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Auguri museo!
Nella foto: Tullia Nargiso, studentessa del Liceo Pascal di Pomezia territorio. Dopo la vittoria della Destra alle politiche e alle regionali, sarà fondamentale che il centro sinistra riesca a costruire la giusta prospettiva per la nostra città, ma per farlo sarà importante essere uniti."
POMEZIA - Il 31 marzo il Museo civico archeologico Lavinium ha compiuto 18 anni e ha organizzato per il pomeriggio un fitto programma di eventi. Per prima cosa si è svolta una visita guidata al Museo e all'Area Archeologica a cura del Direttore Scientifico Federica Colaiacomo e del Funzionario Archeologo SABAP Area Metropolitana di Roma e Provincia di Rieti, Francesca Licordari; dopodiché, intorno, alle 17.30, nella sala conferenze del Museo, gli interventi del Direttore Colaiacomo hanno tracciato un bilancio delle attività dell’ultimo anno e illustrato le novità in cantiere. Quindi il professor Alessandro Maria Jaia, docente di Topografia di Roma e dell'Italia Antica presso l'Università La Sapienza di Roma, ha parlato delle nuove statue che dal Magazzino di Pratica di Mare sono andate in mostra al Tempio di Romolo dove resteranno fino all’11 giugno 2023 per poi tornare ad arricchire il percorso espositivo del Museo.
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Calcio Dilettanti, verso il rush finale della stagione I
Pomezia Calcio, è lotta infuocata per non retrocedere: il punto sulle squadre del territorio l calcio locale si appresta a vivere il finale di stagione. facciamo il punto sui campionati che vedono protagoniste le squadre di Pomezia e Ardea.
Pomezia Calcio
Incredibile bagarre in Serie D nel girone G che vede protagonista il Pomezia Calcio. La squadra del patron Bizzaglia, che aveva vinto 2-1 prima della sosta contro l’Atletico Uri, è ancora invischiata in zona retrocessione dove alla vigilia della 29esima giornata c’erano ben otto formazioni nello spazio di 4 punti in fondo alla classifica. Pomezia, Tivoli, Aprilia, Ilva Maddalena a 29, poi Atletico Uri e Portici a 30, Nola 31, Angri 33, tutte si giocheranno la permanenza nella categoria da qui alla fine (e forse anche la Vis Artena che aveva 35 punti).
Team Nuova Florida
Sempre in Serie D troviamo la Nuova Florida protagonista quest’anno di un cammino altalenante e il cui percorso è stato segnato indubbiamente dalle tante vicende societarie.
Resta ultima l’Indomita Pomezia in Eccellenza (girone A): in Promozione Virtus Ardea al settimo posto mezia del patron Valle. I pometini sono reduci dalla sconfitta 1-0 sul campo della Boreale Don Orione mentre nel primo turno di rivata l’ennesima sconfitta in casa contro il Quarto Municipio e le dirette concorrenti per la salvezza ormai sembrano irraggiungibili. E’ un vero peccato per una squadra che, appena lo scorso anno, si rendeva protagonista di un campionato di tutto rispetto. Que-
Incredibile bagarre nel girone del Pomezia con tante squadre nella parte bassa della classifica racchiuse in pochissimi punti: i rossoblu si giocano tutto nel finale per cercare di centrare la salvezza
Sul campo la squadra è all’undicesimo posto con 35 punti all’attivo, il che le permette di avere un certo margine sulla zona calda del raggruppamento. Nell’ultimo turno prima della sosta (era il 19 marzo)i biancorossi avevano perso 1-3 contro il Pineto.
Unipomezia
In Eccellenza nel girone A troviamo l’Unipo-
Il Team Nuova Florida è all’undicesimo posto con un discreto margine sulla zona calda. Prima della sosta il passo falso contro il Pineto per -3 aprile hanno affrontato l’Astrea. In classifica la squadra è al settimo posto con 44 lunghezze, comunque a ridosso dalle prime ma comunque con uno scarto difficile da colmare. A guidare la classifica l’Anzio a quota 57.
Indomita Pomezia
Nello stesso girone l’Indomita Pomezia, purtroppo, si mantiene all’ultimo posto in classifica. Nell’ultimo turno di marzo è ar- st’anno invece, per uno dei club storici del territorio, le cose non sono andate.
