Il Calderone Lughnasadh 2018

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15/Lughnasadh 2018 Magazine dellâ€&#x;OBOD


di Philip Carr-Gomm

di Daniela Ferraro Pozzer Miti, Leggende e DivinitĂ .

Attraverso la Storia della CreativitĂ .

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di Alessia Mosca Proietti

p. 18 Antonella Turchetti Tom Hirons

di Markus Juniper

di Luisa Lovari

di Djablessa

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siamo di nuovo a Lughnasadh. E di nuovo la luce di Lugh ha illuminato e riscaldato il nostro Tempo, riempiendoci di Energia. Questo numero del Calderone vuole mettere in rilievo un

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momento importantissimo dell‟OBOD: Il passaggio graduale, appena iniziato, ad un nuovo Chosen Chief… e proprio nello splendore dell‟Estate e con tutta la Forza del Sole daremo il benvenuto a Eimear Burke, una donna eccezionale, di grande intelligenza e di grande cuore. Philip Carr Gomm, dimostrandosi sempre attento alle esigenze dell‟Ordine, ha comunicato e spiegato questo passaggio e vogliamo ulteriormente diffondere il discorso che ha tenuto a Glastonbury durante il recente Solstizio d‟Estate. Per coronare poi il nostro argomento centrale, la Magia e lo splendore di questo momento ci accompagneranno in brevi occhiate fra i monti dell‟Umbria, nelle antiche storie delle Marche tratte dai suoi antichi canti, e nelle leggende d‟Irlanda …

Che la Luce ci riempia. Daniela Ferraro Pozzer

La partecipazione a questo Magazine dell‟OBOD è sempre aperta a chiunque voglia condividere una propria, preziosa… scintilla di Awen! Scriveteci a ilcalderoneredazione@gmail.com

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di Philip Carr-Gomm 3 giugno 2018 Oggi, durante il raduno estivo dell'Ordine dei bardi ovati e druidi a Glastonbury, ho fatto il seguente annuncio, che vorrei condividere con voi: Tra due anni - nel 2020 – saranno cinquant'anni da quando sono stato avviato a Glastonbury Tor, che è qui vicino. Diciotto anni dopo l'Ordine è stato rifondato e mi è stato chiesto di essere il capo. È stato trent'anni fa, non avrei mai potuto prevedere che ne sarebbero trascorsi tanti. Ora abbiamo 25.000 membri, in tutto il mondo, e oltre 200 Grove e Seed Group. Quindi, ora è un buon momento per fare un bilancio, per apprezzare dove siamo arrivati e per assicurare stabilità e continuità all‟Ordine in futuro. Prendo molte vitamine Sono stato coinvolto nell‟Ordine per mezzo secolo, e mi aspetto con certezza che fra un altro mezzo secolo io sarò qui a dirvi che sono stato iniziato un secolo fa proprio sul Tor! Ma Stephanie e Damh mi dicono che mi sto prendendo in giro, e che abbiamo bisogno di avere un piano di successione - un pia-

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no per „come‟l‟Ordine sarà guidato in futuro quando la leadership dovrà cambiare. L‟Ordine è tanto importante, tanto prezioso per tante persone che sarebbe irresponsabile non avere un piano di successione. Se aspetti che il leader del gruppo muoia, crei una situazione instabile cosa che spesso è accaduta nella storia dei gruppi spirituali. Può essere facilmente avviato a "Moment of Peril" che rischia di compromettere gran parte dell'attento lavoro di costruzione che è stato fatto nei decenni precedenti. La cosa da fare è, appunto, creare un piano di successione e far sì che tutti ne siano a conoscenza, così che la transizione da un leader all‟altro sia più liscia possibile. E così ho un piano, e ora ve lo dirò. In accordo con Pendragon e Scribe, ho già scelto il prossimo Capo e abbiamo cominciato un processo di apprendistato che continueremo per un altro paio di anni, così nel Giugno 2020 avremo - qui a Glastonbury - una grande festa e una cerimonia di investitura, quando dichiarerò il nuovo Chosen Chief. Sono stato Chosen Chief per 32 anni: lascerò il comando di un'organizzazione fiorente che non ha bisogno di cambiare o di essere aggiustata ma che ha solo bisogno di una mano ferma sul timone e allo stesso tempo permette all'Ordine di crescere e prosperare in una nuova fase della sua vita. Probabilmente vorrai sapere chi è stato scelto come Capo Eletto - questo è il significato di "Scelto", il prossimo Capo viene scelto dal precedente. Quindi vorrei presentarvi ora al prossimo Capo dell'Ordine, che sarà Eimear Burke. Eimear è stata un'infermiera, è una psicologa ed è stata membro dell'Ordine per 15 anni. Ho scelto Eimear perché credo che sia completamente in linea con gli ideali dell‟OBOD e ne rispetta il lavoro e i valori e – proprio come ho fatto io - continuerò a costruire sull'eredità creata dal fondatore dell'Ordine Nuinn. Eimear vive in Irlanda, ma viaggia spesso in Gran Bretagna per gli eventi dell‟ordine, ama viaggiare e non vede l'ora di incontrare i gruppi dell‟OBOD in tutto il mondo. Ha gestito un Grove per molti anni e potrete conoscere di più su di lei e sul suo Grove su www.kilkennydruidry.com Io davvero non vedo davvero l'ora di trasmetterle tutto quello che ho imparato come Chief in questi ultimi trent‟anni e che continuerò ad imparare per i prossimi due. Quando lascerò il mio ruolo io continuerò ad agire come consulente e la distribuzione del corso continuerà ad essere gestita dall0Office in Lewis per ragioni pratiche. La nostra visione è che Eimear manterrà il ruolo di Chief per sette/nove anni e che poi sceglierà un successore, così che in quel momento lei possa unirsi a me nella scelta del nuovo detentore del titolo ed io potrò consigliarla in quanto Precedente Chosen Chief . Quindi, per finire, vorrei essere assolutamente chiaro. Non sto andando da nessuna parte. Io ancora rimarrò connesso all‟Ordine per essere di tutto l‟aiuto che mi è possibile, e ho intenzione di parlare, scrivere e darmi da fare ad ogni possibile occasione! La differenza sarà che noi avremo effettuato una speriamo „morbida‟ transizione da una fase nella vita dell‟Ordine alla successiva, supportando i suoi membri nel miglior modo possibile. "Una Benedizione per i nostri bardi, dalla dolce parlantina, teste infuocate di Awen! Una benedizione sui nostri Ovati, sui loro cuori aperti all‟urlo del vento sul Tor, al

