IED Roma Design - Yearbook 2018-2019

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DESIGN IED ROMA - YEARBOOK 2018-2019

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DESIGN IED ROMA - YEARBOOK 2018-2019

Tutto è design | Gianfranco Bombaci

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In comunicazione con il futuro

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Wild Poem | Daniele Mancini, Mattia Darò

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A casa con papà

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Abitare da soli con gli altri | Eliana Saracino

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Leggere l’empatia | Marika Aakesson

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IED Factory 2019: Imponderabilia

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La bottega creativa | Alessandro Casadei

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Digital Artisans | Ilaria Aprile, Davide Gallina

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Light Projects | Nicolò Adolini

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Display Experience | La Pergola, Sanguigni, SET Architects

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Ceramics of the future | Nicolò Adolini

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Elevators | Marco Provinciali e Benjamin Gallegos Gabilondo

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Under pressure: Footprints | Gianfranco Bombaci

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IED Roma Design Awards 2019

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Aula della Scuola di Design in Via Casilina Foto/Photo S. Pierpaolo

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Ecco i progetti di un anno di lavoro. Progetti che hanno imparato a mettere in ordine i pensieri, a farlo con accuratezza. Che hanno imparato a sostenere delle idee, a farlo con libertà e a sovvertirle, con responsabilità. Progetti che hanno scoperto un metodo utile per evolvere sempre, che hanno appreso un linguaggio, quello della professione che abbiamo scelto. Il linguaggio è la chiave per comprendere il mondo. Quando un progetto individua il proprio ha già iniziato a cambiare la realtà. Here you are the projects coming from a year of work. Projects that have learned to put thoughts in order, to do it with accuracy. Which learned to support ideas, to do it freely and to subvert them, with responsibility. Projects that have discovered a useful method to always evolve, that have learned a language, that of the profession we have chosen. Language is the key to understanding the world. When a project identifies its own it has already begun to change reality. Laura Negrini Direttore IED Roma

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Dettaglio di 3D printer del DesignLab Foto/Photo A. Cama

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TUTTO È DESIGN Gianfranco Bombaci

“Progettare è una pulsione insita nell’uomo come l’istinto di sopravvivenza, la fame o il sesso.” Enzo Mari Tutto è design. La sua prossimità all’uomo e alle sue innumerevoli attività rende il designer una figura cruciale nella definizione della qualità degli oggetti, dei servizi che utilizziamo e degli ambienti che abitiamo. Attraverso il progetto è possibile trasformare il nostro presente per porre le basi di un futuro migliore, consapevoli delle nostre origini. Un designer agisce nelle case, negli uffici, negli spazi del divertimento, modificando lo spazio e la costellazione di prodotti che ci circondano. Questo yearbook raccoglie i risultati di percorsi progettuali molto eterogenei: da futuristici headset per analizzare le onde cerebrali alla ristrutturazione di un padiglione del complesso di Santa Maria della Pietà in centro di accoglienza per padri separati; dalla riorganizzazione dei laboratori creativi di una importante società di effetti visivi a Cinecittà, all’allestimento del nuovo Museo Storico della Comunicazione all’Eur. Oltre ai percorsi di tesi, epilogo di un percorso triennale ricco di avventure progettuali, possiamo trovare in queste pagine gli eccellenti risultati ottenuti già negli anni precedenti. Alla ricerca di un rinnovato equilibrio tra tradizione artigianale e nuove tecnologie o confrontandosi con le geometrie della luce e della ceramica, questa breve selezione racconta di una grande ricchezza creativa e sperimentale che la scuola di Design cerca di convogliare in esperienze innovative e utili al territorio. Un grande ringraziamento alle aziende e alle istituzioni che ancora una volta hanno creduto nel modo illuminante di vedere le cose da parte dei nostri studenti. E grazie a tutti i docenti che con grande generosità cercano di trasferire la loro passione.

Everything is design. Its proximity to man and his countless activities makes the designer a crucial figure in defining the quality of objects, of services that we use and of environments where we live in. Through the project it is possible to transform our present to lay the foundations for a better future, aware of our origins. A designer acts in homes, offices, leisure places, changing the space and the constellation of products that surround us. This Yearbook collects the results of very heterogeneous design paths: from futuristic headsets to analyze the brain waves of the students of a flight school of Rome to the renovation of a pavilion of the Santa Maria della Pietà complex in housing center for separate fathers; from the reorganization of the creative laboratories of an important visual effects company in Cinecittà, to the setting up of the new Historical Museum of Communication in Eur. In addition to the thesis courses, the epilogue of a three-year course full of design adventures, we can find in these pages the excellent results already achieved in previous years. In search of a renewed balance between artisan tradition and new technologies or by confronting the geometries of light and ceramic, this short selection tells of a great creative and experimental richness that the School of Design tries to convey in innovative and useful experiences for the territory. A big thank you to the companies and institutions that once again believed in our students’ illuminating way of seeing things. And thanks to all the teachers who generously try to transfer their passion.

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IN COMUNICAZIONE CON IL FUTURO Progetto di tesi/Thesis project con/with Fondazione Proposta

Relatore/Advisor: Daniele Mancini Correlatore/Co-Advisor: Mattia Darò Model Making: Marco Galofaro Lighting Design: Adriano Caputo Tecnologia/Technology: Patrizia Polimeni Comunicazione/Communication: Claudio Castaldo, Claudio Esposito

A.Camelio,Museo della Comunicazione modello/model Foto/Photo A. Cama

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Il progetto di tesi ha esplorato strategie di pro-

IN COMMUNICATION WITH THE FUTURE

gettazione multidisciplinare per la valorizzazio-

The thesis project explored multidisciplinary

ne del patrimonio storico e culturale contenuto

design strategies to enhance and improve the

all’interno del Museo Storico della Comunica-

public’s awareness of the historical and cultural

zione di Roma. Il museo comprende oggetti,

heritage of the Historical Museum of Communi-

documenti, curiosità e testimonianze utili a ri-

cation in Rome. The museum includes objects,

percorrere “antiche tappe” della storia postale,

documents, curiosities and testimonies useful

della telefonia e della telegrafia fino ai “nuovi

to retrace “ancient stages” of postal history, te-

linguaggi” della comunicazione. La raccolta di

lephony and telegraphy to the “new languages”

oggetti è costituita da oltre 3.000 cimeli di va-

of communication. The collection of objects

rio genere: telefoni, telegrafi, radio, televisioni,

consists of over 3,000 relics of various kinds: tel-

bollatori, stemmi, cassette di impostazione. Il

ephones, telegraphs, radios, televisions, stamp

Museo storico della comunicazione si sviluppa

machines, emblems, setting boxes. The Histori-

attualmente su 3.500 mq nei piani interrati del

cal Museum of Communication is currently in

Palazzo del Poste all’EUR, in sale contigue ed in

the basement floors of the Palazzo del Poste at

sequenza cronologica.

