12/Alban Elfed 2017 Magazine dell’OBOD
Miti, Leggende e Divinità.
p. 04
di Daniela Ferraro Pozzer
p. 12
Attraverso la Storia della Creatività.
p. 16
di Alessia Mosca Proietti
p. 24
di Monica Zunica
di Markus Juniper
di Ilaria Pege
Scott Owens Duirin Antonella Turchetti
p. 30
p. 34
p. 38 p. 42 p. 54
Micaela Balìce
di nuovo è arrivato il tempo dell‟Equilibrio. E di nuovo è arrivato il Tempo del Raccolto e della Scelta.
Seguendo i ritmi della Natura siamo sospesi in quell‟attimo
12/ Alban Elfed 2017
di pausa che è l‟apice di un percorso e l‟inizio di un altro. La parte luminosa dell’anno e quella oscura si incontrano in un momento fuori dal tempo che ci dà modo di riflettere sul passato e sul futuro… cammineremo fra queste scelte, sospesi fra i nostri pensieri, le nostre sensazioni e le nostre valutazioni, cullati dal suono delle note di Vivaldi, vagando fra alberi di melograno e intuizioni, osservando il nostro „raccolto‟ e scegliendone i semi migliori affinché, dopo la „notte‟ diventino il nostro futuro!
Un ricco Alban Elfed, pieno di soddisfazione, gioia e… nuove idee! Daniela Ferraro Pozzer
La partecipazione a questo Magazine dell‟OBOD è sempre aperta a chiunque voglia condividere una propria, preziosa… scintilla di Awen! Scriveteci a ilcalderoneredazione@gmail.com
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Miti, Leggende e DivinitĂ di Daniela Ferraro Pozzer
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‟Equinozio
ta per la sparizione dell‟amata figlia, smise di
d‟Autunno, Alban
generare le forme di vita terrestri che davano
Elfed, la Luce
sostentamento ai viventi, gettando l‟intera cre-
dell‟Acqua. Il limite
azione nel panico, compresi gli stessi dei.
oltre il quale tutto cambia. L‟attimo in cui Lu-
Quando sembrò che Demetra fosse riuscita a
ce ed Oscurità sono in Equilibrio.
riottenere la figlia, grazie all‟intercessione di
Tempo di Raccolto ma anche di Consapevo-
Zeus e di altre divinità tra cui Ecate, Persefo-
lezza dell‟eterno Mutare.
ne, innamorata del proprio sposo, mangiò tre
Nella storia delle antiche genti europee l'E-
semi di melograno, legandosi così per sempre
quinozio autunnale veniva festeggiato col no-
al sottosuolo e al dover periodicamente torna-
me di Mabon: il giovane dio della vegetazione
re da lui...
e dei raccolti. In questa leggenda il melograno assume il
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Mabon, o Maponus , è il figlio di Modron, la
simbolo di ponte tra i mondi. Persefone man-
Dea Madre: rapito tre notti dopo la sua nascita
gia tre chicchi di melograno, frutto del
Mabon visse in prigionia fino al giorno in cui
„mondo degli inferi‟. Il frutto diventa così un
fu liberato dai compagni di Re Artù, grazie
legame tra il mondo dei vivi e quello dei mor-
alla guida degli animali totemici che, di volta
ti. La Leggenda ovviamente fa riferimento al
in volta, guidarono „gli eroi‟ lungo un„sentiero‟
ciclo delle stagioni, al potere del cerchio della
nel bosco che li condusse fino al luogo in cui
natura. Il passare del tempo e delle stagioni
era stato rinchiuso e nascosto al mondo.
porta il mutevole cambiamento sopra ogni
Della stessa simbologia si rivestì anche la Pro-
cosa.
serpina latina e la Persefone greca, risvegliate
Ma il melograno assume un ruolo duale in
però in Primavera: i frutti della terra, imma-
molte altre leggende, rappresentando alla per-
gazzinati in luoghi bui e sicuri e poi sacrificati
fezione anche questo momento della Ruota
per dare la vita agli uomini e per rinascere co-
dell‟Anno, che comprende ogni cosa ed il pro-
me semi al ritorno della luce.
prio opposto.
La memoria del celebre “Ratto di Proserpina”,
La stessa origine mitologica di questo frutto
versione latina del mito greco, è sopravvissuta
rappresenta la Ciclicità di sacrificio-morte-
fino ad oggi. Secondo questo racconto elleni-
vita, del seme che, solo morendo, può dare
co, ben noto, Persefone fu rapita da Ade, dio
origine ad altro. Un‟antica leggenda ellenica
degli Inferi e del sottosuolo, deciso a farne la
racconta infatti che Dioniso, figlio di Zeus,
sua sposa e regina. Demetra, madre di Perse-
uscito dalla coscia del padre che ne costituiva
fone e dea della Terra e della fertilità, dispera-
il rifugio, venne catturato dai Titani, i quali,
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su suggerimento di Era, gelosissima moglie
trambi i liquidi sono rossi, e ricordano il sacri-
del re dell‟Olimpo, lo uccisero facendolo a
ficio. Il sangue e il vino vengono spesso sim-
pezzi; i suoi resti furono messi a bollire in un
bolicamente ricondotti al seme maschile che
paiolo e dalle stille del sangue del dio del vino,
feconda la terra, utero della dea per dar luce,
nacque un albero: il melograno.
in questo caso, all‟Albero del Melograno.
La vita e la morte non si mescolano mai, non sono mai protagoniste o antagoniste, ma vengono legate alla simbologia di un frutto che
Il Melograno collega quindi non solo due
detiene il potere del sacrificio, della morte e
mondi ma due „stati‟ dell‟esistenza, due diver-
della rinascita. Il melograno diventa quindi
sità complementari, simbolo perfettamente
anche simbolo di fertilità e porta con sé il se-
adatto a questo momento di Alban Elfed che
me maschile che, infilandosi nelle pareti umi-
è, allo stesso tempo, un istante di equilibrio e
de della terra (Utero), dona il via alla scintilla
di passaggio?
primaria della vita. Il succo del melograno è
Ombra e luce, vita e morte.
rosso, come il vino simbolo di Dioniso, che
A questo frutto sono infatti legate anche altre
dona l‟ebbrezza, come il sangue del Dio: en-
molteplici leggende che introducono
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l‟argomento della vita e della morte.
„materializzazione delle speranze‟ del Giro di
Nonostante il melograno simboleggi la vita, è
Ruota che sta terminando ed ora starà a noi
il sacrificio del Dio che apre il ponte tra i due
scegliere quali semi conservare e quali gettare
mondi e ci conduce alla ricerca del vero e dei
via. Semi di vita che produrranno il nostro
perché dell‟esistenza. La Morte è la scintilla
nuovo raccolto nel sereno bosco di Melograni
che innesca la reazione della rinascita, il pas-
a cui li affideremo perché, disfacendosi nel
saggio alla „nuova‟ vita: un „nuovo‟ giro di ruo-
ventre della terra creino il nostro domani.
ta. Il tema della morte nella leggenda è il sacrifi-
Daniela F. Pozzer
cio simbolico del Dio, il suo “sacrificio” fa nascere l‟albero che custodisce il frutto che dona la vita e la morte. Nell‟antico Egitto e anche il
https://www.ilquorum.it/la-melagrana-tra-
Grecia si usava dipingere o creare un melogra-
simboli-miti-e-leggende/
no in argilla, che sarebbe stato posto nelle
http://www.lasoffittadellestreghe.it/
tombe dei defunti, questo processo avrebbe
shoponline/il-melograno-la-leggenda-della-
accompagnato l‟anima prima o poi a rinascere
vita-e-della-morte/
e a tornare tra i vivi.