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pulsare profondo della Terra di Avalon, alle acque fluenti delle Sorgenti rosse e bianche. Una Benedizione sui nostri Druidi, lucenti come fiamme, solidi come pietre, gioiosi quanto è lungo il giorno. Una benedizione su tutte le nostre vite e una benedizione sulla terra. '

Philip Carr-Gomm

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Testo originale: June 3rd, 2018 Today at the Summer Gathering of the Order of Bards Ovates & Druids in Glastonbury, I made the following announcement, which I‟d like to share with you here: In two years time – in 2020 – it will be fifty years since I was initiated on Glastonbury Tor, just over there. Eighteen years later, the Order was re-founded and I was asked to be Chief. That was thirty years ago, and these last three decades have been so magical and extraordinary, I could never have predicted them. We now have 25,000 members, gatherings all over the world, and more than 200 groves and seed-groups. So now is a good time to take stock, to appreciate how far we have come, and to ask how we can ensure the stability and continuity of the Order well into the future. I take a lot of vitamins. 
I have been involved in the Order for half a century, and I fully expect that in another fifty years time I‟ll be standing here, telling you that I was initiated a century ago up on the Tor. But Stephanie and Damh tell me I‟m fooling myself, and that we need to have a succession plan – a plan for how the Order will carry on in the future when the leadership has to change. The Order is so important, so precious to so many people, it would be irresponsible not to have a succession plan. If you wait until the leader of a group dies, you create an unstable situation that has so often occurred in the history of spiritual groups. It can so easily initiate a „Moment of Peril‟ that risks undermining much of the careful building work that has been done in previous decades. The responsible thing to do is to create a succession plan, and to let everyone know about it, so that the transition from one leader to the next is as smooth as possible. And so we have a plan, and I‟m going to tell you about it now. In consultation with the Pendragon and Scribe, I have already chosen the next Chief, and we have begun a process of training and apprenticeship, which will carry on for another two years, so that in June 2020 we will have – here in Glastonbury – a big party and an installation ceremony, when I will hand over the role to the new incumbent. By then I will have been Chief for 32 years. I will be handing on the leadership of an organization that is flourishing, that doesn‟t need changing or fixing, but just needs a steady hand on the tiller while at the same time allowing the Order to grow and flourish in a new phase of its life. You will probably want to know who has been chosen as the Chosen Chief – that‟s what „Chosen‟ refers to by the way, the next Chief is chosen by the previous one. So I‟d like to introduce you now to the next Chief of the Order, who will be Eimear Burke. Eimear has been a nurse, is a counselling psychologist, and has been a member of the Order for 15 years. I have chosen Eimear because I believe she is completely aligned with and respects the Order‟s work and values, and – just as I have done – will continue to build on the legacy created by the Order‟s founder Nuinn. Eimear lives in Ireland, but travels to Order events in Britain often. She loves travelling, and is looking forward to attending Order gatherings around the world. She has been running a grove for many years, and you can learn more about her and the grove at www.kilkennydruidry.com I am really enjoying passing on all that I have learnt as Chief over the last thirty years and I will continue doing this for another two years. Having handed on the role I will continue to act in an advisory capacity, and the course distribution will continue to operate from the Lewes office for practical reasons. Our vision is that Eimear will hold the position from seven to nine years, and then chose a successor, so that she can then join me as a Past Chosen Chief who can advise the new title-holder. So to finish, let me be absolutely clear. I am not going anywhere. I still remain committed to the Order, to being of as much help as I can, and I am going to carry on talking, writing and making a nuisance of myself at every possible occasion! The difference will be that we will have effected a hopefully smooth transition from one phase in the life of the Order to the next, supporting the membership in the best possible way. „A blessing on our bards, sweet-tongued, heads afire with Awen! A blessing on our Ovates, their hearts open to the cry of the wind on the Tor, the deep pulse of the Earth of Avalon, the flowing waters of the Red and White Springs. A blessing on our Druids, bright as flames, solid as stone, joyful as the day is long. A blessing on all our lives and a blessing on the land.‟

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Un‟intervista importante che Eimear ha voluto „scrivere in italiano‟ che sta studiando da due anni! Abbiamo preferito non correggere le sue parole il cui significato rimane chiaro e le cui „inesattezze‟ sono invece il segno del suo impegno ad imparare una lingua nuova e del suo amore per l‟Italia! Daniela Ferraro Pozzer