EUR, in adjoining rooms and in chronological

La tesi ha coinvolto le scuole di Design, Arti Vi-

sequence, spreading over 3,500 square metres.

sive e Comunicazione. Il tema comune è stato la

The thesis involved the schools of Design, Vis-

trasmissione della storia della tecnologia e della

ual Arts and Communication. The common

comunicazione attraverso lo sviluppo di strate-

theme was to reveal the history of technology

gie di coinvolgimento del pubblico. La collezio-

and communication, through the development

ne degli oggetti, e delle storie che raccontano, fa

of strategies to involve the public. The collection

di questo Museo un luogo unico nel panorama

of objects and the stories they tell make this Mu-

culturale della Capitale. La sua valorizzazione

seum a unique place in the cultural panorama

in termini di spazi, di capacità narrativa e di

of the Capital. Its valorisation in terms of space,

comunicazione alla città è un’opportunità ec-

narrative capacity and communication to the

cezionale di rilanciare un museo dimenticato

city is an exceptional opportunity to promote a

all’interno dell’offerta culturale romana, ma dal

museum forgotten within the Roman cultural

potenziale culturale inestimabile.

offer, but with inestimable cultural potential.

A. Alessandrini, F. Cocozza, G. Gili, Museo delle Relazioni, modello/model Foto/Photo A. Cama

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V. Meaglia, L. Mucci, G. Migliaccio, MAC, modello/model Foto/Photo A. Cama

WILD POEM

Mattia Darò e Daniele Mancini Come si allestisce un museo capace di esaltare l’immaginario sconfinato sprigionato dalla incredibile collezione del Museo Storico della Comunicazione dell’EUR? È possibile entusiasmarsi dei segreti cifrati della macchina Enigma, oppure soffrire per gli amori interrotti da una cartolina postale mai consegnata? E come appassionarsi della vicenda umana di Meucci o godere avidamente delle sorti di Marconi? Siamo inoltre in grado di attualizzare, per esempio, le pionieristiche sperimentazioni di Olivetti sulle interfacce dei computer, quando i computer erano ancora grandi come stanze, e proiettarle verso un futuro innovativo? La storia della comunicazione è la storia dell’uomo, delle guerre e delle passioni che l’hanno cagionate, dei segreti e delle bugie che hanno mosso i più profondi e intimi universi interiori, ma anche delle strategie per superare ostacoli e distanze e facilitare relazioni e condividere valori e progresso. Be Wild! Attraverso un processo di accumulazione selvaggia ma anche di selezione raffinata, abbiamo dapprima costruito un arcipelago di riferimenti visuali e narrativi desunti dal mondo dell’arte, della comunicazione e dell’architettura per dare forma ad un punto di vista progettuale critico e originale come fosse una sorta di manifesto poetico ed espressivo. Imparare a progettare significa imparare a raccontare. Per imparare a raccontare bisogna imparare ad avere una poetica. Wild quindi è stato il libro-collezione che ciascun gruppo di studenti ha presentato nella prima parte del percorso di tesi: un vero e proprio manufatto creativo, rigorosamente materico, abitato non solo da schemi, diagrammi e dozzine di immagini scelte, ma anche di volumi e cavità che indisciplinatamente prefigurano spunti per evoluzioni spaziali successive.

Mark Fisher, Realismo capitalista, Nero edizioni, Roma, 2018 1

2 Heiddegger, Saggi e discorsi, Marsilio, Milano, 1951

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Be Poetic! Il progettista quindi prefigura selvaggiamente e oltre il realismo1 i rituali museali con narrazioni visuali, metafore spaziali, collage illusori, connotazioni grafiche e disegni rigorosi, geometrici, ma pur sempre evanescenti, definendo lo spazio dentro cui il visitatore si immagina possa agire poeticamente2. E l’allestimento diviene dunque il dispositivo che mette in scena l’immaginario, interpreta le possibili relazioni tra le cose, i visitatori, la città, e offre una chiave di lettura dei molteplici contenuti tematici. Le proposte di tesi hanno assunto inoltre le fattezze di scenografie urbane, ovvero di palinsesti comunicativi in grado di far dialogare il contenuto, con il contesto dell’EUR, macchine sceniche al contempo architettura e dispositivi allestitivi.


V. Meaglia, L. Mucci, G. Migliaccio, MAC, sala dei francobolli/display of stamps

V. Meaglia, L. Mucci, G. Migliaccio, MAC, sala della telecomunicazione/telecommunication room

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V. Meaglia, L. Mucci, G. Migliaccio, MAC Esposizione temporanea/Temporary Exhibition

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V. Meaglia, L. Mucci, G. Migliaccio, MAC, modello di dettaglio /detailed model Foto/Photo A. Cama

V. Meaglia, L. Mucci, G. Migliaccio, MAC, atrio/main hall

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R.Quaranta, A. Pietrobon, M.C. Secci, Unlock Museum, modello/model Foto/Photo A. Cama

WILD POEM How is it possible to set up a museum capable of exalting the endless imagination released by the incredible collection of the EUR Historical Museum of Communication? Is it possible to get excited about the encrypted secrets of the Enigma machine, or to suffer for loves interrupted by a never delivered postcard? And how can one become passionate about Meucci’s human story or greedily enjoy Marconi’s fate? Are we also able to update, for example, Olivetti’s pioneering experiments on computer interfaces, when computers were still as big as rooms, and project them towards an innovative future? The history of communication is the history of man. That of wars and passions that caused it, of secrets and lies that moved the deepest and most intimate inner universes. It is also about strategies to overcome obstacles and distances and facilitate relationships and share values and progress. Be Wild! Through a process of wild accumulation but also of refined selection, we first built an archipelago of visual and narrative references taken from the world of art, communication and architecture, to shape a critical and original design point of view as a sort of poetic and expressive manifesto. Learning to design means learning to tell. To tell a story you have to learn to have poetics. Wild was therefore the book-collection that each group of students presented in the first part of their thesis. A strictly material creative piece, composed by schemes, diagrams and dozens of chosen images, but also by volumes and cavities that disorderly prefigure cues for subsequent spatial evolutions.

Mark Fisher, Realismo capitalista, Nero edizioni, Roma, 2018 1

Heiddegger, Saggi e discorsi, Marsilio, Milano, 1951

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Be Poetic! The designer therefore wildly prefigures museum rituals beyond realism1 with visual narratives, spatial metaphors, illusory collages, graphic connotations and rigorous, geometric yet evanescent designs, defining the space in which the visitor imagines himself to be able to act poetically2. The installation becomes the device that stages the imaginary, interprets the possible relationships between things, visitors, the city, and offers a key to interpret the many thematic contents. The thesis proposals have also embodies the features of urban scenography, hence become communicative palimpsests able to connect content with EUR’s context; scenic machines but at the same time architecture and exhibition devices.


