of the notebook

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NEGATIVE SPACE

3D technologies and mass customization Corso di modellistica/Model Making course Docente/Teacher: Mauro Del Santo

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PRODUCT DESIGN


Negative Space is an experiment on the possibilities of using new 3D scanning and printing technologies to make products that can be adapted to the user’s body. The ideas were develope through the production of conceptual models useful for verifying their functioning and possible appearance: backrests for backpacks that, by adhering correctly to the user’s body, optimise the distribution of loads and are lighter; bicycle helmets with the internal shape taken from the scanning of the head, improve protection and are easily customisable with colours and three-dimensional textures; seats, with the shape taken from the scanning of the body, designed to improve comfort and offer new support positions. New technologies have now revolutionised the manufacturing system and designers are faced with new challenges that call into question the way they work. The aim of the experimentation, in addition to proposing new product ideas, is to explore a new way of conceiving product design capable of responding to the needs of new industrial production systems that, thanks to digital manufacturing technologies, go beyond the foundation of serial standardisation to a more articulated approach of mass customisation.

Casco/Helmet Paneling progetto di Davide Girotti e Alessandro Giraldi

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NEGATIVE SPACE

Negative Space è una sperimentazione sulle possibilità di sfruttare le nuove tecnologie di scansione e stampa 3D per realizzare prodotti conformabili al corpo di chi li utilizza. Le idee sono state sviluppate attraverso la produzioni di modelli concettuali utili a verificarne il funzionamento e il possibile aspetto: schienali per zaini che, aderendo correttamente al corpo di chi li utilizza, consentono di ottimizzare la distribuzione dei carichi e sono più leggeri; caschi da bicicletta con la forma interna ripresa dalla scansione della testa, migliorano la protezione e sono facilmente personalizzabili con colori e trame tridimensionali; sedute, con la forma ricavata dalla scansione del corpo, pensate per migliorare il comfort e offrire nuove posizioni di appoggio. Le nuove tecnologie hanno ormai rivoluzionato il sistema manifatturiero e i designer si trovano ad affrontare sfide nuove che rimettono in discussione il loro modo di lavorare. L’obiettivo della sperimentazione, oltre a quello di proporre idee di prodotti nuovi, è di esplorare un nuovo modo di concepire il design di prodotto capace di rispondere alle esigenze dei nuovi sistemi produttivi industriali che, grazie alle tecnologie di fabbricazione digitale, superano il fondamento della standardizzazione seriale per passare a un approccio più articolato di customizzazione di massa.


NEGATIVE SPACE Sedute Shaders - progetto di Alaa Mohamed, Alessia Clemente, Michela Celesti, Fase di sviluppo, progettazione e prototipazione / Design, develop and prototyping phases

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PRODUCT DESIGN


NEGATIVE SPACE Sedute Shaders - progetto di Alaa Mohamed, Alessia Clemente, Michela Celesti Prototipi in scala / Scaled prototypes

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NEGATIVE SPACE Francesco Giunta e Riccardo Botta Sopra: La scansione 3D consente di realizzare i prodotti modellandoli al corpo di chi li utilizza Sotto: Studio e realizzazione dello zaino. Pagina a fianco: prototipo indossato

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PRODUCT DESIGN


47 NEGATIVE SPACE


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A-TYPICAL PLAN Advanced home design Progetto del 3° anno/3rd year project in Interior Design Docente progettazione/Design Teacher: Tommaso Arcangioli, Alessandra Glorialanza e Eliana Saracino, Benjamin Gallegos Gabilondo e Marco Provinciali Docente di Tecnologia/Technology Teacher: Giulio Aleandri

Lorenzo Cervoni, Luca Piotto Piotto Render zona lavanderia

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INTERIOR DESIGN


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A fronte di una diminuzione della domanda di uffici, il mercato si orienta verso la riconversione di una parte degli edifici che oggi hanno quella vocazione verso l’uso abitativo.