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Ciao Eimear, mi fa tanto piacere che, come spesso è già accaduto, tu sia qui insieme a noi… qualunque sia il tuo „ruolo‟! So che sei molto vicina anche all’Italia e che ci hai aiutato, come OBOD, con gentilezza e grande partecipazione! Anche questa volta non ti sei tirata indietro e con il solito entusiasmo hai immediatamente accettato di raccontare agli obodies italiani come sarà il „nostro‟ futuro Chosen Chief. Grazie mille Daniela. Italia ha un posto speciale nel mio cuore. Sono felice avere questa opportunita dire con te. Philip Carr-Gomm ha annunciato la propria scelta a Glastonbury durante il Solstizio d‟Estate e, sorprendendoci ancora una volta con la sua saggezza, sensibilità e lungimiranza ha nominato te, una splendida e altrettanto ammirevole donna e druida, come suo successore… Ho una domanda d’obbligo: come ti senti? Permettimi di dire come mi sono sentito quando Philip e Stephanie mi hanno chiesto a ottobre in Italia a Ostia. All‟inizio ero in stato di shock perché non mi aspettavo questo. Questo non era qualcosa che avessi mai pensato o voluto. Ma adesso sono felice di accettare. Questo è una cosa grande e sono felice che ho due anni preparare. Come ti stai preparando, se lo stai facendo, a questa nuova, interessantissima e bella responsabilità? Io credo che, anche seguendo „il flusso‟ degli eventi con la giusta naturalezza, come tu hai sempre fatto, il tuo nuovo ruolo avrà una certa complessità… La preparazione ha iniziato in ottobre. Certo il ruolo ha complessità. OBOD è una grande organizzazione con 25,000 membri in tutto il mondo. C‟è molto di imparare, per esempio, la storia dell‟ordine e questa storia è molto interessante. Fortunatamente ho un buon insegnante in Philip. So che ho il supporto di molte persone in OBOD. Sebbene c‟è uno Chosen Chief ci sono molte persone chi aiutano a mantenere l‟Ordine. Questo è una delle cose che apprezzo di OBOD. Come sarà, quindi, il nostro nuovo Chosen Chief? A questo punto è difficile dire. C‟è un seme, è appena stato piantato. Si spera che nei prossimi due anni il potenziale verrà rivelato Qual è il tuo modo di vivere il Druidismo dell‟OBOD? Per me il druidismo è maniera della vita. Vivo in un posto rurale. Ho un giardino con molto alberi dove ho piantato un boschetto di albero nell‟anno in cui sono entrato in OBOD. Vivo con la natura tutto intorno a me. Mi piace che non c‟è alcuna dogma nel druidismo. Mi piace che c‟è la possibilità essere un pagano, un cristo, una buddista, un ateo, eccetera, e essere un druido. Nel‟OBOD c‟è tanta diversità con molti perspettive e questo d° molta richezza al‟ordine. Per me OBOD è come una seconda casa. Vado in UK almeno quattro volte per anno per esempio, le

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assemblea invernali ed estivi, il Gorsedd druido, il ritiro. Anche vado in Italia per il seminario. Che differenza c‟è, fra druidismo e wicca e quali punti dicontatto? Non so molto di Wicca quindi è difficile per me a offrire un opinione. Sebbene Wicca e Druidisme siano percorsi spirituali basati sulla natura, secondo me, il Druidisme è più ampio con i suoi tre fili - la parte creativa bardica, il filo curativi, sciamanico e finalmente il filo filosofico. Spesso fra di „noi‟ il druidismo più che una religione/filosofia o altro… è definito un „modo-di-vivere‟: sei d‟accordo? E in che modo questo „modo‟ si manifesta e materializza nella vita di ogni giorno? Penso che ho già risposto questo per quel che riguarda me stessa. Certo per me il druidismo è un modo di vivere. Il druidismo è sempre con me. Perché non ci sono regole o regolamenti e dobbiamo vivere seguendo la nostra bussola morale interna. Provo a vivere in armonia con la natura e con un occhio etico sulle mie decisioni. Per esempio, il cibo che mangio - è organico, è prodotto localmente. Come druidi viviamo con la responsabilità delle nostre azioni. Io credo che nel Druidismo esistano due „rami‟ di uno stesso albero: spiritualità e vita materiale. Io credo anche che il Druidismo dell‟OBOD possa combinarle in Armonia, e che questa sia anzi una delle sue più importanti prerogative… come Druida e psicologa hai qualcosa da dirci su questo? Certo, sono d‟accordo che il druidismo può combinare la spiritualità e la vita materiale in armonia. Secondo me è perché il druidismo è basato sulla terra. Quindi è un modo spirituale che è molto radicato. La capacità seguire le stagioni e il ruoto dell‟anno ci autorizza a impegnarsi con gli aspetti esoterici ed essoterici della natura. È possibile impegnare con la Radura Interna ed Esterna. Inoltre, il druidismo ha anche una strada di sviluppo personale. In tutto i gwersi guardiamo anche alla nostra relazione con noi stessi e come questo si riferisce alla nostra vita spirituale e alla nostra vita materiale. Grazie mille, carissima Eimear per il tuo tempo, per il tuo entusiasmo e per il tuo sorriso, sempre gentile ed attento! Ci rivedremo il 30 Settembre al workshop dell‟Iperico vero? Prego Daniela. Non vedo l‟ora di andare al workshop a settembre.

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ATTRAVERSO LA STORIA DELLA CREATIVITAâ€&#x;

di Alessia Mosca Proietti |

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Abbandoniamo ancora per un po' la musica affrontata come visione quasi esclusiva (almeno finora, ne Il Canto delle Muse) della creatività umana... Il genio si manifesta sotto molte forme: l'arte di immaginare e creare è unica! La fertilità agricola, l‟abbondanza, il lieto fine! In questo momento, immersi nel sole tendiamo il nostro essere a raccogliere a piene mani i frutti della terra e, ancora più importante, del lavoro su noi stessi. La generosità del sole è strettamente connessa con la lotta per la sopravvivenza che ci attende nel buio inverno: proprio ora si ricomincia a prepararsi a meditare sul cambiamento, sul ciclo e riciclo della natura che inevitabilmente coinvolge l‟uomo. Il mio regalo, per questa festa, è ancora una storia da raccontarsi intorno al fuoco: ancora nel centro Italia, ancora il serpente. Questa volta ci spostiamo dalle leggende umbre a quelle marchigiane, per un racconto che, fino al secolo scorso, si era tramandato esclusivamente per tradizione orale Allora ascoltate….