In Eccellenza Unipomezia al settimo posto con 44 punti: a guidare la classifica sempre l’Anzio con 57 lunghezze
Risultati 2 aprile
Serie D girone G
Palmese-Pomezia 0-0
Serie D Girone F
Tolentino-TN Florida 0-1
Eccellenza Girone A
Unipomezia-Astrea 4-0
W3 Maccarese-Indomita 2-0
Promozione C
Virtus Ardea-R. Morandi 2-2
2° Categoria
La Setina-FC Torvaianica 1-1
Calcio a 5 Serie A
F. Pomezia-C.D. Melilli 4-2
SPORT
(segue)
Virus Ardea
La Virtus Ardea in Promozione (Girone C) staziona a metà classifica. La squadra è al settimo posto con 36 punti all’attivo: a guidare il raggruppamento la Pescatori Ostia (49), poi Villa Adriana (42), Fiumicino e Zena (41), Palocco (37) e Ostiantica a pari merito con la compagine rutula. Nell’ultimo turno di marzo la squadra di Ardea è uscita vittoriosa dal match con il Pontinia mentre ad aprile ha atteso in casa nel primo match del mese il Rodolfo Morandi.
Città di Pomezia
Veniamo alle categoria. In Prima, nel girone E, troviamo la Città di Pomezia che quest’anno sta conducendo un torneo di tutto rispetto. I pometini sono al quarto posto a ridosso del gradino più basso del podio occupato dal Tor De Cenci. Irraggiungibile la capolista Eur Torrino (a 49 punti) così come il Velletri (43). Nell’ultimo turno di marzo la squadra ha riposato mentre nel primo impegno di aprile ha atteso tra le mura amiche il Campo di Carne.
FC Torvaianica
In seconda categoria (Girone H) troviamo
SERIE A - Dopo un periodo difficile è finalmente in ripresa la Fortitudo Pomezia. La squadra, alla vigilia della 25esima giornata, era poco sotto la metà della classifica ma, soprattutto, con un più cinque dalla zona calda. Nell’ultimo turno di marzo, dopo il successo in trasferta contro l’Olimpus Roma, i pometini hanno vinto il recupero della partita contro il Petrarca 2-0 rilanciandosi in campionato. Paradossalmente adesso i rossoblu potrebberpo guardare perfino avanti alla zona playoff che dista praticamente tre sole lunghezze. Nel primo turno di aprile la squadra ha atteso tra le mura amiche del Palalavinium il Città di Melilli.
CLASSIFICA - Nel raggruppamento, prima delle partite dell’ e del 2 aprile, era sempre in testa il Napoli con 50 punti, tallonato però dal Feldi Eboli a 49. Segue Pescara impegnati anche nella Coppa Italia di Seconda Categoria nei quarti di finale: match d’andata contro il Centocelle il 12 aprile (fuori casa), ritorno il 26.
(47), poi Came Dosson (45), Olimpus Roma (44), Sandro Abate (43). Quindi L84 (39), e Real San Giuseppe a completare le squadre virtualmente ai playoff scudetto. Vicinissime pertanto Meta (33), Pomezia per l’appunto (31) e Ciampino a pari punti. Nella zona playouy Pesaro e Petrarca Padova rispettivamente a 26 e 25 lunghezze. Insegue il Monastir - che oggi sarebbe retrocessa in Serie A2 - a 23, staccate e praticamente condannate Pistoia e Città di Melilli.
Chatgpt: “Ava contro Eva”, povero Adamo
Tra i modelli di Intelligenza Artificiale (AI) che proliferano sempre più uno dei più avanzati è ChatGPT –Chat GENERATIVE Pretrained Transformer 3. Si tratta di un potente strumento di elaborazione del linguaggio naturale - Natural Language processing NLP- creato da OpenAI e fondata da Elon Musk nel 2015). L’avatar botChat, presentato nel 2019, è basato sul sottoinsieme dell’AI “Machine learning” (ML), può tradurre, rispondere, scrivere libri, poesie, brani per pianoforte, algoritmi, articoli giornalistici, etc. grazie all’uso di algoritmi di apprendimento automatico ( pre-training) che consentono di “imparare” a comprendere il linguaggio umano ed è divenuto un fenomeno virale oltre che un vero e proprio colpo al cuore per Google oltre che per il cervello umano che se ne può andare diritto in pensione. L’uso è semplice, si digitano pochi indizi nella barra, come una qualsiasi chat messagistica, con risultati di notevole precisione; non è una fonte attendibile, autorevole, in fondo pesca qua e là in rete miscelando tutto, il discernimento resta una qualità imprescindibile dell’uomo per fortuna, ma può essere molto influente. Il direttore di un quotidiano (Il Foglio) ha lanciato una sfida ai suoi lettori, pubblica un articolo al mese scritto da un bot ChatGPT e offre un premio a chi riesce ad identificare il giornalista “dis-umano”. Il Resto del Carlino ha provato l’IA di OpenAl chiedendo al sistema di generare un’intervista simulando sia il giornalista sia l’intervistato con risultati definiti impressionanti dallo stesso vero giornalista. Altri lo hanno definito un giocattolo (Huffington Post), confondendo la speranza con la realtà. Il senso di estraniamento e familiarità di fronte ad un robot fu approfondito nel 1970 da Masahiro Mori, uno studioso nipponico di robotica, sosteneva testualmente:“Man mano che l'aspetto di un robot diventa più umano, la risposta emotiva di alcuni osservatori al robot diventa a sua volta sempre più positiva ed empatica, fino a raggiungere una soglia oltre la quale la risposta si tramuta rapidamente in una forte repulsione. Tuttavia, siccome l'aspetto del robot continua a diventare meno distinguibile da un essere umano, la risposta emotiva ridiventa nuovamente positiva e si avvicina ai livelli di empatia reciproca umana”. La forte repulsione suscitata da un robot con aspetto e movimento tra il quasi umano e il completamente umano è la “uncanny-valley”, ovvero l’idea che un robot più sembra umano più sembra strano, come il senso di artificialità ispirato da una persona troppo perfetta, un senso di estraniamento, di inquietudine
L’IA risponde alle richieste ma non è una fonte attendibile, autorevole: in fondo pesca qua e là in rete miscelando tutto. Il discernimento resta fortunatamente una qualità imprescindibile dell’uomo che in un primo momento ostacola la risposta empatica necessaria per una interazione produttiva uomo-robot. Al riguardo Freud, il padre della psicoanalisi, elaborò il concetto di “Unheimlich” in italiano perturbante, un’angoscia suscitata da qualcosa che evoca nello stesso tempo familiarità ed estraneità (diceva Pascoli “c’è qualcosa di nuovo oggi nell’aria anzi di antico”), turba solo quello che nell’ignoto è anche familiare, altrimenti si resterebbe indifferenti, qualcosa di oscuro ma anche nostro dal quale ci si sente alienati, esclusi. E’ la radice del razzismo, della ripulsa verso gli emigranti che invadono le “nostre” spiagge, uomini come noi trattati come bestie, almeno fino a quando non si conoscono e ci si abitua a loro, come è accaduto in tante parti del mondo dove in un primo momento sono stati trattati da schiavi. Lo strano, lo straniero ci mette di fronte ad aspetti nostri rifiutati e proiettati in loro come comode stampelle, sebbene quando escono fuori nudi o morti dalle acque mostrino tutta la loro fragilità, innocenza. Ci si può innamorare di un robot sebbene consapevoli della loro natura meccanica, in fondo anche l’amore è un’illusione dove sempre i più freddi e insensibili risultano i più gettonati anche se poi si soffre, solo che con l’ umanoide si perde sempre e si finisce con tutte le scarpe sotto il tritasassi della tecnologia. Nel 1815 lo scrittore di romanzi fantascientifici E:T:A: Hoffmann pubblicò un racconto “L’uomo della sabbia” narrava la storia tra Nathanael e Olimpia,
