Simona Menicocci: «Glossopetræ/Tonguestones», edizioni ikonaLiber

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ogni azione umana (quasi) ogni azione umana (quasi) o ogni evento naturale (quasi) o ogni evento naturale (quasi) in un sito una traccia in un sito una traccia che si sovrappone che si sovrappone a esempi a esempi

SYN SCRITTURE DI RICERCA

simona menicocci

l’accumulo lo scavo la costruzione il deposito l’accumulo lo scavo la costruzione il deposito il crollo fuoriilocrollo intorno fuori o intorno scarto gettato scarto scavato gettato un fossato un fossatodel scavato la costruzione muro del suo crollo la costruzione muroa del suo crollo il deposito di fango del lasciato un’alluvione il deposito di fango lasciato a un’alluvione mentre ha una consistenza fisica mentre ha una consistenza fisica la traccia di asporto la tracciadidi“taglio” asportoimmateriale la superficie la superficie di “taglio” immateriale lasciata dallo scavo del fossato o dalla rottura lasciata dallo scavo del fossato o dalla rottura

glossopetræ / tonguestones

esistono anche altri tipi di lascito esistono anche altri tipi di lascito stato / strato di crollo / strato di crollo statostato / strato di incendio stato / strato di incendio piano di frequentazione (calpestio) ikonaLíber pianoilditerreno frequentazione che rende / vissuto (calpestio) che rendeo il“battuto” terreno / vissuto piú compatto piú compatto o “battuto”



collana Syn scritture di ricerca a cura di Marco Giovenale



simona menicocci

glossopetrĂŚ / tonguestones

ikonaLĂ­ber



glossopetrĂŚ / tonguestones



ogni azione umana (quasi) o ogni evento naturale (quasi) in un sito una traccia che si sovrappone a esempi l’accumulo lo scavo la costruzione il deposito il crollo fuori o intorno scarto gettato un fossato scavato la costruzione del muro del suo crollo il deposito di fango lasciato a un’alluvione mentre ha una consistenza fisica la traccia di asporto la superficie di ‘taglio’ immateriale lasciata dallo scavo del fossato o dalla rottura esistono anche altri tipi di lascito stato / strato di crollo stato / strato di incendio piano di frequentazione (calpestio) che rende il terreno / vissuto piú compatto o ‘battuto’

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le relazioni fisiche sono pericolose: il fossato ‘taglia’ il muro ‘riempie’ l’accumulo ‘copre’

il terreno la sua fossa la strada

e ‘si appoggia’ contro è stato gettato etc. in senso inverso il terreno è tagliato le fosse sono riempite la strada è coperta

dal fossato dall’accumulo

e infine ciò che copre riempie taglia e si appoggia

schermo della formazione: a) b) g) d) e)

situazione di partenza () azione di asporto: scavo di due ( ) ( ) azioni di accumulo: muri, civiltà, crepacci evento del crollo degli accumuli elencati e relativi linguaggi / economie deposito o lento accumulo di materiale portato da vento o tempeste o progressi

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nos / non esse nanos gigantium humeris insidentes vedere piú lontano la vista o l’altezza del corpo perché formantesi contro un’altra detta anti a esso successivamente si conformerà alla sua propria forma in alto da sotto «se un corpo solido è circondato (su tutti i lati da un altro corpo è solido ovunque quello dei due che per primo) si solidifica nel mutuo contatto esprime sulla sua propria superficie le proprietà di quella dell’altro» in altre parole: miliardi di centinaia di milioni di decine di milioni di milioni di migliaia di

il tempo è denaro

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lusus culturæ #2: scrivere ciò che non rimane comparando con esempi attuali 1. le civiltà, le tratte 2. le spartizioni = sparizioni 3. i domíni 1. il rapido succedersi di fosse, forme, materiali 2. il valore per cui si ha la minima frequenza 3. l’usanza che corre in cattivo senso

da un certo punto di vista ciò che non c’è è in disaccordo con ciò che c’è non è sempre stato un deserto in tempi recenti

la penetrazione è stata profonda e prolungata

le mode non ritornano

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cosa deriva da causa è costituito da frammenti di pelle, unghie e fibre di vestiti si stende sul suolo si deposita ovunque (si usa viene asportato si arrende perché non è evidente insignificante perché può significare

