Il Corriere della Città - Dicembre 2021

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Anno 13 Numero 12

DICEMBRE 2021

libertà informazione politica cronaca cultura sport

DISCARICHE ABUSIVE RAPPORTO ECOMAFIE 2021 DI LEGAMBIENTE: IL LAZIO “SCALA” LE CLASSIFICHE

Così gli svuota cantine incassano fino a 1.000 euro al giorno (da pag. 8)

R I F I U T I E I LLE C I T I : P R O V I N C I A SPO DI R O M A S E C O N DA S O LO A N A P O L I ESCLUSIVO

APPALTO RIFIUTI A POMEZIA

Nuova gara (da oltre 70 milioni) ma è bufera: della vicenda sarebbe stata informata l’Anticorruzione

SANTA PALOMBA

In tre anni non è cambiato nulla alla Stazione Ferroviaria (ma partono i lavori del bando periferie)

SANGUE SULLE STRADE

«Oltre 200 incidenti, 3 morti e 341 feriti ad Ardea e Pomezia» (da p.14)

NASCE IL “RIGATORRE” Dopo il Torvicello, anche Pomezia ha il suo nuovo “piatto tipico” (da p.26)

L’intervista con Marco Giuliani NATALE A POMEZIA Tornano gli eventi per le festività natalizie in città (p.30)

Editoriale AMBIENTE, PESSIME NOTIZIE

Buone Feste E’ a tutti i lettori

un quadro allarmante quello che emerge dall'annuale report sulle Ecomafie diffuso da Legambiente che monitora reati e illeciti perpetrati ai danni dell'ambiente. Nemmeno nel 2020, anno nero segnato dalla pandemia Covid-19, l’Ecomafia ha conosciuto lockdown di sorta o pause. Dal punto di vista Regionale il Lazio esce malissimo da questa particolare “fotografia” di Legambienite avendo scalato le classifiche in alcuni specifici settori tra quelli attenzionati. Un dato su tutti fa riflettere: la nostra Regione ma soprattutto la Provincia di Roma, sono seconde soltanto a Campania e Provincia di Napoli per ciò che riguarda gli illeciti accertati nel ciclo di rifiuti. Un risultato di cui, francamente, avremmo volentieri fatto a meno. (continua a pag.4)

All’interno

Pontina, Ardeatina, Laurentina: così i pendolari del rifiuto alimentano le discariche abusive

IL SERVIZIO DA PAG. 6



DICEMBRE 2021 NUMERO 12

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INCIDENTI STRADALI, I DATI ISTAT

Editoriale E c o m a fi e 2 0 2 1 , i l r e p o r t d i L e g a m b i e n t e

INCHIESTA I pendolari del rifiuto.....................................p.6-7 Discariche abusive, ‘zozzoni’ e svuotacantine...pp.8-9 POLITICA Appalto rifiuti a Pomezia, è bufera.................pp.10-11

CRONACA Violenza sulle donne: i numeri....................da p.12 Stazione FS, dal 2018 nessuna novità..............p.16 I Cinghiali ‘invadono’ Pomezia.........................p.21 Maltempo, Pomezia e Ardea allagate..................p.24 LE RUBRICHE DEL CORRIERE DA PAG. 32

Oltre 200 sinistri nel 2020 tra Ardea e Pomezia. Ecco le cause più comuni degli incidenti stradali (da pag. 14)

SPORT DILETTANTI: IL PUNTO A POMEZIA E ARDEA

(da p.30)

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EDITORIALE

Il Corriere della Città dicembre 2021

Ecomafie 2021: il rapporto di Legambiente (segue dalla copertina) Ogni ora 4 reati contro l'ambiente: Lazio quarto nella classifica nazionale La nuova fotografia nel rapporto “Ecomafia 2021”, realizzato da Legambiente con il sostegno di COBAT E NOVAMONT e edito da Edizioni Ambiente, mostra dunque come in Italia nel 2020 siano stati ben 34.867 i reati ambientali accertati (+0,6% rispetto al 2019), alla media di oltre 95 reati al giorno, 4 ogni ora. Resta alta l’incidenza dei reati ambientali accertati nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (ossia Sicilia, Campania, Puglia e Calabria), esattamente 16.262, il 46,6% del totale nazionale, con 134 arresti (nel 2019 erano stati “soltanto” 86). Nella classifica regionale, Campania, Sicilia, Puglia sono le regioni più colpite da illeciti ambientali. Ma al quarto posto quest’anno è salito il Lazio con 3.082 reati, con un incremento del (in leggera flessione rispetto al 2019, quando 14,5% sul 2019, superando così la Calabria. erano stati 894), con 2.314 soggetti denunLo scenario ciati e 824 arresti. E il numero più alto “Un quadro nel complesso predi procedimenti, ben 477, ha rioccupante, se si considera che guardato il delitto di inquinaI NUMERI una parte molto significamento ambientale. “Ma c’è tiva degli illeciti analizzati Secondo il rapporto “Ecomafie una nota positiva” - dinel rapporto Ecomafia ha 2021” di Legambiente in Italia nel chiara Legambiente . “ova che fare con la viola- 2020 sono stati ben 34.867 i reati vero il numero crescente di zione di normative con- ambientali accertati (+0,6% rispetto Procure che hanno rispoal 2019), alla media di oltre 95 nesse ad attività delle sto all’appello del ministero reati al giorno, 4 ogni ora imprese, che pure hanno per monitorare l’applicadovuto subire, in diversi setzione della legge 68: è stato tori, la sospensione delle prosuperato l’88% degli uffici comduzioni, causata, appunto, dai petenti (l’anno precedente l’80%), la lockdown”, spiega Legambiente. A conpercentuale più alta di sempre, segno evifermare la pressione sostanzialmente inalte- dente di una sensibilità crescente verso i crirata dell’eco-criminalità nel nostro paese è mini ambientali anche all’interno anche l’applicazione dei delitti contro l’am- dell’ordinamento giudiziario”. biente, introdotti nel Codice penale dalla I numeri dell’illegalità nel ciclo dei rifiuti legge 68 del 2015: 883 i procedimenti aperti

Tra i temi affrontati dal rapporto sulle Ecomafie c'è quello degli illeciti contestati nel ciclo dei rifiuti. Lo scorso anno, secondo il report, i reati specifici in tale settore “sono stati complessivamente 8.313, quasi 23 al giorno, in calo rispetto all’anno precedente (12,7%), quando se n’erano contati 9.527, a cui si aggiungono 10.691 denunce, 228 arresti e 3.256 sequestri”. La riduzione complessiva dei reati è dovuta, spiega Legambienite, “con ogni probabilità ai lunghi mesi di lockdown e di contrazione della produzione e dei consumi”. Ma c'è poco da gioire. Spiega Legambiente: “Si tratta di un calo che in realtà è una buona notizia solo in parte, considerato che se l’emergenza sanitaria ha sicuramente inciso sulla pressione ecocriminale, quanto meno dal punto di vista quantitativo, allo stesso tempo la qualità dell’illegalità ha mantenuto intatta la sua forza, come mostrano sia numeri in crescita sugli arresti (+15,2%), sia, come si dirà meglio dopo, i dati sulle inchieste per lo specifico delitto di attività organizzata di traffico illecito di rifiuti (ex articolo 452-quaterdecies del Codice penale), ossia la fattispecie più grave e, soprattutto, reato simbolo della “Rifiuti Spa” che raccontiamo nel Rapporto Ecomafia sin dagli anni Novanta”. Luca Mugnaioli Resta alta l’incidenza dei reati ambientali accertati nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (ossia Sicilia, Campania, Puglia e Calabria), esattamente 16.262, il 46,6% del totale nazionale. 134 arresti (nel 2019 erano stati “soltanto” 86)

Illeciti ambientali: Campania, Sicilia e Puglia le Regioni più colpite. Il Lazio (dati 2020) sale quest’anno al quarto posto con 3.082 reati, in aumento rispetto al 2019



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INCHIESTA

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I pendolari del rifiuto: così la ‘monnezza’ viene porta azio e soprattutto la Provincia di Roma sono seconde soltanto a Campania e Provincia di Napoli per ciò che riguarda gli illeciti rilevati nel ciclo dei rifiuti. E' questo quanto emerge dal rapporto “Ecomafie 2021” stilato da Legambiente con il sostegno di “COBAT E NOVAMONT” e edito da Edizioni Ambiente. Ebbene, in questo specifio settore, stilando la particolare – e per nulla invidiabile – classifica, in vetta troviamo ancora la Campania con 2.054 reati commessi nel settore dei rifiuti, quasi un quarto di quanto verbalizzato in tutto il paese. Al secondo posto si colloca però il Lazio, in “ascesa”, con 736 illeciti. Provincia di Roma seconda solo a Napoli A livello provinciale, per la nostra Regione, non va certo meglio: se Napoli e il suo hinterland hanno il record di illeciti (522), Roma Le 10 Regioni con più illeciti accertati nel ciclo dei rifiuti: il Lazio è secondo la segue da vicinissimo con 418. Del resto che la questione della spazzatura e del suo smal- dro a tinte fosche che caratterizza la nostra fiuti, partendo dal loro censimento nella timento sia un grossissimo problema non è Regione. E in tale contesto si inserisce dun- parte più periferica del “IX Municipio”. Parcerto un mistero, considerando la situazione que anche l'ombra lunga degli ecocriminali liamo infatti di zone ampiamente conosciute critica che sta vivendo la Capitale (e il Lazio – se non quando proprio delle vere e proprie in materia di reati ambientali considerando ecomafie – che ormai da tempo la presenza del campo rom di Castel Roin generale) ormai da anni. Carenza hanno individuato nei rifiuti un mano, dove solo recentemente, grazie alla di impianti, sistemi di raccolta florido business da sfruttare. presenza costante h24 delle forze dell'ordine, inadeguati, percentuali di difLA CLASSIFICA Il focus: l’attività del cir- sono stati abbatuti i roghi tossici, ma anche ferenziata in alcuni Comuni Illeciti nel ciclo dei rifiuti: la colo di Legambiente Agro delle tante discariche abusive dislocate lungo distanti anni luce dai miCampania registra 2.054 reati romano meridionale le strade secondarie che confinano con i nonimi previsti per legge, gli commessi nel ciclo dei rifiuti, Parlando della Provincia stri Comuni. Ad oggi, si legge, “dopo circa un incidenti e gli incendi “soseguita dal Lazio con 736. di Roma una delle aree anno e mezzo di attività, sono state censite spetti” verificatisi in tempi La Provincia di Napoli resta maggiormente attenzio- oltre 170 discariche abusive che, attraverso la recenti (Eco X ma anche il quella più colpita nate con uno specifico focus collaborazione costante con la Polizia munirogo al TMB Salario solo è stata quella a sud della Ca- cipale del IX Gruppo Eur, a settembre 2021 per fare due esempi), il caso pitale. A questo proposito, sul si sono ridotte di circa un terzo”. L’analisi della discarica di Albano riasolco dell’attività condotta da Le- condotta dal circolo di Legambiente ha conperta in fretta e furia in piena estate nonostante le acclarate problematiche am- gambiente Lazio su tutta l’area di Roma, uno sentito di delineare le cause per le quali l’area bientali fino ad arrivare alle tonnellate di sac- dei più giovani circoli romani, quello del- della periferia romana del IX Municipio è inchetti in strada a alle decine di discariche l’Agro romano meridionale, nato poco prima teressata da tutti questi siti di abbandono riabusive disseminate ovunque, sono solo al- del lockdown nel febbraio 2020, ha iniziato fiuti: “prima di tutto – spiega Legambienite – cuni degli elementi che compongono il qua- sin da subito la lotta ai siti di abbandono ri- l’abbondanza di vasti spazi verdi dell’Agro romano. Infatti è molto più semplice abbandonare i rifiuti in aree così vaste e difficilmente controllabili, anche per via della scarsa illuminazione e della frammentazione e della scarsa densità abitativa”.

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(continua)

Sul podio: la Provincia di Roma è seconda soltanto a quella di Napoli

Il caso di Castel Romano e delle sue innumerevoli discariche a cielo aperto: soltanto la presenza fissa delle forze dell’ordine ha ridotto recentemente il fenomeno dei roghi tossici

Discariche abusive: scoperti oltre 170 siti di abbandono nella parte più periferica del “IX Municipio” di Roma (che confina anche con Ardea e Pomezia): «Tante zone difficilimente controllabili»


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INCHIESTA

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ata (e scaricata abusivamente) da un Comune all’altro Il dato: la zona a sud di Roma “presenta numerosi accampamenti di persone senza fissa dimora, costrette a vivere in condizioni drammatiche, coinvolte in attività connesse al traffico dei rifiuti” (segue) Il “pendolarismo” dei rifiuti: le “zone franche” di Pontina, Ardeatina e della Laurentina Un particolare fenomeno emerso durante le attività di investigazione del Circolo di Legambiente è il cosiddetto “pendolarismo del rifiuto”. Quando parliamo infatti di “IX Municipio” sappiamo bene che, specie per le parti più a sud, della competenza di Roma c'è ben poco. Pomezia e Ardea – ma anche i Castelli – offrono quella prossimità territoriale che in materia di illeciti e di abbandono di rifiuti fanno sì che i problemi ricadano poi sugli enti locali anziché su Roma Capitale. Ci spiega Legambiente: “In quest'area insistono infatti strade di ampia percorrenza come la via Ardeatina, via Laurentina e via Pontina, sulle quali giornalmente transita un’enorme mole di veicoli, che “garantiscono” numerosi punti scarsamente controllati e illuminati appetibili per gli autori di queste azioni illecite. La zona, inoltre, presenta numerosi accampamenti di persone senza fissa dimora, costrette a vivere in condizioni drammatiche, coinvolte in attività connesse al traffico dei rifiuti”. Il “caso Ardea” Il fenomeno del “pendolarismo del rifiuto” del resto è ben noto sul territorio, specie ad Ardea. Nell'agosto 2018 fece scalpore ad esempio il ritrovamento di decine di frigobar alle Salzare che, dai documenti incautamente

“La Pontina, l’Ardeatina e la Laurentina offrono numerosi punti scarsamente controllati e per questo appetibili” per gli ‘zozzoni’

Alle Salzare vennero ritrovati numerosi rifiuti ricondotti poi a un Hotel 4* di Fiumicino

abbandonati insieme agli elettrodomentato in una Via della I PENDOLARI mestici nonché rifiuti di altra naNuova Florida nei mesi DEL RIFUTO tura, fecero risalire a un noto scorsi solo per fare un Semplici cittadini, come hotel 4* di Fiumicino. Più reesempio, “preferiscono” centemente lungo via Casali da noi recentemente documentato abbandonare la spazzadella Pescarella era stata indi- alla Nuova Florida, “preferiscono” tura in strada invece di smaltire (illegalmente) i propri viduata una discarica abusiva smaltirla nel proprio rifiuti qui anziché nei propri interessata dal gettito di rifiuti Comune. Un problema pericolosi riconducibili ad Comuni. Ma esiste ovviamente enorme sia dal punto di una azienda del territorio di Po- anche il “pendolarismo” nel vista ambientale ma senso contrario mezia. Ma non sono solo aziende anche economico perché o attività commerciali ad essere balsmaltire questi siti (come vezate alle cronache: anche semplici cittadrete nel servizio seguente), dal più dini provenienti soprattutto da Roma piccolo “improvvisato” a quello più grande e (considerando la presenza ad Ardea di tan- 'sistematico', ha costi enormi per la collettitissime seconde case), come da noi docu- vità e per i bilanci comunali oltre che ad intaccare pesantemente la normale gestione dei rifiuti. Ovviamente però il pendolarismo è Pendolari del rifiuto ad Ardea: aziende anche al contrario, con cittadini di Ardea e (ma anche semplici cittadini) provenienti da Pomezia intenti a “esportare” la propria spazzatura in altri Comuni da quelli di appartealtri Comuni sorpresi ad abbandonare nenza, spesso, anche qui, in maniera tutt’altro rifiuti sul territorio che lecita. Luca Mugnaioli

Via Laurentina MAXI DISCARICA - Nella primavera del 2020, come citato dal report di Legambiente, sono stati rimossi in un sito sulla via Laurentina, all’altezza del km 10 (proprio al confine con Pomezia, ndr) circa 150 tonnellate di rifiuti, anche speciali e pericolosi (lastre di cemento con amianto, Raee provenienti da computer, televisori, stampanti, telefonini, frigoriferi, lavatrici e parti di condizionatori, vernici, scarti ospedalieri ecc.) lasciati nell’area da un accampamento abusivo sgomberato all’inizio dello stesso anno.