R.Quaranta, A. Pietrobon, M.C. Secci Unlock Museum atrio principale/main hall

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A CASA CON PAPĂ€ Progetto di tesi/Thesis project con/with Regione Lazio

Relatore/Advisor: Eliana Saracino Correlatore/Co-advisor: Alessandra Glorialanza Model Making: Marco Galofaro Tecnologia/Technology: Giulio Aleandri Comunicazione/Communication: Alessio Tommasetti

Be Right Back di B. Moroni, R. Russo, S. Sciamanna Foto modello A. Cama

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Il progetto di tesi ha affrontato il tema del disa-

At home with Daddy

gio abitativo e sociale che molti padri si trovano

The thesis workshop addressed the condition of

a dover fronteggiare a causa della separazione

housing and social hardship that some fathers

dal nucleo familiare. Le spese di mantenimento

face following separation from their families. Sus-

e l’uscita dall’abitazione di famiglia comportano

taining maintenance expenses and exiting the

grande difficoltà sia economica che psicologica.

family home, make them face both huge expens-

Si tratta quindi di offrire ai padri in questa con-

es and the personal consequences of a traumatic

dizione un alloggio temporaneo in attesa di una

event. It therefore consists of providing temporary

nuova soluzione abitativa definitiva: un luogo

accommodation, with space for meetings and ac-

dove possano vivere dignitosamente, incontrare

tivities, while they wait for a new definitive hous-

e ospitare in modo adeguato i propri figli, essere

ing solution. A place where they can both live in

sostenuti nell’elaborare la nuova condizione per-

dignity and appropriately welcome their visiting

sonale dopo la separazione. Il progetto, sviluppa-

children, supported and accompanied in the elab-

to in collaborazione con la Regione Lazio, si inse-

oration of this new condition of solitude after the

risce in una più ampia strategia di valorizzazione

separation. The project, developed in collaboration

dell’ex-complesso psichiatrico di Santa Maria

with the Regione Lazio, is part of a wider strategy

della Pietà con il fine di trasformarlo in un parco

to regenerate the former psychiatric complex

del benessere e della salute. I progetti di trasfor-

of Santa Maria della Pietà with the aim of trans-

mazione proposti dal laboratorio per il Padiglione

forming it into a Wellness and Health Park. The

XVIII, oltre agli spazi destinati più propriamente

transformation projects for Pavilion XVIII, in addi-

al co-housing, hanno proposto anche l’inseri-

tion to the spaces more properly intended for co-

mento di funzioni e attività aperte al pubblico (ad

housing, have therefore also proposed the inclu-

esempio, fablab, palestra, co-working, ludoteca,

sion of functions and activities open to the public

spazio per eventi, caffetteria, ecc.), offrendo così

(for example, fablab, gym, co-working, playroom,

servizi compatibili con il contesto, sostenibili

event space, cafeteria, etc.). Hence, offering ser-

economicamente e che potranno avere una ri-

vices compatible with the context, economically

caduta diretta anche sugli abitanti della struttu-

sustainable and that can have a direct impact on

ra, stimolando la costruzione di una comunità e

the building inhabitants, stimulating the creation

garantendo una mixité di fruitori capace di in-

of a community and ensuring a mix of users capa-

nescare processi virtuosi di integrazione. Il pro-

ble of triggering virtuous processes of integration.

gramma funzionale si è poi dovuto necessaria-

The functional program then necessarily had to

mente confrontare con la morfologia dell’edificio

be tailored with the morphology of the existing

esistente (struttura di inizio novecento, in mura-

building (an early XX century masonry structure

tura portante e dalla trasformabilità limitata), tro-

with limited adaptability), finding the right bal-

vando il giusto bilanciamento tra conservazione,

ance between conservation, transformation and

trasformazione e innovazione.

innovation.

M. Lucatelli, V. Pantanella, Inside Outside modello/model Foto/Photo A. Cama

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M. Di Vito, M. V. Florio, Focolare, sezione/section

ABITARE DA SOLI CON GLI ALTRI Eliana Saracino

I progetti prodotti dal laboratorio, seppur molto diversi tra loro, hanno avuto tutti la capacità di interpretare in modo delicato e sensibile lo status e le condizioni di vita del possibile abitante di questi spazi, rileggendo i suoi bisogni e le sue necessità come delle potenzialità e risorse. Alcuni lavori hanno focalizzato l’attenzione in particolare sul tema dei figli e sulla progettazione di spazi capaci di supportare la ricostruzione di un nuovo tipo di relazione con i padri, necessariamente differente da quella messa in atto tra le mura della casa di famiglia. Ad esempio, Il caso studio dei padri separati individuando aree tematiche differenti, organizzate in base alle fasce di età (prescolari, bambini, adoha permesso agli studenti di lescenti); oppure riuscendo a ricavare all’interno confrontarsi con un tema più degli alloggi stessi degli ambiti da allestire tempoampio, quello dell’abitare da raneamente per garantire qualità e privacy anche soli con gli altri, assolutamente ai figli ospiti o, ancora, definendo spazi in cui poter attuale per la società e per la città svolgere attività insieme (gioco, cucina, giardinaggio, ecc.) al fine di ridefinire nuove e sane modalicontemporanea. tà di relazione. Altri, invece, hanno interpretato il progetto stesso come lo strumento che accompagna il percorso di crescita del padre separato, che si evolve progressivamente durante il periodo di permanenza all’interno della struttura. Il cambiamento, dunque, come centro del progetto, che ad esempio si è tradotto spazialmente con la modulazione di differenti livelli di privacy, che vanno da spazi assolutamente privati che ineriscono la sfera intima dell’abitante, passando a spazi con18


G. Biagini, E. Labanca Diorama modello/model Foto/Photo A. Cama

divisi in piccoli gruppi, fino al vero e proprio spazio pubblico e collettivo; spazi diversi che l’abitante, a seconda del suo personale percorso di crescita, sceglierà consapevolmente di frequentare. Altri progetti hanno scelto, invece, di dare un ruolo fondamentale allo spazio condiviso a scapito di quello completamente privato, stimolando sin da subito gli ospiti della struttura a confrontarsi con gli altri. Lo spazio in comune diventa il luogo in cui trascorrere la maggior parte del tempo, ridefinire la propria vita, in cui supportarsi e scambiare esperienze con persone che condividono situazioni analoghe. Lo spazio comune, come luogo anche spazialmente accentratore all’interno del progetto, inteso ad esempio come il vagone di un treno, come il focolare domestico attorno a cui raccogliersi oppure ancora come lo spazio complesso della città, con le sue vie, vicoli, piazze e terrazze. In generale, il caso studio specifico dei padri separati ha permesso agli studenti del laboratorio di confrontarsi con un tema molto più ampio, quello dell’abitare da soli con gli altri, assolutamente attuale per la società e, di conseguenza, per la città contemporanea. Un tema che inerisce il cambiamento dei modelli familiari e di relazione e che implica un necessario ripensamento degli spazi dell’abitare. Dunque l’esercizio progettuale ha stimolato la ricerca nella sperimentazione di nuovi modelli abitative che possano al tempo stesso garantire la privacy e la condivisione, lo sharing di spazi e di risorse, materiali ed immateriali, consentendo agli studenti di avvicinarsi alle problematiche più ampie del tema e di fornire risposte interessanti e innovative a questioni che sempre più saranno ricorrenti nella città di domani.

