3 minute read

L’ Farina di insetti: quello che c’è da sapere

Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha dato il via libera alla messa in commercio, per l’alimentazione umana, delle farine prodotte da alcuni insetti, che ora potranno essere commercializzate anche in Italia. Un percorso iniziato nel 2018 con l’entrata in vigore del regolamento UE sui “novel food” ma che ora inizia ad avere i suoi effetti anche nel nostro paese. Al momento si tratta della larva gialla della farina (Tenebrio molitor), della Locusta migratoria, della farina di Acheta domesticus (grillo domestico) e delle larve di Alphitobius diaperinus (verme della farina minore), congelate, in pasta, essiccate o in polvere, ma molte altre richieste sono in corso di approvazione. Cerchiamo di capire quali prodotti potranno contenerle, ma anche i possibili rischi per la nostra salute per la nostra economia e per la nostra “cultura alimentare”. Chi ingenuamente pensa che potrà facilmente evitare di mangiare questi “insetti”, evitando di comprare le loro larve nei banchi dei mercati, come accade da tempi memorabili in asia si sbaglia. La loro introduzione nella nostra dieta sarà molto più discreta e se non impariamo a leggere finalmente le etichette, potremmo ritrovarci a consumare regolarmente alimenti che contengono “insetti” senza rendercene conto. La cosidetta “farina di grillo”, termine ormai utilizzato per indicare genericamente tutti i prodotti di questo tipo, potra essere utilizzata in una infinità di prodotti da forno, nel pane e nei panini multicereali, nei cracker, nei grissini, nelle barrette ai cereali, nei biscotti, nei prodotti secchi a base di pasta, ecc. Ma anche nelle salse ed in una infinità di prodotti industriali: nei preparati a base di carne; legumi, patate verdure, ecc. La potremo trovare nella pizza, nei prodotti a base di pasta, nei prodotti sostitutivi della carne, nelle minestre concentrate o in polvere, negli snack,

Chi ingenuamente pensa che potrà facilmente evitare di mangiare questi “insetti”, evitando di comprare le loro larve nei banchi dei mercati, come accade da tempi memorabili in Asia si sbaglia nelle bevande fermentate come la birra, nei prodotti a base di cioccolato, negli snack e nei prodotti proteici per diete e per gli sportivi. Al momento i principali rischi per la salute sembrano essere quelli connessi alla presenza della chitina, una proteina contenuta nel carapace degli insetti che, nelle persone allergiche, può dare manifestazioni che vanno dal semplice eritema cutaneo allo shock anafilattico. Cosa ben nota a chi soffre di allergie alimentari per prodotti “tradizionali” come ad esempio arachidi o crostacei, che dovranno prestare particolare attenzione ai cibi che contengono farine di insetti. Inoltre, un uso prolungato e frequente,di questi nuovi cibi, anche per chi non è allergico, potrebbe portare a una sensibilizzazione. Esiste poi il problema delle frodi alimentari e dell’uso di sostanze non ammesse per l’allevamento intensivo di questi insetti che,come accade per gli alimenti tradizionali sono sempre possibili.

Advertisement

Purtoppo dobbiamo rassegnarci, il nostro attuale e convulso modello di sviluppo sta rapidamente esaurendo le risorse della terra e le farine di insetti sono una ottima fonte di proteine (oltre il

65%) e sono ricche di fibre, calcio, vitamina B12, ferro, fosforo, sodio, ecc. La crescita della popolazione, l’inquinamento, la deforestazione, la urbanizzazione ed il consumo incontrollato di suolo stanno distruggendo il nostro pianeta che già non è più in grado di sfamare tutti. Nella nostra ignoranza continuiamo a costruire centri comerciali, capannoni industriali, orribili complessi edilizi, ecc. sottraendo terreno alla agricoltura ed impedendo all’acqua di ricaricare le falde. Si pensa al profitto immediato senza tener conto che quei terreni ci hanno permesso di sopravvivere per secoli e di avere cibi di qualità straordinaria. Eccellenze alimentari che il nostro governo finalmente ha deciso di candidare come patrimonio immateriale della umanità. Distruggendo il nostro territorio ed il nostro paesaggio ci stiamo trasformando noi stessi in “insetti” che vivono in stipati alveari che chiamiamo “citta”, incollati tutto il giorno agli schermi di telefoni o TV. Ma pensare di difendere la nostra cultura alimentare senza difendere il nostro territorio che produce i nostri straordinari cibi è impossibile. Seguendo la logica del profitto e della speculazione stiamo rimanendo senza suolo e senza acqua che sono due elementi indispensabili per produrre dei cibi di ottima qualità. Gli effetti a lungo termine dei cambiamenti che i cibi industriali stanno avendo sulla nostra dieta e sulla qualità della vita si stanno gia manifestando nei paesi più industrializzati, con il dilagare della obesità e di patologie alimentari che stanno riducendo la qualità e la durata della vita media. Da anni su questa rubrica vi suggerisco delle scelte alimentari tradizionali basate sulla nostra cultura mediterranea. Senza equilibrio nel nostro territorio tra le zone agricole dove si produce il cibo, quelle forestali dove si ricaricano le falde che ci forniscono la nostra acqua e le aree urbane dove si consuma tutto, finiremo per vivere come gli insetti e quindi mangeremo cibi prodotti da farine di insetti, che saranno le uniche cose che in futuro riusciremo a produrre se non cambiamo modello di sviluppo.

Monica Grosso - Biologo nutrizionista

Se volete contattare l’Autore di questo articolo rivolgetevi al 3208942854 monicagrosso1@tiscali.it

This article is from: