In Rai tutti contro Minzolini: la Lei, Mazza e perfino Garimberti. “Il Tg1 affonda”. Lo scoprono solo ora. Il vento è proprio cambiatoy(7HC0D7*KSTKKQ(
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Mercoledì 13 luglio 2011 – Anno 3 – n° 165 Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230
GUARDIA DI FINANZA SOFFIATE E INTRIGHI A Mediolanum venivano avvertiti delle ispezioni, dice un ufficiale delle Fiamme gialle ai pm. Tremonti pedinato, nuove rivelazioni Inchiesta P4: nel computer di Bisignani trovato anche un programma con cui il faccendiere intercettava. Papa, Lillo e Massari pag. 2 e 3 z l’affare del nucleare e le crociere
Udi Antonella Mascali SPIATE, ALL’ASTA L’ARCHIVIO SEGRETO “Archivio video-fotografico ricco di serVblicatiendesi vizi paparazzati (e posati) pubblicati e mai pubdi personaggi dello spettacolo italiano e delIl giudice Mesiano pedinato dalle telecamere di Canale5 (FOTO ANSA)
la politica, nazionale e internazionale, della società Spyone group srl”. pag. 9 z
BORSE NELLA BUFERA x A Milano si teme il disastro, poi i titoli chiudono con il segno più
TREGUA, MA I MERCATI CHIEDONO LACRIME E SANGUE Udi Marco Onado Qualcuno comincia a comprare debito italiano NON PRENDETEVELA Riappare Berlusconi: CON LA SPECULAZIONE “Momento difficile, è un genio del male dietro le tempeste finanserve unità”. L’opposizione ziarie che si abbattono da mesi sull’Europa pag. 4 z incontra Tremonti pag. 4, 5 e 6 z e da alcuni giorni sull’Italia?
C’
Salvi per un soffio: ieri sui mercati si è temuto il disastro ( FOTO ANSA)
Biotestamento incivile
La Camera decide chi può morire
Afghanistan
Un’altra mina 40° soldato ucciso
npareri a confronto Deve l’opposizione soccorrere per il bene del Paese un governo incapace? Zanca pag. 7z
Eluana Englaro
di Caterina Perniconi
di Barbara Schiavulli
Camera approva la legge sul Lni diabiotestamento. Dopo 782 giordiscussione, più della metà
Marchini era del GeRforcoberto nio della Folgore, l’unica task e in grado di “pescare” le mi-
dei deputati hanno stabilito come si deve morire. O meglio, come “non si può morire”. pag. 8 z
ne e bonificare le zone. Lutto pure per il presidente Karzai, assassinato suo fratello. pag. 13 z
Roberto Marchini
CATTIVERIE
Senza la Tav perderemmo gli aiuti dell’Unione europea: 672 milioni di euro in lacrimogeni (Marco Vicari)
I ladri della Patria di Marco Travaglio
I
n questi giorni di angoscia per i bollettini di guerra di Piazza Affari, non c’è nulla di meglio, per tirarsi un po’ su di morale, che la lettura dei giornali. I bollettini di Mediaset, Il Giornale e Libero, hanno le idee chiare sul vero motivo delle turbolenze di Borsa: non la crescita zero del Paese e la credibilità zero del governo, ma la sentenza Mondadori e, dietro, la solita terribile sinistra che riesce addirittura a pilotare “gli speculatori per mandare a casa il premier”. Le vecchie volpi rosse hanno colpito ancora: una ne fanno e cento ne pensano. Non per nulla, grazie a loro, ci siamo ciucciati 50 anni di Democrazia cristiana e 17 di Berlusconi. Il meglio, però, sono le soluzioni miracolose che dovrebbero prodigiosamente salvarci dal default (ma la maggioranza non era “solida e coesa”? ma i conti pubblici non erano “in ordine”? ma la manovra non era “severa ma equa”?): l’immancabile “dialogo” tra governo e opposizione auspicato dall’ermo Colle e lubrificato dal solito Letta. Il quale – scrive il sempre urticante Verderami sul Corriere – “rientra in gioco” come “ufficiale di collegamento per Palazzo Chigi nelle relazioni con il Colle e con le forze di opposizione”, insomma “si riappropria della cabina di regia politica di Palazzo Chigi”, mentre Tremonti è out per le “vicende giudiziarie”. Invece, com’è noto, Letta con le vicende giudiziarie non c’entra: i fondi neri Iri li incassava Pulcinella, le tangenti Fininvest ai politici le portava la cicogna, Bertolaso e la cricca riferivano alla befana, Bisignani sussurrava all’orecchio di mia zia. L’idea che nelle alte sfere si conti di scongiurare la tempesta finanziaria aumentando le dosi di saliva e vaselina di Letta-Letta, la dice lunga su come siamo ridotti. Lo sanno anche i bambini che il crollo dei titoli di Stato, anche se frutto di diaboliche manovre speculative, non dipende tanto dai fatti e da numeri, quanto da fattori psicologici come l’affidabilità e la reputazione di chi dovrebbe risanare i conti. Un Paese derubato per 70 miliardi l’anno dalla corruzione, per 130 dall’evasione e per 150 dalle mafie, ma governato da un imputato per evasione e per corruzione per giunta amico di noti mafiosi. Il problema dunque non è l’opposizione, che fra l’altro non è mai esistita. È il governo. Il premier è il politico più sputtanato dell’universo, detto anche “utilizzatore finale” di prostitute (Ghedini), “culo f laccido” (Minetti), “malato” (Veronica e Briatore”), “corruttore attivo” (sentenza Mondadori). Letta è Letta. Tremonti aveva affidato tutte le chiavi – delle nomine, delle Ferrari e dell’appartamento – a tal Milanese, ora a un passo dalla galera. Alla Giustizia c’è un fumetto di nome Alfano, che in tre anni non ha combinato una beneamata mazza, lasciando alla deriva tribunali, procure e carceri e ora si crede il segretario del Pdl. A proposito di giustizia, alcuni ministri sono inseguiti dalla gendarmeria: Fitto, imputato per associazione a delinquere, corruzione e altre cosette; Matteoli, imputato impunito per favoreggiamento; Romano, primo caso di ministro imputato per mafia; Maroni, ministro dell’Interno, che prima mena i poliziotti poi li manda a menare i manifestanti; Bossi, quello delle Riforme, pregiudicato per mazzette e istigazione a delinquere, che ormai parla solo col dito medio (il famoso digitale terrestre); e alcuni “ex” da tempo irreperibili, come Brancher, Scajola, Bertolaso, Cosentino. Poi c’è l’angolo del cabaret: il ministro Frattini Dry, noto come “il fattorino” nei cablo dell’ambasciata Usa; il mini-stro Brunetta, apostrofato “cretino” dal collega Tremonti mentre il collega Sacconi assicura “io manco lo sto a sentire”; la Prestigiacomo – “la matta”, per il collega Romani – che come la Carfagna e la Gelmini era in perenne pellegrinaggio al santuario di San Bisi; e la Brambilla, simpaticamente considerata “la più mignotta di tutte” dal buongustaio piduista. Più che un governo, una comunità di recupero. E il problema sarebbe la mancanza di “dialogo”? Ma andè a ciapà i ratt.