le cose definitivamente in pericolo:

a’ingae/cofan (ecuador), abai sungai, abaza, aché, achuar, acoma-laguna, adnyamathanha, agul, aheu, aikana, aka, akawaio (guyana, venezuela), akeu, akhvakh, alabama, alabugat tatar, algherese catalan, alpine provençal, aluo, amami, amblong, andi, antakirinya, anuki, apurinã, aragonese, arbëresh, arbore, archi, aromanian, ashkun, ashtiani, asturian-leonese, asur, atemble, athpahariya, austral dialects, ava-guaraní, ayoreo, badaga, baga manduri, bagupi, bagvalal, bahing, bahonsuai, bai, baleasang, bambassi, banat bulgarian, banka, bashkardi, bataan ayta, batak, bateri, bawm, bayso, beaver, belanda bor, beli, benga, benggoi, bezhta, bhadravahi, bhalesi, bharmauri, biete, bisu, blablanga, black mountain, blackfoot (canada), blackfoot (united states of america), bola, bolo, bonan, bong’om,

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nella terra ci sono cose che non circolano nella storia il contatto provoca una immediata reazione di difesa da parte dell’occhio i secreti acquosi si trasformano in acido solforico in una reazione a catena in ogni sua parte in protesta lusus culturæ #5: narrazioni di distruzioni è stata e non c’era una volta è un soffitto o un’azione conchiusa il fatto riguardando il fatto la totalità delle res se gestite male si distingue: non si può vivere in uno strato si può solo rintanare in una presenza ostinata

alcune mode sono state taciute

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teoria della costruzione di un sistema paralitico-locutorio:

piedritto #1: 1. !Gan!ne 2. Aasax 3. Ahom 4. Ainu (Kuril) 5. Ainu (Sakhalin) 6. Akkala Saami 7. Alderney French 8. Amanayé 9. Andoa (Ecuador) 10. Andro 11. Antoniano 12. Aore 13. Apolista 14. Arapaho (Oklahoma) 15. Arapáso 16. Aribwatsa 17. Arman 18. Arta 19. Ata 20. Atacameño 21. Atsugewi 22. Babuza 23. Baga Kalem 24. Barbareño 25. Barzani Jewish Neo-Aramaic (Iraq) 26. Basay 27. Baygo 28. Berakou 29. Berti 30. Bina 31. Birgid 32. Boro 33. Cacaopera 34. Canichana 35. Cape Khoekhoe

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postfazione

di Marco Giovenale

Le pietre di lingua, pietre di linguaggio, di parole, di idiomi, e le glosse, le liste, gli schemi, danno in questo libro origine a più reti di legami, e a strati – in termini davvero quasi geologici – di significato. Se ne possono elencare almeno tre: • Le stratificazioni del dolore, riportato in segni sovrascritti, cancellati, ripresi, schiacciati dal gravare di altri segni aggiunti. • Le lingue e le ‘cose’ e dunque le identità scomparse, o in via di sparizione, di etnie e popoli – sottoposti al ‘principio di sovrapposizione della vivenza’ – di cui affiorano fitti elenchi, monoliti di nomi stupefacenti. • Le allegorie del pensiero e del peso delle parole, che è inevitabile siano pietre (in termini etici, di responsabilità verso il mondo oggettivo nominato, convocato nel ventaglio di possibilità aperto sempre dalla sintassi, anche quella comune, condivisa). Sintassi. Chiave del discorso: discorso interrotto, non comune, in verità, separato, minato/sommerso (non salvifico) del libro, che sa di volersi comunicare oltre e contro la comunicazione, e di doversi a sua volta spezzare, molto, e sotto molti pesi – senza ora/mai nominare il riduzionismo della dualità (improponibile) mondo-parola. Le schegge del lungo (anti)poemetto Glossopetræ sono le bacchette prive di rabdomante che ticchettano un loro codice morse di suggerimenti e latenze, ritrosie (davanti al nonsenso degli schiacciamenti di masse della storia), interruzioni e balbettii, asserzioni e controasserzioni, sullo stato delle cose umane. Come ripercorrendo, frazionata o polverizzata, tutta la macchina e fabbrica delle Operette morali, e scheggiandone via di volta in volta – magari proprio per eccesso aforistico – le modanature e i flussi dialettici, ragionativi, per trattenere essenzialmente l’oggettività o meglio oggettualità di esempi e luoghi di buio. Il buio che, appunto, riguarda quello che, pur non dando rime (e anzi proprio per questo), ha sostanza e vicenda di pietra, pietre. Stoffa di cui sono fatte in gran numero le stesse percezioni, e le generazioni (le storie, nella storia). E il percepire in sé, ottuso, grave, minacciato, schiacciato. E la generazione, e la storia, presente: questa, e i suoi segni attuali, ai quali rinvia il bianco sospensivo dell’ultima pagina.