Una delle immagini più ricorrenti nel racconto del paesaggio urbano post-covid è quello di edifici per uffici vuoti. Le loro luci, che generalmente costruiscono l’immagine di una città sempre al lavoro, spente. Come in altri ambiti della nostra società, l’attuale crisi sanitaria non ha generato nuovi fenomeni, piuttosto ha accelerato processi già in atto. Tra questi, uno dei più visibili è l’impatto che lo smart-working sta avendo su alcuni quartieri delle nostre città con una vocazione terziaria, e più in generale sulla superficie complessiva di spazi commerciali utilizzati. Durante i mesi del lockdown si stima che in Europa tra il 60 ed il 70% delle aziende abbiano utilizzato soluzioni di smart-working. Alcune di queste, di fronte alla possibilità di beneficiare di ingenti risparmi sui canoni di locazione, hanno deciso di adottare questa modalità di lavoro in modo permanente. Questo processo di adattamento sta dunque avendo delle inevitabili ripercussioni sul mercato immobiliare commerciale. Come testimoniano gli indicatori di mercato ed i racconti giornalistici il fenomeno è oggi particolarmente visibile in città fortemente votate al settore dei servizi come New York, Londra o nel caso italiano Milano, ma è altamente probabile che le conseguenze sul medio periodo della necessaria e desiderata (secondo una ricerca McKinsey, negli Stati Uniti l’80% delle persone che hanno sperimentato lo smart-working gradisce lavorare da casa) de-congestione delle nostre città sarà un fenomeno presente in tutti i contesti urbani. Una delle rappresentazioni più plastiche dello scontro tra la cultura della congestione tipicamente novecentesca e le nuove esigenze di de-congestione della densità urbana è dunque proprio la crisi della tipologia dell’ufficio come si è delineata nella cultura architettonica americana a partire dai primi del ‘900 e diffusa oggi su scala globale. L’impatto che questo processo potrà avere sull’effettiva estensione degli spazi lavorativi e più nello specifico degli uffici tradizionalmente intesi, è tutto da determinare. Ciò che ipotizziamo come esercizio di ricerca è uno scenario in cui a fronte di una diminuzione della domanda di uffici, il mercato si orienterà verso la riconversione di una parte degli edifici che oggi hanno quella vocazione verso l’uso abitativo. Quest’ultimo, in modo complementare, potrà essere interessato da un aumento della superficie media degli appartamenti proprio per integrare spazi da destinare alle esigenze dello smart-working. I risultati di questa ibridazione tipologica e di usi sono tutti da esplorare, la sfida posta dalla tabula rasa del “typical plan” ci pone però di fronte ad un ampio spettro di temi relativi all’interior design. Partendo dal rapporto tra due mondi estetici molto distanti: quello corporate, percepito generalmente come regno della tecnica da una parte, e l’esasperazione della cozyness nell’universo domestico dall’altra; fino ad arrivare procedendo dal core verso la facciata alla inevitabile negoziazione tra interno ed esterno lungo il perimetro dell’edificio, generalmente definito da un curtain-wall.

One of the most recurring images in the narrative of the post-covid urban landscape is that of empty office buildings. Their lights, which generally build the image of a city always at work,switched off. As in other areas of our society, the current health crisis has not generated new phenomena,rather it has accelerated processes that were already underway. Among these, one of the most visible is the impact that smart-working is having on certain districts of our cities with a tertiary vocation, and more generally on the overall surface area of commercial spaces used. During the lockdown months, it is estimated that between 60 and 70 per cent of companies in Europe used smart-working solutions. Some of them, faced with the possibility of benefiting from considerable savings on rents, decided to adopt this way of working on a permanent basis. This adaptation process is therefore having inevitable repercussions on the commercial real estate market. As market indicators and journalistic accounts testify, the phenomenon is today particularly visible in cities strongly devoted to the service sector such as New York, London or, in the case of Italy, Milan, but it is highly probable that the medium-term consequences of the necessary and desired (according to McKinsey research, in the United States 80 per cent of people who have experienced smart-working like to work from home) de-congestion of our cities will be aphenomenon present in all urban contexts.One of the most plastic representations of the clash between the typically twentieth-century culture of congestion and the new demands for de-congestion of urban density is thus precisely the crisis of the office typology as it has emerged in American architectural culture since the early twentieth century and spread today on a global scale. The impact this process may have on the actual extension of work spaces and more specifically of traditionally understood offices, is yet to be determined. What we hypothesise as a research exercise is a scenario in which, in the face of declining demand for office space, the market will move towards the conversion of some of the buildings that currently have that vocation toresidential use. The latter, in a complementary way, may be affected by an increase in the average floor area of the flats precisely to integrate spaces for smart-working needs. The results of this hybridisation of types and uses are all to be explored, but the challenge posed by the tabula rasa of the “typical plan” confronts us with a broad spectrum of interior design issues. Beginning with the relationship between two very distant aesthetic worlds: the corporate world,generally perceived as the realm of technology on the one hand, and the exasperation of cosiness in the domestic universe on the other; and finally, proceeding from the core towards the façade to the inevitable negotiation between interior and exterior along the perimeter of the building,generally defined by a curtain-wall.

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A-TYPICAL PLAN

– Due to a decrease in demand for offices, the market is moving towards the conversion to residential use of a part of the buildings that today have that vocation.