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ella zona di Macerata gli anziani dei paesi di S. Severino Marche e Treia parlano di una grotta che si apre sul fianco del Monte Acuto. In quella grotta, dal tempo dei tempi, una dama silenziosa tesse notte giorno con un telaio fatto completamente d‟oro: lei non beve, non mangia, non parla… tesse, tesse solamente. In molti hanno tentato, per brama di ricchezza, d‟impadronirsi del telaio, ma per riuscire nell‟impresa occorre molto coraggio perché è necessario salire sul monte e trovarsi lì alla mezzanotte precisa, togliersi tutti gli indumenti e rimanere in piedi con una brocca piena d‟acqua in mano. Dopo qualche tempo, arriverà il serpente regolo, re di tutti i serpenti, che è enorme, con piccole orecchie e coperto di scaglie metalliche che quando si muovono emanano accecanti bagliori dorati. Il regolo terrorizza gli umani, perché quando striscia e si contorce produce un rumore come di barattoli che rotolino. Il regolo si avvicinerà e avvolgerà nelle proprie spire il corpo di colui che sorregge la brocca d‟acqua, che dovrà rimanere immobile, in assoluto silenzio, mostrandosi distante da ogni pena, perché solo allora il regolo si avvicinerà al recipiente per bere l‟acqua: in quel momento, mentre il re dei serpenti è distratto, il coraggioso potrà vedere il passaggio di strette scale rocciose che conducono alla grotta della signora che tesse e al suo prezioso telaio. Sfortunatamente, nessuno è mai riuscito nell‟ardua impresa poiché tutti, vinti dal terrore, hanno urlato alla vista del regolo e, come per magia, non ricordano nulla se non di essersi svegliati completamente nudi, con la pelle lacerata da cespugli di rovo, a chilometri di distanza dal Monte Acuto. Tuttavia, il vecchio Domenico racconta di un cacciatore smarritosi nei boschi della zona del Monte Acuto mentre inseguiva una preda che si era messo in capo di uccidere, che raggiunse una radura della quale ignorava l‟esistenza dove, arrotolato fra l‟erba al crepuscolo, trovò il regolo! Da bravo cacciatore (!) si inginocchiò prendendo il fucile e prendendo di mira il re dei serpenti il quale, soffiando inferocito, aprì le ali d‟oro e volò via velocissimo, accecando l‟uomo con riverberi di metallo. Il cacciatore, stordito dalla luce e dai sibili possenti, svenne e quando tornò in sé il regolo era sparito, ma nella zona dove si poteva vedere l‟erba schiacciata dal peso dell‟enorme corpo del rettile, strisciavano centinaia di piccoli serpenti di tanti tipi diversi. Dato che non resisto al richiamo delle note vi lascio, nei bagliori delle braci, con l‟inizio di un‟antichissima ballata bretone nel quale il serpente fa ancora la parte del leone. Agli amanti della musica non sfuggirà certamente il nesso con un vecchio brano del cantautore Angelo Branduardi...

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LA SPOSA DI SATANA (estratto dal racconto bretone) I. Lasciate che il bardo vagabondo suoni per voi per tutti, anziani e giovani, questa nuova canzone ho scritto questa canzone per voi venite e ascoltate, giovani e vecchi Quando ascoltai per la prima volta tutto questo non avevo ancora tredici anni Ero un bambino nel mio dodicesimo anno d'età e ora ha sessant'anni l'uomo davanti a voi Ascoltate se ne avete voglia per sentire di uno che ha visto molti posti Sbrigatevi, ascoltate con attenzione perchÊ me ne andrò tra poco

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II. Non sono riuscito, nelle ultime tre notti, a prender sonno, e andrò avanti cosĂŹ per via di una vipera che sibila qui sulla sponda del fiume e dice, col suo tono sibilante "Ora ne ho preso un altro ne ho presi quattro in questa cittadina che non sono stati seppellitiâ€? Due giovani di buona famiglia, che avrebbero dovuto sposarsi diciotto sarti che erano venuti per preparare l'abito nuziale. per adornare l'abito della sposa con sei stelle a ogni lato, vicino alle stelle ricamate, vennero disegnati il sole e la luna.

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LUGHNASADH Forte è la vampa del sole che copre d'arsura la terra laggiù nella contea di Meath. Brulica di genti festose la pianura, Lughnasadh è giunto, la ruota di pietra rotola giù dall'erto pendio, vicino è il tempo del declino del sole. Ma tu... ora... dammi la mano, danziamo leggeri attorno a questo fuoco, qui , sopra la verde collina. I tuoi capelli chiari si avvolgeranno in spighe dorate come onde di fiamma. Vieni... saltammo quel fuoco, tendiamo le mani a questo legamento d'amore. Per un anno e un giorno saremo tutt'uno e dormiremo in capanne di fiori e ascolteremo il canto dei ruscelli. Dammi la mano e sorridi, mia sposa, mentre il re del grano muore. E danza, danza con il tuo amato Lugh, mia dolce Erin. Antonella Turchetti

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Questa poesia è già stata pubblicata anche sul Calderone, ma ci piace tanto e vogliamo leggerla di nuovo… anche in una traduzione che, pur se ovviamente ne riduce la potenza poetica, rende il suo profondo significato più facilmente fruibile…

Sometimes a wild god comes to the table. He is awkward and does not know the ways Of porcelain, of fork and mustard and silver. His voice makes vinegar from wine. When the wild god arrives at the door, You will probably fear him. He reminds you of something dark That you might have dreamt, Or the secret you do not wish to be shared. He will not ring the doorbell; Instead he scrapes with his fingers Leaving blood on the paintwork, Though primroses grow In circles round his feet. You do not want to let him in. You are very busy. It is late, or early, and besides… You cannot look at him straight Because he makes you want to cry. The dog barks. The wild god smiles, Holds out his hand. The dog licks his wounds And leads him inside. The wild god stands in your kitchen. Ivy is taking over your sideboard; Mistletoe has moved into the lampshades And wrens have begun to sing An old song in the mouth of your kettle.

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„I haven‟t much,‟ you say And give him the worst of your food. He sits at the table, bleeding. He coughs up foxes. There are otters in his eyes. When your wife calls down, You close the door and Tell her it‟s fine. You will not let her see The strange guest at your table. The wild god asks for whiskey And you pour a glass for him, Then a glass for yourself. Three snakes are beginning to nest In your voicebox. You cough.

Oh, limitless space. Oh, eternal mystery. Oh, endless cycles of death and birth. Oh, miracle of life. Oh, the wondrous dance of it all. You cough again, Expectorate the snakes and Water down the whiskey, Wondering how you got so old And where your passion went. The wild god reaches into a bag Made of moles and nightingale-skin. He pulls out a two-reeded pipe, Raises an eyebrow And all the birds begin to sing.


