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Avviso di vendita

T. ROMA C.P. N. 123/2017 S.T.E. S.r.l. in Liquidazione

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Il Concordato Preventivo vende n. 2 immobili commerciali uso ufficio in Pomezia,Via del Mare n. 2/D

Lotto n. 1 - prezzo base 174.171,00

Lotto. n. 2 - prezzo base 61.349,00

Presentazione offerte: entro il 25.11.2022 ore 18:00

Gara in data: 28.11.2022 ore 12:00

Maggiori informazioni sul bando di vendita pubblicato sul Portale delle Vendite Pubbliche e dal Liquidatore Giudiziale Avv. Daniele Guidoni (avvocatodanieleguidoni@gmail.com).

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Il parere di Paolo Fiorentini, tecnico specializzato in condotte di depurazione Qual è lo stato di salute dei depuratori di Torvaianica? Cosa succeda all’interno non è dato saperlo, visto che i controlli devono essere annunciati. Sappiamo però che le condotte non rispettano quanto prevede la normativa europea. Dovrebbero infatti essere molto più lunghe rispetto a quanto sono invece attualmente. Ne parliamo con Paolo Fiorentini, subacqueo perito che per anni ha curato per il Comune di Pomezia la manutenzione di proprio di queste condotte. “La loro lunghezza non è a norma. Quello del fosso della Crocetta, cioè quello che si trova in via Zara e che serve tutti gli abitanti di Torvaianica sud e Torvaianica centro, ha una lunghezza di soli 930 metri. Quello di via San Paolo, più piccolo ma più recente, è invece lungo 1650 metri. Anche il livello di profondità non corrisponde a quanto previsto dalla normativa, perché entrambi sono molto più superficiali. Questi due elementi ovviamente si traducono in mare più sporco a riva. E questo si calcola sulla base delle utenze servite e sulla pendenza della costa. Fatti questi calcoli, a via San Paolo a tubatura dovrebbe stare a circa 2,5 chilometri dalla costa, mentre al fosso della Crocetta addirittura a 3,5 chilometri di distanza, quindi ben 2,5 chilometri oltre il punto dove termina attualmente”.

LE IRREGOLARITA’

Le condotte non rispettano la normativa Europea nei seguenti parametri:

1- Lunghezza non a norma

2- Livello di profondità non è a norma

3-Mancata segnalazione del terminale che sversa in acqua

4-Assenza di un diffusore

L’allungamento è l’unico adeguamento che andrebbe fatto alle tubazioni?

“No. Innanzi tutto il punto dove la condotta del depuratore termina, ovvero in cui scarica i liquami, deve essere segnalato da una meda (una grossa boa, ndr): ebbene non c’è.

Inizialmente erano state messe, ma nel tempo si sono sganciate e sono sparite. Ma nessuno ha mai provveduto a rimetterle. In questo modo, quando passa un’imbarcazione che non sa dove sia esattamente la condotta, quest’ultima viene agganciata dagli ancoraggi delle barche e danneggiata. Il risultato di questi continui danneggiamenti sono dei fori da cui fuoriescono i liquami in maniera non corretta, oltre all’allentamento della flangia che tiene i vari pezzi di cui è composta la condotta, facendo uscire anche da lì il liquame. In più manca il diffusore, anche questo obbligatorio per legge”.

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Nelle foto: il terminale della condotta di Crocetta. Praticamente invece di esserci un diffusore, c'è semplicemente un taglio meccanico sul tubo, dal quale fuoriescono i liquami trattati in soluzione unica, senza la necessaria diffusione graduale. La parte terminale delle condotte, è un vero ricettacolo di ogni cosa, perché chi sono cavi, reti e immondizie varie agganciate

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Che cos’è?

“È un prolungamento della tubazione che, a seconda della tipologia della costa, smorzano la carica batterica con aperture graduali. Quando il liquame viene trattato, l’acqua reflua viene abbattuta della carica batterica, che comunque resta. Il trattamento di depurazione finale lo fa il mare. E lo fa in maniera egregia se quello che arriva è un liquame trattato adeguatamente a monte e scaricato in maniera ‘graduale’. Faccio un esempio pratico: adesso le condotte sono tubi che sparano a velocità elevata i liquami, che restano in questo modo concentrati e densi. L’abbattimento della carica batterica da parte del mare non avviene quindi in modo efficace. Con i diffusori, invece, la fuoriuscita del liquame avviene nel modo corretto. Se, al contrario, il diffusore non c’è ed esce la massa diretta, la carica batterica verrà sì abbattuta dal mare, prima o poi, ma non nei tempi e nei modi previsti dalla normativa”. Come avviene la depurazione delle acque?