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M. Di Vito, M. V. Florio, Focolare, modello/model, Foto/Photo A. Cama

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S. Cappa, M.Conte Cromo House Pianta alloggio tipo/ typical dwelling Foto/Photo A. Cama

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B. Moroni, R. Russo, S. Sciamanna, Be Right Back, sezione/section

LIVING ALONE WITH OTHERS The projects produced by the workshop, although very different from each other, they all had the ability to interpret in a delicate and sensitive way the status and life conditions of the possible inhabitant, rereading his needs and requirements as potential and resources. Some works focused in particular on the theme of children and the design of spaces capable of supporting the reconstruction of a new type of relationship with fathers, necessarIn general, the specific case study ily different from the one previously established of separated fathers allowed the within the walls of the family home. For example, workshop students to deal with a by identifying different thematic areas, organized much wider theme; that of living on according to age groups (pre-school, children, and adolescents) or by creating temporary areas within your own along with others, absolutely the accommodation, guaranteeing quality and pritopical for society and, consequently, vacy to the guest children; or by outlining spaces in which they can carry out activities together (play, for the contemporary city. cooking, gardening, etc.) in order to redefine new and healthy relationship modes. Others, on the other hand, have interpreted the project itself as a tool that accompanies the growth path of the separated father, which progressively evolves during the period of his stay within the structure. The change, therefore, as the centre of the project, has been spatially translated; for example by modulating different levels of privacy, ranging from absolutely private spaces related to the intimate sphere of the 22


inhabitant, to spaces shared by small groups, and finally to the actual public and collective space. Different spaces that the inhabitant, depending on his personal growth path, will consciously choose to attend. Other projects have chosen, instead, to give a predominant role to shared spaces sacrificing private spaces, stimulating from the beginning the guests of the structure to relate themselves with others. The shared space becomes the place where to spend most of the time, to redefine one’s life, to support one another and to share experiences with people who undergo similar situations. The communal space, a spatially centralized focus within the project, envisioned for example as the train engine car, as the domestic hearth around which to gather or even as an urban space, with its streets, alleys, squares and terraces. In general, the specific case study of separated fathers allowed the workshop students to deal with a much wider theme; that of living on your own along with others, absolutely topical for society and, consequently, for the contemporary city. It is a theme inherent to family and relationship models changes, that implies an indispensable rethinking of living spaces. Hence, the design exercise has stimulated research in experimenting new housing models that, at the same time, can guarantee privacy and the sharing of spaces and resources, both material and immaterial. This has allowed students to approach the broader issues of the topic and provide interesting and innovative answers to questions that will increasingly recur in the city of tomorrow.

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LEGGERE L’EMPATIA Progetto di tesi/Thesis project con/with Brainsigns

Relatore/Advisor: Marika Aakesson Prototipazione/Prototyping: Mauro del Santo, Francesco Pizzo Comunicazione/Communication: Alessio Tommasetti

Chiara Calvo, Headset per creare gioielli che rappresentano uno stato d’animo/ Headset to create jewels that represent a mood. Materiale/Materials: PLA. Tecnologia/Technologies: stampa 3D/ 3D printing

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Leggere nella mente umana ha sempre affascinato l’uomo: gli esempi nella letteratura, nella musica, nel cinema e nella storia sono tanti e spesso circondati da misticismo, oppure legati alla fantascienza. La neuroscienza cognitiva e comportamentale oggi è in grado letteralmente di leggere i segnali del cervello e con l’utilizzo di algoritmi che combinano questi segnali ad altri parametri vitali riesce a trarre conclusioni legate al livello di attenzione, di impegno cognitivo o allo stato emozionale di una persona. La neuroscienza può essere usata come strumento di indagine, non per la manipolazione dell’individuo, ma piuttosto il contrario: per dare attenzione all’anima e capire meglio che cosa la persona trova difficile o facile, noioso o divertente, inutile o interessante, brutto o bello. Il progetto di tesi sviluppato con Brainsigns parte dal presupposto che scoprire lo Human Factor (il missing link nella catena dell’IoE, Internet of Everything) e conoscerlo potrebbe aumentare il comfort e la sicurezza dell’individuo, aiutare le aziende a rendere più user-friendly i loro prodotti, migliorare l’adattamento dell’automazione alle esigenze delle persone. Brainsigns è una spin-off company dell’Università La Sapienza di Roma che sviluppa innovazione a partire dalla conoscenza scientifica nella registrazione e nell’analisi di segnali prodotti dal funzionamento del cervello all’interno di diverse aree di ricerca come: Neuromarketing, Human Factors e Applicazioni Cliniche. Agli studenti è stato chiesto di sviluppare una ricerca e progettare un headset, per uno dei seguenti ambiti: - la formazione di piloti, con l’obiettivo di monitorare il sovraccarico di stress e migliorare le prestazioni e i tempi di training; - i test di Neuromarketing, da utilizzare nell’esecuzione di testing di percezione, usabilità, esperienza di prodotto e packaging; - il benessere, con l’obiettivo di individuare nuovi campi di applicazione della neuroscienza per proteggere la salute e aiutare la disabilità. Durante la progettazione gli studenti hanno utilizzato gli strumenti di prototipazione rapida per la realizzazione di modelli di studio e prototipi in modo di potere verificare in tempo reale che le loro idee corrispondessero ai requisiti chiesti dall’azienda: facile da indossare, confortevole durante l’utilizzo, innovativo nei materiali e nella forma, personalizzabile sia nelle dimensioni che nell’estetica, riproducibile in piccole quantità utilizzando rapid prototyping. Alla fine sono stati selezionati i 6 headsets ritenuti migliori nelle prestazioni e sono stati presentati all’azienda Brainsigns. È stato selezionato, acquistato e brevettato l’headset progettato da Francesco Della Monica La scelta è stata determinata dalla facilità con cui si indossa l’headset: il gesto per indossarlo assomiglia a quello che si usa fare per un paio di occhiali da sole e l’adattabilità alla testa è garantita dall’utilizzo di un materiale elastomero termoplastico simile alla gomma.

Stefano Pellino, Headset futuristico per gli allievi della Scuola di Volo dell’Urbe. Materiale: PA Nylon Tecnologia: stampa 3D A futuristic style headset for Urbe flight school students. Material: PA Nylon. Technologies: 3D printing

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Francesco Della Monica, Headset per neuromarketing dalla facile indossabilitĂ / Easy-to-wear headset for neuromarketing Materiale/Material: TPU thermoplastic polyurethane Tecnologie/Technologies: 3D printing Il progetto è stato selezionato dall’azienda partner Brainsigns che ne ha depositato il brevetto The project has been selected by the partner company Brainsigns, which also has patented the headset.

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Gabriele Nappi, Headset per l’addestramento sportivo studiato per essere indossato mentre si è in movimento A sports training headset designed to be worn while on the move. Materiale/Material: Yulex Pure™. Tecnologie/ Technologies: taglio laser / laser cutting

TPU Stampa 3D

ABS Stampa 3D

Yulex Taglio Laser

TPU Stampa 3D

Yulex e Velcro Taglio Laser

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Agnese Roviti, Headset unisex per il Neuromarketing. Il progetto indaga i condizionamenti della pubblicità e come la neuroscienza potrebbe aiutare l’individuo a trovare se stesso/ A unisex headset for Neuromarketing. In her research Agnese explored how advertising influenced the mass and how neuroscience could help the individual find himself. Materiale / Material: Yulex Pure™. Tecnologia / Technology: taglio laser/ laser cut

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Giulia Verticchio, Headset per persone affette da afasia. L’headset aiuta la persona a comunicare con altre persone utilizzando un software capace di trasformare gli impulsi registrati in suoni e parole/ A headset for people with aphasia. The headset helps the person to communicate with other people using software that transforms impulses recorded in sounds and words. Materiale / Material: PLA. Tecnologie / Technology: stampa 3D / 3D printing

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Angelica Ruiu, Headset unisex per gli allievi della scuola di volo / A unisex headset for Urbe flight school students. Materiale / Material: Yulex Pure™. Tecnologia / Technology: taglio laser / Laser cut