C’ L

H’

C

PLANIMETRIA PIANO TIPO

B’ I’

G

G’

H

L’

A

E’ F

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E

E

F’

Planimetria area ludoteca

Planimetria area lavanderia

E’

E’ F

F

F’

E

E

F’

Planimetria area work

A’

5

E’ F

B

I

D’

A-TYPICAL PLAN

D

scala 1:100

Planimetria area fitness

Lorenzo Cervoni e Luca Piotto Piotto Progetto di riconversione in abitazioni di edificio per uffici / Trasformation of office building into a housing block Sopra/Above: Typical plan; Sotto/Below: Spazi comui condivisi/Shared spaces

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INTERIOR DESIGN


A-TYPICAL PLAN PLANIMETRIA APPARTAMENTO TIPOLOGIA B superficie 100 mq

scala 1:50

Lorenzo Cervoni e Luca Piotto Piotto Progetto di riconversione in abitazioni di edificio per uffici / Trasformation of office building into a housing block 8 Sopra/Above: Viste interne/interior views; Sotto/Below: Pianta di un alloggio/Plan of a house

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A-TYPICAL PLAN Livia Mazzocchetti Progetto di riconversione in abitazioni di edificio per uffici / Trasformation of office building into a housing block Sopra/Above: Assonometria alloggio/House axonometric; Sotto/Below: Viste interne/interior views

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INTERIOR DESIGN


VENCHI EXPERIENCE Barbara Farletti e Antonia Alessia Mariconda Progetto di riconversione in abitazioni di edificio per uffici / Trasformation of office building into a housing block Sopra/Above: Viste interne/Interior views; Sotto/Below: Assonometria dell’abitazione/House axonometric

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IED PER CLEAR SKY con/with Prm design & Mad House Progetto Speciale multidisciplinare con le sedi IED Italia Art Direction: Mauro Del Santo Workgroup: Ernesto Avogadri, Filippo Campagnola, Andrea Fanelli, Gabriel Ferrara, AdrianoTiveron, Larisa Pantazi, Giordano Delogu, Enrico Bersani, Daniele Dintino

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PRODUCT DESIGN


Educare i piu’ piccoli alle energie rinnovabili: studenti, alumni e docenti hanno lavorato a un progetto speciale sviluppato da più sedi IED, per ideare nuovi kit di giocattoli STEM

L’obiettivo del progetto è stato supportare l’educazione alla sostenibilità e nello specifico alle energie rinnovabili attraverso il gioco. Sono stati progettati innovativi kit di giocattoli STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) eco-friendly, studiati per l’apprendimento ludico e collaborativo nelle aule delle scuole elementari e medie, oltre che in didattica a distanza. Il progetto ha coinvolto studenti, alumni e docenti delle sedi IED di Milano, Roma, Cagliari e Barcellona, e ha affrontato anche l’ideazione di concept per il packaging dei contenuti educativi e per la presentazione delle istruzioni di utilizzo. Nasce da un’idea del docente Pietro Riolo (Prm design & Mad House), in risposta alla Mobilitazione Creativa IED per l’Italia: una call for proposal lanciata da IED nella difficoltosa primavera 2020, per raccogliere e sostenere iniziative a vantaggio della collettività alle prese con un cambiamento sociale di grande portata. I concept finali dei nuovi giocattoli STEM sono stati realizzati con il contributo delle quattro sedi IED coinvolte e delle scuole di Design, Arti Visive e Comunicazione.

The goal of the project was to support education in sustainability and specifically in renewable energy thanks to games.. Innovative and eco-friendly STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) toy kits have been designed for playful and collaborative learning in primary and middle school classrooms, as well as in online learning. The project involved students, alumni and teachers from the IED offices in Milan, Rome, Cagliari and Barcelona, ​​and also dealt with the design of concepts for the packaging of the kit and for the presentation of instructions for use. It was born from an idea of​​ the teacher Pietro Riolo (Prm design & Mad House), in response to the IED Creative Mobilization for Italy: a call for proposal launched by IED in the difficult spring 2020, to collect and support initiatives for the benefit of the community at grappled with far-reaching social change. The final concepts of the new STEM toys were created with the contribution of the four IED campuses involved and the schools of Design, Visual Arts and Communication.

CLEAR SKY

– Educating kids about renewable energy: students, alumni and teachers worked on a special project developed by different IED campus, to design new STEM toy kits

Sopra: moduli del Kit progettato dagli studenti IED Roma Nelle pagine seguenti: dettagli e vista d’insoieme del kit STEAM Above: modules of thel Kit design by IED Roma students Next pages: Details and overview of the STEM kit)

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V. Cruciani, G. Fioroni, Cappa Titano

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DROPL

Un bagno in ogni casa/A toilet in every home Tesi personale/Personal Thesis di/by Andrea Fanelli Relatore/Advisor: Marika Aakesson

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PRODUCT DESIGN


Dropl is in line with SDG’s Sustainable Development Goal No. 6: Ensure availability and sustainable management of water and sanitation for all. Currently, more than one third of the world’s population lives in countries where water is scarce, and the number is expected to rise to two thirds by theyear 2025. In addition, water contamination is increasing, due to industrial water waste and inadequate waste disposal. Moreover, climate change is increasingly causing extreme weather phenomena, such as droughts and floods. In many countries there are also difficulties in accessing clean water and, therefore, adequate sanitation, causing great humanitarian, social, environmental and economic impacts. SDG 6 aims to achieve universal and equitable access to safe drinking water and sanitation and to improve water quality globally. DROPL is a system designed to recycle and reuse human waste, turning it into raw materials. This waste can become a resource, once converted into biogas (fuel or energy) and fertiliser. Dropl is designed as a system for the daily collection of biological waste, a dry toilet designed for adults and children, supplemented by a self-supporting curtain to increase the level of privacy. The object is complemented by an App that allows access to the service by joining the collection programme. In fact, Dropl is designed to be distributed free of charge considering the economic value thatwaste, once included in the transformation cycle, can generate.