http://www.meteoweb.eu/2014/09/il-fascino
Un altro mito greco racconta, invece, che Side,
-dellequinozio-dautunno-tra-scienza-
moglie di Orione, rea di aver osato sfidare Era
mitologia-storia-e-tradizioni/326814/
in una gara di bellezza, venne scaraventata,
#QRmxuOpMcCrQqHpz.99
per punizione, nell‟Ade, ove si trasformò in una melagrana. Ulteriori miti della tradizione ellenica narrano che un melograno fu piantato per la prima volta da Afrodite a Cipro, l‟isola a lei dedicata, su costrizione di Ade, suo rapitore e sposo, che la ingannò non informandola della circostanza che, chi avesse consumato i prodotti dell‟Oltretomba, sarebbe stato destinato a rimanervi per l‟eternità. Dualità e Trasformazione, morte, chiusura, oscurità ma anche luce, vita nuova speranza: il nostro raccolto di Alban Elfed rappresenta la
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“Il quarto mese guadagnammo la città di Illel, era notte quando giungemmo al boschetto che si trova davanti alle mura ma l‟aria era ancora calda perché la luna viaggiava nello Scorpione, prendemmo i melograni maturi dagli alberi e li spezzammo e ne bevemmo il dolce succo, poi ci stendemmo sui morbidi tappeti ed attendemmo l‟alba… quando fu mezzogiorno aprirono le porte e un banditore fece il giro della città gridando in una conchiglia… E noi ci trattenemmo per una luna, e quando la luna si stava consumando io mi stancai e cominciai a girare per la città del Dio e giunsi al suo giardino, i sacerdoti dai manti gialli si muovevano silenziosi fra gli alberi ancora verdi… Davanti al tempio c‟era una vasca di acqua limpida… uno dei sacerdoti si avvicinò a me, aveva sandali ai piedi, uno di pelle di serpente ed uno di piume d‟uccello. Sul capo aveva un cappello nero ornato di mezzelune d‟argento. Sette tipi di giallo erano intessuti nel suo mantello”
Da: Il principe felice - di Oscar Wilde
E come non ricordare Carducci per il quale un fiorito albero di Melograno custodisce il ricordo del giovane figlio, perso tragicamente e ormai, seguendo l‟inevitabile ciclo della natura, disceso nel ventre della Terra in quell‟eterno percorso di cui la Ruota dell‟Anno è simbolo e sostanza basilare. “L'albero a cui tendevi/la pargoletta mano, il verde melograno/Da' bei vermigli fior…”
- G.Carducci -Pianto antico
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“È la melagrana profumata un cielo cristallizzato (Ogni grana è una stella ogni velo è un tramonto) La melagrana è come un seno vecchio di pergamena, La melagrana è un cuore che batte sul seminato La melagrana è il tesoro del vecchio gnomo del prato Ma la melagrana è il sangue, sangue sacro del cielo La melagrana è la preistoria del sangue che portiamo Potessi essere come sei tu, frutto, passione sulla campagna!”
Federico Garcia Lorca (1920)
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Alban Elfed “Equilibrio, Raccolto, Scelta” |
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L’Equilibrio è l’attimo Presente
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Il Raccolto è il Passato |
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La Scelta è il Futuro
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ATTRAVERSO LA STORIA DELLA CREATIVITAâ€&#x;
di Alessia Mosca Proietti |
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arissimi amici, ci siamo lasciati alle spalle una torrida estate all‟insegna del fuoco e dell‟afa e torniamo ad un particolare ed affascinante momento d‟equilibrio fra luce e oscurità con l‟equinozio d‟autunno. Momento di riflessione che ci porta, inevitabilmente, a riflettere sulla nostra vita, sull‟esistenza strettamente legata al bacio del Sole e all‟andamento delle stagioni. Torniamo insieme, ancora una volta, all‟arte del maestro Vivaldi, che delle Stagioni ha fatto una pietra miliare della musica.
Come già ripetuto nei precedenti numeri "Le Stagioni", scritte in epoche diverse e antecedenti la stampa ufficiale, furono raccolte ed inserite ne "Il cimento dell'armonia e dell'invenzione", op. 8 (antologia di dodici concerti di tipo solistico, contrapposta ai dodici concerti grossi raccolti ne “L‟estro Armonico”). L‟orchestra che esegue tutti i concerti de “Le Stagioni” è composta da un violino solista, un quartetto d‟archi (violino primo, violino secondo, viola e violoncello), e un basso continuo (organo o clavicembalo). 12/Alban Elfed 2017 |
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Allegro Celebra il Vilanel con balli e Canti Del felice raccolto il bel piacere E del liquor di Bacco accesi tanti Finiscono col Sonno il lor godere Adagio molto Fa' ch' ogn' uno tralasci e balli e canti L' aria che temperata dà piacere, E la Staggion ch' invita tanti e tanti D' un dolcissimo sonno al bel godere. Allegro I cacciator alla nov'alba à caccia Con corni, Schioppi, e cani escono fuore Fugge la belva, e Seguono la traccia; Già Sbigottita, e lassa al gran rumore De' Schioppi e cani, ferita minaccia Languida di fuggir, mà oppressa muore. |
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Con questo concerto, Vivaldi rende omaggio alla figura del dio del vino Bacco, all‟ebbrezza delle gioiose feste della vendemmia e all‟eccitazione della caccia in tre movimenti celeberrimo. Nel primo allegro si contrappongono due elementi fondamentali in un gioco armonico che descrive il ballo dei villanelli (1° battuta) e la rappresentazione dell‟ebbrezza data dal vino (battuta 32 e 67), affidata ad un passaggio del violino solista che richiede elevata abilità esecutiva per la difficoltà ritmica della scrittura. Alla fine del movimento, il contadino ubriaco cade addormentato, stremato dai festeggiamenti e dai fumi dell‟alcol (battuta 89). L‟adagio molto, è un capolavoro di musica a programma: con un’armonia ampia e tranquilla, il compositore evoca magistralmente l‟immagine dei contadini, ubriachi e frastornati dai festeggiamenti, immersi finalmente in un sonno tranquillo e ristoratore (battuta 116). Il timbro e le frasi melodiche colpiscono talmente lo stesso autore, che inserisce l‟intero movimento nel concerto n°2 dell‟op. 10 intitolato “Il Sonno”. Nell‟ultimo movimento allegro, ci troviamo immersi totalmente in una frenetica scena di caccia. Alla battuta 161 partono i cacciatori suonando i corni e sparando all‟inseguimento della preda, con i cani tesi nella ricerca finché l‟animale braccato si dà ad una fuga disperata (battuta 236) in cerca di una salvezza che non arriverà mai, perché i cacciatori si fanno dappresso (battuta 242) facendo fuoco e aizzando i cani eccitati. Alla fine, ferita, stanca ed impaurita, la bestia cede all‟assalto e muore (battuta 289) in preda alla disperazione. Mai scena musicale dell‟epoca fu più vivida nella descrizione e, non a torto, “Le Quattro Stagioni” di Vivaldi rimangono indimenticabili. Forse con un po‟ di malinconia, ma pronti a prepararci all‟arrivo di un nuovo inverno, continuiamo il nostro viaggio fino alla prossima ed ultima volta in compagnia del maestro Vivaldi!
Alessia Mosca Proietti
Consiglio per l‟ascolto: https://www.youtube.com/watchv=vUEfn_IT5J0&list=RDvUEfn_IT5J0&index
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The Arrival of the Past
L'arrivo del passato
You wake wanting the dream you left behind in sleep, water washing through everything, clearing away sediment of years, uncovering the lost and forgotten. You hear the sun breaking on cold grass, on eaves, on stone steps outside. You see light igniting sparks of dust in the air. You feel for the first time in years the world electrified with morning. You know something has changed in the night, something you thought gone from the world has come back: shooting stars in the pasture, sleeping beneath a field of daisies, wisteria climbing over fences, houses, trees. This is a place that smells like childhood and old age. It is a limb you swung from, a field you go back to. It is a part of whatever you do.
Ti svegli desiderano il sogno che hai lasciato nel sonno, l'acqua, lavando via tutto, elimina il sedimento degli anni, scoprendo le cose perdute e quelle dimenticate. Ascolta il sole irrompere sull’ erba fredda, sulla grondaia, sui gradini di pietra al di fuori. Vedi la luce che accende scintille di polvere nell'aria. Ti senti per la prima volta dentro gli anni il mondo elettrizzato insieme alla mattina. Sai che qualcosa è cambiato nella notte, qualcosa che pensavi fosse andata via dal mondo è tornata stelle cadenti nel pascolo dormire sotto un campo di margherite, l’arrampicarsi del glicine su recinzioni, case, alberi. Questo è un posto che odora come l'infanzia e la vecchiaia. E’il ramo da cui ti sei distaccato, un campo in cui tornerai. Fa parte di tutto quello che fai.
~ Scott Owens
~ Scott Owens Dal blog di PCG www.philipcarr-gomm.com
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Il Regno di Merlino Divina unione tra i popoli L’arcan regno di Merlino
Apparentemente diversi ma uguali
Nella ricca terra di Bretagna
Tutti figli del Grande Spirito
Un di ormai remoto
Che qui dimora eternamente.
di luce radiosa splendea. Con il cor osserva Di nome Broceliande
E acquieta il furor
La misteriosa foresta
Porgi l’orecchio al suon sottile
Che l’occhi incantava
Che tra l’alberi risuona.
Nella notte delle fitte chiome. E così fratello mio Seppur oggi è l’ombra ciò che resta
Un albero diverrai
Di quel vetusto splendore
Delle profondità della madre terra
Eppur l’eco è percettibile
E l’immensità del divin cielo
Di quell’antica voce.
La sacra sapienza conoscerai.
Il messaggio è un eco
Di nuda pelle vestito
Che nel silenzio puoi sentire
Il mio augurio più grande
Dei regni il contatto
Possa esser tu, amico mio
Che qui si fondono in armonia.
Oltre la sembiante maschera.
Non più lontano
Questo il messaggio
L’invisibile appare
Della magica foresta
Di magica forma s’avveste
Ove ancor dimora il bianco saggio
E di riflessi l’occhi appiena.
Che instancabile va tessendo L’eterna melodia.
Duirin
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Gustave Doré’s illustration of Lord Alfred Tennyson’s “Idylls of the King”, 1868.