“I sistemi più moderni, ecologici e – alla fine anche economici, visto che consentono di riciclare interamente l’acqua - sono quelli della ionizzazione e della fitodepurazione. Ma qui non si usano. Qui siamo fermi a sistemi di depurazione chimica. Si utilizza l’acido peracetico, un disinfettante più forte ed economico del cloro”.

Facendo il punto della situazione, abbiamo delle tubature più corte, oltretutto rovinate in più punti, senza diffusore, cosa che prova l’immissione in mare di una carica batterica più alta rispetto a quanto si dovrebbe

Rispetto agli anni passati, cosa è cambiato?

“Io avevo fatto presente questa situazione già all’inizio dell’era Fucci, quando da poco aveva preso in gestione il depuratore l’Acea. Oltre ad averle spiegate al Primo Cittadino, le avevo illustrate a quello che in seguito sarebbe diventato sindaco, Zuccalà, che all’epoca era Presidente della Commissione Ambiente, nel corso delle apposite riunioni con gli ingegneri. Tant’è che una volta proprio Zuccalà mi chiese, circa un anno e mezzo dopo che Fucci venne eletto sindaco, a quanto ammontava il costo dei lavori di ammodernamento delle condutture. Risposi

Secondo una stima servirebbe circa un milione per riammodernare tutta l’infrastruttura: ma i costi, nel tempo, potrebbero essere anche aumentati considerando gli anni trascorsi

Un tecnico “scomodo”?: “Visto che ogni qualvolta mi immergevo segnalavo quanto non anadava, sottolineando i problemi potenziali per l’ambiente, sono stato fatto ‘fuori’ come tecnico” che il tutto superava di poco il milione di euro. Lessi sul volto dell’allora Presidente della Commissione Ambiente la delusione. Il futuro sindaco pensava che la cifra sarebbe stata molto più alta. Mi spiegò, infatti, che il Comune di Pomezia era in debito con l’Acea di 4 milioni di euro e sperava che, facendo quei lavori, si potesse andare in pareggio”. Invece, con un costo di molto inferiore, non si poteva chiedere all’azienda di effettuare i lavori senza correre il rischio che Acea chiedesse in cambio la restituzione del dovuto.

Non si sa se questo sia il motivo per cui tutto si è bloccato, ma come motivazione è sicuramente plausibile. E, nel frattempo, il debito del Comune verso Acea potrebbe anche essere aumentato.

“Fucci parlava pochissimo con chi non era tra i suoi fedelissimi. E la stessa cosa, forse ancor di più, è successa con Zuccalà. Quindi, dopo quella volta, non ho saputo più nulla in merito ai lavori del depuratore e al debito Acea. Anzi, visto che ogni volta che mi immergevo facevo relazioni su quanto non andava bene e chiedevo che venisse messo a posto, dicendo che la situazione poteva diventare pericolosa per l’ambiente, sono stato fatto fuori come tecnico”.

L’operazione “Mare Pulito”, voluta dal Movimento 5 Stelle e inserita nel programma elettorale che aveva portato Fucci a vincere nel 2013, era quindi naufragata, così come il rilancio turistico di Torvaianica. Facendo un bilancio?

“Abbiamo la situazione peggiorata, perché non solo non è stato fatto nulla per migliorare le cose, ma nel frattempo le condutture sono di 8 anni più vecchie rispetto a quando abbiamo affrontato il discorso con l’Amministrazione comunale”.

Maria Corrao

Il bilancio: abbiamo delle tubature più corte, oltretutto rovinate in più punti, senza diffusore, cosa che prova l’immissione in mare di una carica batterica più alta rispetto a quanto si dovrebbe

La situazione era già stata portata all’attenzione dell’allora

Amministrazione Fucci. Qual è allora il quadro oggi?

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