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La storia del piccolo Enea

Di recente si è molto parlato della vicenda del piccolo Enea, lasciato dalla sua mamma in una delle moderne “Ruote degli esposti” con un biglietto di poche righe in cui ognuno di noi ha letto una storia. Se chiudo gli occhi riesco quasi a sentire il dolore di quella mamma che con mani tremanti sta per lasciare il suo bambino in un posto sicuro, ma anche sconosciuto. La vedo camminare nervosamente avanti e indietro un po' indecisa, con quel fagottino addormentato tra le braccia, fa freddo, il suo corpo non lo sente mentre la sua mente è affollata da mille pensieri. Sa che è la scelta giusta, forse l’unica scelta possibile, ma non vuole che suo figlio si senta abbandonato o che possa un giorno pensare di non essere sato amato da sua madre o che venga chiamato con un nome che non è il suo e quindi ha scritto poche righe in cui racchiudere tutto il mondo possibile. La vedo baciarlo, respirarlo forte, stringerlo, sorridergli tra le lacrime e poi lasciarlo delicatamente nella culla, il cuore stretto e il fiato corto, un ultimo sguardo e via lontana da lui forse per sempre… Enea piange… lui non sa niente, ma sente quell’addio…Difficile non lasciarsi andare alle emozioni e sospendere il giudizio, ne abbiamo lette tante e sentite tante. Qualcuno ha scritto “Come si fa ad abbandonare un figlio?” … tanto per cominciare non approvo questo modo di dire, la mamma di Enea non ha abbandonato suo figlio, ha scritto di non essere nella possibilità di occuparsi di lui, quale che sia il motivo, ha cercato di offrire un futuro a suo figlio, lo ha consegnato in un posto caldo, sicuro, accogliente dove c’era qualcuno pronto ad amarlo e ad accudirlo. Qualcuno ha scritto “Perché non aiutare questa mamma invece che trovare un’altra famiglia a questo bimbo?”, e devo essere sincera è stato il mio primo pensiero, di primo impatto mi è sembrato scorretto fare tanta pubblicità al fatto che Enea ha subito trovato una nuova mamma quasi come se l’altra poteva in qualche modo essere dimenticata e lasciata nel suo anonimato, ma poi ho riflettuto su due cose da non sottovalutare, la prima è che vedendo la cosa da questo punto di vista si rischia di dare per scontato che il problema sia solo economico, ma se invece questa mamma avesse protetto suo figlio da un padre violento? Se fosse nato da una relazione tossica? Se fosse stato concepito fuori dal matrimonio o in conseguenza ad una violenza? Se la mamma fosse poco più di una bambina incapace di raccontare tutto alla propria famiglia, pur avendo fatto una scelta di grande maturità? Certo, per ognuna di queste situazioni si potrebbe trovare una soluzione, ma non è sempre tutto così semplice, immediato e risolvibile… non sappiamo niente se non che questa mamma ha consapevolmente accettato l’idea di non potersi prendere cura di suo figlio e lo ha protetto come ultimo gesto d’amore, avrebbe potuto abbandonarlo davvero e invece gli ha offerto l’occasione di una vita migliore. La seconda cosa su cui ho riflettuto è stata invece legata al fatto che rendendo pubblica la notizia dell’adozione anche la mamma biologica di Enea possa aver trovato un po' di conforto nel sapere suo figlio al sicuro. Qualcuno ha anche scritto su quanto una mamma biologica possa essere migliore di una mamma adottiva…ma davvero? So per esperienza che la famiglia perfetta non esiste, non esiste la mamma perfetta, il papà perfetto, il figlio perfetto, esistono però tante realtà in perfetto equilibrio. Spesso le mamme mi raccontano di come siano diversi i loro i figli e i legami che si creano con loro e non è una questione di dosi d’amore, ma semplicemente una questione caratteriale, una questione di pelle e di sentire…una mamma che è “colpevole” di non poter concepire un figlio non è meno madre di qualsiasi altra … ha solo bisogno di un’occasione diversa per avere un bambino… imparerà a conoscere suo figlio e creerà con lui legami speciali sbagliando e facendo scelte giuste come tutte le altre donne. Non voglio poi entrare nel merito della lunga e infinita polemica sulla presunta privacy violata, davvero basta!

Ammesso che esista ancora una privacy in un mondo fatto di social, in cui pubblichiamo qualsiasi cosa accade nella nostra vita compreso quello che mangiamo a colazione, quanti passi facciamo al giorno, dove e con chi abbiamo condiviso cose, trovo che dare certe notizie sia di importanza fondamentale per diffondere informazioni socialmente utili. E’ giusto sapere che in Italia esistono ancora le “Ruote degli esposti”, si tratta di culle termiche sistemate in prossimità degli ospedali che si aprono verso la strada e poi un volta lasciato dentro il bimbo si richiudono senza poter essere aperte nuovamente e avvisano il personale ospedaliero che si occuperà del neonato. Andrebbe anche ricordato che per legge in Italia è garantito il parto in anonimato: si può partorire in ospedale, senza dover dichiarare nome e cognome e si può decidere di non riconoscere il bambino e di lasciarlo al sicuro in un posto dove qualcuno se ne prenderà cura. La mamma ha così la possibilità di partorire in sicurezza e il bimbo di essere accudito fin da subito e magari di trovare una famiglia adottiva più velocemente. La mamma di Enea è rimasta nell’anonimato, di lei non si è saputo niente, se non quello che lei stessa ha voluto fosse noto e cioè il nome di suo figlio, l’impossibilità di occuparsene e l’amore che nutre per lui. Ha partorito da sola, spaventata, ha attraversato una notte di pensieri che ti tolgono il sonno e il respiro e poi con il cuore gonfio di emozioni contrastanti ha lasciato il suo bambino ed è tornata ad una vita che solo apparentemente sarà uguale a quella vissuta fino a ieri. Non giudicare, questa è la cosa più difficile, spesso proprio la paura di quel giudizio ti spinge a fare le scelte sbagliate. Ho grande rispetto per questa mamma anche se non conosco la sua storia, credo che abbia fatto una scelta importante e coraggiosa, credo che in una notte sia cambiata per sempre e credo che Enea un giorno potrà capire ed esserle grato. Esiste un amore più grande di quello che ti spinge a separarti dal tuo bambino nella speranza di un domani migliore per lui? In questa storia io vedo solo amore: quello di una madre che lascia un figlio e quello di una donna che diventa madre entrambe mamme di Enea che mai per un solo istante è stato abbandonato!

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Dott. Ost. Catiuscia De Renzis Papera.cd@gmail.com

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