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Alban Elued
Suona nel vento una musica lieve, Alban Elued, luce d’autunno… cantano le foglie. Alban Elued, luce dell’acqua… cantano i ruscelli. La nebbia veste la terra col suo velo da sposa poi fugge in mezzo ai boschi sospirando “Imbandite un banchetto per il dio Mabon” stridono gli uccelli danzando in grandi stormi. “Si mangino uva, castagne, funghi. Il grano si intrecci in spighe dorate, beviamo il buon vino, spremiamo le olive, festeggiamo la madre che dona i suoi frutti. Tutto il bosco si colori per festeggiare la fine del raccolto.” Avvolto nelle pieghe dell’equinozio l’Autunno scende sulla terra giorno e notte gemelli identici, si sorridono nell’ombra .
Antonella Turchetti
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di Monica Zunica |
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ono nato in un tempo dell’anno in cui ogni cosa cambia colore, i frutti diventano dolci, i prati diventano gialli e le chiome degli alberi arrossiscono come certe vergini un attimo prima dell’amore. Mi hanno raccontato che il giorno in cui sono nato le querce, così come accade ogni anno, tenevano il conto dei minuti lasciando cadere le loro ghiande a ritmo cadenzato. Spargevano i loro semi fiduciose e, come madri riunite intorno al focolare con i loro bambini tra le braccia, cantavano lentamente antiche canzoni di cui soltanto gli animali e le altre piante potevano comprenderne il significato. Per questo le volpi amano accucciarsi ai piedi delle querce proprio in questo periodo dell’anno. Sonnecchiano e sorridono pensando alla maestosità che è racchiusa in ogni singola ghianda. Mia madre aveva gli stessi colori del tempo in cui sono nato, i capelli dorati del grano stipato in attesa dell’inverno, gli occhi scuri della terra che guarda verso ovest nell’ora del tramonto e le labbra rosse come le chiome delle querce divenute madri. Di tutto questo io non ho ricordo… neanche di mia madre. Non ho mai conosciuto il sapore delle sue parole sussurrate alle mie orecchie bambine, non ho mai saputo cosa si provasse nel sentire il caldo latte materno che riempie e nutre. Non ho mai avuto la possibilità di essere un bambino come tanti altri. Questo, certo, succede a molti, non posso non ammetterlo ma quello che poi è accaduto a me certamente non è qualcosa di comune. Non solo non ho avuto la possibilità d essere bambino ma non mi è mai stata concessa l’occasione di essere adulto. Sono nato in un tempo di maturazione e crescita. Un momento in cui la Terra, ebbra dei ricordi di giovinezza e fertilità, diventa saggia e lentamente si avvia verso l’età anziana, verso il freddo inverno. Mi è sempre parsa una beffa l’idea che proprio io, che sono figlio del tempo maturo dell’anno, sia condannato a non poter crescere, a restare per sempre il fanciullo, il giovinetto.
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La mia storia la conoscono in molti, almeno così accadeva nei tempi lontani. Mi chiamo Mabon e la mia vita sarebbe stata come quella di qualsiasi mortale se non fossi stato rapito al terzo giorno dopo la mia nascita. Qualche anima che ho conosciuto e che in passato ha avuto modo di incontrare mia madre o qualcuno che le fosse stato vicino, mi ha raccontato che il suo pianto fu lungo e interminabile, che mai poté accettare l’idea che io le fossi stato strappato dalle braccia. Sono cresciuto in un posto chiamato Annwn, un luogo in cui il tempo non scorre come dovrebbe scorrere, un luogo in cui gli unici amici che io abbia mai potuto avere erano già stati privati della vita per un motivo o per un altro. In fondo ho apprezzato i morti, non hanno pretese e non piangono davanti alle difficoltà. Molti eroi che arrivavano nella mia terra dicevano che in fondo la loro nuova dimensione era di gran lunga migliore di quella precedente. Adesso avevano donne, cibo, idromele e birra in grande quantità. Ma la cosa che li aggradava di più era il poter combattere fino alla morte senza che questa potesse mai spezzare ancora una volta il flusso delle loro esistenze. Se avessi dato ascolto ai loro bisogni finalmente soddisfatti non avrei mai pensato di fuggire al luogo della morte. Delle loro parole, infatti,tutto quello che riuscivo a trattenere nella mia mente erano le immagini vivide delle loro terre, dei viaggi, degli amori e delle madri che quando erano stati bambini li avevano amati più di ogni altra cosa. Era così che trascorrevo quel tempo che in fondo non mi apparteneva, ascoltando le vite degli altri e consolando qualche bambino morto prima del tempo che, come me, in quel posto non voleva esserci. Io, però,a differenza degli altri, ero vivo e nel mio cuore sempre di più si faceva spazio l’idea che la vita fosse un mio diritto e non un capriccio. Provai a parlarne con Arawn, colui che per motivi che non riuscirò mai a spiegarmi, aveva voluto rapirmi e tenermi con sé senza mai amarmi. Gli spiegai
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ogni cosa con chiarezza ma dopo avermi ascoltato, scoppiò in una sonora e volgare risata che non potrò mai dimenticare per il resto della mia vita. In realtà non rideva di me ma della mia storia che credeva fosse il frutto di qualche ispirazione artistica, una favola che evidentemente dovevo aver inventato per intrattenere coloro che mai e poi mai sarebbero tornati alle loro vite. Non avrei dovuto parlarne con lui, non ho mai neanche capito che faccia avesse. Lui era il signore di quella terra, non aveva un forma precisa ma poteva assumere quella che maggiormente gli aggradava. Spesso, contro la mia stessa volontà, avevo desiderato che assumesse l’aspetto di mia madre, per avere la sensazione di starle vicino ma non ho mai avuto il coraggio di chiederglielo. L’unica cosa che trovavo veramente affascinante di quella mia non vita accanto a lui erano le cacce selvagge. Non erano frequenti ma non so dire con quale cadenza avvenissero perché nessuno in quella terra aveva l’abitudine di misurare il tempo. Si trattava di un corteo notturno a cui prendevano parte gli esseri più stravaganti. Spiriti, mostri, giganti, creature magiche fatte di sola energia, una dea attorniata da meravigliosi cavalli e, infine, i più grandi guerrieri della storia dell’umanità. A capo del corteo vi era Arawn, indossava un abito d’oro e ogni volta aveva le sembianze di un uomo diverso ma sempre magnifico. Avevamo tutti il compito di stanare e uccidere un cinghiale gigante e completamente bianco. Egli aveva la possibilità di fuggire sulla terra ma anche tra le stelle del cielo. Mi piaceva volare, mi dava la sensazione di essere leggero. Quella leggerezza mi aiutava a sentirmi quello che non ero, uno spirito. Allontanava, insomma, il peso del mio essere vivo, della mia non appartenenza a quel luogo. Durante una di quelle battute di caccia però avvenne un evento straordinario. Il cinghiale che stavamo seguendo andò a rifugiarsi nel regno dei vivi. Io non me ne resi neanche conto ma notai certamente una ragazza che
casualmente trovammo sul nostro cammino. Lei ci guardò con sguardo atterrito e iniziò a correre disperatamente cercando di mettersi in salvo. Arawn si voltò verso di me e mi ordinò di ucciderla. In quell’istante compresi che io e quella ragazza eravamo uguali, entrambi respiravamo, entrambi eravamo vivi. Fu così che lasciai il corteo e la seguii fin dentro una grotta nella quale lei si era rifugiata. Tremava e piangeva e questo la rese immediatamente rintracciabile nonostante fosse riuscita a trovare un riparo quasi impensabile. “Non aver paura” le dissi “non voglio ucciderti, fingeremo che io l’abbia fatto e tu sarai libera. Non sono uno spirito inquieto, non sono un’anima errabonda, sono un ragazzo vivo esattamente come te. Sono stato rapito dal signore della morte quando avevo solo tre giorni di vita e da allora sono prigioniero nella sua terra di morte e di illusioni”. Non aspettai una sua risposta e questo mi dispiacque perché avrei davvero voluto ascoltare il suono della sua voce ma fui felice di sapere che almeno lei era viva e libera di vivere la propria vita. Naturalmente, però, dissi ad Arawn che avevo eseguito alla lettera il suo ordine e che la ragazza era certamente morta. Lu fu soddisfatto e non indagò ulteriormente sulla cosa. Qualche tempo dopo la battuta di caccia avvenne però un fatto veramente straordinario. Mi trovavo sulla riva del fiume delle anime, un corso d’acqua che credevo servisse solo ad alimentare l’energia sulla quale la terra dei morti si reggeva. Non sapevo, invece, che quelle acque fossero un portale di accesso a quello che era il mondo dei vivi. Un giorno passeggiando accanto al fiume vidi che le acque iniziarono a contorcersi, a vorticare e, infine a squarciarsi fino ad formare un varco dal quale vidi spuntare la sagoma di un uomo. Lui avanzò verso di me, chiese il mio nome, mi abbracciò e poi quasi in silenzio disse qualcosa che avrebbe cambiato per sempre la mia vita. “Il mio nome è Culhwch” disse “cugino del magnifico re Artù, marito di Olwen la più
bella donna del mondo, per sposarla ho superato molte prove e alla fine ho decapitato suo padre, il terrificante gigante Ysbaddaden. Sono qui per portarti in salvo nella terra dei vivi. Tu hai risparmiato la vita della mia giovane figlia e io ricambierò il favore”. Ero felice, lo seguii senza voltarmi un solo istante. Attraversammo la soglia tra i due mondi e la terra verde e meravigliosa in cui approdammo aveva il nome di Galles. Gli chiesi di condurmi da Modron, mia madre, e lui lo fece. La riabbracciai, lei pianse molto per la troppa felicità che aveva nel cuore e lo feci anche io. Quello che ancora non potevo sapere, però, era che il mio soggiorno nella terra dei morti aveva segnato per sempre la mia anima. Aveva mutato la mia essenza condannandomi a vivere una vita senza tempo persino nella terra dei viventi. Il tempo trascorreva intorno a me, le persone che amavo invecchiavano e morivano e io, lentamente senza neanche rendermene conto, divenni qualcosa che non appartiene ai vivi ma neanche ai morti: Mabon, Dio della giovinezza, protettore della vegetazione, della caccia e del raccolto. Adesso e per sempre, nel luogo in cui tutto scorre e la vita esplode in ogni sua forma, tutti coloro che vedono una quercia arrossire e le sue ghiande cadere ricordano e invocano il mio nome per un motivo o per un altro. E io sono qui per chiunque abbia bisogno di me. Monica Zunica
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di Markus Juniper
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equinozio d„autunno nella mia zona è spesso l„inizio di una seconda „primavera“. Con il caldo e la mancanza della pioggia nella stagione calda, tante piante si seccano e si ritirano nelle loro radici o tuberi. Spesso all„inizio di settembre l„atmosfera nella natura cambia. Non solo la luce diminuisce ma anche l„aria è piu fresca grazie all„arrivo di qualche pioggia. Alcune piante si risvegliano, altre si sviluppano proprio adesso. Un„erba che ha il suo tempo di fioritura in questo periodo è la Verbena comune. In primavera si sviluppa una rosetta di foglie lucide e lobate, la pianta raccoglie nelle sue radici rizomatose le sostanze che permettono alla fine di agosto e all' inizio di settembre di far crescere l‟infiorescenza che arriva fino ad un„altezza di 60-70cm.
