Riaccendere la sanità pubblica dopo la pan
All’ospedale della Fratta i lavori di ammodernamento si sono con Riparte a piccoli passi l’ospedale della Fratta. Dopo l’emergenza Covid19 che ha bloccato le attività dei piccoli presidi sanitari, adesso la Asl ha il compito di «risvegliare dal sonno» gli ospedali di campagna, come il nostro. La decisione di blindare i piccoli presidi è apparsa scontata e necessaria, ma poteva essere evitata, anzi gli ospedali come quello di Cortona, al pari di Bibbiena e Sansepolcro, avrebbero potuto dare un contributo importante al sistema sanitario pubblico. Invece gli interventi di chirurgia di urgenza e programmata sono stati trasferiti in cliniche private, lasciando loro inalterati i contributi economici previsti «in tempo di pace» e di fatto spegnendo le attività dei piccoli ospedali pubblici. La decisione di privatizzare le attività no-Covid19 durante la pandemia ha dato una chiara indicazione su come guardino al futuro i registi delle politiche sanitarie. Non lamentiamoci se i migliori professionisti, quelli più difficili da trovare, come anestesisti e chirurghi ortopedici capaci di utilizzare la robotica, preferiscano accasarsi nelle cliniche private. Durante il periodo pandemico il robot Da Vinci è stato trasferito dal San Donato alla clinica privata Centro Chirurgico Toscano. Qui dal 21 marzo al 4 giugno sono stati eseguiti 66 interventi con il robot chirurgico. Si tratta di circa un 10% rispetto ai circa 600 interventi eseguiti nel periodo in questione al Cct, la maggioranza dei quali di urologia e chirurgia generale. Intanto i robot e le sale operatorie presenti negli ospedali di provincia prendevano la polvere, le attività chirurgiche programmate sono state cancellate, ci è capitato di fare un giro durante il lockdown alla Fratta e a metà mattinata lo
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il mensile della valdichiana - n. 29 luglio-agosto 2020