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Marlene Aschettino. Headset unisex e futuristico per gli allievi della scuola di volo. Materiale principale: PA Nylon e Yulex Pure™ Tecnologie: stampa 3D e taglio laser A unisex and futuristic style headset for Urbe flight school students. Main material: PA Nylon and Yulex Pure ™ Technologies: 3D printing and laser cutting

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READING EMPATHY Reading in the human mind has always fascinated man, the examples in literature, music, cinema and history are many and often surrounded by mysticism or linked to science fiction. Cognitive and behavioural neuroscience today is literally able to read brain signals and with the use of algorithms that combine these signals with other vital parameters it can draw conclusions related to the level of attention of cognitive commitment or the emotional state of a person. Neuroscience can be used as a tool of investigation, not for the manipulation of the individual, but rather the opposite, to give attention to the soul and better understand what the person finds difficult, easy, boring, fun, useless, interesting, ugly or beautiful.The thesis project developed by Product Design students in collaboration with Brainsigns starts from the assumption that discovering the Human Factor (the missing link in the IoE Internet of Everything chain) and knowing it could increase comfort and individual safety, would help companies make their products more user-friendly, improving the adaptation of automation to people’s needs. Brainsigns is a spin-off company of La Sapienza University of Rome that develops innovation starting from scientific knowledge in the recording and analysis of signals produced by the functioning of the brain within different research areas such as: Neuromarketing, Human Factors and Clinical applications. Brainsigns asked students to develop research and design a device, headset, for one of the following areas: - the training of pilots, with the aim of avoiding stress overload and improving performance and training times. - Neuromarketing tests, to be used in performing perception, usability, product experience and packaging testing. - well-being, with the aim of identifying new fields of application of neuroscience to protect health and help disability. During the design students used rapid prototyping to create study models and prototypes in order to be able to verify that their ideas corresponded to the requirements requested by the company: easy to wear, increased comfort during use, innovation in materials and shape, possibility of customisation both in size and aesthetics, possibility of production in small quantities using rapid prototyping. In the end, the six headsets deemed best in performance were selected and presented to the company. Brainsigns selected the headset designed by Francesco Della Monica for: the ease with which it is worn, the adaptability to the head, the innovation in choice of material and the possibility of further product developments and uses. Its prototype is now in the functional testing phase and the next step is to make the patent and to place it on the market.


Carlo Maria Crespi Perellino, Headset per gli allievi della scuola di volo/ A headset for students of the Urbe flight school Materiale principale: Composito di fibra di carbonio/Carbon fiber composite Tecnologia: termoformatura in autoclave/thermoforming in an autoclave

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IMPONDERABILIA IED FACTORY 2019

In omaggio alla performance di Marina Abramović e Ulay, IED si è aperto alla città di Roma, proponendo agli studenti provenienti dalle sue 4 scuole (Design, Moda, Arti visive e Comunicazione), e al pubblico del Macro Asilo, 14 esperienze di progetto trasversale, che hanno violato i consueti confini della formazione professionale e permesso all’individuo di mettersi in gioco, senza veli, in un percorso di conoscenza di sé. In homage to the performance of Marina Abramović and Ulay, IED opened to the city of Rome, offering students from its 4 schools (Design, Fashion, Visual Arts and Communication), and to the public of the Macro Asilo, 14 transversal project experiences , which violated the usual boundaries of professional education and allowed the individual to get involved, without veils, in a selfknowledge experience.

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IED FACTORY 2019 - IMPONDERABILIA l’arte ha incontrato il design e i cittadini, attraverso laboratori multidisciplinari e spettacolari performance dal vivo presso il MACRO asilo e le sedi romane di IED, dove gli studenti hanno lavorato a stretto contatto con artisti di fama internazionale: Loredana Antonelli, Barbara Capponi, Lucilla D’Antilio, La Macchina Studio, Myriam Laplante, Matteo Nasini, Francesco Pacifico, Giuseppe Palmisano, Pax Paloscia, Hanoch Piven, Daniele Puppi, Davide Rapp, Giuseppe Stampone, Valentina Vannicola. Foto/photo Stefano Casati

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LA BOTTEGA CREATIVA Progetto di tesi con/with Makinarium

Relatore/Advisor: Alessandro Casadei Correlatore/Co-advisor: Gianfranco Bombaci Model Making: Mario Boni, Giampaolo Barbieri Tecnologia/Technology: Mauro Merlo Comunicazione/Communication: Alessandro Ciocci

L.Agostino, M.Capurso CoHub Render area rela

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Agli studenti è stato richiesto di sviluppare un progetto di uno spazio di lavoro inno- F.M. Abbandonati, F. Franza, S.Maccaroni, vativo che accogliesse un’azienda dinamica e in forte espansione come la società di Monolite effetti visivi per il cinema Makinarium. Nella prima parte del corso i candidati hanno Laboratori props/ Props Lab indagato tutti i temi relativi agli spazi di lavoro creativo. La natura stessa di Makinarium è stata oggetto di ricerca da parte degli studenti: la comprensione delle caratteristiche intrinseche dell’azienda, dalla capacità di coniugare aspetti profondamente innovativi con pratiche artigianali, alla flessibilità come elemento fondante sia della produzione che della forma imprenditoriale, è stata per tutti la base di partenza per le prime scelte progettuali. Oltre a ciò si è dovuto tenere ovviamente conto della morfologia dell’edificio esistente caratterizzato fondamentalmente da un susseguirsi di spazi lungo la direttrice longitudinale che ha comportato la ricerca di soluzioni innovative anche riguardo alla distribuzione funzionale. Gli studenti sono stati incoraggiati a sviluppare il progetto Il risultato di un intero anno di seguendo le proprie intuizioni cercando di valorizzare le lavoro è stato un catalogo di diverse sensibilità e attitudini. A ciascuno è stato richiesto proposte progettuali che hanno di costruire un sistema coerente che, partendo dalle singo- indagato in campi diversi la ricerca le idee progettuali, non solo tenesse conto delle richieste di soluzioni innovative. della committenza, ma rispettasse anche le prescrizioni della normativa vigente relativamente ad esempio alla sicurezza e alla sostenibilità. Alcuni progetti hanno come punto centrale la definizione della giusta soluzione funzionale, altri sono partiti dalla ricerca del mood affine alla produzione artistica di Makinarium e altri ancora hanno indagato sulle potenzialità dell’interior design come strumento di comunicazione: tema comune a tutti la flessibilità e la trasformabilità. Un aspetto importante trasversale a molti progetti è stato il riferimento al cinema, in alcuni casi solo accennato, in altri evidente al punto da essere considerato come vera e propria citazione, in altri ancora quasi involontario. Infine c’è chi si è concentrato su Makinarium, e di conseguenza sul cinema stesso, cercando riferimenti e ispirazioni nella parte più tecnica mettendo in essere delle vere e proprie macchine sceniche. L’intero percorso progettuale si è sviluppato per tutti i candidati nel tentativo di coniugare la fattibilità con l’innovazione e, più in generale, con la ricerca architettonica e, spostando lo sguardo dalle esigenze specifiche dell’azienda Makinarium, lo sforzo dei progettisti è stato quello di indagare più in generale sulle dinamiche e sulle mutate esigenze dello spazio di lavoro creativo contemporaneo.