Dropl - progetto di Andrea Fanelli

DROPL

Dropl persegue l’obiettivo n.6 per lo sviluppo sostenibile dell’SDG’s : Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie. Attualmente, più di un terzo della popolazione mondiale vive in paesi in cui l’acqua scarseggia, e ci si aspetta che il numero arrivi a due terzi entro l’anno 2025. Inoltre, la contaminazione dell’acqua è in aumento, a causa dei residui idrici industriali e dell’inadeguata eliminazione degli sprechi. Per di più, il cambiamento climatico sta causando sempre più spesso fenomeni meteorologici estremi, come siccità e inondazioni. In molti paesi ci sono anche delle difficoltà di accesso all’acqua pulita e, quindi, a condizioni igieniche adeguate, provocando grandi impatti in termini umanitari, sociali, ambientali ed economici. L’SDG 6 ha come fine quello di ottenere l’accesso universale ed equo all’acqua potabile ed ai servizi igienici e di migliorare la qualità dell’acqua al livello globale. DROPL è un sistema progettato per riciclare e riutilizzare i rifiuti umani, trasformandoli in materie prime. Questi rifiuti possono diventare una risorsa, una volta trasformati in biogas (carburante o energia) ed in fertilizzante. Dropl è progettato come un sistema per la raccolta giornaliera del rifiuto biologico, una toilette a secco pensata per adulti e bambini, integrata da una tenda autoportante per aumentare il livello di privacy. L’oggetto è integrato da una App che permette di accedere al servizio aderendo al programma di raccolta. Dropl infatti è pensato per essere distribuito gratuitamente considerando il valore economico che lo scarto, una volta inserito nel ciclo di trasformazione, può generare.

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Dropl - Andrea Fanelli Utlizzando materiali facilmente reperibili in casa, come cenere e segatura, gli utenti possono trasformare il wc in una compost toilette ed eliminare quasi del tutto hli odori. Il coperchio del wc ed il tappo del serbatoio costitiuisocno una ulteriore barriera agli odori. By using materials readily available in the home, such as ash and sawdust, users can turn the toilet into a compost toilet and eliminate odors almost entirely. The toilet lid and the tank cap constitute an additional barrier to odors.

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PRODUCT DESIGN


DROPL Sopra: Prototipo in scala. Il wc può essere acquistato tramite la App, attraverso la quale si accede a tutti i servizi del sistema Dropl Above: Scaled prototype The toilet can be purchased through the App, through which all the services of the Dropl system are accessed

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THE DINING ROOM Workshop del 2° anno/2nd Year Workshop in Interior Design Docente/Teacher: Parasite 2.0

Reunion - progetto di Sara Costanzo

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INTERIOR DESIGN


THE DINING ROMM

Il workshop The Dining Room si è concentrato sugli spazi dove consumiamo i pasti, in maniera individuale o collettiva. Se negli anni possiamo osservare un’evoluzione formale degli strumenti e dell’arredo che caratterizza la cosiddetta sala da pranzo, l’atto rituale rimane pressoché invariato. Punto di partenza sarà lo studio Silver for The Dining Room (1912), in cui John Swift Holbrook analizza l’evoluzione di questi spazi domestici e degli elementi che lo caratterizzano nelle differenti epoche storiche. Risultato finale sarà la progettazione di una serie di sale da pranzo e dei loro arredi. Attraverso la creazione di un archivio personale di riferimenti e successivamente la progettazione di uno spazio specifico, si vuole esplorare le potenzialità di questi interni, nel raccontare e rappresentare un periodo storico preciso ed uno status sociale. Come nella piece teatrale The Dining Room, attraverso la scelta di una tra tre diverse strategie (come mangiamo-arredo, con cosa mangiamo-strumenti, dove mangiamo-atmosfera), ci si focalizza sull’attaccamento affettivo che si sviluppa con questi interni e l’intimità della condivisione tra i membri che li abitano.

The Dining Room workshop focused on the spaces where we eat meals, individually or collectively. If over the years we can observe a formal evolution of the instruments and furnishings that characterise the so-called dining room, the ritual act remains almost unchanged. The starting point will be the study Silver for The Dining Room (1912), in which John Swift Holbrook analyses the evolution of these domestic spaces and their elements in different historical periods. The end result will be the design of a series of dining rooms and their furniture. By creating a personal archive of references and then designing a specific space, the aim is to explore the potential of these interiors in narrating and representinga specific historical period and social status. As in the play The Dining Room, through the choice of one of three different strategies (How we eat-furniture, what we eat with-instruments, where we eat-atmosphere), we focus on the affective attachment that develops with these interiors and the intimacy of sharing between the members who inhabit them.

