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I LUCID DREAMS

di Giulia Agresti

Con il termine Onironautica si indicano tutte le scienze relative all’essere coscienti mentre dormiamo. Studiati e analizzati per la prima volta da Stephen LaBerge, i lucid dreams sono proprio quei sogni in cui il soggetto è consapevole del fatto che sta sognando. Avviene nel momento in cui, pur dormendo, qualcosa nella nostra coscienza riconosce che ciò che sta accadendo non può essere la realtà, ma, nonostante ciò, non si oppone ad esso e non sveglia il corpo. La persona riesce dunque a vivere in una sorta di Matrix s urreale, potendo fare tutto ciò che vuole. Ma come si fa ad avere un sogno lucido? La cosa più probabile è che esso nasca spontaneamente, tuttavia sono stati sviluppati vari metodi per incrementare la possibilità di produrne uno. Il primo è il cosiddetto RTC (Reality Control Check); si tratta di eseguire durante il giorno azioni che non si possono – per la maggior parte delle volte – replicare nei sogni. Essendo dunque abituati a compiere spesso questi piccoli gesti, la mente li ripropone anche mentre dormiamo. Queste azioni possono essere, ad esempio, leggere, non si può infatti decifrare una scritta nei sogni, contarsi le dita, che appaiono o di un numero o di forma diverse, spegnere la luce, che rimane per forza accesa nei sogni. Una seconda tecnica è la CAT (Cycle Adjustment Technique), la quale consiste nel restare svegli tra i 60 e i 90 minuti fuori dal proprio ciclo del sonno per almeno una settimana, per poi riprendere le vecchie abitudini. Nei giorni con il ciclo regolare, lo stacco di tempo in cui prima si restava svegli aumenterà lo stato di allerta, rendendo il lucid dream più probabile. Infine, una delle tecniche più efficaci, che riesce ad aumentare fino al 46% la probabilità di ottenerlo, è il WBTB (Wake Back To Bed). Essa consiste nell’andare a dormire, svegliarsi circa 5/6 ore dopo, restare svegli per un’ora focalizzando i propri pensieri sul sogno lucido per poi coricarsi con l’intenzione di riconoscere nel sonno situazioni inusuali. I risultati migliori sono stati registrati nelle persone che utilizzavano tutti i tre metodi e, nel 17 % dei casi, i soggetti sono diventati onironauti. Perché è nato un grande interesse da parte degli scienziati verso i sogni lucidi? La speranza è che questi possano aiutare le persone che hanno difficoltà o sperimentano problemi nel dormire, in particolare chi soffre di un disturbo post-traumatico. Ce lo dimostra lo psichiatra J. T. Green, il quale ha curato un veterano del Vietnam che aveva sogni ricorrenti sulla morte del suo migliore amico ucciso in battaglia. Dopo aver indotto il lucid dream, il veterano riusciva infatti a cambiare l’accaduto: la guerra finiva e i due amici tornavano a casa sorridenti. Non sempre però il risultato è positivo: esistono molti rischi connessi al ‘sognare ad occhi aperti’, che talvolta hanno causato problemi anche gravi. Come prima problematica troviamo la paralisi del sonno , un meccanismo di sicurezza che agisce paralizzando i muscoli non vitali dell’individuo in fase REM. A un sogno lucido possono anche seguire allucinazioni ipnagogiche o ipnopompiche, ovvero esperienze intense e vivide, rispettivamente all’inizio e alla fine del sogno, che coinvolgono la vista, l’udito e il tatto e sono solitamente accompagnate da uno stato di panico e agitazione. Infine, si può rimanere ‘incastrati ’ in un sogno lucido, una sensazione agghiacciante e disorientante al tempo stesso. Come afferma Liz Lele, una ragazza che ha deciso di sperimentare su se stessa l’efficacia dei metodi sopracitati, “se veramente vuoi intraprendere questa strada, come prima cosa, sii preparato a spaventarti spesso”. I lucid dreams possono dunque essere un’ottima occasione per volare, visitare città di tutto il mondo o flirtare con il ragazzo o la ragazza che ti piace, tuttavia prima di provare ad averli, bisogna essere ben consapevoli di cosa ci aspetta.

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