Immagine 1 - Foglie
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Durante i mesi caldi e asciutti la pianta sparisce quasi completamente e solo con le nuove piogge e la diminuzione della luce rinasce e attira con i suoi fiori viola chiaro, insetti, tra cui anche le api. Quando camminiamo lungo le stradine dei campi e nei bordi del bosco, possiamo trovare la Verbena: mettendoci in ginocchio offre noi la sua bellezza e avvicinandosi con il nostro naso sentiamo il profumo delicato dei suoi fiori.
per il suo effetto rilassante e ancora oggi questa pianta fa parte di infusi misti da usare la sera (contiene Verbalina che favorisce il sonno). È anche un importante rimedio di Bach. Nella mitologia ha un posto importante, gli Egiziani chiamavano la pianta „lacrime di Isis“ e la leggenda cristiana racconta che le ferite di Gesu venivano coperte con quest„erba (da qui derivano i suoi nomi vulgari „erba santa, erba crocina“). In seguito è diventata importante per
Immagine 3 - Fiore singolo
Immagine 2 - Infiorescenza Quest„erba fino ad oggi è molto usata in medicina e per usi tecnici. In primavera le foglie basali possono arricchire un„insalata, in estate invece, estraendo le radici le possiamo usare per pulire l„argento, le infiorescenze essiccate inoltre sono usate per fare delle tisane. L„erba e usata anche per indurire il ferro, grazie al suo alto contenuto di carbonio. Le sue proprietà terapeutiche sono numerose, viene usata fin dall„antichità contro la febbre, mal di testa e infiammazioni. La Verbena favoriva anche la lattazione. Poeti e scrittori usavano la tisana di Verbena
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tenere lontani gli spiriti maligni e i demoni, nel sud dell„Italia c„era l„usanza di mettere la Verbena sopra le porte di stalle e case. Il genere Verbena è distribuito molto nel Nord America mentre in„Europa e in„Asia ce ne sono poche specie. Con altri generi crea la famiglia delle Verbenaceae. È diventata una pianta sinantropica, cioè che cresce spesso vicino alle attività del„uomo: lungo le strade, nei campi incolti e lungo i binari del treno. Cresce fino a 1500m di altitudine in montagna. Nei giardini troviamo altre specie del genere Verbena come la Verbena rigida e la Verbena bonarensis. L„ultima è molto adatta per terreni asciutti. Grazie ad un clima giusto i suoi semi possono spargersi in diversi posti del giardino.
Immagine 4 - Rappresentazione
Per me, questa pianta è diventata simbolo dell„equinozio . Ogni anno raccolgo un mazzo dei suoi fiori per fare degli infusi in autunno e in inverno. Una pianta di grande tradizione e storia, nella quale ognuno di noi può scoprire la sua energia.
Markus Juniper
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di Ilaria Pege |
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Il succo e la polpa legnosa del melograno, sono uno di quei doni meravigliosi della natura, che il raccolto di fine estate, ci offre se sappiamo coglierlo. Le sue proprietà sono molteplici, in primis la forte quantità di vitamina C, vitamina K, vitamine del gruppo B, numerosi sali minerali quali ferro, potassio, calcio, magnesio e fosforo, fondamentali per il metabolismo cellulare, nonché basso indice glicemico che lo rendono un ottimo frutto, soprattutto per i bambini. È stato fatto uno studio un po' aleatorio a dire il vero, ma essendo così ricco di antiossidanti, ne viene consigliato il succo, come cura alimentare contro l'Alzheimer e tumori. In realtà come al solito non è una verità scientifica, il succo perde moltissime vitamine nel momento in cui si ossida e andrebbe consumato fresco, integralmente e in stagione. Ha anche delle controindicazioni, è un forte lassativo, in antichità si preparavano decotti con la parte legnosa e la buccia, proprio perché questa funzione era nota.
Ma veniamo a noi, prepariamo uno scrub delizioso, con qualche accortezza, per mineralizzare la pelle e renderla luminosa e tonica!
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Ingredienti e materiali 1 litro di acqua calda 10 gr di sale grosso integrale da cucina 1 grande gamba di sedano 20/30 cm Mezzo melograno 1 cucchiaio di miele Passaverdura o mixer Ciotola e cucchiaio Spugna morbida o manopola di cotone Procedimento Lavaggio preliminare Sciogliere nel litro di acqua calda, il sale integrale e lavare la pelle di viso, collo, decolté e braccia con la manopola o la spugna. Sciacquare bene e tamponare. Preparazione Sulla ciotola svuotare il melograno con il cucchiaio, come si farebbe con una zucca o un kiwi, senza farsi remore se la parte legnosa che divide le sezioni dei grani, finisce dentro è molto importante che ci sia. Tagliare col coltello piccoli pezzi da 1 cm di sedano e aggiungerli al melograno insieme al cucchiaio di miele. Usando il passaverdura o un mixer, frullare il tutto, poco alla volta, avendo cura di creare un composto umido, ma compatto. Se vi sembra troppo liquido, si può appoggiare sulla ciotola un passino e mano a mano che si usa farlo sgocciolare un poco. La miscela che avrà un bel colore rosso, e prima di essere utilizzata va testata, applicando una piccola quantità in un angolo all'interno della piega intra-articolare del gomito, lasciando lo scrub in posa per 3/4 min e osservando che non ci siano reazioni allergiche, di gonfiore locale e prurito alla gola e al naso o altre più specifiche relative alla vostra personale consuetudine. Non sottovalutare questa parte, perché il succo del melograno è molto pigmentato e potrebbe essere facile pensare di avere una reazione allergica quando invece si tratta di una colorazione temporanea della pelle! Fatto ciò ed in totale sicurezza procedete con lo sfregare la pelle con movimenti circolari ripetuti per un paio di minuti, ordinatamente per braccia, collo, decolté, e viso, sciacquare via l'impasto residuo e procedere con la parte successiva del corpo che si vuole trattare. Porta grande giovamento anche alle gambe. Ilaria Pege
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Seconda Parte Meditazione La maggior parte degli incontri prevede una meditazione. Questo può essere un momento prezioso. Se non si vuole partecipare si può scegliere di goderne stando seduti in silenzio. Ricordate che non esiste un modo giusto o sbagliato di sperimentare una meditazione. È possibile visualizzare vividamente o non “vedere” nulla, pur percependo ambiente, profumi e suoni molto acutamente. Nessuno dovrebbe cercare di analizzare la vostra esperienza e spesso potrebbe passare del tempo prima che immagini e parole rivelino il loro significato per voi. Non “otterrete” necessariamente qualcosa da una meditazione, potreste semplicemente sentirvi rilassati da essa. Lavorare insieme con meditazioni guidate e alla costruzione del sentiero può essere un'esperienza molto gratificante e può contribuire a unire il gruppo. Questo può anche far sì che la voce e la consapevolezza del gruppo diventino più chiare nel tempo. Dal momento che i membri di un gruppo sono spesso in fasi diverse nel loro cammino, mentre alcuni avranno già un po' di familiarità con la meditazione, altri saranno completamente nuovi ad essa. Chi guida la meditazione dovrebbe essere consapevole di questo e dovrebbe utilizzare percorsi di meditazione già provati e collaudati. Cercate di non usare le meditazioni contenute nei Gwersu, ad eccezione del Corpo di Luce di base e delle meditazioni della Radura Sacra, a meno che non si tratti di una che tutto il gruppo ha già fatto come parte del corso, in modo da non rovinare