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THE DINING ROMM

SAZIA.TI.CI.MI - Andrea Callari

Space Dining - Maria Elena Garancini

Automa - Giulia Pomilia

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INTERIOR DESIGN


THE DINING ROMM

Day and Night - Filippo Esposito

The unfamiliar project - Chiara Coghi

(De)realization - Anna Basso

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CALORE DOMESTICO – DOMESTIC WARMTH con/with Kalon

Progetto del 3° anno/3rd Year project in Product Design Docente/Teacher: Alessandro Spalletta

Gli studenti hanno progettato delle stufe a pellet per Kalon, azienda produttrice di sistemi di riscaldamento 100% made in Italy. The students designed pellet stoves for Kalon, a manufacturer of 100% made in Italy heating systems.

Sky - progetto di Chiara Antonini e Sara Ragozzino

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PRODUCT DESIGN


The project for Kalon was conducted following two lines of research and development: the first focused on the exploration of more disruptive innovative concepts, which propose solutions that could also intervene on the internal structure of the stove; the second with a design based on internal hardware, made available by the company. The pellet stove is an object that lives its functional life a few months per year, when the needs for space heating are more evident. Then it remains dormant for the rest of the time. Projects aimed precisely at identifying new functions, useful for filling this empty space of use. The work team developed solutions that could respond in a heterogeneous way to this need, exploring other perspectives and possibilities linked, for example, to creating products more in line with young people. The initial research revealed the possibility for young people to access Kalon products, positioned in a high-end market, through the new energy incentives made available by the state. Within the design exploration, other aesthetic-functional concepts were addressed: the study of integrated pellet racks or those capable of facilitating and dosing the weekly loading of the material according to needs; the transformation of the form through movable parts to transform the perception of the stove from a static and visually heavy object to a dynamic and versatile one.

Sky: stufa e porta pellet di Chiara Antonini e Sara Ragozzino SKY è progettata per verticalizzare e integrare la tecnologia proposta da Kalon. La stufa e il contenitore portapellet abbinato dal pavimento raggiungono il soffitto. SKY is designed to verticalize and integrate the technology proposed by Kalon. The stove and the matching pellet container from the floor reach the ceiling

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OUTDOOR FURNITURE

ll progetto Kalon è stato condotto seguendo due linee di ricerca e sviluppo: la prima incentrata sull’ esplorazione di concetti innovativi per giugnere a soluzioni che potessero intervenire anche sulla struttura interna della stufa; la seconda basando le risposte progettuali sull’hardware interno, messo a disposizione dall’azienda. La stufa a pellet, è un oggetto funzionale per pochi mesi all’anno, quando le necessità di riscaldamento degli ambienti sono evidenti poi, rimane in letargo per il resto del tempo. L’intervento di progetto è stato quindi mirato proprio all’identificazione di nuove funzioni, utili a colmare lo spazio di utilizzo rimasto vuoto. Il team di lavoro ha sviluppato soluzioni eterogenee che potessero rispondere a questa esigenza, esplorando nuove prospettive e possibilità di fruizione, esempio, dei prodotti più in linea con i giovani. La ricerca iniziale, ha fatto emergere la possibilità da parte dei giovani di accedere ai prodotti Kalon, posizionati in un fascia di mercato alta, attraverso i nuovi incentivi energetici messi a disposizione dallo stato. All’interno dell’esplorazione progettuale sono stati affrontati anche concetti di natura estetico-funzionali: lo studio di porta pellet integrati per facilitare e dosare il caricamento settimanale del materiale in base alle proprie esigenze; la trasformazione della forma attraverso le parti mobili per modificare la percezione di un oggetto comunemente recepito come statico e pesante a dinamico e versatile. .


Frida, di Filippo Campagnola e Giulia Crastolla Nasce dalla voglia di rendere protagonista il più tangibile di tutti i misteri visibili: il fuoco. Attraverso un gioco di specchi quasi impercettibili, posti tra pareti di cristallo, la fiamma si moltiplica e si trasforma in un opera d’arte senza tempo. It was born from the desire to make protagonist the most tangible of all visible mysteries: the fire. Thanks to a game of almost imperceptible mirrors, placed between crystal walls, the flame multiplies and is transformed into a timeless work of art.

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PRODUCT DESIGN


DOMEASTIC WARMTH Sopra: KS902 - progetto di Rebecca Fraioli e Nicolas Mastrogiacomo L’ oblò conico, decentrato rispetto al corpo della stufa, incornicia la fiamma, tenendosi, come per magia, sospeso. Sotto: KS902 variante - pensata per essere posizionata a parete, la stufa è costruita in base a linee rigide e decise. Punto di forza è la struttura per la seduta utile anche come ripiano d’appoggio. The conical porthole, off-center respect the body of the stove, frames the flame, holding itself magically suspended. Below: KS902 variant - designed to be positioned along the wall, the stove is built on the basis of rigid and decisive lines. The strong point is the structure for the seat which is also useful as a shelf.