ChatGPT è un’intelligenza artificiale in grado di rispondere, scriveri libri, articoli di giornale, poesia: è diventato un fenomeno virale e mondiale una strana ragazza silenziosa dai movimenti meccanici che viveva in casa del professor Spalanzani. Olimpia era un’automa e, quando il povero Nathanael oramai perdutamente innamorato lo scoprì, reagì con orrore, voleva infondere la vita in quel corpo artificiale così come fece Frankenstein con il corpo morto della sua sposa, unico amore della sua vita che forse rappresentava il corpo morto della madre che non riuscì a salvare alla nascita di suo fratello (chissà, il vero mostro per lui), motivo alla base della sua scelta di diventare medico e…. onnipotente. Nel 2015 il regista A.Garland (figlio di una psicologa, Caroline) che spesso si è ispirato a tematiche psicologiche, realizzò il film di fantascienza “Ex-Machina”, il protagonista Caleb, un giovane programmatore, venne invitato nella villa di Nathan Bateman (come Nathanael), il suo capo megalomane; In realtà la villa era un grande laboratorio dove Nathan stava costruendo Ava, un bellissimo androide dalle fattezze femminili di cui Caleb avrebbe dovuto scoprirne la natura meccanica. Nient’altro che il test di Turing che ad oggi non è stato superato da alcun computer, dunque l’artificiale resta sempre distinguibile dall’ umano. In un altro film (Her di S.Jonze) Caleb si innamora di Ava, prima o poi Ava vince sempre proprio come Eva con Adamo. ChatGPT e Ex-Machina sono entrambi esempi dell’Unheimlich freudiano. Il sogno dell’uomo è da sempre l’abolizione della sofferenza, sia fisica sia psichica, della morte, si vedano le credenze nello spiritismo, nei fantasmi, nella reincarnazione, l’altro sogno è la creazione, come Dio, i bambini “creati” in laboratorio hanno questo significato inconscio sottostante, ciò vale anche per i robot. I robot sembrano proprio avere realizzato l’ambizioso sogno divino, anche meglio del Signore che disponendo solo di fango e acqua ha fatto quel che poteva, chissà come se la caverà Adamo/Caleb con la fredda Ava al posto di Eva che generava figli bellissimi con un semplice tocco senza il supporto di alcuna sofisticata tecnologia, solo cedendo alle tentazioni del primo serpente che passa, anzi che striscia.
Dott.ssa F. Tomasino Psicologa-Psicoterapeuta francesca.tomasino@hotmail.it
artorire è difficile, impegnativo, richiede tempo ed energie, bisogna affrontare l’ignoto e arrivare fino al limite di sé stessi, chiudere le porte socchiuse e riaprirne altre che si erano momentaneamente accostate, insomma è un viaggio con una lunga preparazione, circa nove mesi e che non finisce con l’arrivo di un bambino, ma con l’inizio di un’altra più lunga ed impegnativa avventura chiamata genitorialità. Dopo il parto l’allattamento non è certo un momento più semplice da affrontare, sì, senza dubbio avere tra le braccia quel fagottino profumoso e coccoloso ripaga di tante cose, ma perdere ore di sonno prezioso, non disporre più liberamente del proprio corpo e del proprio tempo, far fronte a nuove richieste, non sapere come fare, come gestire, rimanere nell’incertezza di essere all’altezza, districarsi tra consigli non richiesti e paure personali non è certo da meno. Abbiamo lavorato per ridurre i tempi di ricovero, per velocizzare il rientro a casa, per tutelare la diade mamma e bambino in ospedale, con il rooming in, con l’allattamento a richiesta, abbiamo fatto campagne di sensibilizzazione per incentivare l’allattamento al seno, ma una volta dimesse e mandate a casa chi supporta e sostiene queste mamme? Forse dovremmo tutelarle tenendole con noi diciamo finché l’allattamento non sia ben avviato? Ma si riesce a fornire questo tipo di assistenza in regime di ricovero? È sostenibile la spesa sanitaria per questo tipo di assistenza? Forse la domanda dovrebbe essere rivolta fuori dalle mura ospedaliere, ma chi se ne dovrebbe occupare? Molte delle richieste di aiuto che ho ricevuto dalle mamme in questi anni riguardava proprio questo…il dopo, l’allattamento, l’accudimento di un neonato a casa. Spesso le mamme si sentono abbandonate! Di chi è la responsabilità? Di un punto nascita che dimette troppo presto quando ancora l’allattamento non è ben