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Discariche abusive e svuota cantine: così i ‘ferro rmai non ci facciamo quasi più caso: vedere il ciglio della strada – di tutte le strade – colmo di rifiuti è diventato la normalità. Sacchetti di rifiuti gettati da incivili che si ammonticchiano sempre di più fino a diventare discariche a cielo aperto. E poi divani, materassi, pneumatici, elettrodomestici: facendo un giro, soprattutto nei luoghi più appartati, si può trovare di tutto, compresi pezzi di auto e moto, ovviamente rubate. Ma, appunto, la cosa più assurda è che ormai questo per noi sta diventando quasi la normalità: ci stiamo abituando a questa bruttura e anche se ci viene il voltastomaco e ci indigniamo ogni volta che vediamo i cumuli di rifiuti gettati dall’incivile Rifiuti smaltiti illegalmente dagli svuotacantine: il fenomeno è diffusissimo a Roma e Provincia di turno, il paesaggio deturpato dai rifiuti è caratterizzata da roghi tossici, con rifiuti dati tali in crescita (+33,7%). In questi dati va eviormai registrato dal nostro cervello come un alle fiamme non appena raggiungevano denziato che molte delle attività di abbanqualcosa di “consueto” e non di anomalo. quantità limite: le zone più colpite sono state dono sono riconducibili a un pendolarismo Sarà che ormai siamo subissati dalle imma- quelle attorno alle Salzare, a Tor San Lorenzo, dei rifiuti, tanto che in alcune vie di grande gini delle strade di Roma, dove per sia lato mare, nei pressi del “serpen- comunicazione, come analizzato nel prececamminare occorre fare la gimtone” e del sito archeologico Ca- dente servizio, come via Pontina, via Ardeacana tra i rifiuti che invadono strum Inui, sia nell’entroterra, tina e via Laurentina (tutte strade percorse i marciapiedi, ma spesso verso via dei Monti di Santa abitualmente da abitanti di Pomezia e Ardea non ci si rende conto della SMALTIMENTO ILLEGALE Lucia. Ma discariche si tro- per andare a Roma), si sono toccate punte gravità dei danni che arre- Cosa viene buttato abusivamente? vano anche a Marina di dell’80% di persone sanzionate non residenti. cano tutte queste discari- 18% Raee, 14,8% mobilia, 20,4%, Ardea, su via Firenze, Anche la tipologia di rifiuti che vengono abche abusive. A partire dai divani e materassi, 22% scarti da lungo tutta la strada fino a bandonati per strada corrisponde a quella costi delle continue boni- lavori edili (calcinacci e sanitari), Nuova Florida. Ma se la si- analizzata da Legambiente: 18% Raee, 14,8% 6% pneumatici fuori uso fiche – quando vengono tuazione ad Ardea non è mobilia, 20,4% divani e materassi, 22% scarti fatte – che ricadono sulle tadelle migliori, anche Pomezia da lavori edili (calcinacci e sanitari), 6% sche dei cittadini, visto che non scherza: la conformazione pneumatici fuori uso. vengono utilizzati soldi pubblici del territorio, così come nel vicino Gli svuota-cantine: fenomeno delinquenche potrebbero essere impiegati per comune rutulo, favorisce il proliferare di ziale nascosto dietro un’apparente legalità servizi diversi, fino all’impiego del personale siti dove gli incivili gettano indisturQuante volte abbiamo visto passare che deve pattugliare il territorio alla ricerca bati di tutto, agevolati dal fatto per le nostre strade i cosiddetti degli “zozzoni”, per finire all’inquinamento che le (poche) telecamere di “ferrovecchi”? E a quanti è caambientale. L’estate appena trascorsa è stata proprietà del Comune pitato di rivolgersi a loro in LA MAPPA AD ARDEA spesso non sono funzio- Le discariche abusive, che spesso caso di traslochi o per nanti. I due Comuni sono svuotare cantine, visto che, finiscono incendiate, si trovano in linea con i dati emersi a conti fatti, era la solualla Nuova Florida, alle Salzare, dall’inchiesta di Legamzione più economica, piutMarina di Ardea, Via Firenze e biente (Ecomafia 2021, nell’entrottera, versa Via Monti tosto che ripulire da soli e Edizioni Ambiente), con andare direttamente in didi Santa Lucia una crescita di illeciti. La proscarica? Ma vi siete chiesti vincia di Roma è balzata al secosa ci sia dietro questa convecondo posto della classifica nienza di prezzi? “Spesso – come nazionale, immediatamente dopo quella di confermato dalla polizia locale a LegamNapoli, che vede invece una notevole ridu- biente - dietro la pubblicità di “traslochi e zione dei casi (il -36,7% in meno rispetto al- trasporti” o, come detto, svuota-cantine si cel’anno precedente). I reati relativi alla lano soggetti delinquenziali che hanno troprovincia di Roma invece risultano aumen- vato redditizio prestare la loro opera come tati del 32,6% rispetto all’anno precedente. Al trasportatori, facendo capo, in alcuni casi, a terzo posto si colloca Bari, seguita da Pa- vere e proprie organizzazioni criminali. lermo, altra provincia con illegalità ambien(continua) Discarica abusiva ad Ardea

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«Dietro ai “traslochi e trasporti” si celano soggetti delinquenziali che hanno trovato redditizio prestare la loro opera come trasportatori, facendo capo anche a vere e proprie organizzazioni criminali»


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INCHIESTA

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vecchio’ guadagnano fino a 1.000 euro al giorno (segue) Queste “imprese”, sfruttando le voragini lasciate a disposizione da un sistema romano di raccolta e riciclo del tutto inefficace, offrono le proprie prestazioni a prezzi concorrenziali con un’azione di volantinaggio sfrenato, e sembrano essersi impadronite di una porzione della gestione cittadina dei rifiuti. Anche per colpa di una scarsa consapevolezza da parte dei cittadini, di un’informazione e di una qualità del servizio pubblico sicuramente da migliorare. Non sono poche, infatti, le persone che, ignare di ciò che si nasconde dietro questo fenomeno, confidano nella legalità di questi “servizi” così diffusamente reclamizzati. A far crescere la “domanda” sono l’economicità del trasportatore e le criticità del servizio di raccolta Scoprire chi c’è dietro agli svuota cantine è complicato: spesso i numeri non sono rintracciabili o intestati ad altre persone. In più è difficile applicare la sanzione accessoria in caso di reiterazione del reato in quanto non esiste una banca dati in grado di incrociare i dati tra Comuni

Perché ci si affida agli ‘stracciaroli’: comodità, lacune del servizio di raccolta, mancato pagamento della TARI, pubblicità invasiva svolto dall’Ama, come già raccontato, fino alla diffusa evasione della Tari. Si finisce, così, per affidarsi a soggetti che possono essere contattati facilmente tramite i numeri di telefono cellulare reperibili nelle migliaia di affissioni abusive lungo qualsiasi strada". E se questo accade a Roma, succede anche nell’area metropolitana, compreso nei Comuni di Pomezia e Ardea, con un giro di affari di dimensioni davvero ragguardevoli, se si pensa che un singolo svuota-cantine, calcolando la media di un paio di interventi giornalieri, può arrivare a incassare dai 500 ai 1.000 euro al giorno. Chi c’è dietro? Trovare chi ci sia dietro gli svuota-cantine è difficile, perché solitamente i numeri di telefono sono riconducibili a persone non rintracciabili o nullatenenti che non sono le reali utilizzatrici della linea telefonica. Inol-

tre, anche quando si riesce a cogliere sul fatto lo svuota-cantine, è quasi impossibile applicare la sanzione amministrativa accessoria prevista in caso di reiterazione della violazione dell’articolo 193 del Dl 152/2006 che regola il trasporto dei rifiuti grazie al quale si può arrivare al sequestro del mezzo utilizzato. Questo succede perché, se la multa è stata fatta in un altro Comune, a causa dell’impossibilità di condividere l’informazione per via telematica (non esiste un elenco nazionale di questo tipo) il verbalizzante non se ne accorge e quindi lo svuota-cantine la passa liscia ogni volta. In pratica, se viene multato a Pomezia e il giorno dopo ad Ardea, è come se fosse stato sanzionato una sola volta e il mezzo non gli viene sequestrato. Maria Corrao


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POLITICA

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Appalto rifiuti, è bufera sulla nuova gara Il Segretario Comunale si sarebbe rivolta all'ANAC. E l'Etambiente ora attende il ricorso al TAR

una delibera che farà discutere a lungo, quella che va a ridisegnare la gara d’appalto per la gestione della raccolta dei rifiuti urbani a Pomezia. Dopo l’annullamento deciso dal Comune – con conseguente quanto ovvio ricorso da parte della ditta vincitrice, la Etambiente S.p.A. (Capogruppo) – ATI società cooperativa (Mandante) – il 16 novembre la Giunta (assente solo l’assessore Federica Castagnacci) si riunisce alla presenza del Vicesegretario comunale, il dirigente Giovanni Ugoccioni, per deliberare la nuova gara. Ma noi non ci focalizziamo tanto sulla gara in sé, quanto su alcuni punti “di contorno” che rendono la vicenda molto particolare. Il Segretario Comunale non presenzia Alcuni giorni prima della riunione di Giunta che ha portato alla delibera e quindi alla nuova gara di appalto, infatti, il Segretario Comunale, la dottoressa Nadia Iannotta, attraverso una nota che sarebbe stata inviata all’ANAC (Autorità nazionale anticorruzione) avrebbe affermato che le motivazioni addotte dalla società toscana vincitrice della gara d’appalto poi annullata sarebbero ampiamente motivate nei fatti ed in diritto, chiedendo di interessarsi al caso e laddove lo ritenga provveda di conseguenza. Questo significa che, secondo il Segretario Comunale, la vicenda sarebbe certamente da attenzionare. Poi, confermando così di fatto la sua contrarietà alle scelte della Giunta, non ha presenziato alla riunione – dove invece era presente il Vicesegretario Giovanni Ugoccioni - non prendendo così su di sé alcuna responsabilità formale riguardo l’atto. La spaccatura e la risposta del Sindaco Questo sottolinea una netta spaccatura tra l’operato della Giunta e quello del Segretario Comunale in merito alla gestione di questo appalto: perché la dottoressa Iannotta si sarebbe sentita in dovere di rivolgersi addirittura all’Autorità Nazionale Anticorruzione per esprimere il suo giudizio? In merito ci siamo rivolti al Sindaco Adriano Zuccalà che al momento però ha preferito non affrontare “direttamente” la questione. Questa ad ogni modo la sua risposta a domanda precisa:

E’

Nella foto: Il Sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà

“L'ente si è determinato, La Camera di Consiglio al TAR come di consueto, a tutela in merito al ricorso dell’Etambiente, è della cittadinanza con le stata rinviata a dicembre: la società ha motivazioni già rese note. chiesto e ottenuto lo spostamento La ditta partecipante alla chiedendo di integrare la gara ha ritenuto di di avdocumentazione con nuove memorie viare un procedimento giudiziario e l'Ente ha dire l’annullamento della precedente proceesposto le sue ragioni, su questo siamo in at- dura. E allora il 24 l’Etambiente decide di tesa dell'esito del TAR. Le valutazioni chiedere ai giudici un rinvio per poter forsugli endoprocedimenti verranno mulare un ricorso aggiuntivo anche nei confatte a margine dell'espressione dei fronti della recente delibera della Giunta giudici. Siamo certi, invece, che il Comunale relativa proprio alla gara d’appalto nuovo servizio di raccolta porta a appena indetta. La richiesta è stata accolta e porta dovrà essere migliore di la nuova camera di consiglio è stata fissata già quello attuale è raggiungere per il prossimo 17 dicembre. Il TAR si è col'obiettivo di superare l'80% di rac- munque pronunciato sul diniego del Cocolta". mune alla richiesta di accesso agli atti Al Tar formulata da Etambiente, diL’altro aspetto da evidenziare è sponendo che il Comune proprio quello del ricorso al LA VICENDA produca entro 10 giorni le Tribunale Amministrativo. Il nuovo appalto dei rifiuti a istanze pervenute da Il 24 novembre era fissata Pomezia era stato aggiudicato nei circa 29 utenze non doal Tar l’udienza per la ca- mesi scorsi ma il Comune ha deciso di mestiche che hanno mera di consiglio riferita annullare, per tutta una serie di chiesto di uscire dalla al ricorso presentato motivazioni, la procedura e di indirne gestione pubblica. dall’Etambiente contro una nuova. La società vincitrice Etambiente aveva forl’annullamento della gara dell’appalto ha però presentato mulato accesso agli atti disposto dal Dirigente: saricorso e ora si attende il per acquisire i già menrebbe stato utile attendere di responso del TAR zionati documenti e poter sapere le decisioni dei giudici verificare la fondatezza di una prima di mettere in piedi un’altra delle motivazioni poste a base del gara (ed evitare ulteriori spese legali in caso provvedimento di annullamento della procedi sconfitta, a questo punto probabile a fronte dura. di quanto illustrato dal Segretario Comunale). Invece no, la Giunta ha deciso di riba(continua)

L’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) avrebbe ricevuto una nota attraverso la quale si mette in evidenza che le motivazioni addotte dalla società toscana vincitrice della gara d’appalto, poi annullata, sarebbero ampiamente motivate


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dicembre 2021 (segue) Il Comune aveva trasmesso invece solo il codice contribuente e il numero di protocollo dell’istanza, affermando che tali dati fossero più che sufficienti. Viceversa, Etambiente ha contesto che il Comune con la propria risposta ha fornito dati evasivi e non sufficienti, non indicando, per esempio, né la categoria di utenza, né la dimensione, né la data di trasmissione dell’istanza, tutte informazioni determinanti per poter verificare la fondatezza della motivazione utilizzata dal dirigente per giustificare l’annullamento della gara. Etambiente ha invece insistito per ottenere i documenti richiesti e potere verificare se effettivamente le 29 utenze non domestiche Le 29 utenze non domestiche: il TAR ha accolto la richiesta di Etambiente ordinando al Comune di produrre le istanze ricevute entro 10 giorni