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F.M. Abbandonati, F. Franza, S.Maccaroni, Monolite Sala proiezioni/Projection room - Cucina/Kitchen Sezione/Section - Planimetria/Plan

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G.Lucchetti, G.Grimaldi Wunder Assonometria e sezione zona postproduzione digitale Axonometry and section of digital postproduction area

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THE CREATIVE WORKSHOP

J.Yue, X.Shan, Frame Foto/Photo A. Cama

The students were asked to develop a project for an innovative workspace that would accommo-date a dynamic and rapidly expanding company. During the first part of the course, candidates analysed themes related to creative workspaces. The students’ research subject was Makinarium’s essence. The initial design choices were developed by understanding the intrinsic characteristics of the company; from its ability to combine profoundly innovative aspects with artisan practices, to flexibility as a founding element of both production and entrepreneurial form. In addition to this, it was obviously necessary to take into account the morphology of the existing building, characterized by a succession of spaces along the longitudinal axis that involved The result of a whole year’s searching for new functional distribution solutions. work was a catalogue of deThe students were encouraged to develop the project fol- sign proposals that examined lowing their own intuitions, by enhancing different sen- different fields seeking for insibilities and attitudes. Each student was asked to build a novative solutions. coherent system that, starting from the individual design ideas, would not only take into account the requests of the client, but would also comply with the requirements of cur-rent legislation regarding, among other things, safety and sustainability. Hence there are projects for which the core was the definition of the accurate functional solu-tion, others that started from the research of the mood related to Makinarium’s artistic produc-tion and others that investigated the potential of interior design as a communication tool. How-ever, flexibility and transformability remained fundamental themes, for all of them. An important transversal aspect of many projects were the many movies references. Some were only alluded to, while others so evident as to be considered as authentic quotes and some others almost unintentional. Finally, there are those who focused on Makinarium, and consequently on cinema itself, looking for more technical references and inspirations by putting up actual scenic machines. The entire design path was developed for all candidates in an attempt to combine feasibility with innovation and, more generally, with architectural research transposing Makinarium specific needs. The designers’ effort was then to analyse more broadly the dynamics and changing needs of the contemporary creative workspace. 41


Valentino Chidiac Ignoto Tesi personale, relatore Marika Aakesson, con il contributo di Valentina Vinotti e Domitilla Dardi Materiali: ferro, tessuto stampato, paglia

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DIGITAL ARTISANS Progetto del 2° anno/2nd Year project in Product Design Docente/Teacher: Ilaria Aprile e Davide Gallina

A.Igliozzi, L.Sambucci, D. Patruno Pauside, set posate Materiali/Materials: Ebano, PLA, Ferro, PVC Tecnologie/Technologies: Tornio, 3D printing Foto/Photo G. Aleandri

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V.Cruciani, G.Fioroni, G.Parisi Contenitore Materiali; Legno, PLA Tecnologie: Tornio, 3D printing

Il corso indaga come un oggetto artigianale possa essere in grado di dialogare con le mutevoli circostanze delle contemporaneità. Gli studenti sono stati guidati nella ricerca di un dialogo tra materiali tradizionali, come il legno o il marmo, e nuove tecnologie per le lavorazioni, come la stampa 3D e il taglio laser. Il recupero di tecniche di lavorazione artigianale e l’integrazione con le più moderne tecnologie digitali diventa così sperimentazione di nuove forme di sostenibilità del progetto di design.

The course investigates how an artisan object can be able to dialogue with the changing circumstances of modernity. The students were guided in the search for a dialogue between traditional materials, such as wood or marble, and new production technologies, such as 3D printing and laser cutting. The rediscover of craftsmanship techniques and integration with the most modern digital technologies thus becomes experimentation with new forms of sustainability of the design project.

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Anello in ABS Stampa 3D

Personalizzazione in ABS Stampa 3D

Cilindro in legno tornito

Anello in ABS Stampa 3D

S.Lepri, F.Ponzo, F.Porcelli, F.Yuan Al millimetro, set bicicletta Materiali/Materials: Legno, PLA Tecnologie/Technologies: Tornio, 3D printing

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U.Carpani, R.Coladomenico, L.Evangelista, E. Perrotti Aprus, set giardino Materiali/Materials: Faggio, PLA Tecnologie/Technologies: Tornio, 3D printing Foto/Photo: G.Aleandri

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LIGHT PROJECTS Progetto del 2° anno/2nd Year project in Product Design Docente/Teacher: Nicolò Adolini

Dopo aver studiato la storia dell’illuminotecnica e le ultime tendenze del Light Design, gli studenti hanno scelto un’azienda di riferimento e ne hanno studiato la brand identity, i materiali e i sistemi di produzione, per proporre un nuovo prodotto. Attraverso schizzi e modelli 3d i progetti hanno infine raggiunto la realizzazione di un prototipo in scala reale e funzionante. After studying the history of lighting technology and the latest trends in Light Design, the students chose a reference company and studied its brand identity, materials and production systems, to propose a new product. Through sketches and 3d models, the projects have finally achieved the realization of a full-scale and functional prototype. 48

D.Patruno Tanabata Materiali/Materials: Ferro, Plexiglass


F.Ponzo Abisso Materiali/Materials: Policarbonato iridescente

L.Evangelista Kido Materiali/Materials: Acciaio/Steel, ABS

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L.Sambucci Alda Materiali/Materials: ferro, PLA 3D printing

G.Montalto Mili Materiali/Materials: ferro, PLA 3D printing

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Maria Giovanna Barbi, Gianluca Parisi, OBBY

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DISPLAY EXPERIENCE con/with CENTRO PECCI, FENDI, MAXXI

Progetto del 2° anno/2nd Year project in Interior Design Progettazione/Design: Silvia La Pergola e Giulia Turano, Giampiero Sanguigni, Lorenzo Catena, Onorato di Manno, Andrea Tanci Model Making: Marco Galofaro, Giulio Gualtieri

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Il corso affronta il tema del design dell’allestimento museale come prodotto di un processo culturale, progettuale ed organizzativo complesso. Attraverso lezioni frontali su case studies ed un seminario sul dettaglio dell’allestimento con specialisti del settore gli studenti hanno approfondito tutti i livelli progettuali: luci, tecnologie, grafica mostra, materiali. Il tema di progetto elabora una selezione di alcune mostre di Architettura da riallestire in una delle gallerie del museo MAXXI.

The course works on the theme of museum exhibition design as a product of a complex process in terms of cultural, organizational and design issues. Through lectures on case studies and a seminar on the detail of the set-up hold by sector specialists, students deepen all design levels: lighting, technologies, exhibition graphics, materials. The project exercise elaborates a selection of some of the Architecture exhibitions already shown in MAXXI museum to be rearranged in a new way inside one of the galleries. Silvia La Pergola Senior Architect Museo MAXXI

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Il tema del corso si focalizza sul brand Fendi (Branded Vision) e sull’esperienza del visitatore, in una costante interazione fra il fruitore e le installazioni contenute negli interni moinumentali del Palazzo della Civiltà Italiana. Gli studenti hanno progettato installazioni sitespecific guardando sia al mondo della moda che a quello dell’arte contemporanea, in modo innovativo. In questo modo i visitatori sono invitati a indagare le loro emozioni attraverso interazioni, tattili, sonore, visuali e fantasiose.