tutto per gli altri. Feedback dal gruppo aiuteranno la persona che conduce a migliorare, quindi, non siate timidi quando si tratta di commentare la meditazione, se l'avete sentita troppo lunga, troppo corta o avete altri commenti costruttivi da fare in proposito. Il gruppo potrebbe preferire che si seguissero le stesse modalità di apertura e chiusura delle meditazioni e dei lavori relativi alla costruzione del sentiero. Questa ripetizione e la familiarità consente alle persone di riconnettersi più facilmente con lo stato alterato di coscienza associata a questa forma di pratica. Se guidate un viaggio interiore, è importante portare le persone indietro lungo lo stesso percorso che si è seguito nel viaggio di andata, per consentire alle persone di essere di nuovo più facilmente completamente radicate. Spesso anche una pausa per una tazza di tè o simili aiuterà in questo radicamento. A questo punto potrebbe seguire una condivisione con il testimone. Attenzione, però, a non eccedere nella condivisione di esperienze di meditazione che per alcuni possono essere un fatto intensamente privato. In un gruppo numeroso questo può richiedere tempo e assorbire molta energia. Potrebbe essere meglio suggerire una condivisione in gruppi di due o tre persone per dieci minuti o semplicemente, per tutti, stare seduti in silenzio per elaborare quello che si è vissuto mentre l'acqua si scalda nel bollitore. Cerimonie/Rituali e scritti dell'OBOD Incontrarsi regolarmente per cerimonie/rituali è un modo per porre le basi spirituali di un gruppo. E' un momento in cui le differenze di opinione sono messe da parte e gli individui possono cominciare a sperimentare l'energia specifica o l'anima collettiva del loro Seed Group o Grove. Per questo motivo non si insiste affinché i gruppi seguano pedissequamente le cerimonie prescritte ma, allo stesso tempo, i leader, in considerazione delle aspettative del gruppo, non possono essere sperimentali nel modo in cui potrebbero esserlo lavorando da soli sul proprio rituale. Qualunque modifica dovrebbe essere apportata a ragion veduta, per motivi che possano essere discussi, compresi e accettati dal gruppo. Come è detto nella sezione di apertura dei rituali OBOD: “Ci incontriamo tra pari...”. Questa frase è profonda e potente e deve essere vera se il cerchio vuole far scorrere l'energia. Ogni persona del
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gruppo contribuisce con la propria consapevolezza interiore ed esteriore, a prescindere dal fatto che abbia o meno un ruolo attivo da svolgere, e questo dovrebbe essere chiaro a tutti. Quando i membri OBOD partecipano a un gruppo si aspettano che i riti riflettano ciò che hanno imparato nel corso. Ciò è particolarmente vero quando si celebrano le feste stagionali. Le cerimonie dell'Ordine sono fondamentali per il lavoro dell'OBOD: molti membri le considerano parte del patrimonio OBOD, modelli magici da avere cari e questo deve essere rispettato. I gruppi che decidono di dividere le celebrazioni stagionali tra parti prese dai testi prescritti e espressioni legate alla stagione a flusso più libero dovrebbero fare regolarmente riferimento ai testi e al Libro del Rituale per mantenere il gruppo sulla strada giusta. Se un gruppo vuole fare un cambiamento, è spesso meglio concentrarsi sul modificare la sezione centrale di un rito, continuando a utilizzare l'apertura e la chiusura “standard” dell'OBOD – essendo questa di per sé una potente struttura di contenimento per quello che potrebbe accadere all'interno della cerimonia. Utilizzando sempre le forme OBOD di apertura e chiusura non solo rafforziamo l'energia del nostro gruppo, ma ci connettiamo anche all'energia di gruppo dell'Ordine stesso. Sapere che questo accade in Grove e Seed Group in tutto il mondo genera un forte senso di comunità spirituale. Nel valutare eventuali variazioni alcune domande da considerare sono: Cosa aggiunge il cambiamento proposto alla cerimonia e all'esperienza di gruppo e in che modo? Questo cambiamento è armonico e rientra nello spirito dell'Ordine? Come apparirà ai nuovi Bardi dell'OBOD e come li aiuterà nel loro cammino? La maggior parte dei gruppi si rende conto di sviluppare le proprie celebrazioni insieme, raffinandole e rielaborandole di anno in anno, in modo che non siano mai statiche ma crescano mentre il gruppo cresce in esperienza e saggezza.
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Festival (Feste stagionali) Un gruppo risoluto a marciare attraverso il pubblico sentiero... Celebrare le feste insieme è un ottimo modo per iniziare a incontrarsi. Col passare del tempo, saltarne uno può farci sentire come una ruota a cui manca un raggio. Camminare insieme attorno alla ruota dell'anno è un'esperienza meravigliosa, costruendo il vostro rapporto di gruppo tra un festival e l'altro, per poi scoprire all'improvviso di aver fatto un anno intero e che state uscendo sulla seconda spirale per un altro giro insieme. Celebrare nell'Emisfero Sud Nell'emisfero sud i membri OBOD celebrano le feste nei momenti dell'anno opposti a quelli nell'emisfero settentrionale e invertono anche le associazioni al Sud e al Nord. Questo significa che, mentre alcuni gruppi celebrano il Solstizio d'Inverno, per esempio, i gruppi nell'altro emisfero celebrano il Solstizio d'Estate. Ricordare questo porta un grande senso di equilibrio alle nostre celebrazioni. Iniziazioni I Grove dell'OBOD possono fare le iniziazioni. Bardi, Ovati e Druidi che desiderino essere iniziati in una cerimonia di un Grove devono aver ricevuto i Gwersu OBOD contenenti la cerimonia d'iniziazione in questione. Non è sufficiente essere stati accettati da parte dell'Ordine per il Grado successivo o aver ricevuto solo i Gwersu introduttivi del Grado successivo. Alcuni Grove insistono sul fatto che i membri svolgano la loro iniziazione individuale prima di una di gruppo, mentre altri sostengono il parere opposto, ritenendo che l'iniziazione può avvenire solo una volta e offrono una cerimonia di benvenuto a coloro che hanno già eseguito un'auto-iniziazione. I Grove OBOD utilizzano cerimonie diverse dalle autoiniziazioni inviate nella formazione a distanza. Il leader di un Grove può chiedere all'ufficio che gli siano inviate copie di questi riti. Nel corso di una cerimonia di iniziazione, dovrebbero essere presenti solo le persone che sono state iniziate al relativo Grado. I Seed Group non dovrebbero offrire iniziazioni. Tuttavia, alcuni Seed Group di vecchia data – che contengono un solo Druido – potrebbero voler offrire iniziazioni. Se questo è importante per il
vostro Seed Group, scrivete groups@druidry.org per avere consiglio.