Questo testo è stato scritto nel dicembre 2013, continuato e in parte rivisto nel dicembre 2015. Una sezione è stata tradotta in svedese e pubblicata nella rivista “OEI” (#63-64, 2014). nota dell’autrice

© Edizioni ikonaLíber, 2016 via Lago di Lesina, 15 • 00199 Roma tel. 06 • 86.32.96.53 ikonaliber@ikona.net ikonaliber.com Tutti i diritti riservati. Quest’opera è protetta dalla Legge sul diritto d’autore. È vietata ogni duplicazione, anche parziale, se non autorizzata. ISBN: 978-88-97778-42-4 Collana Syn_scritture di ricerca, a cura di Marco Giovenale. Progetto grafico: Fabrizio M. Rossi Impaginazione: studio Ikona [www.ikona.net]



mu enoiza ingo noiza ingo n otneve ingo o eve ingo o Pietre di lingua, e parole come pietre, nel libro rt anu otis nu niespongono il gravare e dissiparsi di storie e identità, anche etnie e popoli. Nel testo si dà voce a una sorta otis nu ni di ‘principio di sovrapposizione della vivenza’, e a opparvos is ehcun’asciutta, sommessa esortazione al lettore: a una riflessione sulla responsabilità etica verso ciò che, rvos is ehc vivente, rischia di perdersi, scomparire. ipmese adalla postfazione di Marco Giovenale ipmese a cs ol olumucca’l olumuccoal’lorc liSimona Menicocci (1985) ha pubblicato per le edizioni onorlolotnrci oli iroufLa Camera Verde Incidenti e provvisori (2012) e Posture Delay (2013); alcuni testi dal progetto Saturazioni nel tni o irouf volume antologico di scritture sperimentali Ex.It – fuori contesto (Tielleci, Colorno, 2013); il testo otatteg otracsMateriali italo-francese Il mare è pieno di pesci – La mer est pleine atvtaecgsoottrascssof nude poissons per la prima serie dei Fogli bilingue Benway (Tielleci, Colorno, 2014); Manuale di ingegneria doteansosoizfunru tsoc alSeries domestica per la collana Chapbooks (Milano, Arcipelago iazfuirdtsooticsaolped liEdizioni, 2015). Suoi testi sono apparsi in riviste, litblogs e web-zines tra cui “L’Ulisse”, “Nazione Indiana”, otisoped li “alfabeta2”, “Il caffè letterario”. Collabora al collettivo anu ah ertnem“eexxiitt.blogspot.com”. Dal 2013 la sua ricerca si è estesa ai linguaggi dell’arte video, fotografica e ah ertnem installativa. Nel 2014 è stata tra i curatori della rassegna psa id aiccart aldi arte e scrittura sperimentali Ex.it – Materiali fuori contesto (Albinea, RE) e ha partecipato alla rassegna “didaieccicafirtreapl us alGenerazione y - poesia italiana ultima presso il Museo Maxxi di Roma. Nel 2015, presso l’Unione Culturale icfirepus al Franco Antonicelli di Torino, ha partecipato al progetto cs ollad ataicsalLa descrizione del mondo, a cura di Andrea Inglese, con l’installazione Hiro (anamorfosi è un avverbio di modo) lad ataicsal ideata assieme a Fabio Teti, con il quale ha anche curato un ciclo di laboratori di scritture ‘divergenti’ dal titolo Prove d’ascolto, presso il WSP photography di Roma.

ehcna onotsise a onotsise id otarts / otats iairdtso/taortsat/s otats arts / otats euqerf id onaip rrrfeitdlioendaniper ehc i oedonttearpem hoc c úip apmoc úip


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