The exhibition focused on the Fendi brand (Branded Vision) and has been centered on the visitor’s experience, with a constant interaction between the user and the installations contained within the monumental interior of the Palazzo della Civiltà Italiana. The students designed site-specific installations looking at both the world of fashion and the arts in a contemporary, engaging an innovative way. In this way visitors are invited to investigate their emotions through tactile, sonorous, visual and imaginative interaction. Lorenzo Catena, Onorato di Manno, Andrea Tanci SET Architects

Josefin Karlsson, Emilie Söderlund, F is for future

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Maria Beatrice Barelli, Martina Cuccurullo, Raffaella Ricter, Fendi in Wonderland

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Il tema del corso di allestimento ha affrontato la progettazione del display di una ipotetica mostra antologica, immaginata per documentare e raccontare la storia e la collezione del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato. The course worked on the exhibition design of the display of a hypothetical anthological exhibition, conceived to document and narrate the history and the collection of the Luigi Pecci Center for Contemporary Art in Prato. Giampiero Sanguigni Studio Milktrain

A.Filippi, D.Rossi, X.Zhu Interactive Prato Assonometria/Axonometry

C.Petricca, K.Taji, A.Tribolati Tell me more Modello/Model

R.Iannotta, F.Murolo, A.Ranieri Factotem Modello/Model

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CERAMICS OF THE FUTURE con/with Ceramiche Flaminia

Progetto del 2° anno/2nd Year project in Product Design Docente/Teacher: Nicolò Adolini

Attraverso lo studio della storia della ceramica, sono state apprese le diverse tipologie presenti nel settore. La visita allo stabilimento di Ceramica Flaminia di Civita Castellana ha inoltre permesso di vedere ogni passaggio della produzione. Gli studenti hanno poi progettato un lavabo in linea con le attuali collezioni presenti nel catalogo dell’azienda. I progetti sono stati sviluppati attraverso elaborati tecnici, render e prototipi in scala, ottenuti attraverso la stampa 3d.

Wujunyi Ito Render Ambientazione

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Studying of the history of ceramics, the different typologies of this material have been understood. The visit to the Ceramica Flaminia factory in Civita Castellana also allowed to see every step of the production process. The students then designed a sink according to the current collections in the company’s catalogue. The projects were developed through technical drawings, renderings and scale prototypes, obtained through 3D printing.


Tang Hao Wave Rendering Ambientazione

Lu Shujia Falling Rendering Ambientazione

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Wang Yiai Layer Schizzi/render Ambientazione

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Chen Sicheng, IDUN Colori/Render Ambientazione

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ELEVATORS Progetto del 2° anno/2nd Year project in Interior Design Docenti: Supervoid architects - Marco Provinciali e Benjamin Gallegos Gabilondo Foto/Photo: Giorgio De Vecchi e Giulia Di Lenarda (Gerda Studio)

Allestimento presentazione finale del workshop Elevators Foto/Photo: Giorgio De Vecchi, Giulia Di Lenarda

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Nadia Alkaraguli, Fabiana Firmani Monadnock building, Burnham & Root, 1891

M.S.Di Belardino, M.Diaz Gonzales Très Grande Bibliothèque, OMA, 1989

A.Caroli, F.De Biase Cimitero di Modena, Aldo Rossi, 1971

A.Cutecchia, M.Conte Bahrein Music School, Office, KGDVS, 2012

C.Aureli, B.Fiorentini Villa Tugendhat, Mies Van der Rohe, 1928

C.Botti, E.Fefè Johnson’s Wax Laboratories, Frank Lloyd Wright, 1939

L’ascensore è uno spazio presente in quasi tutti gli edifici, ma quasi mai progettato dagli architetti. Tecnologia fondamentale del manhattanismo1, l’ascensore è stato sempre più relegato ad un fatto meramente tecnico, oggi ampiamente standardizzato e fabbricato in grandissima serie da non più di cinque aziende. La sua stessa genericità è una condizione strumentale al cosiddetto “scisma verticale”, ovvero la possibilità di far convivere all’interno dello stesso edificio i programmi più disparati organizzandoli su piani diversi, i quali comunicano appunto solo attraverso l’ascensore.

1 Rem Koolhaas, Delirious New York, 1978

Questa piccola “stanza mobile” è invece uno spazio estremamente denso, che obbliga i suoi occupanti a stabilire delle relazioni, come testimonia il suo uso ricorrente nel cinema. Non essendo quasi mai visibile dall’esterno l’ascensore non viene progettato come un volume, ma si configura come un puro interno, che pone problematiche di accesso, illuminazione, rivestimento, grafica, scala. L’esercizio progettuale è partito da dieci edifici notevoli progettati dal 1891 ad oggi, per cui è stato richiesto il disegno di un ascensore. L’ ascensore è stato progettato come una vera e propria stanza aggiuntiva cercando quindi di stabilire una relazione significativa con l’edificio in cui si inserisce. La sua dimensione ridotta permette infatti di condensare, rileggere, integrare o criticare i principi formali e spaziali alla base della composizione dell’edificio dato. 63


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Nadia Alkaraguli, Fabiana Firmani Monadnock building, Burnham & Root, 1891

A.Caroli, F.De Biase Cimitero di Modena, Aldo Rossi, 1971

C.Cobianchi, D.Cascino Milani, F.Cusumano Chicago Tribune, Adolf Loos, 1922

A.Ferrante, V.Amendola Sesc Pompeia, Lina Bo Bardi, 1982

G.Benedetti, F.D’Ambrosio Marina Tower, Bertrand Goldberg, 1959

M.Alba, K.Ferrulli Zollverein School, Sanaa, 2005


F.Cupellini, F.Di Giorgio Villa Savoye, Le Corbusier, 1928

C.Cobianchi, D.Cascino Milani, F.Cusumano Chicago Tribune, Adolf Loos, 1922

C.Botti, E.Fefè Johnson’s Wax Laboratories, Frank Lloyd Wright, 1939

M.Alba, K.Ferrulli Zollverein School, Sanaa, 2005

A.Ferrante, V.Amendola Sesc Pompeia, Lina Bo Bardi, 1982

G.Benedetti, F.D’Ambrosio Marina Tower, Bertrand Goldberg, 1959

Elevators The elevator is a space that can be found in almost all buildings, nevertheless, it is seldom designed by architects. A fundamental technical apparatus of manhattanism1, the elevator is ever more regarded as a mere mechanical device and today it is a largely standardized component manufactured in large series by no more than five companies. Its very genericity is instrumental to the so-called “vertical schism”, that is, the possibility of housing the most disparate programs on different floors of the same building.

