Il Corriere della Città - Gennaio 2021

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CRONACA

Il Corriere della Città gennaio 2021

«La mia famiglia colpita duramente dal Covid» Pomezia, la storia di Anna: per colpa del virus ha perso il papà e due familiari. Altri sono in ospedale nna è una signora di Pomezia di origini Piemontesi. La sua famiglia è rimasta in parte al nord Italia e in parte al sud. Purtroppo, a causa del Covid19, ha perso alcuni parenti tra cui il papà mentre altri familiari si trovano attualmente in ospedale in terapia intensiva. Insomma, la pandemia li ha toccati molto da vicino. Questa è la sua storia. All'inizio dell'anno il nord Italia è stata la prima vera zona rossa, immaginiamo sia stato terribile per voi qui a Pomezia dover affrontare le notizie e l'incertezza che arrivavano sapendo di non poter fare, in fin dei conti, nulla.. «E' stato davvero brutto. Papà, che soffriva di Alzheimer ma stava abbastanza bene, si trovava in una RSA. Chiaramente la preoccupazione era tanta soprattutto perché, da febbraio in poi, non ci è stato possibile andare a trovarlo di persona. L'ultima volta è stata il 16 febbraio, data del suo compleanno quando ha compiuto 79 anni. Poi la struttura è stata chiusa e da lì è iniziato l'incubo: le notizie erano sempre frammentarie, non potevamo vederlo né sentirlo. E' un dramma che non auguro a nessuno». Come ha saputo la notizia della morte del suo papà? «Mi hanno chiamato dalla struttura il 14 aprile. Pochi minuti e una surreale freddezza. In pochi istanti ti crolla il mondo addosso. La cosa più difficile è stata chiamare mia mamma per avvisarla. Noi sin da subito avevamo chiesto di fare il tampone ma purtroppo all'inizio si era rivelato un falso negativo: e invece c'è stata una vera e propria “strage”, insieme a lui sono morti di lì a poco altri 20 signori. Una tragedia. Ancora oggi faccio fatica a riprendermi». Il virus ha impedito alle persone perfino di elaborare il lutto, tenendole distanti dai propri cari anche per l'ultimo saluto. Cosa ha significato per lei al livello personale? «E' una cosa devastante essere privati anche del funerale. Non ci si riprende facilmente da uno choc del genere». E' riuscita durante l'estate a recarsi dalla sua famiglia al nord? «Si, nonostante avessi tanta paura mi sono fatta coraggio e mi sono recata al cimitero, dopo un viaggio di quasi 800km. Nella mia famiglia ci sono diversi soggetti considerati a rischio, la paura di contrarre il virus e di attaccarlo a loro è davvero tanta». Quando il peggio sembrava passato per il Paese, e nuovamente, per la sua famiglia il virus si è rifatto sotto: cosa è successo nei mesi scorsi, può raccontarcelo?

A

«Una mia zia in Provincia di Foggia, anche se era molto anziana, si è rotta il femore ed ha contratto il virus in ospedale. Purtroppo non ce l'ha fatta. Ma il dramma vero è accaduto nuovamente al nord dove un mio cugino di Milano, 54 anni, infermiere al Pronto Soccorso al Fate Bene Fratelli, è finito in terapia intensiva a causa del Covid dopo averlo attaccato a tutta la famiglia. Lui è in condizioni molto gravi. Sua cognata, anche lei 54 anni, ricercatrice al San Raffaele, nessuna patologia, è morta. Oltre a questo, sempre a Milano, una sorella di mia mamma, 88 anni, è in questo momento ricoverata in ospedale con il casco per l'ossigeno. Siamo davvero provati, non ce la facciamo più». Lei più volte si è ritrovata a discutere sui social con gli scettici o, peggio, con chi minimizza il problema fino ad arrivare ai negazionisti. Ovvio che serve sempre equilibrio, tra il non cedere al terrore ma al tempo stesso cautelandosi in tutti i modi possibili:

lei che idea si è fatto? «Francamente non so cosa spinga queste persone a ragionare così. Il Covid-19 è un virus temibile che può causare danni terribili, anche a persone che non hanno patologie. Spero sempre che la gente capisca, che si renda conto dell'importanza di adottare tutte le misure di precauzione. Solo così potremo uscirne fuori». Il vaccino sembra aver riportato una speranza: lei come ha appreso questa notizia visto che il Covid-19 le ha toccato da vicino tantissimi cari? «Io lo farei anche domani se fosse possibile. Avrei voluto che ci fosse stato a marzo, forse mio papà sarebbe ancora qui. Il vaccino ha riportato finalmente una piccola luce di speranza, comunque la si pensi è una possibilità. Per quanto ci riguarda, in ogni caso, non ci riprenderemo mai da tutto questo, per noi non sarà mai un vero ritorno alla normalità».

L’appello: «Il Covid-19 può causare danni terribili, anche a persone che non hanno patologie. Spero sempre che la gente capisca l'importanza di adottare tutte le misure di precauzione»


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