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Eistedfodd L'Eisteddfod offre l'opportunità di lasciar perdere gli aspetti più formali della cerimonia per un po', per scambiare storie, canzoni, musica e poesia. Ognuno è libero di contribuire o meno. Festeggiamenti/Banchetto Un pic-nic “pentola della fortuna” (porta e condividi) dopo la cerimonia è un bel modo per unire le persone e per garantire che tutti siano nuovamente radicati prima di partire per tornare a casa. Alcuni Druidi bevono vino, birra e idromele. Non fare uso di alcool fa parte del cammino spirituale di molte persone, quindi, dovrebbero essere disponibili alternative all'alcol. Cos'altro fanno i gruppi? Oltre ad incontrarsi per le feste stagionali, molti gruppi facilitano altri eventi che possono includere campi, seminari, assemblee locali e altre attività che eventualmente includano lavori ambientali come piantare alberi. Le ulteriori attività dipendono dalle esigenze e dalle opportunità del luogo e offrono la possibilità di rendersi utili come Druidi mentre si sviluppa l'identità del gruppo. Un modo potente e molto adatto ai Druidi per essere al servizio è che il gruppo si impegni a prendersi cura di un'area specifica nel suo territorio, magari il luogo in cui si incontra per le cerimonie. I membri possono accordarsi per andare sul posto a rimuovere rifiuti, ecc., durante o prima delle riunioni. I leader Cosa rende una persona il leader di un Seed Group o di un Grove? Il Druidismo e l'OBOD tendono ad attrarre persone cordiali, gentili e generose, desiderose di fare una differenza positiva nel mondo. Queste persone possono decidere di avviare un Seed Group e poi, quando raggiungono il Grado Druido, possono unirsi ad un altro membro del Grado Druido per formare un Grove. Spesso le loro case forniranno una base per il gruppo. In questo modo hanno scelto essi stessi di guidare un gruppo e, purché abbiano il sostegno degli altri membri, meritano rispetto e considerazione. Ma queste persone non dovrebbero essere viste come
“superiori” o “al di sopra” di qualsiasi altro membro del gruppo. In alternativa, i membri di un gruppo possono scegliere di applicare un sistema di “leadership a rotazione” per cui ad ogni riunione diversi membri assumono il ruolo di organizzatori, guidando una meditazione e così via. Altri gruppi possono preferire votare i loro leader, che sono al servizio per un periodo determinato. Qualunque sia il modo in cui un gruppo sceglie di operare è importante che i membri non si sentano “impantanati” in regole e formalità. Un gruppo deve evitare da un lato di essere così informale da essere disorganizzato e con una struttura non chiara ai suoi stessi membri, dall'altro di essere tanto strutturato da essere percepito come troppo rigido dai suoi membri. Questa questione può essere un buon argomento da discutere nel gruppo. Quali sono le responsabilità dei leader? I leader uniscono le persone e danno loro incoraggiamento e sostegno. È' opportuno guidare, ma non comandare. Uno dei compiti più importanti del leader è quello di entrare in sintonia e di percepire le esigenze del gruppo – per ascoltare la voce dello spirito del gruppo. Tuttavia, il leader deve sempre ricordare che non è l'unico collegato a questo spirito o che risponde ad esso – la sua luce ed energia sono a disposizione di tutti i membri. Questo spirito di gruppo è indipendente dai leader che dovrebbero vedersi come mediatori di esso. Questo spirito cambierà e si evolverà in conformità con le persone che si uniscono al gruppo e non in conformità con la volontà o i desideri di qualunque leader. Sebbene i leader siano responsabili in certa misura della direzione e di aiutare a mantenere la continuità e la stabilità del gruppo, la conduzione dinamica e l'evoluzione derivano dall'interazione di tutto il gruppo e dalla peculiare presenza di ogni persona all'interno di esso. I leader devono sforzarsi di creare uno spazio adeguato entro il quale i membri possono esplorare e sperimentare i loro mondi Druidici interiori ed esteriori. I leader dovrebbero sforzarsi di mantenere l'integrità dello spirito Druidico e dell'OBOD. Possono anche essere arrivati all'OBOD attraverso l'esplorazione di altri sentieri, per cui è importante ricordare che un gruppo OBOD non deve
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essere deviato da pratiche di altri percorsi spirituali. Tenendo questo in mente, i leader assicurano che il gruppo sosterrà tutti i membri, dal più recente Bardo ai più esperti. I leader possono spesso assumere il ruolo di confidenti e devono sempre rispettare la riservatezza dei soci. Questo vale per molti settori, incluse le fotografie. Come regola generale, le fotografie devono essere fatte solo con il permesso di chi appare nella foto stessa e solo durante la parte sociale della riunione, non durante meditazioni o cerimonie. Ci possono essere occasioni in cui i leader devono esercitare il discernimento e dimostrare l'autorità dicendo “No” ai membri che a loro parere sono disgreganti. Se un problema apparentemente insolubile dovesse sorgere potrebbe essere utile consultarsi con gli altri leader di Grove esperti o, se necessario, con l'ufficio OBOD. E' importante che tutti i membri del gruppo comprendano che il gruppo non appartiene ai leader. Esso esiste indipendentemente dai leader e non esiste che le idee del leader siano imposte agli altri. E nemmeno si è lì semplicemente per essere istruiti dai leader, anche se molti capigruppo esperti nel Druidismo organizzano seminari, workshop sul Druidismo e Druid Camp. I leader si assumono la responsabilità di nutrire e proteggere il gruppo, creando un luogo sicuro in cui i membri potrebbero a volte voler condividere i loro pensieri e sentimenti più profondi. Essi possono anche ospitare il gruppo, rendendo disponibili le loro case per garantire il benessere fisico del gruppo. A parte un piccolo abbonamento per costituire un fondo per coprire le spese di tè, caffè, candele, ecc., come accennato in precedenza, i leader non dovrebbero chiedere denaro e l'appartenenza e il progresso all'interno del gruppo non dovrebbe dipendere da nessun favore. Se qualunque membro di un gruppo fosse preoccupato per il comportamento del gruppo stesso o di un leader, dovrebbe contattare l'ufficio OBOD. Titoli I titoli non sono affatto necessari e possono anche essere considerati sconsigliabili se questo porta ai membri la sensazione che quelli nel gruppo in possesso di titoli sono più importanti rispetto a quelli che non ne hanno. Tuttavia, se tutti hanno capito che i titoli sono
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simbolici e indicano ruoli di servizio, non superiorità, allora possono essere utilizzati. I titoli possono rimanere a certe persone nel gruppo, oppure possono ruotare o essere assegnati tramite divinazione o scelta. I Seed Group potrebbero voler evitare i titoli, in quanto si tratta di gruppi più informali, mentre i Grove sono più formali. Alcuni Grove mettono molto pensiero ed enfasi nei titoli dati ai loro leader e ad altri e possono collegare questi titoli anche a ruoli rituali. Altri gruppi sono meno formali e si riferiscono ai leader come facilitatori o aiutatori, evitando del tutto i titoli formali. Non c'è giusto o sbagliato in questo, ma un attento esame rispetto al modo migliore di procedere sarà tempo ben speso al momento di costruire le fondamenta del gruppo. I tipi di titoli utilizzati sono: Capo Grove, Madre e Padre del Grove, Pendragon e Scriba. Ad alcune persone piace l'utilizzo dei termini “Madre e Padre”, mentre altri li trovano infantili e troppo evocativi di controllo dei genitori o associazioni clericali. Un gruppo non dovrebbe utilizzare i titoli di Sommo Sacerdote o Sacerdotessa (o Sacerdote e Sacerdotessa) per i loro leader. Benché Druidismo e Wicca abbiano molti punti in comune, questi titoli sono fortemente associati con la Wicca e non riflettono l'etica dell'OBOD, che prevede uguale responsabilità, rispetto alle capacità di ognuno, per le pratiche e i lavori rituali del gruppo. Come costituisco un Seed Group o un Grove OBOD? Se sei un membro dell'Ordine, Bardo, Ovate o Druido, puoi avviare un Seed Group. E' necessario che tu sia iscritto al corso, aver ricevuto il pacchetto introduttivo non è sufficiente. Scrivi una mail a groups@druidry.org e comunicaci la tua intenzione! Se sei un membro dell'Ordine del Grado Druido e hai trovato un altro membro dello stesso Grado che lavorerà con te, puoi fare richiesta di avviare un Grove. Inviate cortesemente una mail al coordinatore di Grove e Gruppi all'indirizzo groups@druidry.org. Dare un nome al gruppo e registrarlo Potete adottare qualsiasi nome scegliate, a patto che non sia già in uso. Date un'occhiata ai nomi dei gruppi elencati sul sito web per avere un'idea dei tipi di titoli utilizzati. Alcuni gruppi scelgono
nomi connessi con la loro posizione geografica o si collegano ad una particolare divinità, albero o animale. Qualunque sia la scelta, è un riflesso del vostro spirito di gruppo unico e potrebbe evolversi dopo aver lavorato insieme per qualche tempo. La parola Grove può essere usata nel titolo quando il Seed Group è stato accettato come un Grove OBOD gestito da due membri del Grado Druido. Se volete che altri membri conoscano il vostro gruppo, dovete registrarvi contattando il coordinatore Grove e Gruppi scrivendo a groups@druidry.org. A questo punto si può decidere se si vuole o no che il proprio gruppo compaia nell'elenco sul sito web dell'Ordine, che il pubblico può vedere, o se si preferisce che i recapiti siano messi a disposizione esclusivamente nella lista stampata inviata periodicamente ai membri.
aver lasciato prima di voi. In un mondo ideale avremmo tutti un boschetto perfetto in un contesto bellissimo. In realtà, questo non è sempre possibile o pratico. La cosa importante è cominciare ad incontrarsi regolarmente, sia che si faccia nel cortile di qualcuno o al chiuso. Il gruppo è fatto prima dalle persone e poi dal luogo e si scopre spesso che il luogo giusto in qualche modo si manifesta una volta che l'impegno è preso.