POLITICA

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Per la sentenza definitiva i tempi saranno lunghi: nel frattempo la raccolta sarà gestita in proroga dall’attuale gestore come sta accadendo già da oltre 20 mesi che hanno chiesto di uscire dalla gestione economico della gara; è evidente che c’è di pubblica possano avere una effettiva certo differenza, ad esempio, se si incidenza sul piano economico tratta di 29 barbieri ovvero di 29 della procedura. Il TAR ha grandi aziende grandi come IL CASO accolto la richiesta di può esserlo un ipermerDa sciogliere il nodo delle 29 Etambiente ordinando al cato, un maxistore di briutenze domestiche “uscite” dalla Comune di produrre – colage o una fabbrica. In gestione pubblica che secondo il entro dieci giorni - le ogni caso nutriamo Comune avrebbero inciso sul piano istanze ricevute. “A quequalche perplessità…se economico tanto da legittimare sto punto – afferma l’annullamento della gara. Etambiente si considera che difficilEtambiente attraverso mente 29 utenze (per ha chiesto però chiarimenti l’Ing. Schirru – potremo quanto grandi) possano considerando che l’Ente avrebbe verificare se effettivamente avere un’incidenza sulla fornito soltanto informazioni 29 utenze non domestiche quantità di rifiuti prodotti generiche che hanno fatto istanza per sotdall’intera popolazione e dalle trarsi alla gestione pubblica posmigliaia di ulteriori utenze non dosano effettivamente incidere sul piano mestiche, che invece continueranno a essere gestite dal sistema pubblico”. Sentenza in tempi lunghi Ma i tempi per una sentenza definitiva saranno comunque lunghi, così come quelli della nuova gara: nel frattempo la raccolta dei rifiuti continuerà ad essere svolta dalla ditta uscente, già in proroga da 20 mesi, ovvero da quando è scaduto il precedente appalto. Chi ci guadagna da tutto questo? Il Comune, tra le motivazioni utilizzate per disporre l’annullamento della gara, ha richiamato soprattutto quella del risparmio. Maria Corrao

Rifiuti, la nuova gara da oltre 70 milioni L'APPALTO – A metà novembre il Comune di Pomezia ha provveduto a indire la nuova gara per il servizio della raccolta dei rifiuti dopo aver proceduto a revocare, cancellandola, la precedente procedura di appalto nonostante l'aggiudicazione da parte dell'Etambiente. Secondo quanto spiegato dall'Ente, grazie a questa nuova gara, si avrà “un risparmio complessivo per le casse pubbliche pari a € 2.861.956,00 in considerazione della durata dell’appalto di otto anni, con conseguente riduzione delle tariffe a beneficio dell’utenza”. L’importo complessivo dell’appalto, iva compresa, ammonta ad ogni modo ad un totale di 74.234.458,15, oltre alla facoltà di un eventuale periodo di sei mesi di proroga “tecnica” allo scadere degli otto anni che porta la cifra finale a poco più di 80 milioni circa di euro. Etambiente fa osservare tuttavia “che nella gara annullata aveva offerto uno sconto di oltre il 7% a fronte di un servizio molto più efficace ed efficiente di quello attuale”. Inoltre, sempre Etambiente, “precisa che il nuovo

appalto prevedeva il passaggio ad un sistema di tariffa puntuale che avrebbe privilegiato i cittadini più virtuosi nello svolgimento della raccolta differenziata. Inoltre, il passaggio ad una tariffa puntuale avrebbe consentito di scoprire tutti quei cittadini ancora oggi sconosciuti all’ufficio tributi, che non hanno mai pagato la Tari, consentendo un recupero dell’evasione che sulla base di analoghe esperienze nazionali può stimarsi del 10-15%. Ciò avrebbe consentito una ulteriore riduzione della tari in favore di tutti i cittadini onesti che, oggi, pagano anche per il servizio di cui usufruiscono gli evasori”. L'OMBRA DEL RICORSO – Sull'intera vicenda c'è però, come visto nel servizio in queste pagine, l'ombra del ricorso presentato al Tar proprio dal vincitore della prima procedura di gara, ovvero la Etambiente S.p.A. (Capogruppo) – ATI società cooperativa (Mandante), conclusasi ad agosto. Alla gara, ricordiamo, avevano preso parte soltanto tre società malgrado l'importo co-

spicuo dell'appalto: oltre alla vincitrice c’erano in lizza anche la Teknoservice Srl e la Formula Ambiente, che attualmente gestisce il servizio in proroga. I QUESITI – Ma cosa accadrà ora, visto che l'azienda vincitrice ha formalizzato il ricorso al TAR? E cosa succederà, ancora, se i tempi della Giustizia si sovrapporranno – come spesso accade – e quelli della burocrazia e il pronunciamento di un'eventuale sentenza dovesse arrivare a gara già aggiudicata (senza contare i successivi ricorsi)? Per non parlare dei costi, che si profilano altissimi, in caso di sconfitta davanti al Giudice oltre chiaramente a tutte le spese legali da sostenere nel frattempo? Intanto, in attesa di nuovi sviluppi, l'attuale gestore, l'unico a beneficiare realmente di questa “impasse”, continuerà a lavorare in proroga come ormai sta già facendo da ben 20 mesi. Peraltro non è una novità, visto che dal 2004 ad oggi ha già operato in proroga per circa 6 anni… Luca Mugnaioli


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Violenza sulle donne, 106 vittime nel 2020: pand entosei donne uccise nel 2020. Sono numeri purtroppo ancora mostruosi quelli riportati dai vari Osservatori nazionali che monitorano constantemente il fenomeno dei femminicidi nel nostro Paese, in particolare l'ISTAT che a novembre ha pubblicato l'ultimo report ufficiale. A giocare un ruolo fondamentale nell'ultimo anno è stata anche la pandemia. “Le restrizioni anti Covid-19 e le misure adottate per il contenimento della sua diffusione (ad esempio il confinamento tra le mura domestiche), così come il dispiegarsi delle conseguenze socioeconomiche della crisi innescata dall’emergenza sanitaria, possono aver accentuato il rischio di comportamenti violenti”, si legge nel rapporto. “Molti studiosi e stakeholder hanno parlato di una emergenza nella emergenza, mentre UN WOMEN - l'Ente delle Nazioni Unite per l'uguaglianza di genere e l'empowerment delle donne – la definisce una emergenza-ombra legata alla pandemia (shadow pandemic) o una crisi nascosta (shadow crisis)”. L'indagine D.i.R.e Secondo un'altra indagine, alla quale hanno partecipato 81 su 82 associazioni aderenti a D.i.Re (Donne in rete contro la violenza) nel 2020 per un totale di 106 su 109 Centri anti-

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violenza, nell’anno di riferimento sono donne accolte decide di avviare state accolte complessivamente un percorso giudiziario. 20.015 donne con un lieve deGli autori della I NUMERI cremento, rispetto al 2019, violenza 106 donne uccise nel 2020. quando erano state complesL’autore della vioLa maggior parte delle donne sivamente 20.432, di 417 (77,6%) nel 2020 è stata uccisa da un lenza esercitata sulle contatti, pari al 2%. Di que- partner o da un parente (dato stabile nel donne che si rivolste 13.390 sono state donne tempo), ma nei mesi di marzo e aprile gono ai centri accolte per la prima volta, 2020 questa percentuale ha raggiunto D.i.Re è prevalentementre nel 2019 le donne acmente italiano: solrispettivamente il 90,9% e colte per la prima volta erano tanto il 23,6% ha l’85,7% state 14.431. Questi scostaprovenienza straniera. (Fonte: Istat) menti, Questo dato è consolimai verificadato negli anni (con scostatisi prima, vanno menti non significativi) e mette in letti nel contesto discussione lo stereotipo diffuso che vede il della pandemia fenomeno della violenza maschile contro le Covid19 e conse- donne ridotto a retaggio di universi culturali guente lockdown che situati nell’“altrove” dei paesi extraeuropei. ha caratterizzato La sua età è compresa prevalentemente (oltre l’anno di riferimento il 44,4%) nella fascia tra 30 e 59 anni e nel della rilevazione. 47,6% dei casi ha un lavoro stabile Chi è la donna che Le forme della violenza cerca aiuto: ma solo Le forme di violenza esercitata sulle donne una su tre affronta il che si rivolgono ai centri sono di varia napercorso giudiziario tura. La più frequente è quella psicologica, Le caratteristiche violenza subìta dalla grande maggioranza delle donne sono delle donne (77,3%), seguita da consolidate negli quella fisica (60% circa dei casi). La vioanni: nella stra- lenza economica viene esercitata su un nugrande maggioranza mero di donne abbastanza elevato (33,4%) dei casi sono mentre la violenza sessuale e lo stalking ridonne italiane (solo guardano percentuali più basse (15,3% e il 26% straniere), 14,9%, rispettivamente). oltre la metà (54,7%) (continua) ha un’età compresa tra i 30 e i 49 anni, una donna su tre è Soltanto il 27% delle donne denuncia e a reddito decide di affrontare il percorso zero (32,9%) e meno giudiziario. Le donne accolte sono quasi del 40% può contare sempre italiane (74%). Il maltrattante è su un reddito sicuro. quasi sempre il partner (60,2% dei casi) Da segnalare che soloppure l’ex partner (22,1%) Fonte: report D.i.Re (Donne in rete contro la violenza) novembre 2021 tanto il 27% delle


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demia e lockdown hanno aumentato le violenze (segue) “L'identikit” dell'autore delle violenze Le statistiche relative all’indicatore sulla relazione del maltrattante con la donna non lasciano dubbi: il maltrattante è quasi sempre il partner (60,2% dei casi) oppure l’ex partner (22,1%). Questo significa che nel 72,3% dei casi la violenza viene esercitata da un uomo in relazione con la donna. Se si aggiunge la percentuale dei casi in cui l’autore è un familiare si arriva alla quasi totalità (82,3%). Molto raramente è un conoscente o un collega o un amico e quasi mai un estraneo. Si tratta, quindi, di violenze agite prevalentemente da persone in forte relazione con la donna, quindi dirette ad esercitare e a mantenere una relazione improntata al controllo e alla sopraffazione sulla partner. Le denunce per satlking Preoccupante, infine, il dato riguardante le denunce per stalking. In riferimento in questo caso sempre al report del Viminale nel periodo considerato sono state registrate 15.989 denunce e nel 74% dei casi, dunque ben oltre la metà, la vittima è una donna.

In ricordo di Maria Corazza POMEZIA - Sono passati oltre due anni e mezzo ma il ricordo della terribile vicenda di Maria Corazza a Pomezia è più vivido che mai. Maria fu uccisa nel giugno 2019: in quella maledetta giornata – era il 14 giugno – Domenico Raco, quello che era considerato da tutti “un amico di famiglia” tanto da essere presente nelle chat dei parenti, uccise con una coltellata Maria prima di dar fuoco all’auto nella quale si trovavano togliendosi poi a sua volta la vita. Un omicidio-suicidio in piena regola che scosse l'Italia intera. Anche quest'anno allora, in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, Pomezia ha voluto celebrare la sua memoria (e di tutte le donne che purtroppo hanno incrociato il suo stesso, tragico, destino) con un incontro pubblico al Parco delle Rimembranze. Un luogo diventato simbolo in città della lotta alla violenza di genere grazie alla panchina rossa dedicata proprio a Maria Corazza e alle scarpette

rosse, opera dell'artista Roberto Paolini, ispirate all'installazione “Zapatos rojos” dell'artista messicana Elina Chauvet, simbolo del cammino interrotto delle donne morte di femminicidio. Protagoniste anche le scuole, in particolare l’Orazio, dove è stata inaugurata una panchina rossa donata dal Club Pomezia-Lavinium dell'Associazione Inner Wheel e dove si è tenuto un incontro con studenti e studentesse che hanno recitato le loro poesie sul tema. Alla Città anche un messaggio artistico, promosso da Sportello Donne Pomezia e dell'Associazione Sviluppo Torvaianica: l'installazione dell'artista Ivan Caponecchi ai giardini di piazza Italia, con i volti e le vite di donne che hanno fatto e stanno facendo la Storia.


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Strade pericolose ad Ardea e Pomezia

Nel 2020 oltre 200 incidenti, 3 morti e 341 feriti. Nel Lazio in tutto 261 vittime: i dati ISTAT

i continua a morire purtroppo sulle strade del Lazio. Nel 2020 si sono verificati in tutto 13.300 incidenti stradali che hanno causato la morte di 261 persone e il ferimento di altre 17.833. Si tratta di numeri tuttavia in calo rispetto alle precedenti rilevazioni a causa, com'era prevedibile, della situazione pandemica che ha fortemente limitato la mobilità: consistente sia il decremento del numero di incidenti (29,7%), sia quello delle vittime stesse della strada (-11,5%) nonché dei feriti (-31,5%) rispetto al 2019. Ad ogni modo i numeri continuano comunque ad essere preoccupanti. La situazione nel Lazio L’incidentalità stradale, si legge nel report ISTAT, “è più alta nei capoluoghi, sul litorale e nelle province di Roma e di Rieti, dove si concentrano i comuni in cui sono verificati più di 1,2 incidenti ogni 1.000 abitanti. Gli indici di mortalità e di gravità raggiungono i valori più elevati (rispettivamente, oltre 5,3 morti ogni incidente stradale e 6,6 morti ogni 100 persone morte o ferite in incidenti stradali) soprattutto tra i comuni delle province di Roma, Frosinone e Latina. L’indice di lesività – numero di feriti ogni 100 incidenti – raggiunge i valori più elevati (oltre 149,9 feriti ogni incidente stradale) nei comuni situati prevalentemente nelle province di Roma, Frosinone e Viterbo”. Strade urbane vs extraurbane Il maggior numero di incidenti nel Lazio (10.087, il 75,8% del totale), spiega l'Istituto di rilevazione statistica, “si è verificato sulle

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Incidente mortale a inizio anno lungo la strada che collega Pomezia a Torvaianica

strade urbane, provocando 116 morti rettilineo, mentre su quelle ex(44,4% del totale) e 12.906 feriti traurbane la quota sale al (72,4%)”. Rispetto all’anno 63,7%. Tornando all’amI NUMERI precedente i sinistri dimibito urbano, gli incidenti Ardea nuiscono su tutte le categoche si verificano nei 97 incidenti rie di strada ma il calo pressi di un incrocio 0 morti maggiore si verifica sulle rappresentano il 162 feriti strade urbane (-30,8%), 20,8% del totale, sePomezia seguite dalle autostrade (guono quelli che si ve133 incidenti 30,3%) e dalle altre strade rificano a una 3 morti (-24,1%). Gli incidenti più intersezione (17,5%), in 179 feriti gravi avvengono sulle altre curva (7,9%) e nei pressi (Fonte: Istat - Dati 2020) strade (4,9 decessi ogni 100 indi una rotatoria (1,5%). cidenti) e su autostrade e raccordi Lungo le strade extraurbane il (3,3 ogni 100). Sulle strade urbane il 19,6% degli incidenti si verifica in 50,4% dei sinistri stradali si verifica lungo un curva, il 7,3% nei pressi di un’intersezione e il 6,3% a un incrocio, il resto in rettilineo”. (continua)

Grave incidente con feriti ad Ardea


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dicembre 2021 (segue) I comportamenti a rischio e le persone coinvolte La maggior parte degli incidenti stradali avviene tra due o più veicoli (69,6%); la tipologia di incidente più diffusa è lo scontro frontale-laterale (3.939 casi, 48 vittime e 5.697 feriti), seguita dal tamponamento (2.460 casi, 27 decessi e 3.643 persone ferite). Tra gli incidenti a veicoli isolati prevale l’investimento di pedone, che nel 2020 conta 1.800 incidenti con 63 morti e 1.985 feriti. La tipologia più pericolosa è lo scontro frontale (4,7 decessi ogni 100 incidenti), seguono la fuoriuscita (3,9 decessi ogni 100 incidenti) e l’investimento di pedoni (3,5 decessi ogni