avviato tutelandosi dietro l’eventuale prescrizione di un latte in formula da somministrarsi al bisogno? Di un servizio territoriale poco presente ed efficiente? Di una generazione che ha perso la tradizione popolare dell’accudimento oppure di un’evoluzione della vita e della socialità che lasciano poco spazio alle necessità di una mamma e di una famiglia che vuole dei figli. Forse un po' da tutte queste cose insiemeEppure, conosco delle realtà dove le cose funzionano diversamente, dove il territorio non è così evanescente, dove veramente l’assistenza è integrata, dove veramente c’è interscambio e confronto professionale, dove le situazioni difficili vengono segnalate precocemente, le mamme vengono prese in carico, si organizzano incontri con psicologi, psichiatri, assistenti sociali e nessuna mamma viene lasciata da sola. Abbiamo a disposizione uno strumento dedicato a questo scopo, il consultorio, molto spesso sottovalutato e poco conosciuto, ma che in determinate realtà riveste invece un ruolo centrale. Ci sono delle Regioni in cui la rete assistenziale è, come dire, integrata, le future mamme accedono al consultorio e questo, attraverso le ostetriche, si dedica a selezionare le gravidanze fisiologiche, o meglio quelle a basso rischio e le segue per tutto il percorso fino al parto. Ogni mamma ha la propria ostetrica e questa ha il compito di monitorare l’andamento della gravidanza programmando le visite e i controlli necessari, ma anche quello di rispondere alle domande, sostenere i corsi di accompagnamento alla nascita, parlare con lei, imparare a conoscerla al fine di essere in grado di sostenerla a pieno nelle scelte e di essere davvero in qualche modo la “sua” ostetrica personale. Tutte le informazioni ricavate, comprensive dei risultati degli esami ematici, tutti gli argomenti trattati vengono riportati su un libretto che la mamma porta con sé fino al momento del parto e anche dopo. A termine di gravidanza la donna può decidere se partorire in casa con la sua ostetrica ed in tal caso quest’ultima contatta l’ospedale di riferimento per avvisare dell’inizio del travaglio e dell’esito del parto, oppure può decidere di andare a partorire in ospedale. In questo secondo caso, sarà l’ostetrica del punto nascita che invierà comunicazione al consultorio di riferimento al momento della dimissione annotando le eventuali criticità di quei pochi giorni in maniera che la mamma possa tornare in carico al territorio ed essere supportata una volta rientrata a casa per le difficoltà che potrebbe incontrare con l’allattamento riportando con sé il pro- prio libretto della gravidanza aggiornato con le prime notizie utili del post partum e dell’andamento dell’allattamento. Fantascienza? No, parliamo di Italia…un po' più a Nord di dove viviamo noi, ma comunque Italia. Il bello di questa comunicazione bidirezionale è che consente di avere un’immagine definita della donna, che si sente accolta: è un po' come conoscerla prima di conoscerla davvero. Il tutto, infatti, rimane anche nel sistema informatico aziendale, per cui alla successiva gravidanza è già possibile farsi un’idea della storia ostetrica di quella mamma. Questo consente di intervenire precocemente per evitare il ripetersi di situazioni già accadute e di personalizzare ancora di più l’assistenza. Facile? Decisamente no! Soprattutto non è facile pensare di cambiare dall’oggi al domani. Da dove partire allora? Forse occorre potenziare i servizi territoriali, migliorare l’offerta, aumentare e soprattutto formare il personale. Poi serve anche portare le donne nei consultori facendo campagna informativa, entrare nelle scuole, parlare con le ragazze e anche con i ragazzi, cancellare alcuni tabù che ormai spesso restano solo nelle nostre teste di adulti, parlare con i nostri figli a casa. Dopo tutto questo, lo sforzo più grande è richiesto agli operatori dl settore che dovranno studiare il modo migliore per mettere in atto questa stretta comunicazione tra ospedale e territorio. Servono menti motivate con voglia di crescere e di migliorare… sicuramente sarà un lungo cammino, ma qualunque esso sia inizierà sempre da un primo passo, bisogna solo partire ponendosi dei piccoli obiettivi per volta, ma puntando alla vetta. Io camminerei!
Dott. Ost. Catiuscia De Renzis Papera.cd@gmail.com