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SOUND/SPACE Progetto del 2° anno/2nd Year project in Interior Design Docente/Teacher: Alessandro Bava Foto/Photo: Antonio Cama

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INTERIOR DESIGN


SOUND/SPACE Se già negli ultimi anni le pratiche artistichet endono alla realizzazione di opere d’arte totali, centrate sull’esperienza multisensoriale piuttosto che puramente visiva, negli ultimi due anni, quando l’arte è stata forzata a esistere prevalentemente sugli schermi, il valore dell’esperienza fisica ed emotiva è diventato centrale nella ricerca artistica. Se i virtual tour ancora ci consentono di esperire l’arte visiva, e d’altra parte l’ascolto individuale di musica è ancora ovviamente possibile, l’esperienza del suono nello spazio con la presenza e l’interazione con altri corpi e’ stato per lo più impossibile. Il corso sound/space ha indagato gli strumenti di Display del suono all’interno degli spazi espositivi e Performativi. A partire dalla storia dell’ exhibition making e dell’allestimento sono state progettare strutture di display per ‘macchine sonore’, prosaicamente per altoparlanti, un oggetto tecnico che solitamente non viene investito di particolare importanze all’interno delle mostre, e anzi viene camuffato o nascosto del tutto. L’obiettivo del corso è stato di progettare strutture sperimentali di display per il suono che possano esistere sia all’interno di mostre che all’interno di spazi dedicati alla musica come festival e rave.

If already in the last few years the artistic practices end to the realization of total works of art, centered on the multisensory experience rather than purely visual, in the last two years, when art has been forced to exist mainly on screens, the value of physical and emotional experience becomes the focus of artistic research. If virtual tours still allow us to experience visual art, and on the other hand individual listening to music is obviously still possible, the experience of sound in space with the presence and interaction with other bodies has been mostly impossible. The sound / space course investigated the tools of sound display within the exhibition and performance spaces. Starting from the history of exhibition making and setting up, display structures have been designed for ‘sound machines’, prosaically for loudspeakers, a technical object that is usually not invested with particular importance in the exhibitions, and rather is disguised or completely hidden. The aim of the course was to design experimental sound display structures that can exist both within exhibitions and within spaces dedicated to music such as festivals and raves.

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SOUND/SPACE

A.Callari

A.Basso

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INTERIOR DESIGN


73 SOUND/SPACE


EXHIBIT DESIGN

Fiorini

Di Martino

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INTERIOR DESIGN


EXHIBIT DESIGN Modelli dei nuovi sistemi modulari divisori / Models of the separeting new modular systems Foto/Photo: G. Aleandri

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FAMIGLIE DI LAMPADE — FAMILIES OF LAMPS Progetto del 2° anno/2nd Year project in Product Design Docente/Teacher: Mario Alessiani

Progetta una famiglia di lampade: materiali e misure a scelta, ma la lampada deve poter essere parte di una famiglia, o multiuso per ambienti diversi. Design a family of lamps: choose different materials and sizes, but the lamp must have the possibility of being part of a family, or being multipurpose for different environments.

Gifted - progetto di Alaa Mohamed

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PRODUCT DESIGN


FAMILIES OF LAMPS La lampada è funzionale e fessibile. La sua caratteristica principale è quella di aggrapparsi a qualsiasi superficie verticalmente. Una lampada maneggevole che può essere presa con una mano sola e posta dove si desidera: sullo schienale del letto, su un tavolo, su uno scaffale.

The lamp Gifted aims to be functional and flexible in its use. Its main feature is to cling to any surface vertically. A handy lamp that can be taken with one hand and placed where you want; on the back of the bed, on a table, on the shelf.

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FAMIGLIE DI LAMPADE Dail Lamp - Davide Girotti

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PRODUCT DESIGN


FAMILIES OF LAMPS L’idea di taglio caratterizza la Dail Lamp: è presente sia a livello formale che concettuale nel prodotto, con l’intento di comunicare una netta fine, un’interruzione alla forma ed un rimando al classico lavoro con carta e forbice, in modo tale da dare alla lampada un’essenza e un rimando creativo.

The idea of cutting characterizes the Dail Lamp: it is present both at a formal and conceptual level in the product, with the intention of communicating a clear end, an interruption to the shape and a reference to the classic work with paper and scissors. In this way the lamp acquires an essence and a creative reference.

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FAMIGLIE DI LAMPADE

Balance - progetto di Alessia Clemente

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FAMILIES OF LAMPS Balance è paradosso, ricchezza di stimoli sensoriali e romanticismo, è valorizzazione dell’errore e della materia. Una collezione di cinque lampade che nasce dall’idea che la bellezza può essere generata da un errore e che la grandezza esiste nei dettagli poco appariscenti.

