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Il nuovo Consiglio Regionale del Lazio
RICONTEGGI – Malgrado sia passato quasi un mese dalle elezioni al momento di andare in stampa non era ancora stata resa nota la composizione ufficiale del nuovo Consiglio Regionale. Pur essendo già stati individuati i 50 nomi – tra maggioranza e opposizione – sulla base delle preferenze espresse dagli elettori e in virtù del meccanismo di ripartizione dei seggi dettato dalla legge elettorale in vigore, si attende l'esito dei ricorsi presentati da alcune liste. Il riconteggio è scattato dopo la richiesta presentata da Forza Italia e Lega che chiedono il riconoscimento di un consigliere regionale in più a Roma (uno per Forza Italia, uno per la Lega e uno per la Civica di Rocca) e tre in meno per Fratelli d'Italia nelle Province. Se il ricorso dovesse essere accettato, la pattuglia di Fratelli d'Italia verrebbe ridimensionata e gli altri partiti potrebbero avanzare con più forza le richieste di posti in giunta.
I NOMI – Intanto, in attesa di saperne di più, questi i nominativi che dovrebbero andare a comporre il nuovo Consiglio Regionale del Lazio. Maggioranza. Fratelli D'Italia
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(22): Righini Giancarlo, Ghera Fabrizio, Angelilli Roberta,Grasselli Micol, Maselli Massimiliano, Rotondi Marika, Bertucci Marco, Palazzi Edy, Antonio Aurigemma, Mari Emanuela, Corrotti Laura, Cera Flavio, Iannelli Maria Chiara, Maura Daniele, Savo Alessia, Tiero Enrico, Palazzo Elena, Sambucci Vittorio, Michele Pasquale Nicolai, Eleonora Berni, Sabatini Daniele, Paterna Valentina; Forza Italia (3): Cosmo Mitrano, Capolei Fabio, Simeoni Giorgio; Lega (3): Giuseppe Cangemi, Laura Cartaginese, Tripodi Orlando; Civica Rocca Presidente (1): Crea Mario Luciano; UDC (1): Nieri Naza- reno. Passiamo alla minoranza. Partito Democratico (11): Daniele Leodori, Mattia Eleonora, Ciarla Marco, Droghei Emanuela, Valeriani Massimiliano, Califano Michela, Lena Rodolfo, Battisti Sara, La Penna Salvatore, Panunzi Enrico, Alessio D'Amato; Azione - Italia Viva (2): Tidei Marietta, Pierluca Dionisi; Civica D'Amato Presidente (1): Marta Bonafoni; Verdi e sinistra (1): Claudio Marotta; Movimento 5 Stelle (4): Bianchi Donatella, Della Casa Roberta, Novelli Valerio, Colarossi Marco; Polo progressista (1) Zeppieri Alessandra.
Seconda parte del nostro speciale dedicato alla sentenza (diventata definitiva in quanto il Comune di Pomezia ha deciso di non ricorrere in appello) con il quale il Tribunale di Roma ha condannato a gennaio il Comune di Pomezia per “condotta discriminatoria” nell'ambito della nota vicenda riguardante i PEBA, i piani per l'abbattimento delle barriere architettoniche. Una sentenza storica, alla quale si è arrivati dopo il ricorso presentato nel 2019 dalla Cellula Luca Coscioni, in quanto per la prima volta è stata accertata nei confronti della Pubblica Amministrazione la responsabilità per la mancata adozione dei PEBA in quanto essa costituisce una “condotta discriminatoria collettiva nei confronti delle persone con disabilità”. Ora però, come vi avevamo spiegato nello scorso numero, il Comune dovrà anche rimuovere, e dovrà farlo entro pochi mesi, le barriere architettoniche segnalate nella relazione presentata dalla Coscioni e allagata alla documentazione del processo. Nel numero di febbraio abbiamo visto nel dettaglio i primi cinque punti sui quali si dovrà intervenire (puoi leggere l'articolo online su www.ilcorrieredellacitta.com oppure sfogliare il numero di febbraio cartaceo su https://issuu.com/ilcorrieredellacitta) mentre adesso vedremo invece le restanti quattro barriere da rimuovere che completano la relazione. La seconda parte della relazione dell'Arch.