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Comportanti errati, guida distratta, e il mancato rispetto di distanza di sicurezza/precedenza tra le cause principali di incidente nel Lazio nel 2020 100 incidenti). Gli incidenti a veicoli isolati risultano più rischiosi, con una media di 3,3 morti ogni 100 incidenti, rispetto a quelli che vedono coinvolti più veicoli (1,4 decessi). Tra i comportamenti errati, la guida distratta, il mancato rispetto delle regole di precedenza e della distanza di sicurezza sono le prime tre cause di incidente (escluso il gruppo residuale delle cause di natura imprecisata). I tre gruppi costituiscono il 26,8% del totale dei

I mesi e le ore più a rischio Nei mesi di marzo e aprile, causa lockdown, si registra un forte calo del numero di incidenti rispetto al mese precedente, pari a 62,1% a marzo e a -51,1% ad aprile. Tra maggio e settembre, in coincidenza della riapertura di gran parte delle attività e del periodo di maggiore mobilità per vacanze, si contano 6.127 incidenti (il 46,1% di quelli dell’intero anno), in cuihanno avuto lesioni 8.428 persone (47,3%) e 119 sono decedute (45,6%). Oltre l’80% degli incidenti ha avuto luogo tra le 8 e le 20 ma l’indice di

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mortalità raggiunge i valori più elevati tra le cinque e le sei del mattino (6,3 morti ogni 100 incidenti) e tra le due e le tre (5,9 morti ogni 100 incidenti), con valori molto superiori alla media giornaliera (2,0). Il venerdì e il sabato notte si concentra circa il 39,9% degli incidenti notturni, il 40,4% delle vittime e il 42,0% dei feriti. L’indice di mortalità degli incidenti notturni è di 3,2 decessi ogni 100 incidenti, registrando il valore più elevato il venerdì notte (3,7).

casi. Considerando solo le strade extraurbane, la guida distratta incide da sola per il 21,7% mentre il mancato rispetto della distanza di sicurezza per il 14,9% . La classifica dei Comuni Scendendo al livello degli enti locali nel 2020 la maglia nera per numero di incidenti stradali è andata chiaramente a Roma con oltre 8,200 sinistri e 104 morti. Albano Laziale è invece quello, parlando esclusivamente dei Comuni con almeno 30,000 abitanti, dove si sono verificati meno incidenti stradali, appena 35 con nessuna vittima. Ardea e Pomezia Venendo alla situazione sul territorio a Pomezia si sono verificati più sinistri rispetto alla vicina Ardea. Sulle strade pometine sono stati infatti 133 gli incidenti (contro i 97 di Ardea) a fronte, purtroppo, di tre morti e ben 179 feriti. Sotto la Rocca nel 2020 invece nessun incidente mortale ma comunque i feriti sono stati 162. Luca Mugnaioli


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Stazione FS, oltre tre anni senza sala d'attesa e bagni Lo scalo di Pomezia è ancora sprovvisto dei basilari servizi ai viaggiatori: dal 2018 nessuna novità ono passati tre anni ma la situazione alla stazione ferroviaria di Santa Palomba a Pomezia è sempre la stessa. Era il 2018 quando realizzammo il lungo reportage nell'area per documentare il declino e il degrado di un polo che in realtà, specie pre Covid, raccoglieva a sé un'utenza di migliaia di passeggeri ogni giorno. Ma invece che essere potenziata la stazione è stata via via “ridimensionata” dalla riduzione delle corse, fino alla chiusura dei servizi più elementari ai viaggiatori quali la sala d'attesa o i bagni pubblici. Il nostro articolo ebbe ampia risonanza anche al livello nazionale considerando che la paradossale situazione della stazione di Pomezia finì anche su Striscia la Notizia: la speranza era allora che qualcosa potesse cambiare ma purtroppo così non è stato. 2018-2021: stesse immagini, date diverse Le foto scattate in questi giorni potrebbero essere infatti sovrapposte a quelle di tre anni fa, magari cambiando solo la data. L’unica novità sembrano essere le barriere anti attraversamento a separare i due binari. Per il resto il cartello “fuori servizio” sui servizi igienici è sempre al suo posto, la sala relé è chiusa – con i pendolari costretti a rimanere nel sottopassaggio per evitare l'acqua – e il sottopassaggio resta inutilizzabile per le persone con disabilità. Anche sul fronte delle corse a servizio della stazione la situazione è rimasta inalterata. Sul fronte sicurezza, per chi decide di lasciare la macchina nelle zone adiacenti alla stazione, l'allarme per furti e atti vandalici alle auto in sosta è sempre all'ordine del giorno; a questo proposito recentemente una pendolare si è così sfogata in uno dei gruppi social della stazione: «Ieri al parcheggio della stazione hanno smontato la macchina di una mia amica che al ritorno l’ha trovata così!

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(foto a lato) Ma è mai possibile che contro questi atti continui di vandalismo non si può fare nulla!». Il progetto del doppio parcheggio custodito (a pagamento) Su quest'ultimo fronte il Comune di Pomezia ha preso la sua decisione senza però aver tenenuto conto delle esigenze dei pendolari. La “riqualificazione delle aree di sosta in via della Siderurgia e in via dell’Ecologia passerà per la creazione di due parcheggi custoditi e videosorvegliati a pagamento, con contestuale installazione di 5 varchi dotati di sbarre automatiche, servizio di biglietteria diurna e servizio di vigilanza specializzato. Sul fronte dei costi l’Ente ha fatto sapere, com'è noto, che saranno previsti “abbonamenti agevolati per i pendolari”. Venerdì 26 novembre, a questo proposito, in Consiglio Comunale è stato approvato il punto all'ODG “ Dichiarazione di fattibilità e di pubblico interesse della proposta di finanza di progetto ai sensi dell'art. 183, comma 15, del d.lgs. n. 50/2016, per l’affidamento di una concessione di servizi avente ad oggetto “riqualificazione di piazza Kennedy, dell’adiacente area di sosta di via Zara, delle aree di sosta di via della Siderur-

gia e di via dell’Ecologia nonché la riorganizzazione e gestione del sistema della sosta della città di Pomezia”. Atto successivo sarà la gara di project financing e a quel punto, in caso di esito favorevole, si arriverà a dama. Ma per i pendolari non è questa la soluzione giusta per Santa Palomba: «Esprimiamo la nostra assoluta contrarietà alla realizzazione del servizio così come presentato, di fatto consentirà il parcheggio gratuito ad un esiguo numero di viaggiatori ogni giorno, comportando agli altri un aggravio delle spese di viaggio, di cui probabilmente si conoscerà l’entità solo ad intervento realizzato, visto che si fa riferimento molto laconicamente ad abbonamenti agevolati. L’assenza di sicurezza in stazione più volte denunciata negli anni ed i frequenti atti vandalici quasi ignorati sino ad oggi dall’amministrazione comunale, non possono “risolversi” con un nuovo balzello ai danni dei pendolari. In extrema ratio proponiamo un ridimensionamento dell’intervento, destinando alla sosta a pagamento la sola area ubicata lungo via della Siderurgia, che maggiormente necessiterebbe di lavori di riqualificazione, per consentire un uso in sicurezza e più ampio, rispetto a quello attuale, da parte dei viaggiatori», si leggeva in una nota diffusa l'estate scorsa. Luca Mugnaioli

Dal 2018 la situazione è rimasta invariata: bagni e sala d’attesa non sono ancora utilizzabili, atti vandalici e furti alle auto non si sono fermati



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Santa Palomba, bando periferie: (forse) ci siamo Il Comune di Pomezia: «Entro la fine dell'anno l'inizio dei lavori». Sarà davvero la volta buona? ntro l'anno dovremmo partire con i lavori previsti dal bando periferie». E' questo quanto fa sapere l'Amministrazione Comunale di Pomezia in merito all'avvio degli interventi per la riqualificazione di Santa Palomba e del Borgo Santa Rita. Si tratta di una serie di opere ormai attese da anni e che finalmente ora dovbrebbero vedere la luce. Esattamente un anno fa, di questi tempi, lo stesso Comune aveva annunciato la firma della convenzione di “II livello” riguardante per l'appunto il Bando Periferie tra il Comune di Pomezia e la Città Metropolitana di Roma Capitale. Un passaggio fondamentale che, come spiegato l'Amministrazione, aveva consentito di dare il via ai bandi di gara per avviare i cantieri dei progetti di riqualificazione della stazione di Santa Palomba e del Borgo Santa Rita. programma anche la riqualificaGli interventi zione degli immobili confiscati Il progetto, salvo modifiche al alla criminalità organizzata IL BANDO momento non note, prevede all’interno del Borgo Si tratta di 8 milioni per la la riqualificazione urbana Santa Rita in via del riqualificazione urbana di Santa di Santa Palomba, la Palomba, la messa in sicurezza delle Mare, ceduti al Comessa in sicurezza delle mune per l’integrastrade di collegamento con il centro strade di collegamento e il residenziale, il potenziamento del si- zione con il centro residenstema dei parcheggi a servizio della sta- reinserimento socioziale, il potenziamento lavorativo di prostitute zione ferroviaria la realizzazione di del sistema dei parcheggi e soggetti disagiati. “Il percorsi pedonali e attività di a servizio della stazione Bando Periferie – aveva contrasto al fenomeno della ferroviaria (di cui abbiamo spiegato il Sindaco Adriano prostituzione parlato nell'articolo sulla staZuccalà – mette a disposizione zione ferroviaria, ndr), la realizzadel nostro Comune un plafond di zione di percorsi pedonali e attività di risorse di circa 8 milioni di euro, da investire contrasto al fenomeno della prostituzione. In in un programma integrato di interventi de-

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stinati alla riqualificazione e alla sicurezza di due aree urbane periferiche, ma estremamente importanti per la nostra comunità: la stazione di Santa Palomba e il Borgo Santa Rita. Ora che abbiamo firmato la convezione di II livello dobbiamo subito procedere con l’avvio dei bandi di gara e successivamente con l’affidamento dei lavori”.

In programma anche la riqualificazione degli immobili confiscati alla criminalità organizzata all’interno del Borgo Santa Rita in via del Mareceduti al Comune per l’integrazione e il reinserimento socio-lavorativo di prostitute e soggetti disagiati

Ardea, no alla violenza sulle donne L’EVENTO - La Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne è una ricorrenza istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999. L'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha designato il 25 novembre come

data della ricorrenza e ha invitato i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG a organizzare in quel giorno attività volte a sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema della violenza contro le donne. Anche il Comune di Ardea ha

aderito a tale ricorrenza. L'evento si è tenuto in Aula Consiliare nel rispetto delle normative anti-COVID, ed è stato ripreso e trasmesso on line.

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Vaccino antinfluenzale, non tutti lo eseguono Il caso di una signora di Pomezia, disabile al 100%, che solo a fine novembre è riuscita a farlo nche una normale vaccinazione antinfluenzale può trasformarsi in una specie di impresa quando c'è di mezzo la burocrazia e una comunicazione istituzionale non sempre tempestiva. E' questo il caso di una signora di Pomezia, disabile al 100%, che ha dovuto attendere la fine del mese scorso per riuscire ad avere la somministrazione contro l'influenza stagionale. Il caso A contattare la nostra Redazione è stato il figlio. «A Pomezia non si riesce neanche a fare il vaccino antinfluenzale. Non tutti i medici di famiglia lo fanno, il nostro non lo esegue ad esempio. La ASL non lo fa e ha quindi delegato alle Farmacie sul territorio, ma nessuna ha aderito all'iniziativa, neanche quelle comunali. Anzi, mi è stato risposto che a questo punto non resta che farlo a paga- A fine novembre l’impasse si è sbloccata e mento. Ma perché se mia madre ha l'esenl’Ufficio Stampa della ASL Roma 6 ci ha zione? Complimenti. Lo devo fare a mia fatto sapere che in due farmacie a madre disabile e non ne vengo a capo. Ho Pomezia era possibile ricevere il vaccino scritto PEC alla nostra ASL, a quella di Alantinfluenzale bano Laziale e al Ministero della arrivata a conti fatti soltanto a noSalute. Nessuno mi ha rispovembre inoltrato e dunque, evisto. È grave questa cosa!». FARMACIE: dentemente, anche qui con Solo due farmacie SOLO DUE ADESIONI qualche “intoppo” burocraaderiscono a Pomezia Quest’anno a Pomezia la rete delle tico. «Seppur in ritardo In prima persona abfarmacie comunali non ha aderito sono felice di constatare biamo constato che in all’iniziativa per la somministrazione del che la situazione si sia effetti quest'anno, per vaccino antinfluenzale, mentre in altre sbloccata – ci ha riferito il non meglio precisati due strutture (Ziaco e Corsi) è nostro lettore – evidenteproblemi burocratici, possibile prenotarsi. La sede locale mente le segnalazioni sono la rete delle farmacie coASL esegue le vaccinazioni ma servite a qualcosa!». munali (6 in tutto, ndr) solo per gli “under 18” non ha aderito alla sommiLuca Mugnaioli nistrazione del vaccino antinfluenzale. Ci siamo rivolti così all'Ufficio Stampa della Asl Roma 6 che, pur confermando che la sede locale ASL esegue le vaccinazioni esclusivamente per la fascia under 18, ci ha detto tuttavia che “due farmacie – non tra quelle comunali – a Pomezia avevano aderito” (Ziaco e Corsi, ndr). Un'adesione che però, incrociando la testimonianza fornita dal cittadino, deve essere

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«Seppur in ritardo sono felice di constatare che la situazione si sia sbloccata – ci ha riferito il nostro lettore – evidentemente le segnalazioni sono servite a qualcosa!»

Nel Lazio QUI REGIONE - Al 25 novembre nel Lazio erano state somministrate oltre 902 mila dosi e già distribuiti oltre 1 milione 268 mila vaccini ai medici di medicina generale, ai pediatri e alle farmacie. Sono attivi nella campagna ad oggi 3.846 medici di medicina generale e 361 pediatri di libera scelta e circa 800 farmacie su tutto il territorio Regionale. A CHI E’ RIVOLTO - ll vaccino antinfluenzale è indicato per tutte le persone che desiderino evitare la malattia influenzale e non abbiano specifiche controindicazioni. Poiché permane una situazione pandemica COVID-19, la vaccinazione antinfluenzale è raccomandata nella fascia di età 6 mesi 6 anni, anche al fine di ridurre la circolazione del virus influenzale fra gli adulti e gli anziani. Inoltre, al fine di facilitare la diagnosi differenziale nelle fasce d’età di maggiore rischio di malattia grave, la vaccinazione antinfluenzale è fortemente raccomandata e può essere offerta gratuitamente nella fascia d’età 60-64 anni. Per quanto riguarda gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie che operano a contatto con i pazienti, e gli anziani istituzionalizzati in strutture residenziali o di lungo degenza, la vaccinazione è fortemente raccomandata.