— Balance is paradox, a wealth of sensory stimuli and romanticism, it is the enhancement of error and matter. A collection of five lamps that stems from the idea that beauty can be generated by an error and that greatness exists in inconspicuous details.

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ATARAXIA

Rinnovo del Centro Ararat in Ambasciata del Kurdistan di Roma — A renovation of the Ararat Center into the unofficial Embassy of Kurdistan in Rome. Tesi personale/Personal Thesis di/by Rebecca Maslowsky Relatore/Advisor: Alessandro Casadei Correlatore/Co-Advisor: Mattia Darò Teachers: Giulio Aleandri, Claudio Castaldo, Marco Galofaro

Ataraxia - progetto di Rebecca Maslowsky Vista interna/Interior view

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INTERIOR DESIGN


Ararat is a socio-cultural center that has served as a reference point for Kurdish migrants seeking asylum in Italy since 1999, when a building of the former slaughterhouse in Rome was squatted by the art collective Stalker . This project aims to create a design which can better serve the needs of the center and its ever-changing community through the renovation of the existing spaces, and the realization of a new external structure. Each space is designed with a thoughtful intention in mind, with the overarching goal of transforming the center into a place which promotes democratic confederalism, the driving ideology behind the Kurdish question. Democratic confederalism is an ideology developed by Abdullah Öcalan, the unofficial leader of Kurdistan and Mandela of the Middle East. In essence, democratic confederalism presents an alternative reality to capitalist nation-statistm, an alternative which serves the oppressed and unrecognized peoples of this world. Renovation of the Ararat Center will aim to give exposure to this alternative approach to life, educating not only the members who pass through, but the surrounding citizens of Rome. An expansion of the existing garden will be realized as a newly built structure within the courtyard. This space will act as the heart of the Embassy of Kurdistan. A multifunctional space which can be used for educational purposes, meetings and open councils, lectures and workshops, celebrations and festivities, as well as the community garden.

ATARAXIA

Ararat è un centro socio-culturale che funge da punto di riferimento per i migranti curdi in cerca di asilo in Italia dal 1999, quando un edificio dell’ex mattatoio di Roma è stato occupato dal collettivo artistico Stalker. Questo progetto mira a creare uno spazio che possa soddisfare le esigenze del centro e della sua comunità in continua evoluzione attraverso il rinnovamento degli spazi esistenti e la realizzazione di una nuova struttura esterna. Ogni spazio è progettato con l’obiettivo generale di trasformare il centro in un luogo che promuove il confederalismo democratico, l’ideologia guida alla base della questione curda. Il confederalismo democratico è un’ideologia sviluppata da Abdullah Öcalan, il leader non ufficiale del Kurdistan e Mandela del Medio Oriente. In sostanza, il confederalismo democratico presenta una realtà alternativa al nazionalismo capitalista, un’alternativa che serve i popoli oppressi e non riconosciuti di questo mondo. La ristrutturazione del Centro Ararat mirerà a dare visibilità a questo approccio alternativo alla vita, educando non solo i membri di passaggio, ma anche i cittadini di Roma circostanti. Un ampliamento del giardino esistente all’interno del cortile integra il progetto. Questo spazio fungerà da cuore dell’Ambasciata del Kurdistan. Uno spazio multifunzionale che può essere utilizzato per scopi educativi, riunioni e consigli aperti, conferenze e laboratori, celebrazioni e feste, nonché come orto comune.

Ataraxia - progetto di Rebecca Maslowsky modello/model, Foto/Photo: Antonio Cama

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Ataraxia - Rebecca Maslowsky render interni e vista dal giardino

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INTERIOR DESIGN


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Direttore IED ROMA / Director of IED Roma Laura Negrini IED DESIGN Coordinamento Design IED Roma / IED Roma Design Coordinator Gianfranco Bombaci Coordinamento Corso Triennale in Product Design Product Design Undergraduate Course Coordinator Marika Aakesson Coordinamento Corso Triennale in Interior Design Interior Design Undergraduate Course Coordinator Marco Provinciali Faculty Office Sveva Brunetti Riccardo Budelli Segreteria Didattica / Secretary Marta Seghezza Gaia Zangrilli Design Lab Mauro Del Santo Francesco Pizzo Tutor IED-SNU Chen Zhao International Student Desk Stefano Pedrotti Valeria Puntillo

IED DESIGN Yearbook a.a. 2020-2021 Curatore / Curated by Gianfranco Bombaci Copyediting Gaia Zangrilli Traduzioni / Translations imagine traduzioni Font Gellix di Martin Vácha, 2017 Roboto slab di Christian Robertson, 2013 Stampato presso/Printed by Tiburtini S.r.l. Aprile/April 2022 © Tutti i diritti riservati/ All rights reserved Immagine di copertina: Francesco Giunta e Riccardo Botta “Back Back”, ricerca sulla customizzazione di massa del prodotto. Cover image: Francesco Giunta e Riccardo Botta “Back Back”, research project on mass costumized products