Paolo Moscogiuri giuri, esperto sul tema delle barriere architettoniche. Per il Tribunale tutte e nove queste criticità dovranno essere rimosse dal Comune di Pomezia entro la fine dell'anno.
N.6 Via Cavour nei pressi del n° civico 5, angolo via G. Mazzini
Pronunciamento Storico
Per la prima volta è stato stabilito che la mancata adozione dei PEBA costituisce condotta discriminatoria collettiva avverso le persone con disabilità. Il Comune di Pomezia è stato condannato a seguito del ricorso presentato dalla cellula Coscioni nel 2019
A curare il lavoro di documentazione, che comprende le principali criticità esistenti sul territorio, è stato l'Architetto Paolo Moscu-
In questo caso abbiamo il passaggio completamente ostruito per chiunque a causa di barriere multiple: c'è un albero con radici affioranti, un palo della luce, paline di segnaletica stradale, il bordo aiuola, dei parapedonali. L'installazione del tutto casuale degli elementi sopra descritti, senza alcuna attenzione a non creare ostacoli e pericoli per il pedone, costringe quest'ultimo a camminare sulla carreggiata. Ogni norma delle leggi sull'eliminazione delle barriere architettoniche, 236/89; 503/96 e 67/2006, è stata qui violata, creando una vera e propria situazione di pericolo.
N.7 Via Ovidio nel tratto da via Orazio a via Varrone
Questo tratto di strada è praticamente privo di marciapiede. Nel 2018 il Comune di Pomezia, invece di dedicare almeno uno dei due lati al marciapiede, ha destinato tutti e due i lati al parcheggio, contrariamente ad ogni dettato legislativo in fatto di abbattimento di barriere architettoniche e contrariamente al dovere di non creare situazioni di pericolo. Precedentemente i due lati erano sempre ostruiti dalle auto in sosta, ma la segnaletica orizzontale era presente solo da un
La
lato. Cosi operando, non solo non si è attuato quanto prescritto dalle leggi, ma si è addirittura “legalizzato” quello che fino a quel momento era stato un parcheggio abusivo.
N'8 Lungomare delle Sirene dal n° civico 264 al 445 (Torvajanica)
Questo tratto di strada, ad alto volume di traffico, è praticamente privo di marciapiede, e tuttavia il Comune di Pomezia ha destinato entrambi i lati al parcheggio, libero e a pagamento. Durante l'estate, la strada è maggiormente frequentata dai pedoni per il fatto che costeggia la spiaggia, emamme con le carrozzine, bambini, persone con disabilità sono costrette a camminare sulla carreggiata con il pericolo di essere investite.
N.9 Largo Goffredo Mameli
Chiudiamo con l'ultima barriera architettonica citata dalla relazione. Siamo al punto di ingresso in città “Pomezia nord”. In questo tratto si incrociano: la Via del Mare, Via dei Castelli, la via Pontina e via Roma, asse di penetrazione all'interno dell'abitato. Il traffico qui è nevrotico giorno e notte e gli attraversamenti sono lunghi e pericolosi. Nel bel mezzo di uno di questi attraversamenti “zebrati” è stato lasciato un tratto di asfalto non livellato attorno a un tombino, che presenta una sconnessione larga circa 10 cm per tutto il perimetro di questo. Che il lavoro sia abbandonato/dimenticato da tempo ce lo dice la vernice bianca posta sopra di esso, Per una carrozzina, un anziano, un ipovedente, o per chiunque, questa barriera rappresenta più che un impedimento alla mobilità: si tratta di un vero e proprio pericolo.