Dove dovremmo celebrare i rituali? Questo cerchio di pietre mi sembra il luogo perfetto per celebrare il nostro rituale in pace... Il nostro cammino Druidico ci collega con la natura e gli elementi, quindi le cerimonie sono spesso meglio celebrate all'aperto, anche se potreste scegliere di lavorare al chiuso se fossero necessarie condizioni di calore, riparo dalla pioggia, privacy o l'accesso per disabili. Se si vive vicino a un bosco o a una foresta allora ci potrebbe essere un boschetto di alberi adatto. Se scegliete un terreno privato, assicuratevi di avere il permesso del proprietario per l'intero gruppo per evitare equivoci (e di infrangere la legge). Anche se siete su suolo pubblico, l'accesso all'area potrebbe non essere automatico, è meglio essere discreti, per non impedire ad altri la loro fruizione del territorio e per rispettare decreti e regolamenti. Alcune persone hanno la fortuna di avere un giardino appartato e vicini comprensivi. Alcuni gruppi hanno avuto la fortuna di poter piantare un boschetto di alberi che poi utilizzano per i loro riti. Lavorare all'aperto può significare fare una camminata prima che la cerimonia possa iniziare, quindi, arrivate preparati. Ma il viaggio insieme, che può iniziare con un tratto in auto e proseguire con una passeggiata silenziosa attraverso il territorio, fa parte della cerimonia tanto quanto il cerchio stesso. Quando lasciate il bosco o il cerchio, raccogliete anche tutti i rifiuti che altri potrebbero
IMPORTANTE Cosa NON è un gruppo OBOD e insidie da evitare Alcuni gruppi potrebbero essere affiliati con altre associazioni Druidiche come ADF, AODA, BDO o il Druid Network, e il loro modo di lavorare può essere diverso da quello dei gruppi che sono esclusivamente collegati all'OBOD. I leader devono ricordare la loro responsabilità nei confronti di tutti i membri OBOD e essere chiari nel gruppo rispetto a quello che fanno e perché lo fanno. I membri sono inoltre tenuti ad assumersi la responsabilità per il proprio percorso, quindi, se stai pensando di entrare in un gruppo, scopri le sue affiliazioni e assicurati di trovarti bene con il modo di lavorare proposto. I Seed Group e i Grove non sono gruppi di terapia, anche se potresti vivere le riunioni come terapeutiche. Non sono nemmeno “gruppi di insegnamento” anche se si può imparare molto da loro. Un incontro non dovrebbe essere usato come un mezzo di avviare il proprio programma da parte di un singolo appartenente, come ad esempio raccogliere “seguaci” per i propri insegnamenti, trovare i partecipanti al proprio workshop o clienti per le proprie terapie. I membri dovrebbero partecipare perché vogliono stare in compagnia degli altri, celebrare i rituali, esplorare il Druidismo e il percorso spirituale con altri che abbiano le stesse idee. Se un membro del gruppo è un guaritore, o
Le cerimonie dovrebbero essere pubbliche? Le quattro feste solari possono essere cerimonie pubbliche, anche se di solito solo i gruppi più esperti si sentono a loro agio a svolgere i rituali in pieno giorno davanti a osservatori casuali. Le quattro feste del fuoco tendono ad essere eventi più intimi (in particolare Samhuinn) con forse alcuni ospiti invitati.
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gestisce workshop, può ovviamente parlare di questo con gli altri membri, ma il gruppo non dovrebbe essere utilizzato come mezzo di “reclutamento”. I leader non dovrebbero usare il gruppo per soddisfare le loro esigenze di approvazione o dominio: per essere visti come “onniscienti” o “saggi” o per dare avvio a “trip” legati al potere, che li facciano agire o sentire come superiori agli altri membri grazie alla loro posizione di leadership. Un leader del gruppo non dovrebbe lasciar intendere di avere un rapporto speciale, che un altro membro non ha, con l'Ordine o l'ufficio OBOD. Non dovrebbero chiedere favori o somme di denaro per tutto ciò che riguarda l'Ordine o per il progresso di un candidato attraverso i Gradi. Non devono offrirsi come sostituti del Tutor per il corso al quale la persona sia stata assegnata. Non dovrebbero lasciar intendere che essi godono di privilegi o insegnamenti che non sono disponibili agli altri membri. A volte le persone entrano in un gruppo in cerca di guarigione emotiva e, benché un gruppo possa spesso aiutare i suoi membri in periodi di stress e tristezza, vi è un limite al sostegno che può dare a qualcuno che ha in corso un problema psicologico. E' responsabilità dei leader del gruppo identificare i membri i cui bisogni possono essere meglio soddisfatti al di fuori del gruppo stesso e suggerire loro di cercare un aiuto professionale. Anche se il leader può essere in grado di offrire un aiuto al singolo membro, è importante evitare di agire come un terapeuta e, invece, consigliare un consulente professionale o un terapeuta. I gruppi OBOD sono autonomi – il che significa che si auto-organizzano e si auto-determinano. L'Ordine non è a conoscenza di ciò che avviene all'interno di un gruppo e non ha alcun controllo su ciò che fanno i gruppi. Se un gruppo non è la vostra “tazza di tè” o scoprite di non apprezzare le riunioni o che non soddisfa realmente le vostre esigenze, non sentitevi obbligati a partecipare. Potreste anche prendere in considerazione l'idea di iniziare un gruppo vostro, che rifletta meglio i vostri gusti e preferenze. -Fine Seconda Parteda www.druidry.org
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cinesi chiamano questo periodo tarda estate e lo considerano una quinta stagione): osservando la natura, infatti, tutto sembra rifiorire. L'estate, col caldo, ha spinto le piante a produrre frutti e semi, per assicurarsi la riproduzione e queste si sono quasi esaurite in tale lavoro, fermandosi alla fine in una lunga pausa vegetativa.
di MicaelaBalìce L'Equinozio d'Autunno è la penultima porta dell'anno agricolo, quella che indica la chiusura della stagione dei frutti e l'imminente avvicinarsi della stagione della morte, l'Inverno. E' un momento di preparazione, dove si fanno i conti: sopratutto i conti di ciò che si è seminato durante l'anno. I frutti sono oramai maturi e quello che si è raccolto servirà a tenerci vivi durante la stagione fredda. Se avremmo raccolto poco sarà un inverno duro, povero, affamato. Possiamo leggere queste parole sia dal punto di vista simbolico sia - come un qualsiasi contadino della precedente era avrebbe fatto - come un dato di fatto: scarso raccolto, niente cibo. E la stagione fredda è lunga. A scandire l'inizio della stagione è l'Equinozio autunnale, momento astrologico che si situa tra il 21 e il 23 di settembre, quando il Sole entra nella costellazione della Bilancia e quindi collocato in una delle porte Cardinali dell'anno e precisamente ad Ovest. Dal punto di vista astronomico l'equinozio è definito come l'istante in cui il Sole raggiunge una delle due intersezioni tra l'eclittica e l'equatore celeste. Per la precessione degli equinozi l'entrata del Sole in una determinata costellazione non corrisponde più all'antica mappatura celeste, in questo modo vi è uno slittamento tra movimento astrologico e movimento astronomico. Dal punto di vista astrologico, l'entrata del Sole in Bilancia - segno dell'Equilibrio -ci riporta al significato latino del nome: "notte uguale". Cardinale ed opposto al suo gemello primaverile, ci ricorda che questi sono gli ultimi giorni in cui le forze si bilanciano e che a seguire - questa volta - l'oscurità vincerà per i successivi sei mesi, sulla luce. Come periodo però non è ancora freddo nè buio. A me piace chiamarlo anche seconda primavera (i
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Ora che il calore si disperde e torna ad essere mite, i fiori possono ritornare a sbocciare come in una seconda primavera appunto, come a voler ricordare che la Vita torna e scorre ancora. Saranno i primi freddi a segnalare alle piante l'inganno, il bisogno di ritirarsi: è proprio allora la linfa comincerà a defluire verso l'interno del midollo, a raccogliersi nelle radici lasciando solo un flebile messaggio che terrà in vita la pianta lungo tutto l'inverno. Nel calendario agricolo contadino, purtroppo, poco o nulla è rimasto delle ritualità festive autunnali e bisogna aspettare la fine di ottobre con Ognissanti per trovare ancora gli antichi riti di passaggio rurali e pagani, quel momento che i Celti chiamavano Samhain. Ma nella memoria di queste antiche popolazioni l'Equinozio autunnale veniva festeggiato col nome di Mabon: il giovane dio della vegetazione e dei raccolti. Scrive Maria Giusi Ricotti nel suo sito: "Mabon, indicato col nome di Maponus nelle iscrizioni romano-britanne, è il figlio di Modron, la Dea Madre: rapito tre notti dopo la sua nascita, venne imprigionato per lunghi anni fino al giorno in cui venne liberato dal Re Artù e dai suoi compagni. Il suo rapimento è l'equivalente celtico del rapimento greco di Persefone: un simbolo evidente dei frutti della terra che sono immagazzinati in luoghi sicuri e poi sacrificati" per dare la vita agli uomini." E sono proprio i Misteri Eleusini la controparte mediterranea ai riti di passaggio verso la stagione infera. In entrambi i miti e facendo uno sforzo di sintesi che non rende giustizia alla profondità di tali tradizioni, quello che viene rivissuto ciclicamente ad ogni autunno è il sacrificio del dio / dea che, dopo le gioie e glorie amorose della primavera e dell'estate, dopo aver dato con la massima potenza fecondante i frutti a tutti gli esseri viventi, è
costretto/a a morire a sé stesso, a declinare nel buio della Terra - intesa come Ventre, Utero, Tomba, Infero - che sta sotto. La coscienza - conoscenza che se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore produce molto frutto (Giovanni, 12, 24) estende il concetto di fertilità al ciclo eterno di Vita - Morte - Vita e alla consapevolezza che solo dalla morte può nascere una nuova esistenza, solo dalla decomposizione può risorgere il nuovo, il cambiamento. Il coraggio della Morte è coraggio della Vita e la connessione di tutti gli esseri con questa legge non ci rende soli bensì ci lega tutti, indissolubilmente. Non a caso Mabon è il tempo del seme. E' il tempo di raccogliere dagli ultimi frutti ben maturi i semi che serviranno l'anno successivo a darci da mangiare. E' il tempo di essiccarli all'aria e all'ombra, di conservarli al buio e all'asciutto in sacchetti di carta con scritto il nome, aspettando la primavera per piantarli.