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2020/21 IED Design Diplomati/Graduates Andrea Fanelli Angelica Fenoaltea Anna Acanfora Antonia Alessia Mariconda Arianna Menichetti Aurora Basso Barbara Farletti Beatrice Stella Changzheng Hu Chaoli Xiong Chiara Antonini Chuanjia Wu Claudia Colucci Daria D’Angelo Elio Giacometti Elisa D’Angelo Erminia Francesca Calabrese Ernesto Avogadri Fabio Ricciardi Fangzheng Yuan Federico Tomassetti Filippo Campagnola Flavia Marrazzo Gabriel Ferrara Gabriele Soricelli Gianmarco Torre Gianmarco Valenza Giulia Cecchini Giulia Crastolla GIulia Di Meo GIulia Mandrella Giulia Spirito Hanyu Peng Irene Cerulli Jiaer Yu Jianxin Tang Jie Xu Jingting Xu Jingyi Wu Lan Cheng Linlang Yan Lisa Claire Fischer Livia Mazzocchetti Lorenzo Ariaudo Lorenzo Cervoni Luca Piotto Piotto Maria Cocina Matteo Meoni Mauro Martino Michela Cicchetti Mingqi Yang Mirtilla Corvini Nicholas Mastrogiacomo Ningxin Yin Rebecca Catherine Maslowsky Rebecca Fraioli Rosamaria Amato Ruifeng Xie Ruilin Yuan Sara Lupo Da Cruz Sara Ragozzino Sarah Kakal Shuting He Sondos Farag Stefania Marigliani Tao Fang

Ting Luo Tommaso Pelaia Veronica Maiorano Vincenza Greco Wanping Ren Wenxi Qin Wenzhu Liao Xiangzheng Xie Xiaohan Su Xiyi Lin Xuehai Chen Xuewei Zhao Yanran Li Yidan Jing Yidan Yan Yubo Feng Yuebing Huang Yuelin Bai Yuhan Shu Yuhang Tang Yuke Li Yunjie Chen Yutao Lin Zhuohan Jiang Zhuohan Wang

2020/21 IED DESIGN Docenti/Teachers Adriano Caputo Alberto Iacovoni Alessandra Reggiani Alessandro Bava Alessandra Glorialanza Alessandro Casadei Alessandro Ciocci Alessandro Mason Alessandro Spalletta Alessio Tommasetti Andrea Luigi Bentivegna Andrea Ricci Andrea Tanci Anna Bruscia Anna Cestelli Guidi Barbara Brocchi Benedetta Gaiani Benjamin Gallegos Gabilondo Claudio Cannizzaro Claudio Castaldo Claudio Esposito Daniele Costa Davide Gallina Domitilla Dardi Eleonora Tempesta Eliana Saracino Elisabetta Antonellis Eva Christine Schenck Daniele Costa Fabio Ferone Floriana Cannatelli Florindo Ricciuti Francesca Angelini Francesca Delicato Francesco Colangeli Francesco Subioli Francesco Zorzi Gabriele Lungarella

Giampaolo Barberi Giampiero Sanguigni Gianfranco Bombaci Giorgio De Ponti Giovanna Zinghi Giovanni Botticelli Giulia Grechi Giulio Aleandri Giulio Gualtieri Giulio Patrizi Giuseppe Vultaggio Giusi Bellapadrona Ilaria Aprile Ilaria Legato Jacopo Benci Jacopo Costanzo Laura Federici Lorenzo Corvino Luca La Torre Ludovica Proietti Manuela Pacella Marcello Coppa Marco Galofaro Marco De Angelis Marco Pietrosanto Marco Provinciali Marika Aakesson Mario Alessiani Mario Boni Massimiliano Zanni Matteo Carbonoli Matteo Costanzo Mattia Darò Mauro Del Santo Mauro Merlo Nasrin Mohiti Asli Niccolò Adolini Nicolò Ornaghi Onorato Di Manno Paolo Casicci Paolo Di Pasquale Pasquale Salerno Patrizia Di Costanzo Pietro Valentini Reggiani Alessandra Riccardo Petrachi Roberto Alma Roberto Alma Rocco Smaldone Silvia La Pergola Stefano Colombo Tommaso Arcangioli Valentina Angelini Valentina Vinotti Valeria Murru Vincenzo di Siena Vincenzo Tattolo


DESIGN - IED ROMA YEARBOOK

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«Il Design non è mai capriccio. Ha sempre un’utilità. Ma il futuro secondo me è legato allo sforzo di riunire funzionalità, forma, fantasia.» Riccardo Dalisi

Istituto Europeo di Design Via Alcamo 11 00182 Roma www.ied.it

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