La segnalazione: «Non tutti i medici di base lo somministrano (il nostro no), le farmacie non hanno aderito, la ASL non lo esegue. Perché mia madre, disabile, deve pagare se ha l’esenzione?». Alla fine la situazione si è “sbloccata”, ma solo a novembre inoltrato


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Pomezia “invasa” dai cinghiali Quadro preoccupante: gli animali si spingono sempre più verso le case, crescono le segnalazioni vvistamenti quasi quotidiani di cinghiali a Pomezia. Tra via Varrone e via Fratelli Bandiera – ma non solo - ormai questi animali sono “di casa” e si aggirano in branco nell’area verde, per poi avvinarsi sempre più alle abitazioni in cerca di cibo. Da qualche tempo i cittadini hanno lanciato l’allarme, spaventati soprattutto dalla vicinanza alla scuola. “Fanno anche pena, corrono smarriti alla ricerca di qualcosa da mangiare – dichiara un cittadino – però, d’altro canto, c’è sempre un po’ di paura nel vedere arrivare un branco di cinghiali, perlopiù affamati. Ultimamente dalla finestra di casa mia, a piazza delle Regioni, li vedo a qualsiasi ora, sia di giorno che di notte”. Pomezia sulla “scia” della Capitale Non solo a Roma, quindi: anche a Pomezia i cinghiali iniziano ad apparire più numerosi e a far discutere sempre più spesso, oltre che ad avvicinarsi sempre più al centro. Prima questi suidi si aggiravano solo nei pressi della sughereta o nei boschi a Pratica di Mare, mentre adesso vengono avvistati sempre più di frequente non solo su via Varrone e in via Fratelli Bandiera, a poca distanza dalla scuola, ma anche su via Giuseppe Di Vittorio, la strada che dalla rotonda di Largo Brodolini scende verso Torvaianica Alta. L'orrore in Via Pratica di Mare Di certo la soluzione non è quella adottata dal cacciatore di frodo che all’alba del 16 novembre ha scuoiato un cinghiale e, dopo essersene preso la carne, ha appeso i resti sanguinanti sul guard-rail di via Pratica di Mare, lasciandoli in bellavista, sotto gli occhi di tutti i pendolari. Una scena raccapricciante, resa ancor più macabra dalla presenza in strada delle zampe che sono state letteralmente tranciate via. Ad oggi non è ancora chiaro chi possa aver commesso un’atrocità simile anche se la pista più probabile resta

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quella del bracconiere, peraltro dotato di tutta l’attrezzatura necessaria atta a “ripulire” in quel modo il povero animale.

Maltempo (e non solo): la segnalazione VIA G. DI VITTORIO E VIE LIMITROFE - A causa delle forti piogge abbattutesi recentemente sul territorio disagi sono stati registrati anche lungo la strada che collega Pomezia a Torvaianica. In particolare il fango ha invaso alcuni tratti del marciapiede rendendoli praticamente imperccorribili. «In via Giuseppe di vittorio, nel tratto dalla zona 167 alla sughereta /vicerè, il percoro pedonale non è percorribile causa fango!», scrive un cittadino. Ma questo non è l'unico problema.

(DI NUOVO) CINGHIALI E SCARSA ILLUMINAZIONE - «Dal parco della sughereta ho sentito strani rumori e intravedo due cinghialotti. Proseguo per la via di casa: via starrabba di Rudinì ed ecco che la strada è illuminata ad intermittenza: lampione si lampione no! Dopo tutto questo bel percorso, mi domando Sig. Sindaco, per percorrere quel tratto di strada che altro deve succedere? Se non erro poco prima del ponte già era venuta a mancare una povera signora investita», conclude la segnalazione.


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Sporcizia e vetri rotti al parco giochi Pomezia, giardini Falcone: «Ho segnalato più volte la situazione, perché nessuno interviene?» i siamo occupati appena un mese fa del quartiere Nuova Lavinium a Pomezia sottolineando, tra le altre, anche la situazione dei giardinetti Giovanni Falcone, che costeggiano Via Fratelli Bandiera e Via Alcide De Gasperi. Un senso generale di incuria, tappetini rovinati, sporcizia ovunque catturano il colpo d'occhio di un parco che fino a qualche anno fa – sebbene l'area non abbia mai “brillato” al 100% a dispetto del suo enorme potenziale come documentato nei nostri reportage realizzati nel tempo – poteva essere considerato tra i migliori di Pomezia. Oggi però, è un dato di fatto, non è più così. La segnalazione: «Vetri rotti non rimossi» A questo proposito ci ha contattati a metà novembre una mamma. «Buonasera, vi scrivo relativamente ai parco giochi di Pomezia, sporchi, con giochi rotti. In particolare il giardino Giovanni Falcone da due settimane ha vetri vicino allo scivolo dei bambini, sulle scalette etc», ci racconta. «Ho chiamato i vigili più volte, loro fanno segnalazioni ma la ditta che si occupa della manutenzione non prende a questo punto sul serio la questione. Volevo chiedere se potevate aiutarci a

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Vetri rotti rimasti almeno tre settimane vicino allo scivolo: lo testimoniano questi due scatti risolvere questo problema, i nostri figli hanno il diritto di giocare in parco giochi non lasciati alla deriva e noi genitori dobbiamo stare tranquilli», conclude quindi la nostra lettrice. Il sopralluogo A fine mese ci siamo recati sul posto e, come mostrano le immagini, la situazione era rimasta pressoché invariata. Ciò vuol dire che, per almeno un mese o giù di lì, nessuno è intervenuto per pulire la zona. Del resto tra i problemi affrontati lo scorso mese con il Comitato di Quartiere c'era proprio questo, ovvero la

mancanza di manutenzione ordinaria nelle varie zone del quartiere, anche in quelle maggiormente frequentate dalle famiglie. Se dunque la riparazione dei giochi o la sistemazione dei tappetini anti trauma immaginiamo possano richiedere fondi extra non subito reperibili, al tempo stesso non è accettabile che sporcizia e incuria la facciano da padrone per giorni se non mesi senza che nessuno intervenga. E il caso emblematico di quei vetri in mezzo alle strutture utilizzate dai bambini non è che l'ultimo caso di una lunga serie.

Lo stato attuale del giardino intitolato a Giovanni Falcone nel quartiere Nuova Lavinium: il senso di incuria cattura subito l’occhio



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Via dei Castelli Romani ‘colabrodo’ Il tratto in uscita da Pomezia è in condizioni disatrose: e con la pioggia transitarvi è una “roulette russa” l tratto di Via dei Castelli Romani a Pomezia, in uscita (o in entrata) alla città, versa in condizioni disastrose. Diverse buche, anche di dimensioni consistenti, si sono aperte sull'asfalto costringendo gli automobilisti ad un quotidiano slalom per evitare di danneggiare gli pneumatici. In particolare, come segnalato da alcuni lettori e da noi constatato in seguito da un sopralluogo in zona, sono le condizioni del manto stradale da Via Campobello in poi ad essere quelle maggiormente rovinate. La pioggia e la “roulette russa” Novembre è stato un mese caratterizzato da frequenti giornate di maltempo, spesso annunciate dai bollettini di allerta meteo della Protezione Civile. Temporali e pioggia battente hanno quindi peggiorato una situazione già di per sé critica per non parlare di chi, purtroppo, è costretto a passare in zona nel bel mezzo dei rovesci. Le voragini “spariscono” infatti sott'acqua ed evitarle diventa una missione impossibile. La segnalazione «Il tratto di strada di via Dei Castelli Romani compreso tra via di Campobello e la centrale elettrica, già dissestato da mesi, con il passare del tempo, il traffico e gli ultimi acquazzoni, si è ulteriormente rovinato, si sono aperte nuove buche e si sono riaperte quelle chiuse

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con toppe di asfalto, soprattutto in direzione Albano, ma si stanno aprendo anche buche in direzione Pomezia», ci scrive a tal proposito un lettore. Come lui in tanti ogni giorno devono rischiare la propria incolumità in questo tratto di strada. «Il tratto di strada è diventato molto pericoloso perché molti mezzi, per evitare le buche (ed evitare danni ai veicoli), invadono la corsia opposta, mentre per i conducenti di mezzi a due ruote è molto alto il rischio di cadere. Mi auguro che vengano presi immediatamente dei provvedimenti prima che capitino degli incidenti», conclude. (Foto scattate il 23/11/2021)

Ardea e Pomezia sott’acqua ALLAGATI - Le piogge di fine novembre hanno messo a dura prova strade e quartieri tanto di Pomezia quanto di Ardea, soprattutto sul litorale. Le immagini che vedete sono state scattate tra il 25 e 26 novembre e mostrano delle zone completamente sprofondate sott'acqua.



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Nasce il “rigatorre pometino”

Dopo i Torvicelli la nuova creazione di Marco Giuliani: «Unione delle eccellenze del territorio» stata presentata a fine novembre la nuova pasta dedicata a Pomezia, creata dal pastificio Giuliani, in un evento patrocinato dall'Ente Pro Loco Lazio e Pro Loco Città di Pomezia. La kermesse, svoltasi presso il Simon Hotel, è stata il culmine di un'iniziativa partita nei mesi scorsi ma che in brevissimo tempo ha saputo riscuotere un grande successo. Il formato di pasta, poi ribattezzato “rigatorre pometino” in riferimento alla torre simbolo della città e realizzata per celebrare la ricorrenza dell'inaugurazione di Pomezia avvenuta il 29 ottobre 1939, è già stato declinato in una ricetta “classica” in attesa delle gustose varianti che siamo sicuri che ogni chef saprà creare. Per conoscere più da vicino questo nuovo prodotto tipico pometino, che si affiancherà così al Torvicello di Torvaianica, abbiamo intervistato Marco Giuliani dell'omonimo pastificio, ovvero l'ideatore del “rigatorre”. Da dove è nata l'idea per realizzare questa pasta? «Tutto è partito da una frase di un suo collega, Antonio Sessa, con cui siamo amici da anni. Mi ha chiesto: 'perché non ti inventi una pasta per Pomezia?' Inizialmente non ero sicuro che potesse funzionare tuttavia, pensando al lavoro come Pro Loco (Marco Giuliani è anche vicepresidente della Pro Loco Città di Pomezia, ndr) abbiamo intravisto l'opportunità di coinvolgere alcune aziende locali affinché collaborassero tra loro. Siamo partiti così da una farina locale, a km “zero”, rivolgendoci all'azienda Giacomini. Efffetivamente avevano un prodotto del posto, a Santa Procula, in virtù della collaborazione con due aziende, Fiumi e Tenti, peraltro in grande espansione negli ultimi tempi. In secondo luogo ci serviva un formato di pasta che potesse identificare Pomezia. La scelta è inifine ricaduta su questo nuovo stampo per un rigatone quadrato che sembrava rispecchiare esattamente la nostra torre civica». Il nome come è stato scelto? «Abbiamo lanciato un sondaggio sui social chiedendo ai cittadini di aiutarci a trovare un nome adatto e il successo è stato pazzesco. La scelta è alla fine ricaduta sul “rigatorre” e il

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Nella foto: perché è facilmente intuibile (sopra) il data la conformazione della “rigatorre pasta». Per il “rigatorre pometino” pometino”; (a sx) il suo c'è già un impiego “ufficiale” ideatore, in una ricetta o piatto Marco tipico? Giuliani «Assolutamente sì. L'ultimo step è dell’omonimo pastificio stato interpellare il giovane e promettente chef dell'Hotel Simon, Daniele Ciaccio, a cui abbiamo chiesto di trovare un sugo da accompagnare con prodotti che potessero essere reperibili tutto l'anno. E così è nato il piatto ufficiale/classico del rigatorre: ragù di carni bianche, scamorza, melanzane fritte. Nel corso dell'evento di presentazione il piatto è stato accompagnato ai vini dell'azienda Nardi, altra eccellenza del territorio, premiata peraltro recentemente nell'ambito delle iniziative della Pro Loco “Il coraggio di fare” e anch'essa coivolta nel progetto. Adesso poi chiaramente ogni chef reinterpretarà a suo modo l'uso del rigatorre». Ormai lei, con il Torvicello e il Rigatorre, è diventato il “papà dei prodotti tipici del territorio” pometino: è un modo anche questo per promuovere ulteriormente le nostre zone? «Come Pro Loco il nostro obiettivo è di pro-

muovere l'immagine di Pomezia e soprattutto le sue eccellenze. Il rigatorre è proprio questo, l'unione delle eccellenze del territorio, aziende che meritano di essere conosciute perché, nei loro rispettivi ambiti, apportano il loro contributo all'immagine Pomezia. (continua)

Il piatto

POMEZIA - Si tratta di una pasta elaborata con il grano (di tipo “2”) a km 0 del mulino Giacomini. E' stata realizzata da Marco Giuliani mentre Daniele Ciaccio, chef del Simon Hotel, ha preparato la ricetta che al momento potremmo definire 'classica' con ragù bianco, scamorza e melanzane fritte. I vini di accompagnamento sono invece frutto dell'Azienda Nardi. L'intera iniziativa è stata curata dalla Pro Loco Città di Pomezia.

Marco Giuliani: «’Rigatorre’ frutto dell’unione delle eccellenze del territorio. Hanno collaborato tante aziende che meritano di essere conosciute perché tutte apportano il loro contributo all’immagine di Pomezia»


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(segue) «L'avvio di questo progetto è anche un messaggio di speranza per tutti, a dimostrazione che l'unione fa effettivamente la forza. Solo insieme, collaborando possiamo superare questo momento drammatico e a tal proposito sono contento perché dal rigatorre si stanno sviluppando altre collaborazioni con le aziende coinvolte. E' un po' come dire: perché comprare fuori qualcosa che posso trovare qui sul territorio? Ad ogni modo, sempre in ottica di collaborazioni, colgo infine l'occasione per annunciare che stiamo lavorando affinché ogni Hotel di Pomezia Giuliani:«Mi piacerebbe che grandi marchi nazionali possano farne utilizzo per le loro paste regionali, in quel caso sarei ben felice di collaborare con loro»

Presentazione ufficiale del “rigatorre pometino” all’Hotel Simon a fine novembre abbia a disposizione una sorta di “biglietto pasta? da visita” delle eccellenze gastronomiche «Sicuramente è una tipologia adatta del territorio in cui inserire i “rigaanche come 'pasta secca' quindi PIATTI TIPICI torri”, il vino e le farine e perché penso ci saranno formati da Marco Giuliani è il “papà no, in futuro, anche altri promezzo chilo. La speranza è dei piatti tipici” di Pomezia. dotti locali». che si possa affermare come Sua anche la creazione dei L'iniziativa ha riscosso da ha fatto il Torvicello, ormai subito un notevole suc- Torvicelli (insieme a Patrizia Ricci riconosciuto a tutti gli efnel 2002) oggi riconosciuti ufficial- fetti come identificativo di cesso: ve lo aspettavate? mente come identificativi di Tor«Io credo che il lavoro che la Torvaianica: devo dire che vaianica. Il “rigatorre” punta a Pro Loco di Pomezia ha porrispetto al Torvicello, che ci seguire lo stesso percorso tato avanti in questi anni è ha messo un po' per diffonper Pomezia stato davvero notevole. Le perdersi diciamo così, il rigatorre sone hanno capito lo scopo delle nosembra essere partito più velocestre iniziative unicamente dedicate a far mente. Mi piacerebbe che magari grandi conoscere Pomezia e le sue tante realtà che la marchi nazionali decidano di farne utilizzo compongono, senza scopo di lucro. Ricono- per le loro paste regionali, in quel caso sarei sco che ogni progetto che decidiamo di lan- ben felice di collaborare con loro». ciare riscuote un enorme successo e il “rigatorre” non è stato da meno». Luca Mugnaioli Quale sarà il “prossimo passo” per questa

Claudio Mazza: «Stiamo raccogliendo i frutti del nostro lavoro» L’INTERVISTA AL PRESIDENTE “PRO LOCO POMEZIA” - Il rigatorre è l'ultimo successo di una lunga serie per ciò che riguarda la filosofia del “fare rete sul territorio”: siete soddisfatti? «Assolutamente sì, non potrebbe essere altrimenti. Da sempre portiamo avanti questo concetto del “fare rete” mettendo assieme tante realtà e anime del territorio. I risultati ci stanno dando ragione, le persone hanno fiducia in noi, diciamo che stiamo raccogliendo i frutti del lavoro portato avanti in questi anni». Novembre è stato un altro mese ricco di soddisfazioni e dicembre partirà subito con il “Gran Galà delle botteghe storiche”... «Sì, ci sono stati tutta una serie di appuntamenti importanti culminati con l'evento a

fine mese per la presentazione del “rigatorre”. Ma cito anche il progetto del “Cammino dei Templari” solo per fare un altro esempio. Per ciò che riguarda il “Galà delle Botteghe storiche”, in programma già prima del Covid, penso sia un evento importante per dare forza e creare un momento di aggregazione tra le realtà coinvolte. L'idea di base è quella di incontrarsi a fine anno, far incontrare queste realtà, e chiudere, per così dire il cerchio. Siamo orgogliosi inoltre che molti progetti tra quelli organizzati, compreso quest'ultimo, abbiano ricevuto il patrocinio della Regione Lazio. Continuano anche i progetti con le scuole, l'ultimo in particolare interessa il Picasso». Quali sono le iniziative in cantiere per il prossimo futuro? «Sono davvero tante. Sicuramente fortificheremo i prodotti NAP (Nato a Pomezia)

sul territorio e continueremo le iniziative per portare in altri Comuni quanto fatto qui. A tal proposito abbiamo in programma diversi incontri con vari assessorati che si sono interessati ai nostri progetti. Proseguiremo poi le iniziative per “fare rete” mettendo assieme sempre più realtà del territorio. Senz'altro l'adesione all'Ente Pro Loco Lazio, di cui sono Presidente del Comitato Regionale, che ha uno statuto inclusivo, ci ha permesso di estendere le iniziative ad associazioni differenti e questo contribuisce ad alimentare la “rete”. Uno dei concetti che ci teniamo poi a promuovere, come dimostrano gli ultimi eventi che ci hanno visti protagonisti, penso a quello dei “Sedici Pini”, è quello della “reinclusione sociale”. Far sì cioè che, persone con disabilità non per forza fisiche ma anche genitori separati, nuclei monogenitoriali con figli, anziani, insomma tutti soggetti fragili la cui condizione è peggiorata a causa del Covid possano avere sostegno economico e un aiuto concreto».


