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LA CELLULA T

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DANTE

DANTE

di Sarrie Patozi

Se da una parte nel 2020 alle vite dei singoli sono stati posti drastici e brutali limitazioni che hanno portato al completo sconvolgimento individuale, dall’altra la medicina ha continuato il proprio progresso.

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Gli studiosi dell’Università di Cardiff, in Galles, hanno individuato nel sangue un tipo di cellula immunitaria che potrebbe portare grandi benefici alla lotta tumorale, dando alla ricerca una svolta definitiva. La terapia genica è un campo relativamente nuovo all’interno dell’oncologia, e il suo obiettivo è quello di trattare una patologia mirando direttamente alle sue basi genetiche. Affinché ciò sia possibile, entrano in gioco i linfociti T che vengono prelevati dall’organismo umano e “riprogrammati” in laboratorio, per poi essere immessi nuovamente nel paziente; questa tecnica prende il nome di Car-T (Chimeric antigen receptor) ma ha tuttavia dei limiti: i “nuovi” globuli bianchi, infatti, sono in grado di riconoscere ed attaccare solo alcune tipologie di tumori. È qui che interviene la ricerca degli studiosi: costoro hanno optato per utilizzare il metodo CRISPR (Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats) grazie al quale hanno scoperto un altro recettore T (Tcr) che si lega a Mr1. Quest’ultimo è una molecola simile all’Hla, un antigene leucocitario che aiuta a rilevare le cellule tumorali, di portata però universale: ciò, spiegano i ricercatori, consentirebbe di avere un raggio d’azione maggiore su una maggior quantità di persone. Queste cellule sono state analizzate in laboratorio e i risultati sono stati sorprendenti: esse si sono rivelate in grado di rintracciare e attaccare diverse cellule cancerose come quelle polmonari, prostatiche, ossee, renali, cervicali, endocrine ed ovariche. "Ci sarebbe la possibilità di curare ogni paziente” afferma Andrew Sewell, a capo della scoperta, nella rivista Nature Immunology, “speriamo che questo nuovo Tcr possa fornirci una strada diversa per colpire e distruggere una vasta gamma di tumori in tutte le persone.” Prosegue poi dicendo: “La nostra scoperta, quindi, è una nuova frontiera entusiasmante. Solleva la prospettiva che un singolo tipo di linfocita T possa essere in grado di distruggere molti tipi di tumori. In precedenza nessuno credeva che ciò potesse essere possibile”. La ricerca ha avuto un impatto talmente importante da avere risonanza internazionale e a tal proposito così si pronuncia Daniel Davis, docente di Immunologia presso l’Università di Manchester: "Non vi è dubbio che si tratti di una scoperta molto eccitante, sia per il progresso delle nostre conoscenze di base sul sistema immunitario sia per la possibilità di future tecniche mediche. Ma al momento si tratta di una ricerca ancora acerba e lontana dalla realizzazione di farmaci reali per i pazienti".

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