In natura questo processo avviene da sè: la pianta rilascia il frutto oramai marcio facendolo cadere in terra. La polpa sarà il fertilizzante che consentirà al terreno di accogliere il seme nella sua discesa agli inferi per tutta la stagione fredda, aspettando il prossimo segnale del sole. Mabon è anche il tempo delle radici officinali da raccogliere per le tisane invernali: Tarassaco, Angelica, la stessa Mandragora - mitica pianta delle streghe. Mabon è il tempo dei tagli, delle potature: dove togliere il secco, il vecchio; dove diradare ci indica la via per eliminare anche da noi stessi ciò che ci trasciniamo dietro, oramai morto. Mabon è il tempo del compost: quello che abbiamo preparato in primavera, ad Oestara, coi primi tagli dell'erba. Quello che oramai, sotto, è maturo terriccio fertile. Possiamo rigirare il cumulo in questi giorni ed usare la Terra per nutrire e le fibre non ancora trasformate per fare da base al nuovo cumulo. Cosa ci insegna il compost? Che anche ciò che scartiamo, anche i nostri rifiuti, sono materia utile
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nel grande gioco della trasformazione. Che se abbiamo pazienza, ciò che "buttiamo via" riesce, morendo, a diventare altro, a diventare fertilità, a portarci fertilità. Mabon è il tempo dell'Acqua, l'elemento corrispondente a questa porta cardinale, l'elemento dell'Ovest: legato alle emozioni, all'anima, ai sentimenti. E' il tempo dell'abbandono: nel fluire del fiume che scorre, nel fluire del tempo simboleggiato dal fiume: è il tempo dell'abbandono del passato, di ciò che è stato, di ciò che ero e sono stata. E' il tempo dell'accettazione dei frutti: non sempre le stagioni ci regalano ciò che abbiamo seminato. Ci sono anni in cui si mangiano tante zucchine, altre dove i pomodori non sappiamo più dove metterli e non riusciamo ad assaggiare neppure una zucchina. L'accettazione dei frutti ci insegna ad accogliere quello che la Terra ci dona affidandoci al suo buon senso, imparando a godere di ciò che si ha anzichè vivere lamentandosi per ciò che ci manca. Il potere dell'Acqua, dell'Ovest, di Mabon, è questo: l'abbandono, al tempo; l'accettazione, del raccolto; la purificazione, per prepararsi alla Trasformazione. Nel mondo rurale l'Autunno non lascia dunque grandi tracce, passa mite e silenzioso. Il termine autumnus pare essere di derivazione etrusca e di significato ignoto, come ricorda Bassignana ed è, malgrado la carenza di proverbi e riferimenti folkorici, "la più piemontese delle stagioni"(Bassignana, Il tempo della memoria, pag. 73). In piemonte viene chiamato in vari modi: otogn, otonn, oteugn, autun e l'unico dì 'd marca (giorno della marca, giorno che scandisce il tempo) che si colloca attorno alla porta equinoziale è il 29 settembre, con la festa legata agli Arcangeli, ma in particolare a San Michele. A testimoniare il carattere di marca del tempo è il proverbio piemontese: Pieuva dossa a San Michel, invern doss. Pieuva forta, invern crù. (pioggerellina a San Michele, inverno mite. Pioggia forte, inverno rigido). Ma a San Michele svernano anche gli insetti, co-
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me ricorda il detto - sempre piemontese: La galina 'd San Michel slarga le ale e vola an cel, (La gallina di San Michele - la coccinella - allarga le ali e vola in cielo). In realtà l'Autunno è un momento molto ricco e lo dimostrano i frutti di natura che ancora maturano: dal mais, all'uva, le castagne, i cachi, le mele cotogne, le melagrane. E' un momento che fa tornare il piacere di stringersi accanto al fuoco, magari accoccolati con una copertina o uno scialletto e la tisana calda fumante tra le mani. E per chi conosce il Piemonte, è veramente la stagione che maggiormente rappresenta questa regione: severità dla mia tèra che la vos dl'otonn a strapassa, severità dla mia rassa forta 'nt la pas e 'nt la guèra* da Novèmber Nino Costa in Bassignana, Il tempo della memoria, pag. 73 * Severità della mia terra che la voce d'autunno strapazza, severità della mia razza forte in pace e in guerra. Bibliografia M. BALICE, Il calendario rituale contadino: il ciclo della vita nel Casalese (Tesi di laurea, A.A. 1993/1994, Corso di Laurea in Pedagogia, Università degli Studi di Torino). E. BASSIGNANA, Il tempo della memoria, Priuli & Verlucca editori. P. GRIMALDI, Il calendario rituale contadino, Franco Angeli, Milano1993. Immagini Fotografie originali di Micaela Balice eccetto: - bilancia, tratta da http://www.lollymagic.it/ defaultxhtml/qs_Astrologia-e-Zodiaco-Bilancia-/ Bilancia.html - Maponus, tratta da: http:// www.ilcalderonemagico.it/dei_Mabon.html - autunno, tratta da: http:// oltreilcancello.wordpress.com/2007/09/07/ Da: http://www.strie.it/ruota_equiautunno.html
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Paracelso, (1493 – 1541) scienziato, astrologo, medico, filosofo, mago, ci spiega perché della „riva‟ come luogo prescelto dall’ ’Energia’ : “La riva è il luogo in cui è più energia al mondo: è quello ove l‟elemento Acqua si unisce all‟elemento Terra. In riva al mare, quando splende il Sole, anche l‟elemento Fuoco è presente, l‟energia è ancora maggiore. A questi si unisce la forza dell‟Aria, data dalla brezza del vento”. Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim Insomma la riva del mare come il luogo dove si concentrano i 4 elementi del mondo nella loro danza infinita.
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Fotografie di Vitucho Hernando
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Nel grande lago di Inari c‟è la piccola isola di Ukko, luogo sacro ai sami da più di mille anni che si può visitare con un‟escursione in barca Per i finlandesi si tratta del dio del cielo, essere supremo. Per gli estoni è il dio del fuoco e della folgore. “Ukko, nella mitologia ugro-finnica è una tra le più alte divinità, dio del cielo ed essere supremo. Trova analogie con il dio nordico Odino, ma anche con la divinità baltica del tuono chiamata Perkons. Trova moglie in Akka, considerata "Madre Terra", e tra le sue caratteristiche ha quella di portare fortuna nella caccia. La sua principale arma è un martello chiamato Ukonvasara ("Martello di Ukko"). Nei due poemi nazionali principali della mitologia il personaggio non è tra i protagonisti, tuttavia compare citato più volte. Nel Kalevala, all'interno del canto I, Ilmatar lo invoca nel tentativo di sgravarsi dal figlio Väinämöinen rimastogli in grembo per settecento anni. Nel Kalevipoeg Ukko viene citato nella benedizione che Linda lancia sulla propria famiglia prima di lasciarla per seguire Kalev nella loro nuova dimora, e il dio compare sotto forma di fulmine che colpisce il mago Tuuslar quando egli rapisce Linda. Durante l'estate, da Inari è possibile imbarcarsi per raggiungere la bellissima isola sacra di Ukko, antica località sacra per i pescatori del luogo. A 15 km di distanza dal paese si trova una fattoria di renne. Inari si trova nella parte orientale della Lapponia, lungo la 'strada artica'.” Tratto da http://www.rikreazione.net/
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29 Settembre - 1 Ottobre 2017 A fine Settembre un evento veramente speciale
Incontro con Philip Carr - Gomm Chosen Chief dell’ Ordine dei Bardi, Ovati e Druidi evento a numero chiuso - per info e prenotazioni: ipericoworkshop@libero.it
Lâ€&#x;Iperico - Cerro al Volturno - Isernia (IS)
Intanto il Vischio cresce...
Corso in italiano: info@druidry.it Corso in inglese: office@druidry.org Responsabile sistema di tutoraggio: mentors.it@druidry.org Responsabile redazione “Il Calderone� ilcalderoneredazione@gmail.com
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12 /Alban Elfed 2017 RIVISTE DELL‟OBOD Touchstone: è il magazine OBOD in inglese, pubblicato mensilmente solo in cartaceo e solo per membri dell‟OBOD. Druid è il magazine OBOD in America http://druidmagazine.com/ Serpentstar è il magazine OBOD in Australia ed Oceania https://serpentstar.druidryaustralia.org/ Dryade in lingua olandese http://www.obod.dds.nl/ Il Calderone in italiano http://issu.com/ilcalderone Druidenstein in tedesco http://www.feuersprung.de/ Menhir in francese http://issu.com/obod-menhir Ophiusa in portoghese http://www.obod.com.pt/ophiusa.htm