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Covid Pomezia e Ardea, tornano a salire i casi Oltre 300 quelli sotto la Rocca, 240 a fine novembre quelli a Pomezia: dal 6 via alle nuove regole ono in crescita i contagi da Covid-19 sul territorio sulla scorta del trend nazionale. Ardea è la città che fa registrare il più alto numero di casi nella Asl Roma 6 ma fortunatamente sono pochissme le persone ricoverate in Ospedale. Va leggermente meglio a Pomezia anche se comunque i casi di Coronavirus hanno superato le 200 unità. Il punto a fine novembre Gli ultimi dati disponibili prima di andare in stampa evidenziavano 304 positivi ad Ardea, con 7 persone ricoverate in Ospedale e 285 in isolamento domiciliare. 240 i cittadini positivi al Covid invece a Pomezia ma di queste non è noto se qualcuno necessiti o meno di cure in Ospedale. La situazione nel Lazio e il raffronto col 2020 A fine novembre (dati: 25/11) nel Lazio c'erano oltre 17,000 attualmente positvi con 684 persone ricoverate in ospedale e 89 in terapia intensiva. Se confrontati con i dati dello scorso anno – sempre riferiti al 25 novembre – si evidenzia un calo netto in tutti questi parametri: -52 decessi, -2,664 ricoverati, -260 terapie intensive. Un risultato ottenuto chiaramente grazie alla vaccinazione. La pressione sugli Ospedali Come per il resto d'Italia anche il Lazio pre-

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senta gli indicatori relativi alla pressione ospedaliera in crescita. Il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva è pari al 9%, mentre l'area medica è all'11% a fronte delle soglie limite fissate rispettivamente al 10% e al 15%. L'incidenza dei casi a 100,000 abitanti era pari a 86 nel periodo (22-25 novembre). Lazio in Zona bianca fino a quando? Al momento la Regione è in zona bianca ma non è escluso, se la situazione dovesse rimanere invariata (o peggiorare), il passaggio in zona gialla. Ricordiamo che per il passaggio di colore da bianco a giallo è necessario che vi sia un’occupazione dell’area medica superiore al 15% e quella della terapia intensiva sopra il 10%. Tale parametro, aggiunto nei mesi scorsi, si affianca a quello dell’incidenza settimanale per 100.000 abitanti: anche laddove si verifichi infatti un’incidenza dei casi Covid superiore a 50 (per 3 settimane consecutive) la Regione resta in fascia bianca a patto di rimanere entro le soglie dei posti letti poc’anzi specificate. Le nuove regole: si parte il 6 dicembre Intanto dal 6 dicembre scatteranno le nuove misure varate dal Governo. La novità più importante riguarda l'introduzione del green pass “rafforzato” o “supergreen pass” che si ottiene solo con la vaccinazione o la guarigione dal Covid. Ridotta la validità che scende da 12 a 9 mesi. E ancora: il green pass

Verso il Natale: tutti i provvedimenti in vigore dal 6 dicembre

“base” sarà obbligatorio dal 6/12 anche per alberghi, spogliatoi per l’attività sportiva, trasporto ferroviario regionale e trasporto pubblico locale mentre l’accesso a spettacoli, eventi sportivi, bar e ristoranti al chiuso, feste e discoteche, cerimonie pubbliche sarà consentito in zona bianca e gialla solo ai possessori di “green pass rafforzato”. Ulteriori limitazioni sono previste per la zona arancione ma saranno valide solo per chi non possiede il “green pass rafforzato”. Con il Decreto del Governo la vaccinazione obbligatoria è estesa al personale amministrativo sanità, docenti e personale amministrativo scuola, militari, forze di polizia, soccorso pubblico dal 15/12. Disposto anche il richiamo obbligatorio per professioni sanitarie dal 15/12. La mascherina resta non obbligatoria all’aperto in zona bianca e obbligatoria all’aperto e al chiuso in zona gialla, arancione e rossa. Sempre obbligatorio in tutte le zone portarla con sé e indossarla in caso di potenziali assembramenti o affollamenti; restano invariate le tipologie e la durata dei tamponi.



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Indomita tra le grandi, il Pomezia rallenta In ripresa anche l’Unipomezia con tre risultati utili nelle ultime cinque partite: il punto n casa UniPomezia la cura di mister Centioni sembra funzionare. Da quando è arrivato il nuovo coach, l’Unipomezia è riuscita a collezionare ben 3 risultati utili nelle ultime 5 partite. Una cura meticolosa che si somma all’ingaggio di Marco Lupi, vecchio amore della squadra pometina visto che l’attaccante trascinò proprio la società di Valle in Eccellenza nella stagione 2015/2016. L’UniPomezia ha collezionato i primi risultati positivi con Cannara (1-1), Scandicci (1-1) e Flaminia Civitacastellana (3-2), quest’ultima partita suggellata da una doppietta di Marco Lupi, mentre sono arrivate due sconfitte con Lornano Badesse (42) e tra le mura amiche contro il Trestina (0-1). Tuttavia, la strada tracciata sembra quella giusta visto che la zona play out dista solo 2 punti e sembra assolutamente alla portata dei pometini nonostante l’ultimo posto in classifica. Nel girone A di Eccellenza continua a tenere il primato la squadra del presidente Bizzaglia che nell’ultimo mese ha inanellato 3 pareggi e due vittorie. Le vittorie sono arrivate entrambe arrivate fuori casa con Aranova (0-1) e Città di Cerveteri (0-1) con rispettivi gol di Cano e Ruggiero mentre i rossoblu hanno impattato con Ottavia (00), Parioli (1-1) e, una delle dirette concorrenti, Polisportiva Favl Cimini (1-1). La

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squadra di mister Scaricamazza si trova ora a 25 punti, con Pol. Favl Cimini e W3 Maccarese che inseguono entrambe a 24. Come anticipato alla vigilia dell’inizio del campionato sul nostro giornale, l’Indomita Pomezia sta rispettando le aspettative grazie ad una favolosa campagna acquisti estiva guidata dal direttore Massimiliano Ricci. Nel girone B di Eccellenza, i gialloneri frequentano, ormai con una certa regolarità, le parti alte della classifica grazie a 4 vittorie nelle ultime 5 partite. Le vittorie sono arrivate con Riano (2-0), P. S. Angelo Romano (1-2), Casal Bar-

riera (0-1) e Real Rocca di Papa (2-1) mentre l’unica sconfitta è arrivata allo Sport’s Campus del Selva dei Pini contro il Villalba (2-4). Grande protagonista di questa scalata è sicuramente l’attaccante Luca Italiano, andato a segno 4 volte nelle ultime 5 partite. La squadra pometina staziona ora a 23 punti, in piena zona play-off ed a soli due punti dal secondo posto occupato dall’Anzio. Manuel Ferrara

Natale di Pace: Pomezia torna a festeggiare IL PROGRAMMA - Natale di Pace, Pomezia torna a festeggiare. Piazze e strade illuminate d'oro, spettacoli teatrali, concerti e animazione per bambiniPomezia torna a festeggiare il Natale con un messaggio di Pace. Strade e piazze illuminate d'oro, concerti, spettacoli teatrali, mostre, animazione e laboratori per bambini accompagneranno la cittadinanza dall'8 dicembre 2021 al 6 gennaio 2022.“Quello che ci apprestiamo a celebrare desideriamo sia un Natale di Pace – dichiara la vice Sindaco Simona Morcellini - in grado di farci stringere di nuovo gli uni agli altri, aprendo i cuori e ascoltando il loro battito d’amore, che ci rende fratelli tutti.Vogliamo tornare a celebrare tutti insieme le festività natalizie donando a grandi e piccini giornate di festa, cultura e divertimento, per gioire insieme del calore della nostra comunità”. 8 DICEMBRE - Mercoledì 8 dicembre, come da tradizione, si accenderanno gli alberi di Natale in piazza Indipendenza e piazza Ungheria: sarà l'inizio di una serie di eventi dedicati a grandi e piccoli. Novità di quest'anno i concerti del primo coro della Città di Pomezia, la rassegna teatrale “Spettacoli sotto l'albero” e la rassegna corale di Europa Musica.“Restituiamo alla nostra Città l’energia che merita, riaprendo le porte del teatro, dei musei e della biblioteca comunale – aggiunge il Sindaco Adriano Zuccalà - Continuiamo a mantenere alta l’attenzione, per noi stessi, per i nostri cari e per l’intera comunità, e gioiamo insieme per un Natale di Pace e per un nuovo anno ricco di sogni e speranze”. Per il programma completo: www.comune.pomezia.rm.it/natale_di_pace



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Per fare un libro ci vuole un fiore antava Sergio Endrigo tanti anni fa una canzone dove diceva che per fare un tavolo ci voleva un fio"Per fare un tavolo ci vuole il legno. Per fare il legno ci vuole un albero. Per fare un albero ci vuole un seme. Per fare un seme ci vuole il frutto. Per fare il frutto ci vuole un fiore ….". M a anche per fare la carta, pensandoci bene, ci vuole un fiore! L'insieme di tanti fogli di carta, ricchi di parole e frasi, rilegatati con una bella copertina danno vita a quel libro che ci tiene compagnia mentre lo leggiamo. I Racconti possono essere considerati forme creative proprio perché nascono dall'immaginazione e dall'ingegno di uno scrittore. Vivendo nell'era del riciclo, ecco che c'è chi, usando fantasia e sfruttando una buona manualità, è riuscito a trasformare il libro oramai finito perché letto, in un oggetto originale d'arredamento, tramite l'arte detta "Folding Books" o meglio l'arte dei libri scultura. Nonostante il lavoro sia un po’ lungo e di precisione, l'effetto finale lascerà un grande senso di soddisfazione a chi si mette all'opera. Tra i primi ideatori c'e l'americana Aleene Jacksons che nel 1964 pubblicò in una rivista un articolo dedicato alla creazione di oggetti tridimensionali ottenuti con la piegatura di fogli. Esistono varie tecniche, dalla più facile che si basa sul piegare le pagine di un libro ed è detta "Only Fold" - dove l'unico strumento necessario sono mani e pazienza. Bisognerà riportare il disegno dell'immagine scelta e poi piegare tutte le pagine seguendo uno schema preciso che a seconda della profondità della piegatura ci permetterà di realizzare un effetto visivo finale più o meno in rilievo. Un po’più complicata e rivolta agli gli esperti la tecnica basata sul taglio e la piegatura "Cut and Fold" dove oltre a piegare le pagine del libro, bisognerà eseguire in determinati punti delle minuziose incisioni. Laura Piacentini

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Un albero sorride guardando un libro perche' capisce che dopo la morte c'e vita

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Numero 11 Anno 13

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IN REDAZIONE: Arianna Azzurra Achille, Matteo Acitelli, Luca Mugnaioli, Alessia Achille, Federica Rosato.

Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009 N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009

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Non credete a tutto i stupirà sapere che dopo i lunghi nove mesi di gravidanza con tutte le visite, le ecografie, le analisi condite dalla giusta dose di ansia e caviglie gonfie, la cosa più difficile e impegnativa da fare non partorire, quello non è niente alla fine, va’ come deve andare, il difficile, dicevo, è gestire tutto il dopo, tenere a bada tutti i “consigli non richiesti”, i mille racconti dei “ con il mio primo figlio…”, oppure “ai miei tempi…” che non fanno altre che aumentare le fisiologiche insicurezze di una mamma alle prime armi… E tutto questo in un momento delicato in cui si cerca di ricostruire un equilibrio di coppia, una nuova immagine di famiglia, in cui si combatte con le poche ore di sonno all’attivo e le mille cose a cui stare dietro, comprese le visite di amici e arenti a qualsiasi ora del giorno. Vogliamo poi aggiungerci il discorso allattamento? Tutti i “ma hai latte a sufficienza?”, “mangia abbastanza?” e via dicendo in un turbinio di pensieri che un uragano in confronto sembra una leggera brezza mattutina. L’allattamento consuma la maggior parte delle energie di una mamma nei primi giorni, è fondamentale partire bene ed essere aiutata e supportata, soprattutto occorre ricevere le giuste indicazioni e poi lasciarsi guidare dal proprio istinto e dai bimbi che non sono altro che piccoli cuccioli di mammifero. Perché scrivo queste che sembrano delle banalità? Perché alcune cose mi fanno arrabbiare!! Ero in fila al supermercato e sentivo due nonne parlare dei rispettivi nipotini appena nati, parlavano di allattamento e di notti insonni. Pare che una delle due neo mamme si alzava spesso per allattare la bambina durante la notte avendo partorito una piccola “urlatrice folle furbetta e prepotente”, a detta della nonna, che voleva solo stare in braccio e attaccata al seno, l’altra le raccontava che sua nuora aveva risolto il problema seguendo alla lettera le indicazioni del pediatra e cioè di non allattare il bimbo di notte “al massimo gli dà un po' di camomilla, ma la tata è bravissima e se è il caso lo lascia piangere nella sua culla, finchè non si riaddormenta, segno evidente che non ha fame, ma che si tratta solo di capricci” … e continuavano a darsi man forte su come educare i figli fin da piccoli senza viziarli, su come ai loro tempi le cose fossero diverse …avrei voluto urlare!!!! Tralascio tutta la questione in merito alla quale i neonati non fanno capricci, sarebbe una cosa innaturale visto che semplicemente non sono ancora neanche coscienti di essere un individuo indipendente dal corpo della mamma e che pertanto non hanno pretese, né prendono vizi, ma necessariamente esprimono una necessità, un bisogno primario