The fox leaps into your eyes. Otters rush from the darkness. The snakes pour through your body. Your dog howls and upstairs Your wife both exults and weeps at once. The wild god dances with your dog. You dance with the sparrows. A white stag pulls up a stool And bellows hymns to enchantments. A pelican leaps from chair to chair. In the distance, warriors pour from their tombs. Ancient gold grows like grass in the fields. Everyone dreams the words to longforgotten songs. The hills echo and the grey stones ring With laughter and madness and pain. In the middle of the dance, The house takes off from the ground. Clouds climb through the windows; Lightning pounds its fists on the table. The moon leans in through the window. The wild god points to your side. You are bleeding heavily. You have been bleeding for a long time, Possibly since you were born. There is a bear in the wound. „Why did you leave me to die?‟ Asks the wild god and you say: „I was busy surviving. The shops were all closed;

I didn‟t know how. I‟m sorry.‟ Listen to them: The fox in your neck and The snakes in your arms and The wren and the sparrow and the deer… The great un-nameable beasts In your liver and your kidneys and your heart… There is a symphony of howling. A cacophony of dissent. The wild god nods his head and You wake on the floor holding a knife, A bottle and a handful of black fur. Your dog is asleep on the table. Your wife is stirring, far above. Your cheeks are wet with tears; Your mouth aches from laughter or shouting. A black bear is sitting by the fire. Sometimes a wild god comes to the table. He is awkward and does not know the ways Of porcelain, of fork and mustard and silver. His voice makes vinegar from wine And brings the dead to life.

Tom Hirons

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“Sometimes a Wild God” by Tom Hirons TRADUZIONE ITALIANA A volte un dio selvaggio arriva a tavola E 'un tipo scomodo e non conosce le buone maniere per usare la porcellana, la forchetta e la senape e l‟argento. La sua voce rende vino l'aceto. Quando il dio selvaggio arriva alla porta, tu probabilmente ne avrai paura. Lui ti ricorda qualcosa di oscuro Che potresti avere sognato, o il segreto che non si desidera condividere. Egli non suona il campanello; Invece raschia con le dita la porta lasciando il sangue sulla vernice, Intanto però le primule crescono in cerchi intorno ai suoi piedi. Tu non vuoi farlo entrare. sei molto impegnato. È tardi, o presto, e oltre ... Non puoi guardarlo dritto in faccia perché lui ti fa venire voglia di piangere. Il cane abbaia. Il dio selvaggio sorride, gli tende la mano. Il cane lecca le sue ferite e lo guida dentro la tua casa. Il dio selvaggio si trova nella tua cucina. L‟edera avvolge la tua credenza Il Vischio è finito nei paralumi e scriccioli hanno cominciato a cantare

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una vecchia canzone nella bocca del tuo bollitore. 'Non ho molto,' gli dici E gli dai il tuo cibo peggiore. Egli si siede al tavolo, sanguinante. Tossisce volpi. Ci sono lontre nei suoi occhi. Quando tua moglie ti chiama, chiudi la porta e dille che va tutto bene. Tu non lascerai che ella veda lo strano ospite al vostro tavolo. Il dio selvaggio chiede whisky e si versa un bicchiere per sé, poi un bicchiere per te. Tre serpenti stanno cominciando a fare il nido nella tua casella vocale.Tossisci. Oh, spazio illimitato. Oh, eterno mistero. Oh, infiniti cicli di morte e di nascita. Oh, miracolo della vita. Oh, la danza meravigliosa del tutto. Tossisci ancora una volta, Sputi serpenti e Acqua, giù il whisky, Ti chiedi come mai sei così vecchio E dove è andata la tua passione. Il dio selvaggio raggiunge un sacchetto, fatto di talpe e pelle di usignolo. Tira fuori una pipa, alza un sopracciglio e tutti gli uccelli cominciano a cantare.


La volpe salta nei tuoi occhi. lontre precipitano dal buio. I serpenti attraversano il tuo corpo. Gli ululati del tuo cane raggiungono il piano di sopra: tua moglie esulta e piange in una sola volta. Il dio selvaggio balla con il vostro cane. Tu balli con i passeri. Un cervo bianco tira su uno sgabello e soffia inni di incantesimi. Un pellicano salta da una sedia all'altra. In lontananza, i guerrieri si riversano dalle loro tombe. L‟oro antico cresce come l'erba dei campi. Tutti sognano le parole di canzoni a lungo dimenticate. L‟eco delle colline e l'anello di pietre grigie Con risate e follia e dolore. Nel mezzo della danza, La casa decolla da terra. Nubi salgono attraverso le finestre; il fulmine martella i pugni sul tavolo. La luna si appoggia attraverso la finestra. Il dio selvaggio punta al vostro fianco. Stai sanguinando pesantemente. Sei stato sanguinante per un lungo periodo di tempo, Forse da quando sei nato. C'è un orso nella ferita.

'Io ero occupato a sopravvivere. I negozi erano tutti chiusi; Non sapevo come. Mi dispiace.' Ascoltali: La volpe nel tuo collo e I serpenti tra le tue braccia e Lo scricciolo e il passero e il cervo ... Le grandi bestie non-nominabili Nel fegato e nei reni e il cuore ... Vi è una sinfonia di ululati. Una cacofonia di dissenso. Il dio selvaggio annuisce e ti svegli sul pavimento in possesso di un coltello, una bottiglia e una manciata di pelliccia nera. Il vostro cane è addormentato sul tavolo. Tua moglie si muove,lontano al piano di sopra. Le tue guance sono bagnate di lacrime; La tua bocca fa male per il troppo ridere o gridare. Un orso nero è seduto accanto al fuoco. A volte un dio selvaggio arriva al tavolo. E ' un essere scomodo e non conosce le buone maniere per usare la porcellana, la forchetta e la senape e l‟argento. La sua voce rende aceto di vino E porta i morti alla Vita.