1 Rem Koolhaas, Delirious New York, 1978

This small “mobile room” is instead an extremely dense space, which forces its occupants to establish relationships, as evidenced by its recurring use in cinema. As it is rarely visible from the outside, the elevator is not designed as a volume but is configured as a pure interior. In a very small space, it poses problems of access, lighting, cladding, graphics, scale. The workshop brief required to design an elevator for ten notable buildings built from 1891 onwards. The elevator is designed as a proper addition to the building and must, therefore, establish a significant relationship with the interior in which it is inserted. Its small size allows us to condense, reread, integrate, or criticize the formal and spatial principles underlying the composition of the assigned building. 65


UNDER PRESSURE: FOOTPRINTS IED alla MAKER FAIRE 2019

Coordinamento Gianfranco Bombaci Pietro Cagnazzi Allestimento Mauro Del Santo Francesco Pizzo Design Team Michela Alba, Alberto Caroli, Giulia Crastolla, Valerio Cruciani, Katia Ferrulli, Gabriele Fioroni, Fabio Ricciardi foto/photo Linda Colaiacomo

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Nella scorsa Maker Faire 2019 di Roma, IED ha aperto ai visitatori uno spazio partecipativo di riflessione sul Carbon footprint con un laboratorio interattivo aperto al pubblico, dedicato al calcolo della propria impronta ecologica. Analizzando i contributi già realizzati da diverse organizzazioni mondiali, gli studenti dei corsi triennali in Interior Design e in Product Design hanno coinvolto i partecipanti per dimostrare come e quanto le nostre abitudini possano determinare la sostenibilità ambientale dei nostri consumi. L’allestimento consiste di un grande tavolo ricoperto di prato su cui sono stati esposti prototipi, stampe e schermi di progetti legati alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica, sviluppati in tutte le sedi del gruppo IED. Una serie di grandi palloni aerostatici di cui quattro stampati con il planisfero terrestre, sovrasta il tavolo espositivo, per evocare la molteplicità di pianeti ad oggi necessari per sostenere la nostra impronta sull’ambiente. Gli agganci dei palloni, infatti, sono collegati a dei motori che ne gestiscono la rotazione orizzontale, comandati degli input derivanti dalla postazione sulla quale si effettua il test del Carbon Footprint. La postazione del test, interamente progettata e realizzata nel Design Lab della Scuola di Design, permette di sostenere il test dell’impronta ecologica attraverso 9 manopole corrispondenti alle 9 domande principali del test dell’impronta ecologica. Una volta ottenuto il risultato, espresso in tonnellate di CO2 e corrispondenti pianeti equivalenti, lo schermo, attraverso un’altra manopola, suggerisce comportamenti utili a ridurre il proprio impatto sul pianeta. Le parti e i materiali usati per quest’allestimento sono stati tutti riutilizzati o riciclati.


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IED ROMA DESIGN AWARDS 2019

OPENING CEREMONY

OPENING CEREMONY - IED ROMA DESIGN AWARDS 2019 IED Design Award alla miglior progetto di Tesi della Scuola di Design a Giulia Verticchio per il progetto “Il pensiero non detto”. Progetto di Tesi “Leggere l’empatia” in collaborazione con Brainsigns. Docente relatore Marika Aakesson. foto/photo Stefano Casati

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Direttore IED ROMA/Director of IED Roma Laura Negrini IED DESIGN Coordinamento Design IED Roma/IED Roma Design Coordinator Gianfranco Bombaci Coordinamento Corso Triennale in Product Design Product Design Undergraduate Course Coordinator Marika Aakesson Coordinamento Corso Triennale in Interior Design Interior Design Undergraduate Course Coordinator Marco Provinciali Faculty Office Sveva Brunetti Riccardo Budelli Pietro Cagnazzi Segreteria Didattica/Secretary Marta Seghezza Gaia Zangrilli Design Lab Mauro Del Santo Francesco Pizzo

IED DESIGN Yearbook a.a. 2018-2019 Curatore/Curated by Gianfranco Bombaci Copyediting Viviana Borioli Traduzioni/Translations Lianka Chierici Font Leon sans di Jongmin Kim, 2019 Roboto slab di Christian Robertson, 2013 Stampato presso/Printed by Tiburtini S.r.l. Aprile/April 2020 © Tutti i diritti riservati/ All rights reserved Cover image: Giulia Verticchio, “Il pensiero non detto”, graduation project in Product Design, in collaboration with Brainsigns. Winner of IED Roma Design Award 2019 - Category Design 70


IED DESIGN Diplomati/Graduates a.a. 2018-2019

IED DESIGN Docenti/Teachers a.a. 2018-2019

Filippo Maria Abbandonati Lorenza Agostino Paola Agrello Antonio Alessandrini Marlene Aschettino Didier Barontini Giulia Biagini Chiara Calvo Alice Camelio Serena Cappa Manuela Capurso Valentino Chidiac Flavio Cocozza Melissa Conte Carlo Maria Crespi Perellino Francesco Della Monica Eva Di Sevo Messua Di Vito Aviv Dvir Maria Vittoria Florio Francesco Franza Ludovica Gava Gianmarco Gili Giulia Grimaldi Mihail Hristov Hristov Yue Jin Anja Kruta Emanuela Labanca Azzurra Lo Gullo Roberta Lo Masto Martina Lucatelli Giorgio Lucchetti Sofia Maccaroni Marina Maksimovic Sara Mancini Valentina Matarrese Valeria Meaglia Giorgio Migliaccio Benedetta Maria Moroni Ludovica Mucci Raffaella Napolitano Gabriele Nappi Francesco Nappo Nicolò Costantino Nicolai Virginia Pantanella Stefano Pellino Arianna Pietrobon Roberta Quaranta Lorenzo Rigutini Agnese Roviti Maria Angelica Ruiu Rebecca Russo Anna Sacco Serena Sciamanna Sofia Scura Maria Carolina Secci Hulda Steinunn Steinsdóttir Federica Toscano Giulia Verticchio Shan Xiao

Marika Aakesson Niccolo’ Adolini Giulio Aleandri Mario Alessiani Roberto Alma Francesca Angelini Valentina Angelini Elisabetta Antonellis Ilaria Aprile Tommaso Arcangioli Nicola Auciello Giampaolo Barberi Giusy Bellapadrona Jacopo Benci Andrea Luigi Bentivegna Mario Boni Marco Bonanni Barbara Brocchi Floriana Cannatelli Adriano Caputo Matteo Carbonoli Alessandro Casadei Claudio Castaldo Lorenzo Catena Anna Cestelli Guidi Alessandro Ciocci Francesco Colangeli Marcello Coppa Daniele Costa Jacopo Costanzo Luigi Cuppone Domitilla Dardi Mattia Daro’ Mauro Del Santo Francesca Delicato Patrizia Di Costanzo Onorato Di Manno Paolo Di Pasquale Vincenzo Di Siena Claudio Esposito Laura Federici Fabio Ferone Benedetta Gaiani Benjamin Gallegos Gabilondo Davide Gallina Marco Galofaro Andrea Gattini Alessandra Glorialanza Giulia Grechi Giulio Gualtieri Silvia La Pergola Luca La Torre Ana Llarin Gabriele Lungarella Daniele Mancini Mauro Merlo Valeria Murru Giulio Pernice Riccardo Petrachi Marco Pietrosante

Marco Pietrosanto Patrizia Polimeni Carlo Prati Ludovica Proietti Marco Provinciali Adriano Rachele Alessandra Reggiani Emanuele Remediani Andrea Ricci Florindo Ricciuti Giorgio Sadolfo Pasquale Salerno Giampiero Sanguigni Eliana Saracino Eva Schenck Roberto Simeone Rocco Smaldone Arianna Sodano Alessandro Spalletta Francesco Subioli Andrea Tanci Vincenzo Tattolo Eleonora Tempesta Aldo Testi Alessio Tommasetti Pietro Valentini Valentina Vinotti Giuseppe Vultaggio Massimiliano Zanni Giovanna Zinghi

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Istituto Europeo di Design Via Alcamo 11 00182 Roma www.ied.it


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