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che sia esso cibo, calore, coccole, odore di mamma o semplicemente conforto, ma non divaghiamo, parliamo di allattamento perché mi pare occorra fare chiarezza. Cari lettori, sappiate che i neonati allattati al seno in modo esclusivo mangiano anche di notte, lo fanno ogni due o tre ore senza distinguere se fuori c’è il sole o le stelle. Il latte materno è più facilmente digeribile, quindi hanno bisogno di introdurne ogni tanto un po’, perché il senso di sazietà si esaurisce più in fretta, inoltre i neonati hanno un sonno molto “movimentato”, hanno una fase REM più lunga rispetto a quella NON REM e questo li porta a muoversi, svegliarsi, chiacchierare, piangere e mangiare. Questo sonno più leggero, aiutato dalla digeribilità del latte materno protegge dal rischio di sindrome della morte improvvisa, diciamo che questo svegliarsi di tanto intanto ricorda ai nanetti di respirare. Che senso ha lasciar piangere un bambino durante la notte? Cosa pensate di insegnargli? A non avere fame? Paura? O semplicemente bisogno di rassicurazione? Che senso ha dargli qualcosa che non è cibo per lui? È come se avete una gran fame e qualcuno vi apparecchia un bel bicchiere d’acqua, sì, lo bevete, potete anche trarne momentaneo beneficio, ma la fame resterà finchè non mangiate. Vale la pena alzarsi, scaldare l’acqua aggiungere camomilla, farla bere, rimetterlo in culla, tornare a letto e poi rialzarsi dopo mezz’ora? Non sarebbe più facile offrire il seno? Ovviamente non voglio banalizzare, né dipingere un quadro tutto nero o tutto bianco. Ogni diade mamma e bambino è unica, ogni donna vive in maniera differente il proprio allattamento e qualunque tipo di allattamento SCELGA è

sicuramente quello più giusto per lei, ma lo deve scegliere appunto, non lasciarsi raccontare mezze verità dii comodo. La montata lattea non arriva semplicemente perché deve arrivare ad un certo punto dopo il parto, deve essere stimolata, il bimbo deve ciucciare per tutto il tempo che vuole, ogni volta che vuole già subito dopo il parto, è proprio questa stimolazione, all’inizio, che induce il seno a produrre sufficiente quantità di latte e la poppata notturna è fondamentale perché quello è il momento in cui si ha il picco della prolattina. I neonati non hanno bisogno di altro che del seno, certo piangono se ciucciano tato per pochissime gocce, ma quello è ciò che devono fare al momento: ordinare il pranzo! Come si può sopravvivere a questo momento tanto impegnativo? Intanto care mamme, imparate a dormire quando dormono i vostri nani, lasciate fare le faccende domestiche, chiedete aiuto non per far tenere vostro figlio in braccio a qualcun altro, ma per farvi preparare la cena, lavare i piatti, fare la spesa… il vostro lavoro è quello di vivere la vostra maternità… e avrete anche il modo di fare selezione tra i vostri “amici”. Poi mettete i bimbi nel lettone e allattate da sdraiate sul fianco, ancia contro pancia, potrete dormire e allattare contemporaneamente. Non succede nulla, non prenderà il vizio del lettone e poi la poppata notturna è la prima che si perde crescendo, poi si penserà al lettino, del resto, questa idea che i bambini devono dormire da soli nella loro cameretta, nella culla è un concetto abbastanza recente però senza alcuna certezza scientifica sui benefici futuri. Baciate i vostri bimbi, teneteli in braccio, respirateli, mangiateli: saranno così piccoli per pochissimo tempo e ci sarà un giorno in cui voleranno dal nido, ma se cresceranno amati e al sicuro, ascoltai e sostenuti, saranno degli adulti migliori, questo è certo. Dott. Ost Catiuscia De Renzis dovevolalacicogna@libero.it


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Magie di natale: il dono dell’ubiquità ono tanti i Babbo Natale, i Re Artù trasferitisi “sic et simpliciter” dal mondo delle fiabe a quello della realtà che promettono Sacri Craal o tanti giga in più. Bezos di Amazon, forse un discendente diretto delle Amazzoni guerriere della antica grecia-, Elon Musk, il Re del mondo, con meno scrupoli di Paperon de Paperoni a tuffarsi in montagne di dollari e Mark Zuckerberg il Re di Facebook e Whatsapp, un lettore appassionato di odissee greche e avventure epiche, che porta in dono sulla slitta il nuovo nome di Facebook, Metaverso” e con esso il dono dell’ubiquità. Meta sta per Oltre e Verso per Universo, un nome che il piccolo Mark lesse per la prima volta nel libro “Snow Crash” di Neal Stephenson, in questo libro si parla di esseri umani che entrano sotto forma di avatar (rappresentazioni visive di persone reali) nel mondo della realtà. Dopo trent’anni, Mark, intanto divenuto re del web lancia la nuova piattaforma futuristica nella quale ha già investito miliardi di dollari. Con Metaverso riceveremo anche noi comuni mortali il dono dell’ubiquità, la possibilità di essere presenti in più luoghi contemporaneamente finora riservata solo a santi e divinità. Abiteremo tutti in un mondo parallelo dove potremo inviare nostri sosia virtuali ovunque, in riunioni di affari, politiche, o a scuola, comodamente dal divano di casa, tutto come in una grande play-station. Mago Merlino e Maga Magò resterebbero di stucco, ma mai quanto i poveri insegnanti che, ancòra affaccendati a catturare l’attenzione degli alunni dietro uno schermo, si ritroveranno a rimproverare o premiare una banda di cartoni animati pronti a volatilizzarsi al primo disappunto e a materializzarsi “oltre”, semmai nel Paese dei Balocchi dove finì anche Pinocchio per aver marinato la scuola, con le orecchie lunghe di un asino. Maghi, indovini, occultisti, che prima si riunivano nottetempo nei boschi, oggi sono tutti rintanati dietro ai loro

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computer indaffarati a costruire “Bestie”, “Fake news, disinformazione come in un far west, anzi un far web. I nuovi adoratori di Satana, i media dell’industria del trattenimento fanno bene il loro compito ovvero quello di mantenere il pubblico saturo di stimoli per renderlo cieco e distratto, senza pozioni magiche, è il Vero Male, quello virtuale ma che fa danni reali. La pandemia ha fatto registrare il 30% in più di adesioni alle sette occulte, forse a causa del protrarsi del disagio, della crisi economica, dell’incertezza per il futuro o per sopperire a spiegazioni che la scienza non è sembrata in grado di fornire. Il fenomeno si sta diffondendo in particolare tra gli adolescenti che, ancòra freschi di fiabe, sogni di grandezza e avventure epiche, rappresentano da sempre un terreno fertile per imbonitori e seduttori, aiutati dalla fervente ricettività tipica dell’ età. Tutto ciò non si può screditare come una patologia sociale, quando non si è felici, e questo non è difficile, (anche i giovani non lo sono) o a causa di traumi pregressi che non hanno trovato una normale soluzione, o per la paura, delusioni, lutti, fine di un amore (pure la pandemia senza fine ci ha messo lo zampino), si torna indietro nel tempo alla ricerca della felicità

perduta, col rischio di affidarsi a chiunque, per quanto irrazionale possa apparire, se si mostra come una via d’uscita. Il Codacons ha rivelato che nel 2020, l’anno del Covid, c’è stato un assalto a maghi, cartomanti, astrologi, già nel 2017 i numeri erano impressionanti, 155.000 operatori dell’occulto ai quali si rivolgevano 13 milioni di clienti, (non solo ceti popolari, anche manager, politici, broker), ben 3 milioni in più del 20001. Tradotto in cifre sonanti, trentamila consulti giornalieri per un giro di affari annuo di 8 miliardi di euro, dato notevolmente sottostimato in rapporto a quelli attuali, quasi raddoppiati, considerato un settore che non conosce crisi e alimenta un’economia sommersa impossibile da quantificare. Quando si tratta delle illusioni più care funziona sempre il pensiero magico, a qualsiasi età o livello di maturazione raggiunto. Anche i potenti del mondo hanno il loro tallone d’Achille, hanno sempre più segreti e non sono sempre in grado di mantenerli efficacemente. Le rappresentazioni che circolano nei canali mainstream, non sono quasi mai prive di incoerenze visibili, dettagli inspiegabii, zone d’ombra, anche l’occulto è divenuto visibile, la verità è sotto gli occhi di tutti basta che la si voglia vedere. Ci vorrebbe un nuovo Randi, il capo della fondazione americana che mise in palio il premio di 1 milione e 530 mila dollari (rimasto non riscosso) per chiunque fosse stato in grado di dimostrare scientificamente un qualsiasi fenomeno paranormale. J. Randi fu egli stesso un illusionista, nei primi anni dell’adolescenza, costretto per 13 mesi a letto in seguito ad una caduta dalla bicicletta, lesse un libro sull’illusionismo che lo folgorò. Guarito contrariamente al parere dei medici, divenne un prestidigitatore di successo; guarito anche dalla seconda malattia, sempre inaspettatamente, nonostante i copiosi guadagni divenne un fervente oppositore delle pseudoscienze. Tornato in senno dichiarò: “Non conosco nessuna vocazione che dipenda così tanto dalla fiducia reciproca dei partecipanti”. Insomma il diavolo continua a fare le pentole ma non i coperchi, il nuovo premio lo vincerebbe di sicuro uno con gli occhi del bimbo che svelò il Re nudo, e incrinasse così l’illusorietà del mondo nel quale i fanciulloni Re dei web ci stanno inabissando completamente ciechi. Peccato che anche questo enigma non è tra i più facili, le cose più difficili da vedere sono sempre quelle che stanno sotto gli occhi. Dott.ssa F:Tomasino Psicologa-Psicoterapeuta francesca.tomasino@hotmail.it


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Pillole di diritto apevate che… il DL 172 del 27/11/2021 non ha “solo” esteso l’obbligo vaccinale, con decorrenza dal 15/12 e per 6 mesi, a determinate categorie ma lo ha anche, illegittimamente, generalizzato eliminando il riferimento alla emergenza sanitaria in atto? L’obbligo vaccinale per gli esercenti le professioni sanitarie e per gli operatori di interesse sanitario, previsto ed introdotto dall’art. 4 del DL 44/21, convertito nella L. 76/21, “in considerazione della situazione di emergenza epidemiologica da Sars-Cov2, fino alla completa attuazione del piano (ndr. vaccinale) e comunque non oltre il 31 dicembre 2021” è cosa ben diversa dal nuovo obbligo vaccinale introdotto dal DL 172/21 con la modifica totale dell’art. 4 sopra citato, e poi esteso, nella sua versione novellata e generalizzata, alle ulteriori categorie di cui all’art. 2 del DL 172 con l’introduzione dell’art. 4-ter al DL 44 – e cioè al personale scolastico, al comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico, alla polizia locale, agli organismi del dipartimento di sicurezza della Repubblica di cui alla l. 124/07, alle strutture socio sanitarie, e a tutto il personale del Dip. dell’amm.ne penitenziaria, quello per la giustizia minorile, le comunità, e gli istituti penitenziari. Le differenze tra le due forme di obbligo non sono irrilevanti sul piano del rispetto della Costituzione e del diritto individuale alla salute sancito dall’art. 32, preminente rispetto all’interesse alla salute della collettività. Avere tolto ogni riferimento alla emergenza sanitaria in atto ed avere introdotto un concetto di semplice “prevenzione sanitaria” fa cadere la giustificazione della tutela della sicurezza e salute pubblica quale parametro per comprimere un diritto ampio e fondamentale come la propria libertà di scelta circa i trattamenti sanitari da adottare a fini preventivi. L’eliminazione poi del riferimento temporale ristretto, di applicazione di tali misure, prima applicabili fino al completamento del piano vaccinale e comunque non oltre il 31/12/21, ed ora applicabili “in attuazione” del piano vaccinale (eliminando il riferimento al suo completamento – quanto durerà questo piano? quante dosi ancora?; non viene precisato e nulla esclude più che venga prorogato di volta in volta a prescindere da una effettiva emergenza) e l’introduzione di una generica “tutela della salute pubblica” senza che vi siano rischi concreti attuali rappresentati con certezza ed univocità dal mondo scientifico e senza che vi sia una emergenza da aumento dei ricoveri che comporti un intasamento delle terapie intensive, rende tutto questo nuovo impianto completamente illegittimo. Per dirla con le parole di un esimio giurista

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e professore universitario, “siamo fuori da ogni decenza costituzionale” (lib. cit. prof U.M.).Vale la pena ricordare che la salute viene tutelata dalla nostra Costituzione quale “diritto fondamentale dell’individuo ed interesse della collettività”, ciò vuol dire che il primo non può essere compromesso se non per legge (e non certo con un DL) e che, in ogni caso, recita il II^ comma dell’art. 32, “La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana” mentre l’interesse collettivo alla salute è in verità un obbligo della Repubblica ad adoperarsi affinché tutti, anche le persone indigenti, abbiano cure adeguate (art. 32 comma I) e non certo la legittimazione a limitare diritti individuali inviolabili come il diritto alla salute ed alla scelta dei TSO (tra i quali rientrano le vaccinazioni obbligatorie).Per quanto concerne invece la libertà di circolazione rispetto all’utilizzo del trasporto pubblico, anche locale, e la limitazione alla stessa, introdotta sempre dal DL 172 con l’obbligo di avere una certificazione che attesti l’effettuazione del tampone, con controlli “a campione” da parte della polizia, anche municipale, ma che abbia la qualifica specifica di agente di pubblica sicurezza - circostanza che fa emergere l’illegittimità di tutti i controlli svolti sino ad ora da chi questa qualifica non la avesse – va precisato che l’art. 16 della Cost., se pure prevede la possibilità di limitazione della circolazione per motivi di sanità o di sicurezza, ne impone l’introduzione da parte di una legge (e non certo di un DL) ed “in via generale”, il che significa con una modalità tale che vada a colpire la generalità dei cittadini, e non solo una parte di essi, individuata attraverso condizioni personali sanitarie che non ledono gli interessi della collettività in quanto i vaccini in commercio non schermano dal contagio (né attivo né passivo. Trattare quindi diversamente, a parità di contagio, i cittadini tamponati da quelli vaccinati, ovvero obbligare alla somministrazione vaccinale senza alcuna emergenza sanitaria in atto, significa

porre in atto delle violazioni di diritti umani e delle discriminazioni scriteriate ed incostituzionali. Si prospettano, quindi, una pletora di ricorsi sia da parte delle categorie alle quali è stato esteso in tale maniera un obbligo vaccinale incostituzionale, che attraverso l’impugnazione delle varie sanzioni che saranno elevate ingiustamente. Questa è la strada lecita di una resistenza civile, almeno fino a che ci saranno giudici a cui rivolgersi. A tal proposito si segnalano due recenti e coraggiosi provvedimenti da parte della magistratura: 1) una importante presa di posizione di un Giudice del lavoro del Tribunale di Velletri che ha ricollocato una dipendente ASL ordinando la corresponsione dello stipendio (vedi foto allegata), 2) la recentissima Ordinanza a SSUU della Cassazione con la quale la Suprema Corte apre per la prima volta alla possibilità di configurare e liquidare un risarcimento danni da illecito civile, ex art. 2043 c.c., anche rispetto all’introduzione di una legge che “ove non disapplicata debba essere ritenuta illegittima costituzionalmente perché discriminatoria o perché in contrasto col diritto comunitario”, risarcimento al quale sarebbero chiamate le “autorità che di quella legge (…) hanno curato la presentazione e concorso all’approvazione” (Cass. Ord. SSUU n. 36373 dep. il 24/11/21). Avvocato Ida Nazzaro Patrocinante in Cassazione Sede studio di Pomezia Via F. Domenico Guerrazzi n. 2 Tel.: 06.60674482 – Cell.: 383616295 E-mail: avvocatoidanazzaro@alice.it PEC: idanazzaro@ordineavvocatiroma.org