'Perché mi hai lasciato a morire?' Chiede il dio selvaggio e dici:

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di Markus Juniper |

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Die Grenze fällt Wo Land, Meer und Himmel Sich treffen steht offen Das Tor Der Blick gewährt In die Welt der Schatten

Il Confine svanisce Dove Terra, Mare e Cielo s„incontrano rimane aperta La Porta La veduta permessa Nel Mondo delle Ombre

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Una volta le nostre strade di campagna, i bordi dei campi e i confini, venivano affiancati da alberi secolari di grande maestosità… L„Olmo (Ulmus spec.) con le sue specie diverse era presente in gran parte dell„Italia. Raggiungeva un„età fino a 500 anni e un„altezza di 40 metri. Quest„albero era importante nelle tradizioni e nelle leggende, le sue specie facevano parte dei boschi dalla pianura fino alla montagna. Una volta le persone credevano che l„Olmo segnasse le strade per sognare, che ci aiutasse a liberarsi da abitudini e limiti. Pensavano che con l‟ aiuto di questa pianta si potesse superare le nostre paure e andare oltre Olmo nel Parco Talon a Casalecchio (BO) i nostri confini. Era simbolo di purificazione e di protezione. Secondo alcune leggende nordiche, il primo uomo è nato da un Olmo e da un Frassino, nel passato le coppie si sposavano sotto la sua chioma. Aiutava le persone a riordinare le cose nella campagna e nella vita personale, cosi che le confusioni mentali e materiali potessero svanire. Le porte nelle loro menti si aprivano verso nuove possibilità. Una volta il legno dell‟Olmo veniva usato per mobili, manici e costruzioni d‟interni. Il suo legno era pregiato per la sua elasticità, adatto per la costruzione di archi e molto usato per la realizzazione di alberi da vela per le barche. I nostri antenati usavano il suo legno per attrezzi agricoli e carri, pavimenti e scale. Il suo colore era bruno rossiccio duraturo nel tempo. Un altro uso importante, con il legno dell‟Olmo vi si realizzava le assi per lavare i panni. Una volta l‟Olmo cresceva in tanti tipi di terreno diversi, preferiva la terra buona e umida ma resisteva molto anche in luoghi piu asciutti e nasceva pure in mezzo alle roccie. Resistente al freddo gli permetteva crescere sia in montana che nell‟nord dell‟Europa. Un albero fertile che spargeva i suo semi alla fine della primavera creando dei boschetti anche grazie alla sua capacità di spuntare direttamente dalle sue radici. Le due specie principali in Italia sono l‟Olmo campestre (Ulmus carpinifolia) e l‟Olmo montano (Ulmus glabra). Per il suo alto contenuto di proteine nella foglia venivano tagliati i rami usati come foraggio invernale per il bestiame.

Oggi quest‟albero nel passato maestoso si è ridotto a poco piu di un cespuglio, che cosa è successo?

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Negli anni sessanta e settanta, data la notevole importazione di questo legno dal Nord America, un fungo di origine asiatica, che si chiama Ophiostoma ulmi s.l., venne trasmesso anche alle nostre piante. Questo fungo crea ancora oggi la grafiosi, quindi importuna la pianta seccandola in una parte o completamente. ... Il patogeno agisce entrando in contatto con le piante sane nella porzione superiore della chioma tramite l‟attività nutrizionale di alcuni insetti scolitidi (Coleottero) che compiono il loro ciclo biologico da olmi malati a sani, diffondendo così la malattia. Dal momento dell‟inoculazione, ben presto si osserva la comparsa di foglie gialle e cascanti su tutta la parte alta della chioma. Lo sviluppo dei sintomi nel periodo primaverile è molto rapido e intenso, più che in estate. Quando l‟infezione si verifica attraverso il contatto radicale tra pianta malata e sana, i sintomi di appassimento sono più intensi e la pianta muore in tempi brevi. Le condizioni climatiche favorevoli per lo sfarfallamento dei giovani adulti di scolitidi e la presenza di un sufficiente nuOlmi morti nella campagna aretina mero di piante già infette e di dimensioni adatte per l‟ovideposizione sono le caratteristiche che quest‟anno hanno permesso il verificarsi di una nuova ondata epidemica. Per la sua grande forza di rinnovamento, l„olmo ricresce spesso dal suo ceppo anche dopo la morte delle parti superiore. Per questo vediamo tanti olmetti giovani al posto dei alberi sviluppati.

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Quest‟anno un‟ondata molto forte di questa epidemia è avvenuta nella mia regione. Gli ultimi esemplari piu grandi dell„Olmo sono morti o comunque stanno morendo. Interi boschetti di Olmi si stanno seccando e intorno ad alcune fattorie possiamo vedere solo alberi morti con la foglia marrone. ... Che cosa possiamo fare? La prima cosa sarebbe togliere subito gli alberi morti e tagliare rami seccati per frenare la diffusione della malattia. Tutte le parti infettate devono essere bruciate o portate in un posto di smaltimento idoneo. Possiamo rinforzare gli alberi ancora sani con delle annaffiature in estate, dare dei concimi organici e dei minerali tipo farina di roccia. Come che alberi sani possano essere infettati tramite radici di alberi malati, sarebbe quindi opportuno diradare gli olmi ove stanno molto fitti. Se abbiamo un pezzo di terra, possiamo piantare dei olmi di ceppi selezionati, più resistente alla infezione. Proviamo però di sostenere le nostre specie auctoctone e non piantare quelle americane o asiatiche. Sarebbe opportuno di parlare di questa malattia anche nelle scuole, avvisare i comuni e i proprietari privati di olmeti. Questo sicuramente è fonte di energia positiva per aiutare quest‟albero maestoso e di grande importanza nella nostra storia.

Markus Juniper

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Olmo di 30 anni morto entro due settimane


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di Luisa Lovari |

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state… caldo… relax… voglia di tranquillità e di fuggire dallo stress cittadino… quale miglior rifugio la montagna, immersi nel silenzio dei suoi paesaggi all‟ombra di alti abeti, pini e querce secolari, attorno ad un bel fuoco la sera contornati da un mare luccicante di lucciole? Ecco, senza andare molto lontano da Roma, dove vivo, un posto davvero bello e magico è Ferentillo, nella verde Umbria, e piu‟ precisamente il Monte Solenne, che si affaccia maestoso sulla vallata, non lontano dalla Cascata delle Marmore, con i suoi 1286 metri di altitudine, dominando quasi tutti i Monti Umbri e la Valnerina. La macchina si lascia subito dopo il piccolo paesino di Loreno (piccolo davvero, poche case e pochissimi abitanti..) e si va a piedi, iniziando il percorso nella natura seguendo una strada sterrata circondata da boschi verdi. Dopo una bella passeggiata si arriva al bivio in località La Forca, a 820 mt, dove a destra si raggiungerà l‟Abbazia di San Pietro in Valle.. ma noi prendiamo la strada verso sinistra per raggiungere un posto bellissimo e magico, con un vecchio rudere a fare da guardiano ai passanti che, curiosi e silenziosi, quasi in religioso rispetto della natura circostante, si incamminando lungo il sentiero verso la cima del Monte, che si raggiunge dopo essersi inerpicati lungo canalini rocciosi per godere di una vista mozzafiato… la fatica della salita vale tutta la meraviglia che si ha davanti… credetemi!! E dopo essere ridiscesi verso Ferentillo e riposati in qualche grazioso Bed and Breakfast della zona, si va alla scoperta di Ferentillo, piccolo e delizioso borgo della Valnerina con i Castelli di Precetto a sinistra e di Mattarella a destra che sembrano proteggere ancora il pic-

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colo paesino, come nel Medioevo…. Ferentillo è famoso anche per l‟irreale spettacolo delle Mummie all‟interno della cripta trecentesca della Chiesa di Santo Stefano. Questi corpi, alcuni dei quali ancora mantengono peli, capelli, denti ed abiti, furono scoperti al momento della riesumazione delle salme sepolte all‟interno della Chiesa. Da allora il processo di mummificazione è stato studiato a lungo, ma ancora non si è giunti ad una conclusione certa. Si ipotizza, da parte degli scienziati che studiano il caso, di una mistura di vari sali e di ammoniaca che, unita alla ventilazione e alla decomposizione di microorganismi, ha lentamente essiccato la pelle dei cadaveri, mantenendoli nel loro stato attuale. Ferentillo, in ultimo, si trova lungo la famosa “via Francigena di San Francesco” in Umbria che da Perugia, passando per Assisi, Spello, Foligno, Trevi, Spoleto, Ferentillo, Marmore, sino a Piediluco, è la via per chi vuole scoprire un diverso modo di viaggiare, a piedi, a cavallo o in bicicletta, attraversando sentieri e strade secondarie nella natura sulle "tracce" di Francesco d'Assisi. Le località che si incontrano conservano la memoria delle sue parole, delle sue gesta e della sua spiritualità che parla di amore per le piccole cose, di rispetto e gratitudine per tutto ciò che ci circonda, di accoglienza generosa dell'altro, chiunque egli sia e parla alla mente e al cuore del viaggiatore per fargli comprendere come condurre la propria vita quotidiana in armonia con il mondo circostante. Camminare lungo la Via di Francesco costituisce un autentico cammino dello spirito, che viene incontro al desiderio dell'uomo di oggi di ricercare nelle profondità di se stesso il senso della propria esistenza. E su questo cammino, sulle tracce ciascuno di quello che meglio sente far bene al proprio spirito e al proprio corpo, vi lascio sognare, senza bisogno di andare troppo lontano… io sono già lì.. e voi?

Luisa Lovari

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di Djablessa

foto di Laura Villa

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Con il finire dell‟estate la ruota dell‟anno gira su Lammas, o Lughnasadh, la festa del grano, la festa della rinascita, così come è stata la vita dello stesso dio celtico. Il mito vuole che egli nacque dal profondo e impossibile amore tra Cian dell‟antico clan dei Tuata de Danan, e di Eithne, figlia di Balor, il re dei Fomori. Quest‟ultimo imprigionò la sua unica figlia in cima ad una torre poiché una profezia, vecchia come il mondo, voleva la sua morte per mano di suo nipote. Ma Cian, con l‟inganno riuscì a raggiungere quella torre e una volta vista la bellezza di Eithne non poté fare a meno di innamorarsene perdutamente, al punto di giacere con lei e concepire il loro unico figlio. Una volta nato Balor iniziò una caccia all‟uomo, o meglio, una caccia al bambino, così Cian salpò alle prime luci dell‟alba per salvare il suo erede. Con gli occhi colmi di lacrime Eithne dovette dire addio, non solo all‟unico uomo che riuscì ad amare in vita sua, ma anche al suo bambino, a quell‟essere che per nove mesi era nato e cresciuto nel suo grembo, dovette rinunciare a tutto ciò per amore, solo per amore di sapere che almeno loro due potessero vivere ancora. Anche perché se la leggenda aveva ragione quel bambino nato dall‟unione del caos (Fomori) e dell‟ordine (Tuata de Dannan) era destinato a grandi gesta. Ma gli addii non erano finiti quel giorno, anche Cian a malincuore dovette abbandonare suo figlio e questa volta ad un perfetto sconosciuto, quel traghettatore a cui aveva promesso, una volta tonato dalla sua missione, la metà dei tesori che portava con sé, purtroppo l‟unico tesoro era un bambino in fasce, che di certo non poteva divider a metà. Quell‟uomo non poteva desiderare altro che un bambino destinato a diventare re d„Irlanda: il dio del sole celtico Lugh. Quello sconosciuto ne divenne il tutore altro non era che Manannán mac Lir, il dio del mare. Manannán mac Lir affidò quel frugoletto alle mani di Tailtiu, una delle più antiche divinità celtiche, la dea della Terra che da la vita al Sole. Questa donna/dea viveva in una collina di Tara, era dedita alla bonifica dei boschi limitrofi, si ritrovò così a crescere questo bambino come se fosse suo, amandolo, proteggendolo e, soprattutto, insegnandogli a diventare un condottiero, un guerriero in grado di guidare alla gloria la propria gente, i Tuata De Dannan. L‟amore che Lugh provava per questa donna era immenso ed unico, a tal punto che quando ella morì decise di onorare la sua memoria con una delle feste più propizie dell‟anno: Lughnasadh. Una festa così importante che ancora nel XVII secolo si festeggiava con fiere mercantili e giochi. Ed ecco così concludersi una delle storie d‟amore più belle perché ha a che fare con un amore unico ed eterno, quello tra madre e figlio. Da una parte vi è una madre che deve rinunciare a tutto ciò per il bene di suo figlio, rinunciare a quelle piccole cose che talvolta dimentichiamo: la prima parola, il primo passo, il primo dolore da calmare, la prima paura, il primo sorriso... Dall‟altra, invece, abbiamo una donna, una dea, che accoglie tra le sue braccia un essere divino per crescerlo al meglio, per renderlo unico, forte e capace di compiere il suo destino. Questo mito ci insegna, come al di là del tempo e dello spazio una madre è pronta a sacrificare se stessa per il suo bambino, anche a rinunciarvi pure d saperlo sereno e felice.

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Si narra che i Tuata De Dannan, l‟antica stirpe di semidei, quando invasero l‟Irlanda portarono con sé quattro oggetti magici dalle quattro città delle “isole del nord” (la Norvegia per Geoffrey Keating storico irlandese del XVII secolo), dove si recarono per imparare i segreti dei druidi: la conoscenza, la divinazione e la magia. Da FÁLIAS (sede del mago/druido Morfessa) portarono la Lia Fàil, la pietra del destino, una roccia in grado di emettere un grido se chi vi si siede sopra è degno di essere il Re supremo dell‟Irlanda (ora si trova sulle colline di Tara a est dell‟isola). Le pietre sono importantissime per la simbologia celtica, basti pensare ai diversi dolmen e menhir che si trovano nelle terre celtiche, infatti sono connesse con la terra e le energie che la pervadono. Punto cardinale: NORD Elemento: TERRA Principio: FEMMINILE Da GORIAS (sede del mago/druido Esras) presero la Slea Bua, la lancia di Lugh, l‟arma che non ha mai fatto perdere nessuna battaglia a chi la usasse. Il suo simbolismo, tra-

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scende la mera battaglia, infatti rappresenta l‟obiettivo diretto, quello da colpire. È un simbolo prettamente maschile, data anche la sua forma fallica, la punta identifica il concepimento, quindi l‟inizio di qualcosa. Associata all‟elemento fuoco diventa sinonimo di passione e creatività, ambiti di qui il dio Lugh è patrono. Punto cardinale: SUD Elemento: FUOCO Principio: MASCHILE Da FINDIAS (sede del mago/druido Uscias) portarono la Cliam Solaris, la spada di Nuada, nessun nemico è mai riuscito a schivare un suo fendente. È il simbolo del guerriero (altra rappresentazione fallica) per antonomasia e porta con sé l‟idea di dominio, vittoria e conquista. Associata all‟elemento aria ha invece un significato di comunicazione, di pensiero, non a caso le spade venivano forgiate per la purezza del loro intento. Punto cardinale: EST Elemento: ARIA Principio: MASCHILE


foto di Laura Villa

Da MURIAS (sede del mago/druido Semias) presero il Coire An Dagda, il Calderone di Dagda, una pentola che aveva la facoltà di non prosciugarsi mai e di non lasciare mai nessuno affamato, quando non veniva usata diventava il contenitore della lancia di Lugh che continuava a far uscire sangue. Il calderone, o la coppa in generale, rappresenta il principio femminile e quindi i suoi simboli come la luna, l‟acqua, l‟utero e la fertilità. L‟elemento femminile risiede anche nella qualità di poter nutrire in continuazione, poiché rappresenta la nascita e la rinascita. La leggenda vuole che Dagda riuscì a rianimare guerrieri morti in battaglia solo immergendoli dentro a questo oggetto. È vero che il calderone viene associato a un dio maschile, Dagda, ma egli è patrono della fertilità, come dire che una parte della dea è all‟interno del dio, come il principio dello ying e dello yang nella cultura cinese. Punto cardinale: OVEST Elemento: ACQUA Principio: FEMMINILE

CURIOSITÀ (ossia come sopravvivono i tesori de Tuatha De Danna oggi) È singolare vedere come questi quatto oggetti si associno perfettamente ai semi degli arcani minori dei tarocchi e delle carte napoletane: Bastoni - lancia Spade - spada Coppa - calderone Denari - pietra Con la cristianizzazione questi tesori divennero ben presto reliquie: Lancia - Lancia di Longino, o lancia del destino Spada - Spada di San Giorgio Pietra - Pietra dell‟unzione Calderone - Sacro Graal Questa è la parte che da sempre mi ha affascinata durante i miei studi spirituali, quanto delle antiche religioni risiede nel cristianesimo, quanto è stato preso per giustificare un nuovo credo che era simbolo di qualcosa di più vasto: un nuovo mondo che stava iniziando, una nuova classe sociale alla ribalta e le fondamenta che si conoscevano pian piano si stavano sgretolando.

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foto di Laura Villa


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Durante il lungo viaggio attraverso i luoghi magici della Bretagna, dell‟Inghilterra e della scozia, Margherita Tocci ha raggiunto STONEHENGE e ha voluto condividere con noi alcune emozioni… Riuscite a comprendere cosa accade quando sognate un luogo per tanto tempo, lo vedete in diecimila immagini diverse pubblicate sui social, sui magazine e il desiderio di essere là aumenta, aumenta fino a che tendete a mitizzarlo e quindi spesso lo immaginate più bello di quello che è in realtà? Ecco ...Stonehenge non è affatto così, tutto quello che ho immaginato è stato meno di quello che ho trovato! Questo non solo per le gigantesche pietre che avevo davanti ma soprattutto per ciò che ho provato nel vederle. Non so se è stata l‟emozione di un desiderio esaudito o quello che le pietre stesse comunicano e rappresentano, so solo che fin dal momento che sono scesa dalla navetta che mi ha portata al loro cospetto e già in lontananza, sono stata presa da una forte tensione allo stomaco... che lentamente, man mano che mi avvicinavo al Cerchio, si chiudeva sempre di più fino a farmi sciogliere in lacrime. Ho sentito tutto il passato che si appoggiava pesante sulle mie spalle, tutta la tristezza, tutta la sofferenza, tutte le difficoltà...ma anche tutto l‟amore, tutta la devozione e tutta la cura per la Natura e i propri simili, di questi popoli vissuti per creare la strada a noi, loro discendenti! Ho sentito un sentimento reverenziale nei confronti di questi avi che hanno lasciato qualcosa di loro alle generazioni future, affinché capissero la sacralità di questa Terra che ci ospita. Ecco ho percepito tutta la “Sacralità” che il luogo rappresentava e lo so... non lo dimenticherò mai, lo porterò sempre con me per gli anni a venire che mi restano.

Margherita Tocci

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