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Natale: breve vademecum di utili consigli atale è la festa per eccellenza e per renderla tale non bisogna trascurare nessun dettaglio. E’una giornata che deve rappresentare un’isola di serenità dagli assilli quotidiani a cui per tutto l’anno siamo sottoposti, quindi cerchiamo di viverla al meglio. Ma attenzione a sottovalutare alcuni dettagli che potrebbero generare attriti e dissapori, a meno che voi non abbiate la fortuna di essere circondati da un ambiente familiare ben amalgamato. Innanzitutto ricordatevi che soprattutto la vostra predisposizione d’animo può influenzare l’ambiente più di quanto immaginiate, quindi non partite già prevenuti sul buon esito della giornata. La cura principale andrà comunque alla tavola, protagonista di questa giornata. Con un po’ di fantasia e qualche tocco di colore è possibile creare una tavola diversa. Cercate di essere originali con la vostra creatività, altrimenti sfogliate qualche rivista, per rendervi conto delle nuove idee ma sarebbe meglio cercare di “inventare” voi qualcosa per rendere un’atmosfera natalizia tutta vostra. Ma il Natale è anche soprattutto il momento dei regali e nel fare un regalo, quindi, bisogna anzitutto pensare alla persona che deve riceverlo, alla sua cultura, ai suoi hobbies e soprattutto riuscire a notare qualche particolare che si ha avuto l’occasione di cogliere nel frequentarla. Questo, prima di optare per fiori e piante, dolci o vini, che sono certamente tra i regali più comuni. I fiori e le piante sono forse i più comodi, facili da ordinare e da recapitare, adatti a tutte le evenienze. I fiori si mandano prima o dopo un invito a cena e vanno indirizzati alla padrona di casa, ed è meglio che portati di persona, perché chi li riceve dovrebbe altrimenti occuparsi subito di loro, mentre potrebbe avere delle cose più importanti da fare in quel momento. Anche i cibi e dolci possono essere regali graditi, di grande effetto e anche di utilità ma molto a rischio per la loro deperibilità, meglio optare per vini e liquori proprio perché hanno una maggiore capacità di conservazione: la persona che li riceve può anche offrirli direttamente ai suoi ospiti e sarebbe un grande gesto di considerazione verso la persona che li ha regalati. In generale, per una cena a casa, si portano una o due bottiglie di vino di qualità, oppure una bottiglia di buon champagne per qualcosa di più significativo. Che si tratti

Se ricevete un regalo che gradite, esprimete i vostri ringraziamenti con calore anche nel caso in cui del regalo apprezziate soltanto la confezione

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Innanzitutto ricordatevi che soprattutto la vostra predisposizione d’animo può influenzare l’ambiente più di quanto immaginiate, quindi non partite già prevenuti sul buon esito della giornata

Nel fare un regalo, quindi, bisogna anzitutto pensare alla persona che deve riceverlo, alla sua cultura, ai suoi hobbies e soprattutto riuscire a notare qualche particolare che si ha avuto l’occasione di cogliere nel frequentarla. Questo, prima di optare per fiori e piante, dolci o vini, che sono certamente tra i regali più comuni di fiori o piante, dolci o cibi, o altro, tutti i regali devono essere accompagnati da un biglietto scritto a mano evitando i luoghi comuni e, quando è il caso e se ne siete capaci, cercando di essere leggeri e spiritosi. Infine se ricevete un regalo che gradite, esprimete i vostri ringraziamenti con calore, sia personalmente che con un biglietto, citando l’oggetto e magari l’uso che ne farete, senza esagerare e senza essere ossequiosi, scegliete parole sincere anche nel caso in cui del regalo apprezziate soltanto la confezione. Ma a Natale non sono solo coccole e regali ma in agguato ci sono disagi come il panico e lo stress che provocano uno stato di ansia che, spesso, spengono l’entusiasmo. Si avverte lentamente dentro di noi, man mano che le festività si avvicinano, uno stato di inquietudine dettato dalla preoccupazione di “dover” fare delle cose. La ressa nei negozi super affollati, con persone altrettanto stressate per gli stessi identici motivi che inducono voi stessi ad immaginare che, di colpo, spariscano definitivamente le prossime due settimane dal calendario. Invece sapete benissimo che non potete sfuggire alle relazioni forzate nei pranzi e nelle cene, di sorrisi di circostanza, con conversazioni sempre uguali, il tutto accompagnato da un’ enorme quantità di cibo su cui sfogare la noia e la frustrazione di molte adunate familiari in cui l’allegria non è spontanea. Durante le feste infatti si ingrassa non tanto perché man-

giamo troppo ma anche perché lo facciamo quasi per inerzia, come uno sfogo a tutto ciò che non sopportiamo causando, ovviamente, gravi sensi di colpa per i chili messi su in così breve tempo. Ma questa ricorrenza che richiede “il dovere di essere buoni” genera un dato di fatto che una percentuale altissima di disagi interiori, tra cui ansia, panico e depressione ha origine proprio tra le mura di casa, nelle relazioni con le persone più vicine, poiché questo “buonismo” induce comportamenti non naturali, artificiali, creando un conflitto con l’autostima con cui entriamo in conflitto. Questa lotta interiore si scatena quando l’istinto ci suggerisce un atteggiamento, ovvero quello di non farci ulteriore violenza mentre la ragione ci impone di comportarci come gli altri vogliono vederci. Lo stress nasce sempre da una relazione distorta con la realtà, dall’abitudine a spendere la nostra energia all’esterno di noi, adeguandosi alle richieste che vengono da fuori, anziché investirla per stare bene soprattutto con noi stessi. I doveri familiari e lavorativi alimentano questo atteggiamento.Il primo passo è non trarre sempre conclusioni affrettate, non stiamo sempre lì a giudicare tutto e tutti. Non pensiamo che tutto quello che dipende da noi deve essere migliore. Ad esempio se ci sentiamo stanchi o annoiati non traduciamolo in una sentenza definitiva “ sono triste, non mi succede niente di bello..” Alcuni addirittura pensano di aiutarsi a superare queste situazioni di disagio con l’aiuto di psicofarmaci, ma forse sarebbe meglio curarsi con una sostanza che il nostro cervello sa produrre autonomamente senza bisogno di chimiche aggiuntive: ovvero con l’entusiasmo che, etimologicamente, dall’antica lingua greca significa “ispirato da Dio” . Il “Dio” non è ovviamente nulla di spirituale ma si riferisce a quell’energia che è dentro di noi da cui vengono le intuizioni, le idee. E’ un’esperienza che tutti conosciamo, tanto che, quando la viviamo, ci viene da dire : “ mi sento da Dio” anche se spesso la trascuriamo in nome dei doveri, della morale, delle paure. Buon Natale a voi tutti! Antonio Guido Durante le feste infatti si ingrassa non tanto perché mangiamo troppo ma anche perché lo facciamo quasi per inerzia, come uno sfogo a tutto ciò che non sopportiamo


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Difendiamoci il diabete l 14 novembre è stata la giornata mondiale del diabete, una patologia, sempre più diffusa nelle opulente società occidentali, che provoca grandi sofferenze a chi ne è affetto in forma grave e costi enormi a carico del sistema sanitario. Ormai è ampiamente dimostrata la correlazione tra alimentazione stile di vita ed insorgenza di questa malattia. In Italia vi sono circa tre milioni di diabetici, la maggior parte dei quali presentano una condizione di sovrappeso o di vera e propria obesità. Tutta la letteratura scientifica è concorde sul fatto che per essi è sufficiente iniziare a perdere anche solo una piccola percentuale del grasso in eccesso per ottenere significativi miglioramenti e prevenire l’insorgenza di temibili complicanze. Inoltre, in caso di sovrappeso e di obesità, al diabete si associano una serie di altre patologie cardiovascolari e metaboliche (cardiopatia ischemica, ipertensione arteriosa, dislipidemia, iperuricemia, ecc.) che rendono particolarmente critiche le condizioni di chi ne è affetto, che diviene estremamente fragile anche nei confronti di infezioni come il COVID19. Una alimentazione razionale ed equilibrata, affiancata dalla pratica di una regolare e idonea attività fisica rappresenta quindi il mezzo più efficace ed economico non solo per prevenire questa terribile malattia, ma anche per alleviare i sintomi in chi ne è stato già colpito. Ma la terapia dietetica, intesa nel suo significato più ampio di “stile di vita“ oltre che alimentare è fondamentale nell’ottenere la normalizzazione dei livelli glicemici anche nei diabetici normo o sottopeso. La componente psicologica e motivazionale resta comunque il fattore chiave perché le pessime abitudini alimentari che portano all’insorgenza di questa patologia (diabete di tipo 2) sono normalmente così radicate che è difficilissimo cambiarle. Infatti, molti diabetici non riescono a seguire in modo idoneo i piani alimentari, elaborati dai centri o dagli specialisti che li seguono, o lo fanno solo per brevi periodi di tempo. In tutti questi casi io suggerisco sempre ai miei pazienti di affiancare alla cosiddetta “dieta” un programma di incontri di educa-

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zione alimentare, perché la probabilità di successo della terapia dietetica aumenterà se chi la segue conosce quelli che sono i fondamenti di una corretta alimentazione e se diviene consapevole degli “errori alimentari” che sistematicamente commette. Questa patologia inoltre richiede una gestione integrata del programma alimentare tra il medico di medicina generale ed il diabetologo che seguono il paziente ed il dietista o il nutrizionista che elabora la dieta in base alle loro indicazioni. Queste ultime due figure rivestono un ruolo fondamentale per quanto riguarda gli aspetti del diabete collegati all’alimentazione in quanto, soprattutto a loro, è affidato il compito di collaborare nell’educare il diabetico all’autogestione della propria condizione attraverso il controllo della alimentazione, con particolare riguardo alla quantità ed alla qualità dei carboidrati che ne fanno parte. Infatti, l’alimentazione è fondamentale in tutti i casi di diabete, ma diviene particolarmente critica nel diabete tipo 2, alla cui origine vi è quasi sempre una alimentazione non adeguata. I meccanismi che portano alla insorgenza di questa patologia sono complessi ma i principali sono connessi ad un eccesso di carboidrati nella dieta rispetto a quelle che sono le reali necessità dell’organismo o a condizioni di sovrappeso o di obesità. In questi casi può verificarsi un l’aumento del fabbisogno di insulina, fino al punto in cui quella prodotta non è più sufficiente per fronteggiare le continue richieste, o condizioni di insulino-resistenza, in cui la glicemia tende comunque ad oltrepassare il suo normale livello, anche se l’insulina viene prodotta in quantità notevolmente superiori a quelle normali. Il diabete di tipo 2 si manifesta soprattutto in soggetti nei quali, per lungo tempo, si

è verificato uno squilibrio tra le calorie introdotte in eccesso e quelle consumate. Per essi tenere sotto controllo peso ed alimentazione è fondamentale, ma per farlo è necessario vincere delle consolidate abitudini. Per perdere peso l’apporto calorico giornaliero deve essere inferiore rispetto al fabbisogno teorico dell’organismo, in modo che esso, per soddisfare le sue necessità energetiche, ricorra ai grassi che ha accumulato. Il problema in questo caso non è la “dieta” ma psicologico, perché purtroppo non ci sono “diete miracolose” che possano correggere un rapporto distorto con il cibo che si è consolidato nel tempo, inoltre più rapido ed intenso è il calo ponderale richiesto dal medico, più difficile esso risulta da perseguire, quindi meglio prevenire. Ogni Kg di grasso richiede circa 7000 calorie al mese per il suo mantenimento, quindi per perdere ad esempio circa 2kg in un mese, ogni giorno occorre togliere circa 400-500 calorie dalla propria dieta o, al contrario, occorre incrementare la propria attività fisica per perdere peso senza modificare troppo le proprie abitudini alimentari. Questa “matematica di base” non può essere cambiata, ma può essere adattata e modulata alle esigenze personali che variano da individuo a individuo per renderla più “sopportabile” e soprattutto per avere degli effetti duraturi, in modo che il calo di peso faticosamente ottenuto rimanga poi nel tempo. Nei pazienti diabetici, tuttavia, è tutto molto complicato perché occorre tener conto non solo delle calorie, ma anche della tipologia dei vari alimenti e occorre stare molto attenti perché è facile creare scompensi che possono, ad esempio, provocare cali repentini della glicemia con effetti anche fatali. Per questo motivo il paziente diabetico grave dovrebbe farsi seguire sempre anche da centri specializzati, in cui il piano alimentare predisposto dal dietista è organicamente collegato alle indicazioni del diabetologo e della equipe medica che lo segue ed è adattato continuamente alle sue le mutevoli condizioni. Monica Grosso - Biologo nutrizionista Se volete contattare l’Autore di questo articolo rivolgetevi al 3208942854 – monicagrosso1@tiscali.it


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TARI Ardea, lettera al Sindaco Mario Savarese Buongiorno, sono un contribuente TARI di Ardea, prima di esporre vorrei segnalare, per una riflessione, di aver inviato ben 3 mail alle caselle di posta certificata del Comune di Ardea, la prima per segnalare il cambio di indirizzo per il recapito della corrispondenza Luglio Prot N 42236 la seconda a novembre Prot. N 64488 per cambio residenza e richiesta avviso TARI (senza ricevere alcuna risposta fatte salve quella automatiche di avvenuta ricezione) ed infine l’ultima sempre a novembre stesso oggetto. Quest’ultima inviata anche alla casella di posta ordinaria dove finalmente ho avuto riscontro è ho potuto procedere con il pagamento.e nel contempo ho provveduto a fissare un appuntamento con l’ufficio tributi con tu passi (primo disponibile 8 Feb 2022. Circa l’intervista del Sig. Luca Mugnaioli al Sig Sindaco vorrei segnalare i seguenti elementi: 1. Su quale base si può dire che la quota fissa rappresenta circa il 40% di quella variabile a ben vedere questo lo si può ottenere solo se si considera una superficie di circa 140 metri quadrati, di contro se ne considera

una di circa 40 il circa 40% risulta molto isolare dati congruenti ed infine verifica dei lontano e viceversa nel senso opposto. costi. Grato della vostra attenzione. 2. Numero di occupanti arbitrariamente fis- Leonardo D. sato a 3 forse sarebbe stato il caso di prevedere l’eventuale rettifica contestualmente ai pagamenti. 3. Equità per essere equo un sistema dovrebbe essere il più analitico possibile ma questo avviene solo nei paesi del Nord Europa. Quindi vorrei sapere, se possibile quanto è equo un sistema che non potendo procedere analiticamente tassa il cittadino della seconda casa come quello che la In via selva piana vicino alla prima rotatoria per andare usa tutto l’anno. Pomezia c’è questa specie recinto a protezione di un tom4. Il paragone con la bino aperto da anni quando viene riparato? Città di Pomezia circa il rapporto attività produttive e abitative avrebbe bisogno del supporto di altri dati ad esempio il rapporto alloggi residenti verso alloggi non residenti e alloggi residenti verso attività produttive in modo da

Torvaianica Alta




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